DIFFERENZE TRA LE NORME
CEI 64-4(1997) E 64-8 Sez.710 (2007)
VERIFICA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI
NEI LOCALI MEDICI DI GRUPPO 2
Gli ispettori
Modena 22-11-2011
Pettenati & Savigni
PRIMA NORMA
PRIMA EDIZIONE 1973
NORMA CEI 64-4
VECCHIA NORMA
TERZA (E ULTIMA)
EDIZIONE 1997-10
DELLA NORMA CEI 64-4
NUOVA NORMA
NORMA CEI 64-8
Sez. 710 6^ Ed 2007
DIFFERENZE TRA LA
VECCHIA E NUOVA NORMA
SCOPO
CEI 64-4 EDIZIONE 1997
1.1.1 Oggetto e scopo della
Norma
La presente Norma ha lo
scopo di dare istruzioni per la
buona esecuzione, per il
corretto esercizio e per le
verifiche degli impianti
elettrici in locali adibiti ad uso
medico.
CEI 64-8/7 EDIZIONE 2007
710 Locali ad uso medico
Nei locali ad uso medico è
necessario garantire la
sicurezza dei pazienti che
potrebbero essere soggetti
all’applicazione di apparecchi
elettromedicali.
GLI IMPIANTI GIÀ
REALIZZATI, O IN CORSO DI
REALIZZAZIONE, SECONDO
LA NORMA CEI 64-4 SONO
RITENUTI EGUALMENTE
IDONEI AGLI EFFETTI DELLA
SICUREZZA.
DIFFERENZE TRA LA
VECCHIA E NUOVA NORMA
MODIFICHE - TRASFORMAZIONI
CEI 64-8/7 EDIZIONE 2007
710.1.1 CAMPO DI APPLICAZIONE
NOTA: È NECESSARIO MODIFICARE L’IMPIANTO ELETTRICO
ESISTENTE, IN ACCORDO CON LA PRESENTE NORMA, QUANDO
AVVENGA UN CAMBIAMENTO DI UTILIZZO DEL LOCALE, ………
COME PREVISTO ANCHE DAL DM 37-2008 PER OGNI
INTERVENTO CHE NON SI CONFIGURA COME MANUTENZIONE
ORDINARIA, QUINDI PER TRASFORMAZIONI, AMPLIAMENTI,
ECC…., OCCORRE LA PROGETTAZIONE DELL’IMPIANTO DA
PARTE DI PROFESSIONISTA CON ESECUZIONE DELL’IMPIANTO
UTILIZZANDO LA NORMATIVA IN VIGORE E VERIFICANDO LA
COMPATIBILITA’ CON L’IMPIANTO ESISTENTE
DIFFERENZE TRA LA
VECCHIA E NUOVA NORMA
CAMPO DI APPLICAZIONE
CEI 64-8/7 EDIZIONE 2007
710.1.1 Campo di applicazione
La presente Norma si applica
Le prescrizioni particolari
integralmente agli ospedali,
della presente Sezione si
cliniche ed edifici nei quali
applicano agli impianti
l’uso medico è prevalente. Si
elettrici nei locali ad uso
applica anche ai locali ad uso
medico, in modo da assicurare
medico (ambulatori e studi
la sicurezza dei pazienti e del
professionali) installati in
personale medico.
edifici civili.
Queste prescrizioni si
La presente Norma integra la
riferiscono principalmente ad
Norma per gli Impianti Elettrici ospedali, a cliniche private, a
Utilizzatori(Norma CEI 64-8), e studi medici e dentistici, a
si applica ai nuovi impianti e
locali ad uso estetico ed a
ai rifacimenti o ampliamenti di locali dedicati ad uso medico
quelli esistenti.
nei luoghi di lavoro.
CEI 64-4 EDIZIONE 1997
DEFINIZIONI INTRODOTTE
DALLA NUOVA NORMA
710.2.3 Apparecchio elettromedicale
Apparecchio elettrico, munito di non più di una connessione ad
una particolare rete di alimentazione, destinato alla diagnosi,
al trattamento o alla sorveglianza del paziente sotto la
supervisione di un medico, e che entra in contatto fisico od
elettrico col paziente e/o trasferisce energia verso o dal
paziente e/o rivela un determinato trasferimento di energia
verso o dal paziente.
L’apparecchio comprende quegli accessori, definiti dal
costruttore, che sono necessari per permettere l’uso normale
dell’apparecchio. (Norma CEI 62-5)
710.2.4 Parte applicata
Una parte dell’apparecchio che nell’uso normale:
viene necessariamente in contatto fisico con il paziente
perché l’apparecchio possa svolgere la sua funzione; oppure
può essere portata a contatto con il paziente; oppure necessita
di essere toccata dal paziente. (Norma CEI 62-5)
INTRODUZIONE DELLA ZONA PAZIENTE
Qualsiasi volume in cui un paziente con parti applicate può
venire in contatto intenzionale, o non intenzionale, con altri
apparecchi elettromedicali o sistemi elettromedicali o con
masse estranee o con altre persone in contatto con tali
elementi.
NOTA Questa definizione si applica quando la posizione del
paziente è predeterminata; in caso contrario devono essere
prese in considerazione tutte le possibili posizioni del
paziente.
CLASSIFCAZIONI DEI LOCALI
CON LA NUOVA NORMA
710.2.5 Gruppo 0
Locale ad uso medico nel quale non si utilizzano apparecchi elettromedicali con
parti applicate.
710.2.6 Gruppo 1
Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere
utilizzate nel modo seguente:
•esternamente,
•invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca.
710.2.7 Gruppo 2
Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere
utilizzate in applicazioni quali interventi intracardiaci, operazioni chirurgiche, o il
paziente è sottoposto a trattamenti vitali dove la mancanza dell’alimentazione
può comportare pericolo per la vita.
710.3 Caratteristiche generali
La classificazione dei locali ad uso medico e l’individuazione della zona paziente
devono essere fatte dal personale medico o in accordo con l’organizzazione
sanitaria. Per determinare la classificazione di uno specifico locale ad uso
medico, è necessario che il personale medico indichi quali trattamenti medici
debbano essere effettuati entro tale locale.
La corretta classificazione del locale deve essere determinata sulla base dell’uso
al quale esso è destinato.
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
NELLA CLASSIFCAZIONI DEI LOCALI
NORMA CEI 64-4 3^ EDIZIONE 1997
NORMA CEI 64-8 SEZ.710 6^ EDIZIONE 2007
1.2.3 Camere di degenza ☻
Sono quei locali adibiti ad uso medico destinati al ricovero dei
pazienti.
2) Camere di degenza GRUPPO 1
Camere o gruppi di camere adibite ad uso medico nelle quali i
pazienti sono alloggiati per la durata del loro soggiorno in un
ospedale od in un altro ambiente ad uso medico.
1.2.4 Locali per chirurgia
a) camere di preparazione preoperatoria, nelle quali i pazienti
vengono preparati per l’intervento chirurgico, per es. mediante
pratica dell’anestesia;
13) Sala di preparazione alle operazioni GRUPPO 1-2
Sala nella quale si preparano i pazienti per un intervento
chirurgico, per esempio somministrando anestetici.
1.2.8 Locali per terapia fisica
Sono quei locali adibiti ad uso medico nei quali si applicano ai
pazienti provvedimenti curativi che influiscono sulle funzioni del
corpo mediante elettricità, onde elettromagnetiche comprese le
radiazioni ultraviolette, calore, vibrazioni, ginnastica curativa,
massaggi, ed in generale i procedimenti tipici della terapia
fisica.
I locali per dialisi e per emodialisi, anche domiciliari, sono
assimilati ai locali per terapia fisica.
10) Sala per fisioterapia GRUPPO 1
Sala nella quale i pazienti sono trattati con metodi
fisioterapeutici.
1.2.4 Locali per chirurgia
b) camere operatorie, nelle quali si effettuano interventi
chirurgici;
12) Sala per chirurgia GRUPPO 2
Sala nella quale vengono effettuati trattamenti chirurgici.
1.2.4 Locali per chirurgia ☺
g) sale parto;
3) Sala parto GRUPPO 1
Sala nella quale avvengono le nascite.
1) Sala per massaggi GRUPPO 0-1
19) Sala per emodialisi GRUPPO 1
Sala destinata a collegare i pazienti ad apparecchi
elettromedicali per disintossicare il loro sangue.
1.2.4 Locali per chirurgia
c) camere per le ingessature chirurgiche, in cui vengono
eseguite ingessature su pazienti in anestesia;
14) Sala per ingessature chirurgiche GRUPPO 1-2
Sala nella quale sono applicati gesso, od altri simili
ricoprimenti, mentre il paziente è sotto anestesia.
NOTA Questa sala fa parte del gruppo di sale per chirurgia e di solito è
ad esso collegata nello spazio.
1.2.4 Locali per chirurgia
d) camere di risveglio, nelle quali i pazienti vengono tenuti
sotto osservazione nella fase di risveglio dall’anestesia;
15) Sala di risveglio postoperatorio GRUPPO 1-2
Sala nella quale il paziente sotto osservazione si risveglia
dall’influenza dell’anestesia.
1.2.6 Locali per esami di fisiopatologia
Sono quei locali adibiti ad uso medico in cui anche
ambulatoriamente si collegano i pazienti ad apparecchi
elettromedicali di misura e di controllo (per es.
elettrocardiografi ed elettroencefalografi) per l’esecuzione di
indagini strumentali, ma non per terapia.
4) Sala per elettrocardiografie (ECG), GRUPPO 1-2
sala per elettroencefalografie (EEG),
sala perelettroisterografie (EHG),
sala per elettromiografie (EMG)
1.2.4 Locali per chirurgia
h) ambulatori chirurgici, ove si eseguono piccoli interventi
chirurgici sotto anestesia generale o interventi che richiedono
l’uso di apparecchi elettromedicali di tipo CF
[Norma CEI 62-5 (1991), art. 2.2.26]
5) Sala per endoscopie GRUPPO 1-2
Sala destinata alla applicazione di metodi endoscopici per
l’esame di organi attraverso orifizi naturali od artificiali.
Esempi di metodi endoscopici sono la broncoscopia, la
laringoscopia, la cistoscopia, la gastroscopia e metodi simili,
se necessario effettuati sotto anestesia.
7) Sala per urologia (che non sia una sala per operazioni
chirurgiche) GRUPPO 1-2
Sala nella quale vengono effettuati procedimenti diagnostici o
terapeutici nella zona urogenitale del corpo mediante
apparecchi elettromedicali, quali apparecchi a raggi X,
apparecchi endoscopici ed apparecchi per interventi chirurgici
con alta frequenza
1.2.4 Locali per chirurgia
i) sale per cateterismo cardiaco, dove si possono effettuare
esami e trattamenti del cuore con cateteri, ad esempio per
misurare i potenziali di azione e le emodinamiche del cuore o
iniettare mezzi di contrasto o applicare pace-makers;
16) Sala per applicazioni di cateteri cardiaci GRUPPO 2
Sala destinata all’esame od al trattamento del cuore mediante
cateteri.
Esempi di procedimenti applicati sono la misura dei potenziali
di azione emodinamica del cuore, i prelievi di campioni di
sangue, l’iniezione di prodotti di contrasto o l’applicazione di
sostanze stimolanti.
1.2.4 Locali per chirurgia
l) sale di esame angiografico, dove si mettono in evidenza
arterie o vene con mezzi di contrasto, o si praticano terapie
vascolari.
18) Sala per esami angiografici GRUPPO 2
Sala prevista per visualizzare arterie e vene, ecc., mediante
mezzi di contrasto.
1.2.5 Locali per sorveglianza o terapia intensiva
Sono quei locali adibiti ad uso medico in cui vengono tenuti
sotto sorveglianza pazienti in degenza per il controllo ed
eventualmente per la stimolazione o la sostituzione di
determinate funzioni corporee mediante l’impiego di
apparecchi elettromedicali.
17) Sala per cure intensive GRUPPO 2
Sala nella quale i pazienti a letto sono sorvegliati mediante
apparecchi elettromedicali indipendentemente da interventi
chirurgici. Le azioni del corpo, se necessario, possono essere
stimolate.
22) Sala prematuri GRUPPO 2
1.2.7 Locali per idroterapia
Sono quei locali adibiti ad uso medico in cui si trattano i
pazienti con acque curative, fanghi, sabbie, vapori, oppure
inalazioni, con applicazioni in acqua di elettroterapia,
termoterapia o massaggi, ed in generale con i procedimenti
tipici dell’idroterapia.
9) Sala per idroterapia GRUPPO 1
Sala nella quale i pazienti sono trattati con metodi
idroterapeutici. Esempi di tali metodi sono i trattamenti
terapeutici con acqua, acqua salata, fango, limo, argilla,
vapore, sabbia con gas, fango con gas, terapia mediante
inalazioni, elettroterapia in acqua (con o senza
additivi), termoterapia con massaggi e termoterapia in acqua
(con o senza additivi).
Piscine per usi generali e locali contenenti bagni ordinari non
sono considerati sale per idroterapia.
1.2.10 Locali per anestesia
Sono quei locali adibiti ad uso medico nei quali si praticano
anestesie generali (narcosi) od analgesie generali
(annullamento della sensibilità al dolore). Quando in uno dei
locali definiti negli articoli precedenti possano essere praticate
tali anestesie od analgesie generali, a detto locale deve essere
attribuita anche la qualifica di locale per anestesia.
11) Sala per anestesia GRUPPO 2
Sala adibita ad uso medico nella quale si praticano anestesie
generali.
1.2.9 Locali per radiologia
Sono quei locali adibiti ad uso medico nei quali si utilizzano, a
scopo terapeutico o diagnostico, gli apparecchi radiologici di
cui in 1.2.17.
20) Sala per risonanza magnetica (MRI) GRUPPO 1
21) Sala per medicina nucleare GRUPPO 1
Sala destinata alla diagnosi mediante l’uso di isotopi
radioattivi.
8) Sala per diagnostica radiologica e per radioterapie
GRUPPO 1
Sala per diagnostica radiologica
Sala destinata all’uso di radiazioni ionizzanti per visualizzare le
strutture interne del corpo mediante radiografie o fluoroscopie.
Sala per radioterapie
Sala destinata all’uso di radiazioni ionizzanti o di elettroni per
ottenere effetti terapeutici.
1.2.11 Ambulatori medici di tipo A
Sono quei locali adibiti ad uso medico nei quali si utilizzano
apparecchi elettromedicali con parti applicate [Norma CEI 62-5
(1991) art. 2.1.5] senza anestesia generale (ad esempio
gabinetti odontoiatrici ove si praticano cure odontoiatriche
senza anestesia generale).
1.2.12 Ambulatori medici di tipo B
Sono quei locali adibiti ad uso medico nei quali non si
utilizzano apparecchi elettromedicali oppure si utilizzano
solamente apparecchi elettromedicali privi di parti applicate.
6) Ambulatori GRUPPO 0-1
NOTA La sala per anestesia può comprendere per esempio la sala per
chirurgia, la sala di preparazione alle operazioni, la sala per ingessature
in occasione di operazioni e la sala per trattamenti chirurgici.
1.2.4 Locali per chirurgia ☻
e) camere di lavaggio, in cui chirurghi ed assistenti si lavano
a scopo di disinfezione;
f) camere di sterilizzazione chirurgica, quando sono
funzionalmente collegate con le camere operatorie e nelle
quali vengono sterilizzati ferri e materiali chirurgici;
Ambienti ordinari o di GRUPPO 0
VARIAZIONI NELLA CLASSIFCAZIONI DEI LOCALI
RIASSUNTO DELLE
VARIAZIONI SIGNIFICATIVE
NELLA CLASSIFICAZIONE
DEI LOCALI AD USO MEDICO
TRA LA VECCHIA
E LA NUOVA NORMA
CAMERE DI DEGENZA
DA “GRUPPO 0” A GRUPPO 1
SALE PARTO
DA “GRUPPO 2” A GRUPPO 1
CAMERE DI LAVAGGIO
DA “GRUPPO 2” A GRUPPO 0
STERILIZZAZIONE
DA “GRUPPO 2” A GRUPPO 0
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
NORMA CEI 64-4 3^ EDIZIONE 1997
NORMA CEI 64-8 SEZ.710 6^ EDIZIONE 2007
PROVVEDIMENTI PARTICOLARI CONTRO I
CONTATTI INDIRETTI
3.1.1 Sistemi di protezione contro i contatti
indiretti
PROTEZIONE COMBINATA CONTRO I
CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI
710.413
a) protezione con interruzione automatica del
circuito, di cui all’art. 413.1 della Norma CEI 64-8,
sostituendo il valore di 50 V, nell’art. 5.4.06, con
quello di 25 V;
710.413.1.1.1 Interruzione dell’alimentazione
Nei locali ad uso medico di gruppo 1 e di gruppo
2, si deve applicare quanto segue:
-per i sistemi IT, TN e TT, la tensione di contatto
limite convenzionale UL non deve superare 25 V
(UL ≤ 25 V);
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
3.1.1 Sistemi di protezione contro i contatti
indiretti
a)protezione mediante bassissima tensione di
sicurezza con la prescrizione che la tensione
nominale in c.a. e in c.c. non superi
rispettivamente 25 V e 60 V;
710.411.1 Protezione mediante bassissima
tensione: SELV e PELV
Quando sono utilizzati i circuiti SELV e PELV
nei locali ad uso medico di gruppo 1 e gruppo
2, la tensione nominale applicata agli
apparecchi utilizzatori non deve superare
25V, valore efficace, in c.a. o 60 V, non
ondulata, in c.c.
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
CON DIFFERENZIALE Idn 30mA
3.1.1 Sistemi di protezione contro i contatti
indiretti
a)protezione mediante l’impiego di componenti
di Classe II o con isolamento equivalente, di
cui all’art. 413.2 della Norma CEI 64-8;
3.1.1 Sistemi di protezione contro i contatti
indiretti
a)protezione con interruzione automatica del
circuito utilizzando un interruttore differenziale
con corrente differenziale di intervento non
superiore a 30mA;
GUIDA CEI 64-13 Edizione 1998
APPENDICE C
Si raccomanda l’utilizzo di differenziali di
tipo A o B
Guida CEI 64-56
3.5.1 protezione mediante l’impiego di
componenti di Classe II o con isolamento
equivalente
710.413.1.3
Nei locali di gruppo 2 tutti i circuiti devono
essere protetti mediante interruttore
differenziale con Idn ≤ 30 mA, se non sono
alimentati dal sistema IT - M.
Nei locali ad uso medico di gruppo 1 e
gruppo 2, dove sono richiesti interruttori
differenziali, devono essere scelti solo
quelli di tipo A o di tipo B, in funzione del
tipo della possibile corrente di guasto.
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
CON TRASFORMATORE DI ISOLAMENTO
Protezione contro i contatti indiretti nei
locali per chirurgia
Per tutti i circuiti ad eccezione di quelli di cui
……., è ammessa unicamente l’adozione del
sistema di protezione per separazione elettrica
……. con controllo permanente della resistenza
di isolamento e con tensione nominale del
circuito separato non superiore a 220 V
……………
ad eccezione di quelli di che alimentano
apparecchi radiologici oppure grosse
apparecchiature con potenza assorbita
superiore a 5 kVA (per es. sterilizzatori)
possono essere alimentati direttamente dalla
rete purché con tensione nominale non
superiore a 380 V.
710.512 Scelta dei componenti elettrici in
funzione delle condizioni di servizio …….
Il sistema IT-M deve essere utilizzato nei locali
ad uso medico di gruppo 2 per i circuiti che
alimentano apparecchi elettromedicali, sistemi
elettromedicali o altri apparecchi utilizzatori
situati o che possono entrare nella “zona
paziente”, ad esclusione dei circuiti per unità a
raggi X e dei circuiti per apparecchi con una
potenza nominale maggiore di 5 kVA.
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
CON TRASFORMATORE DI ISOLAMENTO
La tensione nominale secondaria di un
trasformatore di isolamento medicale
impiegato come parte di un’installazione o
come parte staccata di un apparecchio non
deve superare 220 V (monofase o trifase).
La potenza in uscita non deve superare
7,5 kVA.
La corrente di dispersione verso terra
dell’avvolgimento secondario di un
trasformatore di isolamento medicale deve
essere limitata a 0,5 mA.
La corrente di dispersione sull’involucro e la
corrente di dispersione verso terra di un
trasformatore di isolamento medicale deve
essere limitata a 0,5 mA.
Se è richiesta anche l’ alimentazione trifase
tramite un sistema ……… distinto con tensione
secondaria nominale non superiore a 250 V.
(monofase o trifase).
Per realizzare sistemi con trasformatore
d’isolamento per uso medicale devono essere
usati trasformatori monofase con potenza
nominale di uscita non inferiore a 0,5 kVA
e non superiore a 10 kVA
La corrente di dispersione verso terra
dell’avvolgimento secondario e la corrente di
dispersione sull’involucro, misurate a vuoto e
con il trasformatore alimentato alla tensione ed
alla frequenza nominali, non deve superare
0,5 mA
E’ PREVISTA L’ACCETTAZIONE DEL
CERTIFICATO DI COLLAUDO IN
SOSTITUZIONE DELLA MISURA
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
DISPOSITIVO DI CONTROLLO
PERMANENTE DELL’ISOLAMENTO
3.1.1 Sistemi di protezione contro i contatti indiretti
⎯tale dispositivo non deve poter essere disinserito
⎯deve indicare - otticamente ed acusticamente se la
resistenza di isolamento dell’impianto è scesa al di sotto del
valore di sicurezza prefissato; questo valore deve essere
non inferiore a 50 kΩ, e possibilmente più alto.
⎯La tensione del circuito di allarme non deve essere
superiore a 25 V;
⎯il dispositivo di allarme deve essere tale che la corrente
che circola in caso di guasto diretto a terra del sistema sotto
controllo non sia superiore a 1 mA.
⎯Il dispositivo di allarme deve essere predisposto per la
trasmissione a distanza dei suoi segnali;
⎯non deve essere possibile spegnere il segnale luminoso;
⎯il segnale acustico può essere tacitato ma non disinserito.
Deve essere possibile accertare in ogni momento
l’efficienza del dispositivo di allarme: a tale scopo esso deve
contenere un circuito di controllo inseribile a meno di un
pulsante.
710.413.1.5 Sistema IT-M
⎯il dispositivo di controllo dell’isolamento non deve essere
disinseribile.
⎯l’indicazione deve aver luogo quando la resistenza
d’isolamento scenda a 50 kΩ. Un dispositivo di prova deve
essere presente per questa verifica.
⎯la tensione di prova non deve superare 25 V c.c.;
⎯la corrente di prova non deve superare, anche in
condizioni di guasto, 1 mA c.c.;
⎯l’impedenza interna deve essere almeno 100 kΩ;
⎯una spia di segnalazione a luce verde per indicare un
funzionamento regolare;
⎯una spia di segnalazione a luce gialla che si illumini
quando sia raggiunto il valore minimo fissato per la
resistenza di isolamento; non deve essere possibile
spegnere questa spia o staccarla dalla sua alimentazione;
⎯un allarme acustico che suoni quando sia raggiunto il
valore minimo fissato per la resistenza di isolamento; questo
segnale acustico può essere interrotto;
⎯il segnale giallo deve spegnersi quando il guasto sia stato
eliminato e la condizione regolare sia stata ripristinata.
⎯deve essere installato in un posto adatto, tale da poter
essere sorvegliato in permanenza (con segnali ottici e
acustici) dal personale medico
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
PRESE A SPINA IN SALA OPERATORIA
Ogni presa a spina dei circuiti di cui in a), deve avere un
proprio dispositivo di protezione contro le sovracorrenti; tale
dispositivo può essere del tipo unipolare.
710.55.3 Circuiti per prese a spina nei locali di gruppo 2
In ciascun posto di trattamento dei pazienti, per esempio le
unità di alimentazione ad uso medico (testa – letto), la
disposizione delle prese a spina alimentate dal sistema IT-M e
dei relativi circuiti deve essere la seguente:
•devono essere installati almeno due distinti circuiti che
alimentino le prese a spina, oppure
•le prese a spina devono essere protette individualmente o a
gruppi (almeno due) contro le sovracorrenti.
RICHIESTO DA CEI 64-4 E 64-8/7:
LE PRESE A SPINA ALIMENTATE DAL
SISTEMA IT-M NON DEVONO
ESSERE INTERCAMBIABILI CON PRESE
ALIMENTATE DA ALTRI SISTEMI
UTILIZZATI NELLO STESSO LOCALE.
LE PRESE ALIMENTATE DA SORGENTE
DIFFERENTI (UPS, ECC…) DEVONO
ESSERE FACILMENTE RICONOSCIBILI
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
PENSILI E TESTALETTO EN793
Ogni presa a spina dei circuiti di cui in a), deve avere un
proprio dispositivo di protezione contro le sovracorrenti; tale
dispositivo può essere del tipo unipolare.
UNI EN 793 NOVEMBRE 1999
Requisiti particolari per la sicurezza delle unità di
alimentazione per uso medico
DOMANDA:Nel corso della verifica di una nuova sala di terapia
intensiva, Classificata in gruppo 2, alimentata dal proprio
trasformatore d'isolamento, è stata rilevata la presenza di 2-3
sub nodi nel testaletto per alimentare le prese, situazione che
non consente di rispettare le prescrizioni della Sezione 710 "
Locali ad uso medico " della Norma CEI 64-8. Le prese
installate nel testa letto devono seguire la norma impiantistica
oppure la norma specifica del testa letto ?
RISPOSTA: Le giunzioni effettuate all'interno di un
componente elettrico dell'impianto, come nel caso di un testa
letto rispondente alla Norma UNI EN 11197, non sono da
considerare sub nodi e pertanto non si applica la Sezione 710
della Norma CEI 64-8.
Risposta CEI aggiornata al 10/03/2011
57.1 Isolamento dalla rete di alimentazione
Le unità di alimentazione per uso medico non devono
comprendere interruttori principali o fusibili accessibili
dall'esterno ed in grado di isolare un circuito elettrico
completo. Le prese collegate alla rete non devono essere
provviste di interruttori di alimentazione.
Nota Un intervento involontario sugli interruttori o sui fusibili di
alimentazione, se incorporati nell'unità di alimentazione per uso
medico, può mettere in pericolo il paziente.
PRIMA DELLA Dlgs.46-97 “DISPOSITIVI MEDICI”
IL PENSILE FACEVA PARTE DELL’IMPIANTO ELETTRICO
ADESSO E’ UN APPARECCHIO ELETTROMEDICALE
(DA SERVIZIO TECNICO A INGEGNERIA CLINICA)
PENSILI E TESTALETTO EN793
LA NORMA UNI
PREVEDE
L’INSTALLAZIONE
DI PROTEZIONI
SOLO SE
SEGREGATE ED
ACCESSIBILI
TRAMITE
ATTREZZO …….
PER EVITARE
MANOVRE
INVOLONTARIE
SU FUSIBILI ….
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
EGUALIAZZAZIONE DEL POTENZIALE
3.3.3 Egualizzazione del potenziale nei locali per chirurgia
….. Si applicano inoltre le prescrizioni sotto indicate.
Al nodo equipotenziale del locale devono essere collegati in
modo visibile, con possibilità di disinserzione individuale e di
permanente accessibilità:
a)I conduttori equipotenziali. Si richiama l’attenzione sul fatto
che nei locali di cui al presente articolo devono essere collegate
a detti conduttori oltre a quelle già elencate in 3.3.2, anche altre
masse estranee come per es. il tavolo operatorio di tipo fisso
non elettrico, ecc.
b)I conduttori di protezione collegati a masse.
c)I conduttori di protezione collegati ai contatti di terra delle
prese a spina.
d)Le eventuali schermature contro campi elettrici perturbatori.
Ci si riferisce in particolare alle schermature che possono
essere necessarie per le apparecchiature di misura o di
sorveglianza installate in camera operatoria e in locali per
sorveglianza o terapia intensiva.
e)La eventuale rete metallica di dispersione del pavimento
conduttore.
f)In quanto possibile le strutture metalliche ed i ferri di armatura
del fabbricato.
g)Gli eventuali morsetti di equipotenzialità di cui all’art. 18 punto
e) della Norma CEI 62-5.
710.413.1.2.2 Collegamento equipotenziale supplementare
710.413.1.2.2.1 Nodo equipotenziale
In ciascun locale ad uso medico di gruppo 1 e di gruppo 2 deve
essere installato un nodo equipotenziale a cui siano collegate le
seguenti parti situate, o che possono entrare, nella zona
paziente;
masse (conduttori di protezione);
masse estranee (conduttori equipotenziali);
schermi, se installati, contro le interferenze elettriche;
eventuali griglie conduttrici nel pavimento;
l’eventuale schermo metallico del trasformatore di isolamento.
La sezione nominale dei conduttori equipotenziali non deve
essere inferiore a 6 mm2 in rame.
Î
Î
Î
Î
Î
NOTA Si raccomanda di collegare i tavoli operatori, a posa fissa e non
elettrici, al conduttore equipotenziale, a meno che essi non siano destinati
ad essere isolati da terra.
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
EGUALIAZZAZIONE DEL POTENZIALE
I singoli conduttori che convergono in un nodo equipotenziale
del locale devono essere chiaramente contraddistinti per
funzione e provenienza. ………………..
È ammesso un nodo intermedio per apparecchi elettromedicali
e prese a spina alimentati da trasformatore di isolamento e per
le masse estranee vicine tra loro.
Il nodo intermedio (sub-nodo) deve essere collegato al nodo
equipotenziale del locale con un conduttore di sezione non
inferiore a quella più elevata tra i conduttori di protezione ed
equipotenziali che confluiscono nel nodo.
Gli apparecchi elettrici (ad es. telefoni), le cui masse non sono
collegate al nodo equipotenziale del locale, devono essere
allontanati dall’ambiente circostante il paziente in modo che
non sia possibile il contatto accidentale, diretto oppure indiretto
a mezzo di una persona presente nel locale (ad es.
infermiera), del paziente con detti apparecchi.
Nota In casi particolari può essere utile l’adozione di una rete
conduttrice al di sotto del pavimento dei locali per
sorveglianza, terapia intensiva, chirurgia e anestesia.
710.413.1.2.2.4 Posizionamento del nodo equipotenziale
Il nodo equipotenziale deve essere posto entro o vicino al
locale ad uso medico e deve essere collegato al conduttore
principale di protezione, con un conduttore di sezione almeno
equivalente a quella del conduttore di sezione più elevata
collegato al nodo stesso. Le connessioni devono essere
disposte in modo che esse siano chiaramente identificabili ed
accessibili e in grado di essere scollegate individualmente.
DIFFERENZE TRA LA VECCHIA E NUOVA NORMA
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
La resistenza di detti conduttori, tenuto conto della
resistenza di contatto delle connessioni, non deve
superare 0,15 ohm.
La misura della resistenza deve essere effettuata in
c.a. o in c.c. con una tensione a vuoto da 6 V a 12 V
e una corrente di 10 A circa.
710.413.1.2.2.2 Resistenza dei conduttori
Nei locali ad uso medico di gruppo 2 la resistenza dei
conduttori e delle connessioni, fra il nodo
equipotenziale e i morsetti previsti per il conduttore di
protezione delle prese a spina e degli apparecchi
utilizzatori fissi o per qualsiasi massa estranea, non
deve superare 0,20 ohm
La misura deve essere effettuata in c.a. o in c.c. con
una tensione a vuoto da 4 a 24 V e una corrente di
almeno 10 A.
La resistenza di un conduttore è direttamente proporzionale alla lunghezza ed inversamente proporzionale alla sezione.
Ne consegue che la formula matematica per calcolare la resistenza elettrica di un generico conduttore è:
R = ρ * l / s.
ρ (rame) = 0.0175 Ohm x mm2 / m
Esempio: un cavo di sezione 6mm2 lungo 12m R=0.0085 ohm circa
QUESTO CALCOLO PUO’ SERVIRE SOLO PER UN RAFFRONTO,
NON TIENE CONTO DELLA RESISTENZA DELLE CONNESSIONI
VERIFICA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI
NEI LOCALI DI GRUPPO 2
DEFINIZIONE E TIPI DI VERIFICA
• Per verifica si intende l'insieme delle
operazioni necessarie per accertare la
rispondenza di un impianto elettrico ai
requisiti prestabiliti;
•
–
–
–
Si possono distinguere tre tipi di verifiche:
la verifica ai fini della sicurezza;
la verifica ai fini della regola d'arte;
la verifica ai fini del collaudo.
VERIFICA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI
NEI LOCALI DI GRUPPO 2
• La verifica ai fini della sicurezza accerta se l'impianto
elettrico ha i requisiti necessari per ridurre il rischio
elettrico al di sotto del limite accettabile.
In questa verifica si fa riferimento alle norme di legge e
alle norme CEI;
• La verifica ai fini della regola d'arte accerta se l'impianto
elettrico è conforme alla regola d'arte in senso lato;
include oltre alla sicurezza anche le prestazioni
dell'impianto. (Committente e installatore )
• La verifica ai fini del collaudo riguarda le operazioni
tecniche necessarie per accertare se l'impianto elettrico
è conforme alla regola d'arte e al progetto, incluso
l'eventuale capitolato d'appalto. (Committente e
Installatore e Progettista )
VERIFICA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI
NEI LOCALI DI GRUPPO 2
VERIFICHE
Nei locali medici devono essere effettuate le verifiche
iniziali e periodiche previste dalla Norma CEI 64-8.sez710
710.61 Verifiche iniziali
Le verifiche indicate nel seguito nei punti da a) a d) sono da aggiungere a quelle indicate nel Capitolo 61. Le
verifiche devono essere effettuate prima della messa in servizio iniziale e,dopo modifiche o riparazioni, prima
della nuova messa in servizio.
a) prova funzionale dei dispositivi di controllo dell’isolamento di sistemi IT-M e dei sistemi di allarme ottico e
acustico;
b) misure per verificare il collegamento equipotenziale supplementare (710.413.1.2.2.2);
c) misure delle correnti di dispersione dell’avvolgimento secondario a vuoto e sull’involucro dei trasformatori per
uso medicale;
d) esame a vista per controllare che siano state rispettate le altre prescrizioni della presente Sezione.
La verifica iniziale deve essere eseguita dall'impresa installatrice
prima di sottoscrivere la dichiarazione di conformità.
VERIFICA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI
NEI LOCALI DI GRUPPO 2
VERIFICHE
• Le verifiche periodiche possono essere:
Verifiche periodiche ai fini della manutenzione eseguite da
professionisti o da installatori abilitati ad eseguire impianti
elettrici ai sensi della DM 37/08, oppure da personale interno
alla struttura sanitaria.
• Per eseguire le verifiche periodiche nei locali medici non è
richiesto un titolo di studio ma una preparazione specifica
sugli impianti elettrici nei locali medici.
VERIFICA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI
NEI LOCALI DI GRUPPO 2
VERIFICHE
710.62 Verifiche periodiche
Devono essere effettuate le seguenti verifiche periodiche nei seguenti intervalli di tempo
indicati:
a) prova funzionale dei dispositivi di controllo dell’isolamento: sei mesi;
b) controllo, mediante esame a vista, delle tarature dei dispositivi di protezione regolabili: un
anno;
c) misure per verificare il collegamento equipotenziale supplementare: tre anni;
d) prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza con motori a combustione:
prova a vuoto: un mese;
prova a carico per almeno 30 min: quattro mesi;
e) prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza a batteria secondo le istruzioni
del costruttore: sei mesi;
f) prova dell’intervento, con Idn, degli interruttori differenziali: un anno.
VERIFICA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI
NEI LOCALI DI GRUPPO 2
VERIFICHE
• E' responsabilità del committente scegliere un verificatore,
persona o impresa, idoneo allo scopo.
• Lo stesso dicasi per le apparecchiature elettromedicali.
• I risultati delle verifiche periodiche devono essere riportati
su un registro da conservare sul posto, con la firma del
tecnico che ha eseguito la verifica.
• Tipo e forma dei registri sono completamente liberi. *
*
Dalla Guida Regionale al DPR 462:
si ritiene sufficiente che il registro contenga:
• Data esecuzione controllo;
• Nome e qualifica dell’esecutore;
• Strumenti utilizzati;
• Tipologia dei controlli realizzati;
• Norme e guide CEI di riferimento.
Verifiche periodiche ispettive effettuate dopo la messa
in esercizio, da strutture pubbliche ed enti notificati ai
fini della sicurezza.
VERIFICA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI
NEI LOCALI DI GRUPPO 2
ASSISTENZA ALLE VERIFICHE
La verifica deve essere eseguita con la collaborazione di una
persona responsabile, esperta delle caratteristiche
dell’impianto, degli ambienti e delle precauzioni da mettere
in atto nell’effettuazione delle prove.
In questo caso tutte le richieste necessarie alla
effettuazione della verifica devono essere fatte dal
verificatore direttamente alla persona responsabile
dell’assistenza che deve stabilire
le forme di intervento.
Nota: La Norma CEI 11-27 recita ((art. 1.2.01 nota 2):
“Le prove e le misure sui sistemi elettrici sono generalmente
ritenute lavori elettrici, salvo casi particolari, nei quali la
sicurezza è affidata alla qualificazione dell’operatore e/o a
mezzi sostitutivi delle procedure contenute nella presente
Norma”.
RIFERIMENTI ALLE NORME PER LA
DOCUMENTAZIONE
CEI 64-8 Sez.710
710.514.5 Schemi e documentazione
Vedasi in proposito la Guida CEI 0-2.
710.514.5 Schemi e documentazione
Devono essere forniti al committente documenti di disposizione topografica
dell’impianto elettrico, unitamente a rapporti, disegni, schemi e relative
modifiche, così come istruzioni per l’esercizio e la manutenzione.
NORMA CEI 02 ART. 2.2.1 LETTERA i)
Descrizione delle misure di protezione contro i contatti indiretti, quali:
interruzione automatica dell’alimentazione, uso dei componenti elettrici
aventi isolamento in classe II od equivalente, separazione elettrica,
bassissima tensione di sicurezza ecc. Per l’interruzione automatica
dell’alimentazione, la relazione deve contenere l’indicazione delle modalità
di esecuzione del collegamento a terra del sistema, le caratteristiche dei
conduttori di protezione, le modalità di messa a terra delle masse, la
descrizione dell’impianto di terra con riferimento all’eventuale uso dei ferri
del calcestruzzo e delle strutture metalliche, quali elementi del dispersore,
conduttori di terra, conduttori equipotenziali principali. Eventuali calcoli
dimensionali riferiti alle condizioni più sfavorevoli. Descrizione significativa
delle altre eventuali misure di protezione adottate.
DOCUMENTAZIONE PREVISTA DALLA
GUIDA (DELLA NORMA CEI 64-4) CEI 64-13 (1998)
Ai sensi dell’articolo 13 del DM 12.9.59 del Ministero del Lavoro e Previdenza
Sociale, tenuto conto delle leggi 1 marzo 1968 n. 186 e 5 marzo 1990 n. 46 che
definiscono i contenuti della regola dell’arte e dell’articolo 269 del DPR 27
aprile 1955 n. 547, fra “i mezzi necessari” che il datore di lavoro deve mettere
a disposizione del verificatore per le operazioni di verifica deve essere
compresa, come elemento basilare, una documentazione che preveda almeno:
• planimetria, vidimata dal Responsabile Sanitario, indicante la destinazione
d’uso degli ambienti ad uso medico in esame;
• planimetrie indicanti il posizionamento dei nodi equipotenziali con i relativi
collegamenti e destinazioni;
• documentazione, vidimata dal Responsabile Sanitario, sul tipo, la qualità e la
quantità di sostanze infiammabili utilizzate e di anestetici atti a formare
miscele esplosive o dichiarazione di non utilizzo di tali sostanze;
• dichiarazioni o certificazioni di conformità dei trasformatori di isolamento per
uso medicale con descrizione dei dati tecnici e delle Norme di riferimento
adottate da cui risulti la rispondenza ai requisiti di sicurezza. Quanto sopra
può essere ricavato da cataloghi, istruzioni tecniche, dati tecnici del
costruttore;
•
•
•
documentazione sulle caratteristiche delle sorgenti e dei circuiti di
alimentazione di sicurezza, secondo quanto specificato nel Cap. 4 della
presente Guida;
documentazione con le istruzioni del costruttore per l’uso e la manutenzione
delle apparecchiature per l’alimentazione di sicurezza. Tale documentazione
deve essere tenuta a disposizione sul posto;
documentazione con l’elenco degli apparecchi elettromedicali in uso negli
ambienti, corredata di dichiarazione di rispondenza alle Norme CEI 62-5 fasc.
1445, CEI 62 particolari, ove esistenti, Norma CEI fasc. 1276 G) e procedure
per la loro manutenzione e controllo, in relazione alle istruzioni del
costruttore. Tale documentazione deve essere tenuta a disposizione sul
posto.
Le documentazioni sopra indicate, in lingua italiana, devono essere
completate da tutti quegli elaborati necessari per accertare la rispondenza
degli impianti alle Norme generali degli impianti elettrici utilizzatori.
L’accertamento dell’idoneità della documentazione è propedeutica all’esame
dell’impianto.
Per le verifiche periodiche il verificatore dovrà procedere all’esame della
documentazione relativa ad eventuali riparazioni, modifiche, interventi
manutentivi, ecc.
ANALISI PREVENTIVA ALLA VERIFICA
PREVISTA IN CHECK LIST
ANALISI DEI DOCUMENTI DA VISIONARE PRIMA DI COMINCIARE AL VERIFICA
DEGLI IMPIANTI (C/O L’UFFICIO TECNICO?)
• CONTROLLO DEI DATI ANAGRAFICI (DITTA E DATORE DI LAVORO)
•
PRESENZA DEI DOCUMENTI TECNICO AMMINISTRATIVI (PROGETTO E
DELLA/E Dichiarazione di Conformità)
•
CONTROLLO/ANALISI DEI DOCUMENTI TECNICI (CERTIFICATI, REGISTRI,
SCHEMI, PLANIMETRIE, ECC….)
VERIFICHE/PROVE SULL’IMPIANTO
•
ESAME A VISTA
•
PROVE STRUMENTALI
ELENCO DELLE VERIFICHE/PROVE SULL’IMPIANTO
ESAME A VISTA E PROVE STRUMENTALI
• IL SISTEMA DI COMMUTAZIONE TRA LA RETE DI ALIMENTAZIONE PRINCIPALE
E LA SORGENTE DI ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA
• MISURA DELLA CORRENTE DI DISPERSIONE VERSO TERRA-INVOLUCRO
DELL’AVVOLGIMENTO SECONDARIO DEL TRASFORMATORE IT-M (O
CERTIFICATO DI DI COLLAUDO DEL COSTRUTTORE)
• LA CORRENTE DI PROVA DEL DISPOSITIVO DI CONTROLLO PERMANENTE
DELL’ISOLAMENTO
• PROVA DEL DISPOSITIVO DI CONTROLLO DELL’ISOLAMENTO
• VERIFICA DI EVENTUALI MASSE ESTRANEE
• LA RESISTENZA DEI CONDUTTORI E DELLE CONNESSIONI AL NODO
EQUIPOTENZIALE
• PROVA DEI DISPOSITIVI DIFFERENZIALI
• LA MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA
INIZIO VERIFICA
CONTROLLO DEI DATI ANAGRAFICI (DITTA E DATORE DI LAVORO)
CHECK LIST PER VERIFICA DI LOCALI MEDICI DI GRUPPO 2
COMUNE:
DATA:
UBICAZIONE IMPIANTO-INDIRIZZO:
MATRICOLA AUSL
RAGIONE SOCIALE UTENTE TIMBRO CON P.IVA
Legale Rappresentante Ditta:
Responsabile Sanitario:
Tel.
e-mail
FAX
PRESENZA DEI DOCUMENTI TECNICO AMMINISTRATIVI
(PROGETTO E DELLA/E Dichiarazione di Conformità)
Impianto elettrico installato:
<5 marzo 1990 □
>5 marzo 1990 <26 marzo 2008 □
>27 marzo 2008 □
TECNICO / RAPPRESENTANTE ASSISTENTE ALL’ISPEZIONE
DOCUMENTI AMMINISTRATIVI
Requisito richiesto:
SI
NO
Per tutti i locali ad uso medico è disponibile la classificazione aggiornata alla data di
realizzazione dell’impianto, vidimata dal Responsabile Sanitario?
NORMA CEI 64-8/7 - GUIDA CEI 64-56
Norma CEI 64-4 per impianti <2001 □
Esiste una dichiarazione di conformità dell’installatore dell’impianto elettrico ai sensi
della L. 46/90 o DM 37?
DITTA DiCo – DiRi:
Esiste un progetto dell’impianto elettrico conforme alla GUIDA CEI 02?
(ART.6 LEGGE 46/90 – ART. 5 DM 37/08 - GUIDA CEI 0-2)
PROGETTISTA:
Norma CEI 64-8/7 per impianti>2001 □
N.A.
CONTROLLO/ANALISI DEI DOCUMENTI TECNICI
(CERTIFICATI, REGISTRI, SCHEMI, PLANIMETRIE, ECC….)
DOCUMENTI TECNICI
Requisito richiesto:
a supporto del servizio di manutenzione e ai fini delle verifiche sono presenti documenti di disposizione topografica
dell’impianto elettrico, unitamente a rapporti, disegni, schemi e relative modifiche e istruzioni per l’esercizio e la
manutenzione?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.514.5 – GUIDA CEI 02
esiste un quadro di distribuzione nell’edificio destinato alla distribuzione principale dell’energia elettrica a tutto l’edificio
(quadro generale) o ad una sua parte consistente, dove è misurato l’abbassamento di tensione (12%) al quale va riferito
il funzionamento dei servizi di sicurezza?
NORMA CEI 64-8/7 art.710.562.1.2
il sistema di distribuzione è progettato ed installato in modo da facilitare la commutazione automatica tra la rete di
alimentazione principale e la sorgente di alimentazione di sicurezza?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.313.1
le protezioni sono selettive rispetto ai dispositivi di protezione a monte?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.53.1
per i circuiti che alimentano apparecchi elettromedicali, sistemi elettromedicali o altri apparecchi utilizzatori situati o che
possono entrare nella “zona paziente”, ad esclusione dei circuiti per unità a raggi X e dei circuiti per apparecchi con una
potenza nominale maggiore di 5 kVA è utilizzato il sistema di protezione IT-M?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.5
SI
NO
N.A.
PLANIMETRIA CON LAYOUT E SCHEMA ELETTRICO PER
ANALIZZARE GLI IMPIANTI PRIMA DELL’ESAME A VISTA
IL PERICOLO DI ESPLOSIONE NEL COMPARTO OPERATORIO
IL PERICOLO DI ESPLOSIONE ALL’INTERNO DELLE SALE OPERATORIE E’ ORMAI INESISTENTE IN
VIRTU’ DEL CAMBIO DI SOSTANZE UTILIZZATE NELLA PRATICA DELL’ANESTESIA (VEDI TABELLA).
SI PRESENTA INVECE UN ALTRO RISCHIO DOVUTO ALL’UTILIZZO MOLTO DIFFUSO DI SISTEMI
U.P.S. PER L’ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA CHE RICHIEDE LA VERIFICA DELLA VALUTAZIONE
DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE NEL LOCALE BATTERIE (Dlgs 81-2008)
ANALISI DEI DOCUMENTI TECNICI
DOCUMENTI TECNICI
I trasformatori IT-M sono conformi alla Norma CEI EN 61558-2-15(CEI 96-16) per quanto applicabile?
rispettano inoltre le seguenti prescrizioni:
sono installati all’interno o nelle immediate vicinanze dei locali?
Î
Sono di tipo monofase o trifase con potenza nominale di uscita compresa tra 0,5-10 kVA?
Î
La tensione nominale secondaria non supera 250 V c.a.?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.512.1.1
Î
sono dotati di il dispositivo di controllo permanente dell’isolamento conforme alla Norma CEI EN 61557-8
(CEI 85-28)?
Î
Î
è presente un dispositivo per la sorveglianza del sovraccarico e sovratemperatura?
RACCOMANDAZIONE GUIDA CEI 64-56 art.3.5.2
Î
CARATTERISTICHE DEL TRASFORMATORE DI
ISOLAMENTO
ETICHETTA SUL
TRASFORMATORE IT-M
INDICANTE I DATI DI
RIFERIMENTO ALLA NORMA
CARATTERISTICHE DEL DISPOSITIVO DI CONTROLLO
PERMANENTE DELL’ISOLAMENTO
VERIFICHE DOCUMENTALI
RIFERIMENTI ALLE NORME:
CEI EN 61557-8 (CEI 85-28)
REQUISITI TECNICI:
─ L’IMPEDENZA INTERNA ≥ 100 KΩ;
─ TENSIONE DI PROVA ≤ 25 V C.C
DOCUMENTI TECNICI
per tutti i circuiti non alimentati da sistema di protezione IT-M è presente una protezione differenziale con Idn 30mA?
gli interruttori differenziali sono di tipo A o di tipo B, in funzione del tipo della possibile corrente di guasto?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.3
VERIFICA DEI DISPOSITIVI DIFFERENZIALI
ANALISI DELLA SELETTIVITA’
ART. 710.413.1.3
SI DEVE FARE
PARTICOLARE
ATTENZIONE PER
ASSICURARE CHE L’USO
SIMULTANEO DI
NUMEROSI
APPARECCHI,
COLLEGATI ALLO
STESSO CIRCUITO, NON
POSSA CAUSARE
SCATTI INTEMPESTIVI
DEGLI INTERRUTTORI
DIFFERENZIALI.
TIPO DI DIFFERENZIALE
LA SENSIBILITÀ ALLE CORRENTI PULSANTI E
CONTINUE
L'IMPIEGO ORMAI GENERALIZZATO DI
APPARECCHIATURE CON DISPOSITIVI DI TIPO
ELETTRONICO PUÒ DETERMINARE, IN
OCCASIONE DI UN GUASTO DI ISOLAMENTO,
CORRENTI DI DISPERSIONE VERSO TERRA
CON COMPONENTI NON SEMPRE SINUSOIDALI
MA SOVENTE ANCHE DEL TIPO
UNIDIREZIONALE, PULSANTI O CONTINUE.
IN SITUAZIONI COME QUESTE UN DISPOSITIVO
DIFFERENZIALE TRADIZIONALE NON È
SEMPRE IDONEO A FUNZIONARE
CORRETTAMENTE. IN RELAZIONE ALLE
CORRENTI DI DISPERSIONE A CUI
L'INTERRUTTORE DIFFERENZIALE È SENSIBILE
I DIFFERENZIALI CHE ALIMENTANO IMPIANTI NEI LOCALI DI GRUPPO 2 DEVONO ESSERE DI TIPO A o B
SELETTIVITA’ DEI DISPOSITIVI DIFFERENZIALI
AFFINCHÉ LA
SELETTIVITÀ SIA
GARANTITA IL
DISPOSITIVO DI
TIPO S DEVE
AVERE UNA
CORRENTE
NOMINALE
DIFFERENZIALE DI
ALMENO TRE
VOLTE
SUPERIORE
RISPETTO A
QUELLA DEL
DISPOSITIVO
INSTALLATO A
VALLE
DOCUMENTI TECNICI
è presente il registro delle verifiche iniziali contenente:
prova funzionale dei dispositivi di controllo dell’isolamento di sistemi IT-M e dei sistemi di allarme ottico e acustico?
Î
misure per verificare il collegamento equipotenziale supplementare?
Î
misure delle correnti di dispersione dell’avvolgimento secondario a vuoto e sull’involucro dei trasformatori per uso
medicale?
Î
esame a vista per controllare che siano state rispettate le altre prescrizioni della presente Sezione?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.61
Î
è presente il registro delle verifiche periodiche contenente:
prova funzionale dei dispositivi di controllo dell’isolamento (sei mesi)?
Î
controllo, mediante esame a vista, delle tarature dei dispositivi di protezione regolabili
(un anno)?
Î
Î
misure per verificare il collegamento equipotenziale supplementare (tre anni)?
Î
prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza con motori a combustione:
Î
prova a vuoto (un mese)?
Î
prova a carico per almeno 30 min (quattro mesi)?
Î
prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza a batteria secondo le istruzioni del costruttore (sei mesi)?
Î
prova dell’intervento, con Idn, degli interruttori differenziali (un anno)?
Î
la data di verifica?
Î
riferimento all’impianto/apparecchio verificato?
Î
esito della verifica?
Î
firma leggibile del verificatore?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.62
Î
almeno il 50% degli apparecchi di illuminazione sono alimentati dalla sorgente di sicurezza?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.564.1
710.562.2.1Sorgenti di alimentazione di sicurezza con un periodo di commutazione 0,5 s
È richiesta una sorgente di sicurezza che possa alimentare per un periodo minimo di 3h e che
ripristini la alimentazione entro un periodo di commutazione non superiore a 0,5 s, gli apparecchi
di illuminazione dei tavoli operatori ed apparecchi elettromedicali che necessitino
dell’alimentazione di sicurezza entro 0,5 s.
710.564.1 Illuminazione di sicurezza
In caso di mancanza della alimentazione ordinaria si deve ottenere, mediante una sorgente dei
servizi di sicurezza, il necessario illuminamento minimo per i seguenti locali, tenendo presente
che il periodo di commutazione alla sorgente di sicurezza non deve superare 15 s:
………………………………..
locali ad uso medico di gruppo 2. In ciascun locale almeno il 50% degli apparecchi di
illuminazione deve essere alimentato dalla sorgente di sicurezza.
QUESITO
QUESTITO ILLUMUNAZIONE DI SICUREZZA DELLA SALA OPERATORIA
1. Si deve garantire che (art. 710.564.1 CEI 64-8/7 ): "....in ciascun locale almeno il 50% degli apparecchi
di illuminazione deve essere alimentato dalla sorgente di sicurezza". Se il circuito luci è derivato da
GruppoElettrogeno e UPS (non a servizio esclusivo delle sale operatorie) , si può sostenere che tutte
le lampade della sala operatoria sono alimentate dalla sorgente di sicurezza?
2. Se il “circuito luci” a valle del GruppoElettrogeno e UPS è unico e nel momento in cui interviene
l'interruttore di protezione (interruttore differenziale Idn 30mA) tutte le lampade della sala si spengono
(rimane accesa solo una lampada autolimentata di emergenza) è accettabile?
3. Oppure occorre prevedere almeno due circuiti differenti facenti capo a due distinte protezioni
differenziali? (710.55.1 Circuiti di illuminazione)
RISPOSTA TNE: Le risposte ai Suoi quesiti sono le seguenti:
¾ Tutti gli apparecchi di illuminazione sono alimentati dalla sorgente di sicurezza
¾ Nei locali medici, la norma non richiede né circuiti di sicurezza indipendenti da quelli ordinari,
né la separazione su più circuiti dell'illuminazione.
Il progettista accorto può andare oltre la norma che stabilisce soltanto il livello minimo accettabile.
RISPOSTA CEI: Al primo quesito la risposta è sì, il terzo quesito presenta aspetti di consulenza
progettuale per cui esula dai compiti del CEI; per quanto riguarda il secondo quesito, la
discussione è ancora aperta nel Comitato e le risponderemo non appena avremo elementi per
risponderle.
ESAME A VISTA
ESAME A VISTA
Norma CEI 64-8/6
6.3.2 Esame a vista
Esame di un impianto elettrico utilizzando i sensi per accertare la corretta scelta e
installazione dei componenti elettrici.
61.2.2 L’esame a vista è inteso anche a verificare che i componenti elettrici siano
installati, in accordo con le istruzioni dei relativi costruttori, in modo tale da non
compromettere le loro caratteristiche.
Guida CEI 64-14
B.1.1 Esame a vista
L’esame a vista ha il fine di controllare che l’impianto elettrico sia stato realizzato
secondo le Norme CEI.
Questo esame è preliminare alle prove e deve accertare che i componenti siano:
• conformi alle prescrizioni delle relative norme;
• scelti e messi in opera correttamente;
• non danneggiati visibilmente.
ESAME A VISTA
L’esame può essere di due tipi: ordinario od approfondito.
Norma CEI 64-8/6
B.1.1.1 Esame a vista ordinario
L’esame ordinario è una ispezione che identifica, senza l’uso di utensili o di mezzi
di accesso, quei difetti dei componenti elettrici che sono evidenti allo sguardo
(ad esempio mancanza di ancoraggi, connessioni interrotte, involucri rotti, dati di
targa, ecc.). Questo esame deve essere sempre eseguito.
B.1.1.2 Esame a vista approfondito
L’esame approfondito è una ispezione che viene fatta in aggiunta alla precedente
ed identifica tutti quei difetti (ad esempio errata installazione, connessioni non
effettuate, morsetti lenti, ecc.) che possono evidenziarsi soltanto usando attrezzi
(ad esempio strumenti, utensili e scale).
L’esame approfondito richiede, normalmente, l’accesso ai componenti.
ESAME A VISTA
gli impianti risultano protetti contro i contatti diretti mediante isolamento? NORMA CEI 64-8/7 art. 710.412
¾VERIFICA DEL CORRETTO POSIZIONAMENTO DEI COMPONENTI ELETTRICI
¾VERIFICA DELL’INTEGRITA’DEI COMPONENTI (PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI
DIRETTI
¾DISTANZA DEI COMPONENTI ELETTRICI DALLE PRESE DELL’OSSIGENO
(Gli apparecchi elettrici, come per esempio prese a spina e interruttori, devono essere installati ad una
distanza orizzontale di almeno 0,2 m (da centro a centro) da qualsiasi attacco per gas per uso medicale)
¾PRESENZA DI ADATTATORI E PRESE MULTIPLE
DOMANDA:
In sala operatoria si ha necessità di alimentare molteplici apparecchiature elettromedicali di
supporto con bassi assorbimenti, è possibile a tale scopo introdurre prese multiple ?
RISPOSTA TNE:
L'art. 710.55.3 stabilisce le condizioni per l'uso delle prese a spina alimentate dal sistema IT-M nei
locali di gruppo 2: non sembra che escluda l'uso di prese multiple, purchè esse siano alimentate
mediante almeno due distinti circuiti e questi siano adeguatamente protetti contro le
sovracorrenti.
ESAME A VISTA
PRESA MULTIPLA CONFORME ALLA NORMA CEI EN 60601
ESAME A VISTA
in ciascun locale è installato un nodo equipotenziale a cui sono collegate le seguenti parti situate, o che possono
entrare, nella zona paziente
masse (conduttori di protezione)?
Î
masse estranee (conduttori equipotenziali) ?
Î
schermi, se installati, contro le interferenze elettriche?
Î
eventuali griglie conduttrici nel pavimento?
Î
l’eventuale schermo metallico del trasformatore di isolamento?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.2.2.1
Î
la sezione nominale dei conduttori equipotenziali supplementari per le masse estranee in rame è non inferiore a 6
mm2 ? NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.2.2.1
tra una massa o una massa estranea ed il nodo equipotenziale è interposto un solo nodo intermedio (sub-nodo)?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.2.2.4 COMMENTI
il nodo equipotenziale è posto entro o vicino al locale ?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.2.2.4
il nodo equipotenziale è collegato al conduttore principale di protezione, con un conduttore di sezione almeno
equivalente a quella del conduttore di sezione più elevata collegato al nodo stesso?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.2.2.4
le connessioni sono disposte in modo che esse siano chiaramente identificabili ed accessibili e in grado di essere
scollegate individualmente? NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.2.2.4
ESEMPIO DI UNA PLANIMETRIA CON
INDICAZIONI RICONDUCIBILI ALLO SCHEMA DI
EGUALIZZAZIONE
ESEMPIO DI UNO SCHEMA DI EGUALIZZAZIONE
VERIFICA DELL’EGUALIZZAZIONE DEL
POTENZIALE NEI LOCALI DI GRUPPO 2
NEL CORSO DELLA VERIFICA
OCCORRE VERIFICARE LA
CORRETTA ESECUZIONE
DELL’EGUALIZZAZIONE DEL
POTENZIALE, CONTROLLANDO
L’ASSENZA DI ERRORI COMUNI
NEL COLLEGAMENTO DEL PE DI
PRESE A SPINA (A GRUPPI DI TRE
O PIU’) AL NODO
EQUIPOTENZIALE CON DIVERSI
SUBNODI COME NELLA FIGURA.
NEL NODO EQUIPOTENZIALE
OCCORRE VERIFICARE LA
POSSIBILITA’ DI SCOLLEGARE
SINGOLARMENTE I CONDUTTORI
E IDENTIFICARLI
UN NODO PER DUE LOCALI
ESAME A VISTA
le condutture installate all’interno di locali sono destinate esclusivamente all’uso degli apparecchi elettrici e dei loro
accessori di quel locale? NORMA CEI 64-8/7 art. 710.52
I circuiti alimentati da trasformatore di isolamento sono separati dagli altri da separazione di protezione? NORMA CEI
64-8/7 art. 710.413.1.5
CON LA NOVA NORMA NON E’ PIU’ RICHIESTO L’UTILIZZO
DI CAVI MULTIPOLARI PER I CIRCUITI A VALLE DEL
SECONDARIO MA E’ RICHIESTA LA SEPARAZIONE DEI
CIRCUITI SUL QUADRO E SUGLI IMPIANTI E NON E’ PIU’
RICHIESTA LA MISURA DI CORRENTE SUI CIRCUITI
TERMINALI (<2mA)
ESAME A VISTA
la protezione contro le sovracorrenti è ottenuta mediante interruttori automatici?
NOTA: I FUSIBILI POSSONO ESSERE USATI PER LA PROTEZIONE CONTRO I CORTOCIRCUITI
LA PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI DI CIRCUITI BIPOLARI DEI SISTEMI IT-M PUÒ ESSERE
UNIPOLARE. NORMA CEI 64-8/7 art. 710.53.1
in ciascun posto di trattamento dei pazienti, (per esempio le unità di alimentazione ad uso medico testa – letto), la
disposizione delle prese a spina alimentate dal sistema IT-M e dei relativi circuiti:
sono installati almeno due distinti circuiti che alimentino le prese a spina?
Î
oppure le prese a spina sono protette individualmente o a gruppi (almeno due) contro le sovracorrenti?
Î
le prese a spina alimentate dal sistema IT-M sono non intercambiabili con eventuali prese alimentate da altri sistemi
utilizzati nello stesso locale?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.55.3
le prese a spina alimentate da sorgenti differenti nello stesso locale sono facilmente identificabili?
NORMA CEI 64-56 art. 710.55.3
gli apparecchi elettrici, come per esempio prese a spina e interruttori, sono installati ad una distanza orizzontale di
almeno 0,2 m (da centro a centro) da qualsiasi attacco per gas per uso medicale?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.512.2.1
(Gli apparecchi elettrici, come per esempio prese a spina e interruttori, devono essere
installati ad una distanza orizzontale di almeno 0,2 m (da centro a centro) da qualsiasi
attacco per gas per uso medicale)
ESAME A VISTA
è presente una sorgente di sicurezza che possa alimentare per un periodo minimo di 3 h e che ripristini la
alimentazione entro un periodo di commutazione non superiore a 0,5 s, gli apparecchi di illuminazione dei tavoli
operatori ed apparecchi elettromedicali che necessitino dell’alimentazione di sicurezza entro 0,5 s? NORMA CEI 648/7 art. 710.562.2.1
è presente una sorgente di sicurezza che possa alimentare per un periodo minimo di 24 h quando l’abbassamento di
tensione al quadro di distribuzione principale supera i limiti (12%)?
NOTA 1: LA DURATA DI 24 H PUÒ ESSERE RIDOTTA SINO AD UN MINIMO DI 1 H SE LE PRESCRIZIONI
MEDICHE E L’UTILIZZO DEL LOCALE FACILITANO IL TRATTAMENTO/ESAME E L’EVACUAZIONE PUÒ
ESSERE COMPLETATA ENTRO 1 H.
NOTA 2: IL PERIODO DI COMMUTAZIONE COMPRENDE ANCHE IL TEMPO ENTRO IL QUALE LA SORGENTE
DI SICUREZZA È DISPONIBILE PER ALIMENTARE IL CARICO PREVISTO.
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.562.2.2
è presente nei locali ad uso medico di gruppo 2 almeno il 50% degli apparecchi di illuminazione alimentati dalla
sorgente di sicurezza? NORMA CEI 64-8/7 art. 710.562.2.2
ESEMPIO DI SCHEMA ELETTRICO
ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA
I dispositivi per l’alimentazione di sicurezza nei locali ad uso medico
vengono suddivisi in 5 classi:
• Classe 0 (di continuità)
Alimentazione automatica disponibile senza interruzioni T=0
• Classe 0,15 (ad interruzione brevissima)
Alimentazione automatica disponibile in un tempo inferiore o uguale a 0,15 sec.
• Classe 0,5 (ad interruzione breve)
Alimentazione automatica disponibile in un tempo compreso tra 0,15 e 0,5 sec.
• Classe 15 (ad interruzione media)
Alimentazione automatica disponibile in un tempo compreso tra 0,5 e 15 sec.
• Classe >15 (ad interruzione lunga)
Alimentazione automatica disponibile in più di 15 sec.
VERIFICHE SUL QUADRO ELETTRICO
PRIMA DI COMINCIARE LE
VERIFICHE-MISURE SUL
QUADRO OCCORRE
CONTROLLARE:
LA PRESENZA E CORRETTA
INDICAZIONE SUGLI ORGANI DI
MANOVRA
LA SEPARAZIONE DEI CIRCUITI
ALIMENTATI DA
TRASFORMATORE IT-M E DA
RETE
LA PRESENZA SUL
TRASFORAMATORE DELLA
ETICHETTA-CERTIFICATO
I TIPI DI DIFFERENZIALE
INSTALLATI
L’IMPOSSIBILITA’ DI
DISINSERZIONE DEL
DISPOSITIVO DI CONTROLLO DI
ISOLAMENTO
CORRETTA INSTALLAZIONE DEL DISPOSITIVO DI
CONTROLLO PERMANENTE DELL’ISOLAMENTO
DOMANDA:
IN SALA OPERATORIA IL CONTROLLO DI ISOLAMENTO DEL TRAFORMATORE
IT-M E’ PROTETTO TRAMITE PORTAFUSIBILE DI TIPO ESTRAIBIBLE SUL FRONTE
QUADRO, UN CONTATTO DEL CONTROLLO DI ISOLAMENTO E’ UTILIZZATO
COME ALLARME REMOTO PER INDICARE LA MANCANZA DI ALIMENTAZIONE
OLTRE L’ABBASSAMENTO DELL’ISOLAMENTO.
SECONDO LA NORMA CEI 64-8 SEZ 710 ART 710.413.1.5 NON DEVE ESSRE
POSSIBILE LA DISINSERZIONE DEL CONTROLLO DI ISOLMENTO.
E’ NECESSARIO TOGLIERE LA PROTEZIONE PORTAFUSILE SUL QUADRO ANCHE
SE ESISTE UN ALLARME REMOTO SULL’ALIMENTAZIONE?
RISPOSTA ING.BOSISIO:
SE LA NORMA PRESCRIVE CHE NON DEVE ESSERE POSSIBILE LA
DISINSERZIONE DEL CONTROLLO DI ISOLAMENTO, NON SI VEDE COME SIA
POSSIBILE PROTEGGERE IL RELATIVO CIRCUITO MEDIANTE UN PORTAFUSIBILE
DI TIPO ESTRAIBILE.
DISTINTI SALUTI
CORRETTA INSTALLAZIONE DEL DISPOSITIVO DI
CONTROLLO PERMANENTE DELL’ISOLAMENTO
STESSA DOMANDA (QUASI STESSA RISPOSTA)
RISPOSTA ING.CAMPOBELLO:
PUR NON CAPENDO CON PRECISIONE COSA SI INTENDA PER "INDICARE
MANCANZA DI ALIMENTAZIONE", IN RELAZIONE AL SUO QUESITO OCCORRE
GARANTIRE CHE QUANDO SI AZIONA IL TRASFORMATORE IT-M SI AZIONI
ANCHE IL DISPOSITIVO;
NON DEVE (DOVREBBE) ESSERE POSSIBILE INSERIRLI SEPARATAMENTE. IL
CHE È FACILMENTE OTTENIBILE ALIMENTANDO IL DISPOSITIVO
DIRETTAMENTE DAL SECONDARIO DEL TRASFORMATORE IT-M SENZA
INSTALLARE ORGANI DI MANOVRA SUL CIRCUITO DI ALIMENTAZIONE CHE
POSSANO "DISINSERIRLO" (VEDI SCHEMA ALLEGATO).
CORRETTA INSTALLAZIONE DEL DISPOSITIVO DI
CONTROLLO PERMANENTE DELL’ISOLAMENTO
CORRETTA INSTALLAZIONE DEL DISPOSITIVO DI
CONTROLLO PERMANENTE DELL’ISOLAMENTO
CORRETTA INSTALLAZIONE DEL DISPOSITIVO DI
CONTROLLO PERMANENTE DELL’ISOLAMENTO
PER LA PAR
CONDICIO
INDICAZIONI
DI UN
COSTRUTTORE
RELATIVE AD UN
SUO PRODOTTO
(QUADRO
ELETTRICO PER
AMBIENTI MEDICI)
PROVE STRUMENTALI
STRUMENTI DI MISURA
MULTIFUNZIONE CON
MISURA RESISTENZA
10A-12V
milliAMPEROMETRO
MULTIFUNZIONE
RESISTENZA
VARIABILE 30-60Kohm
PROVE STRUMENTALI
il sistema di commutazione tra la rete di alimentazione principale e la sorgente di alimentazione di sicurezza
interviene regolarmente in mancanza di rete ordinaria entro 15 s.?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.313.1
la sorgente di sicurezza per gli apparecchi di illuminazione dei tavoli operatori ed apparecchi elettromedicali che
necessitino dell’alimentazione di sicurezza entro 0,5 s interviene correttamente?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.562.2.1
SE PER LA PROVA OCCORRE TOGLIERE TENSIONE
IN AMBIENTI DIVERSI DA QUELLO CONTROLLATO
BISOGNA COORDINARSI CON I RESPONSABILI DEL
SERVIZIO TECNICO
PROVE STRUMENTALI
la corrente di dispersione verso terra dell’avvolgimento secondario del trasformatore IT-M e la corrente di
dispersione sull’involucro, misurate a vuoto e con il trasformatore alimentato alla tensione ed alla frequenza
nominali, non superano 0,5 mA?
oppure è presente il certificato di prova di collaudo strumentale del costruttore?
la corrente di prova del dispositivo di controllo permanente dell’isolamento è ≤ 1 mA c.c. anche in condizioni di
guasto?
è impossibile disinserire il dispositivo di controllo dell’isolamento?
Î
è presente una spia di segnalazione a luce verde per indicare un funzionamento regolare?
Î
è presente una spia di segnalazione a luce gialla che si illumina quando viene raggiunto il valore
≤ 50 kΩ? NON DEVE ESSERE POSSIBILE SPEGNERE QUESTA SPIA
è presente un allarme acustico, udibile dalla postazione di lavoro, che suona quando sia raggiunto il valore minimo
fissato per la resistenza di isolamento (questo segnale acustico può essere interrotto)?
Î
il segnale giallo si spegne solo quando il guasto viene eliminato e la condizione regolare è stata ripristinata?
Î
VERIFICA DI INTERVENTO E CORRETTO
FUNZIONAMENTO DEL DISPOSITIVO DI CONTROLLO
PERMANENTE DELL’ISOLAMENTO
PROVA MANUALE DI FUNZIONAMENTO
LA SPIA VERDE
DEVE ESSERE
ACCESA PER
INDICARE IL CHE IL
DISPOSITIVO
CORRETTAMENTEE’
ALIMENTATO
PROVA MANUALE DI FUNZIONAMENTO
PIGIANDO SUL
PULSANTE “TEST”
SI DEVE
ACCENDERE LA
SPIA GIALLA
E DEVE
INTERVENIRE
L’ALLARME
ACUSTICO
PROVA MANUALE DI FUNZIONAMENTO
CON IL PULSANTE
“TEST” ATTIVATO
PIGIANDO SUL
PULSANTE MUTE SI
DEVE TACITARE
L’ALLARME
ACUSTICO E LA SPIA
GIALLA DEVE
RIMANERE ACCESA
PROVA STRUMENTALE DI FUNZIONAMENTO
PROVA DI
INTERVENTO CON
INSERZIONE DI
RESISTENZA
VARIABILE
(30-60Kohm)
TRA UN POLO
E LA TERRA
SU PRESA A SPINA
MISURA DELLA CORRENTE CHE CIRCOLA NEL
DISPOSITIVO DI CONTROLLO IN CASO DI GUASTO
SCHEMA DI
COLLEGAMENTO DEL
DIPOSITIVO DI
CONTROLLO
MISURA DELLA CORRENTE CHE CIRCOLA NEL
DISPOSITIVO DI CONTROLLO IN CASO DI GUASTO
INSERIMENTO DEL
MILLIAMPEROMETRO
PER LA MISURA
MISURA DELLA CORRENTE CHE CIRCOLA NEL
DISPOSITIVO DI CONTROLLO IN CASO DI GUASTO
MISURA DELLA
CORRENTE CON
GUASTO SUL
SECONDARIO
MISURA DELLA CORRENTE DI DISPERSIONE
MISURA DELLA
CORRENTE DI
DISPERSIONE VERSO
TERRA
MISURA DELLA CORRENTE DI DISPERSIONE
MISURA DELLA
CORRENTE DI
DISPERSIONE
SULL’INVOLUCRO
al nodo equipotenziale sono collegate tutte le parti metalliche (masse estranee) che presentano una resistenza
verso terra minore di 0,5 MΩ.? NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.2.2.1
CON UNA TENSIONE DI 500V SI
PROCEDE ALLA VERIFICA PER
ACCERTARE CHE NON SIANO
PRESENTI MASSE ESTRANEE
(R<0,5Mohm) IN ZONA
PAZIENTE NON COLLEGATE
AL NODO EQUIPOTENZIALE
LA MISURA DELLA
RESISTENZA DI ISOLAMENTO
DEL PAVIMENTO NON E’ PIU’
NECESSARIA PERCHE’ NON
SONO PIU’ UTILIZZATE
SOSTANZE CHE POSSONO
CREARE ATMOSFERE
ESPLOSIVE
la resistenza dei conduttori e delle connessioni, fra il nodo equipotenziale e i morsetti previsti per il conduttore di
protezione delle prese a spina, degli apparecchi utilizzatori fissi e massa estranee non supera 0,2 Ω?
LA MISURA DEVE ESSERE EFFETTUATA IN C.A. O IN C.C. CON UNA TENSIONE A VUOTO DA 4 A 24 V E
UNA CORRENTE DI ALMENO 10 A. NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.2.2.2
MISURA DELLA RESISTENZA DEI CONDUTTORI
EQUIPOTENZIALI NEI LOCALI DI GRUPPO 2
A) LA RESISTENZA
COMPLESSIVA DEVE
COMPRENDERE LA
RESISTENZA DEL
CONDUTTORE (RC) E LA
RESISTENZA DI CONTATTO
DELLE CONNESSIONI AL
NODO (RN) E ALLA MASSA
(RM )
B) LA MISURA DELLA
RESISTENZA DEL
COLLEGAMENTO
EQUIPOTENZIALE PUÒ
ESSERE CONDOTTA COL
METODO VOLTAMPEROMETRICO MEDIANTE
UNO STRUMENTO IN GRADO
DI FORNIRE UNA TENSIONE
A VUOTO COMPRESA FRA 4
E 24 V ED IN GRADO DI
EROGARE UNA CORRENTE,
IN CONTINUA O ALTERNATA,
DI ALMENO 10 A
MISURA DELLA RESISTENZA DEI CONDUTTORI
EQUIPOTENZIALI NEI LOCALI DI GRUPPO 2
INSERZIONE ERRATA
IL CIRCUITO
AMPEROMETRICO
ADDUCE CORRENTE
SOLO SULLA
RESISTENZA RC , IL
CIRCUITO
VOLTMETRICO PUÒ
MISURARE SOLO LA
CADUTA DI
TENSIONE SULLA
RESISTENZA RC DEL
CONDUTTORE NON
ESSENDOCI CADUTA
DI TENSIONE SULLE
RESISTENZE RN E RM
MISURA DELLA RESISTENZA DEI CONDUTTORI
EQUIPOTENZIALI NEI LOCALI DI GRUPPO 2
INSERZIONE
ERRATA
IL CIRCUITO
VOLTMETRICO NON
CONSENTE DI
MISURARE LE
CADUTE DI
TENSIONE SULLE
RESISTENZE DELLE
CONNESSIONI,
IL VOLTMETRO
MISURA SOLO LA
CADUTA DI
TENSIONE SULLA
RESISTENZA
RC DEL
CONDUTTORE
MISURA DELLA RESISTENZA DEI CONDUTTORI
EQUIPOTENZIALI NEI LOCALI DI GRUPPO 2
INSERZIONE
ERRATA
LA RESISTENZA
MISURATA
COMPRENDE SOLO
QUELLA DEL
CONDUTTORE E
NON QUELLA DELLE
CONNESSIONI
MISURA DELLA RESISTENZA DEI CONDUTTORI
EQUIPOTENZIALI NEI LOCALI DI GRUPPO 2
INSERZIONE
CORRETTA
LA RESISTENZA
MISURATA
COMPRENDE
SIA QUELLA DEL
CONDUTTORE SIA
QUELLA DELLE
CONNESSIONI
MISURA DELLA RESISTENZA DEI CONDUTTORI
EQUIPOTENZIALI NEI LOCALI DI GRUPPO 2
INSERZIONE
CORRETTA
LA RESISTENZA
MISURATA
COMPRENDE
SIA QUELLA DEL
CONDUTTORE SIA
QUELLA DELLE
CONNESSIONI
COMPRESO IL
COLLEGAMENTO
TRAMITE SUBNODO
i dispositivi differenziali intervengono correttamente:
con prova strumentale?
ƒ
con tasto di prova?
NORMA CEI 64-8/7 art. 710.413.1.2.2.4
ƒ
la misura della resistenza di terra eseguita garantisce una Vc ≤ 25V?
Norma CEI 64-8/7 art. 710.413.1.1.1
VALORE MISURATO
RE _______________ Ω
PROVA DI INTERVENTO DEI DISPOSITIVI
DIFFERENZIALI Idn 30mA
SCHEMA DI
INSERZIONE PER LA
PROVA DEI
DIFFERENZIALI CHE
GARANTISCE IL
NON INTERVENTO
DI DISPOSITIVI A
MONTE
PROVA DI INTERVENTO DEI DISPOSITIVI
DIFFERENZIALI Idn 30mA
I DISPOSITIVI DIFFERENZIALI DEVONO ESSERE TESTATI, NEI TEMPI E MODI, SECONDO
LE INDICAZIONI DEL COSTRUTTORE E NEI LOCALI A D USO MEDICO DEVONO ESSERE
RIPORTATI SUL REGISTRO GLI ESISTI DELLE VERIFICHE (CON TASTO DI PROVA E CON
STRUMENTO) AD INTERVALLI NON SUPERIORE AD UN ANNO. NON E’ PIU’ RICHIESTA LA
REGISTRAZIONE DEI TEMPI DI INTERVENTO E DELLE PROVE CON 5Idn
ALTRE POSSIBILI VERIFICHE
PREVISTE IN SEDE DI AUTORIZZAZIONE E
COMMISSIONE DI VIGILANZA
¾ VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA SCARICHE
ATMOSFERICHE (SOVRATENSIONI)
¾ VERIFICA DELLA CONFORMITA’ AL DM 18-09-2002
(ANTINCENDIO)
¾ VERIFICA DELLA COMPATIBILITA’ TRA LE PROTEZIONI
IN REGIME NORMALE E IN EMERGENZA CON GRUPPO
ELETTROGENO (AUMENTO IMPEDENZA CIRCUITO DI
GUASTO)
¾ ANALISI DELLE APPARECCHIATURE
ELETTROMEDICALI (REGISTRO DEI CONTROLLI)
¾ VERIFICA DEGLI APPARECCHI A PRESSIONE
(STERILIZZATRICI)
¾ …. E SPERIAMO SIA BRAVO IL CHIRURGO …..
Grazie