SULL'INVENZIONE DEL MOTORE ELETTRICO E DELLA DINAMO
Mario Reggio
Qualche tempo fa un mio amico giornalista, Georg Von Metz, mi ha fatto avere un calendario del
1990 edito a cura dell'Azienda di Soggiorno e della Banca Popolare di Bressanone contenente diverse
immagini sulla Storia della cittadina. Il motivo della segnalazione nasceva dal fatto che sul foglio del
mese di luglio era pubblicata la foto di un uomo e della sua invenzione; questa la didascalia:
La cosa non ha potuto non suscitare la mia curiosità, in quanto non solo mi risultava del tutto
sconosciuto il nome di questo inventore, ma tanto meno che fosse l'ideatore di questo dispositivo di
così fondamentale importanza nella Storia della tecnologia. A parte le scarne notizie riportate nella
didascalia, sul calendario veniva solo citata l'origine delle due immagini, che risultavano provenire
dalla collezione O. Egger e H. Gummerer, del paese di Lana (vicino a Merano, in provincia di
Bolzano) mentre il fotografo era sconosciuto. A questo punto non mi è restato altro che mettermi in
contatto con una mia conoscente di Lana, la sig.ra Evelyn Haller, per vedere se fosse possibile
raccogliere altre notizie o contattare i possessori della collezione fotografica.
Con grande celerità ed efficienza, la sig.ra Haller mi ha trovato non solo le fonti storiche sulla figura
di questo inventore, ma mi ha anche procurato l'autorizzazione alla pubblicazione delle due immagini.
Le foto provengono dal volume: Das Kraftrad des Johann Kravogl (Lana 1823 - Bressanone 1889);
Autori: Oswald Egger e Hermann Gummerer; Casa editrice: Verein der Bücherwürmer Lana, data
di pubblicazione:1989 (© Archiv der Bücherwürmer, che ha cortesemente concesso l'autorizzazione
alla riproduzione delle immagini).
Per quanto riguarda la vita di Johann Kravogl, le notizie rimangono tuttavia relativamente scarse:
" Kravogl è noto e conosciuto, come inventore del motore elettrico, che sicuramente è la sua scoperta
più importante, ma ha inventato anche, oltre ad un Motore elettrico, una locomotiva ad aria
compressa nel 1844 (oggi esposta al Museo Ferdinandeum di Innsbruck), una pompa d'aria a
mercurio (1861), una bilancia di precisione e un fucile a fuoco veloce." (V. anche
http://www.landesmuseum.at/pdf_frei_remote/SBAWW_44_2_0603-0606.pdf, n.d.r.)
Altre sue invenzioni furono una pressa litografica, un condensatore per alta tensione e una campana
elettrica. Kravogl chiese il brevetto per il suo motore elettrico nel 1867 e quindi lo presentò per la
prima volta all'Esposizione Mondiale di Parigi del 1867.
"Tra coloro che lo ammirarono vi fu anche il celebre pioniere dell'elettrotecnica Werner von
Siemens. Del motore elettrico di Kravogl esistono in tutto quattro esemplari, uno dei quali si trova
oggi nel Museo della tecnica di Vienna. Johann Kravogl nacque il 24 maggio del 1823 a Lana e morì
il primo gennaio 1889 a Bressanone. La sua casa natale – la residenza Rosengarten – si trova a Lana
di Sopra nella via a lui intitolata al n.3. Una targa commemorativa ricorda ancora oggi l'inventore."
(da Wittfrida Mitterer, "Il Percorso della Tecnica – In bicicletta lungo 50 siti della tecnica in Alto
Adige", casa editrice Sportler, ed. 2009, traduzione Georg Von Metz Schiano).
Johann Kravogl, nonostante le sue invenzioni, non era in grado a trasformare le sue capacità in
denaro e tuttavia, dopo aver ricevuto un riconoscimento internazionale all'esposizione mondiale nel
1867, è morto come meccanico impoverito nel 1889 a Bressanone."
Queste ulteriori note mi sono state fornite dal Curatorium per la Salvaguardia dei Beni Culturali
Tecnici del Museo della Tecnica di Bolzano (http://www.tecneum.eu/ ), sempre per il tramite della
sig.ra Haller. (Ulteriori informazioni sulle invenzioni di Kravogl sono disponibili sulla pagina
http://www.tecneum.eu/index.php?option=com_tecneum&task=object&id=460#photo del Museo).
Sempre secondo le informazioni ricevute dal Curatorium, la macchina di Kravogl entrò in funzione
il 08/08/1867 (presso il Museo di Bolzano è conservato un esemplare funzionante).
La storia della produzione di energia elettrica a partire da energia meccanica risale alla prima metà
del secolo XIX, in cui vari ricercatori compiono diversi esperimenti con apparecchi impostati sulla
produzione di campi magnetici mediante correnti elettriche e viceversa. E' del 1820 la scoperta di
Oersted che dimostra la produzione di campi magnetici mediante correnti elettriche ed è di poco
successiva la scoperta di Faraday che un campo magnetico variabile è in grado di indurre correnti
elettriche in un conduttore. Risulta difficile enumerare la vasta schiera di sperimentatori che si
sforzarono di rendere praticamente utilizzabile la produzione di energia elettrica a partire dall'energia
meccanica e viceversa, ma per vari motivi i loro sforzi rimasero confinati a dispositivi dimostrativi
da laboratorio (per approfondimenti, V.: C. Mackechnie Jarvis "La Produzione di Elettricità", in
"Storia della Tecnologia", vol. 5, cap. 9, Editore Boringhieri, Torino 1965).
La svolta fondamentale viene fornita da Antonio Pacinotti (Pisa, 1841 - 1912), figlio di Luigi,
professore di Fisica all'Università di Pisa, dove il nostro si laureò dopo una breve interruzione per
partecipare alla Guerra di Indipendenza del 1859. Antonio nel 1860 realizza quella che chiamerà la
«macchinetta», costruita con l'aiuto del meccanico Poggiali, immediatamente sperimentata come
motore e come dinamo. L'invenzione fu da lui stesso resa di pubblica ragione (1865) in un articolo
sul Nuovo Cimento.
Nello stesso anno, Pacinotti si reca a Parigi, dove si incontrerà con Zénobe Theophile Gramme, un
elettricista belga che lavorava nell’officina parigina "Froment", al quale illustrerà dettagliatamente le
caratteristiche della sua "macchinetta", con l'intento di farne una produzione commerciabile.
L'unico risultato di questo viaggio fu che Gramme brevettò in Francia nel 1869 e in Italia
nel 1871 cinque (o sei) tipi di dinamo–motore a corrente continua, al punto che ancora oggi
Gramme viene ritenuto il primo inventore di questo dispositivo. Sta di fatto che di tutti i
tipi di dinamo–motore presentati da Gramme per il brevetto solo due risulteranno privi di
errori concettuali e in grado di funzionare, ed erano identici alla macchina di Pacinotti. A
difesa di Pacinotti entrerà in campo anche Werner Siemens, che in una lettera inviata a
Pacinotti nel 1875 definirà letteralmente una "usurpazione" l'azione di Gramme. Pacinotti
stesso rivendicò la paternità della sua invenzione con una propria lettera pubblicata nel
1871 nei Compte Rendus dell'Accademia di Francia
(http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-pacinotti/ e "Dizionario Enciclopedico
Italiano", Istituto Poligrafico della Stato, Roma, 1970, alla voce "Antonio Pacinotti"; V.
anche http://www.ipsiapacinotti.191.it/docsito/comm_Pacinotti.pdf , e
http://www.torinoscienza.it/personaggi/antonio_pacinotti_19781.html).
(Immagine tratta dalla collezione di figurine di storia della Fisica pubblicata sulle pagine di questo
stesso Museo virtuale;
http://www.fisicamedica.it/museo_virtuale/02_sezioni/articoli/data/Presentazione_seconda.pdf )
Che dire allora del nostro Johann Kravogl? Forse non è stato il primo inventore della dinamo–
motore, ma per quanto è dato da vedere della macchina di sua invenzione si tratta sicuramente di un
progetto diverso dalla macchina di Pacinotti. Non è dato conoscerne le caratteristiche di
funzionamento, ma sicuramente essa è frutto di un uomo di grande ingegno, che non ha avuto i
meritati riconoscimenti, soprattutto se confrontato con la poco limpida figura di Zénobe Theophile
Gramme, che pure metterà a frutto la fama usurpata con il brevetto della dinamo fondando a Parigi
la società "Gramme", specializzata nella produzione di alternatori per usi industriali
(http://www.treccani.it/enciclopedia/zenobe-theophile-gramme/ ).