Sindrome metabolica: la dieta consigliata
a cura di
dottor Francesco Francini
Medico nutrizionista presso il Servizio di Nutrizione Clinica dell'Azienda Ospedaliera di Padova
Che cos’è
La sindrome metabolica è una condizione che si associa a un elevato
rischio di patologie cardiovascolari e che si manifesta con la
contemporanea presenza di almeno tre delle seguenti caratteristiche:
accumulo di grasso in sede addominale (circonferenza
addominale superiore a 94 cm nel maschio e a 80 cm nella
donna);
elevati livelli di trigliceridi (superiori a 150 mg/dL);
bassi livelli di colesterolo HDL (inferiori a 40 mg/dL nell'uomo e a
50 mg/dL nella donna);
iperglicemia a digiuno (glicemia superiore a 110 mg/dL);
elevati livelli di pressione arteriosa (superiore a 130/85 mm/Hg o
ipertensione in trattamento).
La sindrome metabolica è dovuta essenzialmente alla resistenza
dell'organismo all'azione dell'insulina (insulinoresistenza).
Alimenti consigliati
Nel trattamento della sindrome metabolica è spesso utile una
perdita di peso, anche modesta.
È raccomandato alimentarsi con cibi ricchi di nutrienti, ma poco
calorici, meglio se di origine vegetale: frutta e verdura più volte al
giorno e legumi in sostituzione della carne. Un'altra valida alternativa
alla carne è il pesce, soprattutto quello azzurro (sarde, sardine, alici,
sgombri ecc.), ricco di grassi omega-3.
Anche i cereali (pasta, riso e pane) potranno essere assunti
quotidianamente, ma con moderazione, per non eccedere con le calorie.
Piccole quantità di olio d'oliva, noci e mandorle garantiranno l'ottimale
apporto di grassi.
Tra le bevande, il thè verde possiede proprietà vantaggiose nella prevenzione
delle patologie cardiovascolari. Caratteristiche simili ha anche il vino, soprattutto
quello rosso, ma non oltre i 2 bicchieri al giorno.
Latte e derivati, soprattutto magri (latte scremato, yogurt magro, ricotta, ecc.), non
vanno esclusi in quanto proteggono dalla sindrome metabolica e aiutano a mantenere
sotto controllo la pressione arteriosa.
I contenuti presenti nel documento che le viene consegnato sono curati da GlaxoSmithKline spa e pubblicati su eDott (www.edott.it),
il portale di informazione medico scientifica di GlaxoSmithKline; il suo medico (che glielo consegna) ne condivide pienamente il valore scientifico.
Per ogni ulteriore informazione o dubbio sulla patologia di cui lei è affetto lei dovrà comunque fare riferimento al suo medico curante.
© 2006-2009 GlaxoSmithKline Group of Companies
Alimenti da evitare
Gli alimenti ricchi di grassi favoriscono l'instaurarsi di un eccesso ponderale. Tra questi
annoveriamo i dolci, gli insaccati, i piatti conditi con abbondanti olio o burro. I prodotti
da forno industriali, quali fette biscottate, crackers, grissini e biscotti, sono
notevolmente più calorici del pane e contengono grassi che aumentano il
colesterolo LDL (“cattivo”). Le carni rosse (bovino, suino, cavallo) e quelle
conservate (salumi) favoriscono le malattie cardiovascolari e pertanto vanno
sostituite con legumi, pesce o formaggio. Il formaggio, se assunto in
quantità eccessive, provoca un aumento del colesterolo. Le bevande
zuccherate (bibite gassate, thè zuccherato, succhi di frutta) apportano
zuccheri semplici che favoriscono l'aumento di peso e l'innalzamento
dei trigliceridi plasmatici. Le bevande alcoliche hanno un elevato
contenuto calorico e aumentano la trigliceridemia. Il sale da cucina e
gli alimenti salati (salumi, alimenti in scatola, ecc.) favoriscono
l'innalzamento della pressione arteriosa.
Stile di vita
Alcuni comportamenti favoriscono le patologie cardiovascolari,
tipiche conseguenze della sindrome metabolica. Tra questi di gran
lunga il più importante è il fumo, noto per essere uno dei principali
fattori di rischio per l'infarto miocardico e per molte neoplasie.
Lo stress può peggiorare la prognosi della sindrome metabolica,
aumentando la pressione arteriosa e determinando resistenza
all'azione dell'insulina.
Attività fisica
L'attività fisica regolare ha un ruolo fondamentale nella
prevenzione e nel trattamento della sindrome metabolica poiché
migliora tutte le alterazioni che la caratterizzano.
L'attività fisica aumenta il dispendio calorico, favorendo la perdita di
peso; favorisce l'utilizzo del glucosio, facilitando l'azione dell'insulina
e riducendo la glicemia; riduce i trigliceridi e il colesterolo LDL;
aumenta il colesterolo HDL; abbassa la pressione arteriosa. È preferibile
svolgere attività fisica di tipo aerobico, cioè di resistenza, come lunghe
passeggiate o sport quali il ciclismo, la corsa a bassa intensità, il nuoto, lo
sci di fondo. Per quanto concerne durata e frequenza, è auspicabile almeno
un'ora al giorno da svolgere regolarmente quasi tutti i giorni della settimana.
Piccoli accorgimenti quotidiani, come salire le scale a piedi invece di usare
l'ascensore, muoversi a piedi o in bicicletta invece di usare auto o mezzi pubblici,
possono contribuire in modo determinante all'ottimale entità di attività fisica.
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