40 GIOVEDÌ 7 MAGGIO 2009 il Cittadino Cultura & Spettacoli n Senza un copione vero e proprio. Lavorano solo su un canovaccio, co­ me facevano gli attori della comme­ dia dell’arte all’italiana. Sono i 33 ragazzi della compagnia teatro gio­ vani dell’associazione culturale il Ramo che andranno in scena que­ sta sera, alle 21.15, al teatro del Via­ le, con lo spettacolo GrimFandan­ go. La regia della rappresentazione è affidata a Riccardo Piricò Vaghi e al suoi aiuto Lucia Maietti, mentre le coreografie sono firmate da Sabri­ na Pedrazzini. «La particolarità di GrimFandango, ovvero la ballata del tristo mietitore ­ spiega Maietti ­ è che, in assenza di un copione vero e proprio, la compagnia teatrale è tornata allo stile di recitazione ispi­ rato ad un canovaccio, proprio co­ me nella commedia dell’arte, ma in modo rinnovato e fresco, tanto da apparire più vero del vero. La no­ stra compagnia ha già alle spalle un discreto curriculum artistico: ha vinto diversi concorsi per teatro ra­ gazzi ed eseguito numerose piece teatrali, originali e inedite, con no­ tevole riscontro di pubblico. L’ulti­ ma performance della compagnia, lo ricordiamo, è stata Pietro Tema­ coldo. Ufelè fa il tò mestè!, eseguito alle Vigne, per l’apertura dei festeg­ giamenti per gli 850 anni dalla fon­ dazione di Lodi». Lo spettacolo di questa sera si rifà alla tradizione azteca e all’ottavo cielo, dove stazionano le anime in attesa di espia­ zione. «È proprio qui, nel bar di Rubacava ­ rac­ conta l’aiuto re­ gista ­ che le ani­ me ballano, can­ tano, confidano intimi segreti, ri­ creando una sor­ ta di realtà paral­ lela a quella rea­ le. Forse anche più bella. Non ci si ammala, non si invecchia, si assume l’aspetto che più ci piace, per sempre. Le ani­ me dovrebbero lavorare sodo per conquistarsi il paradiso, ma questa vita è tanto seducente che spesso di­ menticano il loro obiettivo finale». C’è chi ricerca l’amore perduto, chi si lamenta degli errori commessi, chi è attanagliato da terribili pre­ monizioni. E tutti, in modo ridico­ lo, attendono. «In fondo ­ spiega an­ cora Maietti ­ andare in paradiso non dovrebbe essere così difficile: le buone azioni compiute in vita si tramutano in crediti da utilizzare DOMANI L’APPUNTAMENTO ALL’ACCADEMIA Pianoforte e violoncello: i venerdì della Gerundia tra tecnica e virtuosismo I ragazzi della compagnia teatro giovani dell’associazione culturale il Ramo in scena stasera al teatro del Viale QUESTA SERA AL TEATRO DEL VIALE A LODI LA COMPAGNIA DE “IL RAMO” Favola e commedia dell’arte: la ballata di “GrimFandango” per l’ultimo viaggio. Le anime po­ trebbero anche adoperarsi per age­ volare i più meritevoli a compiere il viaggio verso il paradiso, proprio come nelle agenzie di turismo. Ma anche qui, come nel mondo reale, qualcuno vuole rubare crediti al­ trui per raggiungere la meta. Il fi­ nale è a sorpresa». Per informazioni e prenotazioni è possibile rivolgersi al 340/4843862, oppure direttamente in teatro que­ sta sera. C. V. Lo spettacolo si rifà alla tradizione azteca e all’ottavo cielo, dove stazionano le anime in attesa di espiazione L’ESPOSIZIONE DEL GRUPPO LODIGIANO IN CORSO AL CAFÈ ATMOSPHERE DI VIA CAVOUR La cultura senza regole né etichette «per trasformare Lodi in una Seattle» n C’erano una volta movimenti ar­ tistici che facevano a gara per dar­ si una filosofia, per costruirsi un’identità. Oggi c’è chi non la vuole e che si prefigge come obiet­ tivo di «sovvertire l’ordine costitu­ ito». L’imperativo morale è di­ struggere certezza, perché è nella ricerca che l’uomo si avvicina alla verità; l’imperativo quotidiano è stupire, «trasformare Lodi in una nuova Seattle», come amano ripe­ tere loro, i giovani riuniti intorno alla pubblicazione aperiodica dal titolo «Noi non abbiamo il dono dell’ubiquità», che lo scorso saba­ to hanno inaugurato una mostra perfomance al Cafè Atmosphere di via Cavour. Non certo un luogo do­ ve cercare risposte; anche alla ba­ nalissima domanda «quando siete nati come gruppo», capita sentirsi rispondere «la mia carta di identità dice che sono nato nel 1971, gli altri non lo so». Luca Ber to, F lavio Carrera, Marco Mozzato, i nomi degli autori del­ le opere esposte. Non c’è una filo­ sofia dietro a un dieci euro ingi­ gantito che cam­ peggia sul muro; come non c’è nei simboli, scelti di volta in volta per raccontare il mondo, dalla re­ gina di Inghil­ terra, alla freccina di un mouse, al­ la provocatoria frase «amatemi», a caratteri cubitali su un cinquanta euro di proporzioni notevoli. E se giocare con i simboli è la priorità del gruppo, tra una bandiera ita­ liana dove si gioca a giustapporre il volto del duce alla nota marca di una catena di fast food e una euro­ pea, decorata al momento con una commestibilissima dose di ciocco­ lato bianco su sfondo blu, si posso­ no vedere anche degli insoliti sot­ Sopra Luca Berto, Flavio Carrera e Marco Mozzato, sotto le opere in mostra tovasi: libri, svuotati del loro cuo­ re di carta, da cui svettano rose rosse e cactus. Giardini della cul­ tura, Gartenkultur, seguendo la scelta del giovane gruppo di arti­ sti, in questi giorni in mostra an­ che al Le 18:00 Concept Store di via San Vito a Milano e all’Hermann & Co ­ Prestigiose Tendenze, di via XX Settembre a Crema. E se per qualche integralista della pagina stampata con amore e sacrificio, sarà un dolore vedere la sorte capi­ tata a certi tomi, per loro è sfida e stimolo suscitare stupore. «Per molti il libro è qualcosa di intocca­ bile ­ spiegano dal gruppo ­; per noi invece Gartenkultur significa rompere questo tabù, modellare la realtà». E allora sembra che sia le pagine scritte, come simbolo della trasmissione della cultura, a far nascere qualcosa di vivo, tangibi­ le, reale. Come a dire la cultura non è lettera morta. Rossella Mungiello n Tornano a più di un anno di distan­ za dal loro ultimo concerto in terra lo­ digiana Massimo Anfossi e Giulio Glavina, protagonisti il primo al pia­ noforte e il secondo al violoncello del prossimo appuntamento con i Venerdì dell’Accademia Gerundia. Alle ore 21 di domani, preceduto come d’abitudi­ ne dall’esibizione di alcuni alunni del­ la scuola (Francesco Del Miglio e Ste­ fano Loreni), il duo si misurerà con un repertorio completamente rinnovato. I brani in programma sembrano essere stati scelti per stupire, non tanto per l’inconsuetudine degli autori ­ al con­ trario fra i più celebri di tutta la storia della musica ­ quanto piuttosto per le capacità tecniche e stilistiche che occor­ re possedere per affrontarli nel dovuto modo. Il brano che aprirà il concerto ad esempio, la sonata BWV 1027 in sol maggiore, è stata composto da J.S. Ba­ ch con l’intento di porre in risalto ac­ canto alla voce del violoncello anche quella del pianoforte, spesso relegato in questo genere di composizioni al ruolo di semplice accompagnamento. La partitura in origine prevedeva che ad eseguirla fossero una viola da gam­ ba e un clavicembalo, ma anche con strumenti diversi il discorso non cam­ bia, e Anfossi avrà ugualmente modo di dare prova della propria abilità con la tastiera. Meno virtuosismo e più ca­ pacità espressiva saranno invece i re­ quisiti richiesti per interpretare al me­ glio la Sonata op. 69 in la maggiore di Beethoven, caratterizzata proprio dal­ la rinuncia a ogni sensazionalismo in favore di un lirismo intimo e raffinato. A seguire il Vocalise dell’opera 34 di Rachmaninov ­ con il violoncello di Glavina a sostituire la voce prevista nella partitura originale ­ e un brano di Saint Saëns, un Allegro. Chiuderà la serata la Polanaise Brillante di Chopin, a detta del suo stesso autore «nient’altro che una futilità da salot­ to», scritta per il divertimento delle da­ me. C’è da scommettere che anche i si­ gnori uomini non storceranno il naso, conquistati dal talento di due musici­ sti di grande esperienza. Sil. Can. OSSERVATORE ROMANO “Angeli e demoni”: «Un film modesto come il romanzo» n “Angeli e demoni”: il titolo è ben scelto, ma il romanzo è modesto, così come il film, salvato solo dalla presenza di Tom Hanks, attore di consu­ mata bravura». Lo scrive l’«Osservatore Romano» che stronca sceneggiatura e regia dell’attesissima pellicola che tenta di bissare il successo commerciale de “Il Codice da Vinci”. «Il vero problema ­ spiega Lucetta Scaraffia, do­ cente di storia contempora­ nea alla Sapienza e firma del giornale vaticano ­ è quello di capire le ragioni di tanto suc­ cesso, ragioni che interessano i cattolici perché le opere di Dan Brown trattano della Chiesa, e più precisamente si inseriscono nel filone del fantavaticano, che però lo scrittore americano ha porta­ to a successi mai visti». Di Dan Brown, rileva la Scaraf­ fia, «piace senza dubbio, che tratti di religione e di miste­ ro, cioé di quei temi che la secolarizzata cultura contem­ poranea, tutta ragione e scienza, evita sempre con cura, ma che rimangono sem­ pre vivi, se pure apparente­ mente dimenticati, nell’imma­ ginario contemporaneo». Per la Scaraffia, «che la religione affronti il mistero della vita e della morte, e dunque il senso del nostro vivere e morire, è indubbio: proprio per questo una società che sembra felice­ mente assestata su una cultu­ ra materialista e superficiale ne è in fondo assetata».