Le donne sono più empatiche Vi è una differenza di genere nella

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Le donne sono più empatiche
Vi è una differenza di genere nella reazione agli stimoli sociali. Ricercatori del laboratorio di
Elettrofisiologia cognitiva dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Istituto di
Bioimmagini e Fisiologia molecolare del CNR di Milano-Segrate, dimostrano che sono le donne
ad essere geneticamente più interessate ai propri consimili. Lo studio è stato pubblicato sulla
rivista BMC Neuroscience
Vari studi hanno evidenziato una differenza tra la percezione ed espressione emotiva maschile e
femminile. In generale, le donne sembrerebbero più inclini a esprimere le proprie emozioni agli
altri e mostrano una maggiore facilità nella decodifica degli indicatori non verbali connessi
all’espressione delle emozioni altrui.
Un recente studio condotto dal gruppo di Alice Mado Proverbio presso il laboratorio di
Elettrofisiologia cognitiva dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con Alberto Zani
dell’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia molecolare del CNR di Milano-Segrate, ha investigato
l’esistenza di possibili differenze di sesso nella risposta cerebrale, indicando come le donne
mostrino effettivamente risposte più marcate in confronto all’uomo alla vista di esseri umani che
interagiscono socialmente (rispetto a scenari neutri). Questo dato sembra suggerire un possibile
maggiore ‘interesse’ del cervello femminile per i propri simili.
“In questo studio”, spiega Alice Mado Proverbio, “sono state osservate le risposte cerebrali di 12
uomini e 12 donne (studenti universitari destrimani e sani) alla vista di circa 220 immagini a colori
raffiguranti persone di varia età, numero e genere in differenti contesti sociali (a passeggio, in
bicicletta, mentre leggono, giocano, si salutano, vanno a far la spesa, danno da mangiare al cane,
fanno sport, ecc..) o paesaggi urbani o naturali (interni od esterni di uffici, scuole, appartamenti,
boschi, colline, spiagge, ecc..) privi di persone visibili”.
I risultati evidenziano una maggiore risposta cerebrale per immagini raffiguranti esseri umani
piuttosto che scenari solamente nelle donne e non negli uomini, a partire dai 210 millesecondi dopo
lo stimolo sulla parte anteriore (frontale) del cervello. Per entrambi i sessi, la vista di esseri umani
stimolava l’attivazione bilaterale del giro fusiforme della corteccia occipito/temporale (BA19/37),
aree che normalmente elaborano le facce e i corpi (anche dette face fusiform area e extra-striate
body area).
Soltanto nella donna, però, la vista di esseri umani stimolava l’attivazione del giro temporale
superiore destro e soltanto negli uomini dell’area paraippocampale, probabilmente legata all’analisi
delle componenti spaziali non-umane del paesaggio.
Un confronto diretto tra le attivazioni cerebrali nei due sessi, effettuati mediante l’analisi del
segnale ‘Low-resolution Electro-magnetic Tomography’ (swLORETA) dimostrava una differenza
significativa nell’attivazione del giro temporale superiore destro (BA22) e della corteccia cingolata
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(notoriamente coinvolti nella codifica percettiva di espressioni, nella comprensione di segnali
sociali complessi (cognizione sociale), nell’osservazione e comprensione delle azioni, nella teoria
della mente, e nella capacità di provare empatia. “Poiché le immagini presentate ai soggetti non
erano emotivamente stimolanti”, prosegue la ricercatrice, “i dati suggeriscono un maggiore
interesse/preferenza/attenzione da parte del cervello femminile per questa classe di stimoli
biologicamente rilevanti (cioè le immagini dei propri simili). E’ infatti pensabile che il ruolo
biologico di nutrice/allevatrice sia ottimizzato da una maggiore empatia nei confronti dei piccoli
conspecifici. In particolare, sono state registrate le risposte bio-elettriche di superficie chiamate
ERP (potenziali correlati ad eventi) che riflettono l’attività sincronizzata del cervello in risposta a
specifici stimoli sensoriali, da 128 canali di registrazione EEG alla frequenza di campionamento di
512 Hz”.
Questi dati sono supportati da un recente studio fMRI secondo cui la risata e il pianto infantili
determinano un’attivazione maggiore delle regioni emotive del cervello nelle donne rispetto agli
uomini. Secondo gli autori (neuroscienziati del Leibniz Institute for Neurobiology di Magdeburg),
questo suggerisce come le donne siano biologicamente predisposte a recepire le vocalizzazioni
infantili preverbali. La predisposizione genetica della donna ad essere più interessata a stimoli
sociali, piuttosto che, poniamo, a macchinari è in parte confermata da studi comparativi che
evidenziano differenze di sesso in primati non-umani (per esempio i cebi subsahariani femmine
preferiscono di gran lunga giocare con le bambole piuttosto che con palle o macchinine, e
viceversa; i piccoli macachi rhesus femmina passano molto più tempo dei maschi a prendere in
braccio e manipolare i piccoli del loro gruppo, ecc...)
“Complessivamente”, conclude Mado Proverbio, “i nostri studi forniscono interessanti indizi
sull’esistenza di differenze di sesso nei circuiti neurali dell’empatia e aiutano in parte a
comprendere la diversa incidenza tra i sessi delle disfunzioni cerebrali legate alla mancanza di
empatia (per es., autismo e personalità antisociale, patologie più frequenti negli uomini che nella
donne)”.
Roma, 3 novembre 2008
La scheda
Chi: Laboratorio di Elettrofisiologia cognitiva dell’Università di Milano-Bicocca e Istituto di
Bioimmagini e Fisiologia molecolare del Cnr di Milano-Segrate,
Che cosa: differenza di genere nella reazione agli stimoli sociali, pubblicato su BMC
Neuroscience: http://www.biomedcentral.com/1471-2202/9/56
Per informazioni: Alice Mado Proverbio, Laboratorio di Elettrofisiologia dell’Università di
Milano-Bicocca, tel. 02/64483755; e mail [email protected]
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