Fisiologia Anatomia Dermatologia - emmegiclick

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REGIONE
SICILIANA
Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani
Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo
Scheda 51
APPARATO SCHELETRICO (3)
GABBIA TORACICA
Il nome di gabbia toracica può essere considerato alla lettera, in quanto protegge letteralmente organi delicati come
cuore, e polmoni. Tuttavia non è una vera e propria struttura rigida ma, grazie alle parti cartilaginee, possiede una
certa elasticità che si nota durante i movimenti respiratori. E' formata da:
• sterno: (osso piatto), posto anteriormente e riccamente vascolarizzato e ricco di midollo osseo rosso, collegato
alle coste da una struttura di cartilagine;
• coste vere: 12 coppie
•
• coste false: 3 coppie che si uniscono insieme collegandosi alla settima costa vera
• coste fluttuanti: articolate con la spina dorsale ma non con lo sterno (da cui il nome)
Nella parte posteriore le coste si articolano con la colonna vertebrale
CINTURA SCAPOLARE
E' la struttura ossea che collega il tronco all'arto superiore. E' formata da:
• clavicola di forma allungata e si trova anteriormente alla base del collo
• scapola osso piatto di forma triangolare e si trova posteriormente
ARTO SUPERIORE
Si divide in
• braccio formato dall'omero
• avambraccio formato dal radio (in corrispondenza del dito pollice della
mano) e dall'ulna (in corrispondenza del dito mignolo della mano)
• mano formata da carpo (8 ossa che formano il polso), metacarpo (5 ossa
che formano il palmo della mano) e 14 falangi ( 3 per ogni dito escluso il
pollice che ne ha 2) denominate rispettivamente falange, falangina,
falangetta.
Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia
Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org
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Scheda 52
APPARATO SCHELETRICO (4)
CINTURA PELVICA
Svolge la funzione di collegare al tronco gli arti inferiori e di sostegno e
protezione per i visceri addominali. E' costituito dalle due ossa delle anche,
che si articolano (cioè sono a contatto) anteriormente tra di loro e
posteriormente con l’osso sacro. Ciascuna anca è composta dalla fusione di
3 ossa Ileo (parte superiore posteriore e più larga), ischio (parte inferiore
posteriore) e pube (parte anteriore). Lateralmente l'anca si articola con
l'osso della gamba.
ARTO INFERIORE
L'arto inferiore si suddivide in 3 parti: coscia, gamba e piede.
Nella coscia c'è il femore l'osso più lungo del corpo umano, nella gamba
troviamo la
tibia (medialmente) e il pèrone (posto lateralmente
posteriormente). Nell'articolazione gamba-coscia troviamo la rotula, che
oltre a svolgere un ruolo importante per l'articolazione, la protegge nel
caso di cadute.
Nel piede troviamo il tarso (caviglia) formato da 7 ossa tra cui il calcagno e
l'astragalo a cui segue il metatarso (formato da 5 ossa - uno per ogni dito
del piede) e 14 falangi come nella mano denominate prima falange,
seconda falange e terza falange (l'alluce ha solo 2 falangi).
ARTICOLAZIONI
Quando 2 o più ossa sono a contatto fra di loro si parla di articolazioni
interconnessi fra di loro tramite tessuto connettivo.
A seconda della mobilità, cioè della possibilità di muoversi le articolazioni di
si dividono in:
• mobili (o diartrosi): permettono ampi movimenti come quelli del
gomito, del ginocchio e della spalla
• semimobili (o anfiartrosi): permettono movimenti molto limitati
come quelli delle vertebre
• fisse (o sinartrosi): non permettono alcun movimento percettibile
come suture craniche o l'osso sacro.
MOVIMENTI ARTICOLARI
I movimenti consentiti dalle articolazioni sono tantissimi, tuttavia i più comuni sono i seguenti:
• abduzione: allontanamento dell'asse mediano dal corpo
• adduzione: avvicinamento all'asse mediano del corpo
• flessione: riduzione dell'angolo formato dalle ossa
• estensione: aumento dell'angolo formato dalle ossa
• pronazione: movimento di rotazione del braccio in modo che il palmo della mano viene rivolto all'indietro
• supinazione: movimento di rotazione del braccio in modo che il palmo della mano viene rivolto in avanti
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Scheda 53
APPARATO MUSCOLARE (1)
La conoscenza dei muscoli e delle loro azioni è importante per la pratica estetica professionale; quando si pratica un
massaggio, infatti, è importantissimo sapere forma, posizione e funzione dei muscoli che si vanno a manipolare.
CARATTERISTICHE E FUNZIONI DEI MUSCOLI
L'apparato muscolare rappresenta un pò meno del 50% del peso
corporeo ed è composto da circa 600 muscoli diversi posizionati fra
pelle e scheletro.
I muscoli sono eccitabili cioè sensibili agli stimoli interni, e agli stimoli
meccanici (punture) elettrici (scosse) e termici esterni. I muscoli sono
anche elastici, cioè in grado di estendersi e contrarsi.
I muscoli svolgono anche vari funzioni:
• movimento: i muscoli scheletrici rappresentando la parte attiva
dell'apparato locomotore
• sostegno ed equilibrio: solo una marte dei muscoli scheletrici
svolge questa funzione, ed essi sono responsabili della stazione
eretta e delle diverse posture che può assumere il corpo
• protezione: i muscoli dell'addome proteggono tutti gli organi
addominali
• plastica: i muscoli cosiddetti pellicciai contribuiscono a modellare e dare forma al corpo
• mimica: questa funzione è svolta dai muscoli facciali responsabili delle espressioni del volto
• termoregolazione: in caso di abbassamento della temperatura corporea, i tremori dei muscoli servono per liberare
energia sottoforma di calore
I muscoli si suddividono in muscoli lisci, capaci di avere contrazioni involontarie lente e prolungate, stimolati dal
sistema nervoso autonomo localizzati nei visceri e nei vasi, e muscoli
striati capaci di avere movimenti volontari, stimolati dal sistema
nervoso centrale e in rapporto con scheletro e pelle.
Ogni muscolo striato o volontario è formato dall'unione di fibre
muscolari, organizzate in fasci che, insieme, formano il muscolo.
All'interno del muscolo sono presenti nervi (per la sensibilità e la
contrazione) e vasi sanguigni (fonte di nutrimento e ossigeno).
Nel muscolo striato si distingue un ventre (o corpo) e tendini
(cordoncini molto resistenti) che collegano il muscolo con l'osso.
In base alla posizione i muscoli si dividono in:
• scheletrici: sono profondi, voluminosi e rivestono lo scheletro.
Consentono i movimenti e rappresentano il 40% circa del peso corporeo.
Se ne classificano circa 400
• pellicciai (o cutanei o mimici): superficiali e direttamente collegati al
derma.
In base alla forma si dividono in:
• lunghi: come quelli degli arti inferiore e superiore
• larghi o piatti: muscoli del tronco
• a ventaglio: muscoli pettorali
• orbicolari: bocca e occhi
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Scheda 54
APPARATO MUSCOLARE (2)
MUSCOLI DELLA TESTA
Si dividono in 2 gruppi:
• muscoli del cranio: hanno inserzioni alla
mandibola e permettono la masticazione. I
più importanti sono 2 temporali
(partecipano alla masticazione), 2 frontali
(corrugamento della cute della fronte) e 2
occipitali
• muscoli della faccia: muscolatura molto
complessa, i più importanti sono: 2
orbicolari dell'occhio, 2 corrugatori del
sopracciglio, 2 gruppi di muscoli nasali,
orbicolare della bocca, 2 piccoli zigomatici,
2 grandi zigomatici, 2 elevatori del labbro, 2
massenteri
MUSCOLI DEL COLLO
I muscoli del collo sono tutti pari. Quelli pellicciai
sono 2 platismi e il loro rilassamento produce le
rughe
al
collo.
Quelli
scheletrici
2
sternocleidomasoidei (consentono la flessione e
rotazione della testa) 2 sopraioidei e 2 sottoioidei
6 scaleni (3 per lato che consentono la flessione
della colonna vertebrale e innalzamento delle coste
quando si sospira).
MUSCOLI DEL DORSO
I muscoli del dorso sono numerosi per il semplice
fatto che l'organismo umano è a statura eretta. Nel
campo estetico professionale
sono di interesse solamente
quelli superficiali. I più
importanti sono il trapezio
che consente l'estensione
della testa, e alcuni movimenti
della spalla, il gran dorsale
che
permette
mo
spostamento all'indietro e
verso il basso del braccio, lo
splenio
che
permette
inclinazione, estensione e
rotazione
del
capo,
il
romboide
interessato
ai
movimenti della scapola verso
l'alto e medialmente (verso il
centro) e il dentato posteriore
per
l'innalzamento
e
l'abbassamento delle coste.
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Scheda 55
APPARATO MUSCOLARE (3)
MUSCOLI DEL TORACE
Come per le altre parti del corpo la parte
che ci riguarda è quella superficiale in cui
troviamo: grande pettorale responsabile
del sostegno del seno e dell'adduzione
del braccio (vedi scheda 52), piccolo
pettorale (movimenti della spalla e delle
coste), dentato anteriore (innalzamento
delle coste)
MUSCOLI DELL'ADDOME
La cavità addominale contiene
numerosi
e
importanti
visceri
dell'apparato digerente e di quello urogenitale.
E' delimitata, anteriormente, da
voluminosi muscoli piatti aventi
funzione protettiva. I muscoli più
importanti dell'addome che possono
interessarci sono il retto dell'addome
(per la flessione in avanti del torace e
in tutti gli sforzi addominali), l'obliquo
interno, l'obliquo esterno, e il
trasverso (flessione in avanti del
torace e rotazione, abbassamento
coste)
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Scheda 56
APPARATO MUSCOLARE (4)
MUSCOLI DELL'ARTO SUPERIORE
La muscolatura dell'arto superiore comprende tantissimi muscoli
particolarmente importanti e specializzati per il fatto che
consentono una serie di movimenti ed azioni complesse, precise e
delicate. Nel corso dell'evoluzione gli arti superiori si sono
strutturati e specializzati come organi della prensione e della
precisione. Fanno parte della muscolatura dell'arto superiore i
muscoli della spalla, del braccio e della mano.
Fanno parte dei muscoli della spalla il deltoide (muscolo
voluminoso superficiale di forma triangolare che ricopre la testa
dell'omero e consente i movimenti del braccio), il sottoscapolare, il
grande rotondo, il piccolo rotondo, il sovraspinato e il sottospinato
(tutti muscoli profondi che formano gran parte del cavo ascellare).
Fanno parte dei muscoli del braccio il bicipite brachiale (posto
nella parte anteriore del braccio, parte con 2 ventri dalla scapola, si
riunisce in un unico ventre che termina nel radio), il brachiale
(muscolo profondo posto sotto il bicipite), il tricipite brachiale
(posto nella parte posteriore del braccio, composto da tre ventri,
superiormente, due di essi si inseriscono nella scapola e uno
nell'omero, inferiormente questi si uniscono in un unico ventre che
si inserisce nell'ulna.
I muscoli dell'avambraccio nella parte anteriore sono detti flessori
del carpo, flessori delle dita, pronatori della mano; nella parte
posteriore troviamo gli estensori del carpo, estensori delle dita.
A differenza del dorso della mano dove sono presenti molte
formazioni tendinee, nel palmo mano si trovano numerosissimi
muscoli. In corrispondenza del pollice si trova l' eminenza tenar,
che consente il movimento del pollice, mentre in corrispondenza
del mignolo si trova l'eminenza ipotenar, che consente i movimenti
del mignolo. Al centro del palmo della mano si trovano i lombricali
e gli interossei che consentono i movimenti delle dita centrali.
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Scheda 57
APPARATO MUSCOLARE (5)
MUSCOLI DELL'ARTO INFERIORE
La muscolatura dell'arto inferiore,
consente la deambulazione e gli
spostamenti nello spazio e, nel corso
dell'evoluzione si è specializzata per
consentite la posizione eretta e sostenere
il peso del corpo.
I muscoli più importanti dell'anca sono il
grande gluteo (uno dei muscoli più
voluminosi del corpo umano, spesso
ricoperto da pannicolo adiposo), il medio
gluteo (parzialmente ricoperto dal grande
gluteo, nella parte laterale rivestito da
pannicolo adiposo formando il fianco) e il
piccolo gluteo (il più profondo dei tre). Questi
muscoli consentono il mantenimento della
stazione eretta e la maggior parte dei
movimenti della coscia.
Nella coscia troviamo una massa muscolare
abbastanza voluminosa con muscoli molto
allungati. Nella regione anteriore sono
evidenti il muscolo sartorio (i suoi fasci
attraversano obliquamente l'intera coscia
dirigendosi verso il basso, fra i movimenti che
consente c'è accavallamento della coscia), il
muscolo quadricipite formato dal retto del
femore, il vasto laterale, il vasto mediale e il
vasto intermedio. Nella parte posteriore si
trovano il bicipite femorale il semitendinoso
e il semimembranoso.
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Scheda 58
APPARATO MUSCOLARE (6)
Come per le ossa, anche per i muscoli, nella gamba troviamo molte
analogie con il braccio. Anche qui distinguiamo muscoli della parte
anteriore e posteriore. Nella parte anteriore troviamo il tibiale
anteriore, l'estensore lungo delle dita e l'estensore lungo dell'alluce.
Nella parte laterale troviamo il peroneo lungo, e il peroneo breve. Nella
parte posteriore troviamo il tricipite della sura formato da tre ventri
detti gemello interno e gemello esterno (che insieme formano il
gastrocnemio) e il muscolo soleo.
Nella zona dorsale del piede, come nella mano, ci sono pochissimi muscoli,
qui distinguiamo: i muscoli estensori brevi delle dita e dell'alluce. Nella
parte plantare, invece troviamo i flessori dell'alluce, i flessori delle dita, gli
abduttori dell'alluce e gli abduttori delle dita i lombricali e gli interossei
infine gli estensori delle dita.
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Scheda 59
MECCANISMO DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE
Per la contrazione muscolare sono essenziali 3 elementi:
1. impulso nervoso: viene trasmesso dal nervo che si
attacca al muscolo tramite la placca motrice. L'impulso
nervoso consiste nella inversione di polarità della
membrana cellulare normalmente carica negativamente
all'interno e positivamente all'esterno. Tali cariche sono
+
+
dovute alla presenza di ioni Calcio Ca e Potassio K
presenti normalmente all'esterno della membrana
cellulare.
2. ioni calcio: In seguito all'arrivo dell'impulso nervoso, a
livello delle fibre muscolari si hanno profonde
modificazioni che determinano la liberazione, tra le
fibrille, di ioni calcio. E proprio la presenza del calcio che
permette la già citata "interazione actina-miosina",
attraverso la quale si formano dei ponti che permettono
ai filamenti di actina di scivolare e incastrarsi
ulteriormente tra quelli di miosina, determinando così
l'accorciamento del sarcomero e quindi la contrazione. Il
calcio, quindi, è importante anche per la contrazione
muscolare e non soltanto per la formazione ed il rinnovo
del tessuto osseo. Nella nostra dieta non devono perciò mai mancare latte e/o suoi derivati.
3. energia: Affinché la contrazione muscolare possa avvenire è indispensabile molta energia. La principale fonte di
energia per il nostro organismo, è rappresentata dagli alimenti e più precisamente dai principi nutritivi contenuti
negli alimenti, dai quali si ricava energia in seguito al processo digestivo. È bene tenere presente che non tutti i
principi nutritivi svolgono una funzione energetica, ma soltanto i glucidi (per meglio intenderci gli zuccheri), i lipidi
(grassi) ed i protidi (proteine). Come fonte energetica, soprattutto in caso di intensa attività, i muscoli usano
preferibilmente il glucosio, perché il suo utilizzo è più facile e rapido e non i grassi, anche se forniscono più del
doppio delle calorie. Con il metabolismo degli zuccheri si ha la sintesi di ATP che è la fonte di energia subito
pronta all'uso per la cellula, ed in questo specifico caso è fonte energetica per la contrazione muscolare. Quando il
muscolo è in funzione e lavora, consuma più glucosio proprio perché ha maggior bisogno di energia; in queste
trasformazioni biochimiche interviene anche l'ossigeno, perciò:
Glucosio + 02→ CO2 + H2O + Energia = ATP
LAVORO AEROBIO (RESA ENERGETICA ELEVATA)
Tutto ciò succede se lo sforzo muscolare non è eccessivo e quindi l'ossigeno, portato dal sangue ai muscoli, è
sufficiente per bruciare gli zuccheri e produrre l'energia necessaria in quel momento; si parla a tale proposito di
lavoro aerobio. Ma se si continua a far lavorare i muscoli, se ci si sforza eccessivamente, cosa succede? Prima si
avverte un senso di stanchezza, poi di indolenzimento muscolare; se non ci si ferma arriva un crampo e, al limite,
si può arrivare ad un collasso cardiaco. Tutto questo perché la quantità di ossigeno fornita dal sangue non è più
sufficiente ai muscoli, i quali devono perciò lavorare in sua assenza; si parla a tale proposito di lavoro anaerobio
(senza ossigeno) che possiamo così riassumere:
Glucosio (senza 02) → Acido lattico + Energia = ATP
LAVORO ANAEROBIO (RESA ENERGETICA BASSA)
È proprio la sostanza tossica, prodotta dal muscolo sotto sforzo, e cioè l'acido lattico, che accumulandosi è
direttamente responsabile dell'affaticamento, dell'indolenzimento, dell'irrigidimento muscolare. Per porre
rimedio a tutto ciò, per smaltire l'acido lattico, eliminare scorie e tossine accumulate nei muscoli e ricaricarli di 02
e nutrimento, sono necessari un meritato riposo ed un buon massaggio (per riattivare la circolazione).
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Scheda 60
PATOLOGIE DELL'APPARATO LOCOMOTORE (1)
Le alterazioni patologiche a carico dell'apparato locomotore possono avere diversa origine:
• congenita
• traumatica
• flogistica (infiammatoria)
• distrofica (cioè causata da alterazione della nutrizione dell'organismo)
• neoplastica (tumore)
La presenza di queste alterazioni è, ovviamente, una controindicazione assoluta al trattamento estetico.
Di seguito alcune alterazioni comuni riguardanti l'apparato locomotore:
• Frattura: rottura dell'osso e perciò interruzione della sua continuità anatomica. In genere è conseguenza di traumi
esterni (cadute, colpi violenti, schiacciamenti), ma sono possibili anche fratture patologiche quando le ossa
risultano più fragili in seguito a diverse malattie quali osteoporosi, infezioni e tumori.
• Ginocchia valghe: le gambe assumono
forma ad X.
• Ginocchia vare: le gambe assumono forma
ad O.
• Osteomalacia: indebolimento del tessuto
osseo in seguito ad alterazione nel
metabolismo di calcio, fosforo e vitamina
D.
• Osteoporosi: rarefazione del tessuto osseo
che diventa perciò sempre più poroso e
fragile e perde progressivamente la tipica
proprietà meccanica; è responsabile di
dolori, deformazioni allo scheletro ed
inoltre di fratture di difficile guarigione. Le
cause sono diverse: carenza di stimoli
ormonali (tipica di una certa età), carenze
alimentari, forme ereditarie, ecc.
• Piede piatto: appiattimento della volta della pianta del piede,
normalmente presente.
• Rachitismo: malattia dello scheletro che diventa fragile e si
deforma in seguito a carenza di calcio o di vitamina D; compare
durante l'accrescimento.
• Artrite: disturbo infiammatorio, spesso cronico, a carico delle
articolazioni che si deformano, si irrigidiscono, creano dolore; a
volte ne sono responsabili dei microrganismi.
• Artrosi: malattia, che colpisce le articolazioni con danno e
degenerazione della cartilagine, che porta, progressivamente, ad
una vera e propria deformazione dei capi articolari in seguito ad
infiammazione, dolore e contrazione muscolare.
• Distorsione: insieme di lesioni che interessano la capsula ed i
legamenti di un'articolazione, ma senza lo spostamento dei capi
articolari; è procurata da movimento anormale o comunque
forzato.
(continua alla scheda successiva)
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