QUESTIONE PASTORALE N° 6
Liturgia e preghiera: tempo in cui Dio edifica la comunità
Spero di trascorrere un po’ di tempo con voi
LITURGIA E PREGHIERA: TEMPO IN CUI DIO EDIFICA
LA COMUNITÀ
Dalla lettera sinodale n. 6
L’esperienza di fede si raccoglie nel tempo della liturgia e della comunità, e ritorna al tempo della vita quotidiana donandole significati nuovi. Valorizzandone il tempo, la liturgia e la comunità diventano allora capaci di attrarre e
coinvolgere tutta la vita nell’esperienza di fede. Si attinge alla pienezza di Gesù,
lo si incontra, Lui cammina con noi, ovunque e sempre. Ne vale la pena. Non
è tempo perso.
INVITO ALLA LETTURA
e all’approfondimento personale
LE SORGENTI: LA PAROLA DI DIO
Dal libro dell’Esodo 3, 7-12
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Servirete Dio su questo monte
Il Signore disse [a Mosè]: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho
udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti: conosco le sue sofferenze. Sono
sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso
una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele […]. Ecco,
il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li
opprimono. Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti! Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal Faraone e far uscire
gli Israeliti dall’Egitto?». Rispose: «Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che
io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio
su questo monte».
Dal libro del Deuteronomio 5, 12
Ricordati che sei stato schiavo e che il Signore Dio ti ha fatto uscire
Osserva il giorno del sabato per santificarlo, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro, ma il settimo giorno è il
sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio,
né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né
il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te, perché il tuo schiavo e la
tua schiava si riposino come te. Ricordati che sei stato schiavo nella terra di Egitto
e che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso;
perciò il Signore, tuo Dio, ti ordina di osservare il giorno del sabato.
SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA
Atti 2, 42-47
Erano assidui nella frazione del pane e nelle preghiere
Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni
avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano
ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con
tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel
tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di
cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni
giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Dal Vangelo di Giovanni 3, 3-8
Se non rinascete da acqua e da spirito
Rispose Gesù [a Nicodemo]: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce
dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodemo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di
sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non
rinasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato
dalla carne è carne, quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti
ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma
non sai da dove viene né dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito».
Dal Vangelo di Giovanni 6, 47-58
Io sono il pane della vita
In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita.
Ivostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti: questo è il pane
che discende dal cieo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno, e il pane che io darò
è la mia carne, per la vita del mondo.
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se
non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete
in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io
lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo, e il mio sangue
vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in
lui. Come il Padre, che ha la vita, rimane in me e io vivo per il Padre, così anche
colui che mangia di me, vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è
come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà
in eterno».
Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinti 16, 5-11
Non voglio vedervi solo di passaggio, ma spero di trascorrere un po’ di tempo con voi
Verrò da voi dopo aver attraversato la Macedonia, perché la Macedonia intendo
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Liturgia e preghiera: tempo in cui Dio edifica la comunità
solo attraversarla; ma forse mi fermerò da voi o anche passerò l’inverno, perché
prepariate il necessario per dove andrò. Non voglio infatti vedervi solo di passaggio, ma spero di trascorrere un po’ di tempo con voi, se il Signore lo permetterà.
Mi fermerò tuttavia a Efeso fino a Pentecoste, perché mi si è aperta una porta
grande e propizia e gli avversari sono molti. Se verrà Timoteo, fate che non si
trovi in soggezione presso di voi: anche lui infatti lavora come me per l’opera del
Signore.
Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi 1, 3-11
Ringrazio il mio Dio nelle mie preghiere per voi
Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. Sempre, quando prego
per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo,
dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in
voi quest’opera buona, la porterà a compimento, fino al giorno di Cristo Gesù. È
giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel
cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo,
voi che con me siete tutti partecipi della grazia. Infatti Dio mi è testimone del vivo
desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la
vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché
possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno
di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
94 Salmo 118
Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo
LE SORGENTI: IL MAGISTERO DELLA CHIESA
Concilio Vaticano II, Sacrosantum Concilium
7. Per realizzare un’opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e
in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel Sacrificio della Messa, sia
nella persona del ministro, «egli che, offertosi una volta sulla croce, offre ancora se
stesso attraverso il ministero dei sacerdoti», sia soprattutto nelle specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei Sacramenti, di modo che quando uno battezza
è Cristo stesso che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui che parla
quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa
prega e loda, lui che ha promesso: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là
sono io, in mezzo a loro».
In quest’opera così grande, con la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli
uomini vengono santificati, Cristo associa a séla Chiesa, sua sposa amatissima, la
quale prega il suo Signore e per mezzo di lui rende il culto all’Eterno Padre.
SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA
Giustamente perciò la Liturgia è ritenuta come l’esercizio del sacerdozio di Cristo;
in essa, per mezzo di segni sensibili, viene significata e in modo ad essi proprio
realizzata la santificazione dell’uomo, e viene esercitato dal Corpo Mistico di Gesù
Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra, il culto pubblico integrale.
Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo
Corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun’altra azione della
Chiesa, allo stesso titolo e allo stesso grado, ne uguaglia l’efficacia.
9a-10. La sacra Liturgia non esaurisce tutta l’azione della Chiesa. Infatti, prima
che gli uomini possano accostarsi alla Liturgia, bisogna che siano chiamati alla
fede e si convertano: «Come potrebbero invocare colui nel quale non hanno creduto?». […]
Nondimeno, la Liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù. Poiché il lavoro apostolico è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il Battesimo, si riuniscano
in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa
del Signore.
A sua volta la Liturgia spinge i fedeli, nutriti dai «sacramenti pasquali» a «vivere
in perfetta unione» e domanda che «esprimano nella vita quanto hanno ricevuto
mediante la fede». La rinnovazione poi dell’alleanza di Dio con gli uomini nell’Eucaristia introduce e accende i fedeli nella pressante carità di Cristo. Dalla Liturgia
dunque, e particolarmente dall’Eucaristia, deriva in noi, come da una sorgente, la
grazia, e si ottiene, con la massima efficacia, quella santificazione degli uomini e
glorificazione di Dio in Cristo, verso la quale convergono, come a loro fine, tutte
le altre attività della Chiesa.
Francesco, Evangelii Gaudium
76. Ringrazio per il bell’esempio che mi danno tanti cristiani che offrono la loro
vita e il loro tempo con gioia. Questa testimonianza mi fa tanto bene e mi sostiene
nella mia personale aspirazione a superare l’egoismo per spendermi di più.
81. Quando abbiamo più bisogno di un dinamismo missionario che porti sale e
luce al mondo, molti laici temono che qualcuno li inviti a realizzare qualche compito apostolico, e cercano di fuggire da qualsiasi impegno che possa togliere loro
il tempo libero. Oggi, per esempio, è diventato molto difficile trovare catechisti
preparati per le parrocchie e che perseverino nel loro compito per diversi anni.
Ma qualcosa di simile accade con i sacerdoti, che si preoccupano con ossessione
del loro tempo personale. Questo si deve frequentemente al fatto che le persone
sentono il bisogno imperioso di preservare i loro spazi di autonomia, come se un
compito di evangelizzazione fosse un veleno pericoloso invece che una gioiosa risposta all’amore di Dio che ci convoca alla missione e ci rende completi e fecondi.
Alcuni fanno resistenza a provare fino in fondo il gusto della missione e rimangono avvolti in un’accidia paralizzante.
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Liturgia e preghiera: tempo in cui Dio edifica la comunità
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145. La preparazione della predicazione è un compito così importante che conviene dedicarle un tempo prolungato di studio, preghiera, riflessione e creatività
pastorale. Con molto affetto desidero soffermarmi a proporre un itinerario di preparazione per l’omelia. Sono indicazioni che per alcuni potranno apparire ovvie,
ma ritengo opportuno suggerirle per ricordare la necessità di dedicare un tempo
privilegiato a questo prezioso ministero. Alcuni parroci sovente sostengono che
questo non è possibile a causa delle tante incombenze che devono svolgere; tuttavia, mi azzardo a chiedere che tutte le settimane si dedichi a questo compito un
tempo personale e comunitario sufficientemente prolungato, anche se si dovesse
dare meno tempo ad altri impegni, pur importanti. La fiducia nello Spirito Santo
che agisce nella predicazione non è meramente passiva, ma attiva e creativa. Implica offrirsi come strumento (cfr Rm 12,1), con tutte le proprie capacità, perché
possano essere utilizzate da Dio. Un predicatore che non si prepara non è “spirituale”, è disonesto ed irresponsabile verso i doni che ha ricevuto.
146. Per poter interpretare un testo biblico occorre pazienza, abbandonare ogni
ansietà e dare tempo, interesse e dedizione gratuita. Bisogna mettere da parte
qualsiasi preoccupazione che ci assilla per entrare in un altro ambito di serena attenzione. Non vale la pena dedicarsi a leggere un testo biblico se si vogliono ottenere risultati rapidi, facili o immediati. Perciò, la preparazione della predicazione
richiede amore. Si dedica un tempo gratuito e senza fretta unicamente alle cose
o alle persone che si amano; e qui si tratta di amare Dio che ha voluto parlare. A
partire da tale amore, ci si può trattenere per tutto il tempo necessario, con l’atteggiamento del discepolo: «Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta» (1 Sam 3,9).
SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA
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PRIMO INCONTRO
La mia esperienza - IO
Liturgia e preghiera: tempo in cui Dio edifica la comunità
PREGHIERA DI INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
INTRODUZIONE
Dio ascolta il nostro grido. Con questa convinzione anche noi parliamo, condividiamo, ci ascoltiamo. Visto il tema che ci è chiesto di trattare dobbiamo dire
con forza: non è tempo perso. Ascoltarci, parlare, condividere riflessioni, è già un
vivere la carità, è crescere nella fraternità, è lasciare agire lo Spirito in noi. Dicevamo che ci è chiesto di riflettere sul tempo: in particolare il tempo dedicato alla
liturgia. Per l’antico popolo di Israele la celebrazione era ricordo della liberazione
dalla schiavitù dell’Egitto. Per noi tutta la liturgia e le altre forme di preghiera
derivano dalla liberazione dal peccato e dalla morte, compiuta da Gesù, crocifisso
e risorto. Abbiamo ancora bisogno noi di una celebrazione di liberazione? È la
liberazione di Dio che ci fa comunità, o sono altri interessi e fini? Il nostro contesto sociale propone (accanto? al posto della celebrazione?) il “tempo libero”: il
tempo che non è impegnato dal lavoro, in cui ciascuno ha facoltà di esprimersi.
Molto spesso il tempo libero diventa costoso: si paga per divertirsi. Nel tempo
libero ci si aspetta di essere “ripagati”, in termini di emozione, sorpresa, uscita
dalla quotidianità, oppure in termini di riposo, pace, salute, benessere. Si aprono
qui enormi possibilità di promozione della persona, e di crescita comune. Ma si
nasconde anche l’insidia della schiavitù: a coloro che che sono stati resi schiavi nel
“tempo produttivo”, in cui si lavora per guadagnare, si concede il tempo libero, in
cui si spende per ricrearsi. Il tempo della festa cristiana propone una liberazione
diversa: la liturgia ha la pretesa di non farci fuggire dal tempo, ma di rivelarci il
suo senso profondo; così come Gesù non fugge la croce, ma la accoglie trasformandola in un gesto di amore.
Ascoltiamo ora la nostra esperienza: come viviamo il tempo libero? Come viviamo il tempo liberante della celebrazione?
LEGGI NELLA TUA VITA
Quando il tempo, per me, è stato festa e mi ha dato serenità, pace, gioia di vivere,
riposo?
Quando l’esperienza liturgica è stata per me occasione di liberazione, di festa? In
che modo? E quando è stata esperienza davvero comunitaria?
SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA
CONDIVIDI E RACCONTA:
Primo giro:
ciascun componente racconta brevemente la sua storia o la propria esperienza
Secondo giro:
ciascuno riprende, senza riferirsi all’autore, alcune esperienze degli interventi di
altri che l’hanno colpito e prova a spiegarne il motivo
Conclusione:
il moderatore propone una sintesi dei vari interventi senza trascurare nessuna
delle cose che sono state espresse. Chi vuole può integrare eventuali dimenticanze.
PREGHIERA FINALE
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QUESTIONE PASTORALE N° 6
Liturgia e preghiera: tempo in cui Dio edifica la comunità
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SECONDO INCONTRO
Le nostre esperienze - NOI
PREGHIERA DI INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
RICORDIAMO
viene letta la sintesi, frutto della riflessione della scorsa riunione, in modo che a tutti i
presenti sia possibile ricordare il punto a cui -assieme- si è giunti.
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
dagli Atti degli Apostoli (2, 42-47)
Il brano degli Atti mostra il modello seguito dalla prima comunità di Gerusalemme, che
l’autore degli Atti ripropone ad ogni comunità cristiana. Secondo il suo stile, vengono evidenziate in un sommario generale tutte le caratteristiche positive; nella narrazione successiva emergono anche le tensioni e i problemi che di fatto si presentano nella storia. Si noti
che “frazione del pane” è il termine usato nella Chiesa antica per indicare la celebrazione
eucaristica. Molto interessante è rilevare il rapporto tra i momenti di preghiera e la vita
comunitaria.
Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni
avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano
ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con
tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel
tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di
cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni
giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
RIFLETTIAMO PERSONALMENTE
Il brano del Vangelo cosa dice alla nostra esperienza?
Cosa sottolinea, modifica o corregge?
Segue un momento prolungato di silenzio in cui ciascuno rilegge più volte il brano.
SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA
CONDIVIDIAMO
Primo giro:
ciascuno si esprime a livello personale
Secondo giro:
ciascuno riprende, senza riferirsi all’autore, alcune esperienze degli interventi di
altri che l’hanno colpito e prova a spiegarne il motivo
Conclusione:
il moderatore propone una sintesi dei vari interventi senza trascurare nessuna
delle cose che sono state espresse. Chi vuole può integrare eventuali dimenticanze.
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PREGHIERA FINALE
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Liturgia e preghiera: tempo in cui Dio edifica la comunità
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TERZO INCONTRO:
Guidati dallo Spirito Santo, si tiene consiglio
PREGHIERA DI INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
RICORDIAMO
una persona, che si è preparata allo scopo, fa memoria dei due incontri precedenti
facendo notare il cammino del gruppo dal primo al secondo incontro.
ALLA LUCE DELLE RIFLESSIONI CONDIVISE, CERCHIAMO UN
CONSIGLIO DA DARE ALLA NOSTRA CHIESA.
Come le comunità possono valorizzare il tempo della liturgia (preghiera, lectio,
...), in particolare la celebrazione eucaristica, come tempo in cui Dio ci chiama
nella sua comunità e la fa crescere?
SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA
CONDIVIDI E RACCONTA:
Primo giro:
ciascuno formula un suo consiglio
Secondo giro:
ciascuno sottolinea o riprende, senza riferirsi all’autore, quali consigli sentiti da
altri l’hanno colpito e ne spiega il motivo.
Conclusione:
Il moderatore formula una sintesi delle riflessioni scaturite cercando di mettere in
luce il consiglio sul quale s’è sviluppato il maggior consenso. Inoltre si annotano
eventuali attenzioni che si intende sottolineare.
Una volta trovato un consenso unanime, insieme, consigliamo …
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PREGHIERA FINALE