domeni ca, 19 settembre, 2004 RELIGIONE MUSULMANA Pag. 002 In un gesto rivive l' esempio di Maometto Così l' Islam tollerante dialoga con l' Italia Sei mesi pri ma di mori re, i l Profeta ri cevette una del egazi one di settanta cri sti ani di Najran Nel 2001 a Damasco i l papa si è i ngi nocchi ato i n un' ex chi esa, oggi l uogo di cul to musul mano LA CRISI IRACHENA. LE ITALIANE RAPITE.DIALOGO TRA RELIGIONI Magdi Al l am Una moschea sconosciuta, a Colle Val d' Elsa in provincia di Siena, si sta affermando come centro di un serio e sincero dialogo ecumenico tra le tre grandi religioni monoteiste rivelate e le fedi che si ispirano alla comune civiltà dell' uomo. L' iniziativa di accogliere in moschea sacerdoti, rabbini, esponenti buddisti è dell' imam Feras Jabareen, un arabo- israeliano che ha deciso di dare concretezza all' impegno di affermare un Islam tollerante, pacifico, aperto e compatibile con le leggi e i valori dell' Italia. E il fatto di farlo oggi, nel momento in cui il nostro Paese è nel mirino del terrorismo islamico, mira a dare una risposta forte e convincente all' opinione pubblica italiana che giustamente si interroga sulla lealtà delle comunità musulmane. Ieri sera Feras aveva attrezzato la moschea per consentire la celebrazione della messa. Non ci sarebbe nessun impedimento teologico o canonico né per i musulmani né per i cristiani. Sono state le autorità ecclesiali senesi a decidere di limitare la loro testimonianza di fede alla lettura di preghiere all' interno della moschea. Feras si rifà all' esempio del profeta Mohammad (Maometto) che nel 632, sei mesi prima di morire, ricevette una delegazione di settanta cristiani di Najran, capeggiati da un vescovo, e consentì loro di celebrare messa all' interno della propria casamoschea. Proprio lì è stata edificata la moschea di Medina, il secondo luogo di culto sacro dell' Islam. Ebbene il fatto che in epoca moderna sia la Mecca sia Medina siano state rigorosamente vietate ai non musulmani, sottolinea l' involuzione e la distorsione religiosa apportate dalla comunità wahhabita al potere in Arabia Saudita. D' altro canto il fanatismo dei wahhabiti, nel nome di una interpretazione manichea dell' Islam puritano, non ha risparmiato la stessa tomba del profeta Mohammad, da loro profanata per impedirne il culto. Da parte cristiana è stato papa Wojtyla, con la sua preghiera nella Moschea Omayyade di Damasco nel maggio 2001, a dare un impulso forte al dialogo con i musulmani. Proprio quella moschea, che in precedenza era una chiesa e dove è custodita la reliquia di San Giovanni Battista, venerata da cristiani e musulmani, è l' emblema della compenetrazione tra le due religioni. Una realtà tangibile anche nelle stupende chiese dell' Andalusia, tra cui primeggia quella di Cordoba, ancora oggi identificata come la mezquita, che hanno subito un processo inverso essendo in origine delle moschee. L' Islam dei primordi annovera numerosi esempi di dialogo e collaborazione tra le religioni, all' insegna della comune radice abramitica e della comune fede nei profeti del Vecchio e del Nuovo Testamento. Il califfo omayyade Omar bin Abdel Aziz, che governò tra il 717 e il 720, invitò esponenti cristiani ed ebrei a discutere e pregare nella moschea di Damasco. Un giorno disse loro: «Se gli ebrei vanno in Paradiso, anche noi musulmani ci entriamo perché crediamo in ciò che credono. Se i cristiani vanno in Paradiso, anche noi musulmani ci entriamo perché crediamo in ciò che credono. Se i musulmani vanno in Paradiso, anche gli ebrei e i cristiani ci verranno incontro». La fede nella parità salvifica delle tre grandi religioni monoteiste è affermata e diffusa in Italia anche da due esponenti sufi, i mistici dell' Islam, Gabriele Mandel Khan, Gran maestro della confraternita turca Jerrahi- Halveti, e lo shaykh Abdel Wahid Pallavicini, fondatore della Coreis (Comunità religiosa islamica italiana). Ed è proprio questa la base teologica che ispira la riforma dell' Islam quale religione aperta, tollerante e pacifica. Perché rimette la salvezza alla bontà della fede e delle azioni del singolo credente, valorizzando il comune patrimonio religioso tra ebrei, cristiani e musulmani anziché enfatizzare ciò che li divide. L' Italia si trova di fronte a una storica occasione. Proprio l' orrore e la minaccia del terrorismo islamico stanno accelerando la tendenza alla denuncia e alla presa di distanza da parte delle comunità musulmane. Tuttavia l' affermazione di una maggioranza musulmana moderata, che faccia perno sul valore della sacralità della vita di tutti, non potrà aversi senza il coinvolgimento e un impegno forte dello Stato, delle istituzioni e dell' opinione pubblica. Il traguardo deve essere un «Islam italiano», parte integrante della comune spiritualità e civiltà. Ecco perché bisogna dare una mano a uomini di fede illuminati come Feras, affinché il loro impegno costruttivo non rimanga un atto isolato. Magdi Allam www.corriere.it/allam ECUMENISMO CHIUDI