Claudio Baglioni a New York. Una voce per tre generazioni - i

Claudio Baglioni a New York. Una voce per tre generazioni
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Claudio Baglioni a New York. Una voce per tre generazioni
di Maria Rita Latto (November 21, 2010)
Ininterrottamente protagonista della scena musicale italiana, sin dalla fine degli anni '60, Claudio
Baglioni a quasi 50 anni di musica, dopo un'acclamata tournée mondiale sbarca a New York con un
concerto speciale il 17 dicembre presso l'Angel Orensanz Foundation
Raccontare Claudio Baglioni [2] è come raccontare un po’di sé, soprattutto per coloro che nei primi
anni ‘70 erano adolescenti, in un’Italia ancora sotto gli effetti del “boom” economico e che però si
apprestava a vivere una stagione difficile, passando dall’ottimismo alla strategia della tensione, agli
anni di piombo.
Era un’Italia in cui la musica ascoltata dai giovani era ancora tradizionalmente melodica, anche se
iniziavano ad emergere i primi cantautori con motivi nuovi, meno orecchiabili, e parole che
proponevano tematiche inusuali per quegli anni, a volte anche intime, agli antipodi rispetto ai
consueti (fino ad allora) papaveri, papere e mille bolle blu. In quest’Italia di transizione inizia la
folgorante carriera di Claudio Baglioni, un giovane cantautore proveniente da una famiglia come
tante: il padre sottufficiale dei carabinieri, la madre casalinga, ma anchesarta all’occorrenza.
Sin da piccolo Claudio mostra una precoce passione per la musica ed il canto che lo spinge,
incoraggiato dai genitori, a partecipare a numerosi concorsi per voci nuove.
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Ed ecco allora il giovane Baglioni, appena tredicenne, nel 1964, partecipare a “Voci nuove di
Centocelle”, gara canora che si svolge proprio nel suo quartiere, Centocelle, alla periferia di Roma:
per l’occasione propone “Ogni volta” di Paul Anka. Ci riprova anche l'anno dopo, addirittura
vincendo, con “I tuoi anni più belli”, la canzone sanremese di quell'anno cantata da Gene Pitney e
Iva Zanicchi. Seguono altri concorsi, come il “Festival degli sconosciuti” ad Ariccia, in provincia di
Roma, ed esibizioni in piccoli cinema della periferia romana e in sale parrocchiali, davanti ad un
pubblico davvero esiguo, a cui propone un misto di canzoni di protesta, spaziando dai Beatles e
Bertolt Brecht, alle poesie di Pablo Neruda e Cesare Pavese.
Nel 1969 il produttore Antonio Coggio, per conto della RCA, stipula con Baglioni un primo contratto
discografico che lo porta a incidere il suo disco d’esordio: é un 45 giri che contiene “Una favola blu”
e “Signora Lia”. Quest'ultimo brano è composto interamente dal giovane autore. Dopo un successivo
singolo, “Io, una ragazza e la gente”, e la partecipazione vocale alla colonna sonora del film “Fratello
sole, sorella luna” di Franco Zeffirelli, viene pubblicato il suo primo album che però si rivela un flop
vero e proprio tanto che, dopo pochi mesi, viene ritirato dal mercato.
Tuttavia, la passione è tanta e, per nostra fortuna, Baglioni persevera fino ad arrivare al 1972, anno
in cui esce “Questo piccolo grande amore”, un concept-album in cui le varie canzoni sono legate tra
loro da un’unica storia. È subito un successo che arriva ai primi posti delle hit parade e lo consacra
cantautore romantico per antonomasia. Proprio mentre il 45 giri raggiunge il traguardo del milione di
copie vendute, esce sul mercato il nuovo album dal titolo “Gira che ti rigira amore bello”. Ed è
ancora successo, con un disco a tema il cui brano pilota è “Amore bello”. Questa volta si racconta
del viaggio senza una meta precisa di un ragazzo a bordo di una Citroen Due Cavalli di colore giallo
denominata Camilla, automobile che appartiene realmente a Baglioni.
Da quel momento in poi la carriera di Claudio Baglioni non conosce soste o momenti bui; album dopo
album si consolida il legame col pubblico che apprezza in lui l’originalità, i tentativi di sperimentare
nuovi linguaggi musicali, mettendosi in discussione, cercando di crescere e di evolversi per non
essere etichettato a vita come “il cantante della maglietta fina”. Baglioni parla d’amore, ma cerca di
andare oltre il clichè tipicamente “romantico”, andando a fondo, descrivendo le malinconie, le
inquietudini, le disillusioni di chi ama.
La sua continua ricerca di nuovi modi di esprimersi lo porta a proporre già nel 1974 “Ninna nanna”,
in cui scrive la musica sul testo di una poesia di Trilussa. Oppure in “Poster” c’è l’idea di “andare
lontano”, resa magnificamente dal ritornello in cui la voce si libra in alto in un volo che va oltre la
routine in cui il protagonista vive giorno dopo giorno.
Baglioni mostra fin dall’inizio di non voler guardare solo all’amore, ma anche alla realtà che lo
circonda ed al mondo che cambia. E nel 1981, quando il Muro di Berlino doveva ancora cadere,
racconta con tenerezza di quelle “ragazze dell’est” e delle loro lacrime per una “primavera che non
venne mai”.
La popolarità di Baglioni non diminuisce neanche quando analizza tematiche lontane anni luce
dall’amore come con “I vecchi”, ritratto affettuoso di chi arriva alla fine della vita, o con “Uomini
persi”, in cui si guarda con indulgenza a tutti coloro che hanno avuto vite sbagliate ma che sono stati
bambini un tempo lontano. Fino ad arrivare ai brani più recenti e ricercati come “Io sono qui”, “Noi
no”, “Io dal mare”, “Acqua dalla luna”, tanto per citarne alcuni.
E proprio negli ultimi vent’anni vediamo un Baglioni in grado di reinventarsi, in un processo di
maturazione che lo mantiene ai vertici delle classifiche e che lo porta a sviluppare il contatto con i
suoi fan grazie a dei concerti in giro per l’Italia e nel mondo. Inoltre, in alcuni suoi album collabora
con musicisti del calibro di Pino Daniele, Mia Martini, Paco De Lucia, Phil Palmer, Youssou N’Dour,
Laura Pausini, Irene Grandi, Andrea Bocelli, mostrando di essere un artista sempre alla ricerca di
qualcosa di nuovo. Una ricerca che va oltre il discorso musicale e che lo vede spesso impegnato in
incontri culturali, seminari ed incontri con i giovani, a volte in scuole musicali di tutta Italia.
L’evoluzione artistica di Baglioni lo porta a provare l’esperienza della televisione e nel 1997 e nel
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1999 conduce con Fabio Fazio dei programmi in cui si rivisitano gli anni Settanta in Italia ed il
Novecento attraverso la musica ed i tanti fenomeni di costume passati alla storia. Qui viene fuori
l’aspetto ironico del cantante, in grado di stupire i tanti che lo conoscevano solo come cantante
romantico. Nel 1998, in occasione del centenario della Federazione Italiana Gioco Calcio, compone
“Da Me a Te” che diventa l’inno ufficiale degli azzurri ai campionati del mondo in Francia. Quello di
Baglioni è un successo che non conosce soste e gli permette di varcare la soglia del nuovo millennio
ancora da protagonista. Soprattutto nelle sue esibizioni live si può notare il Baglioni del Duemila
ancora alla ricerca di innovazioni, di qualcosa di diverso da offrire al pubblico, con disegni di luce,
atmosfere suggestive e coreografie essenziali. Ma c’è ancora tanto da provare, ed allora ecco una
serie di concerti nei più importanti anfiteatri d’Italia, ancora un evento dal vivo all’insegna del
minimalismo scenico in un dialogo col pubblico da solo sul palco, accompagnato solamente dal suo
pianoforte. Fino al progetto che vede la riproposizione dal vivo, con nuovi arrangiamenti, di Questo
Piccolo Grande Amore, il brano che nel lontano 1972 lo aveva portato al successo. Nasce Q.P.G.A.,
acronimo del brano, da cui hanno origine concerti in teatri, un album, un film e persino un libro
scritto dallo stesso Baglioni.
Come si può vedere, quella di Claudio Baglioni è una carriera lunga oltre quarant’anni che ha
permesso al cantautore di mantenere intatto il suo pubblico originario a cui si sono aggiunte, col
tempo, le generazioni successive. Non capita a molti artisti oggi in Italia di vedere tra il pubblico dei
concerti dal vivo genitori, figli e, in alcuni casi, persino i nipoti, coloro che adesso hanno la stessa età
di quei ragazzi degli anni ’70 che hanno visto nascere e crescere Claudio Baglioni e che, come il loro
idolo, adesso hanno i capelli bianchi ma lo stesso entusiasmo di allora.
Ed i concerti di Baglioni sono dei veri e propri eventi a sé, anche se non sono mancate delle
esibizioni a sorpresa e gratuite, come nel 2007, dal balcone di quella che era stata la sua casa a
Centocelle negli anni ’60. O, ancora, come quella volta in cui a Roma salì sull’autobus 51 e
improvvisò un live con la chitarra per poche decine di stupefatti viaggiatori, e poi, per non
scontentare i suoi fan di altre città, replicò a Milano sul tram 24 e a Napoli su un autobus di Chiaia!
L’ultimo grande evento live di Claudio Baglioni è lo “One World Tour 2010-Un solo mondo”, la cui
prima parte si è conclusa lo scorso 29 maggio con un sold out da 3.600 spettatori alla Royal Albert
Hall di Londra. Dopo l'estate Claudio Baglioni ha ripreso il suo viaggio attraverso i cinque continenti,
toccando Argentina, Cile, Brasile, Venezuela, Costa Rica, Colombia per poi arrivare a New York negli
Stati Uniti, e proseguire quindi in Cina, Giappone e Australia e tornare, a fine dicembre, in Europa. Un
concerto da non perdere: tre ore di musica e ricordi in cui Claudio Baglioni è affiancato da un gruppo
di nove polistrumentisti. Un’occasione unica per chi non ha mai sentito le sue canzoni, ma anche per
tutti quei fan che desiderano incontrare personalmente un amico con cui si è condiviso un bel pò di
vita.
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A Voice For Three Generations. Claudio Baglioni @ the Angel Orensanz Foundation
Maria Rita Latto (November 25, 2010)
A constant protagonist of the Italian musical scene since the late Sixties, Claudio Baglioni, after 50
years of music and a successful world tour, finally arrives in New York for a special concert on
December 17 at the Angel Orensanz Foundation.
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Describing Claudio Baglioni is a bit like describing one self, especially if one was an adolescent
during the early Seventies, when Italy was living its economic boom and was about to enter a
difficult era, transitioning from optimism to the strategy of tension, and finally to the so-called Years
of Lead.
It was an Italy where the music of the younger generation was still traditionally melodic, even though
some singer-songwriters were beginning to emerge with a new sound, less catchy, with lyrics that
suggested unusual topics for those years, sometimes intimate, and the opposite of the then usual
“papaveri, papere” [poppies and ducks] and “mille bolle blu” [a thousand blue bubbles] sorts. It was
in this period of Italian transition that Claudio Baglioni's brilliant career began. He was a young
singer-songwriter from a common family: his father was a petty officer of the Carabinieri, and his
mother was a housewife who did some tailoring on the side.
Even as a child Claudio showed a precocious passion for music and song that convinced him (with
the help of his parents) to participate in many competitions for new voices.
At just age thirteen, in 1964, Baglioni took part in “Voci nuove di Centocelle” [New voices of
Centocelle], a vocal competition that took place in his own neighborhood of Centocelle, just outside
Rome: on that occasion he performed “Ogni volta” [Every Time] by Paul Anka. He tried again the
following year and actually won, with “I tuoi anni più belli” [Your best years], the piece sung at
Sanremo that year by Gene Pitney and Iva Zanicchi. Other competitions followed, such as the
“Festival degli sconosciuti” [Festival of Unknowns] in Ariccia, Rome, and performances in small
cinemas of the Roman outskirts as well as parishes, always in front of a really small public, to which
he proposed a mix of protest songs, from the Beatles and Bertolt Brecht, to the poems of Pablo
Neruda and Cesare Pavese.
In 1969 producer Antonio Coggio, for RCA, signed Baglioni for the recording of his debut disc, a 45
rpm containing “Una favola blu” [A Blue Fable] and “Signora Lia” [Mrs. Lia]. The latter was entirely
composed by the young artist. After another single, “Io, una ragazza e la gente” [Me, a Girl and the
People], and the vocal participation in the soundtrack of Franco Zeffirelli's movie Brother Sun, Siter
Moon, he published his first album which was such a flop that it was withdrawn from the market after
only a few months.
However, luckily for us, his passion was strong and Baglioni pushed forward until 1972, when he
released “Questo piccolo grande amore” [This Little Big Love], a concept album in which the several
songs are linked to each other by a single story. It was an immediate success that reached the top
positions of Italy's hit parade and defined him as the Italian Romantic Singer-songwriter par
excellence. When the 45 rpm reached one million sold copies, he released a new album entitled
“Gira che ti rigira amore bello” [All Things Considered Beautiful Love]. This was also a great success,
with a theme and a prominent song, “Amore bello” [Beautiful Love]. This time the plot is a young
man traveling aimlessly in a yellow Citroen 2CV named 'Camilla', a car Baglioni actually owns.
From that moment on Claudio Baglioni's career was unstoppable; album after album he gained
notoriety and within a public that appreciated his originality, and his attempts to experiment new
musical languages, questioning himself and trying to grow out of the label of “the singer with the
thin t-shirt”. Baglioni speaks about love, but tries to overcome the typical “romantic” clichès, digging
deeper, describing melancholies, concerns, and disillusions of those who feel love.
His constant research of new expressive methods led to “Ninna nanna” [Lullaby] in 1974, in which
the music accompanied a poem by Trilussa. In “Poster”, on the other hand, he introduced the idea of
“going far away”, as expressed by the chorus in which the voice takes flight beyond the routine in
which the protagonists lives day by day.
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Baglioni demonstrated from the start his wish to not only concentrate on the topic of love, but also
on the world around him. In 1981, when the Berlin wall was still years away from being torn down, he
sang tenderly about the “girls of the East” and of their longing tears for a “springtime that never
came”.
Baglioni's success didn't diminish even when he focused on far fetched topics such as “I vecchi” [the
elderly], an affectionate portrait of those who reach the final stages of their life, or in “Uomini Persi”
[Lost Men], in which he leniently observed those who took wrong turns in their life, but that were
children a long time ago. And finally he composed refined works such as “Io sono qui” [I am here],
“Noi no” [Not us], “Io dal mare” [I from the sea], “Acqua dalla luna” [Water from the Moon], and
many others.
A career of over forty years has allowed Claudio Baglioni to maintain his original public, which was
subsequently joined by the younger generations. Not many Italian artists today have the opportunity
to perform in front of grandparents, parents, and those kids that today are the age of those kids that
in the 1970s saw the beginning of Baglioni's career and who today have white hair and the same
amount of enthusiasm, just like their idol.
And Baglioni's concerts are events in themselves, even if some of them have been surprises and
free, as happened in 2007, when he performed from the terrace of his house from the 1960s in
Centocelle. Or when he got on the 51 Bus in Rome and improvised on the guitar for a small number
of baffled passengers, a stunt he replicated in Milan on the 24 Tram and in Naples on a bus in Chiaia!
His latest large live event was the “One World Tour 2010 – Un solo mondo”, the first part of which
ended on May 29, 2010, with a sold out concert at London's Royal Albert Hall, in front of 3600
spectators. After the summer Claudio Baglioni has taken up his voyage through the five continents,
playing in Argentina, Chile, Brazil, Venezuela, Costa Rica, Colombia and now New York in the States,
after which he will move on to China, Japan and Australia before returning to Europe in December. A
concert that shouldn't be missed: three hours of music and memories in which Claudio Baglioni is
sided by a group of nine poli-instrumentalists. A unique opportunity for someone who has never
heard his songs, but also for all those fans who wish to personally meet a friend that shared a large
amount of life with them.
Friday, December 17 · 8:00pm - 10:30pm
Angel Orensanz
172 Norfolk Street New York, NY 10002-1602
New York, NY
1-866-55-TICKETS
www.inticketing.com [12]
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