Tassonomia Tuta absoluta Povolny Insecta

Tassonomia
Tuta absoluta Povolny
Insecta, Lepidoptera, Gelechiidae
Piante ospiti
Solanacee coltivate (principalmente pomodoro, ma anche melanzana, patata, tabacco, ecc.) e
spontanee (Solanum nigrum, Solanum elaeagnifolium, Solanum puberulum, Datura stramonium,
Datura ferox e Nicotiana glauca), anche di altre famiglie botaniche quali le leguminose.
Morfologia
Uova di forma cilindrica di color crema vengono deposte sulla pagina inferiore delle foglie e sugli
steli. Sono lunghe 0.30-0,35 mm e larghe 0.20-0,25mm. Schiudono dopo 4-6 giorni.
Le larve hanno colorazione variabile da giallo chiaro a grigio scuro, con il capo marrone . gli stadi
larvali sono 4. Le larve di ultima età sono verdi o rosate. La lunghezza varia da 0.9mm a 7.5mm
passando dal primo al quarto stadio. Lo stadio dura 13-15gg.
La pupa è marrone (durata: 9-11 gg).
L’adulto (circa 5-7 mm di lunghezza), ha un’apertura alare di 9-11 mm. Le antenne sono filiformi;
le ali anteriori si presentano di colore grigio argenteo con strie scure; le ali posteriori sono grigie.
L’adulto di T. absoluta somiglia alla più nota e diffusa (ma meno dannosa) specie Phthorimaea
operculella (la comune “tignola della patata”) da cui può essere distinto per alcuni caratteri
morfologici (forma delle antenne, disegni delle ali, armature genitali) per la cui valutazione,
tuttavia, è necessaria l’esperienza di uno specialista.
Biologia
Specie con elevato potenziale riproduttivo. Le larve non vanno in diapausa, pertanto sono presenti
tutto l’anno compiendo 10-12 generazioni. Il ciclo biologico viene completato in 29-38 giorni a
seconda delle condizioni ambientali (25-30°C rispettivamente) e protrarsi per 76,3 giorni a 14°C.
Gli adulti sono notturni e durante il giorno vivono tra le foglie. Le femmine depongono le uova
nella parte aerea della pianta ospite, in genere sulla pagina inferiore delle foglie; ogni femmina
depone circa 260 uova durante la sua vita. La larva si impupa sul suolo e più raramente nelle mine
fogliari.
Sintomi e Danni
Dopo la schiusura delle uova le larve penetrano nelle bacche di pomodoro, nelle foglie e negli steli
su cui si alimentano e si sviluppano creando numerose ed evidenti mine e gallerie. I frutti possono
essere attaccati appena formati e le gallerie scavate all’interno possono provocare l’invasione
secondaria di patogeni. Sulle foglie le larve si nutrono esclusivamente del tessuto mesofilli are,
lasciando intatta l’epidermide. Le mine fogliari sono irregolari e tardivamente tendono a
necrotizzare. Le gallerie negli steli alterano il regolare portamento delle piante. Le piante di
pomodoro possono essere attaccate ad ogni stadio di sviluppo, dal seme fino alla pianta matura.
L’insetto preferisce i germogli apicali, fiori o nuovi frutti. Su patata viene attaccata solo la parte
aerea; T. absoluta non si sviluppa nei tuberi.
Questi sintomi se osservati da un occhio non esperto possono facilmente essere confusi con
attacchi di Liriomyza spp. cui i coltivatori di solanacee sono più abituati. E’ questa somiglianza,
probabilmente, a spiegare l’improvvisa ma diffusa presenza del gelechide segnalata in Italia, dove il
lepidottero potrebbe essere giunto già da qualche anno, producendo infestazioni erroneamente
attribuite a Liriomyza spp. e combattute come tali.
Pertanto è importante considerare che le mine causate da T. absoluta sono solitamente a chiazze con
estensioni digitoformi, al contrario di quelle di Liriomyza spp. che sono a serpentina. Le larve di
Liriomyza, inoltre, attaccano esclusivamente le foglie, al contrario di quelle di T. absoluta che
infestano anche i frutti ed i fusti. L’osservazione delle larve con una lente d’ingrandimento potrà
fugare ogni dubbio: le larve di Liriomyza (che sono ditteri) sono completamente apode e con capo
non evidente, mentre quelle di T. absoluta (come in tutti i lepidotteri) hanno zampe e pseudopodi ed
un capo evidente.
Attacchi di T. absoluta possono essere anche confusi con infestazioni causate dalla comune tignola
della patata (Phthorimaea operculella) che provoca danni simili (mine fogliari e sui frutti) anche su
pomodoro ma che resta di più facile controllo per la sua minore capacità riproduttiva.
Nemici naturali
Numerosi sono i nemici naturali di T. absoluta descritti nelle aree dove è già presente da tempo. Tra
i parassitoidi si annoverano: Trichogramma sp., Conura sp., Pseudapanteles dignus , Bracon sp.
Tra i predatori: Podisus nigrispinus (Pentatomidae), Nesidiocoris tenuis; Macrolophus
melanotoma, M. pygmaeus (Miridae), Xylocoris sp. (Anthocoridae), Cycloneda sanguinea
(Coccinellidae); a questi si aggiungono funghi e batteri entomopatogeni. L’attività degli
antagonisti non sembra comunque sufficiente a contenere il forte potenziale biotico della specie
sotto livelli accettabili di danno.
Misure fitosanitarie
Per la sua pericolosità questo gelechide è stato inserito nel 2004 nella lista di allerta A1 per cui
l’EPPO (Organizzazione Europea e mediterranea per la Protezione delle Piante) raccomanda misure
di quarantena.
Le piantine ed i frutti di pomodoro prodotti in regioni dove T. absoluta è presente, devono essere
privi di qualsiasi stadio dell’insetto.
Probabili infestazioni dell’insetto in aree indenni debbono essere tempestivamente segnalate ai
Servizi fitosanitari regionali.
Difesa
In Italia, dove la specie non era segnalata fino allo scorso anno, sono pochi gli insetticidi registrati
su solanacee e specificamente utilizzabili contro generici “fillominatori” o “lepidotteri”. Questo
comporta qualche problema “formale” nel controllo chimico della nuova tignola e nell’adozione di
disciplinari di produzione. Recente è l’estensione di registrazione dello spinosad.
La lotta chimica alla tignola del pomodoro non è facile per il sovrapporsi degli stadi di sviluppo, il
forte potenziale biotico e la capacità a sviluppare resistenze. Essa, per il momento, si basa sull’uso
razionale di prodotti autorizzati sulle solanacee quali: Bacillus thuringiensis, abamectina,
azadiractina, spinosad, indoxacarb, olio minerale o di colza, metaflumizone. Il controllo chimico
deve mirare principalmente agli stadi larvali, con prodotti di contatto nelle fasi vaganti e con
sostanze ad azione citotropica o translaminare che agiscano per ingestione nelle fasi endofite.
Importante è la rotazione di prodotti con meccanismo d’azione diverso.
Un’azione collaterale del nematocida oxamil distribuito in fertirrigazione è stata osservata nel
contenimento di infestazioni di Tuta absoluta su pomodoro in serra.
La lotta integrata in ambiente protetto può essere più semplice che in pieno campo, se le serre sono
isolate con reti antiafidi (densità minima di 9x6 fili al cmq).
La disponibilità del feromone di T. absoluta consente di utilizzare le trappole sessuali per il
monitoraggio ma anche per la cattura massale. Questa andrà iniziata alle prime catture rilevate con
le trappole spia (le comuni trappole con base collante). Molto efficaci sono le trappole artigiani ad
olio, disposte al centro della serra in numero minimo di 2-3 ogni 1.000 mq, distanziate tra loro di
circa 25 metri. In pieno campo occorrono 1-2 trattole ogni 3.500 mq circa.
L’attività degli adulti è crepuscolare ed i voli sono solitamente radenti al suolo. Per questo le
trappole andranno installate a non oltre 1 m dal terreno. Il colore delle trappole sembra ininfluente
per l’attrazione che è esclusivamente sessuale. L’erogatore del feromone andrà sostituto ogni 4-6
settimane, con una frequenza maggiore in presenza di alte temperature.
Avendo disponibilità di elettricità in serra, piuttosto efficaci sembrano essere anche le trappole
elettro-luminescenti (vanno bene quelle comunemente utilizzate per le zanzare) posizionandone una
ogni 500-1.000 mq, sempre ad un’altezza non superiore al metro. L’attrazione luminosa è, tuttavia,
aspecifica e può provocare l’eliminazione di insetti indifferenti o utili.
Le larve mature di T. absoluta tendono ad incrisalidarsi prevalentemente nel terreno ma anche sulla
vegetazione infestata. E’ importante pertanto che a fine coltura i residui della vegetazione infestata
vengano rimossi e bruciati rapidamente. Per lo stesso motivo, anche gli organi attaccati durante la
coltivazione vanno raccolti in buste ed eliminati.
Il terreno andrà lavorato o disinfestato per devitalizzare le crisalidi e sarebbe buona norma
effettuare rotazioni con colture differenti dalle solanacee.
Sia nella serra che al suo esterno è importante eliminare rapidamente le numerose specie infestanti
che possono ospitare l’insetto (Solanum, Datura, Nicotiana, Lycium, ecc.) e che, molto
probabilmente, nel prossimo anno saranno le principali responsabili della diffusione della Tuta dalle
serre alle colture primaverili-estive di pieno campo.
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Arturo Caponero, ALSIA – Ricerca e Tutela delle Risorse Naturali
Tonia Colella – Università degli Studi della Basilicata