Ritorno a Corinto sulle acque blu del Mediterraneo

DOMENIC A 19 OT TOBRE 2014
LA SICILIA
SIRACUSA .41
CULTURA & SOCIETÀ
O RACCOLTA DI POESIE
Omnia e i versi dolceamari di Giovanni Stella
S’intitola Omnia. Ogni cosa. Una raccolta nel
segno di quel neutro plurale che, appunto, è
“tutto”. A firmarlo è Giovanni Stella, scrittore
e poeta, che ha voluto dar vita a una raccolta
di versi nati dal cuore e dall’anima. Un viaggio
decennale di vita che si snoda tra le parole, tra
le rime, tra la poesia. Una sorta di biografia in
versi che diviene anche una riflessione sulle
cose quotidiane, sulle paure e sulle piccole
grandi meraviglie dell’uomo. Le poesie di
Giovanni Stella raccontano un mondo
interiore in cui la famiglia, gli affetti hanno un
VIAGGIO NEL PASSATO
Una regata-rally culturale
da Siracusa con tappa a
Cefalonia e Patrasso
posto saldo nella memoria. Un luogo in cui
ritrovarsi per sfuggire alla malinconia e alle
amarezze della vita. I versi di Giovanni Stella,
che vive nella città esagonale di Avola tra gli
intarsi architettonici e il mare blu del sudest,
sono un piccolo grande tesoro di umanità. Nei
suoi libri, tutti pubblicati sotto l’egida
dell’amico Ciccio Urso, si racconta la
profondità del quotidiano e l’amore per chi ha
profuso amore. Come il proprio padre a cui
Stella dedica un dolce ricordo.
I. D. B.
Ritorno a Corinto
sulle acque blu
del Mediterraneo
L’associazione culturale aretusea rinsalda
il legame con la Grecia lungo 3mila anni
L’Associazione culturale siracusana
“Ritorno a Corinto” presieduta da Nicola Tarantello ha avuto il merito di
rinverdire i tremila anni di storia che
hanno legato indissolubilmente le
città di Siracusa e Corinto. E ciò per la
prima volta.
Ovvero il legame tra la città di Aretusa fondata nel 734 a. C. dai coloni
partiti da Corinto alla volta dell’Occidente.
Per l’interesse suscitato, sicuramente inaspettato, vale la pena raccontare
le due settimane di eventi che hanno
caratterizzato questa prima originale
edizione ideata e organizzata dall’Associazione aretusea senza fini di lucro
ma con l’unico obiettivo di irradiare e
approfondire la cultura greca che interessò Corinto e Siracusa.
Il viaggio è iniziato dall’Area Marina
Protetta del Plemmirio. La dirigente
responsabile dell’unità operativa “Valorizzazione del patrimonio culturale”
della Soprintendenza di Siracusa, Maria Musumeci, ha presentato una relazione dal titolo “La colonizzazione
greca: la fondazione di Siracusa” evidenziando le vicende della nascita di
questa colonia e del suo ecista Archia.
L’excursus della Musumeci ha toccato preistoria e protostoria sino al
rapporto con le popolazioni indigene,
partendo da Ortigia con la presentazione delle ricerche in piazza Duomo, area del Tempio Ionico, piazza
Minerva e Tempio di Apollo.
Alla luce dei recenti scavi, l’oratrice
ha illustrato l’espansione della città
sulla terraferma, con templi, occupazione del fertile retroterra e la nascita
delle sue sub colonie.
Allacciandosi al tema, infine, Maria
Musumeci ha sottolineato la continuità del rapporto tre Siracusa e Corinto, fornendo un affascinante quadro sull’importanza della produzione
ceramica proto corinzia e corinzia.
Da Siracusa a Corinto con l’indimenticabile regata-rally accolti dai
nostri “fratelli” greci. Da premettere
che l’idea originale dell’Associazione
siracusana “Ritorno a Corinto” si è subito divulgata e oltre ai circoli nautici
e a barche a vela del nostro territorio
hanno aderito barche ed equipaggi
della Sicilia e di altre regioni, in totale
36 persone, che in 15 giornate hanno
vissuto e gustato intensamente questa
prima esperienza velica-storica-culturale.
La prima tappa da Siracusa a Cefalonia si è conclusa sul traguardo dei due
fari di Luxory e di Thedoroi; nel pomeriggio riuniti nel porto di Argostoli e
guidati dal rappresentante del Circolo
velico Noki, signor Maxis gli ospiti siracusani hanno reso omaggio ai caduti italiani della Divisione Acqui.
Seconda tappa a Patrasso ricevuti
con entusiasmo dal presidente del locale circolo ricreativo Kostas Kalogeropoulos e dal presidente dell’Autorità
portuale che a sorpresa ha invitato il
sindaco di Siracusa Garozzo e il suo
assessore alla cultura a visitare la località.
Altre tappe ad Olimpia, ad Itaca e a
Delfi, sempre ospiti dell’Autorità portuale locale.
“
«Dalle popolazioni
indigene di Ortigia - dice
l’archeologa Maria
Musumeci - alla
colonizzazione greca che
cambiò la storia della
Sicilia intera»
Poi le barche a vela di questo 1° Ritorno a Corinto da Siracusa si sono
sfidate in accanite regate nel mare
greco.
A conclusione l’ultima tappa, forse
la più emozionante verso Corinto
ospiti del Comune greco e del locale
Circolo Velico, con la partecipazione di
tante autorità locali, tra cui il console
onorario d’Italia a Corinto e Argolide,
sig. Paparasilesilevon, il sindaco di Corinto Pneumatikos, il presidente dell’Autorità portuale Pappas, il presidente regionale del Centro cultura,
sport e ambiente, sig. Lambrinos. Ma
l’indomani la ciliegina sulla torta: le
autorità di Corinto hanno organizzato
una minuziosa visita guidata per gli
ospiti di Siracusa a Micene e a Epidauro. Spontanea ma molto sentita.
In questa totale immersione nel mito, nella cultura, nella tradizione, nella vita di tutti i giorni di alcune località
storiche della Grecia, il presidente Nicola Tarantello ha ringraziato ufficialmente per la fattiva collaborazione i
Comuni di Corinto, Patrasso, Argostoli, Siracusa, i Circoli velici Ribellino,
Assos, Argostoli e il Nautico di Patrasso, nonché quattro aziende private
del Siracusano che hanno creduto nell’iniziativa: ammirevoli sotto tutti i
punti di vista.
Nella traversata Siracusa – Corinto
si sono messe in evidenza le barche Libera (Sr), Alatiel (Punta Ala), Egea (Sr),
Beluga (Licata), Whiteblue (Sr), Delfina (Napoli), Spirit of Hoprnblower (Sr)
e Giolea (Fiumicino).
Hanno vinto tutti, ma soprattutto è
l’idea che si è dimostrata originale,
unica, coinvolgente. E tutti si augurano che la seconda edizione da Corinto
a Siracusa possa eguagliare o superare il fascino di questo battesimo storico-culturale fra due città legate da
tremila anni di storia.
GIUSEPPE ALOISIO
I PROTAGONISTI DEL RALLY CULTURALE DI SIRACUSA E CORINTO
LA LEGGENDA DEL CORSO D’ACQUA E DELL’ACQUEDOTTO GALERMI
Il fiume Anapo deviato dai Romani
per far cadere in trappola Siracusa
Per Siracusa, l’Anapo è stato considerato di grande importanza, perché oltre ad esercitare un’azione benefica
sui campi, serviva per l’approvvigionamento di acqua dolce. Il primo regolare approvvigionamento avvenne
attraverso l’acquedotto Galermi che
fu fatto costruire da Gelone nel 480 a.
C., utilizzando come manodopera i
Cartaginesi vinti nella battaglia di
Imera.
L’acquedotto Galermi attinge l’acqua direttamente dalla sorgente del
fiume Anapo. Il culto dei Siracusani
verso la divinità fluviale “Anapo” era la
logica conseguenza della loro dipendenza dal fiume. “Anapos” veniva raffigurato a forma d’uomo in relazione
al culto della ninfa Ciane: l’altro corso
d’acqua a cui i Siracusani ricorrevano
per soddisfare le loro esigenze d’acqua. Era talmente importante il fiume
Anapo per la sopravvivenza di Siracusa, che durante l’assedio di Siracusa, i
Romani per costringere i Siracusani
alla resa, deviarono il corso d’acqua
dell’Anapo, impedendo che le acque
dell’Anapo giungessero alla naturale
destinazione.
I Romani, sapendo della presenza di
alcune caverne sotterranee, lungo il
letto del fiume Anapo, deviarono le
acque in questo recondito fenomeno
carsico, che è uno dei misteri che riguarda questo fiume. Infatti, le acque
del fiume Anapo compaiono e scompaiono lungo tutto il suo corso fino a
quando sbocca nel porto di Siracusa.
Le risorse idriche, grazie al fiume
Anapo, non sono mai mancate. Quando il feudo di Sortino, e quindi anche
le acque del fiume Anapo, venne assegnato ai baroni Gaetani, sorse una
controversia che si protrasse per moltissimi anni fra il Senato Siracusano e
la famiglia baronale. Nel 1581, il barone Pietro Gaetani ebbe l’investitura
della baronia di Sortino, che gli con-
sentì di esercitare la sua autorità sulle
acque del fiume Anapo. Per tale motivo il Senato di Siracusa, composto da
Giovanni Arezzi, Francesco Platamone, Silvio Alagona e Antonia Tumbt, si
rivolse al barone Gaetani, sia per fornire acqua alla città sia per consentire di
costruire di mulini lungo il fiume Anapo. Stipulato il contratto, Pietro Gaetani restaurò l’acquedotto Garlermi ed
iniziò la sua opera di interventi per
meglio distribuire le acque dell’Anapo.
Così, attraverso l’acquedotto Galermi veniva fornita acqua per l’irrigazione dei campi e per fare entrare in funzione dei mulini che vennero costruiti nel tratto che va da Floridia a Siracusa. Uno dei questi mulini fu scelleratamente fu costruito dentro la cavea del
Teatro greco. Ancora oggi si può vedere la casetta dei mugnai, identificata
come l’ultimo mulino rimasto nel colle Temenite.
PAOLO MANGIAFICO
Teatro di Carlentini, 11 serate dal gusto mordente
Ricco cartellone per la stagione 2014/2015 che
aprirà il 14 novembre con “Il berretto a sonagli»
ALFIO BRECI, DIRETTORE ARTISTICO
«Amore ch’a nullo amato amar perdona». Con la voce profonda di Sebastiano
Lo Monaco sul palco del teatro comunale, si alza il sipario sulla stagione teatrale curata da Alfio Breci, direttore artistico dell’associazione “Teatro Arte”. Undici le serate inserite nel cartellone dal
“gusto mordente” presentato venerdi
sera nel corso di una singolare conferenza stampa.
Con un passo tratto dal V canto della
Divina Commedia, l’attore floridiano ha
introdotto la serata tra gli applausi del
pubblico prima di cedere il microfono al
direttore artistico Alfio Breci. Il peperoncino rosso, piccante, è stato l’elemento
cardine della presentazione ufficiale,
scelto non a caso dal direttore, per evidenziare il gusto mordente, l’alta qualità
degli spettacoli e l’importanza del teatro
in una città come Carlentini. L’obiettivo,
neanche a dirlo, rimane quello di puntare sulla valorizzazione del patrimonio
intellettuale, palesato nel corso della
serata da Alfio Breci e dal sindaco Basso,
sul palco insieme con l’assessore allo
Spettacolo Pippo Alicata e l’attore Sebastiano Lo Monaco.
Anche quest’anno in cartellone nomi
altisonanti del panorama internazionale. La stagione si aprirà venerdi 14 novembre alle 20.30, con “Il berretto a so-
nagli, di Luigi Pirandello con l’attore Pino Caruso. Domenica 23 novembre alle
18.30 si continua con “Il malato immaginario” di Moliere per la regia di Guglielmo Ferro. Protagonista Enrico Guarneri, ormai di casa a Carlentini. Con una
produzione messa in scena al Teatro
Quirino di Roma, Domenica 7 dicembre
alle 18.30 andrà in scena “L’importanza
di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde. La
traduzione è di Masolino D’Amico per la
regia di Jeppy Glejeses, in scena insieme
con Marianella Bargilli e Lucia Poli.
L’ultimo appuntamento dell’anno è
fissato per venerdì 19 dicembre alle
20.30 con “Lei è ricca, la sposo e l’ammazzo” di Mario Scaletta per la regia di
Patrick Rossi Castaldi con Gianfranco
Iannuzzo e Debora Caprioglio.
L’anno nuovo si apre con “Una famiglia quasi perfetta di Carlo Buccirosso
venerdì 16 gennaio alle 20:30. Sabato 31
gennaio Guia Jelo sarà la protagonista
de “Il tacchino “ di George Feydeau per
la regia di Mario Sangani. Il settimo appuntamento in programma domenica 8
febbraio alle 18.30 è con l’attore Biagio
Izzo ne“L’amico del cuore” regia di Vincenzo Salemme. Il primo marzo alle
18.30 Stefano Di Battista e Nicky Nicolay
porteranno “Le mille bolle blu, un viaggio in Jazz negli anni 60/70 “ideato da
Gino Castaldo. Lunedi 16 marzo alle
20.30 è il momento di Luca Barbareschi con “Cercando segnali d’amore nell’universo” regia di Chiara Noschese. Il
penultimo appuntamento è targato Sebastiano Lo Monaco con “Per non morire di mafia”, di Pietro Grasso regia di
Alessio Pizzech. La serata conclusiva l 12
aprile con Roberto Ciufoli e la sua “Come pritti uomen (si scrive cosi) ” di
Francesco Bellomo.
ROSANNA GIMMILLARO