6 POLIAMBULATORIO Cardiologia Tonometria Arteriosa Radiale L a pulsatilità delle arterie risulta influenzata da numerosi fattori funzionali (funzione di pompa del cuore, distensibilità delle grandi arterie, frequenza cardiaca, attività del sistema nervoso autonomo, mediatori ormonali) e strutturali della parete arteriosa. Relativamente a questi ultimi, esiste dall’aorta ai vasi periferici una progressiva inversione del rapporto tra fibre elastiche e collagene, essendo le prime predominanti a livello dei vasi centrali di conduttanza e le seconde a livello dei vasi periferici. Numerosi studi clinici hanno dimostrato che con l’aumentare dell’età e con l’esposizione ai fattori di rischio cardiovascolari si verifica una progressiva compromissione delle caratteristiche elastiche dei vasi arteriosi e un aumento della rigidità vascolare che può favorire lo sviluppo e l’evoluzione delle malattie cardiovascolari. L’aorta, la più importante arteria di conduttanza, ha la funzione di accogliere la gittata sistolica del cuore e di propagarla come onda sfigmica in periferia durante la diastole (Figura 1). Infatti, grazie alle caratteristiche di distensibilità di tale vaso, solo il 35-40% della gittata sistolica (ossia del sangue espulso dal cuore durante la sua contrazione, la sistole appunto) raggiunge la periferia, mentre la rimanente frazione viene per così dire “incamerata” dalla sua capacità elastica. Al richiudersi della valvola aortica alla fine della sistole, il sangue continua ad essere sospinto verso la periferia grazie al ritorno elastico della parete aortica completan- do la funzione della pompa cardiaca e permettendo un adeguato flusso di sangue agli organi periferici. È questo il meccanismo per cui l’attività pulsatile di pompa del cuore si traduce in un flusso continuo nell’albero circolatorio. Quando la distensibilità dei vasi di conduttanza viene compromessa, si verificano due situazioni negative: da un lato, la ridotta capacità dell’arteria di ammortizzare il flusso di sangue emesso ad ogni sistole dal cuore si traduce in un aumento della velocità di trasmissione dell’onda di pressione in periferia, con conseguente aumento di carico di lavoro per il cuore ed incremento della pressione arteriosa sistolica; dall’altro, lo scarso ritorno elastico dell’aorta e delle grandi arterie riduce i valori della pressione arteriosa diastolica, con conseguente riduzione della pressione di perfusione delle arterie coronarie che, a causa della compressione subita durante la contrazione cardiaca in sistole, trovano proprio nella fase diastolica la loro unica fase di riempimento (perfusione). Un aumento di rigidità della parete aortica produce un sovraccarico pressorio sul ventricolo sinistro che ne genera di conseguenza ipertrofia (ossia aumento di spessore parietale) e, nel tempo, ridotta efficienza contrattile (insufficienza cardiaca). Dal canto suo, la riduzione della pressione diastolica facilita la comparsa di ischemia miocardica per la ridotta perfusione dei vasi coronarici. Risulta chiaro, quindi, come le conseguenze di un’aumentata rigidità arteriosa possano associarsi ad una UN NUOVO MEZZO DI SCREENING PER LA STIMA DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE un ulteriore aumento della pressione di picco, chiamato Augmentation index (Aix). L’effetto dell’onda riflessa sull’onda incidente a livello dell’aorta ascendente viene espressa quindi come Aix ed è una misura del carico addizionale a cui il ventricolo sinistro è sottoposto a causa dell’onda di riflessione. L’Aix può essere calcolato in valori percentuali come la differenza (DP) fra il picco di pressione tardivo o massima pressione sistolica (P2) e quello precoce (P1) rapportato alla pressione differenziale (PP) (Figura 3). Nel contempo l’aumento della rigidità aortica determina una riduzione dell’onda riflessa durante la diastole, causando una più ripida inclinazione del profilo diastolico (Figura 4). In considerazione della non invasività, della semplicità d’uso e della possibilità di monitorare nel tempo i parametri esaminati, la tonometria si propone non solo come strumento diagnostico ma anche come valido ausilio per guidare mirate strategie di intervento terapeutico e di prevenzione in molteplici situazioni cliniche fra cui l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, la sindrome metabolica, le dislipidemie e tutte le condizioni di aumentato rischio cardiovascolare. L’EIEZIONE DEL VENTRICOLO SINISTRO GENERA UN’ONDA DI POLSO CHE VIENE PROPAGATA LUNGO L’ALBERO ARTERIOSO Sangue = fluido incomprimibile Arterie = condotto elastico Propagazione dell’onda lungo la parete arteriosa SISTOLE LV FIGURA 1 sfavorevole prognosi cardiovascolare. Nella pratica clinica, la rigidità aortica e la riduzione della sua distensibilità possono essere stimate non invasivamente, in maniera indiretta, mediante la valutazione dell’onda di polso (Pulse Pressure) e l’Augmentation index (Aix) ed, in maniera diretta, mediante la valutazione della velocità di propagazione dell’onda di polso (PWV= Pulse Wave Velocity). Entrambi questi indici sono facilmente rilevabili mediante la tecnica della Tonometria Arteriosa Radiale. ll tonometro è un apparecchio semplice, maneggevole e non invasivo, che permette di rilevare la pressione di polso comprimendo un’arteria superficiale, quale quella radiale, sulle strutture ossee sottostanti (Figura 2). Da essa viene poi derivata, mediante un algoritmo incorporato in un software MORFOLOGIA DELL’ONDA DI POLSO validato, la pressione arteriosa centrale e la pressione media aortica centrale sia sistolica che diastolica. La morfologia dell’onda sfigmica aortica, ottenuta mediante tonometro (Figura 3), deriva dalla risultante dell’onda anterograda proveniente dal cuore (incident wave o P1 height) e dall’onda retrograda riflessa (reflected wave o DP). Quest’ultima è costituita dal sommarsi dell’onda di restituzione elastica dell’energia assorbita dall’aorta durante la sistole e dall’onda retrograda riflessa di flusso proveniente dai vasi periferici di resistenza. In presenza di rigidità aortica si assiste da una parte ad un aumento della velocità con la quale viene raggiunto il picco pressorio sistolico, dall’altra, il ritorno anticipato dell’onda riflessa verso il ventricolo sinistro, ancora in sistole, determina Dott. Riccardo Bigi Dipartimento di Scienze Cardiovascolari Università di Milano, Coordinatore Cardiologia CDI IMPATTO DELL’ONDA PRECOCE DI RIFLESSIONE (mmHg) 150 SP AORTICA 140 Incremento della pressione differenziale centrale P1 130 Aumento del carico sul Vsx 120 110 Riduzione della pressione di perfusionecoronarica in diastole Alx=( P/PP)x100 PRESSIONE (mmHg) 100 90 80 70 DP T0 T1 T2 Insicura (msec) 0 ED FIGURA 2 FIGURA 3 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 SISTOLE TEMPO (msec) FIGURA 4 DIASTOLE