I Longobardi
Chi sono i Longobardi?
§
Che cos’è la battaglia di Forino in territorio
irpino nel 663?
§
I Longobardi erano chiamati Winnili,poi furono denominati
Longobardi, perché le loro lunghe barbe non erano mai
state toccate da rosaio. Infatti nella loro lingua lang significa
lunga e bart barba.”
Paolo Diacono- Historia
Langobardorum(I,9)
Il nome Langobardi pare riconducibile alla sfera del culto di
Godan/Odino e in particolare all’epiteto del dio
Langbadhr(“dalla lunga barba”).
Stefano Gasparri “La cultura tradizionale dei
Longobardi”
Le Origini
I Longobardi erano una delle tante tribù insediate
nell’Europa centrale, nella pianura pannonica(l’odierna
Ungheria).
Le principale tappe della migrazione dei
Longobardi.
L’ aspetto fisico dei Longobardi
“Si rapavano la fronte radendosi tutt’intorno sino alla nuca,
mentre i capelli,divisi,in due bande,venivano a spiovere da
una parte e dall’altra all’altezza della bocca.
I vestiti erano ampi, fatti soprattutto di lino,come quelli usuali
tra gli Anglosassoni, ornati di balze più larghe e intessuti di
vari colori. Portavano calzari aperti sino all’alluce,fermati da
lacci di cuoio intrecciati. In seguito cominciarono a mettere le
uose(ghette che proteggono le caviglie) e sopra quando
andavano a cavallo, una specie di calzoni di panno rossiccio:
moda presa dai Romani”.
Paolo Diacono,Storia dei
Longobardi IV,22
La vita materiale
I Longobardi abitano tra il territorio compreso tra i fiumi Reno
ed Elba, hanno la consuetudine al nomadismo.
“Essi si spostano con estrema facilità, a causa della scarsità
dei mezzi di sussistenza, essi non coltivano il suolo, e neppure
fanno provvista di cibo,ma vivono in piccole capanne che sono
in pratica soltanto abitazioni temporanee; traggono
sostentamento, per la massima parte, dai loro greggi,come
fanno i nomadi, cosicché essi caricano le loro masserizie su
carri e,con le loro bestie, si dirigono ovunque dove ritengono
sia meglio andare.
Strabone,Geografia
VII, I.3.291
“I Longobardi sono soprattutto feroci guerrieri dal
comportamento oltraggioso. Sotto il generale Bizantino
Narsete, nella guerra combattuta contro gli Ostrogoti ,
assumevano un atteggiamento contrario ai loro doveri,
appiccavano fuoco a qualsiasi costruzione in cui si
imbattevano e violentavano le donne che si erano rifugiate
nei santuari”.
Procopio di Cesarea,La guerra gotica
IV, 30-33
Una lamina in bronzo raffigurante un guerriero
longobardo del sec. VII.
La società tradizionale dei
ILongobardi
Longobardi avevano una organizzazione sociale per clan e
gruppi familiari(fare) sottoposti all’autorità di un capo
militare, detto duca. Questa organizzazione coincideva
anche con l’unità di base dell’esercito: si trattava di una
struttura tribale molto arcaica, nella quale il popolo si
identificava con l’esercito, cioè con la totalità degli uomini
liberi che portavano le armi. Le decisioni più importanti
venivano prese nell’assemblea generale degli armati. Il re è
primus inter pares, cioè un guerriero la cui autorità
dipende dalle doti dimostrate in battaglia.
Enciclopedia. La storia.vol. 4 “Dall’impero romano a Carlo
Repubblica
Magno”
Cultura tradizionale
L’importanza del culto di Odino:una divinità guerriera.
Paolo Diacono narra che i Longobardi,nello scontro contro
gli Assopitti, escogitarono uno stratagemma: finsero di
avere nelle loro fila dei guerrieri con la testa di
cane, ferocissimi in battaglia e a tal punto avidi
di sangue umano da bere il proprio sangue
quando non potevano procurarsi quello dei
nemici.
§
Antropofagia rituale e immolazione dei teschi agli dei. Il
cannibalismo e la conservazione dei crani dei nemici
rappresentano dei fenomeni ben attestati presso le culture del
passato. Il momento antropofagico della cultura
longobarda appartiene ai tempi del regno di
Alboino, il sovrano-eroe con cui si chiude l’età
leggendaria delle migrazioni e ha inizio la fase
“italiana” di sedentarizzazione. Paolo Diacono
racconta di aver visto con i suoi occhi alla corta del re Ratcms
il cranio che Alboino utilizzava come coppa per bere. Quel
singolare tipo di coppa, che in lingua longobarda veniva
chiamata “skala”, era il cranio del re dei Gepidi
Cunimond che Alboino aveva sconfitto e ucciso in
battaglia.
§
Pratiche magiche,
stregoneria cultura tradizionale dei
Stefano Gasparri”La
Longobardi”
§
I Longobardi in
Italia
IL Tempo
569
643:
Editto di Rotari
569: Arrivo dei
longobardi in
Italia
744
600:
Pace di Bisanzio
712:
Liutprando
La conquista dell’Italia
Dal sec. VI i Longobardi hanno avuto un ruolo subalterno a
Bisanzio. L’imperatore di Bisanzio si era servito dei
Longobardi per contrastare i Goti e in un secondo tempo per
sconfiggere i Gepidi nel 566. La forza dei Longobardi era
cresciuta abbastanza per indurre il re Alboino(560-572) a
guidare il suo popolo verso nuovi territori. Alboino aveva
raccolto molte tribù e quindi disponeva di un esercito molto
numeroso. Giunti in Italia nel 569, i Longobardi seppero
valutare correttamente la fragilità della difensiva bizantina ,
che era efficiente solo lungo le coste. Perciò Alboino si
diresse nell’entroterra, conquistando rapidamente le città
principali:dal Friuli a Milano, da Torino a Pavia,proseguendo
poi la conquista fino a Spoleto e Benevento.
Geografia dell’Italia longobarda
La conquista non avviene in forma sistematica. I gruppi armati
longobardi penetrano in profondità nella penisola e sconfiggono
le truppe bizantine con la guerriglia, in modo da evitare di
impegnarsi in battaglie campali. La geografia politica dell’Italia
cambia: alcuni parti della penisola rimangono in mano
bizantina: la laguna veneta, la Romagna con
Ravenna,capitale dell’esarcato; infine la pentapoli.
I bizantini conservavano solamente il
dominio sulle coste , delle isole ,
del territorio romano e di parti del
sud.
q
I longobardi dilagarono nel Veneto
e nella pianura padana, ponendo a
Pavia la loro capitale.
Successivamente formarono i ducati
di Spoleto e Benevento.
q
Langobardia maior e
Langobardia minor
I territori conquistati sono raggruppati in due grandi aree: la
Langobardia maior dalle alpi alla toscana e la
Langobardia minor comprendente l’Italia centromeridionale con i ducati di Spoleto e Benevento.
La Langobardia maior fu spezzettata in numerosi e mutevoli
ducati e gastaldati. La Langobardia minor conservò per
l’intera durata del regno Longobardo(568-774) una notevole
stabilità istituzionale articolata nei ducati di Spoleto e
Benevento. Il ducato di Spoleto e quello di Benevento
conservano un’ampia autonomia rispetto al re di Pavia. La
sottomissione al governo centrale è soltanto formale, anzi
Grimoaldo,
ducaI di
Benevento,
riesce ad
imporre
la sua
G.Galasso.
longobardi
in Irpinia.
Storia
di Italia.
Vol. III. Utet
persona come re di tutti i Longobardi(662).
Langobardia minor
La Battaglia di Forino
Romualdo
Romualdo, figlio di Grimoaldo, sconfigge i Bizantini a Forino
nel 663, segnando la fine del tentativo di riconquista dell’Italia
meridionale da parte di Bisanzio. I ducati di Spoleto e
Benevento avranno grande autonomia fino ai primi anni del
sec. VIII con l’ascesa di Liutprando, che segna un inversione
di tendenza. Il più potente dei Longobardi riesce a riportare i
due ducati sotto il suo controllo.
La pace di Bisanzio
I rapporti fra i Longobardi e l’impero sono scanditi da fasi
alterne di guerre e di formale sottomissione dei
primi(longobardi) al secondo(l’imperatore). Verso il 600, con
il re Agilulfo(590-616), viene stipulata la pace con
Bisanzio grazie alla mediazione del papa. I longobardi
ottengono così il formale riconoscimento del potere che
detengono in varie parti della penisola.
La politica dei Longobardi
Il dominio longobardo in Italia presenta una
frammentazione del potere con l’autonomia dei duchi a
cui è affidato il potere politico di una città e di una provincia. Il
re Rotari (636-652) inizia un’opera di rafforzamento
dell’autorità del sovrano segnando una forte evoluzione
del regno Longobardo. Grande importanza ha l’editto di
Rotari. Una fonte primaria di conoscenza dei
Longobardi . L’editto è emanato da Rotari nel 643 in lingua
latina per farne uno strumento di integrazione fra la cultura
longobarda e quella romana. Le leggi messe per iscritto
regolano le relazioni tra gli uomini liberi del regno.
Rafforzamento dello stato
Con l’editto di Rotari nasce una prima forma di burocrazia,
segnata dal rafforzamento dell’autorità del re. In esso
compaiono i gastaldi, funzionari alle dipendenze del re, che
possono essere sostituiti (a differenza dei duchi) e gestiscono
il fisco regio. Successivamente i gastaldi avranno anche il
controllo di intere province.
EDITTO
DI
ROTARI
Favorire l’integrazione tra la
cultura romana e quella
longobarda
Regolamenta i rapporti
tra i privati
Garantisce maggiore
sicurezza sociale
Rafforza l’autorità del
sovrano
Cambiamenti sociali
Dall’editto di Rotari:
Fonti
v
45 Riguardo a lesioni o ferite che si verifichino fra uomini
liberi, si paghino i risarcimenti nella misura sotto indicata,
ponendo fine alla faida, cioè all’inimicizia.
49 “Se qualcuno avrò tagliato il naso ad un altro, pagherà un
indennizzo pari alla metà del valore di quella persona.
74 Per tutte le ferite che si verificano fra uomini liberi sono
stabiliti risarcimenti in modo che la faida,cioè l’inimicizia,
venga meno e non si coltivino più propositi dolosi ma si ponga
fine alla causa e si conservi tra le parti l’amicizia.
Il diritto penale germanico era dominato dall’antica
consuetudine della faida,cioè il diritto-dovere alla vendetta
privata compiuta dai familiari della vittima. Il compito di fare
giustizia era affidato alla vendetta personale, sulla base del
legame di sangue. Con l’editto di Rotari la faida viene
sostituita dal guidrigildo, cioè dall’indennizzo in denaro
devoluto alla vittima di un torto. Il compenso varia a seconda
del ceto di appartenenza della vittima.
v
Divisione in classi
La società longobarda è sostanzialmente guerriera,divisa in
classi cioè liberi, semiliberi e servi. I liberi hanno la
pienezza dei diritti politici e civili, l’uso delle armi, partecipano
all’assemblea di tutto il popolo, godono delle proprietà private
e delle proprietà indivise. I semiliberi potevano conseguire
la libertà ma erano sotto la tutela del padrone. I servi:
gli addetti ai lavori domestici nella casa del padrone
§
gli addetti ai lavori dei campi
§
gli addetti all’allevamento del bestiame
§
I semiliberi e i servi potevano passare dalla loro condizione
alla libertà.
La condizione della donna
Dall’editto di Rotari
v
Fonti
Se il marito avrà ucciso ingiustamente la moglie, paghi un
risarcimento di 1200 soldi, metà al re e metà alla famiglia della
donna.
203 Se la moglie avrà ucciso il marito, sia uccisa e i suoi
beni, se priva di figli passino alla famiglia del marito.
294 A nessuna donna libera che vive secondo la legge
longobarda del nostro regno è consentito di vivere a suo
arbitrio, ma deve restare sempre sotto la tutela (o mundio) di
uomini o sotto quella del re. Non può avere la facoltà di
donare o di vendere alcun bene mobile o immobile senza la
rappresentanza della persona sotto la cui tutela si trova.
1
La donna il matrimonio longobardo
Dall’editto di Rotari-fonti
v
181 Se il padre avrà dato marito alla figlia o il fratello alla
sorella,costei si ritenga paga di quella parte dei beni paterni o
materni che il padre o il fratello le avranno dato nel giorno
delle nozze, e non chieda di più.
182 Se qualcuno avrà dato in moglie ad altri la figlia o una
qualunque parente, e sarà presente accaduto che il marito sia
morto, la vedova se lo vorrà abbia la facoltà di risposarsi,
purché esso sia libero. Inoltre il secondo marito dovrà dare
come meta a colui che risulterà esser l’erede più prossimo del
primo marito. Se non avrà voluto accettarla, la moglie stessa
abbia il morgengab,e quanto ha portato con sé dalla casa
paterna, cioè il faderfio. I parenti hanno dunque il diritto di
darla in moglie a un altro,quando lei stessa e loro lo vogliono.
184 Una volta che il padre avrà dato in moglie a qualcuno la
figlia o il fratello la sorella, e qualcuno degli amici le avrà dato
qualcosa in dono, la cosa sia di proprietà di chi detiene il suo
mundio.
204 A nessuna donna libera,vivente nel nostro regno sotto
l’ordinamento della legge dei Longobardi,sia lecito vivere
nell’attuazione della sua volontà, cioè sepelmundia, ma
debba sempre restare sotto la podestà di un uomo o del re;
né possa vendere o donare alcunché dei suoi beni mobili o
immobili senza la volontà di colui nel cui mundio essa si trova.
Rotari, Editto,
181,182,184.204
Le usanze relative al matrimonio longobardo sono
documentate sia dall’editto di Rotari sia dalle leggi emesse da
Liutprando.
Secondo le usanze longobarde, la donna era sotto la tutela e
protezione del padre e dei fratelli: mundio. Il mundio era
esercitato dagli uomini anche dal re sulle vedove, sugli orfani,
sugli stranieri e su tutti coloro privi di protezione. Se la donna
sposava un uomo di condizione non semilibera o uno schiavo,
il mundio della donna rimaneva ai fratelli della sposa. Al
momento del matrimonio la sposa riceveva in dona dal padre il
faderfio, una dote in beni o in denaro insieme al corredo
detto skerpa. Lo sposo invece offriva alla moglie il
morgengab, il cosiddetto dono del mattino che veniva
consegnato dopo la prima notte di nozze talora accompagnato
da un documento scritto.
Una difficile integrazione
I Longobardi sono divenuti ariani, abbandonando gli originali
culti pagani attraverso la strategia matrimoniale, infatti
Alboino aveva sposato l’ariana Rosmunda, figlia del re dei
Gepidi, che Alboino stesso aveva vinto e ucciso. Inoltre nelle
tradizioni e nelle consuetudini dei Longobardi sopravvive il
paganesimo, per queste ragioni l’integrazione con
l’elemento italico preesistente non è affatto facile. I Longobardi
da conquistatori non rinunciano al diritto di conquista per
cui esercitano sui territori un controlla da dominatori, lasciando
latente il conflitto con Bisanzio e allontanando la possibilità di
pace duratura.
Rosmunda
Figlia di Cunimondo, re dei gepidi, dopo la sconfitta di
questo da parte dei Longobardi, è costretta a sposare il re
Alboino. Congiura contro il marito e lo fa avvelenare dallo
scudiero Elmichi, rifugiandosi poi a Ravenna, sotto la
protezione bizantina, dove muore a sua volta avvelenata da
Elmichi. Secondo la tradizione tramandata da Paolo Diacono,
e ripresa in varie opere letterarie Vittorio Alfieri, Rosmunda
avrebbe ucciso Alboino perché costretta da lui a bere nel
teschio del padre.
Enciclopedia Zanichelli
I successori di Alboino
Dopo la morte di Alboino(572), segue un periodo di
disgregazione politica che termina con l’elezione di un nuovo
re: Autari (584-590). Per assicurargli prestigio e risorse
materiali, i duchi gli cedono metà del fisco imperiale, così Autari
diventa il più ricco dei proprietari longobardi. Autari conclude
una tregua con i Bizantini(pace di Bisanzio), stringe alleanza
con il duca dei Bavari, Garibaldo e ne sposa la figlia
Teodolinda. Autari aveva un programma di politica interna
che si ricollegava a quello romano. Morto Autari, la sua
politica è seguita da Agilulfo (591-616) che sposa la vedova
Teodolinda.
Teodolinda sposa Agilulfo. Affresco degli
Zavattari. Duomo di Monza – Cappella di
Teodolinda.
Teodolinda
La regina Teodolinda – miniatura –
Duomo di Monza.
Figlia del duca dei Bavari di religione cristiana,
collabora con papa Gregorio Magno alla
conversione del popolo longobardo al cattolicesimo.
Alla morte di Agilulfo, Teodolinda tiene la reggenza
del regno longobardo fino alla maggiore età del
figlio Adaloaldo. Teodolinda fonda il duomo di
Monza. Muore nel 627.
Le ragioni della conversione al
cattolicesimo
I Longobardi sono in parte ancora pagani,
in parte ariani, ma Agilulfo è consapevole
dell’importanza che ha avuto per le altre
popolazioni arrivate in Italia, l’appoggio del
clero cattolico. Con la conversione al
cattolicesimo anche i Longobardi si
trovano in stretto rapporto con la Santa
Sede. La conversione religiosa tuttavia è
lenta con contraddizioni tra componenti
ariane e le componenti cattoliche.
§
Croce di Agilulfo. Museo
Serpero - Duomo di Monza.
Gasparri evidenzia nei suoi studi la persistenza ancora
intorno al 660 di rituali tipicamente germanici, soprattutto nel
ducato di Benevento. Nella “Vita del vescovo Barbato” si narra
che il duca di Benevento benché ufficialmente cristiano
adorasse di nascosto nel suo palazzo un idolo raffigurante una
vipera. Altro rito praticato era la cerimonia attorno ad un albero
considerato sacro: veniva stesa una pelle di animale e i
partecipanti al rito facevano a pezzi la pelle e la mangiavano.
§
Gasparri , la cultura tradizionale dei Longobardi. Struttura tribale e resistenze
pagane,
Centro di Studi sull’Alto Medioevo,Spoleto 1983
La svolta cattolica di Liutprando
Soltanto con il regno di Liutprando(713-735), i Longobardi
avvertono la necessità di reprimere le rozze tradizioni.
Liutprando divenuto re, vuole definirsi rex cristianus et
catholicus segnando la svolta della società longobarda in
senso cattolico e antipagano. Liutprando introduce disposizioni
punitive nei confronti delle persone implicate nelle pratiche
pagane , il divieto di consultare indovini e incantatori e di
adorare le fonti e gli alberi sacri.
Liutprando(712-744)
La morte di Rotari segna l’inizio di una lunga crisi politocoreligiosa, con l’alternarsi dei sovrani ariani tra i quali
Grimoaldo e di capi cattolici. La crisi si risolve con
l’avvento al trono di Liutprando che restaura l’autorità dello
stato, centralizzando fortemente il potere: nomina i duchi
funzionari eletti direttamente dal re.
Avellino longobarda
Ancora non è possibile datare con precisione l’inizio della
presenza longobarda in questa parte dell’Irpinia. È verosimile
la migrazione in l’Irpinia verso la fine del sec. VI. Sembra
certo che il castrum Abellini era ormai una realtà. Anche a
Bisaccia sono stati ritrovati dei reperti archeologici attribuiti
al sec. VII.
Storia Illustrata di Avellino e
dell’Irpinia.
Avellino
longobarda.
Sellino&Barra Editori