ita. IL TESTO TEATRALE

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IL TESTO TEATRALE
(cenni/sintesi)
Per TESTO TEATRALE si intende:
- sia il testo letterario scritto per il teatro (Commedia, Tragedia ecc)
- sia la messa in scena del testo scritto, ovvero lo spettacolo teatrale che ha luogo di fronte ad un pubblico.
Il termine TEATRO deriva dal latino “theatrum” e dal greco “théatron” (= guardare, essere spettatore). Il termine
TEATRO indica:
- l’atto di guardare da parte degli spettatori
- l’insieme del pubblico che assiste allo spettacolo/alla messa in scena
- il luogo dove avviene l’allestimento di uno spettacolo
- l’insieme delle opere teatrali di un autore (ad es. il teatro di Pirandello, il teatro di Shakespeare ecc)
- l’insieme delle opere di un’epoca storica (ad es. il teatro del ‘600, il teatro del ‘900 ecc)
- una compagnia di attori diretta da un regista
- un genere letterario, per classificare le opere che fanno parte della letteratura drammatica.
Struttura 
Autore

Spazio 
Azione 
TESTO DRAMMATICO
TESTO TEATRALE
Testo letterario scritto
Messa
in
scena
del
testo
drammatico
Lo scrittore, il regista, la compagnia
teatrale, gli operatori ecc
L’edificio teatrale
E’ data dalle parole ma anche da
elementi extraverbali (azione, voce,
costume, trucco ecc)
Il drammaturgo
La pagina del libro
È data dalle parole dei personaggi
La comunicazione teatrale è complessa e ha carattere misto, perché si fonda sulla combinazione di più codici/linguaggi
che agiscono contemporaneamente:
- codice visivo
- codice sonoro
- codice mimico
- codice gestuale.
Il testo drammatico è in rapporto dinamico con lo spettacolo ed è destinato alla messa in scena.
E’ stato ARISTOTELE nella “Poetica” 330 a.C. circa, a dare il nome di “dramma” (= dal greco DRAO  “agisco”) a
tutte le narrazioni in versi e in prosa scritte per essere rappresentate sul palco dove i personaggi parlano e agiscono
direttamente.
Il TESTO DRAMMATICO è diverso dal TESTO NARRATIVO.
Aristotele nella “Poetica” distingue i concetti di narrativo e drammatico sulla base del “concetto di imitazione” che può
esprimersi e avvenire in due modi:
- imitazione narrativa = vi è un narratore che racconta la storia.
- imitazione mimetica = vi sono personaggi che agiscono direttamente e sono +/- in contrasto tra loro, vi è una
storia, non v’è un narratore. Tutto è dato dal dialogo tra i personaggi (forma dialogica) e dalla loro azione. Nel
testo drammatico il tempo della storia e il tempo del discorso coincidono, la forma della durata temporale è la
scena.
MODELLO DEL TESTO NARRATIVO di Cesare Segre:
IO emittente  IO narratore o personaggio  EGLI personaggio narrato  IO-TU  TU destinatario
MODELLO DEL TESTO TEATRALE di Cesare Segre:
IO emittente
|
IO personaggio  EGLI narrato  TU personaggio
|
TU destinatario
MODELLO DI COMUNICAZIONE OBLIQUA di Cesare Segre:
IO autore
↓
IO personaggio TU personaggio
|
↓
 TU spettatore
Nel testo drammatico abbiamo:
- Elenco dei personaggi
- Eventuale Prologo
- Personaggi in azione sulla scena
- Dialogo tra i personaggi con Battute si alternano a vicenda e con l’eventuale presenza di Monologhi di una dato
personaggio (= sequenza riflessiva in cui il personaggio parla con se stesso mettendo a nudo la propria coscienza
 il Monologo è una sorta di pausa all’interno dell’azione drammatica). Nel dramma abbiamo anche “battute a
parte” = il personaggio fornisce elementi di pensiero, sono in corsivo e tra parentesi, possono considerarsi come
“fuga di notizie”
- Didascalie (suggerimenti per la rappresentazione scenica)
- Atti  5 atti oppure 3 atti oppure 1 atto unico, ogni atto contiene più scene
FABULA = è l’insieme degli eventi e delle azioni nella successione cronologica.
INTRECCIO = è l’insieme degli eventi e delle azioni secondo l’ordine della narrazione/del racconto.
TEMPO DELL’AZIONE = ampiezza temporale della vicenda dall’inizio alla fine. Il tempo dell’azione può essere
dilatato oppure ristretto.
LUOGO DELL’AZIONE = è il luogo dove si svolge l’azione.
N.B. Aristotele sostiene che il Dramma si fonda su alcuni principi fondamentali:
-
VEROSIMIGLIANZA
COERENZA
UNITA’ D’AZIONE, UNITA’ DI TEMPO, UNITA’ DI LUOGO (elementi questi che lo distinguono
dall’Epica/dall’Epos)
SISTEMA DEI PERSONAGGI = i personaggi sono il motore della vicenda. I personaggi parlano e agiscono. Tra
azione, pensiero, carattere e dizione vi deve essere coerenza. La psicologia dei personaggi, il loro carattere,
solitamente deve emergere dall’azione più che dal dialogo.
Per quanto riguarda i personaggi esistono:
In base al ruolo:
- protagonisti
- antagonisti
- aiutanti
- oppositori
In base all’importanza:
- principali
- secondari o comprimari
- comparse
DIDASCALIE = sono in corsivo, a volte tra parentesi. Si tratta dei suggerimenti che riguardano la scena e la recitazione
dei personaggi (ambiente, atteggiamenti, stati d’animo, gestualità, luci ecc).
PEFORMATIVI = tutti gli enunciati di un testo drammatico sono performativi, cioè finalizzati all’Azione. Hanno una
funzione conativa, ossia esortano, ordinano di fare qualche cosa. Il linguaggi drammatico è performativo.
DEITTICI = sono gli indicatori pronominali (io, tu, egli, questo, quello, mio, tuo ecc) e gli indicatori avverbiali (là, qui,
adesso, così ecc). Essi indicano con esattezza i gesti dei personaggi, i tempi e i luoghi della loro azione.
DRAMMATURGIA: con questo termine s’intende la tecnica di composizione di un testo teatrale.
Le più alte forme di drammaturgia sono la Tragedia e la Commedia del Teatro greco.
La TRAGEDIA e la COMMEDIA
- hanno origine in Grecia, tra il VI-V sec. a.C;
- in origine nel mondo greco hanno una funzione religiosa, sociale ed educativa  il teatro costituisce un
momento di aggregazione sociale e si propone di trasmettere agli spettatori i valori civili, morali e religiosi
- è il filosofo ARISTOTELE a definire le regole di composizione della Tragedia e della Commedia nell’opera
intitolata POETICA (330 a.C. ca.). Nel primo libro parla della Tragedia e dell’Epica, nel secondo libro “perduto”
parla della Commedia.
Aristotele individua alcuni principi fondamentali che sono:
1) il Mito/la Favola, 2) l’Azione, 3) il Pensiero, 4) il Carattere), 5) la Dizione, 6) l’Adattamento scenico e la
musica. Inoltre parla di 7) Verosimiglianza, 8) Coerenza, 9)
Coesione, 9) Tre Unità fondamentali:
unità di tempo, unità di luogo, unità d’azione.
Aristotele distingue tra Tragedia e Epica e Commedia:
- la Tragedia e l’Epica hanno personaggi alti, elevati e nobili, deve suscitare pietà e terrore e favorire la catarsi,
ovvero la “purificazione dell’anima”
- la Commedia ha personaggi né alti, né nobili, né elevati, bensì volgari  dove per volgarità si intende l’elemento
del “ridicolo” che deve suscitare il riso
- la Tragedia ha un inizio + e un finale – (tragico)
- la Commedia ha un inizio – e un finale + (non tragico)
- mentre la Tragedia ha unità di luogo, di spazio e di azione, l’Epica non ha unità di luogo, di spazio e di azione
- nell’azione vi sono inoltre alcuni elementi importanti che sono: il Riconoscimento, la Peripezia, lo Spannung o
Nodo, l’Esordio, la Soluzione o Scioglimento
- l’azione si divide in  Prologo, + Atti (solitamente 5 o 3), + scene (1 atto = + scene), Epilogo
- i grandi tragediografi greci sono  Eschilo, Sofocle, Euripide
-
i grandi commediografi greci sono  Aristofane (= fase della Commedia attica antica, in cui predominano temi
politici e di satira sociale), Menandro (fase della Commedia attica nuova, in cui predominano i contrasti amorosi)
 Teatro dell’antica Roma:
Il teatro romano/latino, sia nel genere tragico sia nel genere comico, si ispira e si modella sull’esempio del modello
greco.
A Roma il teatro perde ogni legame con la religione, con l’educazione, diventa spettacolo, divertimento.
I latini privilegiano la Commedia rispetto alla Tragedia, perché il popolo romano è più incline al riso.
La tragedia a Roma viene letta o recitata davanti a un pubblico ristretto, ricco e colto (ad es. le tragedie di Seneca).
I maggiori commediografi latini sono  Plauto (= la sua è una satira sociale che mette in ridicolo i vizi) e Terenzio
(= il suo è un umorismo colto e raffinato).
Atellana = è una farsa latina sorta in Campania intorno al 300 a.C. Si tratta di un teatro popolare improvvisato sulla
base di canovacci che ritraggono situazioni della vita contadina, con personaggi che sono “tipi fissi” (lo sciocco, il
parassita, il vecchio, il giovane ecc)
 Teatro medievale:
- durante il Medioevo scompaiono i generi classici sia per il venir meno della classicità, sia per la diffidenza della
Chiesa nei confronti delle opere greche e latine considerate “pagane e profane”.
- nasce una nuova forma di teatro a carattere religioso  le LAUDI DRAMMATICHE, ovvero dialogate, che
rappresentano episodi delle Sacre Scritture e della vita dei santi (agiografie). Il loro tema di fondo è la vittoria del
bene sul male. Queste vengono rappresentate con mezzi scenici elementari o all’interno delle chiese o nelle piazze.
Dalle Laudi drammatiche, intorno alla fine del XIV sec., si sviluppano le SACRE RAPPRESENTAZIONI:
carattere religioso, intreccio lineare, vita del santo dalla nascita alla morte, senza unità di azione. Le sacre
rappresentazioni trovano il loro massimo sviluppo tra XV-XVI secolo.
- nasce una nuova forma di teatro a carattere laico/profano  il teatro diffuso dei giullari (dei menestrelli, dei
cantastorie ecc).
 Teatro rinascimentale:
- durante il Rinascimento si riscopre la classicità greco-romana, si ritorna ai generi tradizionali della Tragedia e
della Commedia. Si tratta di un recupero della classicità di tipo dotto, erudito, manieristico, in quanto si
vogliono “imitare” i modelli greci e latini.
- si torna a rispettare le tre unità di tempo aristoteliche (u.t., u.l., u.d’az.)
- i testi sono divisi in atti e questi a loro volta divisi in scene (+ atti 5 o 3 e + scene per atto)
-
-
si riscopre la commedia latina di Plauto e di Terenzio
le opere vengono solitamente rappresentate davanti alle corti principesche
abbiamo autori come: ARIOSTO, ARETINO, MACHIAVELLI, RUZANTE
intorno al ‘500 nasce la COMMEDIA DELL’ARTE: si tratta di compagnie di attori girovaghi con un
capocomico che utilizzano canovacci sui quali si improvvisa (= si dà molto spazio all’improvvisazione
dell’attore); i personaggi sono “tipi fissi” riconoscibili dalla “maschere” e dagli accessori
nella seconda metà del ‘500, durante il periodo elisabettiano (Elisabetta I, 1558-1603), il teatro inglese è
caratterizzato dai drammaturghi elisabettiani, tra i quali spicca WILLIAM SHAKESPEARE
 Teatro del Seicento:
- in Europa si assiste a un certo fermento teatrale  sviluppo degli intrecci, approfondimento dei caratteri dei
personaggi, elaborazione formale, sperimentazione di
effetti scenici; si formano due filoni principali: a) filone
classico che elabora opere sostanzialmente “regolari”, b) filone libero e innovativo che mescola tradizione ed
innovazione
- nel corso del ‘600 la BORGHESIA diventa la protagonista principale di un teatro aperto al REALISMO che
utilizza il riso come strumento di critica sociale
- in Italia  abbiamo: a) l’imitazione del teatro classico greco-romano, b) la Commedia dell’arte, c) il teatro
diffuso dei giullari a livello popolare; nel corso del ‘600 nasce/si fa strada un nuovo genere, il
MELODRAMMA (= dramma melodico o dramma per musica, si tratta di una composizione teatrale in versi che
anziché essere recitata viene cantata da attori-cantanti con l’ausilio dell’accompagnamento musicale). Il nome
più famoso nel genere Melodramma è quello di Metastasio (1698-1782). Dall’Italia, il Melodramma si diffonde
in breve tempo in tutta Europa.
-
Teatro del Settecento:
- la BORGHESIA diventa sempre più la protagonista indiscussa delle rappresentazioni teatrali, ciò determina il
venir meno/il declino della Tragedia
- si sviluppa un nuovo tipo di Commedia  la Tragicommedia = a) mescola l’elemento tragico e l’elemento
comico, b) gli eroi sono borghesi, c) è incline alla satira sociale
- in Italia abbiamo la COMMEDIA GOLDONIANA/CARLO GOLDONI (1707-1793): riforma il teatro,
partendo dai canovacci e dalle maschere della Commedia dell’arte, vi sostituisce gradualmente un teatro in cui i
testi sono scritti interamente, organici, compatti, facendo così non più un teatro di maschere, ma un teatro di
caratteri e di ambienti.
-
-
-
-
Teatro dell’Ottocento:
- durante il Romanticismo, la Tragedia lascia il posto al Dramma, incentrato sull’eroismo, sull’avventura,
sull’onore, sulla passione, sulla ricerca delle radici e della coscienza nazionale (Schiller, Kleis, Goethe, byron,
Hugo ecc).
In Italia, il teatro romantico è essenzialmente un teatro tragico, che sviluppa argomenti storici con intenti politici
che rispecchiano idee religiose e morali  abbiamo ALESSANDRO MANZONI (1785-1873): il suo è un
teatro romantico di tipo storico  vedi IL CONTE DI CARMAGNOLA e ADELCHI.
In Italia, il melodramma prosegue con le opere di ROSSINI, BELLINNI, DONINZETTI, VERDI
In Francia abbiamo il Vaudeville  si tratta di un tipo di commedia di intreccio basata sugli equivoci a catena,
sugli scambi di persona, sugli imprevisti
Nella seconda metà dell’Ottocento, con l’affermarsi del Realismo e del Naturalismo  si abbandonano i
monologhi, spariscono gli “a parte”, la centralità è data al dialogo, la storia è sempre più impersonale e oggettiva,
l’azione si svolge in un luogo e in un tempo precisi, i personaggi sono a “tutto tondo” e mutano nel corso della
vicenda  in questo modo nasce il cosiddetto DRAMMA BORGHESE, incentrato sul realismo, il mondo
borghese, i problemi quotidiani, i cui massimi esponenti sono IBSEN e CECHOV
Teatro del Novecento:
- D’Annunzio cerca di creare un tipo di “Tragedia moderna” = una sintesi tra il genere tragico classico ed i
nuovi eroi borghesi; il suo è un “teatro estetico di parola” piuttosto che un “teatro di pensiero”
- le AVANGUARDI STORICHE:
elaborano nuovi linguaggi, nuove tecniche espressive ecc. In particolar
modo Dadaismo e Futurismo. L’innovazione più importante è operata dai Futuristi che producono un “teatrosintesi”: scena rapida, illuminazione improvvisa, polemica verso la tradizione, esaltazione della modernità ecc,
rapporto diretto attori-pubblico  il teatro futurista favorisce la nascita del cosiddetto “Varietà”
- PIRANDELLO: porta sulla scena la disgregazione dell’uomo contemporaneo
- BERTOLT BRECHT: dà vita al “teatro epico”. Il suo teatro prevede che il pubblico assuma una posizione di
distacco critico rispetto a quanto accade nella finzione della scena. Lo spettatore attraverso il teatro deve
conoscere i problemi del reale e prendere coscienza politica della propria vita. Le scene del teatro brechtiano
sono spesso interrotte da “song” e fanno uso di espedienti come l’assenza della scenografia, i cartelli per indicare
i luoghi della scena ecc
LO SPAZIO TEATRALE:
Per spazio teatrale si intende: 1) il teatro  l’edificio teatrale, 2) la sala  il luogo dove si
svolge lo spettacolo, 3) la scena  il luogo in cui si muovono gli attori
 Lo spazio teatrale in Grecia: a) permette una fruizione collettiva e partecipata di un
pubblico numeroso e indifferenziato, di tutta la comunità, b) è un edificio all’aperto c)
prevede alcuni elementi: cavea, orchestra, proscenio, scena
CAVEA
per gli
SPETTATORI
ORCHESTRA
per il
CORO
PALCOSCENICO
per gli
ATTORI
SCENA
come elemento
scenografico e per c
per cambi d’abito
 Lo spazio teatrale a Roma:
- si avvicinano cavea e proscenio
- nel periodo imperiale il teatro assume forma ellittica
- la fruizione è collettiva, ma il teatro romano si svincola dall’elemento religioso, per
diventare puro e semplice “spettacolo”, ovvero una forma di divertimento (commedia>
tragedia)
 Lo spazio teatrale nel Duecento e Trecento:
- il teatro si allestisce all’interno delle chiese o nelle piazze di fronte alle chiese ed anche
nelle vie delle città
- l’argomento è sempre di tipo religioso
- gli attori sono per lo più religiosi coadiuvati da laici
- coinvolge l’intera popolazione e dura diversi giorni
- abbiamo le sacre rappresentazioni (vita di Gesù, vita dei santi = agiografie ecc, Via
crucis)
- abbiamo uno svolgimento dell’azione per episodi successivi e consequenziali  si
costruiscono e installano le cosiddette “case” una di fianco all’altra, di legno, dove si
svolge ogni singola scena; questi “luoghi deputati” sono disposti a cerchio, a rettangolo,
in linea retta ecc
 Lo spazio scenico nel Cinquecento:
- nasce il teatro all’italiana con gli spettatori seduti di fronte allo spettacolo
- il potere signore utilizza il teatro per fini ludici, politi, sociali; nel periodo rinascimentale
prende piede l’idea di una “città ideale”
- il modello dell’edificio teatrale è ripreso dalla classicità, dal mondo greco-romano
- il teatro viene costruito in un’area all’interno delle corti
- il teatro elisabettiano/shakespeariano  è l’esempio di un teatro pubblico
- nasce la prospettiva scenica che si avvale di quinte mobili
 Lo spazio scenico nel Seicento e Settecento:
- dalla forma semicircolare si passa alla forma a U (Teatro di Parma)
- il teatro vede la comparsa dei “palchi o palchetti”
- rapporto frontale spettacolo-spettatore
 Lo spazio scenico nell’Ottocento:
- si diffonde il teatro cittadino, ovvero un luogo specifico destinato al teatro, strutturato e
ben organizzato (camerini, depositi per le scenografie, sartorie, falegnamerie, sala luci,
la sala, la platea, i palchi, la galleria/il loggione, il bar, le sale di attesa ecc
 Lo spazio scenico nel Novecento:
- abbiamo teatri tradizionali
- abbiamo teatri innovativi, nuovi, moderni, concepiti secondo le proposte
dell’Innovazione e della Ricerca
- nasce l’idea di spazio scenico come luogo polivalente, poliedrico, multifunzionale
SUONO, LUCE E MACCHINE:
Accanto alla scenografia ci sono degli elementi fondamentali nel teatro che sono il SUONO, la
LUCE e le MACCHINE SCENICHE. Queste tre categorie nel corso del tempo si sono evolute
parallelamente con le trasformazioni del teatro.
- Suono  la voce degli attori, il sottofondo musicale e/o la musica, gli effetti sonori (=
rumori, ecc); gli effetti sonori sono competenza dei fonici e/o dei tecnici del suono;
- Luce  luce naturale, luce delle candele, delle torce, dei bracieri (dal teatro antico sino al
teatro del Settecento e dell’Ottocento), effetto “chiar di luna” ed effetto “luce solare” (‘700),
illuminazione a gas (prima metà dell’Ottocento), illuminazione elettrica (fine ‘800, inizi ‘900
in poi)
- Macchine  tutte le macchine teatrali utili per la rappresentazione e/o la messa in scena
ATTORE:
- nel teatro greco  gode di rispetto e ha un’ottima posizione sociale
- nel teatro romano  la professione dell’attore è considerata socialmente disonorevole,
egli appartiene alla categoria degli schiavi; l’attore più importante del teatro romano
secondo Cicerone è un certo Roscio; lo scopo dell’attore è quello di far divertire
- nel teatro medievale  per ciò che riguarda le Sacre rappresentazioni gli attori possono
essere esponenti del clero e/o laici molto religiosi; per ciò che attiene il teatro profano
abbiamo il GIULLARE, il giocoliere, il saltimbanco, l’acrobata  il teatro diffuso dei
giullari
- nel teatro del ‘500  attori della Commedia dell’arte che sono professionisti, recitano
sulla base di un copione/canovaccio ed improvvisano (= l’improvvisazione è importante)
- nel ‘600-‘700  abbiamo l’attore professionista tragico e comico
- nell’Ottocento  ha un ruolo sociale importante, nascono compagnie di attori ben
strutturate (capocomico, primo attore, prima attrice, attore giovane, attore brillante,
attore caratterista ecc); l’attore si specializza in un ruolo che tende a mantenere per tutto
l’arco della sua carriera; abbiamo le tournee teatrali e il fenomeno del “divismo” (es.
Eleonora Duse che anticipa il modello attoriale del ‘900)
- nel ‘900  la nascita della regia teatrale e il ruolo preponderante del regista mette in
crisi il principio del ruolo/dei ruoli; nascono le “Scuole per attori”
IL COSTUME, LA MASCHERA, IL TRUCCO:
- Teatro greco  lunga tunica, spalle imbottite, copricapo, coturni, maschera (finalità
espressiva e come cassa di risonanza della voce), uso di parrucche colorate, accessori;
nel teatro comico, costume maschera e trucco hanno una finalità comica
- Teatro Sacre rappresentazioni  i costumi e gli oggetti scenici sono elementari ma
individuano bene il personaggio (la croce, le tavole dei 12 comandamenti, angeli,
diavoli, forconi, polveri piriche ecc), i colori degli abiti hanno un significato simbolico,
la maschera è utilizzata per le apparizioni diaboliche o per i travestimenti carnevaleschi
- Teatro di Corte del ‘500  c’è l’esigenza di storicizzare i costumi
- Teatro ‘600 e ‘700  il costume è un elemento decorativo che deve meravigliare e
stupire come la scenografica
- Teatro ‘800  l’esigenza del realismo fa sparire la maschera e trasforma il costume in
una sorta di documento (= precisione storica), inoltre la sua funzione primaria è quella di
caratterizzare psicologicamente e socialmente il personaggio
- Teatro ‘900  il costume la maschera e il trucco assolvono diverse funzioni, spesso in
sinergia tra loro (ricostruzione storica, elemento decorativo, caratterizzazione del
personaggio)
LA REGIA TEATRALE  la Regia è un modello di teatro che si afferma nel ‘900. Nel corso
del ‘900 si concepisce sempre più il teatro come lo spettacolo del regista che è insieme creatore
e interprete dell’opera teatrale; agli inizi del ‘900 la regia si costruisce attraverso un accumulo
di poetiche diverse fra loro ma che presentano istanze comuni: a) volontà di ridare dignità
d’arte al teatro, b) gusto della sperimentazione, c) interesse per la destinazione sociale del
teatro ecc.
Nella seconda metà del ‘900 si fa spazio una visione globale del teatro.
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