Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 3 ❚ Chirurgia Chirurgia dell’intestino tenue: frequenza, tecniche, complicazioni e risultati uno studio retrospettivo Giovanni Biglietti, Barbara Garbagnati Clinica Veterinaria Piola - Pozzuolo Martesana (MI) RIASSUNTO Le patologie ostruttive del piccolo intestino rappresentano una delle più frequenti cause di chirurgia addominale nel cavallo. Gli autori in questo studio retrospettivo prendono in esame la casistica raccolta in un periodo di circa sei anni, per valutare la frequenza delle varie patologie, le complicazioni riscontrate nel loro trattamento e i risultati ottenuti, confrontandoli con quelli presentati nei più recenti studi internazionali. INTRODUZIONE Le patologie ostruttive dell’intestino tenue rappresentano nella nostra casistica, la prima causa di chirurgia addominale nel cavallo. In accordo con i più recenti studi internazionali, le ostruzioni del piccolo intestino rappresentano il 36% dei cavalli ricoverati presso il nostro ospedale (Freeman DE 2006). Nei vari studi epidemiologici eseguiti a livello internazionale non sembra esistere una relazione tra le ostruzioni di questo tratto intestinale e caratteristiche di razza, sesso ed età. Uniche patologie influenzate dal sesso sono la torsione del colon ascendente nelle fattrici nell’immediato post-parto e nei tre mesi successivi al parto e l’ernia inguinale nello stallone (Ducharme, Hackett et al. 1983). Le ostruzioni intestinali che coinvolgono il tenue sono tra le patologie chirurgiche gastroenteriche quelle che più di frequente causano strangolamento e necrosi del tratto intestinale coinvolto e, di conseguenza, richiedono enterectomia ed anastomosi. Per tale motivo queste patologie rappresentano una delle sfide più critiche per la sopravvivenza dei cavalli a medio e lungo termine e per il loro ritorno all’attività e livello di competizione precedente l’intervento. Lo scopo di questo lavoro è di rivisitare in modo critico la popolazione presa in esame, valutando il tipo di terapia eseguita, le complicazioni incontrate nel trattamento e i risultati finali ottenuti. Per una valutazione prognostica a lungo termine è stato preso in esame un intervallo minimo non inferiore ai sei mesi di distanza dall’intervento chirurgico mentre, per il follow up a breve termine, per tutti i soggetti deceduti nell’immediato periodo post operatorio o sotto i sei mesi, sono state prese in considerazione le cause del decesso e le eventuali relazioni con il tipo di intervento eseguito. Questa revisione critica è stata eseguita per valutare se le scelte effettuate in sede intraoperatoria e nell’immediato periodo post chirurgico potevano in qualche modo influire sul risultato finale. MATERIALI E METODI Per effettuare questo studio retrospettivo, sono state prese in esame tutte le cartelle cliniche dei soggetti ricoverati per sintomatologia colica da gennaio 2002 a settembre 2007. Durante tale periodo sono stati riferiti presso il nostro ospedale un totale di 997 cavalli in colica, 363 dei quali erano affetti da patologie ostruttive dell’intestino tenue. Sono stati inseriti nello studio tutti i soggetti che al momento del ricovero “Articolo ricevuto dal Comitato di Redazione il 21/07/2009 ed accettato per la pubblicazione dopo revisione il 05/12/2010”. Ippologia, Anno 22, n. 1, Marzo 2011 3 Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 4 ❚ Chirurgia presentavano chiari segni di ostruzione primaria dell’intestino tenue, compresi i cavalli che in base alla sintomatologia clinica sono stati inizialmente trattati con terapia medica che ha portato a graduale risoluzione dei sintomi. Questi ultimi sono stati raggruppati come affetti da ileo paralitico, non essendo stato possibile raggiungere una diagnosi certa del tipo di patologia ma solo della sua localizzazione. Sono stati esclusi dallo studio i soggetti deceduti al ricovero o durante il trasporto verso la clinica e tutti i cavalli che presentavano ostruzione dell’intestino tenue conseguente ad una patologia primaria del grosso intestino. La popolazione totale è stata quindi divisa in categorie a seconda del tipo di patologia diagnosticata. Per ogni gruppo viene considerato il numero e la percentuale sul totale delle laparotomie. Vengono poi descritti i tipi di chirurgia eseguita e le percentuali di sopravvivenza a lungo termine. RISULTATI Casi non operabili (Fig. 1) Sono stati considerati casi inoperabili 36 soggetti. Sono stati inseriti in questo gruppo cavalli in cui è stata effettuata una diagnosi di rottura intestinale al momento del ricovero, soggetti affetti da patologie ostruttive dell’intestino tenue per i quali non è stata concessa l’autorizzazione alla chirurgia e cavalli sottoposti ad eutanasia in sede intraoperatoria perché presentavano patologie a prognosi infausta. Sono rientrate in questa categoria le rotture gastriche secondarie ad ostruzione del tenue e le perforazioni primarie dell’intestino tenue causate da vermi. Sono stati inoltre sottoposti ad eutanasia intraoperatoria tutti i cavalli con necrosi di più dell’80% del tenue, o altre patologie non risolvibili chirurgicamente quali per esempio una costipazione da ascaridi del duodeno per tutta la sua lunghezza, dal piloro all’uscita dell’addome, o una ernia diaframmatica di digiuno e stomaco attraverso una breccia di dimensioni eccessive. Ileo paralitico FIGURA 1 - Rottura dello stomaco. 24 soggetti sono stati inclusi in un gruppo come affetti da ileo paralitico dell’intestino tenue e, quindi, trattati con terapia medica. Tutti i cavalli al ricovero hanno presentato dolori di modica entità con la presenza, alla palpazione transrettale, di anse del piccolo intestino mediamente distese. L’esame ecografico della cavità addominale ha confermato in questi casi la presenza di anse del tenue dilatate, ma non totalmente distese, che mantenevano comunque un certo grado di motilità. Questi cavalli sono stati trattati con successo con la somministrazione di fluidi per via endovenosa, ripetuti sifonaggi dello stomaco e la somministrazione di farmaci analgesici e peristaltici. La distensione e la contrattilità del piccolo intestino sono state monitorate con la palpazione transrettale ed ecografia addominale fino alla completa risoluzione del quadro addominale. Ostruzioni semplici (Fig. 2) FIGURA 2 - Necrosi da distensione e perforazione dell’ileo in un caso di costipazione. 4 Sono stati trattati chirurgicamente 109 cavalli affetti da ostruzione semplice del piccolo intestino che hanno rappresentato il 37,2% dei soggetti operati per patologie del tenue. In 17 pazienti è stata eseguita enterectomia con anastomosi o bypass senza enterectomia con una sopravvivenza totale a lungo termine dell’88,9%. Diciotto soggetti sono risultati affetti da gastroduodenodigiunite (Fig. 3), otto di questi sono stati sottoposti a laparotomia esplorativa, con una percentuale di sopravvivenza totale a lungo termine per la patologia dell’83,4%. La costipazione dell’ileo (Fig. 4) ha rappresentato l’incidenza maggiore nella popolazione delle patologie ostruttive senza strangolamento del tenue, con 74 casi diagnosticati. Tutti i soggetti di questa popolazione sono stati sottopo- Chirurgia dell’intestino tenue: frequenza, tecniche, complicazioni e risultati - uno studio retrospettivo Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 5 ❚ Chirurgia sti a laparotomia esplorativa e sono state riportate due recidive sul numero totale dei pazienti operati. Dei due, in un caso è stato eseguito un bypass ileociecale. Sei animali sono deceduti e la prognosi è stata considerata favorevole per il 91,9%. Le ostruzioni semplici da aderenze (non secondarie a precedente laparotomia) sono state trattate chirurgicamente in 10 soggetti. In tre casi è stato effettuato un by-pass digiuno digiunale con anastomosi latero-laterale senza enterectomia, mentre 6 cavalli sono stati sottoposti a resezione del tratto intestinale interessato dalla patologia con anastomosi termino-terminale del digiuno. In questo gruppo è stato registrato un solo decesso con una sopravvivenza totale a lungo termine del 90%. Tra le cause meno frequenti di ostruzione semplice di questo studio sono stati gli infarti intestinali senza strangolamento. Tutti i 7 cavalli affetti da questa patologia sono stati sottoposti a resezione intestinale ed anastomosi termino-terminale del digiuno. Per questo tipo di patologia sono deceduti 2 cavalli, per una sopravvivenza totale a lungo termine del 71,5%. FIGURA 3 - Enterite prossimale. Ostruzioni con strangolamento (Fig. 5) Le ostruzioni con strangolamento hanno rappresentato il 67,2% delle chirurgie sull’intestino tenue, con 194 casi. 107 cavalli sono stati sottoposti a resezione ed anastomosi, con 70 anastomosi termino-terminali e 37 digiunociecostomie. La percentuale di sopravvivenza totale a lungo termine sulle ostruzioni con strangolamento è stata dell’80,7%. Nella popolazione sono state comprese 48 ernie inguinali, delle quali 14 hanno richiesto enterectomie, 10 anastomosi terminoterminali del digiuno e 4 digiunociecostomie. In questo gruppo sono deceduti due cavalli con una percentuale di sopravvivenza a lungo termine del 95,8%. I cavalli affetti da ernia del forame epiploico sono stati 53, 33 sono stati sottoposti ad enterectomia ed anastomosi, 20 anastomosi termino-terminali del digiuno e 13 digiunociecostomie. Nei cavalli affetti da questa patologia la percentuale di sopravvivenza a lungo termine è stata del 71,2% con un totale di 15 decessi. L’ernia mesenterica è stata diagnosticata in 6 soggetti con 5 enterectomie terminate con 3 digiunociecostomie e 2 anastomosi termino-terminali del digiuno; la percentuale di sopravvivenza a lungo termine è stata del 66,7%. I casi affetti da ernia gastrolienale sono stati 7, sei dei quali sottoposti resezione intestinale ed anastomosi terminoterminale del digiuno. In questa popolazione la sopravvivenza a lungo termine è stata dell’86%. Sono stati sottoposti a laparotomia esplorativa per volvolo 44 soggetti, sedici dei quali hanno subito resezione intestinale con 12 anastomosi termino terminali del digiuno e 4 digiunociecostomie. Per questo tipo di patologia la prognosi per FIGURA 4 - Costipazione dell’ileo. FIGURA 5 - Invaginamento del digiuno. Ippologia, Anno 22, n. 1, Marzo 2011 5 Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 6 ❚ Chirurgia la sopravvivenza a lungo termine è stata del 77,3% con 10 decessi. Lo strangolamento da lipoma peduncolato è stato causa di laparotomia urgente per 21 cavalli, tutti oltre il sedicesimo anno di età. In 13 soggetti è stata eseguita resezione intestinale, con 11 anastomosi termino-terminali e 2 digiunociecostomie. In questo gruppo sono deceduti 4 animali prima dei sei mesi postoperatori, con una sopravvivenza a lungo termine dell’80%. I cavalli sottoposti a laparotomia esplorativa per invaginamento del tenue sono stati 11. In sette casi è stata eseguita digiunociecostomia ed in quattro anastomosi termino-terminale. La percentuale di sopravvivenza a lungo termine per questa patologia è stata dell’82%, con due decessi. Infine sono stati inseriti quattro casi di patologie del piccolo intestino meno comuni: un’ernia ombelicale strozzata in un adulto, una costipazione da ascaridi, un’ernia diaframmatica ed una stenosi fibrosa del digiuno. In 3 casi è stata eseguita resezione intestinale con anastomosi termino-terminale del digiuno e tutti e quattro sono sopravvissuti. TECNICHE CHIRURGICHE Profilassi antibiotica Tutti i cavalli sottoposti a laparotomia sono soggetti a profilassi con somministrazione di 5 g di ampicillina IV e 6,6 mg/kg di gentamicina IV immediatamente prima dell’induzione dell’anestesia. Questa viene proseguita per 24 ore nei soggetti in cui non viene eseguita enterectomia e per 72 ore nei soggetti che invece subiscono resezione intestinale. Dopo questo periodo e prima di sospendere la somministrazione viene eseguito un esame emocromocitometrico ed in caso di leucopenia viene prolungato il trattamento, così come in caso di alterazioni anche sporadiche della temperatura. Anestesia ed approccio chirurgico Tutti i soggetti sono stati premedicati con xilazina 1 mg/kg IV e dopo cinque minuti è stata indotta l’anestesia con la somministrazione endovenosa di diazepam 1 mg/kg e ketamina 2 mg/kg. Se il soggetto presentava delle condizioni fisiche e metaboliche particolarmente gravi i dosaggi venivano ulteriormente ridotti. L’anestesia è stata poi mantenuta con una miscela di ossigeno ed isoflurano. Tutti i soggetti sono stati posti in decubito dorsale ed è stata eseguita una laparotomia mediana con una breccia di circa 15 cm sulla linea alba partendo dal margine craniale dell’ombelico. Queste dimensioni della breccia sono sufficienti per completare qualsiasi chirurgia sul piccolo intestino, e vengono ampliate solo nei casi in cui il 6 volume del grasso mesenterico o l’eccessiva distensione del piccolo intestino prestenotico mettano a rischio di eccessivo traumatismo lo stesso intestino e il suo mesentere. In nessun caso è stato necessario ampliare le dimensioni della breccia oltre i 20 centimetri. In nessun cavallo è stata eseguita enterotomia del colon ascendente per evacuarne il contenuto. La breccia operatoria è sempre stata chiusa con quattro piani di sutura utilizzando ac. poliglicolico 00 per il peritoneo, ac poliglicolico 2 in doppio filo per la parete, ac. poliglicolico 00 per lo strato sottocutaneo ed una sutura monofilamento non riassorbibile n° 1 per la cute. Sono state utilizzate suture semplici continue per tutti gli strati. Massaggio intestinale Nei casi di ostruzione semplice e nei casi di ostruzione con strangolamento nei quali l’intestino coinvolto dalla patologia è stato giudicato ancora vitale, è stato eseguito un massaggio per la decompressione dell’intestino stenotico e prestenotico, prima di procedere alla riposizione dello stesso. Lo stesso vale per i casi di costipazione dell’ileo, nei quali il fecaloma è stato fatto procedere dall’ileo nel cieco, dopo averlo ammorbidito massaggiandolo con il liquido sequestrato nell’intestino prestenotico. In nessun caso è stata eseguita un’enterotomia. Nei rari casi in cui si è verificata una recidiva della costipazione dell’ileo, dopo aver risolto la costipazione con la tecnica sopra descritta, è stato eseguito un bypass con anastomosi latero-laterale, senza resezione dell’intestino coinvolto. Anastomosi termino-terminale Un’anastomosi termino-terminale è stata eseguita in 82 casi, ovvero in tutti i soggetti sottoposti ad enterectomia del digiuno. Non vengono eseguite solitamente anastomosi termino-terminali tra digiuno ed ileo, preferendo in questi casi eseguire una digiunociecostomia. Dopo aver provveduto alla legatura dei vasi con ac. poliglicolico n° 2 ed un solo nodo, il mesentere viene resecato il più possibile vicino alle anse intestinali, cercando comunque di asportare tutto il tessuto necrotico presente. Viene poi effettuata l’enterectomia con un angolo di circa 60° rispetto al mesentere, così da assicurare una buona vascolarizzazione dei margini intestinali; l’anastomosi viene confezionata con due piani di sutura con ac. poliglicolico 00. Il primo piano con sutura continua semplice per la mucosa ed il secondo piano con sutura continua di Lembert per sierosa e muscolare, entrambe interrotte a 180°. Il difetto mesenterico viene quindi chiuso con una sutura semplice continua interrotta a metà lunghezza se le sue dimensioni sono particolarmente importanti, utilizzando lo stesso tipo di sutura usato per l’anastomosi. Chirurgia dell’intestino tenue: frequenza, tecniche, complicazioni e risultati - uno studio retrospettivo Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 7 ❚ Chirurgia Digiunociecostomia La digiunociecostomia è stata eseguita in 34 casi. Dopo aver effettuato la legatura dei vasi mesenterici come sopra descritto, vengono chiusi gli “spazi morti” tra ileo e cieco suturando con ac. poliglicolico 2-0 la plica ileocecale all’ileo dalla sua origine fino al punto in cui è stata programmata la resezione. Viene quindi effettuata la resezione della porzione distale dell’ileo utilizzando una suturatrice GIA 90 a cui viene aggiunta una doppia sutura introflettente di Lembert sul moncone dell’ileo. Successivamente viene effettuata la resezione del digiuno a 60° come descritto in precedenza per l’anastomosi termino-terminale ed effettuata l’anastomosi posizionando il digiuno appena posteriormente alla tenia mediale del cieco, il più possibile in direzione dorsale. In un primo tempo veniva effettuata questa procedura con anastomosi latero-laterale, ma ultimamente viene preferita a questa l’anastomosi termino-laterale che sembra mantenere una continuità anatomica migliore e ridurre l’incidenza di ileo paralitico postoperatorio senza aumentare l’incidenza di altre complicazioni, garantendo inoltre un tempo minore di esecuzione. L’anastomosi viene eseguita con sutura di Lembert per lo strato siero muscolare e con una sutura continua semplice per la mucosa, entrambe con ac. poliglicolico 00 interrotte a 90°. Il difetto mesenterico viene chiuso iniziando la sutura in prossimità dell’anastomosi, assicurando il mesentere al cieco e quindi alla plica ileocecale. Giunti in prossimità del moncone dell’ileo questo viene ricoperto con il mesentere fino a raggiungere il suo margine mesenterico, dove la sutura viene continuata apponendo i due margini del residuo difetto mesenterico. Anastomosi latero-laterale Questo tipo di anastomosi è stata eseguita più raramente, ed in particolare nei casi in cui si è reso necessario il bypass di un tratto intestinale per il quale non è possibile o necessario eseguire enterectomia, come i casi di aderenza alla parete addominale, gli invaginamenti dell’ileo nel cieco o nei casi di recidiva di costipazione dell’ileo (Ducharme NG, Hackett RP et al., 1983, Freeman DE, 1997, Freeman DE, 2006). Nella serie qui presentata questo tipo di anastomosi è stato eseguito in 12 casi. La sutura viene sempre eseguita in due piani, come descritto per la digiunociecostomia. Quando il tratto di intestino da sottoporre e bypass è l’ileo, si è sempre provveduto alla chiusura degli spazi morti suturando l’ileo alla plica ileocecale fino al punto di bypass; negli altri casi non è stato possibile provvedere alla chiusura del mesentere, senza comunque aver riscontrato complicazioni particolari. COMPLICAZIONI (Fig. 6) Le complicazioni che possono subentrare nell’immediato periodo post-operatorio a seguito di intervento chirurgico per sindrome colica sono spesso gravi e la loro frequenza è solitamente influenzata non solo dal tipo di patologia ma anche e soprattutto dal tempo di persistenza della patologia stessa e dalle alterazioni metaboliche che essa ha causato (Mair TS, Smith LJ, 2005; Hunt JM, Edwards GB, Clarke KW, 1986, Proudman CJ, 2008). Tali complicazioni possono mettere a rischio la vita del paziente sia nell’immediato periodo post-operatorio che nel medio e lungo termine, e per questo motivo sono oggetto di continui studi e ricerche (French NP, Smith J et Al. 2002). Complicazioni dell’anestesia L’anestesia generale rappresenta sempre un momento critico per il cavallo in colica a causa della compromissione di circolo, della disidratazione, di eventuali squilibri elettrochimici e della distensione intestinale di cui questi soggetti spesso soffrono (Trim C.M., 2008). Nella nostra casistica abbiamo registrato 7 casi di complicazioni riferibili all’anestesia (1,9%). Tre cavalli sono deceduti per shock cardiocircolatorio e arresto cardiaco, tre soggetti hanno sviluppato miopatia post anestetica ed uno di questi è deceduto per questo motivo. Un soggetto con ernia del forame omentale è infine deceduto per emorragia interna a causa della rottura della vena porta durante la riduzione manuale dell’ernia. La prevenzione di questo tipo di complicazioni si basa fondamentalmente sul controllo e mantenimento della pressione arteriosa, la correzione di eventuali squilibri elettrolitici ed acido-base rilevati in sede preoperatoria ed il loro mantenimento e il contenimento dei tempi della chirurgia (Trim C.M. 2008). FIGURA 6 - Peritonite settica. Ippologia, Anno 22, n. 1, Marzo 2011 7 Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 8 ❚ Chirurgia Ileo paralitico (Fig. 7) L’ileo paralitico rappresenta una complicazione relativamente frequente in seguito ad intervento chirurgico su patologie del piccolo intestino (Freeman DE, 2006.); nella nostra casistica si è verificato in circa il 7% dei casi. Abbiamo appurato come il suo instaurarsi sia poco influenzato dal tipo di chirurgia eseguita, ma risenta in modo significativo del grado di distensione subito dall’intestino tenue e dalla durata della colica, entrambi fattori che influenzano negativamente il grado di perfusione dell’intestino prestenotico (Proudman C.J. 2008). Esiste comunque una leggera prevalenza di ileo paralitico nei cavalli in cui abbiamo eseguito digiunociecostomia. Il nostro trattamento dell’ileo paralitico prevede, oltre alla decompressione dello stomaco e al controllo e mantenimento di una corretta idratazione, la somministrazione di metoclopramide (60 mg/500kg IM ogni tre ore) e neostigmina (1,5-5 mg/500 kg IM ad intervalli variabili, comunque non inferiori a 30 minuti). In alcuni casi i soggetti affetti sono stati sottoposti a perfusione continua con lidocaina (0,05 mg/kg IV in infusione continua dopo aver somministrato in bolo 1,3 mg/kg IV), quando i soggetti non sopportavano la somministrazione dei farmaci sopra indicati. Nella nostra esperienza questo farmaco ha un effetto procinetico inferiore rispetto a quelli sopra menzionati, e viene utilizzato soprattutto per sfruttare i suoi effetti anti tossici, anti dolorifici ed anti infiammatori ancor prima che come procinetico puro (Malone E.D., Turner TA, Wilson JH, 1998). Nel nostro studio l’ileo paralitico si sviluppa circa 48/72 ore dopo l’intervento e perdura in media 48 ore. Riteniamo che l’insorgenza 2-3 giorni dopo la chirurgia sia da attribuirsi principalmente al manifestarsi dei danni ischemici causati dalla distensione e dalla disidratazione, ed al fatto che solitamente dopo 48 o al massimo 72 ore solitamente ricominciamo l’alimentazione controllata dei pazienti chirurgici. I cavalli refrattari a terapia peristaltica e quelli che presentavano ileo persistente dopo anastomosi sono stati sottoposti ad una nuova laparotomia per verificare la condizione dell’intestino ed il funzionamento dell’anastomosi stessa. Rilaparotomia La rilaparotomia è una pratica di estrema importanza nei casi di ileo paralitico persistente e quando vengano sospettati problemi di funzionalità o mancata impermeabilità dell’anastomosi. Sono stati sottoposti a rilaparotomia 15 cavalli (4,1% degli operati), una percentuale inferiore rispetto a quella riportata in letteratura dopo chirurgia del piccolo intestino (Freeman DE, 2006., Huskamp B, Bonfig H, 1985). Nei soggetti sottoposti a rilaparotomia entro 48 ore dal primo intervento è stata utilizzata la stessa breccia operatoria. Oltre questo limite di tempo è stata eseguita una seconda breccia laparatomica in posizione paramediana destra per ridurre le possibilità di problemi di cicatrizzazione della breccia stessa. Nei soggetti sottoposti a rilaparotomia è stata registrata una sopravvivenza del 74%, con il decesso di 4 cavalli sottoposti a questa procedura, percentuale in linea con i dati riportati dalla letteratura internazionale (Freeman DE, 2008). Peritonite FIGURA 7 - Ecografia di soggetto in ileo paralitico. 8 La peritonite è sempre una gravissima complicazione della chirurgia addominale e porta al decesso del soggetto colpito in quasi tutti i casi (Proudman et al. 2002). In questo studio sono stati registrati 11 casi di peritonite (3% degli operati): 6 soggetti avevano subito resezione ed anastomosi termino-terminale, in quattro cavalli era stata eseguita una digiunociecostomia ed un soggetto non aveva subito resezione intestinale. Le cause di peritonite possono essere molteplici e raramente sono riconducibili a contaminazione intraoperatoria. Più di frequente la contaminazione è prechirurgica, già presente alla prima laparotomia e da attribuire al passaggio di batteri dal lume intestinale alla cavità peritoneale a causa della necrosi intestinale (Mair TS, Smith LJ 2005. Freeman DE 2008). Altra causa importante di peritonite è la mancata impermeabilità dell’anastomosi per difetto di cicatrizzazione da attribuire a peritonite preesistente, a necrosi per danni da riperfusione dei margini dell’anastomosi, costipazione e sgocciolamento dell’anastomosi (Proudman CJ 2008). Anche la persistenza di tessuto necrotico del mesentere o del moncone dell’ileo, localizzazioni in Chirurgia dell’intestino tenue: frequenza, tecniche, complicazioni e risultati - uno studio retrospettivo Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 9 ❚ Chirurgia cui spesso non è possibile una sua completa asportazione, può predisporre allo sviluppo di peritonite, così come la presenza di emorragie e coaguli intraddominali. Rottura intestinale e danno da riperfusione Il danno da riperfusione rappresenta un grave problema nei casi di torsione del colon ascendente, ma è un’evenienza rara nelle patologie che coinvolgono l’intestino tenue (Freeman DE 1997, 2006). Il danno da riperfusione consiste nella liberazione di sostanze citotossiche all’interno delle cellule che hanno subito un danno ischemico anche parziale, nel momento in cui viene ristabilito il circolo ematico all’interno dei tessuti. La liberazione di queste sostanze, perlopiù perossidi, provoca il progredire della necrosi tissutale (Blikslager TA, 2008). Nella nostra casistica abbiamo registrato 2 casi di necrosi e rottura spontanea dell’ileo in cavalli sottoposti a laparotomia esplorativa per costipazione dell’ileo, perforazione avvenuta rispettivamente 5 e 7 giorni dopo l’intervento. Entrambi i cavalli erano stati sottoposti a chirurgia a più di 48 ore dall’inizio della patologia, ed avevano quindi subito un grave danno da distensione della parete dell’ileo, pur non valutabile macroscopicamente in sede intraoperatoria. Un terzo cavallo ha sviluppato necrosi spontanea di un tratto di digiuno. Vista la completa assenza di lesioni macroscopiche in sede intraoperatoria e la grave e prolungata distensione a cui erano stati sottoposti i tratti intestinali, abbiamo formulato l’ipotesi che si sia trattato di danno da riperfusione, anche se non è stato possibile confermare con certezza questa ipotesi. Complicanze delle anastomosi Le più frequenti complicazioni in seguito ad anastomosi riportate in bibliografia sono la costipazione dell’anastomosi, la mancata impermeabilità della sutura, stenosi, aderenze, ischemia dei monconi (Freeman DE, 2006). Per un certo periodo abbiamo utilizzato suturatici meccaniche GIA 90 per eseguire anastomosi latero-laterali e digiunociecostomie. Si è però potuto verificare che l’utilizzo di questi strumenti, pur permettendo di eseguire anastomosi con minori rischi di contaminazione intraoperatoria e senza comunque assicurare una significativa riduzione della durata della chirurgia, comportava nella nostra casistica un notevole aumento delle complicazioni legate alla funzionalità dell’anastomosi stessa. Si è quindi deciso di abbandonare l’utilizzo di questi strumenti riservandone l’uso solo per la chiusura del moncone dell’ileo quando è necessario praticare una digiunociecostomia, e ritornare alla sutura manuale delle anastomosi come prima descritto. Sono state sempre eseguite anastomosi con due piani di sutura per assicurare l’impermeabilità e la maggior resistenza possibile anche in caso di distensione da ileo paralitico o costipazione dell’anastomosi stessa. Non si sono inoltre mai osservati con questa procedura particolari problemi di stenosi o difficoltà di transito che inducessero a preferire una tecnica di anastomosi ad un unico piano di sutura. Nei casi presi in esame per questo studio si è registrata costipazione dell’anastomosi in 2 suture termino-terminali eseguite con sutura manuale, una latero-laterale effettuata con suturatrice meccanica, una digiunociecostomia eseguita con suturatrice meccanica. Si sono inoltre riscontrati due casi di invaginamento dell’anastomosi in un cavallo sottoposto a digiunociecostomia ed un secondo sottoposto ad anastomosi latero-laterale, entrambe eseguite con suturatrice meccanica. In quattro casi si è osservata mancata impermeabilità dell’anastomosi: un cavallo sottoposto ad anastomosi termino-terminale tra digiuno ed ileo, un secondo sottoposto a digiunociecostomia termino-laterale ed altri due sottoposti a digiunociecostomia latero-laterale con suturatrice meccanica. Nel primo soggetto erano già evidenti chiari segni di peritonite durante il primo intervento. Colite e diarrea Lo sviluppo di forme di colite o tiflocolite, con o senza presenza di diarrea, rappresenta una grave complicazione dell’ospedalizzazione prolungata del paziente equino soprattutto se sottoposto a chirurgia intestinale ed ancor di più se si tratta di un paziente anziano (French NP, Smith J, Edwards GB, Proudman CJ, 2002; Hunt JM, Edwards GB, Clarke KW 1986). Le cause della diarrea postoperatoria non sono chiare e spesso non è possibile far risalire con certezza questa condizione ad un patogeno specifico. In bibliografia vengono annoverate tra le cause possibili la salmonellosi, la clostridiosi e la colite x (McKenzie H, 2008). Nella presente casistica di chirurgia del tenue si sono osservati 4 casi di colite (1,1%). Due soggetti avevano subito anastomosi termino-terminali, uno era stato sottoposto a digiunociecostomia ed il quarto non aveva subito resezione intestinale. Un solo caso è stato mortale ed in nessun cavallo è stato possibile raggiungere diagnosi certa di salmonellosi o individuare altri patogeni specifici. Laminite La laminite è una temibile complicazione in seguito a chirurgia addominale d’urgenza (Belknap KJ, Parks AH, 2008). Le cause di laminite nei soggetti sottoposti a chirurgia addominale sono da ricercarsi nell’endotossiemia in caso di ileo paralitico prolungato, peritonite o diarrea e nei casi di grave disidratazione preoperatoria (Freedman DE, Schaeffe DJ 2005; French NP, Smith J, Edwards GB, Proudman CJ 2002). La prevenzione della laminite consiste nel controllo dell’endotossiemia, la somministrazione di anticoagulanti e DMSO e nell’applicazione di imbottiture (pads) sotto la suola e a Ippologia, Anno 22, n. 1, Marzo 2011 9 Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 10 ❚ Chirurgia sostegno del fettone e di impacchi crioterapici alle estremità. Nella presente casistica sono stati registrati 8 casi di laminite (2,2% della casistica). Cinque cavalli erano affetti da costipazione dell’ileo, uno presentava ernia del forame omentale non sottoposto ad enterectomia, uno aveva subito resezione ed anastomosi termino-terminale ed uno digiunociecostomia, questi ultimi in seguito a strangolamento intestinale da lipoma peduncolato. Cinque degli otto soggetti (38%) sono stati sottoposti ad eutanasia entro sei mesi dall’intervento per l’aggravarsi della laminite. riparazione chirurgica del difetto. Tutti i cavalli che hanno presentato ritardi o anomalie della guarigione avevano sviluppato infezione della breccia operatoria, reazione o rigetto dei punti di sutura della parete o erano stati sottoposti a rilaparotomia. Per questo motivo, al fine di ridurre i rischi, viene applicata una medicazione adesiva impermeabile sterile sulla sutura, che viene mantenuta in situ per 3-5 giorni. Successivamente la ferita operatoria viene lasciata scoperta e monitorata per individuare precocemente eventuali segni di infezione. Non vengono mai utilizzati bendaggi addominali. Complicazioni della ferita operatoria Le complicazioni della ferita operatoria in seguito a chirurgia addominale rivestono una notevole importanza con una incidenza variabile riportata nella letteratura internazionale (Proudman CJ, 2008). Per ridurre al minimo la possibilità di complicazioni alla breccia operatoria le sue dimensioni devono essere quanto più ridotte possibile (quindici, massimo venti centimetri e comunque le minime dimensioni necessarie ad assicurare in sede intraoperatoria il minor traumatismo possibile all’intestino ed ai margini della parete addominale). Un cavallo è andato incontro a deiscenza della ferita operatoria per una grave infezione, ed è quindi stato sottoposto ad eutanasia. 6 soggetti (2% degli operati) hanno sviluppato un’ernia incisionale, mai per tutta la lunghezza della breccia operatoria; in nessun soggetto si è ritenuta necessaria la DISCUSSIONE (Tabella) Nella elaborazione dei dati raccolti e presi in esame in questo studio retrospettivo è stata considerata la sopravvivenza a lungo termine dei soggetti inclusi. Il follow-up è stato registrato ad almeno sei mesi dalle dimissioni, escludendo dalla percentuale di sopravvissuti tutti i cavalli deceduti prima di questo periodo per cause direttamente o indirettamente legate all’intervento subito o a complicazioni conseguenti ad esso. Questi cavalli sono stati registrati come deceduti e presi in esame nella discussione delle varie complicazioni. Dai dati percentuali dell’intera popolazione inserita nello studio abbiamo potuto verificare che sul totale di cavalli riferiti all’ospedale per addome acuto, il 38% (308 soggetti) è stato destinato alla TABELLA Patologia Frequenza % Anastomosi Sopravvivenza % Rottura intestinale 36 9,9 0 0 Ileo paralitico 24 6,6 0 100 Enterite prossimale 18 4,9 0 83,4 Costipazione ileo 74 20 1 91,9 Infarti intestinali 7 1,9 7 71,5 Aderenze 10 3,7 9 90 Ernia inguinale 48 12,9 14 95,8 6 1,6 5 66,7 53 14,3 33 71,2 7 1,9 6 86 Volvolo 44 12,1 16 77,3 Strangolamento da lipoma 21 5,5 13 80 Intussuscezione 11 3 11 82 Ernia ombelicale strozzata 1 0,27 1 100 Ernia diaframmatica 1 0,27 1 100 Stenosi 1 0,27 1 100 Costipazione da ascaridi 1 0,27 0 100 Ernia mesenterica Ernia forame epiploico Ernia gastrolienale 10 N° Casi Chirurgia dell’intestino tenue: frequenza, tecniche, complicazioni e risultati - uno studio retrospettivo Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 11 ❚ Chirurgia terapia chirurgica ed il 78% delle chirurgie è stato eseguito per trattare patologie dell’intestino tenue. Il tratto intestinale coinvolto dalla patologia era l’ileo in 101 soggetti, pari al 27,3%, ed in 128 cavalli è stata eseguita resezione intestinale ed anastomosi o by-pass. Al termine di questo studio retrospettivo abbiamo potuto registrare una percentuale di sopravvivenza a lungo termine dei soggetti trattati per patologie dell’intestino tenue pari al 78,5%, con una percentuale di sopravvivenza a lungo termine dell’85,7% dei cavalli sottoposti a laparotomia che sale all’87,5% se si escludono dalla casistica i soggetti sottoposti ad eutanasia perché considerati non operabili. La percentuale di sopravvivenza a lungo termine dei cavalli sottoposti ad enterectomia ed anastomosi è stata del 79,6% mentre il 93,9% dei cavalli che non ha subito resezione è sopravvissuto senza sviluppare complicazioni. L’elaborazione di questo studio retrospettivo, con l’inserimento di un buon numero di casi clinici, ha permesso di mettere in evidenza dei risultati in linea con i migliori lavori internazionali per quanto riguarda le percentuali di successo e le complicazioni riscontrate, in certi casi anche migliori (Freeman De, 2006; Ducharme NG, Hackett RP, Ducharme GR, 1983; Engelbert TA,Tate LP, Bowman KF et al. 1993; Mair TS, Smith LJ, 2005). Il follow-up eseguito su un periodo di sei mesi dopo l’intervento ha assicurato un accurato esame delle complicazioni a medio e lungo termine, ed ha inoltre permesso di verificare che i soggetti presi in esame erano tornati alla precedente attività sportiva ed al livello di performance che essi avevano prima della chirurgia. Questo studio su un periodo medio lungo ha permesso così di verificare che questo tipo di chirurgia non deve essere considerato una pratica salva-vita ma una possibilità di restituire il soggetto al precedente uso sen- za limitazioni e senza necessità di una particolare gestione di scuderia. Risultati di questo tipo richiedono un costante aggiornamento e miglioramento della tecnica chirurgica e della gestione postoperatoria dei pazienti che si possono raggiungere solo in strutture specificatamente organizzate per la frequente gestione dei soggetti affetti da addome acuto e dalla fruttuosa collaborazione che tutte queste strutture mantengono con i veterinari che operano quotidianamente in campo. È infatti grazie alla sempre maggiore preparazione, professionalità e sensibilità del veterinario che porta il primo soccorso al cavallo in scuderia che vengono ormai ricoverati soggetti in sempre migliori condizioni fisiche ottimizzando nella maggior parte dei casi le possibilità di successo nella chirurgia d’urgenza. Parole chiave Cavallo, colica, piccolo intestino, anastomosi, complicazioni. ❚ Small intestinal surgery: incidence, techniques, complications and results - a retrospective study SUMMARY Obstructions of the small intestine are among the most important causes of abdominal surgery in horses. A six years retrospective study is reported to evaluate incidence, complications, short and long term (minimum six month) outcome for horses referred at our hospital for small intestinal diseases. Key words Horse, colic, small intestine, anastomosis, complications. BIBLIOGRAFIA 1. Belknap KJ, Parks AH (2008) Laminitis associated with acute abdominal disease 710-719. 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Part 2: Short-term complications. Equine vet. J. 37 (4) 303-309. 14. Mair TS, Smith LJ (2005) Survival and complication rates in 300 horses undergoing surgical treatment of colic. Part 3: Long-term complications and survival. Equine vet. J. 37 (4) 310-314. 15. Mair TS, Smith LJ (2005) Survival and complication rates in 300 horses undergoing surgical treatment of colic. Part 4: Early (acute) relaparatomy. Equine vet. J. 37 (4) 315-318. Ippologia, Anno 22, n. 1, Marzo 2011 11 Biglietti imp.:Biglietti_imp 29-03-2011 10:14 Pagina 12 ❚ Chirurgia 16. Malone ED, Turner TA, Wilson JH. Intravenous lidocaine for the treatment of ileus. 6th Colic Symposium Research Abstracts: Abstract 42, 1998. 17. McKenzie, 2008, diagnosis and treatment of enteritis and colitis in the horse. 355-379. In: The equine acute abdomen, White NA, Moore JN, Mair TS. Teton new media. 18. 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Al ter- mine della registrazione il sistema fornirà all'utente un codice che, insieme alla password, consentirà di accedere all'area riservata per modificare/integrare/cancellare la propria scheda prodotti e la scheda dati personale. Le inserzioni permangono in rete per 90 giorni; alla scadenza di questo periodo vengono rimosse automaticamente. Registrazione e condizioni d’uso dettagliate al sito: http://www.vetexchange.it/ ., ) VET–EXCHANGE IL MERCATO ITALIANO DELLE ATTREZZATURE PROFESSIONALI VETERINARIE Servizio on-line dell’A.N.M.V.I. 12 Chirurgia dell’intestino tenue: frequenza, tecniche, complicazioni e risultati - uno studio retrospettivo