Ecco come guardare lontano con “occhi” high tech

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Lunedì 24 settembre 2012
Robotica e automazione
■■ ADVANCED TECHNOLOGIES / La società di Trezzano Sul Naviglio sviluppa tecnologie per la visione artificiale. Sede anche in Uk
Ecco come guardare lontano con “occhi” high tech
Dal settore medicale alla sicurezza. E con la Fondazione At Vision Lab si fa cultura e ricerca
R
iprodurre la vista umana,
elaborare
l’immagine,
riuscire a interpretarla fornendo la giusta informazione
che garantisca la corretta decisione.
Il settore della cosiddetta
visione artificiale necessita
di un sistema integrato per
funzionare e produrre le elaborazioni. In questo mercato
si muove la società Advanced
Technologies di Trezzano sul
Naviglio, in provincia di Milano. L’azienda nasce nel 1998
come distributore di tecnologie per la visione artificiale.
Dopo pochi anni viene subito creato il primo gruppo
di ricerca e sviluppo, che diventerà uno dei punti di forza
dell’azienda. Dal 2000 in poi
Advanced Technologies cresce per fatturato, numero di
clienti, capillarità della struttura interna.
Diversi i settori merceologici
che possono trovare utile la
visione artificiale: da quello
industriale, alla sicurezza, al
settore medicale, scientifico,
al mondo dell’arte e della cultura, al controllo del traffico.
“La visione artificiale - spiega
l’amministratore unico della
società, Davide Nardelli - è
fondamentale in diversi ambiti. Per esempio, in quello
industriale, è utile nel controllo di processo, qualità,
fine linea. Nella robotica è
utilizzata per guidare e orientare un braccio meccanico
nelle operazioni di presa.
Nel settore medicale fornisce
supporto ai medici attraverso
l’elaborazione delle immagini, permettendo di far esaltare dei dettagli difficilmente individuabili dall’occhio
umano. Nell’ambito sicurezza
viene applicata per esempio
nella interpretazione dei dati biometrici come la lettura
dell’iride o il riconoscimento
facciale o nell’analisi automatica di una scena”.
La tecnologia della visione
artificiale è altamente com-
plessa, basata sia su competenze informatiche (necessarie per la programmazione)
che sulla conoscenza degli algoritmi di image processing e
image analysis.
Le aziende italiane, tipicamente, non possiedono al
loro interno competenze in
grado di gestire questi progetti (il cui sviluppo può
durare anche alcuni anni),
competenze che, peraltro,
l’università non ha più sostenuto e formato. “Stante queste difficoltà - nota Nardelli
- qualche anno fa iniziammo
a proporre ai clienti, insieme
alla tecnologia, anche consulenze, proponendoci come
fornitori di outsourcing tecnologico. La crescente richiesta delle aziende di poter gestire e valorizzare il proprio
know-how ci ha condotto a
Ricostruzione 3D di un pezzo meccanico
Il settore
della “visione artificiale”
ha un fortissimo
potenziale di crescita.
Advanced Technologies
insegna come fare
ragionare in altri termini e a
pensare di diffondere - in maniera più allargata - la cultura
della visione artificiale”.
Con questi obiettivi nasce,
alla fine di luglio, “At Vision
Lab-Fondazione per la ricerca scientifica”. Secondo gli
obiettivi dei soci fondatori,
la fondazione intende catalizzare l’attenzione del mercato
sugli investimenti nel settore della visione artificiale e
dell’imaging scientifico oltre
a dedicarsi alla formazione.
Nello specifico svolgerà attività di ricerca scientifica e
tecnologica di base, di ricer-
ca industriale e di sviluppo
sperimentale, diffondendo i
risultati mediante l’insegnamento, la pubblicazione e il
trasferimento di tecnologie.
Nardelli, che è anche presidente della fondazione, afferma “Abbiamo già in cantiere
corsi di e-learning da proporre alle aziende in modo che le
persone possano apprendere
come progettare un sistema
di visione e utilizzare al meglio le tecnologie informatiche correlate. Ricordiamo
sempre che si sta parlando
di algoritmi molto complessi
ma estremamente efficaci, se
ben utilizzati. Oltre a ciò, abbiamo in preparazione corsi
da realizzarsi in collaborazione con il Politecnico di
Milano”.
In Advanced Technologies
l’idea di una fondazione era
già in essere da diverso tempo e il decreto sviluppo emanato quest’anno (si veda il
riquadro sotto), non ha fatto
altro che dare concretezza a
Davide Nardelli, amministratore della Advanced Technologies
un progetto che attendeva di
prendere il via. E lo sguardo
è già rivolto lontano. Spiega
Nardelli: “Puntiamo all’internazionalizzazione.
Allo
scopo abbiamo già aperto
una società in Gran Bretagna
e stiamo guardando con interesse ai Paesi asiatici, al Sud
America, all’Africa: molto
promettenti per tutta l’attività
tecnica e scientifica collegata
al nostro lavoro”.
Advanced Technologies, che
in Italia vanta una divisione
ricerca e sviluppo composta
da sei persone dedicate allo
sviluppo del software, ha un
Per la ricerca c’è credito d’imposta
C’
Sede di Advanced Technologies e della Fondazione AT Vision Lab
è tempo sino al 31 dicembre - ma si è in attesa che il
decreto venga prorogato anche per il 2013 - per utilizzare il “Credito di imposta per le imprese che finanziano
progetti di ricerca in Università o enti pubblici di ricerca”,
e che dunque possono agevolmente commissionare progetti di ricerca e sviluppo alla Fondazione At Vision Lab (che
ha come obiettivi la ricerca tecnologica e la diffusione della
cultura nel campo della visione artificiale). Il decreto legge,
datato maggio 2011, convertito con modificazioni dalla L.
12/07/2011, n.106, prevede che il credito di imposta, utilizzabile senza limiti attraverso l’istituto della compensazione
(F24 cod.trib. 6835), spetti nella misura del 90% della quota
di investimenti in ricerca che eccede la media degli investimenti in ricerca, effettuati nel triennio 2008-2010, commissionati a università o enti pubblici di ricerca. Il credito è
fruibile in tre quote annuali a partire dal 2012.
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Che cos’è
C
on la visione artificiale o visione industriale, l’occhio umano viene sostituito nei
processi che richiedono
l’estrapolazione di un contenuto o un’informazione
da un’immagine, che viene in questo modo interpretata automaticamente.
Il sistema di visione consta di più elementi, che
comprendono tipicamente una telecamera professionale, un’ottica, un
dispositivo di illuminazione, un computer con
apposite schede di acquisizione delle immagini,
un software di elaborazione e archiviazione delle
stesse e un monitor per la
visualizzazione. Grazie
all’uso della visione artificiale, le aziende sono in
grado di prendere le migliori decisioni possibili, o
di intervenire in maniera
più dettagliata o sicura
sull’interpretazione
di
un’immagine.
Il sistema di visione artificiale garantisce che il
risultato finale sia conforme ai risultati attesi;
abbatte il rischio di errore
umano e contribuisce a
ridurre i costi e i tempi di
produzione in qualunque
mercato (dal controllo
qualità industriale, al digital imaging, applicato
all’arte, all’analisi dei fenomeni fisici, al controllo
del traffico in ambito Security).
approccio che la rende unica
nel panorama dei distributori
di tecnologie di visione artificiale. L’unicità consiste nel
fatto che, come spiega Nardelli, “gestiamo la tecnologia
come fossimo utilizzatori,
non solo in qualità di rivenditori. Questo “maneggiare
strumenti e soluzioni” ci permette, durante la vendita, di
avere un’ottima conoscenza
di ogni aspetto della tecnologia. Un semplice distributore
è in grado di eseguire il supporto ai prodotti che vende;
noi progettiamo con il cliente
e lo guidiamo verso la migliore soluzione. E le competenze vengono in nostro aiuto:
avendo una conoscenza di
tutti i comparti industriali,
grazie alle esperienze acquisite negli anni, riusciamo a
essere preparati sul mercato
di riferimento di ogni cliente,
riducendo i tempi di sviluppo, i rischi tecnici e di conseguenza i costi. La fondazione
non è altro che la naturale
prosecuzione di questa vision
aziendale”.
Anche grazie alla Fondazione
At Vision Lab, e alla crescita
culturale che sosterrà, l’Italia riuscirà a crescere in un
settore che attualmente non
sprigiona ancora tutte le sue
potenzialità. Basti pensare
che il mercato tedesco consuma 20 volte questa tecnologia rispetto all’Italia: “Il
potenziale di crescita italiano
è fortissimo, occorre solo stimolarlo”, conclude Nardelli.