Petrocchi, l`uomo giusto per L`Aquila

«Petrocchi, l’uomo giusto
per L’Aquila»
IL NUOVO ARCIVESCOVO
L’AQUILA Un «uomo di governo che, pur apprezzando franche
collaborazioni, anzi ricercandole sinceramente, non ha mai concesso deleghe
in bianco e non ha ceduto alla tentazione di appaltare ad altri responsabilità
sue». Così monsignor Mario Sbarigia, vicario generale della diocesi di LatinaTerracina-Sezze-Priverno, dipinge il nuovo arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe
Petrocchi che arriva, appunto, da Latina. Non solo un uomo di cultura e fede,
insomma, ma anche un bravo amministratore, necessario per una diocesi che
si trova a essere attore fondamentale nella città terremotata alle prese con la
ricostruzione. «Uno degli aspetti certamente più visibili dell’episcopato di
monsignor Petrocchi è stata la capacità amministrativa e organizzativa di cui
ha saputo dar prova, che ha consentito alla diocesi di dotarsi di strutture
necessarie per l’esercizio di un valido servizio pastorale» continua Sbarigia.
«L’uomo e il vescovo, si è rivelato, in questi quindici anni, uno che ha esigito
da sé (prima) e dagli altri (poi), che non ha ceduto alla tentazione di
sistemarsi nella situazione più accomodante, che è sempre andato alla radice
dei problemi: uno che si è giocato e che ha saputo pagare anche di persona. In
definitiva, si è rivelato come uno che ci crede e che sa mettere sempre il bene
della Chiesa prima del suo personale». Fiducioso nell'operato del nuovo
pastore Walter Capezzali, persona vicina alla Chiesa e presidente della
Deputazione di Storia Patria. «Mi auguro che venga armato di buona volontà»
ha detto, «le esigenze della diocesi sono strettamente collegate a quelle della
popolazione, degli edifici, dei luoghi: quello rivestito dal vescovo è un ruolo
molto importante anche in prospettiva. Mi auguro si possa parlare presto di
una rivitalizzazione dell'impegno dei parroci del territorio e della Chiesa
stessa, che svolge una funzione fondamentale sia nell'ambito del volontariato
che dell'assistenza ai più bisognosi. Penso che sarà in grado di lavorare bene.
Non condivido le critiche che sono state mosse ultimamente alla diocesi. La
mia speranza è che il nuovo vescovo abbia la mano giusta per rendere ancora
più evidente l'impegno in favore della città da parte della Chiesa, anche in
prospettiva. È un vescovo abbastanza giovane per pensare ad una
programmazione pluriennale, piuttosto estesa». Il nuovo vescovo ha infatti 64
anni. Monsignor Petrocchi ha compiuto gli studi filosofici e teologici nella
Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il Baccellierato in
filosofia e la licenza in teologia dogmatica. Ha conseguito due lauree nelle
Università statali: la prima in filosofia a Macerata e la seconda in psicologia a
Roma. Conosce francese, inglese, tedesco e spagnolo. «Il fatto che egli abbia
una preparazione elevata e derivi da studi umanistici e soprattutto che si tratti
uno psicologo, mi fa ben sperare» ha commentato il sindaco, Massimo
Cialente. «Potrà aiutarci a comprendere in modo ancora più profondo la
situazione di difficoltà che vive la nostra popolazione. E' importante che sia
vicino ai cittadini e alla sofferenza estrema di tutta la città. Questa è a mio
avviso, la cosa più importante. Nei prossimi giorni lo chiamerò per fargli gli
auguri e parlargli di queste situazioni». Anche il rappresentante in consiglio
comunale dell'opposizione, Giorgio De Matteis, si ripromette di contattarlo
subito. «Non lo conosco ma ritengo indispensabile che entri in sintonia il
prima possibile con la città sia in senso pastorale sia in senso più
partecipativo rispetto al problema della ricostruzione», ha spiegato, «è
importante che il nuovo arcivescovo percepisca i problemi e che lavori in
silenzio in modo proficuo. Spero che Petrocchi sia l'uomo dei fatti». «Il lavoro
che lo aspetta è impegnativo», ha detto la senatrice Stefania Pezzopane,
«anche la ricostruzione delle anime fiaccate da anni difficilissimi». Michela
Corridore