Liverani - liceo carducci

annuncio pubblicitario
Liceo „Carducci“, Bolzano, Programmazione di Filosofia del prof. Alberto Liverani, 2016/17
1
LICEO “CARDUCCI” BOLZANO
A.s. 2016/17
Materie d’insegnamento: FILOSOFIA
Prof. ALBERTO LIVERANI
Classe: 3^ I
CONOSCENZE. Le studentesse devono conoscere i tratti essenziali del pensiero filosofico antico, dal
mito (Esiodo) ai sistemi filosofici di Platone e Aristotele. Attenzione verrà riservata anche a pensatori
quali Talete, Eraclito, Parmenide, i Sofisti, Socrate, Epicuro, Agostino d'Ippona. Gli argomenti che si
riferiscono a questi autori sono riportati nel programma in maniera analitica e la loro conoscenza è la
condizione indispensabile per ottenere la sufficienza.
ABILITA'.
MATERIA
ABILITITA'
Conoscenze (abilità mnemonico
assimilative)
Filosofia
Memorizzare e saper riferire le teorie e le argomentazioni dei filosofi
comprendendone il significato.
Logico deduttive
Esporre le argomentazioni dei filosofi secondo il l'ordine logico che
le caratterizza. Dedurre, da informazioni note, conclusioni
necessarie.
Analisi
Saper scomporre una teoria filosofica nelle sue parti essenziali.
Sintesi
Saper ricostruire una teoria filosofica scegliendone le parti
essenziali.
Linguaggio specifico
Sapersi esprimere attraverso il linguaggio 'tecnico' di discipline quali
l‘etica, la metafisica, il mito, la religione, la politica, l'antropologia,
la psicanalisi, l'economia.
Saper ascoltare
Mantenere la concentrazione e l'attenzione durante le spiegazioni e
gli interventi dell'insegnante. Riservare un‘attenzione metodica
anche alle interrogazioni dei compagni per correggere i propri errori
(concettuali e terminologici), oltre che per affinare le proprie abilità.
Liceo „Carducci“, Bolzano, Programmazione di Filosofia del prof. Alberto Liverani, 2016/17
2
METODO DI LAVORO E VERIFICHE.
Le lezioni le ho suddivise in
a) spiegazioni: intendo adoperare perlopiù la lezione frontale ma se gli studenti danno prova di
conoscenze abbastanza approfondite e di abilità particolarmente significative, posso ricorrere alla
lezione partecipata (lezione in cui i ragazzi discutono tra loro e con l’insegnante). I miei interventi
intendono dimostrare agli studenti che a fondamento di ogni discussione coerente e scientifica deve
esserci una conoscenza precisa dei fatti e dei diversi linguaggi disciplinari della filosofia – l‘etica, la
metafisica, il mito, la religione, la politica, l'antropologia.
b) Ripasso della lezione precedente: Questo modo di operare si basa sul preciso dovere degli studenti
di ripassare a casa gli appunti presi durante la lezione precedente e di prestare attenzione in classe
agli argomenti riletti dai compagni.
c) Ripetizione da parte mia della lezione precedente, se gli argomenti non sono stati compresi in modo
adeguato (= sufficiente).
d) Interrogazioni (verifiche orali): dopo aver spiegato due o più moduli intendo svolgere le verifiche
orali. Di norma interrogherò due o tre studenti per lezione (10/15 minuti ciascuno). Le domande
punteranno ad accertare, oltre alle conoscenze, le capacità logico-deduttive e il linguaggio specifico.
e) Verifiche scritte: queste verifiche rispecchieranno le tipologie A e B dell’esame di Stato (trattazione
sintetica e quesiti a risposta unica); il voto attribuito sarà naturalmente valido per l’orale, essendo la
materia orale. Anche queste verifiche mirano ad accertare conoscenze e competenze di due o più
moduli. Le abilità che intendo far emergere sono perlopiù quelle logico-deduttive, di analisi e
sintesi, e il linguaggio specifico. Scopo di queste prove non è infatti riferire tutte le informazioni che
lo studente conosce a proposito di un certo argomento, bensì quello di analizzare le informazioni
conosciute riferendo solo quelle che ritiene essenziali e importanti per rispondere al quesito (sintesi).
VOTO.
Il voto di ciascuna verifica orale o scritta si basa sul conseguimento degli obiettivi di conoscenza e
abilità che ogni singola verifica, nella sua specificità, richiede (ad es.: fornire argomenti convincenti a
sostegno di una certa tesi, esporre le argomentazioni dei filosofi secondo il loro ordine logico; dedurre,
da informazioni note, conclusioni necessarie). Il voto consiste in un numero intero compreso da 1 a 10
(è possibile tuttavia che in alcune circostanze impieghi “mezzi punti”, ad esempio 5,5; 7,5). Il voto
finale di ciascun periodo di valutazione è il risultato della media aritmetica dei voti riportati sul registro
personale; la media è arrotondata convenzionalmente per difetto se il decimale è <= 4 (es.: 7,4 = 7); è
arrotondata per eccesso se il decimale è >= 5 (es.: 7,5 = 8). A stabilire il voto possono concorrere altri
fattori, oltre a quello puramente aritmetico. Ad esempio gli interventi regolari e pertinenti effettuati dallo
studente nel corso delle lezioni, il sottoporsi regolarmente alle verifiche e infine i progressi conseguiti
nel corso dell'intero anno scolastico. Al tempo stesso, l'assenza di interventi o gli interventi non
appropriati, l'eludere con frequenza le prove orali e scritte, e infine la mancanza di qualsiasi progresso
nelle conoscenze e nelle abilità, è fondato motivo di una valutazione finale negativa. Come stabilito nei
criteri di valutazione dell'Istituto, le verifiche e dunque i voti sono almeno due nel trimestre
(settembre/dicembre) e tre nel pentamestre (gennaio/giugno). Le griglie di valutazione su cui mi baso
sono allegate alla programmazione.
TESTI.
Gli studenti studieranno sugli appunti che, adeguatamente ordinati nei contenuti e nella sintassi, e da me
supervisionati, formeranno un testo completo, organico e strutturato.(Le informazioni che fornirò nel
corso delle lezioni potranno tuttavia essere individuate dai ragazzi in un qualsiasi manuale di filosofia o
di storia, a partire da quelli in adozione nel presente anno scolastico).
Liceo „Carducci“, Bolzano, Programmazione di Filosofia del prof. Alberto Liverani, 2016/17
3
PROGRAMMA DI FILOSOFIA
La versione analitica del programma con gli argomenti effettivamente svolti sarà inserita nella
Relazione finale (2017), quello che segue lo considero un programma di massima, modificabile nel
corso dei prossimi mesi sulla base di ragionevoli esigenze didattiche. Pertanto alcuni degli autori o dei
temi indicati di seguito potranno non essere svolti e sostituiti da altri.
I presofisti: Talete di Mileto (624 a. C – 546. a. C), Eraclito di Efeso (535 a. C – 475 a. C) e
Parmenide di Elea (515 a. C – 450 a. C).
Aristotele, in Metafisica, individua una generazione di filosofi naturalisti (o fisici da physis), i quali
riconoscono all'origine delle cose un elemento naturale.
Talete di Mileto, secondo Aristotele, ipotizza che l'acqua sia la sostanza dei viventi; dal punto di vista
logico, la presenza dell'acqua è vita, l'assenza è disseccamento e morte.
Eraclito di Efeso (l'oscuro, secondo Aristotele), in Dell'origine, individua una nascita dinamica del
cosmo. Le metafore del Fuoco, della Guerra, del Logos e dell'Uno possono significare il carattere
diveniente del cosmo e la sua legge (lettura dei frammenti).
Parmenide, nel poema Sulla natura, racconta che ci sono tre vie (metodi di ricerca): l'essere è ed è
impossibile che non sia (verità); il non essere non è ed è necessario che non sia (“sentiero del tutto
estraneo al sapere”); e la terza via, quella degli uomini a “due teste”, che pensano che essere e non
essere siano lo stesso.
Atene nel V sec. a. C: le guerre contro i persiani e la guerra contro Sparta.
L’arconte Solone pone fine alla guerra civile tra aristocrazia e demos (VI a. C.) mettendo per iscritto e
rendendo pubbliche le leggi della polis. Il passaggio da leggi orali alterabili dall’aristocrazia a leggi
scritte favorisce ad Atene lo sviluppo di un sistema educativo pubblico e la crescente partecipazione
politica del demos. Le assemblee e le magistrature della polis si basano sui principi di isonomia
(uguaglianza di ogni cittadino libero dinanzi alla legge) e isegoria (diritto di prendere la parola nelle
assemblee). Per costruire una carriera politica è necessario che il cittadino disponga di significative
capacità dialettiche. L’uso corretto del discorso (da logos, parola razionale, dotata di senso e ben
argomentata) apre quindi la strada a una vita politica prestigiosa. Nel V sec. a. C. strateghi e oratori
ottengono il governo e il comando militare di Atene argomentando le proprie tesi politiche dinanzi ai
cittadini riuniti nell’Ekklesia. Milziade persuade gli ateniesi a intraprendere una campagna militare
contro la città di Paro; Aristide e Temistocle si affrontano alla vigilia della seconda guerra contro lo
Stato persiano. Lo stratego Pericle ottiene il comando politico e militare di Atene dopo averne persuaso i
cittadini della necessità della guerra contro Sparta (Guerra del Peloponneso). La sconfitta di Atene e il
governo dei Trenta tiranni (404 a. C.).
Aristotele (384 - 322 a. C), “Politica”; i sofisti e Protagora di Abdera (490 - 420 a. C).
La decadenza politica e militare di Atene viene attribuita, dai sopravvissuti della guerra contro Sparta,
all’uso spregiudicato del logos da parte degli uomini politici, Alcibiade (450 – 404 a. C) in particolare.
Secondo l'analisi posteriore di Aristotele, il governante è un uomo “saggio” in quanto è conoscitore
come Pericle, di quei principi che, applicati, procurano il bene alla polis. La saggezza presuppone
conoscenza teorica (dei principi) e abilità tecnica (applicazione dei principi). Il bene della polis coincide
con la felicità materiale e intellettuale dei cittadini. L’uomo di governo deve quindi agire per il bene
comune, non per il proprio: il bene comune, in quanto universale, è superiore rispetto a quello
individuale che è particolare. I sofisti, insegnanti degli strateghi, hanno contribuito a diffondere nella
classe politica ateniese la propensione all’inganno e al perseguimento dell’interesse personale.
Protagora, sofista, stabilisce che “l'uomo è misura di tutte le cose” (principio di relatività). Nella critica
operata da Socrate, Platone e Aristotele ai sofisti, questi non individuano un principio universale (archè)
a cui rapportare tutte le cose; in assenza di tale principio è dunque impossibile decretare la verità o
Liceo „Carducci“, Bolzano, Programmazione di Filosofia del prof. Alberto Liverani, 2016/17
4
falsità, giustizia o ingiustizia, determinatezza o indeterminatezza di un qualsiasi fatto o oggetto (si
sosteneva che certi sofisti fossero talmente abili da dimostrare che ciò che stava davanti a loro poteva
essere indifferentemente una trireme o un uomo). Il logos – il discorso – viene adoperato come
strumento efficace per affermare una determinata tesi politica o morale, senza curarsi delle conseguenze
per la comunità.
Secondo Aristotele (“Analitici”,” Topici”), la dialettica è un discorso la cui tecnica si basa su endoxa,
cioè premesse valide perché riconosciute da tutti o perché fondate da esperti (Temistocle, ad esempio,
era esperto di tecniche militari). Scopo della dialettica è vincere in una discussione rispettando le regole
del discorso. La sofistica o eristica, basandosi sulla falsificazione degli endoxa, consente invece di
vincere una discussione senza seguire le regole, quindi ingannando.
“Aplogia di Socrate” (Platone). Socrate (470/469 - 399 a. C.).
Socrate, come amico di Alcibiade, viene accusato di essere un sofista (fa passare la causa peggiore per
quella migliore). L’accusa a Socrate è aggravata dall’insegnare ai giovani cose contrarie alla religione e
all'etica della polis di Atene. La sapienza di Socrate è ribadita dall’oracolo di Delfi. La consapevolezza
di essere sapiente, per Socrate, coincide col sapere di non sapere, mentre gli uomini di governo ateniesi
ostentano una sapienza politica che non possiedono.
La tecnica socratica della dialettica: ironia e maieutica. L’ironia come tecnica che consente di mettere in
crisi le conoscenze dell’avversario ponendo la semplice domanda: “perché?”, “che cos’è?” (Aristotele).
La maieutica come tecnica del far partorire una definizione comune in riferimento a ciò di cui si discute.
La definizione come fondamento di ogni discussione. L'influenza di Socrate sui giovani ateniesi è
giudicata negativa dal regime democratico di Atene. Il processo e la condanna a morte di Socrate.
Platone (428/427-347 a. C.).
Fedone e Timeo.
Socrate discute in carcere coi suoi allievi sul problema della morte. I viventi sono caratterizzati dal
divenire o processo generativo (nascita, vita, morte). I viventi come gli uomini sono divisi in corpo
(soma o cadavere) e anima (psuché o respiro), divisione che risale alla tradizione pitagorica: cadavere
vivificato da un’anima. La teoria della trasmigrazione della anime: alla morte del corpo le anime si
trasferiscono in un altro corpo, a seconda delle attitudini mostrate nella vita precedente. La realtà in sé
(Essere) è abitata da enti eterni (Idee di genere e specie) sempre identici a se stessi; la realtà sensibile è
abitata da enti fisici, mai identici a se stessi. Nel Timeo è il demiurgo, una divinità, che agisce da causa
efficiente dando al mondo sensibile (chora) composto dai quattro elementi la forma delle idee. Le idee
sono i fondamenti o le cause degli enti sensibili (la probabile derivazione della teoria delle idee dagli
assiomi della geometria). Le anime vivono originariamente presso il Mondo delle Idee e precipitano
sulla terra per una colpa commessa: la conoscenza avviene attraverso l’anamnesi, ovvero le anime
ricordano ciò che hanno visto prima della caduta.
Esame del dialogo “Parmenide”.
Aristotele (384/383-322 a. C.).
Fisica.
Gli anni trascorsi presso l’Accademia di Platone, il viaggio e il ritorno ad Atene dove fonda il Liceo.
L’interesse verso la biologia (physis, natura). Il Tutto come Essere: le cose che abitano il Tutto sono enti
(cose che sono e che non possono non-essere). Le quattro cause del Tutto: materiale, formale, efficiente
e finale. La fisica o scienza della natura: ogni ente sensibile è composto di materia e di forma. La
materia è la capacità di ricevere una qualsiasi forma (potenza). La materia è riconducibile alla
combinazione di quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco. La forma (eidos, morphé) è l’essenza delle
cose e può realizzarsi soltanto nella materia (atto). Non è pensabile un luogo abitato da forme pure e
separate come le idee di Platone. A differenza di Platone, anche gli enti sensibili si possono identificare,
Liceo „Carducci“, Bolzano, Programmazione di Filosofia del prof. Alberto Liverani, 2016/17
5
anche se in determinate condizioni di spazio e di tempo (principio di non-contraddiziome). La causa
efficiente o movente: ogni ente sensibile è dotato, in potenza, del movimento, ciò significa che la sua
condizione naturale è la quiete. Gli enti inanimati vengono mossi da altri enti che hanno il movimento
in atto. Gli enti animati (organismi viventi) sono dotati di un’anima che li muove. Anima nutritiva e
anima sensibile: la prima è l’essenza dei vegetali, la seconda degli animali: rispetto all’organismo (ente)
l’anima svolge la funzione di causa efficiente: è l’anima nutritiva che muove le radici dell’albero verso
il nutrimento o l’anima sensibile che muove il predatore verso la preda. L’anima razionale è composta
da intelletto passivo e intelletto attivo: l’intelletto attivo astrae dagli enti sensibili la forma che,
depositandosi nell’intelletto passivo, diventa conoscenza in atto. Le forme intelligibili (conoscenze)
vengono collegate fra loro dalla logica, ovvero da regole di inferenza di cui è dotato il pensiero umano
(logica = funzionamento del pensiero quando pensa). La conoscenza sensibile è la percezione delle
forme materiali (colori, odori, spessori) da parte dei sensi. Le tre anime dell’uomo: vegetativa, sensibile
e razionale. L’anima vegetativa è quella che presiede i processi di riproduzione di piante, animali e
uomini. L’anima sensibile interessa il movimento di animali e uomini. L’anima razionale è la facoltà di
astrarre, conoscere e pensare.
Metafisica.
Desiderio e senso di meraviglia spingono gli uomini a conoscere, l’oggetto della conoscenza è quindi
esterno all’uomo, come il cibo all’animale.
Gli enti celesti (pianeti e stelle) sono composti di materia (etere) e forma (psichè razionale). L’anima del
pianeta, in quanto razionale, aspira alla conoscenza dell’intelligenza pura (Ente divino). Il movimento di
ciascuno dei 56 cieli è prodotto dalla tensione conoscitiva verso il proprio movente immobile, pura
intelligenza che si trova oltre il cielo. Il movente immobile è causa finale, incausata. La perfezione è
l’assenza di movimento, pur essendo causa di movimento. La perfezione è puro pensiero: pensiero di
pensiero. Il movente immobile è intelligenza divina.
Bolzano, 5 ottobre 2016
professor Alberto Liverani
Liceo „Carducci“, Bolzano, Programmazione di Filosofia del prof. Alberto Liverani, 2016/17
GRIGLIA DI VALUTAZIONE DELLE PROVE ORALI E SCRITTE
punteggio
15/15
1
2–7
8–9
10
11 - 12
13 – 14
15
voto
INDICATORI
10/10 Padronanza linguistica1
Conoscenza dei contenuti, capacita argomentativa
1
2–3
–4
Non risponde
Le informazioni non sono pertinenti alla domanda, oppure
sono confuse, contraddittorie o sbagliate. Gli argomenti non
sono logicamente (o cronologicamente) collegati fra loro.
La maggior parte delle informazioni non è pertinente alla
domanda oppure è contraddittoria o sbagliata. Diversi
argomenti non sono logicamente (o cronologicamente)
collegati tra loro.
[Sintassi
completamente
incoerente]
Lessico
confuso e/o non pertinente.
[Alcune proposizioni sono
5
incoerenti.] Solo una parte
esigua del lessico è
pertinente. La restante
parte è imprecisa o
sbagliata.
[La
sintassi
è
nel
6
complesso coerente.] Il
lessico è pertinente ma
limitato e ripetitivo. Sono
ancora
presenti
imprecisioni.
6,5 - 7 [Sintassi corretta, anche se
prevalentemente costruita
sulla
coordinazione
(paratassi).] Il lessico è
pertinente, pur con qualche
imprecisione.
8 – 9 [Sintassi corretta. Paratassi
e
ipotassi
sono
correttamente bilanciate,
conferendo
particolare
chiarezza al discorso.] Il
lessico è pertinente.
10
[Sintassi corretta. Paratassi
e
ipotassi
sono
correttamente bilanciate,
conferendo
particolare
chiarezza al discorso.] Il
lessico è pertinente ma si
distingue
anche
per
originalità e varietà.
La maggior parte delle informazioni è corretta e pertinente.
Le informazioni sono però date in maniera essenziale e
schematica. Non tutti gli argomenti sono collegati secondo
un preciso nesso logico (o cronologico).
Tutte [quasi, 6,5] le informazioni sono corrette e pertinenti,
gli argomenti sono logicamente (o cronologicamente)
collegati tra loro.
[Per l'orale: le capacità logico-deduttive sono ancora
limitate]
Le informazioni sono corrette, pertinenti e complete. La tesi
è chiara; [per il 9] gli argomenti sono in alcuni casi collegati
fra loro in modo originale (logico o cronologico), così da
evidenziare una capacità di analisi e sintesi approfondita,
anche se ancora impostata sulla base del libro o della lezione
dell’insegnante.
[Per l'orale: le capacità logico-deduttive sono complete,
efficaci].
Le informazioni sono corrette, pertinenti e complete. La tesi
è chiara, la connessione (logica o cronologica) tra gli
argomenti evidenzia una capacità di analisi e sintesi
approfondita e creativa, ricorrendo anche a informazioni che
sono il risultato di una ricerca personale.
[Per l'orale: le capacità logico-deduttive sono complete,
efficaci].
Punteggio/voto
Punteggio/voto
finale
1
La pertinenza del lessico e la padronanza linguistica si riferiscono tanto al linguaggio specifico o tecnico della
filosofia e della storia (i termini, i concetti e le rispettive definizioni), quanto all'impiego corretto della lingua
italiana.
6
Scarica