I CALIFFI BEN GUIDATI Il periodo di tempo

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I CALIFFI BEN GUIDATI
Il periodo di tempo intercorso tra la morte di Maometto (632 d.C.) e la presa
del potere da parte della dinastia degli Omayyadi (661 d.C.), quello detto “dei
quattro califfi ben guidati”, è considerato nella tradizione sunnita un'epoca
d'oro nella quale la comunità (umma) viene comandata in modo giusto e pio,
vive secondo le leggi del Profeta e incomincia a dispiegare la propria forza.
La scomparsa di M. dopo breve malattia ha provocato una crisi, poiché il
Profeta non ha previsto alcuna regola di successione per la guida della
comunità.
Con l'elezione di Abu Bakr si stabilisce il principio che il Califfato debba
restare nella stirpe meccana dei Quraish da cui proveniva M., ma al tempo
stesso se ne sancisce il carattere elettivo,respingendo le pretese
legittimistiche della famiglia del Profeta impersonate dal cugino Ali.
ABU BAKR detto al Siddiq (onesto e veritiero)
Coetaneo di M. e suo miglior amico. Di professione mercante e di condizione
economica agiata, appartiene al clan qureishita dei Banu Taym. E' il primo
uomo a convertirsi all'Islam, dopo la moglie di M. Khadigia, mentre il cugino
del Profeta, Ali ibn Abi Talib, pur precedendo forse Abu Bakr, è impubere e
quindi il suo atto di fede non ha valore legale.
Mette a disposizione della causa islamica il suo ingente patrimonio personale
ed è grazie a lui se molti schiavi convertiti all'Islam possono essere acquistati
e liberati, sfuggendo in tal modo alle angherie dei loro padroni alla Mecca,
ostili alla nuova religione.
Dà in moglie a M. la propria figlia Aisha all'età di appena sei anni, secondo
un costume diffuso nella Penisola Arabica del VII sec. in cui i contratti
matrimoniali erano stipulati dai genitori degli sposi fin dall'età prepuberale.
Effettua con M. l'Egira e resta al fianco del profeta nel periodo medinese,
accompagnandolo nelle sue spedizioni e consigliandolo nella conduzione
della Umma (comunità) che a Medina si è creata.
Famoso è il suo discorso successivo alla morte del profeta, allorchè Omar,
incredulo del trapasso di Maometto, nega l'evidenza della sua morte:
“O gente! Chi venera Maometto sappia che Maometto è morto. Chi invece
venera Dio sappia che Dio è il vivente e non morirà mai.”
Viene eletto califfo, cioè luogotenente o successore dell'Inviato di Dio su
indicazione di Omar. Deve immediatamente difendere l'unità dell'Islam e
dello stato Medinese dai moti di secessione delle tribù d'Arabia, la cosiddetta
ridda.
Contro di esse invia le truppe comandate da Khalil ibn al- Walid detto “la
spada di Dio”, conseguendo sfolgoranti successi fra cui si ricorda la vittoria di
Aqraba contro la tribù dei Banu Hanifa con cui è completata di fatto la
conquista dell'intera penisola arabica. Muore nel 634 dopo aver designato
a sua volta come successore Omar ibn al Khattab.
OMAR IBN AL - KHATTAB
Regge la umma dal 634 al 644.Anch'egli è suocero e amico del Profeta, oltre
che uno dei suoi maggiori consiglieri a Medina.
Si distingue inizialmente per un acceso odio nei confronti dell'Islam, ma in
seguito ha una improvvisa conversione e viene spesso definito “il San Paolo
dell'Islam”.
Può essere considerato una delle personalità piú forti tra i califfi ben guidati.
Innumerevoli sono i racconti tramandati sulla sua forza di volontà e il suo
valore, ma anche sulla sua religiosità e la sua umiltà.
Sotto il suo governo iniziano in ogni direzione le conquiste; cadono così sotto
il potere islamico la Siria,la Palestina,l'Egitto, la Mesopotamia e la Persia
Occidentale.
L'impero costituito viene organizzato con strutture amministrative civili e
militari; viene tra l'altro istituito un sistema pensionistico, il tributo per i non
musulmani e la fissazione dell'era musulmana a partire dall'anno dell'egira
(622).
A lui viene dato il titolo di Principe dei Credenti con cui da allora in poi viene
salutato il Califfo. Muore per mano di uno schiavo, sembra senza
motivazione politica.
Sul letto di morte dispone che la sua successione sia stabilita da un consiglio
di sei compagni del Profeta. Ne esce eletto 'Othman.
OTHMAN IBN AFFAN
Appartenente a uno dei più ricchi e prestigiosi clan della tribù dei Quraysh, si
converte presto all'Islam e diviene anche genero del Profeta.
Il suo califfato dura 12 anni, dal 644 al 656 d.C.e, secondo i cronisti
musulmani, è divisibile in due fasi: una prima di sei anni positivi e un'altra di
sei negativi. Gli aspetti positivi sono riassumibili nella felice prosecuzione
delle operazioni militari di conquista che giungono a far percorrere agli
eserciti musulmani il Nordafrica e nell'ancor più memorabile fissazione del
testo coranico, redatto in base a un ampio lavoro collettivo di recupero e
controllo delle Rivelazioni susseguitesi negli anni.
Gli aspetti negativi di maggior rilievo sono sintetizzabili nell'accusa rivoltagli
di nepotismo per aver favorito suoi parenti o amici accrescendone i poteri e
le prebende, e addirittura di aver approfittato del Tesoro pubblico per
arricchirsi.
Contro di lui si forma uno schieramento di oppositori che va dagli egiziani e
dai Kufani, scontenti dei loro governatori, ad appartenenti alla sua stessa
famiglia.
Assediata la sua casa a Medina, viene ucciso da un gruppo di avversari
mentre, si dice, stia leggendo il Corano le cui pagine sono macchiate dal
suo sangue.
Il suo assassinio apre la prima e più grave crisi all'interno della umma
islamica,foriera del successivo dissidio, mai più composto, tra Sunniti Sciiti.
ALI IBN ABI TALIB
Cugino di M.,è uno dei primissimi convertiti all'Islam; sposa la figlia del
Profeta da cui ha due figli,Hasan e Husayn.
Quando Othman viene assassinato, i musulmani presenti a Medina
acclamano Ali califfo, ma un parente di Othman, il governatore di Siria
Murawiya, rifiuta di riconoscerne la supremazia accusandolo di non aver
perseguito gli assassini del predecessore con sufficiente durezza.
La guerra civile che scoppia è nota come la fitna al-kubrà ovvero la grande
discordia e rappresenta la prima grave scissione che viene a frantumare
l'unità della Comunità Medinese.
Il califfato di Ali non viene contestato solo da Murawiya, ma anche da Aisha
che viene però sconfitta nella “ battaglia del cammello”.
Nel 657 Ali e Murawiya giungono a uno scontro potenzialmente risolutivo a
Siffin ma,quando le sorti della battaglia sembrano volgere a favore di Ali, i
partigiani di Murawiya hanno l'accortezza di chiedere un arbitrato per
risolvere la questione su chi sia il califfo legittimo.L'atteggiamento di Ali, che
accetta, viene disapprovato da alcuni suoi sostenitori che lo abbandonano,
accusandolo di tradimento e formano la fazione dei Kharigiti o Uscenti.
L'arbitrato dà torto a Ali, ma questi rifiuta di riconoscere il verdetto e la guerra
civile riprende violentissima; nel 661 Ali viene ucciso da un Kharigita nella
moschea di Kufa. Murawiya, rimasto unico pretendente al califfato, inaugura
la dinastia degli Omayyadi che regna fino al 750 d.C.
La Comunità musulmana esce da questa prima crisi fortemente provata; in
luogo di un unico blocco si scinde già in tre fazioni: una forte maggioranza
ortodossa che accetta il nuovo califfo, una minoranza (Shia) rimasta fedele
alla memoria e ai diritti di Ali e un numero esiguo, ma attivissimo, di Kharigiti,
avversi a ogni legittimismo e ad ogni privilegio dinastico, che proclamano il
diritto egualitario di ogni musulmano al Califfato.
CALIFFO ( luogotenente ) è il vicario di Maometto, non è un profeta.
Designato per libera scelta e determinazione e per consenso della Comunità,
ha potere solo esecutivo e non legislativo; deve applicare e difendere la
Legge, non formularla o cambiarla, preservando i valori dell'ortodossia
dell'Islam.
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