Relitto di ANTIKYTHERA I sec. a. C. (naufragio 80-70 a. C.) Localizzazione del relitto di Antikythera (Cerigotto - Grecia) naufragato nel 80-70 a.C. Il relitto di Antikythera (Cerigotto) è situato alla profondità di 55\60 m. Fu scoperto casualmente da pescatori di spugne nel 1900. Seguirono esplorazioni negli anni 1901-1953-1976. Il carico era costituito da opere d’arte in bronzo e marmo pario (al Museo di Atene si trovano le 36 statue in marmo pario in cattivo stato di conservazione, del I sec. a. C.). Inoltre erano presenti 12 anfore originarie delle isole greche di Rodi e di Kos, tazze e ciotole di vetro, ceramica pergamena oltre a varie tipologie di ceramica comune utilizzata dall’equipaggio. Spiccano tra i ritrovamenti l’Efebo in bronzo metà del IV sec. a. C. e altre opere databili tra il III e il IV sec a. C.; la Testa di Filosofo seconda metà del III a. C. e il macchinario, strumento in bronzo a ingranaggi, interpretato come un dispositivo astronomico. Filosofo seconda metà III a.C Efebo IV secolo a.C. Potrebbe essere sia uno strumento di navigazione, che un oggetto che faceva parte del carico trasportato, anche se in questo caso si dovrebbe pensare che fosse destinato comunque ad uno scienziato, visto che sembrerebbe un oggetto per studiare i moti stellari e\o lunari. Lo strumento di Antikythera. Le ultime radiografie del 2005 sono esposte ai visitatori presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene. Attualmente un gruppo di ricercatori greci e britannici si sta accingendo a rilevare nuove radiografie con raggi x di elevata tecnologia, per ottenere immagini tridimensionali dell’interno. Queste potrebbero essere di aiuto per cercare di comprendere quali fossero l’effettivo funzionamento e l’impiego di questo strumento. Il recupero è avvenuto con la collaborazione tra vari Ministeri, Università e Marina Militare. Ci furono problemi di profondità per i palombari. Infatti essi confusero per grandi formazioni rocciose le concrezioni che avvolgevano e nascondevano al loro interno i frammenti di varie statue di bronzo. Il recupero fu un disastro: come se degli ubriachi fossero entrati in una tomba senza avere idea di cosa fosse, in semi oscurità e con una divisa da football americano (!!!!!!!) Il relitto fu rivisitato dalla squadra di J. Y. Cousteau e Frédéric Dumas, a bordo della Calypso, nel 1953, e poi nel 1976. In quest’occasione furono recuperate piccole parti di assi dello scafo in olmo, tuttavia non si riuscì a determinare né la forma, né la dimensione. Si riuscì a stabilire la tecnica e la modalità costruttiva dell’imbarcazione a fasciame portante fissato con mortase e tenoni. Nella seconda esplorazione la squadra di Cousteau rinvenne anche dei lingotti d’oro. La data del naufragio e la rotta percorsa della nave di Antikythera sono state per anni controverse, soprattutto perché i primi recuperi non sono stati effettuati da archeologi professionisti. Il riesame di tutti i dati, che si è svolto dal dopo guerra fino ai tempi recenti, ha permesso ormai di indicare tra l’80 e il 70 a.C. il momento del naufragio, di situare in Asia Minore il porto di partenza e di includere l’isola di Paro tra i porti intermedi visitati dalla nave. POSSIBILI CONFRONTI DELLO STRUMENTO