WORD - di don Curzio Nitoglia

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LA “CONFERENZA EPISCOPALE TEDESCA”
E LA “MASSONERIA LATINA & INGLESE”
d. CURZIO NITOGLIA
26 marzo 2011
http://www.doncurzionitoglia.com/conferenza_episcopale_tedesca_e_massneria.htm
«L’esame si è esteso proprio a quella massoneria che è ben disposta nei riguardi
della Chiesa cattolica; e anche qui si sono dovute constatare delle difficoltà
insuperabili»
(‘Conferenza Episcopale Tedesca’, Dokumentation, n° 10, 12 maggio 1980, cap. IV, § 11).
Prologo
In ambiente teoconservatore è diffusa l’idea che mentre la massoneria latina
(francese, italiana e sud-americana) è inconciliabile col cattolicesimo, poiché
anticlericale, irreligiosa ed anche atea, quella anglo-americana, invece, essendo
deista e non anticristiana né tanto mano anticlericale, potrebbe essere conciliabile
col cattolicesimo. Per cui l’appartenenza del cattolico alla massoneria angloamericana sarebbe lecita. Il fatto che i Papi da CLEMENTE XII (enciclica In eminenti, 20
aprile 1738) sino a PIO XII (L’Osservatore Romano, 19 marzo 1950, articolo “Nulla è
cambiato nella legislazione della Chiesa rispetto alla massoneria”, firmato dal
‘Maestro dei Sacri Palazzi’, il teologo ufficiale del Papa, padre MARIANO CORDOVANI)
abbiano emesso circa 586 condanne della massoneria non proverebbe nulla dacché
essi non conoscevano ancora la distinzione delle due massonerie, delle quali una
malvagia, ma l’altra buona ed hanno incluso nelle condanne della massoneria sia
quella latina (giustamente condannabile), sia quella anglo-americana (la quale,
invece, oramai sarebbe compatibile col Cristianesimo e non cadrebbe più sotto
condanna).
Nell’ultimo dopo-guerra, invece, la massoneria, specialmente quella angloamericana, avrebbe svelato quasi totalmente i suoi veri connotati filosofici essoterici,
profani o pubblici, il cui significato è comprensibile anche al pubblico dei non iniziati
ai segreti della massoneria, ed avrebbe mostrato, così, come essa non ha nulla di
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contrario verso la Chiesa cattolica, la quale, perciò, dovrebbe aprirsi anche al dialogo
inter-religioso con la massoneria anglo-americana. Inoltre anche in vari Paesi latini vi
sono delle logge che preferiscono non seguire la “tradizione” anticlericale della
massoneria ufficiale latina ma si rifanno a quella ‘deista’ della massoneria anglostatunitense. Infine la mutazione, che avrebbe subito la massoneria nei Paesi in cui
era stata sciolta dai Regimi dittatoriali (Italia e soprattutto Germania), ha portato la
massoneria - specialmente quella tedesca - a far visionare i propri ‘Statuti’ sino al 3°
grado (pubblico, essoterico, non iniziatico) dalla ‘Conferenza Episcopale Tedesca’
verso la fine degli anni Settanta.
Dichiarazione della ‘Conferenza Episcopale Tedesca’
●Dal 1974 sino al 1980, per lunghi sei anni, si svolsero tra la “Conferenza Episcopale
Tedesca” (d’ora in poi “CET”) e le “Grandi Logge Unite” della massoneria germanica
(d’ora innanzi “GLU”) dei dibattiti ufficiali al fine di appurare se veramente nella
massoneria non anticlericale, di origine anglo-americana, si fosse prodotto un
cambiamento sostanziale di vedute filosofiche tale da giustificare l’appartenenza dei
cattolici alla massoneria non apertamente irreligiosa come quella latina. La Chiesa ha
potuto studiare ed esaminare la documentazione massonica messa a sua disposizione
dalle “GLU” tedesche. La questione se la massoneria fosse cambiata essenzialmente è
stata sviscerata profondamente a partire dai ‘Documenti ufficiali’ della massoneria
stessa, ed ha avuto una risposta chiara e definitiva nel 1980 da parte della “CET”
(rara avis, nei tempi che corrono). Infatti era necessario studiare la natura e la
dottrina oggettiva della massoneria stessa per potere condurre un esame veramente
oggettivo del problema dei rapporti catto-massonici occorreva studiare i ‘Rituali
ufficiali’ della massoneria, a prescindere dal sentire soggettivo del singolo massone,
la massoneria tedesca mise a disposizione dell’Episcopato germanico i suoi ‘Rituali’
sino al 3° grado.
●La Rivista ufficiale della “CET”, Dokumentation, n° 10 del 12 maggio 1980, ha
riportato e pubblicato le conclusioni cui sono pervenuti i Vescovi tedeschi. Sino ad
ora, in vari articoli sulla massoneria, le ho citate soltanto en passant, nel presente
articolo riporto le più significative e le commento brevemente.
La lotta comune contro il materialismo ateo come punto di partenza
Questo trabocchetto della ‘mano tesa’ ai cattolici per agire unitamente ai massoni
deisti è stato anche quello del “catto-comunismo revisionista” di BLOCH e RODANO
verso i “cristiani per il socialismo dal volto umano”, per cui cattolici e comunisti non
strettamente atei e materialisti avrebbero potuto e dovuto lottare assieme per “un
mondo migliore”. Tale trappola l’abbiamo già studiata in questo stesso sito e il
lettore può rifarsi a tali articoli per avere la risposta esauriente. Esso è purtroppo
pure quello che anima il pan-ecumenismo estremo e “radicale” di ‘Assisi I e II’ (19862011), nato da quello iniziale e “mitigato”, con Unitatis redintegratio e Nostra
aetate, durante il Concilio Vaticano II (1965), il quale si avvale della scusa della lotta
contro l’ateismo materialista per unire tutte le religioni del mondo - purché credano
in una vaga Deità - in giornate di preghiera e in ‘assisi’ o ‘sedute’ di dialogo costante,
per ottenere la pace interna ed esterna nel mondo, messa in pericolo dall’ateismo e
dal materialismo. La risposta lucida e penetrante della “CET” riguardo alla
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massoneria detta ma non dimostrata come “cambiata”, ci aiuterà a capire se lo
stesso suo argomentare possa essere applicato al catto-comunismo (argomento già
affrontato varie volte in questo spazio web) e al pan-ecumenismo del Concilio e del
post-concilio.
La risposta della Chiesa
La “CET” alla fine dei sei anni d’incontri e di studi sui ‘Rituali’ massonici deve
constatare che tra Chiesa e massoneria vi sono «contrasti fondamentali ed
insuperabili. La massoneria non è mutata nella sua essenza. […]. L’appartenenza
contemporanea alla Chiesa cattolica e alla massoneria è esclusa» (Dokumentation, n°
10 del 12 maggio 1980, cap. III, § 4). L’ermeneutica della discontinuità tra vecchia e
nuova massoneria, affermata dai massoni tedeschi, non è stata provata da essi, anzi
la “CET” ha dimostrato l’esatto contrario, vi è perfetta e sostanziale continuità tra la
dottrina della massoneria antica e quella contemporanea ed inoltre non vi è
sostanziale diversità tra massoneria latina e quella anglo-americana, ma sussistono
solo delle sfumature accidentali, quanto al modo di operare, che rendono
inconciliabile la dottrina della Chiesa con quella della massoneria anche angloamericana. Ogni asserto va dimostrato non basta enunciarlo affinché esso sia ipso
facto vero. Altrimenti si passerebbe dall’ordine ideale o logico a quello reale o
ontologico: siccome penso e dico di essere miliardario, sono realmente miliardario. È
il vecchio argomento ontologico, che scambia l’idea per la realtà. Quod gratis
affermatur, gratis negatur.
I motivi dell’incompatibilità
1°) La filosofia massonica
«La visione del mondo dei massoni non è fissata in maniera vincolante. Prevale la
tendenza umanitaria ed etica. […]. Non si constata l’esistenza di un’ideologia comune
vincolante. Invece il relativismo appartiene alle convinzioni fondamentali della
massoneria» (Ibid., cap. IV, § 1). Vale a dire non vi è un ‘Credo’ o una dottrina unica
e obbligatoria, tuttavia la conditio sine qua non per far parte della massoneria è il
relativismo, ossia il principio che nega il valore oggettivo della verità naturale
(adaequatio rei et intellectus: è certamente ed oggettivamente vero ciò che è
conforme alla realtà, 2+2=4) e Rivelata. Questo soggettivismo filosofico-teologico
porta a negare, naturalmente, la possibilità per l’intelletto umano di conoscere con
certezza l’essenza delle cose (nichilismo filosofico), e, nell’ordine soprannaturale,
nega la possibilità di conoscere oggettivamente la Rivelazione divina (nichilismo
teologico o apofatismo). La conclusione del relativismo soggettivistico (ogni
conoscenza è relativa al soggetto conoscente e non perviene ad una realtà oggettiva
extramentale) è l’agnosticismo (è impossibile cogliere la realtà e quindi non si può
affermare nulla su di essa) e quindi l’indifferentismo religioso (tutte le religioni si
equivalgono, nessuna è oggettivamente vera e obbligatoria esclusivamente). La
massoneria è pluralista, non-esclusivista. Tuttavia il singolo massone può aderire ad
una religione, ma non deve mai reputarla e presentarla come esclusivamente,
oggettivamente e realmente vera, poiché la natura della massoneria in sé considerata
è il pluralismo non esclusivista e il soggettivismo relativistico.
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2°) Il concetto di “verità” della massoneria
«I massoni negano la possibilità di una conoscenza oggettiva della verità. […]. La
relatività di ogni verità rappresenta la base della massoneria» (Ib., cap. IV, § 2). Da
un punto di vista puramente razionale, filosofico e naturale: tutto è relativo al
soggetto conoscente, l’oggettività del reale è negata per affermare il principio
irrinunciabile del soggettivismo, che sfocia nel relativismo e nel pluralismo filosoficoreligioso e questo principio è assolutamente indiscutibile per la massoneria in sé
considerata, sia latina sia anglo-americana. Quindi, anche dal punto della sola retta
ragione non vi è conciliabilità tra la dottrina cattolica e quella massonica. Mentre dal
punto di vista teologico, di Fede e soprannaturale si arriva al «rifiuto, per principio,
di tutte le posizioni dogmatiche, che si esprime nella proposizione del Lessico
massonico, “Tutte le istituzioni a fondamento dogmatico, la più eminente delle quali
può essere considerata la Chiesa cattolica, esercitano coercizione alla fede” (EUGEN
LENNHOFF – OSCAR POSNER, Internationales Freimaurer Lexicon, Vienna, 2a ed., 1975,
col. 1300) Un tale concetto di verità non è compatibile con il concetto cattolico di
verità, né dal punto di vista della teologia naturale, né da quello della teologia
dogmatica della Rivelazione» (Ivi). Quindi non solo dal punto di vista filosoficometafisico (che sfocia nella dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio o ‘teologia
naturale’), ma anche dal punto di vista teologico soprannaturale (il “Credo” rivelato
da Dio sub ratione Deitatis) la massoneria, grazie al suo soggettivismo relativista, è
incompatibile con la dottrina cattolica. Infatti nulla è oggettivamente vero per la
massoneria, ma tutto va interpretato secondo le nostre categorie soggettive, che
relativizzano sia la verità naturale sia quella soprannaturale o rivelata.
3°) Il concetto di “religione” della massoneria
●Anche la religione è concepita dalla massoneria in maniera soggettivistica e
relativistica: «tutte le religioni sono motivi concorrenti di esprimere la verità divina,
che è irraggiungibile. Infatti, a questa verità divina è adeguato solo il simbolismo
della massoneria, che racchiude molteplici significati e la cui interpretazione è
lasciata alle capacità interpretative del singolo massone» (Ib., cap. IV, § 3).
●Ossia tutte le religioni e le filosofie di cui si servono si equivalgono, esse sono tutte
egualmente inadeguate a conoscere e a parlare di Dio e persino della realtà naturale
filosofica. Solamente la massoneria, che è al di sopra di tutte le religioni e di tutte le
filosofie realistiche e metafisiche, ha un approccio simbolico soggettivistico con la
realtà extramentale, la religione e con Dio, il quale non è conosciuto tramite la
Rivelazione e le formule dogmatiche che la esprimono e definiscono realmente, ma
attraverso simboli che la rappresentano o raffigurano soltanto. La Chiesa ammette un
certo simbolismo (per es. l’acqua del Battesimo simboleggia la purificazione
dell’anima come l’acqua lava e purifica il corpo, però nello stesso tempo il Battesimo
purifica realmente e non solo figurativamente o simbolicamente l’anima dal peccato
originale), ma il simbolismo ‘in senso lato’ del cattolicesimo non esclude la capacità
razionale di conoscere realmente e oggettivamente l’essenza della realtà e la verità,
senza fermarsi alle apparenze e ai fenomeni sensibili. Ora il simbolismo ‘in senso
stretto ed esclusivo’ (tutto è solo ed esclusivamente simbolico) è un concetto oltre
che massonico anche modernistico. Infatti il modernismo classico condannato da SAN
PIO X (Lamentabili, 13 luglio 1907; Pascendi, 8 settembre 1907; Sacrorum Antistitum,
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1° settembre 1910) si serve del simbolo, del contrassegno o del segno di
riconoscimento per rappresentare o raffigurare la verità dogmatica, la quale è solo
rappresentazione e non può essere conosciuta neppure imperfettamente o
analogicamente tramite la ragione illuminata dalla Fede, che è una Virtù
soprannaturalmente infusa da Dio nell’anima, la quale dà realmente all’intelletto
umano la capacità di aderire ad una verità espressa da una formula: per es. Dio è
L’Essere stesso sussistente, Uno nella Natura e Trino nelle Persone. Il modernismo
come la massoneria hanno mutuato dalle antiche religioni e soprattutto dalla cabala
il simbolismo e lo hanno applicato in senso stretto, esclusivo e scientificamente al
dogma, che non ha più, come vuole la Chiesa e il Magistero tradizionale, un valore
teoretico adeguato all’oggetto anche se non perfetto o totale, ma solo ed
esclusivamente un valore simbolico o pratico, in quanto esprime solamente
un’interpretazione rappresentativa o figurativa di un fatto religioso. Per esempio
quando la Chiesa definisce che Dio è Padre, tale formula dogmatica per il Magistero
tradizionale significa veramente e oggettivamente la Paternità di Dio verso gli uomini
che sono realmente e non solo figurativamente suoi figli, naturalmente, in quanto
sue creature, e, soprannaturalmente, se hanno in sé la Grazia santificante, la quale li
rende realmente e non solo simbolicamente figli adottivi di Dio e partecipi della sua
Natura divina, in maniera limitata e finita. Invece per la massoneria, per l’esoterismo
(cfr. FRITHJOF SCHUON, Unità trascendente delle religioni, Roma, Mediterranee, 2a ed.,
1997), come per il modernismo, siccome l’uomo non può conoscere con certezza la
realtà e tanto meno Dio, mediante concetti e formule dogmatiche, allora lo
simboleggia o rappresenta, esclusivamente e solamente, come un ‘padre’ senza che
lo sia realmente affinché l’uomo si perfezioni eticamente e praticamente,
comportandosi come se fosse un figlio senza esserlo veramente. In questo modo il
simbolismo esclusivistico massonico e modernistico cerca di svuotare tutta la dottrina
cattolica rivelata da Dio e definita dal Magistero a sola e pura simbologia senza
nessun significato reale, razionale o teoretico. Ora è vero che il linguaggio e il
concetto umano non possono esprimere totalmente e perfettamente Dio e i suoi
Misteri e neppure totalmente tutta la realtà naturale, ma attraverso l’analogia
giungono a conoscere, veramente ed oggettivamente, qualcosa della realtà e a
parlare in maniera corretta della realtà naturale e ad interpretare mediante formule
dogmatiche la Verità divinamente rivelata, senza equivocare e cadere
nell’agnosticismo e nel nichilismo teologico o apofatismo o nel puro ed esclusivo
simbolismo (anche LUTERO animato dalla filosofia nominalistica, che nega la capacità
di conoscere la realtà, rendeva tutto simbolo, per esempio per lui quando Gesù disse
sul pane: “Questo è il Mio Corpo”, non ha realmente cambiato o transustanziato il
pane nel suo Corpo, ma ha voluto solo dire che il pane consacrato alla Messa
simboleggia il suo Corpo. Lo stesso per il neo modernismo: per esempio E.
SCHILLEBEECKX, non parla più di transustanziazione, passaggio reale della sostanza del
pane nella Sostanza del Corpo di Gesù, ma di ‘transignificazione’: ossia il pane
significa o simboleggia soltanto il Corpo di Gesù).
●Perciò anche se la massoneria anglo-americana, rifacendosi alle “Costituzioni” di
JAMES ANDERSON del 1723 e agli “Antichi Doveri” del 1735 (una variante o aggiunta alle
‘Costituzioni’ di Anderson) afferma che «il massone è tenuto ad obbedire alla legge
morale, […] non sarà mai uno sfrontato negatore di Dio, né un libertino sfrenato»
(Ivi), essa è comunque inconciliabile con la retta filosofia e la Fede e la Morale
cattolica, dato il relativismo soggettivistico filosofico, che permea il deismo e il
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moralismo massonico, totalmente diversi dal cattolicesimo.
4°) Il concetto di “Dio” della massoneria
●La massoneria rimpiazza il Dio personale e trascendente con il “Grande Architetto
dell’Universo”. Ciò non è sufficiente. Infatti Dio è Creatore di tutto ciò che esiste a
partire dal nulla, mentre il “Grande Architetto” organizza una materia pre-esistente
e le dà una forma. Esso è una sorta di Demiurgo, Eone o “Semidio”, essenzialmente
distinto dal Dio della religione cattolica e anche dalla Causa Prima incausata
dimostrata con la ragione naturale, dalla metafisica dell’essere, a partire dalle
creature e risalendo dall’effetto alla causa. (Cfr. Sap. XIII, Rom., I; S. Th, I, q. 2, a.
3; Conc. Vat. I, sess. III, can. 2). La “CET” asserisce: «si tratta di una concezione di
Dio di stampo deistico. In tale contesto non vi è nessuna conoscenza oggettiva di Dio
nel senso del concetto personale di Dio del Teismo. Il “Grande Architetto
dell’Universo” è un “Esso” neutrale, indeterminato, indefinito, aperto ad ogni
possibile comprensione. Ognuno può immettervi la propria concezione di Dio, il
cristiano come il musulmano [e l’ebreo], il confuciano come l’animista o
l’appartenente a qualsiasi religione. L’ “Architetto dell’Universo” non è per la
massoneria un Essere per Se Sussistente, nel senso di un Dio personale e
trascendente; perciò per riconoscere e credere nel “Grande Architetto” basta un
arbitrario sentimento religioso» (Ib., cap. IV, § 4).
●Per la massoneria Teocentrismo e Antropocentrismo sono conciliabili alla luce del
soggettivismo relativistico “letto alla luce della Tradizione primordiale” e della
filosofia immanentistica massonica. Dio può esser il mondo, il mondo può essere Dio
(panteismo pan-cosmista o a-cosmista). Dio può essere la materia in perenne
evoluzione (TEILHARD DE CHARDIN), come il Pensiero assoluto hegeliano o il proletariato
in continua lotta di classe (MARX e Teologia della Liberazione). Dio è tutto e il
contrario di tutto e questo è il modo migliore per negare astutamente,
implicitamente e non sfrontatamente la Sua esistenza reale ed oggettiva,
conformemente alla filosofia della massoneria anglo-americana, che è più pericolosa
di quella latina, perché più nascosta ed insidiosa e ‘non sfrenata’ ma “compassata”…
in tutti i sensi. Infatti mentre la seconda esplicitamente nega Dio e la religione, la
prima li deforma, li svuota e ne cambia sostanzialmente la natura, pur lasciando solo
il nome, proprio come il modernismo, che è veramente una “setta segreta”
(“clandestinum foedus”, SAN PIO X, Sacrorum Antistitum, 1° settembre 1910).
●Quanto al “vago sentimento religioso”, anch’esso accomuna impressionantemente
massoneria a modernismo. Infatti, l’uomo ha nella sua anima spirituale delle facoltà
superiori immateriali o soprasensibili che sono l’intelletto, il quale conosce e la
volontà, la quale appetisce e desidera razionalmente. Invece, nella zona inferiore o
sensibile, ha degli organi sensibili: i sensi esterni (vista, tatto, udito, gusto e
odorato), i sensi interni (memoria e immaginazione), le sensazioni o il sentimento e le
passioni, i quali sono assoggettati nel cervello che è l’organo di cui si serve per agire
l’anima razionale, che informa il corpo e nella quale si trovano intelletto e volontà,
poiché l’uomo è composto di anima e corpo e “nihil est in intellectu quod prius non
fuerit in sensu”. L’uomo non è pura materia, sarebbe un cadavere, ma non è neppure
un puro spirito, sarebbe un fantasma o un “angelo”, il che è evidentemente falso. La
conoscenza sensibile (esterna o sensazione e interna o rappresentazione percettiva) è
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completata da un appetito sensibile, che tende o muove verso l’oggetto sensibile
sentito o rappresentato. Tale impulso o tendenza appetitiva sensibile è
accompagnata da un’emozione fisica che è detta passione. Così pure la volontà
razionale ha le sue affezioni subordinate alla conoscenza razionale e intellettiva. Il
sentimento è una delle affezioni della volontà, ma esso ha anche delle ripercussioni
nella zona sensitiva, pur essendo assoggettato nella volontà razionale e quindi
nell’anima spirituale. Ora il sano sentimento religioso nasce dalla conoscenza di Dio
Creatore, che ispira all’uomo sottomissione umile e soprattutto amore. Quindi
secondo la sana filosofia e la dottrina cattolica, il sentimento religioso non precede,
ma segue e accompagna la conoscenza di Dio (“nihil volitum, nisi praecognitum”) ed
è energia o passione buona per lo sviluppo della pietà religiosa e della perfezione
spirituale. Tuttavia a partire da LUTERO il sentimento è diventato la principale, se non
addirittura l’unica fonte della religione, della pietà e della spiritualità, che sono,
così, ridotte ed abbassate a semplice esperienza sensibile, psicologica,
sentimentalistica e soggettivistica. SCHLEIERMACHER è il fondatore della “teologia
sentimentale” (oltre che dell’ermeneutica o interpretazione soggettivistica, tanto in
voga oggi). Egli ha fornito le basi al modernismo, che ha teorizzato e radicalizzato
all’estremo l’esperienza religiosa come sentimentalismo psicologico, emotivo e
“spirituale”. Dal sentimento, che è cosa buona in sé se viene subordinato alla retta
ragione e volontà, si è passati – col protestantesimo e poi col modernismo –
all’esagerazione del sentimentalismo disordinato e insubordinato, che sfocia in
anarchia e smarrimento dello spirito, deviazione dottrinale e degenerazione morale,
che si avvia al Panteismo o Ateismo dogmatico e al soggettivismo o relativismo della
“morale della situazione”, secondo la quale tutto ciò che soddisfa l’individuo nelle
sue emozioni soggettive è lecito.
5°) La “tolleranza dogmatica” della massoneria
Secondo la dottrina tradizionale cattolica si tollera de facto e non per principio o
dogmaticamente un male, che non si può eliminare senza correre il pericolo di
aggravare la situazione: ad esempio ho un ascesso infetto al dente che è cariato e mi
duole, lo vorrei estirpare, ma corro il rischio di spargere l’infezione dal dente alla
bocca e al corpo intero. Allora debbo tollerare, praticamente e non per principio, per
un po’ di tempo ancora il mal di denti e solo dopo aver preso un disinfettante ed aver
scongiurato il pericolo dell’infezione generalizzata, posso estrarre il dente marcio,
che per principio deve essere sradicato e solo in pratica può essere sopportato o
tollerato. Sarebbe folle, masochistico e autolesionistico voler tollerare per principio
la presenza del dente marcio senza cercare di estrarlo. La Chiesa condanna la
tolleranza dogmatica e ammette solo quella pratica, per evitare un male maggiore.
Invece secondo la filosofia della massoneria, anche anglo-americana, la tolleranza è e
deve essere dogmatica, per principio e non solo pratica o per necessità, la “CET”
scrive: «regna la tolleranza nei confronti delle idee, per quanto queste posano essere
opposte tra loro. […]. Un’idea di tolleranza di questo genere scuote l’atteggiamento
di fedeltà del cattolico alla sua Fede e al riconoscimento del Magistero ecclesiastico»
(Ib., cap. IV, § 6).
“Distinte correnti” all’interno dell’unica massoneria
Vi è una massoneria, nella quale vi sono varie correnti (o rami) distinte l’una
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dall’altra, come un solo albero dal quale si protendono diverse ramificazioni distinte
tra loro. Ora sarebbe sciocco sostenere che i rami sono diversi tra loro e dall’albero.
No! Essi sono solo distinti, quello di destra non è quello di centro o di sinistra, ma
hanno la stessa natura e non sono sostanzialmente diversi. Ultimamente MASSIMO
INTROVIGNE ha sostenuto che non esiste una massoneria poiché vi sono distinte correnti
massoniche. Egli confonde “diverso”, ossia di differente natura (uomo e angelo,
massoneria e Chiesa, ferro e oro) con “distinto”, vale a dire un composto di enti o
soggetti, distinti, ma della stessa natura (ad esempio l’umanità è composta da
distinti individui, Antonio, Marco e Giovanni, che hanno la stessa natura umana; così
la massoneria è composta da distinte correnti - angloamericana e latina - che hanno
la stessa natura o essenza massonica; come la Chiesa è una ed ha distinti Ordini
religiosi; come l’albero è uno ed ha distinti rami; come nella SS. Trinità vi sono Tre
Persone distinte ma della stessa Sostanza divina e quindi non diverse o differenti: il
Padre è Dio, lo Spirito Santo è Dio, il Figlio è Dio eppure il Padre non è il Figlio e il
Figlio non è lo Spirito Santo).
La “CET” conferma questa osservazione di puro buon senso e contraddice il
teoconservatorismo, scrivendo: «all’interno della massoneria [una] vi sono, oltre alla
maggioranza delle logge [distinte ma non diverse] con tendenza fondamentalmente
umanitaria, di “credenza in Dio”, anche posizioni estreme, come, da una parte, la
fraternità ateistica […], e, dall’altra parte, il tedesco “Ordine cristiano dei massoni”.
Tuttavia, questa “massoneria cristiana” non si colloca affatto al di fuori
dell’ordinamento massonico fondamentale; con questa espressione si intende soltanto
una più ampia possibilità di conciliare massoneria e soggettiva “credenza cristiana”.
Tuttavia bisogna negare che ciò venga raggiunto in modo teologicamente
soddisfacente» (Ib., cap. IV, §10). Infatti la massoneria lascia la libertà al singolo
massone di credere a Dio e al cristianesimo, purché lo faccia soggettivisticamente,
ossia per lui Dio esiste ma non in sé e realmente o oggettivamente. Quindi il singolo
massone non solo non deve pretendere che Dio esista realmente, ma deve anche
ammettere la pluralità di opinioni sull’esistenza di Dio, sulle verità della religione
cristiana, che non possono essere oggettive e reali, dato il soggettivismo relativistico
o il non-esclusivismo che è il fondamento della filosofia massonica.
Conclusione della “CET”
«Per quanto sia importante la distinzione [si badi bene, non la diversità] tra
massoneria ben disposta o neutrale [anglo-americana] od ostile [latina] verso la
Chiesa, in questo contesto [del soggettivismo relativista] essa è tuttavia ingannevole,
poiché induce a pensare che per i cattolici sia da escludere la partecipazione solo nel
caso della massoneria ostile alla Chiesa. Ma l’esame si è esteso proprio a quella
massoneria che è ben disposta nei riguardi della Chiesa cattolica; e anche qui si son
dovute constatare le difficoltà insuperabili» (Ib., cap. IV, § 11). Perciò la “CET”
prende atto che «la massoneria […] è rimasta pienamente eguale a se stessa. Le
opposizioni indicate [tra massoneria e Chiesa cattolica] toccano i fondamenti
dell’esistenza cristiana. Gli esami approfonditi dei Rituali e del mondo ideale
massonico mettono in chiaro che l’appartenenza contemporanea alla Chiesa cattolica
a alla massoneria è esclusa» (Ib., cap. V).
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Dal soggettivismo massonico al nichilismo teologico
Da un punto di vista puramente filosofico e di retta ragione il soggettivismo, che è
l’essenza della massoneria pubblica, è la rovina radicale dell’ordine naturale. Dal
punto di vista “teologico” l’esoterismo o occultismo della massoneria iniziatica è
l’annichilamento della sana teologia e della religione Rivelata (si fieri potest),
portato avanti dalla “Sinagoga di satana” (Ap., II, 9) e dalle “Porte degli Inferi”, che
però “non prevarranno”. Infatti se tutto è soggettivo o relativo al soggetto, l’unica
verità è che tutto è assolutamente, totalmente relativo, opinabile, incerto, non
conoscibile realmente ed oggettivamente, ma solo come pare e sembra relativamente
al soggetto conoscente. Per cui l’unica realtà è l’incertezza, l’unica conclusione è la
“in-conclusione” o il mondo sconclusionato, in cui oggi viviamo. Tutto è accettabile in
nome di un relativismo assoluto: l’infanticidio, l’eutanasia, la droga libera, il
matricidio/parricidio. Ma se tutto, anche il contraddittorio, è egualmente vero,
allora tutto è anche egualmente falso. Perciò il relativista coerente dovrebbe non
parlare più, poiché se dice ‘sì’ vuol dire ‘no’ e se dice ‘no’ vuol dire ‘sì’. Tutto il
contrario del Vangelo: “il vostro parlare sia sì sì no no, quello che è di più viene dal
Maligno”. Invece per la filosofia relativistica e massonica qualsiasi affermazione o
negazione è ribaltabile e quindi inutile, inintelligibile e non praticabile. La filosofia
della massoneria (relativismo soggettivistico) distrugge se stessa, ponendosi si nega, e
conduce diritto diritto alla filosofia post-moderna o nichilismo metafisico, logico e
morale (l’essere creato e Dio vanno annichilati, la verità pure e specialmente la
morale o il vivere virtuosamente). La conclusione della filosofia della massoneria è il
nulla, la disperazione, il suicidio. L’unico reato che permane ancora nel mondo
moderno e contemporaneo è il “realismo”, ossia l’affermazione che esiste una realtà
oggettiva fuori di me e che per conoscerla mi debbo conformare ad essa, ed ho le
capacità conoscitive adeguate per conoscere il reale e quindi giungere alla verità
oggettiva (“adequatio rei et intellectus”). Contro esso il mondo moderno e la
filosofia massonica dichiarano una “guerra preventiva”, in nome della tolleranza
dogmatica, del pluralismo, del relativismo e della democrazia (come è successo nel
2003 in Iraq ed ora in Libia, Siria…), in breve la coincidenza o “libertà, fratellanza ed
eguaglianza” degli opposti (Spinoza e Rivoluzione francese). Non esiste maggior
“intollerante pratico” del “tollerante dogmatico”. «La Chiesa è intransigente
dogmaticamente perché ragiona, crede ed ha la Fede, ma è comprensiva nella
pratica poiché ama ed ha la vera Carità. Invece il liberalismo, la massoneria e la
filosofia moderna sono tolleranti dogmaticamente, poiché sono scettici, agnostici e
non ragionano deduttivamente o logicamente, però sono intolleranti nella pratica,
perché non hanno la Fede vivificata dalla Carità soprannaturale» (REGINALDO GARRIGOULAGRANGE).
●Onde chi afferma la conciliabilità tra retta ragione, Chiesa cattolica e massoneria
anglo-americana non è in buona fede poiché nega l’evidenza. Infatti egli contraddice
i princìpi evidenti e per sé noti della sana ragione umana e specialmente quello di
non-contraddizione; il sano realismo della conoscenza; la metafisica dell’essere
aristotelico-tomistica; il Magistero ecclesiastico dal 1738 sino al 1950 e persino il
pronunciamento postconciliare della “Conferenza Episcopale Tedesca” del 1980, che
è stato recepito, per volontà dell’allora cardinal JOSEPH RATZINGER, nel “Codice di
Diritto Canonico” del 1983 promulgato da GIOVANNI PAOLO II.
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d. Curzio Nitoglia
26 marzo 2011
http://www.doncurzionitoglia.com/conferenza_episcopale_tedesca_e_massneria.htm
Invece non ha ancora svelato quelli esoterici, iniziatici, occulti e segreti, il cui significato è noto e
comprensibile solo ai massoni iniziati.
Cfr. P. NAUDON, Histoire et rituels des Hauts Grades maçonnique, Parigi, Dervy, 1966. I primi tre gradi
(apprendista, compagno e maestro) sono detti “blu” o “simbolici” e formano il Ternario della
massoneria operativa. Dopo il XVIII secolo si sono aggiunti altri 30 “alti gradi” della massoneria detta
“speculativa” del “Rito Scozzese Antico e Accettato”.
La riunione pan-ecumenista di “ASSISI I e II” (1986-2011) sembra la messa in scena del principio
massonico: «Il “Grande Architetto dell’Universo” è un “Esso” neutrale, indeterminato, indefinito,
aperto ad ogni possibile comprensione. Ognuno può immettervi la propria concezione di Dio, il
cristiano come il musulmano [e l’ebreo], il confuciano come l’animista o l’appartenente a qualsiasi
religione. L’ “Architetto dell’Universo” non è per la massoneria un Essere per Se Sussistente, nel senso
di un Dio personale e trascendente; perciò per riconoscere e credere nel “Grande Architetto” basta un
arbitrario sentimento religioso» (‘Conferenza Episcopale Tedesca’, Dokumentation, n° 10, 12 maggio
1980, cap. IV, § 4). Perciò non basta affermare che nelle riunioni di tutte le religioni ad Assisi non vi è
nessun sincretismo per che non ci sia di fatto. Purtroppo “contro il fatto” che cristiani, musulmani,
ebrei, confuciani, animisti, buddisti, induisti si riuniscano a pregare ognuno la propria ‘Divinità’, “non
vale l’argomento” secondo cui non ostante ciò non si corre nessun pericolo di relativismo o
indifferentismo religioso.
Cfr. G. DI BERNARDO, La filosofia della massoneria, Venezia, Marsilio, 1987.
Cfr. U. G. PORCIATTI, Simbologia massonica. Massoneria Azzurra, Roma, Atanòr, 1968; ID., Simbologia
massonica. Gradi Scozzesi, Roma, Atanòr, 1968.
Tutte le religioni rivelate e positive sono imperfette, esse devono essere unite da qualcosa che le
sorpassa o trascende, che è la Tradizione primordiale o gnosi esoterica e cabalistica, la quale è stata
tramandata dai vari iniziati e poi è confluita nella massoneria, la quale è superiore alla Chiesa, che si
limita a dare un insegnamento essoterico o pubblico per i semplici o ‘non-iniziati’, mentre la
massoneria dà l’insegnamento ai perfetti, gli gnostici o iniziati, mediante il simbolismo esoterico o
occulto.
Cfr. R. GARRIGOU-LAGRANGE, Le sens commun. La philosophie de l’ẻtre et les formules dogmatiques,
Parigi, 1922; A. GARDEIL, Le donné rèvelé et la Théologie, Juvisy, 1932.
In italiano cfr. J. ANDERSON, Le Costituzioni dei Liberi Muratori, Livorno, Bastogi, 1978.
Cfr. ALEC MELLOR, La Charte inconnue de la Franc-Maçonnerie chrétienne, Parigi, Mamme, 1965, sulla
differenza tra ‘Costituzioni’ di Anderson (1723) e ‘Antichi Doveri’ (1735).
Riguardo al modernismo come “setta segreta ed occulta” cfr. ANTONIO FOGAZZARO in “sì sì no no”,
Modernismo e occultismo, n° 13, luglio 2009, pp. 1 sg., e FRANCESCO GABRIELI (a cura di), Il testamento
di fede di don Primo Vannutelli, in “Centro studi per la storia del modernismo”, Fonti e documenti, n°
7, Istituto di Storia dell’Università di Urbino, 1978. Nel suo ‘diario spirituale’ scritto tra il 1916 e il
1939 e pubblicato soltanto nel 1978, DON PRIMO VANNUTELLI (+ 1945), esprime la convinzione di dover
restare dentro la Chiesa assieme a tutti i modernisti, pur ammettendo di non avere più la Fede
cattolica, per cambiarla dal di dentro. Si evince chiaramente, leggendo le pagine del ‘diario’ di DON
PRIMO, il piano del modernismo e dei modernisti più scaltri (non ‘sfrenati’ e non ‘sfrontati’) di lavorare
occultamente come ‘società segreta’ (“clandestinum foedus”, come lo aveva ben definito S. PIO X già
nel 1910) nel seno della Chiesa per rivoluzionarla, dopo averne occupato le cariche più importanti.
Cfr. CORNELIO FABRO, voce “Esperienza religiosa”, in “Enciclopedia Cattolica”, Città del Vaticano, XII
volumi, 1948-1954; ID., L’avventura della teologia progressista, Milano, Rusconi, 1974, in cui l’Autore
tratta la degenerazione morale della nouvelle théologie.
Cfr. PAUL NAUDON, La Franc-Maçonnerie chrétienne, Parigi, Dervy, 1970.
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