I Transpadani vogliono la cittadinanza di Roma L’acquisizione della cittadinanza romana fu per secoli l’obiettivo di molti popoli assoggettatati o confederati, in particolare di quelli della Traspadania, che, come sappiamo, non avevano ricevuto un trattamento particolarmente favorevole da parte di Roma. Gli autoctoni si sentivano discriminati, anche se dalle loro terre provenivano ricchezze agricole che andavano a nutrire molti cittadini romani, e anche se alcuni villaggi erano diventati città di residenza per funzionari civili e militari, che per di più si erano accaparrati le terre migliori. Gli abitanti della Transpadana, peraltro, non stavano in una situazione diversa da quella degli altri popoli italici assoggettati e legati dal cosiddetto "patto sociale" che attribuiva loro la qualifica di "soci" appunto, e li obbligava a contributi per le guerre e il mantenimento dell'esercito, senza dar loro adeguati diritti e autonomia. I comandanti militari e i funzionari pubblici infatti erano sempre e solo romani. Nel corso del tempo il malcontento andò crescendo sino a sfociare in una vera guerra, la guerra sociale; gli alleati si ribellarono e combatterono per tre anni, dal 91 all'89 a.C.. In quell'anno venne emanata la Lex Pompeia che concedeva ai Transpadani lo Ius Latii cioè il diritto latino. Con questa legge, gli insediamenti maggiori della Transpadana diventavano così coloniae latinae. Così riferisce lo storico Ascanio Pediano: "Gneo Pompeo Strobone, padre di Gneo Pompeo Magno, dedusse colonie nella regione Brianza: Storia – I transpadani vogliono la cittadinanza di Roma 1 transpadana, ma non le formò con nuovi coloni; conferì la cittadinanza di diritto latino ai vecchi abitanti che vi rimanevano". I Transpadani tuttavia non si accontentarono di questo compromesso e continuarono a chiedere che venisse concessa loro la piena cittadinanza romana. Le rivendicazioni transpadane trovarono ascolto a Roma presso gli esponenti della fazione democratica, che stavano riorganizzando le loro file dopo la sconfitta subita da Mario a opera di Silla, e la breve dittatura di quest'ultimo. Così, nel 78 a.C. Lepido chiedeva nel suo programma di riforme la cittadinanza romana per i Transpadani e dieci anni dopo un personaggio di ben altro rilevanza si sarebbe interessato a queste popolazioni. Parliamo di Gaio Giulio Cesare che, come scrive Svetonio, nel 68 a.C, "partito innanzi tempo, si recò nelle colonie latine che si agitavano per ottenere la cittadinanza e le avrebbe incitate a osare qualche cosa se i consoli, appunto per ciò, non avessero (ivi) trattenuto le legioni che erano state arruolate per essere mandate in Cilicia". Nel 65 a.C. un amico di Cesare, Licinio Crasso (che con Cesare e Pompeo avrebbe formato il primo triunvirato, nel 60 a,C.), in quell'anno censore, tentò di iscrivere i Transpadani nelle liste di cittadinanza romana, ma la sua azione venne bloccata dal veto del collega,. Nel 63 a.C., infine, Cesare accusò di abuso davanti al magistrato Curione il console Pisone per aver inflitto un suppliciun iniustum a un transpadano. Cesare favorisce i Transpadani Nel pieno della sua marcia verso il potere, Giulio Cesare sembrò aver compreso che l'amicizia e la collaborazione dei transpadani erano assolutamente necessarie e mostrò nei fatti quanto gli stessero a cuore. Nel 59 a.C., anno del suo primo consolato, venne approvata la Lex Vatinia che promuoveva la creazione dell’insediamento coloniale di Novum Comum (Como), sul sito di un più antico villaggio gallico nel quale Pompeo Strabone aveva fatto insediare popolazioni retiche e un certo C. Scipione aveva trasferito 3.000 coloni. Cesare vi inviò 5.000 Coloni, fra i quali 500 Greci di nobili origini che avevano ricevuto la cittadinanza ed Brianza: Storia – I transpadani vogliono la cittadinanza di Roma 2 erano stati iscritti fra i coloni. Lo stesso Cesare, nel De bello gallico, riferisce in terza persona che “l'arrivo di Cesare fu accolto da tutti i municipi con incredibili manifestazioni di onore e di affetto". Una decina di anni dopo, divenuto dittatore dopo la sconfitta di Pompeo, egli concesse ai Transpadani la cittadinanza optimo iure, ovvero a pieno diritto. La risoluzione venne sancita nella Lex Roscia del 49 a.C., che attribuì a Milano lo status di municipium; nel 47 Bruto, figlio adottivo di Cesare e suo futuro assassino, diventò propretore della regione transpadana. Nel 42 a.C. infine, tutti i popoli italici entrarono nell'organismo statale romano con la Lex Rubria; per quanto riguarda in particolare la Transpadana Como da colonia diventò municipium. La cittadinanza romana segnò senza dubbio una conquista importante e di grandi conseguenze per la storia italica. Così con esaltata retorica, scrive il Marimonti:"... chi liberolla dai proconsoli, dai pretori, dai presidi, chi le concesse la perfetta cittadinanza di Roma chi di tutta l’Italia fece un corpo solo di nazione, un sol popolo, una sola città, fu Giulio Cesare il primo anno della sua dittatura. Fu allora che tutti gli abitanti della penisola dall'estremo Siculo al montanaro dell’Alpi, dimentichi del fraterno sangue versato, formarono una sola famiglia, e tutti con gioia esclamarono: “Io son Romano!”. Tuttavia, dopo la morte di Cesare - pugnalato com'è noto alle idi di marzo del 44 a.C., in seguito a una congiura - sembrò stranamente che la Transpadana parteggiasse per i cesaricidi soprattutto per Bruto. Cicerone, del partito senatoriale e avversario di Cesare, chiama infatti la Galia Transpadana "fiore dell’Italia sostegno del popolo romano" e Svetonio riferisce che a Milano restava una statua di Bruto anche dopo l'uccisione di Cesare. Dopo Cesare, e dopo la guerra fra Antonio e Ottaviano, che vide quest'ultimo vincitore e primo imperatore con l'appellativo di Augusto, si conobbe una lunga pace, la Pax Augustii. Negli anni di Augusto e degli Brianza: Storia – I transpadani vogliono la cittadinanza di Roma 3 imperatori della sua dinastia, la Giulio-Claudia, la legge di Roma si estese a tutti i popoli conquistati. Anche la Transpadana, iscritta nella IX Regione, godette di pace e prosperità; Milano e Como iniziarono allora a diventare centri rilevanti e tutta la regione venne dotata di una fitta rete di comunicazioni poiché apparve chiaro che lì, fra le due città. si trovava uno dei nodi principali del traffico e del commercio verso l'Europa. Brianza: Storia – I transpadani vogliono la cittadinanza di Roma 4