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Gli impatti del cambiamento climatico in Europa
5 Incertezze, disponibilità dei dati
e necessità future
La valutazione del cambiamento
climatico e dei suoi impa�i è ancora
sogge�a ad una serie di incertezze
e di gap informativi, che rendono
necessaria l’acquisizione di una
maggiore conoscenza al fine di meglio
comprendere i meccanismi in gioco
e quindi di migliorare la valutazione
di cause ed impa�i. Ciò verrà fa�o
dall’IPPC nella sua prossima (quarta)
valutazione prevista nel 2007. Questo
capitolo descrive le principali incertezze
a�uali, valuta la disponibilità dei dati
per gli indicatori del cambiamento
climatico e ne propone di nuovi che
potranno essere utilizzati all’interno dei
report sugli indicatori del cambiamento
climatico europeo.
5.1
Cause di incertezza
Le incertezze sul cambiamento climatico
e sui suoi impa�i derivano dalle diverse
componenti del sistema terrestre, da
quelle del sistema antropico (legate
alle a�ività che producono emissioni
inquinanti), da quelle dei meccanismi
di ada�amento degli ecosistemi e della
società. Sono comprese:
•
•
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di osservazioni necessarie potrebbero
rivelarsi troppo brevi per stabilire
con certezza una connessione di tipo
causale. La frequenza e l’intensità
degli eventi estremi che si registrano
sono però difficilmente a�ribuibili
ai cambiamenti del clima globale.
In questo senso si può ad esempio
notare come la biodiversità sia
colpita dai cambiamenti climatici così
come dal disturbo, frammentazione
e distruzione degli habitat
derivanti dalle a�ività antropiche.
I cambiamenti nei cicli fenologici
possono essere determinati dal
riscaldamento globale così come da
locali modifiche del clima determinate
ad esempio dall’urbanizzazione
(fenomeno della dispersione
insediativa). In questo modo, è spesso
difficile determinare quale sia il
singolo contributo, per uno specifico
indicatore, della variabilità climatica
naturale, piu�osto che di quella
indo�a dall’uomo e dalle sue a�ività.
incertezze sulle future emissioni
di gas serra, dovute alle incertezze
politiche, demografiche, socioeconomiche e tecnologiche. Esse
vengono in qualche modo considerate
a�raverso la costruzione di differenti
scenari di emissioni (IPCC, 2000).
Insieme alle incertezze insite nei
modelli climatici, questo genera il
range del riscaldamento globale
previsto(1,4 – 5,8 oC per il 2100).
Difficoltà nell’a�ribuire i cambiamenti
osservati al cambiamento climatico
globale (indo�o dall’uomo), dal
momento che da un lato possono
esistere delle relazioni causali,
dall’altro possono contribuire altri
fa�ori complessi. Le serie temporali
•
Gap nella conoscenza dei sistemi
climatici e conseguentemente dei
modelli previsionali. Ad esempio
un’insufficiente conoscenza delle
modifiche della copertura nuvolosa
e delle conseguenze sulla radiazione
globale potrebbe determinare
incertezze sui risultati dei modelli
climatici. Il range dei valori di
temperatura e precipitazione previsti
può quindi essere a�ribuito a questa
conoscenza incompleta dei modelli
climatici.
•
Un’insufficiente disponibilità di dati
sui cambiamenti osservati e dei loro
impa�i. Questi sono geograficamente
e temporalmente molto variabili a
scala europea, ma molti dataset sono
troppo brevi o coprono aree troppo
ristre�e per potere rappresentare
variazioni di lungo termine e
regionali. La variabilità dei dataset
disponibili genera modelli di
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Incertezze, disponibilità dei dati e necessità future
simulazione diversi per differenti aree
europee (cfr. par. 5.2).
In generale si sa molto sul sistema
climatico e sui cambiamenti della
temperatura media degli ultimi 100
anni, mentre si conosce meno in merito
all’importanza di altri cambiamenti
correlati al clima (come la frequenza
e l’intensità degli eventi estremi) e sui
loro impa�i. Nonostante le incertezze,
quasi tu�i gli indicatori riportati in
questo report mostrano una chiara
tendenza, indicando che gli impa�i dei
cambiamenti climatici sono già visibili
in Europa.
5.2
Disponibilità dei dati
La disponibilità dei dati rimane
uno dei principali punti deboli
dell’implementabilità di molti degli
indicatori (cfr. par. 5.3) e solo per un
paio di questi (temperature e ghiacciai)
esiste un monitoraggio completo in
tu�a l’Europa. I dati, infa�i, esistono
generalmente solo per alcune nazioni o
solo per alcune regioni al loro interno.
La mancanza di dati per molti degli
indicatori tra�ati nel presente report
ha reso impossibile una complessiva
valutazione per l’intera Europa e
quindi gli indicatori sono stati calcolati
solo in alcuni casi studio e/o per un
numero limitato di nazioni: ciò rende
veramente prioritaria l’implementazione
di programmi di monitoraggio e di
raccolta di nuova informazione; questa
necessità è riconosciuta dall’UE e da
molte altre nazioni nel secondo report
del GCOS (Global climate observation
system). Per molti indicatori, tecniche
di osservazione diventeranno possibili
ed economicamente implementabili nei
prossimi 5-10 anni. Per alcuni se�ori, in
particolare quello marino, sono ancora
necessarie ricerche tese allo sviluppo
di tecnologie a costi efficienti, mentre
per altri indicatori devono ancora
essere definiti dei programmi per il
monitoraggio di nuovi dati o per il loro
completamento.
In seguito sono riportati alcuni punti
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critici per la disponibilità di dati e le
modalità con cui la loro quantità può
essere migliorata. La lista segue gli
indicatori utilizzati nel presente report.
Atmosfera e clima
Il clima è so�o osservazione in tu�a
Europa da molti decenni e in molte
località; oggi inoltre si conosce molto
sui sistemi climatici ed i relativi modelli
hanno raggiunto un buon grado di
confidenza. Rimane comunque una
incertezza legata principalmente alla
mancanza di conoscenza legata alla
responsività del clima, ai cambiamenti
climatici su scala regionale, alla loro
variabilità e agli eventi estremi. I
cambiamenti negli eventi estremi
sono importanti dal momento che i
loro impa�i dire�i colpiscono aspe�i
essenziali dell’ambiente naturale e della
società (salute umana), anche più dei
cambiamenti del clima medio. In più
devono essere migliorate le stime sulle
precipitazioni, specialmente nelle aree
meridionali e sud-orientali dell’Europa,
visto che una migliore comprensione
delle precipitazioni è particolarmente
importante per queste aree cara�erizzate
da carenza d’acqua, ondate di calore
ed altri eventi estremi. A causa
dell’incertezza circa la variabilità
del clima, non è chiaro a quali valori
dovranno stabilizzarsi le concentrazioni
di gas serra, per poter limitare l’aumento
della temperatura: ad esempio, alcune
stime sui gas serra indicano come una
loro concentrazione tra 550 e 650 ppm
di CO2 equivalenti potrebbe limitare
l’aumento di temperatura di 2 oC.
Ghiacciai, neve e ghiaccio
La disponibilità di dati è molto
diversificata per i tre indicatori. Per il
ghiaccio dell’Oceano Artico esiste una
quantità limitata di dati monitorati su
un lungo periodo; altre informazioni
esistono ma non sono accessibili (per
motivi militari), come la so�igliezza
dello strato di ghiaccio osservato dai
so�omarini militari. In futuro, i dati
monitorati per l’Artico diventeranno
più facilmente accessibili, grazie alle
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Gli impatti del cambiamento climatico in Europa
recenti ricerche civili che sono oggi in
a�o. Tali programmi di misurazione
saranno presto anche supportati dall’uso
dei satelliti, come nel programma
“Cryosat”.
La copertura nevosa è stata osservata
dai satelliti per 40 anni, in aggiunta ai
programmi delle singole nazioni (Svezia
e Svizzera). Campagne di rilevamento
de�agliato sono iniziate recentemente
in Svizzera, spinte dall’importanza
della neve per il turismo del paese.
In altre regioni esiste invece una
generale mancanza di informazione
sulle modifiche dell’estensione e delle
altitudini dei manti nevosi.
In generale, la disponibilità di dati per
i ghiacciai è abbastanza buona: negli
ultimi decenni sono stati registrati
un elevato numero di dati, a�raverso
diversi programmi di monitoraggio sia
nazionali che internazionali.
Sono tu�avia necessarie ulteriori
ricerche per completare la descrizione
degli indicatori degli effe�i dei
cambiamenti climatici sulle regioni del
permafrost: queste, pur rare in Europa,
rivestono un fa�ore importante per il
clima del continente, dal momento che
immagazzinano una grossa quantità di
carbonio. Lo scioglimento del ghiaccio
permanente porterebbe quindi ad
un significativo rilascio di gas serra,
accelerando il cambiamento climatico;
inoltre, altre conseguenze si potrebbero
avere in aree montane o del nord
Europa per le infrastru�ure che sono
costruite su suoli ghiacciati. Impa�i di
questo tipo sono già stati osservati in
Alaska e Siberia.
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di continuare i programmi di misura e
di costruzione/messa a punto di modelli
già messi a punto, sia di iniziarne di
nuovi.
Imbarcazioni per la misura della
temperatura superficiale del mare sono
state impiegate per molti decenni: i
dati delle istituzioni nazionali sono
aggregati dall’International Council
for the Exploration of the Sea (ICES) di
Copenhagen.
Il “Continuous Plankton Recorder”
della “Sir Alister Hardy Foundation for
Ocean Science” (SAHFOS) a Plymouth
(UK) è uno dei pochi programmi di
osservazione dei cambiamenti nella
distribuzione spaziale e stagionale delle
specie di zoo e fitoplancton. La qualità
dei dati registrati è sicuramente di buon
livello, mentre l’estensione sia geografica
che temporale rimane limitata. Le
a�ività di monitoraggio per i futuro
dovrebbero quindi focalizzarsi sulla
estensione della rete dei rilevamenti e
sullo sviluppo di modelli in grado di
stimare la distribuzione del plancton e
fitoplancton degli oceani.
Ecosistemi terrestri e biodiversità
Sistemi marini
I dati di tipo fenologico che sono stati
registrati per molti anni in diverse aree
europee sono oggi insieme integrati
dal “European Phenological Network”.
Le informazioni raccolte devono però
essere ulteriormente intensificate
per perme�ere un collegamento ai
cambiamenti osservati climatici,
specialmente a scala regionale; per
poter o�enere un quadro globale della
situazione europea dovrebbero essere
comprese anche altre regioni rispe�o a
quelle ad oggi esistenti.
Dati di buona qualità sui livelli del
mare si sono registrati per più di 100
anni, anche se esistono lunghe serie
storiche per i livelli di alcune maree.
I modelli oceanici conservano invece
delle sostanziali incertezze, a causa
della ancora incompleta conoscenza dei
sistemi marini complessi: per questo
motivo sussiste una forte necessità sia
La disponibilità di altri indicatori sugli
ecosistemi terrestri è spesso limitata:
esistono ad esempio alcuni dataset
sulla composizione delle specie, ma
cronologicamente e spazialmente
limitati a ricerche su piccola scala
(comunemente di ecologia vegetale)
e derivanti da proge�i di ricerca di
un limitato numero di nazioni (o
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Incertezze, disponibilità dei dati e necessità future
addiri�ura di alcune regioni all’interno
di una nazione). L’a�ribuzione ai
cambiamenti climatici delle variazioni
osservate degli indicatori è in aumento,
anche se esistono altre cause. Sono
quindi necessarie molte altre ricerche
sugli impa�i dei cambiamenti climatici
sulla biodiversità e sugli ecosistemi
terrestri, così come altri programmi
di monitoraggio e modelli a scala
regionale.
Le previsione sono inoltre sogge�e
ad ulteriori incertezze: 1) si ha una
non equa copertura in Europa della
distribuzione delle specie; 2) le specie
vegetali, specie nelle aree montuose,
spesso coprono solo aree limitate,
mentre gli input dei modelli (climatici)
sono mediati su scale più estese; 3)
rimangono ancora poco chiari i futuri
meccanismi di ada�amento ai rapidi
cambiamenti degli ecosistemi terrestri. Il
range di tolleranza delle specie vegetali
potrebbe modificarsi in futuro: un
aumento della temperatura annuale di
1-2 oC, potrebbe, per esempio, essere
tollerata da molte specie di montagna
e quindi determinare solo piccoli
cambiamenti sulla loro composizione. In
ogni caso, il riscaldamento previsto per
i prossimi 100 anni sarà probabilmente
fuori il range di tolleranza di molte
specie vegetali, determinandone la
scomparsa (Theurillat et al., 1998).
L’ada�amento ai cambiamenti climatici è
una questione che le ricerche ecologiche
hanno iniziato ad affrontare solo da
poco.
Acqua
L’eccessiva disponibilità o scarsezza di
acqua può condurre ad inondazioni o
periodi di siccità, con gravissimi danni
sia all’ambiente che alla società. Per la
loro cruciale importanza le variabili
idrologiche sono state osservate da molti
decenni ed esistono oggi molte stazioni
di misura dello scorrimento superficiale,
di cui circa 70 in Europa. L’incertezza dei
dati relativi è oggi limitata, in relazione
con altri dati di altre componenti del
ciclo idrologico (Kaspar, 2004), dal
momento che lo scorrimento superficiale
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annuale è facilmente misurabile ed il
processo è oggi ben compreso. Meno
ovvio e quindi più incerto è considerare
le variazioni osservate delle portate
come impa�i dei cambiamenti climatici:
altri fa�ori non dire�amente legati
al clima (come la gestione dei fiumi)
svolgono infa�i un ruolo importante;
l’incertezza può in questo caso essere
rido�a selezionando alcuni fiumi e
focalizzando sui cambiamenti annuali
medi. C’è poi da tener conto dell’ulteriore
complessità derivante dai cambiamenti
delle precipitazioni e delle temperature,
ed entrambe queste variabili tenderanno
a modificarsi differentemente nello
spazio e nel tempo. Inoltre un’ulteriore
incertezza deriva dalla non completa
conoscenza di alcuni fa�ori come le
precipitazioni e i cambiamenti a scala
regionale: esistono considerevoli
differenze tra i modelli climatici nella
previsione delle precipitazioni, specie
nelle aree meridionali del continente.
Agricoltura
Le modalità con cui generalmente il
cambiamento climatico si ripercuote
sulla crescita dei raccolti sono ormai
molto note e questa conoscenza si basa
sia su esperimenti di campo (ad esempio
quelli di arricchimento della CO2) che
su modelli di simulazione della reazione
fisiologica delle colture ai mutati
regimi climatici. Queste esperienze di
ricerca sperimentale si sono sviluppate
sia in ambito locale/regionale sia in
ambito europeo (grazie al proge�o
JRC-MARS, h�p://projects-2001.jrc.
cec.eu.int). Tu�i gli studi mostrano
come il clima sia un importante fa�ore
che guida i processi di crescita, anche
se rimangono incertezze sul reale
contributo del cambiamento climatico
sui trend di crescita osservati; queste
incertezze riguardano la complessa
interazione tra progresso tecnico, misure
politiche sull’agricoltura ed i raccolti
nell’UE. La stima dei futuri incrementi
o perdite di raccolto sono sogge�e alle
incertezze derivanti dalla previsione
sulle precipitazioni, in particolare
nell’Europa meridionale o sudoccidentale, dove l’acqua è un fa�ore
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Gli impatti del cambiamento climatico in Europa
critico per l’agricoltura. In queste aree i
modelli previsionali utilizzati forniscono
valori molto diversi in base agli scenari
climatici utilizzati: alcuni indicano
grandi aumenti nei raccolti per l’Europa
meridionale (dovuti ai positivi effe�i
dell’incremento di CO2), altri predicono
perdite ingenti (per l’insufficiente
disponibilità di acqua derivante
dall’aumento della temperatura e
diminuzione delle temperature). Per le
aree centrali e se�entrionali dell’Europa
si hanno invece delle previsioni in
genere più robuste.
Economia
There is only limited information about
L’informazione relativa agli impa�i
dei cambiamenti climatici sui se�ori
economici è abbastanza limitata.
I dati relativi al numero degli eventi
catastrofici, delle vi�ime e delle perdite
economiche in Europa sono raccolte
dall’International DIsaster Database
(EM-DAT) in Belgio e dalle compagnie
assicurative. Questi dati forniscono
un quadro della tendenza dei danni
nei differenti se�ori economici, quali
industria, energia, infrastru�ure e
edilizia privata. Altri tipi di impa�i
afferiscono a processi micro-economici,
come il turismo ed il consumo
energetico in periodi di temperature
particolarmente caldi o freddi. In molti
casi è poi difficile separare, all’interno
dei processi economici, gli effe�i
climatici da quelli non climatici.
Per la valutazione degli impa�i del
cambiamento climatico sui processi
economici sono necessari ulteriori sforzi
e dati più de�agliati: i campi in questo
senso più prome�enti per le nuove
raccolte di dati potrebbero essere quelli
del consumo energetico e del turismo.
Salute umana
Lo sviluppo di indicatori sulla salute
umana in relazione al cambiamento
climatico è un campo di ricerca
abbastanza giovane. Nel 2000 il
WHO/ECETH (European Centre for
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Environment and Health, a Roma) ha
fa�o partire un programma chiamato
“Climate change and human health”,
che studia le modifiche su allergie,
patologie derivanti da acqua, cibo e
virus e gli impa�i sulla salute di eventi
catastrofici (ad es. alluvioni e ondate
di calore). Gli indicatori utilizzati in
questo programma derivano dai dati
e dall’informazione dell’WHO. Esiste
ancora una certa mancanza sia di
conoscenza sui processi ed interazioni
tra il clima e la salute, sia di dati (come
il numero di decessi dire�amente
relazionabili al clima).
E’ assolutamente necessaria
una cooperazione continua tra
agenzie ambientali, comprendenti
l’Agenzia Europea per l’Ambiente,
e le organizzazioni della sanità, tra
cui l’OMS, al fine di migliorare la
comprensione delle relazioni esistenti
tra clima e salute.
5.3
Necessità di nuovi indicatori
I 22 indicatori presentati in questo report
coprono un ampio range delle categorie
dello stato e degli impa�i del clima.
Nonostante l’obie�ivo sia dare una
prospe�iva globale, gli indicatori non
forniscono un quadro completo di tu�i
gli impa�i collegabili ai cambiamenti
climatici in a�o in Europa. Un lavoro
futuro dovrebbe aggiornare ed allargare
l’approccio presente.
Importanti impa�i come inondazioni
e siccità, spesso collegati ad eventi
estremi, potrebbero essere inclusi solo
in parte, principalmente a causa della
limitata disponibilità dei dati. Sono
necessarie analisi più de�agliate per
separare gli effe�i climatici da quelli non
climatici.
Gli indicatori degli impa�i sui processi
socio-economici sono particolarmente
rilevanti per il pubblico, stakeholders
(portatori di interessi) e decisori, che
devono comprendere le minacce del
cambiamento climatico per definire
utili strategie ada�ive. La definizione di
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Incertezze, disponibilità dei dati e necessità future
87
Tabella 5.1 Lista di possibili nuovi indicatori di stato e di impatto del cambiamento
climatico e possibile fonte dei dati a medio termine. (La lista è il risultato di
due meeting di esperti (EEA, 2002); la valutazione è basata sull’esperienza
degli autori)
Categoria
Nuovi indicatori proposti non inclusi nel
report
Atmosfera e clima
Indici climatici
Temperatura della stratosfera
Uragani, tsunami ed altri eventi estremi
++
++
+
+
+
o
Ghiacciai, neve e
ghiaccio
Ghiaccio dei laghi e dei fiumi
Cambiamenti nel permafrost
++
+
+
+
Agricoltura e
selvicoltura
Adattamento delle foreste
Crescita delle foreste
Spostamenti nelle linee delle foreste
Infezioni e malattie
Adattamento delle colture
++
+
+
+
++
+
++
o
o
+
Ecosistemi
terrestri e
biodiversità
Cambiamenti nei modelli di comportamento
delle specie
+
o
++
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
++
++
+
+
+
o
+
+
o
o
Idrologia e risorse Frequenza di piene/magre dei fiumi
idriche
Temperatura dei laghi
Disponibilità di acqua dolce
Sistemi marini e
zone costiere
Caratteristiche degli tsunami
Circolazione termoalina
Erosione costiera, ritiro
Economia
Consumo energetico per il riscaldamento
invernale
Turismo invernale
Salute umana
Infortuni legati ad eventi meteo catastrofici
Picchi stagionali di malattie da acqua-cibo
Cambiamento stagionale di polline
allergenico
(*)
++
+
o
(**)
++
+
o
Attribuzione
al (*)
Disponibilità
dei dati
(**)
Può l’indicatore essere attribuito al cambiamento climatico?
molto ben attribuibile
possibilmente attribuibile; l’indicatore è più complesso e legato anche ad altri fattori
l’attribuzione non è chiara o sconosciuta
Può l’indicatore essere sufficientemente descritto dati esistenti?
esistono dati sufficienti
esistono dati, ma possibilmente non sufficienti
i dati sono molto limitati e la descrizione non è sufficiente
queste ultime è uno dei punti cruciali
del prossimo report dell’IPPC (che verrà
pubblicato nel 2007) e, in generale, del
diba�ito politico scientifico oggi in
corso.
In un report dell’EEA (2002) sono già
stati identificati e definiti ulteriori
indicatori utili per coprire alcune di
queste categorie addizionali; essi,
elencati in tabella 5.1, potrebbero
essere implementati nei prossimi
cinque anni. Non appena diventeranno
disponibili maggiori informazioni
alcuni di questi potrebbero contribuire
al raggiungimento di una migliore
conoscenza degli impa�i dei
cambiamenti in Europa.
Alcuni tra gli indicatori presentati in
questo report e proposti come nuovi
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sono anche inclusi nella lista di variabili
fondamentali che sono state identificate
dal “Global climate observing system”
(GCOS) ed acce�ate da tu�e le parti
(UE compresa) nella convenzione del
clima delle Nazioni Unite (GCOS, 2003).
Questa lista include un più ampio
ventaglio di indicatori, ma molti di
questi richiedono programmi di misura
di lungo termine (il GCOS ha sviluppato
un piano di fa�ibilità lungo da 5 a 10
anni); secondo il GCOS è necessario
raccogliere nuovi dati per la valutazione
degli impa�i, per cui occorrono:
•
più intensi programmi e reti di
osservazione, misure sia terrestri
che satellitari, nuovi modelli di
simulazione. L’osservazione del
clima sulle aree terrestri rimane la
componente meno sviluppata del
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88
Gli impatti del cambiamento climatico in Europa
Tabella 5.2 Variabili climatiche essenziali attualmente disponibili a scala globale e che
possiedono un alto impatto sulle richieste dell’UNFCCC
Dominio
Variabili climatiche essenziali
Atmosferico
Superficiale:
(sopra terra, mare
e ghiacci)
Oceanico
Terrestre
Temperatura dell’aria, precipitazioni, pressione dell’aria,
bilancio di radiazione superficiale, velocità e direzione del
vento, vapore acqueo.
Sopra l’aria:
Bilancio di radiazione solare (compreso l’irradianza solare),
temperatura dell’aria superiore (compreso le radiazioni
dell’MSU – Microwave Soundin Unit-), direzione e velocità
del vento, vapore acqueo, proprietà delle nuvole.
Composizione:
CO2, metano, ozono, altri gas serra di lunga persistenza,
proprietà degli aerosol.
Superficiale:
Temperatura superficiale del mare, salinità superficiale,
livello del mare, ghiaccio, correnti, colore (per attività
biologica), CO2, pressione parziale.
Sub-superficiale:
Temperatura, salinità, correnti, nutrienti, carbonio,
traccianti oceanici, fitoplancton.
Portate, usi idrici, acque sotterranee, livello dei laghi, coperture nevose,
ghiacciai e calotte polari, permafrost e suolo stagionalmente ghiacchiato,
albedo, coperture del suolo (compresi i tipi di vegetazione), frazione della
radiazione assorbita per la fotosintesi, indice dell’area foliare, biomassa,
disturbi da incendi.
Fonte: GCOS, 2003.
GCOS, nonostante la sua importanza
cruciale;
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•
una chiara definizione e
standardizzazione dei dati;
•
uso dei dati storici (anche in formati
digitali) per la costruzione di dataset
più estesi cronologicamente;
•
assicurare un libero accesso ai dati
e un loro scambio non vincolato. I
dati sul Mar Artico sono per esempio
disponibili in grande quantità, ma
non accessibili per la loro origine
militare;
•
raccolta e aggregazione dei dati
da parte di organismi istituzionali
centrali;
•
estendere la capacità di costruzione
dei dati in particolare per le nazioni in
via di sviluppo.
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