IL PERICOLO ISTAMINA NEI PRODOTTI DELLA PESCA • che cos’è l’istamina? • cosa fare per prevenirla i dati degli ultimi anni hanno evidenziato come l’alimento ittico permane causa di tossinfezioni alimentari in particolare i casi di sindrome sgombroide sono in aumento in particolare l’aumentato consumo di una specie predisposta il TONNO lo dimostra l’intenso sforzo di pesca e la sofferenza di risorsa il Tonno rosso è protetto disciplina ICAT la tracciabilità dei prodotti ittici è complessa per la grande varietà di specie e provenienze la crisi della risorsa nazionale costringe gli Operatori ad importare pesce da paesi lontani CON RISCHI SANITARI è una patologia che si manifesta solo dopo il consumo di determinati pesci in cui si è formata una ammina tossica ISTAMINA le cause derivano da una loro errata lavorazione e conservazione i pesci coinvolti sono : • tutti i Tonni, Tonnetti, Sgombri • • • • • • Sardina, Aringa, Alaccia, Agone Acciuga o Alice Pesce serra Lampuga Costardella Ricciola del Pacifico perché solo queste specie ? le loro carni sono ricche di un amminoacido istidina che in condizioni di scarsa igiene e cattiva conservazione si trasforma in istamina ammina tossica TERMOSTABILE i sintomi si manifestano poco dopo l’ingestione (da 30 minuti a 2 ore) e la loro gravità dipende : • dalla quantità di istamina che si è formata nel pesce • dalla sensibilità individuale - eritema - prurito - tachicardia - diarrea - tachipnea - senso di soffocamento pronto soccorso cosa fare per prevenire la formazione di istamina? nelle specie che sono predisposte 2 fattori concorrono alla formazione di istamina : • inquinamento microbiologico • temperature di conservazione non adeguate • fattore inquinamento microbiologico > la decarbossilazione dell’amminoacido ISTIDINA avviene ad opera di microrganismi istamino-produttori definiti anche decarbossilasi positivi hanno la capacità di produrre l’enzima “istidina-decarbossilasi” in grado di trasformare l’istidina in istamina attraverso un processo di decarbossilazione alle temperature di refrigerazione 0°C i microrganismi vengono bloccati invece l’enzima istidina-decarbossilasi una volta formato rimane attivo solo il congelamento lo blocca con lo scongelamento riprende la sua attività Ordine Enterobacteriacee : MORGANELLA MORGANII si trova nell’intestino dell’uomo e degli animali cresce tra 4°C e 45°C maggior produzione di enzima istidina-decarbossilasi a 7-10°C RAUTELLA PNEUMONIE (ex Klebsiella) Ordine Vibrionacee : PHOTOBACTERIUM si trova nell’intestino dell’uomo e degli animali in grado di produrre l’enzima istidina-decarbossilasi a 1–2 °C PROTEUS VULGARIS si trova nell’intestino dell’uomo e degli animali ubiquitario suolo e acque NON appartenenti alle Enterobacteriacee e Vibrionacee PSEUDOMONAS ubiquitario nelle acque • prevenire l’inquinamento microbiologico > intervenire sui comportamenti del personale fondamentale è la formazione igiene del personale (accurata pulizia delle mani) igiene delle manualità di preparazione pulizia e disinfezione delle attrezzature e superfici (coltellerie e taglieri) > definire una procedura di sanificazione • fattore temperature di conservazione curare l’osservanza delle temperature di conservazione (a partire dalla consegna dei fornitori mediante l’utilizzo di un termometro) • • • • • dei prodotti : freschi scongelati congelati semiconserve (affumicati, marinati) conserve (dopo apertura) i prodotti freschi e quelli scongelati : 0 - 1°C con scaglie di ghiaccio le semiconserve : 0 - 4°C i prodotti congelati : – 18°C i prodotti in scatola una volta aperti devono essere conservati a 0-1°C e consumati al più presto meglio utilizzare scatole di piccole dimensioni abbiamo visto come le temperature di conservazione del pesce influiscono su: - microrganismi istamino-produttori - enzima istidina-decarbossilasi l’importanza della gestione delle temperature attraverso delle specifiche procedure : - temperature delle celle di conservazione e dei banchi di vendita - dotarsi di un termometro a sonda per verificare la t° del pesce è necessario inoltre custodire e registrare l’etichetta del prodotto (se confezionato) o il documento commerciale che ne permetta l’identificazione e la rintracciabilità • buone pratiche di gestione del TONNO FRESCO acquistare pezzature consumabili in tempi brevi verificare etichette e data di scadenza verificare documenti di trasporto verificare la t°. di arrivo e riporre subito in frigorifero o respingere una volta sconfezionato consumare al più presto preparare i pezzi in condizioni igieniche adeguate conservare ad una t° vicino allo 0°C (0-1) C A M P I O N A M E N T O U F F I C I A L E ISTAMINA i limiti sono stabiliti per le specie con elevato tenore di istidina : Fam. Fam. Fam. Fam. Fam. Fam. Sgombridae Engraulidae Coryfenidae Pomatomidae Scomberesocidae Clupeidae (tonni, tonnetti, tombarello, sgombro, lanzardo) (alici o acciughe) (lampuga) (pesce serra) (costardella) (sardina, alaccia, aringa, papalina, agone) n = numero dei campioni m = soglia limite M = soglia limite massimo di accettabilità C = numero di campioni accettabili compresi tra m e 9 100mg/Kg 200mg/Kg M 2 se hanno subito un trattamento enzimatico in salamoia : i limiti di accettabilità sono aumentati: m 200mg/Kg e M 400mg/Kg Tonno a pinne gialle (Thunnus albacares) Tonno o Tonno rosso (Thunnus thynnus) Tonno obeso (Thunnus obesus) la formazione di istamina è subdola in quanto non direttamente correlata ai processi alterativi e alla loro manifestazione attraverso i relativi caratteri organolettici di freschezza in alcune circostanze la carica microbica non è in grado di incidere significativamente sui processi alterativi che necessitano tempi lunghi, ma i microrganismi istamino-produttori, attivi a temperature vicine allo 0°C, hanno avuto la possibilità di sintetizzare l’enzima istidina-decarbossilasi questo enzima prosegue la sua attività di decarbossilazione dell’istidina in istamina anche alla temperatura di refrigerazione 0°C. pertanto è possibile riscontrare pesci con caratteri organolettici alterati ma con livello 0 di istamina come pure pesci con caratteri organolettici buoni ma con livelli alti di istamina stabilimenti CE che gestiscono grossi quantitativi di prodotto ittici a rischio Istamina specifica procedura per gestione rischio istamina nel piano di autocontrollo preveda il monitoraggio con test rapidi per la determinazione semiquantitativa grazie alla velocità di esecuzione dei test e alla rapida lettura si accorda con i tempi di permanenza del prodotto all’interno delle realtà produttive