Introduzione all`Omotossicologia

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Introduzione
all‘Omotossicologia
IAH AC Introduzione all‘Omotossicologia
© IAH 2007
L’omotossicologia intesa come lo studio delle omotossine, sviluppata dal medico
tedesco Hans-Heinrich Reckeweg, è il concetto scientifico su cui si fonda la
medicina omotossicologica. Essa consente di adottare un approccio differente
nei confronti del paziente e della sua malattia.
Il concetto di “terreno del paziente” è sconosciuto alla medicina ufficiale, pertanto,
in genere pare che il paziente venga trattato semplicemente in base ai sintomi
che manifesta.
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Obiettivi
• Comprendere i principi di base dell’omotossicologia
• Malattia e salute
• Omotossina
• Origine e storia della Tavola delle Omotossicosi
• Dinamica della malattia Tavola delle Omotossicosi
• Principio di evoluzione della malattia
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La medicina omotossicologica si differenzia dalla medicina ufficiale sotto diversi
aspetti. Sebbene spesso si utilizzi la stessa terminologia, il significato che si
intende trasmettere è diverso. Di conseguenza, è importante comprendere
appieno il significato dei concetti di malattia e salute in omotossicologia.
In omotossicologia, le malattie sono causate dalle cosiddette omotossine, che
devono essere necessariamente definite. Per informazioni più dettagliate sulle
omotossine, consultare la lezione ‘IAH AC Omotossine’.
Come vedremo più approfonditamente nelle lezioni successive, la Tavola delle
Sequenze Patologiche è uno strumento dinamico, che consente di valutare
l’evoluzione delle malattie. Si tratta di uno strumento essenziale nell’approccio
omotossicologico del paziente. Il fatto che il paziente subirà una evoluzione o che
la tipologia della sua malattia varierà all’interno della tavola è estremamente
importante, poiché ciò indirizzerà le nostre decisioni su come curare il paziente e
quale medicamento utilizzare, nella corretta modalità omotossicologica.
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Il dottor H-H Reckeweg:
padre dell’Omotossicologia
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Il Dottor Hans-Heinrich Reckeweg si può considerare a pieno titolo il padre
dell’omotossicologia. Grazie al suo monumentale lavoro e alle sue pubblicazioni,
l’omotossicologia è potuta diventare un approccio terapeutico internazionalmente
acquisito. Oggi non solo si conosce la teoria, ma si ricorre quotidianamente a
farmaci omotossicologici in oltre 70 Paesi nel mondo. Esperti in omotossicologia
stanno tuttora conducendo ulteriori, approfondite ricerche a livello mondiale,
rendendo l’omotossicologia un approccio accettabile nel quadro della medicina
moderna.
Le convinzioni del Dr. Reckeweg hanno incoraggiato numerosi medici tradizionali
a trattare i loro pazienti in maniera diversa. Ancora oggi, a oltre 20 anni dalla sua
morte, l’omotossicologia si afferma come concetto ben apprezzato nella medicina
complementare, che contribuisce ad ampliare la visione della medicina
convenzionale. Il Dr. Reckeweg ha così coronato il suo sogno: gettare un ponte
tra la medicina complementare e quella convenzionale.
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“Sogno di fondere l’omeopatia con la medicina
ufficiale”
H.-H. Reckeweg 1905-1985
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L’omotossicologia è un concetto di facile comprensione, sia per i medici della
medicina complementare che per quelli della medicina convenzionale. Sebbene,
a prima vista, tali tipi di medicina possano sembrare tra loro opposti, oggi è
sempre più evidente che i medici istruiti in maniera convenzionale sono
maggiormente aperti nei confronti della medicina omotossicologica, e gli
omeopati sono meno vincolati alla medicina classica del singolo rimedio. Ciò si
deve ai progressi compiuti dalla biologia molecolare, che rendono più evidenti i
meccanismi di azione della medicina omotossicologica.
Il Dr. Reckeweg ha davvero gettato un ponte tra la medicina complementare e
quella convenzionale, creando così una piattaforma medica integrativa che trova
facilmente la sua applicazione nella pratica clinica quotidiana.
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Cos’è l’Omotossicologia?
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Analizziamo ora in maggiore dettaglio i fondamenti dell’omotossicologia. Cos’è
l’omotossicologia, e in che modo si differenzia dall’approccio medico
convenzionale nei confronti del paziente e della sua malattia?
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OMO
Uomo
TOSSICO
Tossina
LOGIA
Studio
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Il termine Omotossicologia è composto da tre parole; “omo” che significa uomo,
“tossico”, che deriva da tossina o veleno, e in ultimo “logia”, derivante dal greco
‘logos’, che significa studio.
Riassumendo, possiamo descrivere l’Omotossicologia come lo studio
dell’influenza delle sostanze tossiche sugli esseri umani.
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L’Omotossicologia è lo studio
dell’influenza delle omotossine
sull’organismo umano.
L’Omotossicologia è un ponte tra la
medicina complementare e quella
convenzionale
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In omotossicologia, studiamo come la presenza di omotossine abbia
ripercussioni sulle funzioni cellulari e, di conseguenza, sulle funzioni
dell’organismo umano nel suo complesso. La reazione o meno del meccanismo
di difesa nei confronti dell’omotossina definisce lo stato clinico in cui versa il
paziente. I sintomi sono l’espressione dello sforzo compiuto dal corpo per
liberarsi dalle tossine.
Dato che in omotossicologia l’approccio rimane clinico, la ricerca è stata
compiuta sulla modalità di azione di questo tipo di farmaci. L’omotossicologia si
basa ampiamente sulla medicina convenzionale ed è particolarmente accettabile
per quei medici della medicina convenzionale che dispongono di una “mente
aperta”, in quanto i meccanismi di azione che stanno alla base del farmaco
omotossicologico possono essere spiegati in base ai modelli biologici molecolari
della medicina convenzionale. D’altro canto, in netto contrasto con i farmaci
convenzionali, per la maggior parte i farmaci omotossicologici contengono micro
dosi o persino nano dosi dei principi attivi e, pertanto, non sono tossici. Pochi
effetti collaterali e controindicazioni, nessuna interazione con altre medicine,
sicurezza ed efficacia, caratterizzano l’omotossicologia e la classificano come
medicina complementare “non aggressiva”. In tal senso, l’omotossicologia sta
gettando un ponte tra la medicina complementare e quella convenzionale,
mettendo in comunicazione la solida diagnosi medica convenzionale con il
trattamento non aggressivo, atossico, della medicina complementare.
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Definizione omotossicologica di malattia
• Le malattie sono l’espressione di meccanismi di difesa
biologicamente utili contro omotossine endogene ed esogene, o
l’espressione dello sforzo compiuto dall’organismo per
compensare il danno tossico subito.
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Da un punto di vista omotossicologico, la malattia è causata dalla reazione del
corpo alla presenza di omotossine distruttive. Quelli che riconosciamo come
sintomi clinici della malattia sono le reazioni che emergono in superficie, dopo
che il sistema difensivo ha reagito alla minaccia.
Questo indica che la malattia non è pertanto rappresentata dai sintomi in quanto
tali, dato che questi si dovrebbero soltanto considerare come prova dell’attività
difensiva in corso.
Fintanto che i sintomi clinici saranno solamente considerati come una minaccia
per la qualità della vita del paziente e l’intero trattamento sarà rivolto alla
rimozione di tali sintomi, i risultati saranno solo superficiali e in realtà staremo
ipotecando la salute del paziente a lungo termine.
Un trattamento bioterapeutico prenderà in considerazione le omotossine causali
e, stimolando il sistema difensivo dell’organismo, agirà sulle vere cause della
malattia. La bioterapia è sempre una terapia di regolazione e mai di
soppressione.
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Definizione omotossicologica di malattia
• Le malattie sono l’espressione di meccanismi di difesa biologici
mirati contro omotossine endogene ed esogene, o l’espressione
dello sforzo compiuto dall’organismo per compensare il danno
tossico subito.
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Espressione : Ciò che vediamo non è ciò che in realtà è. I sintomi sono
solamente il risultato dell’attività difensiva dell’organismo contro il carico delle
tossine. Prendiamo ad esempio il caso di un’infiammazione: il trattamento
causale implicherà un intervento contro le omotossine che innescano
l’infiammazione, che potrà realizzarsi attraverso una regolazione dell’attività
difensiva. La semplice soppressione del sintomo è comparabile allo spingere un
iceberg sott’acqua, sperando che non riemerga più. Ma se smettiamo di
spingere, l’iceberg riaffiora. Questo fenomeno spiega le recidive delle malattie in
medicina convenzionale.
Ma facciamo un altro esempio. I sintomi clinici sono solo un’espressione di
qualcosa di più profondo, così come le parole che pronunciamo sono solo
un’espressione dei nostri pensieri. La soppressione delle parole, il bandire
qualsiasi conversazione, non potrà mai modificare la causa del parlare, che è
rappresentata dai pensieri presenti nella mente del relatore. Il trattamento della
mente, come avviene in psicoterapia, genererà automaticamente espressioni
diverse.
Analogamente, la soppressione della febbre nelle infezioni virali sembra essere
efficace a breve termine. Ma a lungo termine non fa che incrementare la
proliferazione del virus, in quanto la febbre ha un effetto virostatico, poiché le
citochine agiscono meglio a queste temperature più elevate.
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Definizione omotossicologica di malattia
• Le malattie sono l’espressione di meccanismi di difesa
biologicamente utili contro omotossine endogene ed esogene, o
l’espressione dello sforzo compiuto dall’organismo per
compensare il danno tossico subito.
© IAH 2007
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Biologicamente: “Bios” significa “vita”, “logos” significa “parola”, “studio" o anche
“regola". "Biologico" significa ”secondo le regole della vita". Ogni intervento
terapeutico che contrasta questa nozione biologica, contrasta i principi di
fondamentali della vita. Se sopprimiamo un’infiammazione, e questo processo
infiammatorio aveva lo scopo di eliminare le omotossine e le loro influenze
negative sui tessuti, arrestiamo il processo di depurazione e preserviamo gli
effetti dell’intossicazione. Bloccando l’effetto di depurazione del processo
infiammatorio interveniamo contro la vita, perché le omotossine permangono e, a
lungo termine, intossicheranno l’organismo in maniera ancora più profonda, vale
a dire che gli effetti delle omotossine saranno sempre più evidenti all’interno della
cellula invece che nella matrice extracellulare.
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Definizione omotossicologica di malattia
• Le malattie sono l’espressione di meccanismi di difesa
biologicamente utili contro omotossine endogene ed esogene, o
l’espressione dello sforzo compiuto dall’organismo per
compensare il danno tossico subito.
© IAH 2007
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Mirato : Questo termine è estremamente importante nella definizione
omotossicologica di malattia. Significa che la reazione del sistema difensivo sarà
proporzionale alla necessità di raggiungere l’obiettivo. Questo racchiude qualsiasi
aspetto di regolazione a cui si riferisce l’omotossicologia. La mobilizzazione delle
difese avverrà al livello necessario per raggiungere l’obiettivo, che nella maggior
parte dei casi è rappresentato dall’eliminazione dell’omotossina e della sua
attività di interazione negativa con la cellula e il suo ambiente, e dal ripristino
dell’omeostasi. La regolazione del livello di attività viene compiuta da un
complesso meccanismo di sistemi di autoregolazione, che interagiscono
reciprocamente ed agiscono su numerosi mediatori e sistemi di feedback.
La maggior parte delle reazioni del sistema difensivo sono utili, ma possono
verificarsi alcune reazioni inappropriate (inutili) capaci di generare di per sé una
malattia. Le malattie autoimmuni, ad esempio, rappresentano una reazione
inappropriata del sistema difensivo. Il sistema immunitario attacca i suoi stessi
tessuti corporei, che in condizioni normali verrebbero tollerati anziché aggrediti.
Lo stesso vale per le reazioni allergiche, ad esempio la febbre da fieno. La
reazione del sistema difensivo non è proporzionale al pericolo dell’aggressore
(polvere o polline) e, di conseguenza, inutile.
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Definizione omotossicologica di malattia
• Le malattie sono l’espressione di meccanismi di difesa
biologicamente utili contro omotossine endogene ed esogene, o
l’espressione dello sforzo compiuto dall’organismo per
compensare il danno tossico subito.
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Il meccanismo difensivo serve a proteggere l’organismo dal carico delle tossine.
Non funziona soltanto quando un antigene sta penetrando nel sistema. Il
meccanismo difensivo dovrebbe essere rappresentato da un sistema
costantemente in standby che, in caso di alterazione dell’omeostasi, può attivare
la risposta appropriata, per es. immunologica, ormonale, enzimatica, ecc. Solo
rimanendo in standby e allertandosi di continuo è possibile attuare una difesa
utile ed efficace. Il fallimento del sistema causa l’intossicazione.
I meccanismi di regolazione sono rigidi dispositivi di controllo, che agiscono
attraverso sistemi di feedback positivo e negativo. Quando questi sistemi di
feedback si bloccano o vengono bypassati, risulta impedita qualsiasi regolazione
e si instaura una malattia cronica.
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Definizione omotossicologica di malattia
• Le malattie sono l’espressione di meccanismi di difesa
biologicamente utili contro omotossine endogene ed esogene, o
l’espressione dello sforzo compiuto dall’organismo per
compensare il danno tossico subito.
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Definiamo l’omotossina come una QUALSIASI sostanza tossica per l’organismo umano
(omo=uomo, tossico=veleno). La tossicità può essere rappresentata da un effetto molecolare
biochimico diretto, un effetto di blocco fisico o persino un effetto interattivo disturbante. Non siamo
quindi interessati solamente all’omotossina in sé, ma anche, e forse di più, agli effetti che essa
induce (persino a distanza) sulla cellula.
È bene operare una distinzione tra omotossine endogene e omotossine esogene.
Le omotossine esogene sono sostanze che, per definizione, sono già tossiche per l’organismo
umano in determinate condizioni (vedere la precedente diapositiva). Alcune di esse sono molto
ben conosciute dai non esperti (tabacco, alcol, molti tipi di farmaci), altre sono meno note (aromi,
coloranti, dolcificanti alimentari) o del tutto sconosciute (cadmio, evaporazione di colle, gas,
radiazioni, ...).
Le omotossine endogene sono create dall’organismo stesso. Per la maggior parte dei casi si
tratta di prodotti intermedi o di scarto dei processi metabolici (per es. CO2). Altre omotossine
endogene sono il risultato dello squilibrio della secrezione ormonale (per es.
estrogeno/progesterone), dell’inibizione o assenza di un mediatore o della secrezione di una
sostanza intermedia (per es. insulina nel diabete, serotonina nella depressione) o della rapida
ricaptazione (per es. di livelli troppo bassi di serotonina nella depressione) oppure, al contrario,
di una maggiore stimolazione ripetuta causata da una riserva esagerata di mediatori (per es.
ormone tiroideo nella disfunzione ipertiroidea).
Essenziale è l’attività di interferenza o di blocco dell’omotossina sul normale funzionamento dei
sistemi organici o della guida interattiva o dei sistemi di regolazione (sistema ormonale, sistema
nervoso, …).
Per informazioni più dettagliate sulle omotossine consultare la lezione ‘IAH AC Drenaggio e
Disintossicazione’.
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La Tavola delle Sequenze Patologiche (precedentemente denominata Tavola
delle Omotossicosi) è uno strumento che permette di valutare l’evoluzione delle
malattie nel paziente. Un suo utilizzo corretto nella pratica clinica non solo
fornisce un’idea della gravità della malattia, ma aiuta anche il medico a formulare
un efficace piano terapeutico.
La tabella sopra illustrata è la prima Tavola delle Sequenze Patologiche originale,
o Tavola delle Omotossicosi di Reckeweg, tradotta dal tedesco all’inglese
(versione tedesca del 1957).
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In questa versione iniziale, sull’asse orizzontale troviamo sei fasi. La fase di
infiammazione (nome corrente) era chiamata “fase di reazione”, in cui il corpo
reagisce all’omotossina. L’attuale fase di de-differenziazione (l’inverso della
differenziazione embriologica delle cellule) era chiamata “fase neoplastica”, in cui
avviene la neoformazione di tessuto nei tumori.
È interessante notare che esistevano 2 blocchi di 3 fasi ciascuno, separati da
una divisione biologica. Sul lato sinistro di questa divisione, troviamo tutte le
malattie in cui le omotossine causali rimangono all’esterno della cellula o i loro
effetti si manifestano a livello extracellulare. Sul lato destro, la localizzazione o
l’effetto dell’omotossina è principalmente intracellulare.
Il riferimento alla matrice extracellulare, o anche Matrice Vivente, come oggi la
conosciamo dalla moderna istologia, non esisteva nel periodo in cui questa
tabella venne creata (1957) dato che questo concetto non era ancora conosciuto
(Ground Regulation System, Pischinger, 1975). Sebbene Reckeweg si riferisse
ad essa includendo il livello mesenchimale come un livello distinto (il
mesenchima dovrebbe trovarsi sotto lo strato mesodermico), la matrice assunse
un certo rilievo solo in una nuova Tavola delle Omotossicosi, nei primi anni ‘90.
Oggi sappiamo che la Matrice Vivente presenta tre livelli, interagenti fra loro: la
matrice extracellulare, la matrice intracellulare e la matrice intranucleare.
Analizzeremo questo aspetto più avanti in questa lezione, nonché più
approfonditamente nella lezione ‘IAH AC Matrice Vivente, Istologia e Fisiologia’
Il Dr. Reckeweg era fortemente interessato alla tossicologia, quindi sono pochi i
riferimenti riguardanti le malattie correlate alla mente. Anche questo aspetto è
stato completamente modificato nell’ultimissima versione della tavola.
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Sull’asse verticale riconosciamo 3 strati embriologici: ectoderma, endoderma e
mesoderma. Come indicato nella diapositiva precedente, il mesenchima si
riferisce al pre-stadio di quello che successivamente è riferito alla matrice
extracellulare. Dal punto di vista puramente embriologico dovrebbe essere
classificato sotto il mesoderma e non manifestarsi come differenziazione
tessutale distinta.
L’ordine in cui le fasi e gli strati embrionali (e i tessuti risultanti) sono classificati è
di estrema importanza. Reckeweg era stato chiaramente ispirato da Hering, dato
che entrambe queste componenti sono un riferimento alla legge di Hering
sull’omeopatia. La legge di Hering afferma che le malattie evolvono nel tempo
dall’esterno verso l’interno, dagli organi e dai tessuti meno importanti a quelli più
importanti, da malattie non cellulari a malattie cellulari.
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Seconda Tavola delle Omotossicosi
Salute
Fasi umorali
Tessuti
Escrezione Infiammazi
one
Ectoderma
Entoderma
Mesenchima
Mesoderma
Intercellulare
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Malattie
Fasi della matrice
Deposito
D
I
V
I
S
I
O
N
E
B
I
O
L
O
G
I
C
A
Impregnazi
one
Fasi cellulari
Degenerazione
Dediffereziazi
one
Intracellulare
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Alla fine degli anni ‘80 sono stati apportati cambiamenti cruciali alla tavola
esistente. Per comprenderli, dobbiamo rammentare certi aspetti istologici scoperti
e implementati all’epoca. L’aspetto principale era l’aggiunta delle fasi della
matrice al concetto esistente di Reckeweg.
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Il terreno del paziente
• «La bactérie n’est rien, c’est le terrain qui fait tout.»
• “I batteri non sono niente, il terreno è tutto”
Claude Bernard
19° secolo
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Nel 19° secolo, l’istologo francese Claude Bernard sviluppò il concetto di “terreno
interno” o ambiente interno. Il termine era riferito all’ambiente strutturale e
fisiologico, della cellula. La qualità di vita della cellula è strettamente correlata
alla purezza del suo ambiente diretto, essendo questa l’area da cui assume
nutrimento ed energia e in cui deposita i suoi prodotti di scarto.
Persino Louis Pasteur, scopritore dei microrganismi nella medicina moderna,
fece riferimento a Claude Bernard, affermando che un’infezione batterica è per lo
più correlata a una modificazione del terreno interno del paziente piuttosto che
alla presenza di un batterio o altro microrganismo.
I batteri non sono la causa dell’infezione batterica, ma è il terreno interno del
paziente, che è diventato un terreno di coltura, a favorire la proliferazione del
microrganismo. Ecco perché gli antibiotici, da questo punto di vista, non
rappresentano un trattamento causale uguale per tutti i pazienti (terreno
individuale). In un terreno molto buono, un antibiotico può costituire un semplice
trattamento sintomatico per il fatto che non esiste la necessità di somministrarlo.
Gli antibiotici inibiscono direttamente la proliferazione dei batteri. Il trattamento
causale sarebbe quello di bonificare il terreno in modo tale che diventi un
pessimo ambiente riproduttivo per i batteri, la cui proliferazione sarà inibita da
tale privazione. Questo avvantaggia il sistema difensivo che, nello stesso lasso di
tempo, dovrà eliminare un minor numero di aggressori ma, soprattutto, la
presenza di un terreno pulito e depurato ridurrà le eventuali recidive.
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Virchow
Il Sistema di Pischinger
Pischinger
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Il terreno interno di Claude Bernard è un dato istologico. Nella moderna istologia
è oggi denominato Matrice Vivente, ed è composto da diversi livelli o componenti
(extra-, intra-cellulare e intranucleare). La matrice extracellulare (ECM) è un’area
di trasmissione tra tutti i sistemi di regolazione e la cellula. Nervi, capillari, vasi
linfatici, …. terminano o iniziano tutti nella ECM. Nessuno di essi termina od
origina nella cellula. Le interazioni tra i diversi sistemi (sistema nervoso,
circolazione sanguigna, sistema difensivo, struttura di base,…) avvengono
attraverso scambi di mediatori altamente differenziati che governano la ECM. In
questo modo la cellula è direttamente correlata alla matrice extracellulare e la
qualità della funzione e delle strutture dipendono dalla purezza della ECM e dalle
sue qualità di trasmissione.
Per informazioni dettagliate si prega di consultare la lezione ‘IAH AC Matrice
Vivente, Istologia e Fisiologia’.
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© IAH 2007
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La stessa matrice extracellulare è costituita da una rete tridimensionale a maglie
sottili di proteoglicani e glicosaminoglicani (mucopolisaccaridi). Un proteoglicano
è costituito da una molecola di acido ialuronico sulla quale, connessa da proteine
di legame, è fissata la proteina centrale. Orizzontalmente, nella struttura a forma
di albero, sono fissate proteine trasversali che veicolano complessi di zuccheri
(glicosaminoglicani, per es. condroitinsolfato).
Per informazioni più dettagliate sulla struttura della matrice, consultare anche la
lezione ‘IAH AC Matrice Vivente, Istologia e Fisiologia’
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Seconda Tavola delle Omotossicosi
Salute
Fasi umorali
Tessuti
escrezione Infiammazi
one
Ectoderma
Endoderma
Mesenchima
Mesoderma
Intercellulare
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Malattia
Fasi della matrice
Deposito
D
I
V
I
S
I
O
N
E
B
I
O
L
O
G
I
C
A
Impregnazi
one
Fasi cellulari
Degenerazi
Deone
differenzia
zione
Intracellulare
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La ragione principale per cui negli anni ‘80 la matrice fu incorporata nella Tavola
delle Omotossicosi a sei fasi era dovuta al fatto che a quel tempo gli
omotossicologi ritenevano che il deposito di omotossine avvenisse nella matrice.
Ovviamente, oggi questa nozione viene messa in discussione.
In questa versione della tabella è rimasta la classificazione embriologica dei
tessuti (come nella tabella del Dr. Reckeweg) ma le fasi sono state classificate in
3 blocchi di 2 fasi. Da una divisione iniziale della tabella in due blocchi (fasi
umorale e cellulare), la tabella è stata suddivisa in 3 blocchi, integrando la
matrice come un dato istologico (fasi umorale, della matrice e cellulare)
Per maggiore correttezza nella denominazione delle fasi, la “Fase di reazione” è
diventata fase di ‘infiammazione’, dato che la reazione del sistema difensivo è
un’infiammazione nella seconda fase. La “Fase neoplastica” è diventata la “Fase
di De-differenziazione” a causa della caratteristica delle strutture totipotenti della
cellula de-differenziante (l’opposto della differenziazione embriologica delle
cellule)
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Le sei fasi dell‘omotossicosi
• Escrezione: espulsione di prodotti tossici
• Infiammazione: depurazione avviata attivando il sistema
difensivo
• Deposito: accumulo di prodotti tossici nello spazio extracellulare
• Impregnazione: l’effetto principale dell’intossicazione diventa
intracellulare. Inizia l’affezione dei sistemi enzimatici
• Degenerazione: l’intossicazione distrugge la cellula
• Fasi di dedifferenziazione: la cellula si dedifferenzia in una
cellula indifferenziata, si creano le neoplasie
© IAH 2007
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In questa diapositiva sono descritte le caratteristiche principali delle sei fasi della
Tavola. Più avanti esamineremo in maggiore dettaglio le caratteristiche di
ciascuna fase.
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La divisione biologica segnala la
differenza tra intossicazione
extracellulare e intracellulare.
Da un punto di vista organico la
divisione biologica è spesso il punto
di non ritorno.
© IAH 2007
La divisione biologica è la linea immaginaria che divide le fasi di deposito e di
ipregnazione nella precedente Tavola delle Omotossicosi del Dr. Reckeweg. La
sua posizione è centrale nella Tavola delle Omotossicosi ed attraversa le fasi
della matrice. Non è semplicemente una linea di divisione: è simbolica e ha un
enorme valore strategico terapeutico.
Ogni effetto intossicante che attraversa la divisione biologica causa spesso un
danno irreparabile alla cellula. L’omotossina stessa, o il suo effetto, metterà in
pericolo la salute della cellula a causa di un impatto distruttivo sulle strutture
intracellulari e sul nucleo della cellula.
Ecco perché la divisione biologica è la linea di divisione tra le malattie con una
prognosi favorevole e le malattie con una prognosi dubbia, tra la condizione di
relativa integrità e purezza intracellulare e uno stato di intossicazione o di
carenza intracellulare, tra l’inibizione riparabile della funzione e un danno
irreparabile. In via generale, si può affermare che essa rappresenta la linea di
divisione tra patologie acute e patologie croniche.
Quando si oltrepassa la divisione biologica, la terapia dovrà essere
maggiormente approfondita. Dopotutto, le fasi ubicate sulla sinistra della
divisione possono manifestare un recupero completo se il meccanismo difensivo
dell’organismo viene correttamente stimolato e si fa un adeguato drenaggio e
un’idonea disintossicazione. Non solo i sintomi clinici scompariranno, ma il
terreno del paziente concederà minori possibilità a nuove aggressioni e
intossicazioni. Sul lato destro della divisione è interessata la cellula, persino
danneggiata. In questo caso sarà necessario integrare nella strategia terapeutica
i 3 pilastri dell’omotossicologia. Questi 3 pilastri sono: 1. drenaggio e
disintossicazione, 2. immunomodulazione e 3. supporto degli organi e delle
cellule.
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La divisione biologica segnala la
differenza tra intossicazione
extracellulare e intracellulare o il suo
effetto, tra auto regolazione e
compensazione.
Da un punto di vista organico la
divisione biologica è il punto di non
ritorno.
© IAH 2007
Alla destra della divisione biologica, il trattamento si dovrà focalizzare sull’arresto della
disfunzione intracellulare causata dai processi intossicanti creati dalla presenza intracellulare di
omotossine o dalla presenza extracellulare di omotossine aventi effetto intracellulare
destabilizzante (per es. mediante stimolazione della respirazione cellulare, uso di catalizzatori dal
ciclo dell’acido citrico o supporto degli organi con l’adozione di preparazioni composte), sulla
‘purificazione’ dello spazio interstiziale (drenaggio) e sulla compensazione del danno cellulare
permanente dovuto all’intossicazione intracellulare avanzata (per quanto possibile). Oltre a ciò è
spesso necessario attuare interventi terapeutici di immunomodulazione (per es. farmaci che
regolano l’infiammazione) e interventi di drenaggio e disintossicazione (conformi ai 3 pilastri
dell’omotossicologia). Al termine cercheremo di riportare nuovamente l’organismo all’auto
regolazione.
Le fasi che toccano la divisione biologica alla sinistra e alla destra della tavola sono entrambe
caratterizzate da periodi di latenza privi di sintomi, e questo permette alla patologia organismo di
evolvere in maniera progressiva attraverso la divisione. Ecco perché il trattamento delle fasi di
deposito e delle fasi di impregnazione è più difficile per il bioterapeuta, dato che i sintomi non
esprimono sempre la gravità della malattia.
Le opportunità di valutazione terapeutica in queste fasi intermedie sono spesso vaghe,
mascherate da una mancanza di sintomi. Inoltre, il paziente dovrà essere trattato anche quando
non manifesta alcun sintomo clinico, un intervento che alcuni considerano del tutto inutile.
Dopotutto, non ha senso curare qualcuno che sta bene!
Oltre all’attivazione dei meccanismi difensivi a livello dello spazio extracellulare, anche il
drenaggio è un fattore cruciale. Talvolta, i processi infiammatori possono essere persino
incoraggiati allo scopo di accelerare la “purificazione” dei tessuti intossicati. Questa
infiammazione può anche apparire spontaneamente come una sfaccettatura del processo di
guarigione. Questo evento viene denominato “vicariazione regressiva” forzata o spontanea o, nel
senso positivo, una dislocazione dei sintomi.
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H U M O R A L
Skin
Episodes of sweating
P H A S E S
M A T R I X
Inflammation Phases
P H A S E S
C E L L U L A R
Deposition Phases
Impregnation Phases
Degeneration Phases
P H A S E S
Dedifferentiation Phases
Scleroderma
Melanoma
Migraine
Alzheimer’s disease
Gliosarcoma
Sensory System Tears, otorrhea
Conjunctivitis, otitis
media
Chalazion, cholesteatoma
Iridocyclitis, tinnitus
Macular degeneration,
anosmia
Amaurosis, malignant
tumor
Epicondylitis
Exostosis
Chronic rheumatoid
arthritis
Spondylosis
Sarcoma, chondroma
Bronchiectasia,
emphysema
Bronchial carcinoma
Myocardial infarction
Endothelioma
Atrophic gastritis, liver
cirrhosis
Stomach cancer, colon
cancer
Chronic urinary tract
infection
Renal atrophy
Cancer
Joint pains
Respiratory
Tract
Cough, expectoration
Bronchitis, acute
Silicosis, smoker’s lung
Chronic (obstructive)
bronchitis
Cardiovascular
System
Functional heart
complaint
Endocarditis,
Coronary heart disease
pericarditis, myocarditis
Heart failure
Gastrointestinal
System
Heartburn
Gastroenteritis, gastritis Hyperplastic gastritis
Chronic gastritis,
malabsorption
Urogenital
System
Polyuria
Urinary tract infection
Bladder stones, kidney
stones
Blood
Reticulocytosis
Leucocytosis,
suppuration
Polycythaemia,
thrombocytosis
Lymph System
Lymphedema
Lymphangitis, tonsillitis, Lymph-node swelling
lymphadenitis
Metabolism
Electrolyte shift
Lipid metabolism
disturbance
Gout, obesity
Hormone
System
Globus sensation
Thyroiditis
Goitre, adenoma
Immune System
Susceptibility to infection
Weak immune system,
acute infection
Weak reactions
Aggregation disturbance Anemia,
thrombocytopenia
Leukemia
Insufficiency of the
lymph system
Fibrosis
Lymphoma, Hodgkin-/ nonHodgkin-lymphoma
Metabolic syndrome
Diabetes mellitus
Slow reactions
Hyperthyroidism,
glucose intolerance
Menopausal symptoms
Thyroid cancer
AIDS
Slow reactions
Fixation*
Reactive depressive
syndromes,
hyperkinetic syndrome
Psychosomatic
manifestation, neuroses,
phobias, neurotic
depression
O
L
Chronic Forms*
Deficits*
Decoupling*
Endogenous
depression, psychosis,
anxiety neurosis,
organic
psychosyndrome
Schizophrenic defective
states, mental
deficiency
Mania, catatonia
© 2000 by Biologische Heilmittel Heel GmbH
Reaction*
Functional psychological
disturbance,
“nervousness“
O
Alteration*
Autoimmune disease,
immunodeficiency,
chronic infections
B I
Psyche
G
I
C A L
I
Locomotor
System
S
Allergy
Cerebrosclerosis
V I
Naevi
Meningitis
D I
Acne
Nervous system Difficulty concentrating
N
Excretion Phases
O
Organ system
*Phase nomenclature in
psychology.
© IAH 2007
25
L’organismo gestisce le omotossine in 6 modi diversi. Il Dr. H.-H. Reckeweg classificò le
omotossicosi (malattie) in questa struttura dinamica, cioè la Tavola delle sei fasi delle
Omotossicosi, come da lui definita. Nel tempo, una malattia può evolvere dalla fase di escrezione
attraverso la fase di infiammazione (precedentemente chiamata fase di reazione) fino alla fase di
deposito. Successivamente, si osserva un’evoluzione dalla fase di impregnazione, attraverso la
fase di degenerazione, fino alla fase di dedifferenziazione (precedentemente chiamata fase
neoplastica). L’organismo può saltare determinate fasi, cioè l’evoluzione può avvenire senza che
si manifestino i sintomi di dette fasi.
Il sistema della Tavola delle Omotossicosi consente non solo di comprendere la gravità di una
malattia (livello di intossicazione e reazione dell’organismo a questa intossicazione), ma anche di
stilare previsioni terapeutiche (prognosi).
La Tavola delle Omotossicosi fornisce al medico una chiara classificazione delle malattie e gli
permette di interpretare correttamente qualsiasi variazione dei sintomi. Oltre al suo valore come
strumento di valutazione o accertamento per il terapeuta, è altresì di fondamentale importanza per
elaborare le effettive preparazioni omotossicologiche (gran parte dei prodotti sono direttamente
correlati a determinati stati dell’organismo) allo scopo di stimolare un’evoluzione favorevole nel più
breve tempo possibile.
Le sei fasi in questione sono assegnate a tre gruppi di due (fasi umorali, della matrice e cellulari),
che sono divise a metà, tra le due fasi della matrice, dalla divisione biologica. Quando si
oltrepassa questa divisione, significa che le omotossine o i loro effetti stanno evolvendo da
extracellulari a intracellulari; in altri termini, le omotossine che si trovavano inizialmente all’esterno
della cellula possono passare all’interno della cellula oppure l’omotossina si trova fisicamente
all’esterno della cellula ma l’effetto intossicante si verifica principalmente nella cellula.
25
H U M O R A L
Skin
Episodes of sweating
P H A S E S
M A T R I X
Inflammation Phases
P H A S E S
C E L L U L A R
Deposition Phases
Impregnation Phases
Degeneration Phases
P H A S E S
Dedifferentiation Phases
Scleroderma
Melanoma
Migraine
Alzheimer’s disease
Gliosarcoma
Sensory System Tears, otorrhea
Conjunctivitis, otitis
media
Chalazion, cholesteatoma
Iridocyclitis, tinnitus
Macular degeneration,
anosmia
Amaurosis, malignant
tumor
Epicondylitis
Exostosis
Chronic rheumatoid
arthritis
Spondylosis
Sarcoma, chondroma
Bronchiectasia,
emphysema
Bronchial carcinoma
Myocardial infarction
Endothelioma
Atrophic gastritis, liver
cirrhosis
Stomach cancer, colon
cancer
Chronic urinary tract
infection
Renal atrophy
Cancer
Joint pains
Respiratory
Tract
Cough, expectoration
Bronchitis, acute
Silicosis, smoker’s lung
Chronic (obstructive)
bronchitis
Cardiovascular
System
Functional heart
complaint
Endocarditis,
Coronary heart disease
pericarditis, myocarditis
Heart failure
Gastrointestinal
System
Heartburn
Gastroenteritis, gastritis Hyperplastic gastritis
Chronic gastritis,
malabsorption
Urogenital
System
Polyuria
Urinary tract infection
Bladder stones, kidney
stones
Blood
Reticulocytosis
Leucocytosis,
suppuration
Polycythaemia,
thrombocytosis
Lymph System
Lymphedema
Lymphangitis, tonsillitis, Lymph-node swelling
lymphadenitis
Metabolism
Electrolyte shift
Lipid metabolism
disturbance
Gout, obesity
Hormone
System
Globus sensation
Thyroiditis
Goitre, adenoma
Immune System
Susceptibility to infection
Weak immune system,
acute infection
Weak reactions
Aggregation disturbance Anemia,
thrombocytopenia
Leukemia
Insufficiency of the
lymph system
Fibrosis
Lymphoma, Hodgkin-/ nonHodgkin-lymphoma
Metabolic syndrome
Diabetes mellitus
Slow reactions
Hyperthyroidism,
glucose intolerance
Menopausal symptoms
Thyroid cancer
AIDS
Slow reactions
Fixation*
Reactive depressive
syndromes,
hyperkinetic syndrome
Psychosomatic
manifestation, neuroses,
phobias, neurotic
depression
O
L
Chronic Forms*
Deficits*
Decoupling*
Endogenous
depression, psychosis,
anxiety neurosis,
organic
psychosyndrome
Schizophrenic defective
states, mental
deficiency
Mania, catatonia
© 2000 by Biologische Heilmittel Heel GmbH
Reaction*
Functional psychological
disturbance,
“nervousness“
O
Alteration*
Autoimmune disease,
immunodeficiency,
chronic infections
B I
Psyche
G
I
C A L
I
Locomotor
System
S
Allergy
Cerebrosclerosis
V I
Naevi
Meningitis
D I
Acne
Nervous system Difficulty concentrating
N
Excretion Phases
O
Organ system
*Phase nomenclature in
psychology.
© IAH 2007
26
Le fasi umorali sono la fase di escrezione e la fase di infiammazione. Esse sono
caratterizzate da ripetuti tentativi del corpo di ottenere una disintossicazione
spontanea (eliminazione). Le strutture intracellulari rimangono sempre intatte,
sebbene vedremo come numerose cellule possano andare perdute nel processo
infiammatorio, ma successivamente rimpiazzate da cellule integre e sane. Si
osserva una tendenza spontanea al miglioramento. Ciò significa che se si
impedisce un’ulteriore intossicazione portando il paziente a una condizione che
favorisce l’eliminazione (ad es. assoluto riposo) la malattia può scomparire, a
patto che non sussistano ostacoli meccanici (per es. seno ostruito in caso di
sinusite). La prognosi delle malattie nelle fasi umorali è generalmente favorevole
e il processo di recupero può essere significativamente accelerato con un
trattamento a base di preparazioni omotossicologiche, con un trascurabile rischio
di effetti collaterali.
26
H U M O R A L
Organ system
Excretion Phases
Skin
Episodes of sweating
P H A S E S
M A T R I X
Inflammation Phases
P H A S E S
C E L L U L A R
Deposition Phases
Impregnation Phases
Degeneration Phases
P H A S E S
Dedifferentiation Phases
Allergy
Scleroderma
Melanoma
Cerebrosclerosis
Migraine
Alzheimer’s disease
Gliosarcoma
Sensory System Tears, otorrhea
Macular degeneration,
anosmia
Amaurosis, malignant
tumor
Spondylosis
Sarcoma, chondroma
Bronchiectasia,
emphysema
Bronchial carcinoma
Chalazion, cholesteatoma
Iridocyclitis, tinnitus
Locomotor
System
Joint pains
Epicondylitis
Exostosis
Chronic rheumatoid
arthritis
Respiratory
Tract
Cough, expectoration
Bronchitis, acute
Silicosis, smoker’s lung
Cardiovascular
System
Functional heart
complaint
Endocarditis,
Coronary heart disease
pericarditis, myocarditis
Gastrointestinal
System
Heartburn
Gastroenteritis, gastritis Hyperplastic gastritis
Urogenital
System
Polyuria
Urinary tract infection
Bladder stones, kidney
stones
Blood
Reticulocytosis
Leucocytosis,
suppuration
Polycythaemia,
thrombocytosis
Lymph System
Lymphedema
Lymphangitis, tonsillitis, Lymph-node swelling
lymphadenitis
Metabolism
Electrolyte shift
Lipid metabolism
disturbance
Hormone
System
Globus sensation
Thyroiditis
Goitre, adenoma
Immune System
Susceptibility to infection
Weak immune system,
acute infection
Weak reactions
Alteration*
Reaction*
Fixation*
Functional psychological
disturbance,
“nervousness“
Reactive depressive
syndromes,
hyperkinetic syndrome
Psychosomatic
manifestation, neuroses,
phobias, neurotic
depression
S
V I
Heart failure
Myocardial infarction
Endothelioma
Chronic gastritis,
malabsorption
Atrophic gastritis, liver
cirrhosis
Stomach cancer, colon
cancer
Chronic urinary tract
infection
Renal atrophy
Cancer
Leukemia
Fibrosis
Lymphoma, Hodgkin-/ nonHodgkin-lymphoma
Metabolic syndrome
Diabetes mellitus
Slow reactions
Hyperthyroidism,
glucose intolerance
Menopausal symptoms
Thyroid cancer
Autoimmune disease,
immunodeficiency,
chronic infections
AIDS
Slow reactions
Chronic Forms*
Deficits*
Decoupling*
Endogenous
depression, psychosis,
anxiety neurosis,
organic
psychosyndrome
Schizophrenic defective
states, mental
deficiency
Mania, catatonia
I
Insufficiency of the
lymph system
O
Aggregation disturbance Anemia,
thrombocytopenia
B I
C A L
Chronic (obstructive)
bronchitis
D I
I
Conjunctivitis, otitis
media
N
Naevi
Meningitis
O
Acne
Nervous system Difficulty concentrating
G
O
L
© 2000 by Biologische Heilmittel Heel GmbH
Psyche
Gout, obesity
*Phase nomenclature in
psychology.
© IAH 2007
27
Le fasi della matrice sono la fase di deposito e la fase di impregnazione. In queste fasi, le malattie
si sviluppano a livello della sostanza fondamentale, il sistema di bioregolazione basale (BBRS) o il
cosiddetto spazio di Pischinger o Sistema di Regolazione di Base secondo Pischinger. Tutti questi
termini sono sinonimi.
Le fasi della matrice sono cruciali nell’anamnesi del paziente dato che è proprio in queste fasi che
si verifica il passaggio effettivo dalla presenza o dall’effetto dell’omotossina extracellulare a quello
intracellulare. L’importanza di un sistema di bioregolazione basale correttamente funzionante, cioè
non intossicato, è fondamentale per la protezione del corpo contro le malattie degenerative
croniche.
Le fasi cellulari sono costituite dalle fasi di degenerazione e neoplastica o di dedifferenziazione che
si trovano a destra della divisione biologica. Questo significa che l’intossicazione è avvenuta non
solo tra le cellule ma anche all’interno delle cellule oppure che l’intossicazione extracellulare ha
effetti intracellulari. Lentamente, ma con certezza, le funzioni della cellula vengono inibite fino al
punto della distruzione. I meccanismi di autoregolazione falliscono e il corpo cerca di compensarli.
La pulizia cellulare tramite apoptosi e/o l’attività dei grandi linfociti granulari (LGL), delle cellule
natural Killer (cellule NK) e delle cellule citotossiche (cellule cT), è insoddisfacente.
Il principio basilare delle fasi cellulari è la condensazione o il deposito di omotossine nella cellula.
Come summenzionato, può trattarsi della presenza di un’omotossina intracellulare o della presenza
di un’omotossina extracellulare avente effetto intracellulare. Già il disturbo del normale passaggio di
mediatori verso la cellula potrebbe causare una disfunzione intracellulare. Pertanto,
l’intossicazione dell’ambiente cellulare ed una inadeguata ossigenazione della cellula stessa
possono causare morte cellulare o disfunzione cellulare. Le strutture intracellulari possono essere
irrimediabilmente danneggiate. Si osserva una tendenza spontanea al peggioramento dei sintomi
(se non si somministra un trattamento la condizione del paziente peggiorerà - per esempio, un
paziente affetto da artrosi che ha smesso di muoversi e non riceve alcun sostegno terapeutico) e la
prognosi è generalmente infausta. Persino nel caso di un completo drenaggio (per quanto sia
possibile) delle omotossine, il paziente rimale malato a livello latente. Il danno intracellulare
continua ad esistere, anche se un paziente non manifesta più sintomi clinici.
27
H U M O R A L
P H A S E S
M A T R I X
Inflammation Phases
Skin
Episodes of sweating
P H A S E S
Deposition Phases
Impregnation Phases
C E L L U L A R
Degeneration Phases
P H A S E S
Dedifferentiation Phases
Acne
Naevi
Allergy
Scleroderma
Melanoma
Nervous system Difficulty concentrating
Meningitis
Cerebrosclerosis
Migraine
Alzheimer’s disease
Gliosarcoma
Sensory System Tears, otorrhea
Conjunctivitis, otitis
media
Chalazion, cholesteatoma
N
Excretion Phases
Iridocyclitis, tinnitus
Macular degeneration,
anosmia
Amaurosis, malignant
tumor
O
Organ system
Chronic rheumatoid
arthritis
Spondylosis
Sarcoma, chondroma
Chronic (obstructive)
bronchitis
Bronchiectasia,
emphysema
Bronchial carcinoma
Heart failure
Myocardial infarction
Endothelioma
Chronic gastritis,
malabsorption
Atrophic gastritis, liver
cirrhosis
Stomach cancer, colon
cancer
Chronic urinary tract
infection
Renal atrophy
Cancer
Joint pains
Epicondylitis
Exostosis
Respiratory
Tract
Cough, expectoration
Bronchitis, acute
Silicosis, smoker’s lung
Cardiovascular
System
Functional heart
complaint
Endocarditis,
Coronary heart disease
pericarditis, myocarditis
Gastrointestinal
System
Heartburn
Gastroenteritis, gastritis Hyperplastic gastritis
Urogenital
System
Polyuria
Urinary tract infection
Bladder stones, kidney
stones
Blood
Reticulocytosis
Leucocytosis,
suppuration
Polycythaemia,
thrombocytosis
Lymph System
Lymphedema
Lymphangitis, tonsillitis, Lymph-node swelling
lymphadenitis
Metabolism
Electrolyte shift
Lipid metabolism
disturbance
Leukemia
Insufficiency of the
lymph system
Fibrosis
Lymphoma, Hodgkin-/ nonHodgkin-lymphoma
Metabolic syndrome
Diabetes mellitus
Slow reactions
Hyperthyroidism,
glucose intolerance
Menopausal symptoms
Thyroid cancer
AIDS
Slow reactions
O
Autoimmune disease,
immunodeficiency,
chronic infections
Chronic Forms*
Deficits*
Decoupling*
Endogenous
depression, psychosis,
anxiety neurosis,
organic
psychosyndrome
Schizophrenic defective
states, mental
deficiency
Mania, catatonia
I
Aggregation disturbance Anemia,
thrombocytopenia
B I
C A L
D I
V
I
S
I
Locomotor
System
Globus sensation
Thyroiditis
Goitre, adenoma
Immune System
Susceptibility to infection
Weak immune system,
acute infection
Weak reactions
Alteration*
Reaction*
Fixation*
Functional psychological
disturbance,
“nervousness“
Reactive depressive
syndromes,
hyperkinetic syndrome
Psychosomatic
manifestation, neuroses,
phobias, neurotic
depression
Psyche
L
Hormone
System
O
G
Gout, obesity
*Phase nomenclature in
psychology.
© IAH 2007
28
Da un punto di vista omotossicologico, i sintomi del paziente possono essere
interamente alleviati, ma spesso il paziente non può essere del tutto curato. Il
danno intracellulare e la morte cellulare sono irreversibili, la cicatrizzazione
conseguente alla lesione rimarrà per sempre. Soprattutto, ogni nuova importante
intossicazione dell’area o dell’organo interessato accelererà la creazione di una
nuova fase cellulare progressiva. È altamente probabile che un paziente affetto
da artrosi continui a rimanerlo a livello cellulare, persino se non manifesta più
sintomi, dimostra una migliore mobilità, ecc. Possiamo migliorare drasticamente
la sua condizione, ma a livello cellulare permarranno le testimonianze di quella
degenerazione.
A parte le patologie mentali, questa tavola fornisce una classificazione
omotossicologica sorprendentemente semplice delle malattie. La nuova tavola si
differenzia per quanto concerne i vari organi e sistemi organici. Essa include
anche le malattie psicologiche, come già effettuato per la prima volta
dall’internista e omotossicologo italiano Dr. Ivo Bianchi.
La tavola fornisce diversi esempi di omotossicosi per ‘quadrante’. Classificare
tutte le migliaia di malattie in questa tavola, con questo carattere tipografico,
genererebbe probabilmente una Tavola delle Omotossicosi grande quanto un
campo da tennis. La tavola doveva essere un aiuto per il ragionamento, non
un’enciclopedia. Le malattie possono essere collocate correttamente nella tavola
per analogia. La tavola non contiene alcun sintomo perché è possibile che lo
stesso sintomo si manifesti in malattie diverse. Per esempio, il dolore può essere
parte integrante di una fase infiammatoria (per es. nell’artrite), una fase di
deposito (per es. formazione di calcoli), una fase di impregnazione (per es.
angina pectoris), una fase di degenerazione (per es. artrosi) o una fase di dedifferenziazione (per es. cancro dell’intestino).
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H U M O R A L
P H A S E S
M A T R I X
Inflammation Phases
Skin
Episodes of sweating
P H A S E S
Deposition Phases
Impregnation Phases
C E L L U L A R
Degeneration Phases
P H A S E S
Dedifferentiation Phases
Acne
Naevi
Allergy
Scleroderma
Melanoma
Nervous system Difficulty concentrating
Meningitis
Cerebrosclerosis
Migraine
Alzheimer’s disease
Gliosarcoma
Sensory System Tears, otorrhea
Conjunctivitis, otitis
media
Chalazion, cholesteatoma
N
Excretion Phases
Iridocyclitis, tinnitus
Macular degeneration,
anosmia
Amaurosis, malignant
tumor
O
Organ system
Chronic rheumatoid
arthritis
Spondylosis
Sarcoma, chondroma
Chronic (obstructive)
bronchitis
Bronchiectasia,
emphysema
Bronchial carcinoma
Heart failure
Myocardial infarction
Endothelioma
Chronic gastritis,
malabsorption
Atrophic gastritis, liver
cirrhosis
Stomach cancer, colon
cancer
Chronic urinary tract
infection
Renal atrophy
Cancer
Joint pains
Epicondylitis
Exostosis
Respiratory
Tract
Cough, expectoration
Bronchitis, acute
Silicosis, smoker’s lung
Cardiovascular
System
Functional heart
complaint
Endocarditis,
Coronary heart disease
pericarditis, myocarditis
Gastrointestinal
System
Heartburn
Gastroenteritis, gastritis Hyperplastic gastritis
Urogenital
System
Polyuria
Urinary tract infection
Bladder stones, kidney
stones
Blood
Reticulocytosis
Leucocytosis,
suppuration
Polycythaemia,
thrombocytosis
Lymph System
Lymphedema
Lymphangitis, tonsillitis, Lymph-node swelling
lymphadenitis
Metabolism
Electrolyte shift
Lipid metabolism
disturbance
Leukemia
Insufficiency of the
lymph system
Fibrosis
Lymphoma, Hodgkin-/ nonHodgkin-lymphoma
Metabolic syndrome
Diabetes mellitus
Slow reactions
Hyperthyroidism,
glucose intolerance
Menopausal symptoms
Thyroid cancer
AIDS
Slow reactions
O
Autoimmune disease,
immunodeficiency,
chronic infections
Chronic Forms*
Deficits*
Decoupling*
Endogenous
depression, psychosis,
anxiety neurosis,
organic
psychosyndrome
Schizophrenic defective
states, mental
deficiency
Mania, catatonia
I
Aggregation disturbance Anemia,
thrombocytopenia
B I
C A L
D I
V
I
S
I
Locomotor
System
Globus sensation
Thyroiditis
Goitre, adenoma
Immune System
Susceptibility to infection
Weak immune system,
acute infection
Weak reactions
Alteration*
Reaction*
Fixation*
Functional psychological
disturbance,
“nervousness“
Reactive depressive
syndromes,
hyperkinetic syndrome
Psychosomatic
manifestation, neuroses,
phobias, neurotic
depression
Psyche
L
Hormone
System
O
G
Gout, obesity
*Phase nomenclature in
psychology.
© IAH 2007
29
Con la descrizione del sistema di regolazione di base del Prof. Alfred Pischinger
l’importanza dello spazio extracellulare divenne evidente. Ecco perché è stato
inserito nella Tavola delle Omotossicosi. Dato che il deposito e l’impregnazione
delle tossine o i loro effetti sulla cellula, anche a distanza, hanno entrambi a che
fare con la localizzazione delle omotossine (presenti nella ECM), entrambe le fasi
sono state denominate fasi della matrice.
La disregolazione della matrice ha un effetto diretto sulla matrice intracellulare e
intranucleare. Se i meccanismi di riparazione e i meccanismi di regolazione non
riescono più a compensare l’effetto delle tossine nella matrice, le malattie si
manifestano a livello cellulare. Ecco perché le malattie che interessano solo gli
enzimi di regolazione e causano il deposito nella matrice extracellulare vengono
denominate rispettivamente fasi di deposito e fasi di impregnazione.
In questo modo sono stati creati 3 blocchi di 2 fasi ciascuno invece dei 2 blocchi
di 3 fasi, come era nella Tavola delle Omotossicosi originale del Dr. Reckeweg.
Per ulteriori informazioni sullo studio della ECM vedere IAH AC Istologia e
Fisiologia della Matrice.
29
Tavola delle
Sequenze
Patologiche
Anno 2007
© IAH 2007
30
Nella versione del 1990 della Tavola delle Omotossicosi, i diversi tessuti non
erano denominati in base alla loro origine embrionale. I nomi dei tessuti si
riferivano alla nomenclatura utilizzata nella medicina moderna. L’importanza
dell’origine embrionale del tessuto è andata così perduta. Sussisteva una forte
necessità di abbinare la precisione dell’origine embrionale e la terminologia
moderna, come utilizzata nella pratica quotidiana. Ecco perché, nel 2006, gli
esperti di omotossicologica hanno elaborato questa nuova Tavola delle
Omotossicosi, ora chiamata Tavola delle Sequenze Patologiche. Si osservano
numerosi cambiamenti rispetto alle prime tavole. Anche gli esempi delle malattie
presenti nella tavola sono stati aggiornati.
La presente tavola include o classifica nuovamente i tessuti in base alla loro
origine embrionale, facendo riferimento alle più plausibili vicariazioni nello stesso
strato embriologico. Il principio delle sei fasi rimane identico, sebbene sia stata
aggiunta una colorazione per simboleggiare dal bianco al nero la purezza di un
organo escretore e la prognosi infausta della morte cellulare e della dedifferenziazione. Contrariamente alla tavola originale del Dr. Reckeweg, il
mesenchima è classificato sotto il mesoderma dato che quella è la sua origine
embriologica. Da un punto di vista istologico, ciò è assolutamente corretto.
In Base all’approccio omeopatico e al riferimento alla materia medica, la ‘mente’
è in cima alla tabella e non più in fondo.
30
Strato Ectodermico
© IAH 2007
31
Innanzitutto, notiamo che la classificazione umorale, della matrice e cellulare,
nella parte superiore della tabella è scomparsa. Questo per affermare
chiaramente che la tabella non vuole in alcun modo fare riferimento alla
posizione topografica dell’omotossina nel corpo, bensì al posizionamento del suo
effetto principale e alla reazione del corpo a tale effetto. Dato che molte fasi
sfumano l’una nell’altra, come anche i livelli della Matrice Vivente si
compenetrano l’uno nell’altro, ogni riferimento a una posizione topografica della
omotossina potrebbe portare a false conclusioni dato che una malattia potrebbe
manifestarsi a causa dell’effetto di un’omotossina ben lontano dal luogo in cui è
ubicata l’omotossina stessa.
I principali tessuti che originano dallo strato ectodermico sono la cute, le vie
respiratorie superiori, il sistema nervoso, l’occhio e il sistema nervoso autonomo.
Le malattie correlate a questi tessuti si troveranno in questa parte della Tavola
delle Omotossicosi.
31
Strato Endodermico
© IAH 2007
32
I tessuti endodermici sono rappresentati dalle basse vie respiratorie, dal tratto
intestinale e dal tratto urogenitale (non i reni). Oltre a questi tessuti troviamo
anche i tessuti esocrini (sessuale, digerente e respiratorio) e il sistema endocrino
con le sue ghiandole. Le malattie correlate a questi tessuti si troveranno in
questa parte della Tavola delle Omotossicosi.
32
Strato Mesodermico
© IAH 2007
33
La parte più ampia della tabella è riservata ai tessuti più profondi. Come prima
citato, e in contrasto con la classificazione del Dr. Reckeweg, il mesenchima
(vecchio nome del tessuto connettivo) appartiene allo strato mesodermico. I
tessuti che originano dallo strato mesodermico sono: il tessuto connettivo, il
tessuto osseo, il sangue, il sistema cardiovascolare, il sistema linfatico, le
articolazioni (struttura intrarticolare), i reni, il tessuto sieroso, i tessuti germinali
(entrambi i sessi) e i muscoli.
Le malattie correlate a questi tessuti si troveranno in questa parte della Tavola
delle Omotossicosi.
33
Ev
ol
u
zio
ne
© IAH 2007
de
lla
m
a la
tti
a
34
Il Dr. H.-H. Reckeweg conosceva bene l’omeopatia tradizionale. Una delle pietre
miliari nell’insegnamento di questa forma di medicina è la Legge di Hering.
Questa legge afferma che una malattia che evolve verso il recupero della salute
lo farà dall’interno verso l’esterno, dagli organi vitali a quelli meno vitali, dal torso
alle estremità (in senso centrifugo). Una malattia che viene soppressa o diventa
cronica tende a muoversi verso i tessuti (organi) più profondi (in senso
centripeto).
Il Dr. Reckeweg incorporò questa legge, questa idea, nella sua omotossicologia,
come definito nella Tavola delle Omotossicosi. Egli chiamò la dislocazione dei
sintomi “vicariazione”. Oggi il termine vicariazione è abbandonato a causa della
sua origine etimologica. L’ex-terminologia “vicariazione progressiva” è oggi
denominata “evoluzione della malattia’. L’evoluzione della malattia definisce ciò
che realmente è: uno spostamento degli accenti dell’intossicazione da sinistra a
destra e dall’alto al basso della tavola.
34
Ev
ol
u
zio
ne
© IAH 2007
de
lla
m
a la
tti
a
35
Evoluzione della malattia
La progressione di una malattia nel tempo, con uno spostamento da una fase a sinistra a una
fase a destra della Tavola delle Omotossicosi, prende il nome di evoluzione della malattia. Per il
paziente, questo significa un peggioramento della situazione, dato che le omotossine tendono
verso una fase di deposito, possibilmente da extracellulare a intracellulare, invece di essere
processate ed eliminate. Anche in questo caso vogliamo sottolineare che non è cruciale la
posizione topografica dell’omotossina, ma il suo effetto. In una evoluzione della malattia, gli effetti
dell’intossicazione si muoveranno da sinistra a destra e dall’alto verso il basso nella tavola.
L’evoluzione della malattia induce condizioni croniche. Dietro questa evoluzione si trova spesso
un trattamento soppressivo. Quando una condizione acuta viene trattata in maniera soppressiva,
le omotossine potrebbero condensarsi nella, o legarsi alla, matrice extracellulare. Dopo un certo
periodo di tempo, le tossine potrebbero disturbare i processi di regolazione interattivi a livello della
ECM, penetrare nella cellula o disturbare la funzione della cellula dall’esterno e interferire con la
comunicazione cellula-matrice o cellula-cellula, causando una malattia cellulare e persino una
genotossicità che provoca il cancro.
Se, per esempio, un eczema viene soppresso (per es. utilizzando localmente una pomata a base
di corticosteroidi), le omotossine che causano l’eczema – l’eczema è la difesa biologica contro le
omotossine espresse a livello cutaneo – saranno veicolate dall’organismo in un canale di
eliminazione alternativo. Questo può essere rappresentato dal sistema della regolazione di base
BBRS, circolazione sanguigna o sistema linfatico. Se queste omotossine vengono depositate
nelle cellule bronchiali con l’intenzione di eliminarle attraverso le vie respiratorie, esse potranno
influenzare il sistema respiratorio e, per esempio, causare un’asma bronchiale.
L’evoluzione della malattia può durare decenni. Ciò significa che tra due fasi della malattia
possiamo registrare anni di salute apparente. Ecco perché le fasi di deposito passano quasi
sempre inosservate.
Numerose malattie apparentemente innocue, quali influenza, malattie virali infantili, herpes
labiale, ecc., sono più gravi in termini omotossicologici rispetto alle malattie infiammatorie acute,
apparentemente gravi, della medicina tradizionale, quali artrite, nefrite o infiammazione purulenta
della vescica. Il primo gruppo, infatti, è virale e quindi attraversa immediatamente la parete
cellulare, causando una intossicazione intracellulare che comporta un rischio molto reale di danno
cellulare irreparabile. Il secondo gruppo include tutte le fasi della infiammazione, che possono
essere associate a dolore e che sembrano più gravi ma in cui l’intossicazione è tra le cellule. Le
strutture intracellulari non corrono pericolo di lesioni, a meno che subentrino complicazioni.
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La suddetta comparazione dimostra chiaramente la necessità di un diverso
atteggiamento se il risultato deve essere una corretta valutazione
omotossicologica della gravità della malattia. Non dobbiamo semplicemente
concentrarci sulle lamentele soggettive del paziente, ma dobbiamo anche
determinare la sua posizione nella Tavola delle Sequenze Patologiche e, cosa
ancora più importante, fino a che punto tale malattia si sposterà sulla destra o
sulla sinistra della tavola.
La soppressione dei meccanismi biologici di difesa, per es. la febbre nel caso
dell’infezione virale, è accettabile solo se la situazione sembra davvero sfuggire
di mano. La soppressione non dovrebbe mai essere la risposta ai primi sintomi.
Questo tipo di approccio terapeutico non è mai raccomandato in termini di
prevenzione. La possibile complicazione batterica di una rinite virale
raramentemerita un antibiotico ad ampio spettro. Ciononostante, numerosi medici
generici prescrivono questi farmaci come prassi. In termini omotossicologici, è
una catastrofe!
Se riserviamo i trattamenti di soppressione dei sintomi (antibiotici, corticosteroidi,
antipiretici, etc.) per situazioni potenzialmente fatali, essi potranno agire in
maniera ottimale in quelle date occasioni. Se invece avremo già massicciamente
utilizzato questi farmaci in un paziente, essi non manifesteranno più la loro
efficacia nel caso di una grave patologia e sarà quindi necessario aumentarne
considerevolmente la dose (tossica).
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Le malattie che si spostano da destra a sinistra sulla Tavola delle Sequenze Patologiche,
prendono il nome di evoluzioni della salute. La dicitura precedentemente adottata era
“vicariazione regressiva”. Questa terminologia è stata eliminata a causa dell’origine etimologica
che non descrive nulla di ciò che realmente accade nel corpo. Le evoluzioni della salute si
osservano in un corpo “in guarigione” e hanno solo uno scopo: l’eliminazione.
Il paziente di cui sopra, affetto da asma bronchiale, che dopo un certo periodo non presenta più
questi attacchi ma sviluppa un eczema, è in una fase di evoluzione della salute. Le omotossine
stanno evolvendo dai tessuti più profondi alla superficie. L’omotossicologo cercherà di trattare
l’eczema con misure bioterapeutiche, cosicché i meccanismi difensivi della MEC saranno
localmente incoraggiati, rendendo innocue le omotossine ed eliminandole.
L’evoluzione della salute non è sempre più piacevole della condizione esistente del paziente.
L’artrite è più dolorosa dell’artrosi, l’eczema è visibile, l’asma non è sempre apparente, la diarrea
che consegue una stipsi cronica può essere una benedizione in termini omotossicologici, ma un
inferno per il paziente.
È quindi essenziale fornire al paziente un adeguato supporto, motivarlo e spiegargli perché le fasi
di reazione ed eliminazione sono così importanti. In qualunque caso, il trattamento soppressivo
dei sintomi riconducibili alla evoluzione della salute è assolutamente controindicato per le ragioni
già illustrate. Dobbiamo sostenere bioterapeuticamente i meccanismi corporei e non cercare di
controllarli. In quest’ultimo caso potrebbe significare che intendiamo agire contro gli stessi
meccanismi difensivi del corpo, un intervento che deve essere a ogni costo evitato.
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Come classificare le malattie nella
Tavola delle Sequenze Patologiche?
Albero decisionale
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In questa parte della lezione analizzeremo in dettaglio le caratteristiche di
ciascuna fase. Al termine verrà illustrato un albero decisionale mediante il quale,
con semplici domande, sarà selezionata la corretta fase dell’attuale malattia.
Dato che la terapia antiomotossica dipende dalla fase in cui si trova il paziente, è
indispensabile una corretta classificazione delle malattie da parte dello studente.
38
• La Tavola delle Sequenze
Patologiche è una classificazione
omotossicologica dinamica delle
malattie. Le sei fasi si riferiscono
al modo in cui l’organismo
gestisce i diversi tessuti in
presenza di omotossine.
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La principale caratteristica della Tavola delle Sequenze Patologiche è che prende
in esame l’aspetto dinamico di una malattia. La stessa omotossina, evolvendo nel
tempo, può creare malattie in fasi diverse. Per valutare oggi il nostro paziente
dobbiamo essere in grado di analizzare le evoluzioni della malattia nel passato
(anamnesi del paziente) e le evoluzioni della malattia che potrebbero
probabilmente conseguire (approccio profilattico).
La reazione del corpo in presenza di omotossine determina la fase in cui si trova
la malattia del paziente. Pertanto, il parametro principale non è rappresentato
dalla stessa omotossina ma dal modo in cui l’organismo la gestisce.
39
Fasi di escrezione
• L’organismo è in una condizione
di iperescrezione, senza alcuna
mobilizzazione delle difese.
• Oltre a una maggiore escrezione
non si osserva alcun segno clinico
di malattia
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Le fasi di escrezione coprono tutte le ipersecrezioni (endocrine) e le
iperescrezioni del paziente nei suoi diversi organi e tessuti. Dato che queste
secrezioni ed escrezioni risultano aumentate rispetto ai normali standard,
dovrebbero essere considerate come un primo stato di malattia. Ovviamente la
presenza di omotossine è un pericolo ed è quindi necessaria la loro eliminazione
e la disintossicazione; tuttavia, in condizioni normali, gli organi disintossicanti e i
sistemi di escrezione elimineranno queste omotossine senza evidenziare alcun
sintomo clinico.
Sebbene sia presente una carico tossico riconducibile al normale stile di vita, il
corpo la gestisce senza causare alcuna manifestazione di difesa. Pertanto,
l’eliminazione delle tossine avviene grazie a un normale incremento dei processi
di escrezione e il paziente non manifesta nessun’altro disturbo clinico.
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Fase di infiammazione
• Mobilizzazione delle difese
• Il processo infiammatorio è una
depurazione della ECM
• -ite
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Quando le omotossine si sono accumulate a livello della ECM, le difese vengono
mobilizzate per contrastare questo stato di intossicazione. Una manifestazione
locale di tali difese è denominata ‘infiammazione’, ed ecco perché nelle
infiammazioni acute il paziente si trova in una fase infiammatoria. Tutte le
infiammazioni acute sono classificate in questa fase.
È importante considerare questa infiammazione come un tentativo compiuto
dall’organismo per eliminare le tossine. La fagocitosi può essere considerata
come il primo stadio della disintossicazione.
Potrebbero essere presenti tutte le caratteristiche dell’infiammazione: gonfiore,
arrossamento, dolore, aumento della temperatura e perdita del tessuto colpito.
L’infiammazione dovrebbe essere considerata come una ‘turbo-depurazione’
della matrice. La cellula non è coinvolta, sebbene i processi infiammatori
possano danneggiare la cellula (per es. radicali liberi rilasciati da neutrofili
stressati).
41
Fase di deposito
• Le omotossine sono
immagazzinate nella ECM
• Nessun sintomo clinico grave,
pochi disturbi
• Grave rischio di disturbo della
funzione cellulare e di
intossicazione cellulare a lungo
termine a causa del deposito
tossinico nei pressi della cellula
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Se il processo infiammatorio è bloccato o la quantità di omotossine in ingresso è
incontrollata, l’organismo sceglierà un processo di immagazzinamento o deposito
(temporaneo) delle omotossine. Questo avverrà inizialmente a livello della ECM.
Le omotossine vengono letteralmente intrappolate nella rete tridimensionale dei
proteoglicani. Si crea quindi una situazione abbastanza pericolosa dato che, nella
fase di deposito, si osservano scarsi segni clinici e pochissimi disturbi (all’inizio)
per il paziente ma, allo stesso tempo, l’immagazzinamento di questo carico
tossico minaccerà la cellula vivente e metterà in pericolo il suo corretto
funzionamento. È solo questione di tempo: le omotossine impregneranno la
cellula oppure, dall’esterno della cellula, interferiranno con le sue funzioni,
influenzandole per diversi aspetti.
42
Fase di impregnazione
• Le omotossine impregnano la
cellula o rimangono a livello
extracellulare ma esercitano
effetti intossicanti intracellulari
• La malattia si manifesta spesso
sotto forma di attacchi, con
grandi periodi di latenza
• Possibili situazioni acute
potenzialmente fatali
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Quando le omotossine impregnano la cellula dalla ECM, o esercitano i loro effetti
intracellulari, si manifestano le cosiddette malattie della fase di impregnazione.
Le cellule manifestano sempre più un’ostruzione dei processi metabolici.
L’attività cellulare appare meno adeguata e spesso le reazioni dell’organismo
contro le omotossine non sono più mirate. Si registrano spesso lunghi periodi di
latenza, mentre un minimo carico di una data omotossina sollecita una iperreazione delle difese dell’organismo (asma, febbre da fieno, emicrania, ulcera
gastrica,…)
La fase di impregnazione può essere raggiunta in un brevissimo lasso di tempo.
Dipende dalla caratteristica delle omotossine. La maggior parte dei virus cerca di
penetrare in una cellula ospite per proliferare. Questo avviene rapidamente e
sebbene l’organismo cerchi di sviluppare una difesa specifica (Ig) e di eliminare
le cellule infette (attività della cellule T ed eliminazione indotta dalle cellule NK),
la situazione acuta sarà una fase di impregnazione dovuta alla presenza
intracellulare dell’omotossina. Anche se in seguito si potrà osservare un completo
ripristino del tessuto e le cellule perdute saranno sostituite, la condizione virale
rimarrà una fase di impregnazione per l’intero periodo in cui il virus è presente,
dato che il virus viene incorporato nel materiale genetico della cellula. Nelle
sindromi post virali questa situazione potrebbe durare per molto tempo, persino
anni.
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Fase di degenerazione
• La cellula muore per
intossicazione
• Disturbi degenerativi
• -osi
• Perdita del tessuto e sclerosi del
tessuto
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L’intossicazione intracellulare da parte delle omotossine o il loro effetto
intossicatorio a livello intracellulare è tale che la cellula muore. La progressione
dell’intossicazione causa la perdita di funzionalità della cellula colpita, finché essa
muore. A lungo termine noteremo una perdita di tessuto e una limitata
funzionalità dell’intero tessuto colpito.
Per definizione, la fase di degenerazione comprende le malattie degenerative
croniche, gran parte delle quali sono irreversibili nel tempo.
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Fase di dedifferenziazione
• Crescita cellulare incontrollata
• Totipotenza delle nuove cellule
(ritorno all’origine prima della
differenziazione)
• Cancro, tumori
• Perdita delle funzioni tissutali
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Le fasi di de-differenziazione comprendono tutte le malattie in cui la
proliferazione cellulare (crescita tessutale) è la caratteristica principale. Le cellule
perdono la loro specificità e si dedifferenziano in cellule totipotenti (specificità
embriologica invertita) che possono facilmente migrare in altre sedi del corpo
(metastasi). Qui sono classificati tutti i tipi di cancro ed i tumori maligni.
45
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46
Nelle seguenti diapositive discuteremo alcune questioni grazie alle quali sarà più
semplice classificare la malattia di un paziente nella Tavola delle Sequenze
Patologiche. L’albero decisionale non è sempre esaustivo, ma in gran parte dei
casi sarà di grande aiuto.
Partendo dai dati clinici sarà possibile rispondere alle suddette questioni,
classificando la malattia nella fase corretta. Come vedremo nelle altre lezioni, la
classificazione della malattia del paziente è importante sia per definire la gravità
della malattia, sia per impostare il programma terapeutico per trattare la
condizione corrente.
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Albero decisionale
Sintomi
Caratteristiche della
fase
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Terapia
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Innanzitutto dovremo osservare i sintomi che manifesta il paziente, compararli
con le caratteristiche delle fasi della Tavole delle Sequenze Patologiche e trarre
le conclusioni per strutturare la nostra terapia. Non tutte le fasi saranno trattate
nello stesso modo perciò questo albero decisionale sarà strutturato di
conseguenza.
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Presenza di neoplasia
Presenza di
patologia pre-maligna
Danno cromosomico,
cellule atipiche,
neoplasia manifesta
NO
Distruzione tissutale
Sì:
Trattamento
PPG, MPG;
CPG, ORPG
Sì:
Trattamento
Presenza di degenerazione
NO
Danno enzimatico,
danno funzionale
Esacerbazioni con
periodi di normalità
Disturbo funzionale
a
livello tessutale
PPG, MPG;
CPG, ORPG
Sì:
Trattamento
PPG, MPG;
CPG, ORPG
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Nell’albero decisionale si parte dallo scenario peggiore per arrivare al migliore.
Innanzitutto valutiamo con un semplice approccio medico convenzionale se è presente una
patologia maligna o una patologia pre-maligna a livello cellulare. Questo comporta l’esistenza di
un danno cromosomico, la possibilità di cellule atipiche, o una semplice neoplasia manifesta. In
questo caso siamo nella fase di dedifferenziazione e il trattamento si baserà su tutti i 3 pilastri
dell’omotossicologia, vale a dire: 1. drenaggio e disintossicazione, 2. immunomodulazione e 3.
supporto degli organi e delle cellule. Questi 3 pilastri sono sostenuti con farmaci contenenti gruppi
di preparazioni vegetali (PPG), gruppi di preparazioni minerali (MPG), gruppi di preparazioni di
catalizzatori (CPG) e gruppi di preparazioni di organi (ORPG).
Se non è presente alcuna neoplasia scendiamo lungo l’albero decisionale fino alla fase
successiva e valutiamo se è presente una degenerazione. Da un punto di vista clinico
osserveremo una distruzione tissutale. In questo caso siamo nella fase di degenerazione e sarà
nuovamente necessario un trattamento secondo il principio dei 3 pilastri poiché, oltre al
trattamento della ECM, il sistema difensivo dovrà riguadagnare le sue capacità di regolazione, e il
supporto cellulare e organico dovrebbe compensare il danno cellulare.
Se non è presente alcuna degenerazione ricercheremo un disturbo funzionale a livello tissutale.
Potremmo scoprire un danno enzimatico, un danno funzionale o esacerbazioni con periodi di
normalità. In questo caso il paziente è nella fase di impregnazione e i 3 pilastri del trattamento
omotossicologico dovrebbero essere coinvolti nel protocollo terapeutico.
48
Tessuti aggregati in
crescite anormali benigne
o sostanze aggregate
in deposito
Presenza di un deposito
Sì:
Trattamento
PPG, MPG
NO
Processo infiammatorio
Processo monofasico
Presenza di
infiammazione acuta
Sì:
Trattamento
PPG, MPG
NO
Aumentata secrezione
in un normale processo
fisiologico in pesenza
di un’omotossina
Aumentata escrezione
di liquidi,
neurotrasmettitori
Sì:
Trattamento
PPG, MPG
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Se non è presente alcun danno enzimatico o tissutale, valuteremo la presenza di
un deposito. Clinicamente potremmo evidenziare tessuti aggregati in crescite
anormali benigne o sostanze che si sono aggregate formando un deposito. In
questo caso il paziente è nella fase di deposito e dovrà essere trattato con i primi
2 pilastri (drenaggio e disintossicazione da un lato e immunomodulazione
dall’altro). Non si dovranno utilizzare né organoterapici, né catalizzatori.
In assenza di un deposito ricercheremo un’infiammazione acuta. Clinicamente,
dovremmo evidenziare un processo infiammatorio isolato. In questo caso il
paziente è nella fase di infiammazione. Anche in questo caso saranno necessari i
primi 2 pilastri del trattamento omotossicologico.
In assenza di infiammazione, ma in caso di aumentata escrezione di liquidi,
neurotrasmettitori o altre sostanze corporee, il paziente è nella fase di
escrezione. In questo caso si dovrà ricorrere per lo più al primo pilastro del
trattamento omotossicologico (il drenaggio dovrebbe essere sufficiente ad aiutare
il paziente). In alcuni casi si potrebbe ricorrere all’immunomodulazione per
accelerare il processo di depurazione ed evitare recidive.
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I tre pilastri dell’omotossicologia:
FOTOGRAMMI DEL TRATTAMENTO
DISINTOSSICAZIONE IMMUNOMODULAZIONE
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REGOLAZIONE
DEGLI ORGANI
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Una volta superata la Divisione Biologica e quindi la possibilità di
compensazione/regolazione sulla Tavola delle Sequenze Patologiche, dobbiamo
comprendere che un semplice drenaggio, anche se associato alla terapia
immunomodulante, non sarà più sufficiente a causa del carattere cellulare della
malattia. A destra della divisione, la cellula è coinvolta a livello intracellulare. Per
evitare un ulteriore danno alla cellula (e al tessuto, e quindi anche all’organo)
sarà necessario un supporto cellulare e organico.
Nella medicina omotossicologica, il supporto degli organi è attuato con
l’applicazione di farmaci composti. Il supporto cellulare è per lo più ottenuto con
l’applicazione di catalizzatori (isolati o incorporati nei farmaci composti).
50
Domande di omotossicologia di base (1)
• Cos’è oggi la diagnosi clinica?
• Dove collocare la diagnosi nella Tavola delle Sequenze
Patologiche?
• Quali dati clinici mi fornisce l’anamnesi del paziente?
• L’attuale diagnosi è presumibilmente correlata a uno o più dati
anamnestici?
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Le questioni illustrate nelle prossime diapositive ci aiuteranno ad impostare un
approccio terapeutico, partendo dall’anamnesi del paziente, dalla sua attuale
posizione e dalle precedenti evoluzioni sulla Tavola delle Sequenze Patologiche.
La successione logica delle domande dovrà consentire una corretta selezione del
tipo di farmaci omotossicologici da inserire nel protocollo terapeutico finale.
51
Domande di omotossicologia di base (2)
• Quale tipo di malattia o evoluzione della malattia interessa
questo paziente?
• Quali sono le conseguenze terapeutiche di questa evoluzione?
• Come saranno integrate nel protocollo di trattamento della
presente malattia?
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Domande di omotossicologia di base (3)
• Quali farmaci si devono prendere in considerazione?
• Rimedi di drenaggio
• farmaci per regolare l’infiammazione
• supporto cellulare
• supporto funzionale degli organi
• qualità della vita
• sintomatologia
• Come dovrà essere il protocollo finale?
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Bibliografia aggiuntiva
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Hans-Heinrich Reckeweg
• Nasce il 9 Maggio 1905 a Herford
• 1924-1930 Studia medicina a Würzburg,
Berlino, Münster e ancora Berlino
• 1930 Ottiene il dottorato con una tesi sul
trattamento dietetico dell’ulcera gastrica
• 1930-1932 dottore assistente a Völklingen
e Harburg
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Nato nel 1905 a Herford, Westphalia, Germania, Hans-Heinrich era il più giovane
di cinque figli. Nutriva interessi molto diversificati, tra cui la passione per il
pianoforte, che mantenne anche da adulto e che praticò a notevole livello
ottenendo numerosi apprezzamenti dal suo pubblico occasionale. In seguito
iniziò a dipingere durante il tempo libero. Suo padre, Heinrich-Friedrich
Reckeweg, era maestro di scuola ma divenne omeopata in tarda età. Era molto
compiaciuto che il suo figlio più giovane avesse scelto medicina, che studiò alle
università di Würzburg, Berlino, Münster per poi specializzarsi a Berlino. Durante
i suoi studi medici era già particolarmente interessato alla tossicologia e alla
medicina naturale. Soprattutto le lezioni del Prof. August Bier gli fecero
comprendere che la medicina non aggressiva era ciò che faceva per lui. In quegli
anni avrebbe approfondito lo studio dell’omeopatia.
Le sue prime esperienze pratiche furono i 2 anni trascorsi come assistente
ospedaliero a Völklingen e Harburg.
55
Hans-Heinrich Reckeweg
• 1 Maggio 1935 Avvio del suo primo
ambulatorio a Berlino come medico con
diritto di prescrizione
• 1936 Fondazione della Heel (Herba est ex
luce)
• Formulazione di 26 prodotti: Gocce Heel
• 1948-1949 Sviluppo della teoria delle
omotossine
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Dopo 2 anni come assistente ospedaliero avviò il suo ambulatorio nel 1935.
Come avveniva a quei tempi, aveva anche diritto di prescrizione. Poiché
utilizzava le proprie formule omeopatiche, necessitava anche di un laboratorio
che le preparasse. Ecco perché, nel 1936, fondò la Heel. Il nome è l’acronimo di
Herba Est Ex Luce che significa: la pianta deriva dalla luce. Inizialmente creò 26
prodotti che denominò ‘Heel’s Tropfen’, denominazione tedesca per “Gocce
Heel”. In seguito la gamma di prodotti si ampliò, fino alla varietà di prodotti che
oggi conosciamo.
Nel 1948 e 1949 prese forma la teoria delle omotossine come agenti responsabili
delle malattie. Sebbene esistessero già precedenti articoli e lezioni sui principi di
base dell’omotossicologia, fu solo nel 1955 che venne pubblicato il suo lavoro di
ricerca, “Omotossine e omotossicosi – Principi di una sintesi in medicina”.
56
Hans-Heinrich Reckeweg
• 1945-1955 Pratica a Triberg
• 1952 Pubblicazione sulla Münchener
Medizinische Wochenschrift
• “Omotossine e opzioni per il
trattamento delle omotossicosi”
• 1955 “Omotossine e omotossicosi –
Principi di una sintesi in medicina”
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Il Dr. Reckeweg era un grande relatore e fu in grado di convincere molte delle
persone che partecipavano alle sue lezioni a seguire il percorso della medicina
dolce di cui era promotore. Dopo anni di pratica, numerose lezioni ed articoli, nel
1955 pubblicò finalmente il suo approccio integrale in un libro. Ancora oggi, il suo
lavoro di ricerca ispira numerosi studenti ad approfondire le conoscenze
dell’omotossicologia.
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Hans-Heinrich Reckeweg
• 1955 Trasferimento a Baden-Baden
• 1961 Fondazione della Società
Internazionale di Omotossicologia
• 1962 “Homotoxin-Journal”
• Fondazione della Società Internazionale di
Medicina Biologica
• 1972 Lancio della rivista “Biologische
Medizin” (Medicina Biologica)
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Ai tempi del suo trasferimento a Baden-Baden, Germania, la diffusione dei rimedi
Heel era un dato di fatto. In quella sede l’azienda crebbe ancor più rapidamente.
Nel 1961, il Dr. Reckeweg fondò la Società Internazionale di Omotossicologia per
raggruppare i medici omotossicologi, inizialmente solo in Germania, più tardi
anche all’estero. L’Homotoxin journal era lo strumento per informare i medici su
nuove nozioni omotossicologiche, protocolli terapeutici di successo, congressi,
ecc. Nel 1972, l’Homotoxin journal scomparve, lasciando il posto alla rivista
medica ‘Biologische Medizin’ (Medicina Biologica)
58
Hans-Heinrich Reckeweg
• 1976 “Omotossicologia, visione globale
di una sintesi in medicina”
• 1978 “I problemi del cancro”
• 1977 e 1981 Omeopatia Antiomotossica
• 1978 Vendita della società Heel a
Quandt
• 1978 Trasferimento negli USA
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Negli anni successivi, il dr. Reckeweg pubblicò numerosissimi libri sui diversi temi
dell’omotossicologica. Pubblicò anche una materia medica e un repertorio
dedicato esclusivamente ai componenti utilizzati nelle sue formule.
Nel 1978, il Dr. Reckeweg vendette la sua società, fino ad allora azienda
prettamente di stampo familiare, alla Delton, il cui principale azionista era Stefan
Quandt. Ciò permise ai Laboratori Heel di effettuare enormi investimenti, e negli
anni a venire i prodotti Heel divennero accessibili a pazienti di oltre 70 nazioni in
tutto il mondo.
Il Dr. Reckeweg e la sua famiglia si trasferirono negli Stati Uniti, ad Albuquerque,
nello stato del Nuovo Messico, dove egli fondò una nuova società, la BHI
(Biological Homeopathic Industries), perché l’omotossicologia potesse
conquistare anche gli USA. Creò una nuova gamma di 52 prodotti, noti come
prodotti BHI. Oggi questa società è stata acquisita dalla Ergo-Pharm, divisione
farmaceutica dell’holding finanziaria ‘Delton’, posseduta da Stephan Quandt,
diventandone una controllata. BHI è oggi Heel Inc.
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Hans-Heinrich Reckeweg
• 1978 Fondazione di BHI, sviluppo di 52
nuovi farmaci omeopatici
• 13 Giugno 1985 Muore all’Ospedale
Bircher-Benner, Zurigo
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All’inizio degli anni ‘80 il Dr. Reckeweg fu colpito da ictus, dal quale non si riprese
più completamente; trasferì quindi la proprietà della sua società americana alla
figlia Monica Doerper-Reckeweg e al genero Friedrich Doerper.
Il Dr. Hans-Heinrich Reckeweg morì a 80 anni a Zurigo, Svizzera. Nel frattempo,
la società che aveva fondato era diventata la numero 2 al mondo nel settore delle
medicine complementari. L’omotossicologia è oggi un concetto medico studiato e
seguito da migliaia di medici generici e di specialisti in ogni parte del mondo. La
metà dei farmaci omeopatici complessi utilizzati in tutto il mondo è prodotta da
Heel.
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