Anteprima Estratta dall` Appunto di Storia delle religioni

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Anteprima Estratta dall' Appunto di Storia
delle religioni
Università : Università degli studi di Palermo
Facoltà : LettereFilosofia
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L' Appunto
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Progetto Appunti
Sommario di Storia delle Religioni
di D. Sabbatucci
1. RELIGIONE E CULTURA
“Storia delle religioni” e’ una denominazione convenzionale che non denota
necessariamente una disciplina storica .
Due indirizzi di “storia delle religioni”:
- STORICO (La religione e’ guardata come componente culturale ossia in
funzione di una cultura. L’oggetto specifico e limitativo dello storico e’ la
cultura la religione considerata uno dei principali fattori di qualificazione
di una determinata unità culturale, civiltà )
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- FENOMENOLOGICO (Sottovaluta iltr
rapporto tra religione e cultura.
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ricerca un “religioso” non condizionato da alcuna cultura.)
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MA: le ricerche dei due indirizzi spesso sfumano dall’una all’altra
posizione.
Il fenomenologo è portato a costruire una sorta di storia religiosa
dell’umanità in cui l’oggetto specifico, religioso, si snatura e cade nel generico
culturale (archetipi che si calano nella storia). Tale sconfinamento non e’
grave in quanto le varie forme storiche vengono comunque relegate alla
contingenza, facendo salva la necessità di un’esperienza religiosa da
rinvenire al di là delle varie forme in cui si esprime.
Lo storico a sua volta dovendo relativizzare alla religione la sua
ricerca, è indotto a configurarsi la religione fenomenologicamente isolata dal
suo contesto culturale cosicché’ quando la deve ricalare nel suo contesto
finisce per impostare un problema di causa-effetto ( la religione che produce
cultura o la cultura che produce religione) rompendo in tal modo la relazione
cultura-religione che lo dovrebbe distinguere dal fenomenologo.
Il tentativo più usuale per risolvere questo problema parte
dal presupposto che la religione è una componente culturale, ogni cultura ha
un complesso di teorie e pratiche da recepire mediante la categoria del
“religioso” categorizzazione del religioso e distacco della religione da ogni
altro prodotto culturale (= da ogni altra
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“categoria”);
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astrazione delle singole
religioni dal proprio contesto culturale; inserimento delle religioni in un
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2.I MANUALI DI STORIA DELLE RELIGIONI
Primo manuale di st.delle rel. 1887-1889 di PIERRE DANIEL CHANTEPIE
de la Saussaye, teologo olandese (vi partecipano vari autori)
ALFRED BARTHOLET storico delle religioni (fenomenologo e comparativista)
“storia culturale di Israele”- 1904
JOHANNES EDVARD LEHMANN ( la categoria del “religioso” è cosi’ vaga da
distaccarlo da ogni reale impegno fenomenologico. Es: fascismo come
religione)
Nell’edizione del Manuale di Chantepie curata da Bartholet e Lehmann sono
escluse la religione di ebraica e cristiana
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Rifiuto della comparazione quando si tratta di religioni ritenute
“incomparabili” quale quella cristiana e ebraica ed evidente eurocentrismo nel
riservare un trattamento speciale alla propria religione come fosse la religione
e non una delle tante.
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Ogni capitolo del Manuale era affidato ad un singolo specialista (es.Lehmann,
fenomenologia, primitivi; Ankermann, Giappone etc..etc..) e venivano escluse
oltre che il cristianesimo e l’ebraismo le civiltà americane (Maya, Aztechi..)
perché non riconducibili a modelli prestabiliti di tipo manualistico.
I successivi manuali si sono sempre attenuti nelle loro linee generali a questo
modello che astraeva le religioni dal loro contesto culturale per raccoglierle
nel contesto ideale del manuale.
Tanta specializzazione (es. sui primitivi riferiva l’etnologo, sui Cinesi il
sinologo) è andata a discapito
dell’oggettivazione: ogni specialista ha riferito condizionato dal proprio modo
di intendere la religione.
La raccolta dei fatti definibili o definiti religiosi non dipende da oggettivi
criteri scientifici ma soltanto
dalla personalità del ricercatore
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3. IL CONDIZIONAMENTO CULTURALE
Il tentativo di isolare la religione dal contesto culturale che le è proprio è
difficile se non impossibile. Tale tentativo non dipende da una ragione
scientifica, ma si tratta piuttosto di un’abitudine, quella di distinguere la
religione dalle altre componenti culturali, facilitando in un certo senso la
comunicazione tra l’autore e il lettore.
La domanda che si pone è: perché gli studiosi si lasciano guidare da una
norma consuetudinaria (invece che da una legge scientifica)? il problema va
risolto alla luce di un condizionamento culturale riassumibile in :
1- la nostra cultura isola la religione nel nostro sistema di valori
contrapponendo ad una realtà “civica” la totalità espressa dal “religioso”.
2- alla religione e’ correlato il polo della conservazione in opposizione al polo
che determina innovazione e progresso
discordanza cronologica tra
sviluppo religioso e sviluppo civico e conseguente possibilità di una trattazione
separata dei sviluppi.
(es. la nostra cultura è l’unica che ha feste civili distinte da quelle religiose
all’interno di un calendario festivo)
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NB: attenzione a non confondere la contrapposizione religioso/civico con la
contrapposizione sacro/profano (contenuta tutta all’interno del “religioso” in
quanto è la religione a determinare ciò’ che è “sacro” da ciò che non lo è e
connotando negativamente il profano in quanto determinate la mancanza di
una qualità).
MA: 1- E’ impossibile isolare il “religioso” e dunque la religione in culture
diverse dalla nostra.
2 - Se lo si fa si ottiene una riduzione arbitraria di realtà altrui alla
nostra realtà storica.
Quando si è formato il modello culturale che prevede la separazione tra un
laico fattore di innovazione ed un religioso fattore di conservazione?
La fase più completa si ebbe durante l’Illuminismo, ma ciò che importa è che
tale modello f osse presente nel momento in cui le religioni divennero oggetto di
trattazione scientifica e non più teologica : 1886 istituzione della Facoltà di
“Scienze religiose” alla Sorbona, in sostituzione della Facoltà di teologia.
Potremmo distinguere tra una fase totalmente religiosa e una fase attuale
totalmente laica in cui la religione resta come semplice sopravvivenza
si crea un rapporto tra religione e cultura simile a quello che c’è tra passato e
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presente, con conseguente giustificazione
dello studio
della religione
come di mondo staccato dalla attualità. Ogni presente presuppone un passato
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4. COMPARATIVE RELIGION ( o scienza della religione)
Con Max Muller acquista importanza la Comparative religion.
MULLER (1823- ) viene formato dalla scuola linguistica prodotta dal
romanticismo tedesco ( in opposizione alla riv.francese volta al razionalismo,
al progresso civile e antireligioso) teso al recupero dello “spirito del
linguaggio”, ai valori del passato nonché del sentimento religioso: “E’ il
soggetto e non l’oggetto della fede ciò che costituisce la religione: si tratta del
credente e non delle credenze” diverrà per lui la definizione fondamentale
della religione. I suoi studi si svolgono all’insegna della comparazione
:filologia comparata, grammatica comparata etc..etc..arrivando a scoprire un
apparentamento tra le lingue europee e quelle indo-iraniche, fino a scoprire
una “razza” indoeuropea: la razza ariana caratterizzata da una propria
cultura e da un proprio linguaggio
Max Muller si fa indologo.
A difesa del suo metodo comparativo applicato al campo della scienza della
religione porta a testimonianza i risultati raggiunti dalla linguistica
comparata: prima si credeva che tutte le lingue derivassero dall’ebraico ed
ogni problema si riduceva alla ricerca dei modi di derivazione di questo dal
greco e dal latino, sulla base di semplici assonanze, ora non più. La
comparazione a tutti i livelli porta il maggior numero di prove possibili: chi
conosce una sola religione non ne conosce nessuna e conoscere più religioni
significa conoscere meglio anche la propria.
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Attratto e concorde con la teoria di Shelling sull’evoluzione storica delle
religioni: ad un monoteismo primitivo volto all’Essere Supremo si è giunti con
una lenta decadenza a degenerazioni del tipo del politeismo o del feticismo da
cui l’umanità si è salvata solamente grazie ad una religiosità personale e
filosofica.
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5. IMPEGNO SCIENTIFICO E IMPEGNO RELIGIOSO
Max Muller da un punto di vista scientifico trova due significati nel concetto
di religione:
a- Corpo di dottrine ( si ha una determinata religione quando si segue
un determinato corpo dottrinario; si cambia religione quando si adotta un
altro corpo dottrinario)
b- Una facoltà umana (tra quelle che distinguono l’uomo dall’animale)
Due branche della scienza della religione:
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a - Teologia comparata (tratta le forme storiche della religione
comparata delle religioni).
storia
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rche rendono possibile la religione
t
b - Teologia teoretica ( spiega le condizioni
Csi tratta della fenomenologia
in tutte le sue forme, più specificamente
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religiosa).
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Muller sosterrà che non fosse ancora giunto il momento per occuparsi della
Teologia teoretica e ciò, riferito ad una disciplina esistente da secoli, voleva
significare l’invalidazione di tutto il lavoro svolto precedentemente, ossia
prima della comparsa della Teologia comparata, tacciandolo di dilettantismo e
aprendo la porta alla specializzazione dei vari studiosi nei singoli settori
filologici si pongono le basi del futuri manuali : ad ogni specialista la sua
religione ( solo chi conosce la lingua di un popolo può spiegarne la religione).
MA: Come si raccorda tutto ciò all’assunto che “chi conosce una sola religione
non ne conosce nessuna”?
Secondo Muller i vari specialisti conoscono in ef fetti più d’una religione; ad es.
l’indologo conosce il sanscrito e prima del sanscrito deve aver studiato il latino
e il greco, quindi conosce almeno quattro rel.: l’indiana, la greca, la romana,
l’ebraismo ( se è ebreo) o il cristianesimo ( se è cristiano).
MA: come si raccorda tutto ciò con il f atto che proprio il Cristianesimo
difficilmente viene fatto oggetto di comparazione con altre rel.?
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Secondo Muller è proprio il Cristianesimo che apre le porte alla
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Tuttavia la chiave della scienza della religione secondo Muller è soprattutto
nel “genio del linguaggio” (termine tecnico della linguistica che indica il
complesso di caratteri particolari che distinguono una lingua dall’altra).
“Allo scopo di arrivare con qualche speranza di successo al significato
originario di antiche tradizioni, è assolutamente necessario acquisire
familiarità con il genio del linguaggio in cui tali tradizioni traggono origine”
6. LINGUISTICA E ANTROPOLOGIA
Per es. dice M.M. “una lingua che non denoti il genere grammaticale sarà
libera da storie mitiche che in greco e latino sono inevitabili”, come se si
trattasse di essere immuni da una malattia!! In effetti M.M. tratta la mitologia
come “una malattia del linguaggio”, riproponendo l’opposizione mythos /
logos come tra un dire falso e un dire vero.
Per accostarsi ad una religione primitiva quindi, occorre conoscere la lingua
della popolazione ed anche e soprattutto conquistarsi la fiducia degli indigeni
dato che non si ha a che fare con testi scritti ma con persone viventi restie a
confidarsi con i bianchi.
M.M. si accosta all’antropologia interpretando un racconto zulù e fidandosi
del parere del rev. Callaway viene a sapere che: - gli zulu credono ad un
antenato comune a tutta la razza umana.
- questo antenato viene chiamato Unkulunkulu.
- Unkulunkulu significa Trisavolo
Fin qui per M.M. non ci sarebbe mitologia, ma nel momento in cui gli Zulù
dicono che Unkulunkulu è spuntato fuori da una canna, allora è segno
evidente che “il linguaggio si sia messo in azione per fare mitologia”.
Egli ricorda che in sanscrito parvan vuol dire nodo di canna e che poi nel
tempo ha acquisito il significato di “membro” di una comunità, mentre vamsa
che significava canna di bambù era diventato razza
gli zulù
originariamente avrebbero detto di essere figli di una canna per dire che
erano dello stesso ceppo e poi la canna (uthlanga) era stata personificata
divenendo l’antenato mitico della razza umana
uthlanga divenne la prima
donna e unkulunkulu il primo uomo.
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1- Unkunlukulu, nome comune di persona (trisavolo) diventa nome proprio di
un personaggio mitico, il primo uomo e poi il creatore.
2 - Uthlanga, nome comune di cosa (canna) passato ad indicare il ceppo
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diventa nome proprio di un mitico progenitore.
3 - data la mancanza di genere grammaticale, cioè di un sesso per i nomi
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Per noi NON è accettabile il “diventare” quasi che si trattasse di un fatto
subito e non scelto dagli Zulù. La domanda che ci si dovrebbe porre è: perché ,
a quale scopo, gli Zulù hanno fatto diventare Unkulunkulu il primo uomocreatore e Uthlanga la prima donna-progenitrice? (
passaggio da un
problema linguistico ad un problema storico)
M.M. risponde : per rispondere alla domanda “chi ci ha creati?”
MA : questo genere di domande sono degli zulù o non piuttosto nostre?
Chiedendosi ciò si scopre un vizio di origine dell’antropologia religiosa e
conseguentemente della storia delle religioni.
Sono questo tipo di domande a
produrre la personificazione, la quale non ci sarebbe stata senza lo stimolo
europeo. E’ l’europeo il vero personificatore, l’indigeno non ha fatto che
adeguare la sua cultura all’esigenza europea di personificazioni a qualunque
costo.
La questione della personificazione è di importanza fondamentale nella
maggior parte dei costrutti storico- religiosi, sia in quelli che come M.M.
interpretano tutto in chiave di personificazione, sia in quelli evoluzionisti antimulleriani del tipo dell’animismo di Tylor che attribuisce un’anima alle cose
cioè trasforma le cose in persone.
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7. LA RICERCA DELL’ORIGINARIO
La ricerca storico-religiosa è stata indirizzata da M.M. verso la ricostruzione
di un passato significativo partendo da indizi presenti insignificanti.
Ma insignificanti per chi? Per lo studioso! Significativi per chi? Sempre per lo
studioso!
Secondo M.M. il linguaggio nella sua inevitabile decadenza ha formato una
crosta attorno a tradizioni che ci appaiono insignificanti ma nella realtà sono
particolarmente belle.
Così se spogliamo le tradizioni di questa crosta non possiamo che guadagnarci.
es: nel leggere la storia di Efesto che con l’ascia spacca la testa di Zeus e da
questa spunta fuori Atena, si può’ scorgere l’immagine del cielo luminoso in
Zeus e in Atena la figlia del cielo balzata fuori da questa sorgente di luce.
Secondo M.M. prima si mitizza su una testa da cui scaturisce qualcosa, poi la
testa diventa quella di Zeus-Cielo e ciò che scaturisce è Atena-Aurora. Efesto
è il sole giovane che incendia l’alba!
tipico esempio dell’ “uranismo” riduzionista di cui è stato accusato M.M.
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Uranismo = voler ridurre ogni cosa aABCtribe.com
personificazioni
del cielo e dei fenomeni
celesti.
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La ricerca dell’”originario” è una problematica che caratterizza tutta la st.
delle rel. da quei tempi ad oggi. Questa esigenza di conoscere l’ ”originario”
nasce dal fatto che non si crede più, o non più come prima, nella rivelazione. Il
vuoto lasciato dalla rivelazione viene colmato dalla scienza dell’ “originario”.
Darwin aveva spazzato via il racconto biblico della creazione, spiegando
l’origine della specie, la nascente scienza delle religioni proprio in quanto
scienza non può rifiutare Darwin e tuttavia non può accettarlo cosi’ com’è
cerca di scendere a compromesso teologico: “ dimentichiamo che cosa sia stato
l’uomo prima di essere uomo, se la sua forma f isica si sia sviluppata una volta
per tutte nella mente di un Creatore o gradualmente nella stessa creazione,
pensiamolo solo come uomo”
MA: l’evoluzionismo biologico aveva già trovato uno sbocco culturale quando
M.M. diceva queste cose
antropology decisamente contro la science of religion di M.M.
Gli antropology alla Tylor che si occupano della religione dei selvaggi e nel far
ciò si oppongono a M.M. di fatto edificano loro stessi una st. delle rel.(quasi a
dire...questa è la science of religion che faremmo noi se non f ossimo
antropology).
Di fatto la storia delle religioni veniva fondata con duplice possibilità ,
entrambe però conducevano all’originario:
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- romantica ( Max Muller): trovava la completezza
dell’esperienza religiosa.
- positivista: trovava la rozzezza delle forme religiose primitive.
cosicché si assiste a storici della religione , nominalmente partiti dalle posizioni
di Max Muller, che approdano a posizioni “positiviste” antropologiche, e ad
antropologi, partiti nominalmente dal “positivismo” antropologico,
approdare alle posizioni romantiche mulleriane.
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Preparati con le domande di ABCtribe su Storia delle religioni.
1. Parlami degli e
Risposta:
Io qui mi sono persa...:-)
Ma la Prof è tranqui, ci siamo girate un po' attorno, ed alla fin
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2. L'origine del term
Risposta:
Religio è un termine latino, dove significa 'scrupolo religioso', 'esattezza del ritual
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