COS`È LA SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA La

COS’È LA SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA
La sociologia della devianza è quella parte della riflessione sociologica che
prende in considerazione il cosiddetto "comportamento deviante" cercando
di fare un'analisi
a) delle cause e delle modalità di espressione di tutti quei comportamenti
che, più o meno, si discostano da ciò che la maggioranza dei membri di
un certo gruppo sociale ritiene opportuno, utile, necessario o doveroso
b) delle conseguenze sia personali che sociali che derivano dalla violazione
di queste stesse regole o indicazioni condivise.
POSSIBILI DEFINIZIONI DI DEVIANZA
a) Devianza è quel comportamento che si scosta dalla media dei
comportamenti presenti in un dato contesto sociale
b) Devianza è quel comportamento che viola regole e norme, le intenzioni o
le attese dei membri di un certo sistema sociale ed è quindi valutato e
connotato negativamente dalla maggioranza dei membri di quello stesso
sistema sociale
c) Devianza è quel comportamento, disfunzionale al sistema in cui si
verifica, che comporta l’abbandono o la contestazione del proprio ruolo
sociale.
d) Devianza non tanto come proprietà inerente a determinati tipi di
comportamento, quanto piuttosto come una proprietà attribuita a certi
comportamenti e agli attori che li assumono, da parte di altri attori.
COSA SERVE, IN SOCIOLOGIA, PER DEFINIRE IL
COMPORTAMENTO DEVIANTE
a) l'esistenza di uno specifico gruppo sociale in cui tale definizione sia
riconosciuta e condivisa;
b) l'esistenza in tale società di norme, aspettative o credenze giudicate
legittime o comunque rispettate;
c) il riconoscimento, sul piano pratico o ideologico, che uno scostamento
od una violazione di tali regole condivise è valutato negativamente
dalla maggioranza dei membri della collettività considerata;
d) la verifica che, alla constatazione della violazione di una regola, i
membri del gruppo considerato tendono a reagire, con intensità
proporzionale
alla
valutazione
della
gravità
attribuita
al
comportamento deviante;
e) l'esistenza di conseguenze negative a carico dei soggetti che sono stati
individuati come autori del comportamento deviante.
IL CONTROLLO SOCIALE
Definizione: «l’insieme più o meno organizzato, nell’ambito di una qualsiasi
unità sociale, delle reazioni formali o informali, coercitive o persuasive, che
sono previste e/o messe in atto nei confronti del comportamento individuale
o collettivo ritenuto deviante, dirette a stabilire e mantenere l’ordine
sociale».1
Il controllo sociale può essere distinto in:
a) controllo informale o relazionale
b) controllo formale o istituzionale
IL CONTROLLO SOCIALE E LA VISIBILITÀ DELLA DEVIANZA
In entrambi i tipi di controllo sociale, non tutti i soggetti devianti hanno la
stessa probabilità di essere individuati e sottoposti a controllo. Il fatto che il
controllo sociale si attivi o no dipende, fondamentalmente, da due fattori:
a) la protezione istituzionale (tanto più alta quanto più
l’istituzione è chiusa e teme il giudizio pubblico)
b) il privilegio di classe (la visibilità della devianza è correlata alla
distribuzione differenziale della “privacy” che caratterizza le
diverse classi sociali)
1CESAREO V. (1974), Socializzazione e controllo sociale, Angeli, Milano.
COSA LA DEVIANZA NON E’…
a)
Non è “marginalità” e non è “emarginazione”
b)
Non è “criminalità”
c)
Non è “disagio”
IL CONCETTO DI DISAGIO GIOVANILE
Definizione: manifestazione della difficoltà di affrontare e superare i compiti
di sviluppo, avanzati dal contesto sociale, che hanno come
obiettivi fondamentali il conseguimento dell’identità personale
e
sociale
e
l’acquisizione
delle
abilità
necessarie
alla
soddisfacente gestione delle relazioni quotidiane.
È possibile evidenziare diversi livelli di disagio:
1. disagio evolutivo endogeno, legato alla “normale” e comune crisi che tutti
i soggetti attraversano nella transizione all’età adulta;
2. disagio socio-culturale esogeno, strettamente in relazione con la società
complessa e i suoi condizionamenti;
3. disagio che può essere definito potenzialmente cronicizzante, legato
all’interazione di fattori-rischio individuali e locali con le precedenti forme
di disagio. Spesso, ad esempio, la mancanza delle risorse necessarie ad
affrontare positivamente i compiti di sviluppo costituisce un fattorerischio.
IL POSSIBILE CONTINUUM DISAGIO DEVIANZA
CRISI
ADOLESCENZIALE
SOCIETA’ COMPLESSA
DISAGIO
SOCIOCULTURALE
Squilibrio
Bisogni/risorse
(mancanza di risorse per far fronte ai compiti evolutivi)
DISAGIO
CRONICIZZANTE
DISADATTAMENTO
SVANTAGGIO SOCIALE
COMPORTAMENTI IMPROPRI
(inadeguati per il conseguimento
dei compiti di sviluppo)
COMPORTAMENTI
AGGRESSIVI NON ADATTIVI
 Autoplastici
 Alloplastici
ILLUMINISMO – Cesare BECCARIA
Alla base del suo pensiero troviamo alcuni postulati dell’Illuminismo:
 Il contratto sociale permette di fondare l’autorità dello Stato e della Legge
Primo principio fondamentale della sua filosofia del diritto:
CONTRATTUALISMO: individuo cede parte della propria
libertà per avere tutelata la restante parte
 Uomo è portatore di ragione
va considerato pienamente
responsabile della sua azione
 Uomo mosso all’azione dalla ricerca del piacere e dalla paura della morte e
del dolore
azione basata su calcolo costi/benefici
 La base della giustizia umana è l’utilità comune
Secondo principio fondamentale della sua filosofia del diritto:
UTILITARISMO: attraverso il diritto si deve perseguire la
massima felicità per il maggior numero di persone
 I diritti dell’uomo devono essere protetti dall’arbitrio delle istituzioni
La legge deve essere uguale per tutti


il reato è tale perché definito dalla legge;
il criterio per stabilire cosa è reato e la misura della pena è dato dal DANNO
SOCIALE
LA CONCEZIONE DELLA PENA
Uomo sceglie come comportarsi sulla
base di un calcolo costi/benefici
Pena è giustificata e legittima
solo se riesce a controbilanciare i
benefici ottenibili con il reato
OBIETTIVI PENA
 Prevenzione specifica

Prevenzione generale
La pena deve essere:
 pubblica
CONTRARIO A
 CARCERAZIONE PREVENTIVA

PENA DI MORTE

retributiva

deterrente
Troppo
dura
da
infliggere se non si è
certi della colpevolezza
del soggetto
In quanto contraria ai due principi fondamentali del diritto:
 CONTRATTUALISMO (nessuno può aver ceduto così tanta libertà allo Stato da
precludersi il diritto alla vita)

UTILITARISMO (è l’estensione della pena, più che la sua intensità, a intimidire i
soggetti  risulta più deterrente l’ergastolo)
POSITIVISMO - LA SCUOLA CRIMINALE POSITIVA
PRINCIPI FONDAMENTALI
 Azione determinata e governata da leggi che la scienza può scoprire
Anche l’azione deviante è
sottoposta a leggi causali
identificabili
 Unità del metodo scientifico  quantificazione del comportamento
Misurazione delle patologie
individuali e delle circostanze
patogenetiche
 Obiettività della scienza e dello scienziato
1. È necessario e utile che nei procedimenti penali
intervengano esperti del comportamento umano
2. Lo scienziato può, oggettivamente e scientificamente,
distinguere ciò che è deviante da ciò che non lo è
Punto fondamentale della riflessione sulla devianza diventa
non l’atto deviante in sé ma
L’UOMO DELINQUENTE E LE CAUSE DELLA SUA CONDOTTA
Non ha senso cercare di
IL DEVIANTE E’ TALE
PER NATURA,
dissuadere il deviante dal
PER PREDISPOSIZIONE
commettere reato, perché
il suo comportamento non
ha origine da una scelta
Ha senso ed è legittimo
CURARE il deviante
o, se incurabile,
NEUTRALIZZARLO
PRINCIPALI AUTORI
 Cesare LOMBROSO
 frenologia
 idea del delinquente nato
 Enrico FERRI
 multidimensionalità delle cause del delitto
 attenzione ai fattori sociali come cause
 sociologia criminale
SUCCESSIVI SVILUPPI DELLE TEORIE BIO-ANTROPOLOGICHE
 ectomorfo, fragile e snello
 Sheldon (1949)
mesomorfo, robusto e muscoloso
endomorfo, molle e tondeggiante
 Glueck & Glueck
(anni ’60)
 tipi somatici di Sheldon
+
fattori socioculturali
RICADUTE SULLE POLITICHE CRIMINALI
Dottrina della NON RESPONSABILITA’ delle azioni
Inapplicabilità/inutilit
à della pena (in certi
casi)
Necessità di misure
terapeutiche
indeterminate nel
tempo
SISTEMA “A DOPPIO
BINARIO”:
 PENE
IL CONTRIBUTO DI DURKHEIM
SOCIETA’
PRIMITIVE
SOCIETA’
MODERNE
Coscienza
Divisione del
collettiva comune
lavoro
SOLIDARIETA’
SOLIDARIETA’
MECCANICA
ORGANICA
DIFFERENZE INDIVIDUALI =
RISORSE POSITIVE PER LA SOCIETA’
NO INGIUSTIZIE SE OGNUNO VIENE
VALORIZZATO NELLE SUE
POTENZIALITA’
SI DEVE:
- COLLOCARE IL SOGGETTO NEL POSTO PIU’ ADATTO
- “CONVINCERLO” A STARE AL POSTO ASSEGNATO
SCUOLA
CORPORAZIONI
FAMIGLIA
AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE
- Garantiscono uguali possibilità
- Trasmettono regole della solidarietà
FAVORISCONO
DENSITA’ MORALE
MA SERVE STABILITA’ NELLE REGOLE, ALTRIMENTI…
ANOMIA:
CONSEGUENZE PER LA
CONSEGUENZE PER IL
SOCIETA’
SOGGETTO
REATO = SINTOMO TRANSITORIO DEL DISAGIO SOCIALE
DERIVANTE DALLA SITUAZIONE DI ANOMIA
Tuttavia… visione della devianza come fatto normale e utile in tutte le
società, in quanto
 stabilisce i confini della moralità e ridefinisce in modo chiaro i contorni e
la consistenza della coscienza collettiva
 tiene aperta la strada al mutamento sociale
ATTENZIONE SE DEVIANZA E’:
 IN RAPIDA CRESCITA
 TROPPO BASSA (immobilismo sociale)
LA SCUOLA DI CHICAGO
Fine 1800 – primi 30 anni del 1900
Chicago
 Massiccia
grande urbanizzazione
 Immigrazione dall’Europa e dal Sud America
 SOCIAL PROBLEMS
industrializzazione
 Influenza del pragmatismo
 Accademici attenti e interessati a risolvere problematiche sociali
 ORIENTAMENTO ALLA RICERCA
 SOCIOLOGIA COME STRUMENTO DI CONOSCENZA,
RIFORMA E INTERVENTO SOCIALE
 METODOLOGIA PRIVILEGIATA E’ STUDIO DI COMUNITA’
(grande apporto anche alla metodologia della ricerca)
 ATTENZIONE ALL’ASPETTO “TEMPO”
 PROCESSUALITA’: alla devianza si giunge attraverso un
progressivo restringimento delle possibilità di scelta
è necessario che la riflessione sociologica e le ricerche
permettano di progettare interventi sociali che attenuino
le situazioni che possono portare alla devianza
 William THOMAS e Florian ZNANIECKI
“Il contadino polacco in Europa e in America” (1918-20)
La sociologia può controllare la situazione sociale analizzando
 Le condizioni concrete nelle quali avviene l’azione
 I valori socio-culturali della realtà nella quale si svolge l’azione
 Gli atteggiamenti individuali che possono influenzare l’agire.
La condotta umana è spiegabile analizzando l’interazione tra
GLI ATTEGGIAMENTI DELL’INDIVIDUO E I VALORI SOCIALI
(importanza della DEFINIZIONE DELLA SITUAZIONE)
Ogni uomo ha dei desideri innati che impara a regolamentare
attraverso le sue esperienze di vita.
ATTEGGIAMENTI
di
TEMPERAMENTO
Organizzati o
modificati da
fattori sociali,
esterni, che
costituiscono
esperienza
rilevante per il
soggetto
ATTEGGIAMENTI
di CARATTERE o
di PERSONALITA’
Gli atteggiamenti di personalità sono, dunque, il risultato del
PROCESSO DI ACCULTURAZIONE.
Problemi nel caso si verifichi situazione di DISORGANIZZAZIONE SOCIALE

DISORGANIZZAZIONE SOCIALE
(«il deterioramento, l’allentarsi, la cessazione parziale o totale delle relazioni e dei
rapporti sociali che costituivano una determinata forma di organizzazione. Essa si
manifesta con una riduzione del controllo…»2
«una diminuzione dell’influenza delle regole sociali di comportamento sui membri
individuali del gruppo»3)

DISORGANIZZAZIONE INDIVIDUALE
PUO’ sfociare in comportamento deviante
(reato come una delle possibili reazioni alla situazione di
disagio del soggetto che percepisce l’indebolimento delle norme
e del controllo)
CAUSA DELLA DEVIANZA
NON E’ UNA CONDIZIONE PARTICOLARE DELL’INDIVIDUO
MA, PIUTTOSTO,
LO STATO DI “DISORDINE” DELLA SOCIETA’
SE LA CAUSA DELLA DEVIANZA E’ SOCIO-CULTURALE, ANCHE
L’INTERVENTO DEVE ESSERE SOCIALE
Quanto più
 l’industrializzazione
 l’urbanizzazione
 l’immigrazione
avvengono rapidamente, tanto più provocano disordine, disorganizzazione sociale e
malessere individuale
TIPOLOGIE DEGLI ATTORI UMANI (sulla base delle risposte dei soggetti alle richieste
culturali):
 FILISTEO
 BOHEMIEN
 UOMO CREATIVO
2 Gallino L., Dizionario di sociologia, Utet, Milano, 1993.
3 Thomas W., Znaniecki F., Il contadino polacco in Europa e in America, Ed. di Comunità, Milano, 1968, II vol. p.12
LO STUDIO DELLA CITTA’
Burgess E.W., McKenzie R.D., Park R.E., La città, Ed. Comunità, Milano, 1999
Esistono relazioni significative tra espansione urbana, andamento demografico
e social problems

CITTA’ E’ INSIEME DI AREE NATURALI E SUBCULTURE

Contagio sociale

Concetto di subcultura
aree naturali
alcuni principi e stili di vita
della cultura generale
alcuni costumi e alcune regole che si
discostano (talora si oppongono)
BURGESS: la città può essere suddivisa in quattro aree concentriche
 teoria della successione
 teoria del decentramento centralizzato
ZORBAUGH: 5 aree naturali
Nello slum anche famiglie immigrate di recente
Problemi con la II generazione
Conflitto valori appartenenza/valori
USA

sensazione
di
confusione,
smarrimento
 la crisi “rientra”
di
DALLA SUBCULTURA ALLA DELINQUENZA
THRASHER “The gang”
BANDE come risposta ad un bisogno dei ragazzi che non trova riscontro
nella società
SI SVILUPPANO SOPRATTUTTO NELLE AREE INTERSTIZIALI
IL CONCETTO DI MARGINALITA’ (Park, 1928)

differenza UOMO MARGINALE / UOMO ASOCIALE
«uomo che vive sul confine di
due culture e di due società che
non si sono mai completamente
fuse e interpenetrate»
Funzione
positiva:


sociale
Stimola crescita ruoli
sociali attivi
Conferma ciò che è
 MARGINALITA’ COME DIFFICOLTA’ A RIMANERE LEGATI ALLA
CULTURA DI PROVENIENZA E CONTEMPORANEA MANCANZA DI
IDENTIFICAZIONE CON I VALORI DELLA CULTURA DI ARRIVO
(problemi soprattutto per la II generazione)
EVOLUZIONE DELLA SCUOLA DI CHICAGO
SHAW & McKAY  TEORIA DELLA TRASMISSIONE CULTURALE
Chicago divisa in 5 zone concentriche
delle quali analizzano il tasso di criminalità
AREE DELINQUENZIALI
(più ci si avvicina al centro,
più aumenta la delinquenza)
ZONA degli AFFARI
(pochi residenti)
ZONA DI TRANSIZIONE
(persone povere e
di recente immigrazione)
ZONA degli OPERAI
(residenza degli operai che
lasciano zona di transizione)
ZONA RESIDENZIALE
delle CLASSI MEDIE
(abitazioni con giardino
SOBBORGHI CON
RESIDENZE RICCHE
Gli spostamenti avvengono dalla zona di transizione ai sobborghi ricchi
sulla base della posizione economica
TASSI DI CRIMINALITA’ COSTANTI,
INDIPENDENTI DAI GRUPPI SOCIALI
PRESENTI NELL’AREA
(rif. alla teoria della successione)
PERCHE’?
La criminalità, in queste aree
«può essere considerata uno dei mezzi impiegati dalla gente per acquisire, o tentare di
acquisire, quei valori economici e sociali che la nuova cultura idealizza e ai quali in
altre circostanze gli individui accedono attraverso i mezzi convenzionali»
1. CRIMINALITA’ COME MEZZO ACQUISITIVO
2. CRIMINALITA’ COME COMPETENZA
TRASMESSA CULTURALMENTE
SUTHERLAND & CRESSEY
TEORIA DELL’ASSOCIAZIONE DIFFERENZIALE
L’APPRENDIMENTO DEL COMPORTAMENTO DEVIANTE AVVIENE
CON LE STESSE MODALITA’ DI APPRENDIMENTO
DI QUALSIASI ALTRO COMPORTAMENTO:
CIO’ CHE CAMBIA E’ IL CONTENUTO DELL’APPRENDIMENTO
QUANDO SI VERIFICA UN COMPORTAMENTO DEVIANTE?
QUANDO ESISTE UN CONFLITTO CULTURALE
TRA SOGGETTO
(E IL SUO GRUPPO DI RIFERIMENTO)
E LA SOCIETA’ GENERALE
White collar crime: Sutherland cerca di applicare la sua teoria per
spiegare come alcuni professionisti apprendano, all’interno delle loro
organizzazioni, tecniche e motivazioni alla violazione dei regolamenti,
delle norme codificate, senza subire lo stigma di devianti
COME VIENE APPRESO IL COMPORTAMENTO DEVIANTE?
I PRINCIPI DELL’ASSOCIAZIONE DIFFERENZIALE
1. Il comportamento deviante è appreso
2. Il comportamento deviante è appresa nell’interazione con altre persone in
un processo di comunicazione
3. Il comportamento deviante si apprende soprattutto all’interno di gruppi
ristretti, caratterizzati da relazioni personali
4. Quando il comportamento deviante viene appreso, tale apprendimento
comprende
 L’insegnamento delle tecniche per commettere l’infrazione, a volte
molto semplici e altre volte molto complesse;
 L’orientamento delle motivazioni, degli impulsi, dei ragionamenti e
degli atteggiamenti;
5. La specifica direzione delle motivazioni e degli impulsi viene appresa in
funzione dell’interpretazione favorevole o sfavorevole nei confronti dei
codici legali
6. Una persona devia quando le definizioni favorevoli alla violazione della
legge sono più forti di quelle sfavorevoli a tale violazione
7. Le associazioni differenziali possono variare in frequenza, durata, priorità
e intensità e l’influenza dell’associazione sul singolo varia in funzione
della combinazione di questi fattori
8. La formazione alla condotta deviante attraverso il processo di associazione
con modelli criminosi o anticriminosi coinvolge gli stessi meccanismi che
sono coinvolti in qualsiasi altro processo di apprendimento
9. La condotta deviante è espressione di valori e bisogni generali che sono gli
stessi bisogni e valori che sottendono la condotta non deviante
STRUTTURALFUNZIONALISMO E DEVIANZA
PARSONS  TRA STRUTTURA MOTIVAZIONALE E
SOCIALIZZAZIONE
DEVIANZA
comportamento che turba
equilibrio del sistema di
Il sistema si modifica
Il sistema ritrova
equilibrio
Ogni individuo possiede
una STRUTTURA
MOTIVAZIONALE
che può orientarlo
alla conformità
verso le norme
al distacco dalle
norme
COME SI GIUNGE AL COMPORTAMENTO DEVIANTE?
DEVIANZA CONSEGUENZA DI PROBLEMI NEL PROCESSO DI
SOCIALIZZAZIONE:
Orientamenti condivisi non vengono
trasmessi con sufficiente chiarezza
Il soggetto sperimenta contrasto tra



regole sociali
aspettative di ruolo
bisogni/desideri personali
In base
 alle esperienze
 agli strumenti concreti a disposizione
 alle tensioni decisionali
egli si orienterà verso
SCELTA CONFORMISTA
SCELTA DEVIANTE
MERTON ANOMIA E TEORIA DELL’ADATTAMENTO
COME LE STRUTTURE SOCIALI POSSONO INFLUENZARE ALCUNI
INDIVIDUI E ORIENTARLI VERSO COMPORTAMENTI DEVIANTI
NELLA SOCIETA’ ESISTONO
ELEMENTI DISFUNZIONALI
COSA SPINGE I SOGGETTI ALLA DEVIANZA?
SITUAZIONE DI ANOMIA
STRUTTURA CULTURALE
STRUTTURA SOCIALE
- METE
- STATUS e RUOLI
- MEZZI LECITI

IPERSOCIALIZZAZIONE verso le mete
 CARENZA nelle POSSIBILITA’ DI
ACCESSO ai mezzi legittimi
ANOMIA È
“ROTTURA” DELLE NORME,
NON MANCANZE DI NORME
LA TEORIA DELL’ADATTAMENTO
I diversi soggetti si adattano al contesto sociale
e alla situazione di anomia in modi differenti:
TIPO DI ADATTAMENTO
Innovatore
Ritualista
Rinunciatario
Ribelle
Mete
+
-/+
Mezzi
+
-/+
I TEORICI DELLE SUBCULTURE
COHEN  BANDE DELINQUENTI E FORMAZIONE REATTIVA
Sottocultura delinquente e’ risultato di un conflitto
tra cultura della classe media e cultura delle classi
subalterne
PRINCIPALI PARAMETRI CULTURALI (princìpi)4
Classe media
Classe operaia
Responsabilità
individuale
Fiducia in se stessi e
nelle proprie risorse
Reciprocità
Perizia
Coltivare capacità
specifiche
Irrequietezza
Differimento della
gratificazione
Industriosità e
risparmio economico
in vista del futuro
Soddisfazione
Razionalità
Progettazione
consapevole ed
efficiente
immediata dei
Alto livello di
aspirazioni
Linguaggio
Buone maniere
Cortesia, pazienza,
autocontrollo
Competizione non
violenta
Controllo della forza
fisica
Impiego del tempo
libero in modo
costruttivo
Ricreazione “sana”
Rispetto per la
proprietà
Cura delle cose
proprie e degli altri
Ricerca continua di
nuove sensazioni e
opportunità
Non dilatazione della
gratificazione
desideri
Impulsività
Ambizione
Obbligo di dividere le
proprie risorse con
chi si è legati
osceno
Scarso controllo od
esercizio razionale
Atteggiamento di
sfida e di rottura
delle convenzioni
Uso della forza
Soluzione immediata
e personale delle
controversie e dei
conflitti
Distruttività
Non curanza e scarso
rispetto delle cose
4 Tratto da: Bertelli B., Devianza e vittimizzazione, Artimedia, Trento, 2002, p.114
Socializzazione
delle classi
subalterne è
diversa da quella
della scuola
pubblica
Basata sugli
standard della
classe media
FRUSTRAZIONE
(si sentono
FORMAZIONE
REATTIVA
svantaggiati)
Il loro background
culturale non è
adeguato per
perseguire il “sogno
americano”
al quale, comunque,
sono socializzati
Si tratta di una subcultura nella
quale i valori della classe media
vengono, attraverso il
comportamento, sovvertiti e
negati.
SI CREA UNA
SUBCULTURA
NELLA QUALE LA
COMPETIZIONE
DI STATUS SIA
ACCESSIBILE A
TUTTI
CLOWARD e OHLIN  LE OPPORTUNITA’ DIFFERENZIALI
Fuoco della riflessione è, come per Merton, sulla frattura tra
mete proposte dal sistema culturale (successo economico) e
mezzi a disposizione del soggetto
attenzione centrata non solo sulla
disponibilità dei mezzi legittimi, ma anche
sulla
DISPONIBILITA’ DI MEZZI ILLEGITTIMI
Per raggiungere una META esistono due tipi di mezzi:
 la struttura di opportunità legittime e
 la struttura di opportunità illegittime
Con il termine struttura si intende un sistema concreto
di riferimento che offre al soggetto la possibilità di
imparare ed esercitare ruoli.
GLI ADATTAMENTI COLLETTIVI ALLA SITUAZIONE ANOMICA5
TIPO DI
ADATTAMENTO
METE
CULTURALI
MEZZI
LEGITTIMI
MEZZI
ILLEGITTIMI
Sottocultura criminale
Sottocultura astensionista
Sottocultura conflittuale
+
+/-
+/-
+
+/-
+ = accettazione
- = rifiuto
oscilla tra accettazione e rifiuto delle mete e dei
mezzi, anche perché spesso persegue scopi
espressivi più che il successo economico
Gli appartenenti a queste subculture non hanno
accesso alle opportunità legittime ma nemmeno a
quelle illegittime, in quanto incapaci di fare violenza;
vivono un “doppio fallimento” e si rifugiano in
comportamenti quali, ad esempio, l’assunzione di
droghe.
5Adattato da: Bertelli B, Devianza e vittimizzazione, Artimedia, Trento, 2002, p.110.
COLLOCAZIONE TERRITORIALE DELLE SUBCULTURE DEVIANTI
«I tre tipi di subcultura delinquenziale si riscontrano più comunemente in zone
delle grandi città abitate dalla classe inferiore, sebbene (…) le subculture
delinquenziali talvolta sorgano pure in zone abitate dalla classe media»6.
Tenendo conto
della disponibilità di mezzi
illegittimi
del livello di organizzazione
comunitaria
È possibile comprendere come e perché le sottoculture devianti si collochino
territorialmente7:
Livello di
organizzazione comunitaria
Quartieri integrati
(zone residenziali)
Slum organizzato
Slum disorganizzato
Comunità nella quale si ha
una buona integrazione
attorno a valori criminali,
dove la meta del successo
economico viene
perseguita con mezzi
illegali.
Disponibilità di mezzi illegittimi
Si
No
(criminale)
(astensionista)
criminale
astensionista
(criminale)
conflittuale
astensionista
Zona nella quale non è presente una
struttura di opportunità illegittime
organizzata, ma nella quale non vi è
nemmeno un efficiente controllo sociale
da parte delle agenzie di socializzazione
(alto tasso di precarietà, non esistenza di
una cultura dominante…)
6 Cloward R.A., Ohlin L.E., Teoria delle bande delinquenti in America, Laterza, Bari, 1968, p.31.
7 Adattato da: Bertelli B, Devianza e vittimizzazione, Artimedia, Trento, 2002, p.111.
I TEORICI DELL’ETICHETTAMENTO
USA anni ’60 – ‘70
Crescente attenzione
 alla realizzazione dei diritti civili
 alla realizzazione della giustizia sociale
 critiche allo Stato e alla gestione del potere
 attenzione agli emarginati e ai discriminati
I PRESUPPOSTI FONDAMENTALI DELLA CORRENTE:
Il comportamento deviante non può essere definito come la condotta contraria alle norme, ma come
LA CONDOTTA CHE GLI ALTRI (ALCUNI ALTRI)
PERCEPISCONO COME CONTRARIA ALLA NORMA
NORMALITA’ E’ RISPOSTA APPROPRIATA ALLA SITUAZIONE,
IL RESTO E’ DIVERSO, NON PATOLOGICO
La devianza è una CONSEGUENZA dell’etichetta e delle sanzioni applicate al soggetto ritenuto un
trasgressore:
DEVIANZA CONSEGUENZA E CREAZIONE DEL CONTROLLO SOCIALE
Statistiche criminali “falsate”
Attenzione alle dinamiche di
controllo sociale
Attenzione alle relazioni tra
controllori e controllati
CONCETTO DI CARRIERA
L’identità di ogni soggetto si plasma in un percorso a piccole tappe, nelle
quali l’interazione con gli altri è fondamentale:


il comportamento che il singolo mette in atto è frutto della prospettiva che gli deriva dalla
sua biografia;
il comportamento messo in atto dal soggetto e le reazioni ad esso influiscono le sue azioni
future e il successivo sviluppo dell’identità.
Non è detto che le MOTIVAZIONI ALLA DEVIANZA siano preesistenti al comportamento
trasgressivo; può darsi che esse sorgano solo dopo aver sperimentato la reazione del controllo
sociale.
 NEL SOGGETTO SORGONO MOTIVAZIONI ALLA DEVIANZA
 EGLI SI CONFORMA ALL’ETICHETTA ATTRIBUITAGLI
ACCETTA IL RUOLO DEVIANTE E SVILUPPA
UN’IDENTITA’ DEVIANTE
BECKER  IL CONCETTO DI CARRIERA DEVIANTE
E GLI OUTSIDERS
4 POSTULATI DI FONDO8:
il gruppo di persone che
vengono definite devianti o
criminali comprende anche
la categoria dei “falsamente
accusati”
il comportamento deviante
è quel comportamento che
viene etichettato come tale
dalla gente
La devianza diventa spesso un
“master status”, spesso alimentato
anche da condizioni ausiliarie di
conferma
Le leggi sono create o rafforzate
dagli imprenditori morali, che si
adoperano per far valere la
superiorità dei loro valori morali e
l’utilità generale dei loro interessi
8 Bertelli B., Devianza e vittimizzazione, Artimedia, Trento, 2002, pp.146-148
Non è necessario che l’atto sia
stato realmente commesso
perché la persona venga
considerata deviante
La devianza non è una qualità
intrinseca del comportamento
L’ESISTENZA STESSA DELLA DEVIANZA DIPENDE DAL FATTO CHE SIA AVVENUTA
UNA REAZIONE ALL’ATTO COMMESSO
SOGGETTO
PERCEPITO COME
DEVIANTE
NON PERCEPITO
COME DEVIANTE
COMPORTAMENTO
CONFORME
Accusato falsamente
COMPORTAMENTO
TRASGRESSIVO
Deviante puro
Conformista
Deviante segreto
«I gruppi sociali creano la devianza stabilendo delle regole, la cui violazione
costituisce l’atto deviante, e applicandole a persone particolari che vengono
etichettate come “outsiders”»9
9 Becker H.S., Outsiders. Studies in sociology of deviance, Free Press, New York, 1963, p.9.
LEMERT  DEVIANZA PRIMARIA e DEVIANZA SECONDARIA
“DEVIANZA” POTENZIALE
Comportamento deviante vero e proprio
DEVIANZA PRIMARIA
1. disapprovazione sociale
2. ulteriore devianza primaria (occasionale)
3. disapprovazione più forte e reazione (minacce e divieti)
4. ulteriore deviazione, forse come manifestazione di ostilità
e risentimento focalizzata su chi ha disapprovato
…………………….. soglia di passaggio………………………
5. superamento del quoziente di tolleranza della società (che
si esprime nell’azione formale di stigmatizzazione =
denuncia alle agenzie del controllo)
6. rafforzamento della condotta deviante come reazione alla
stigmatizzazione
7. accettazione dello status di deviante (identità deviante) e
interpretazione del ruolo di deviante (carriera)
DEVIANZA SECONDARIA
GOFFMAN – Devianza, stigmatizzazione e istituzioni totali
APPROCCIO
Il soggetto
L’ATTORE
DRAMMATURGICO
SUL PALCOSCENICO
Il copione, in
realtà, è un
canovaccio
SEGUENDO UN
COPIONE
rispettando le
aspettative di
ruolo
INTERPRETA IN MODO
ADEGUATO IL SUO
PERSONAGGIO
(indossa una maschera)
QUANDO CIO’ NON AVVIENE
nell’interazione
con altri
si relaziona
correttamente
SITUAZIONE
DI
IMBARAZZO
È possibile comportarsi
“fuori copione”:
CONCETTO DI DISTANZA DAL RUOLO
gli altri non sanno come
comportarsi e possono
reagire attribuendo uno
STIGMA
STIGMATIZZAZIONE
attribuzione ad un
individuo di una o più
caratteristiche, di
solito negative, a cui fa
seguito un
atteggiamento di
discredito e diversi
comportamenti reattivi
RIDUZIONE DELLE POSSIBILITA’ DI SCELTA E DI VITA
DEL SOGGETTO STIGMATIZZATO
CHE PUO’:
VERGOGNARSI
RISENTIRSI
perché si considera
una persona
normale
MA
qualsiasi sia la reazione del soggetto, una volta che lo stigma è conosciuto esso
deforma l’identità della persona.
L’identità della persona
stigmatizzata si modifica
DESTRUTTURAZIONE
DEL SELF
studiata attraverso l’analisi
delle
ISTITUZIONI TOTALI
L’istituzione è TOTALE
non solo perché chiusa, ma soprattutto perché esige che i suoi
membri assumano unicamente e completamente
il ruolo che li definisce come “pazienti”
all’interno dell’istituzione totale il soggetto viene privato dei suoi
STRUMENTI SCENICI e viene obbligato
ad assumere altre caratteristiche
(ad esempio, attraverso l’obbligo del pigiama/divisa e attraverso
l’attribuzione di un numero al posto del nome)
STIGMATIZZAZIONE
è forma attenuata di CONTROLLO SOCIALE
rispetto alle ISTITUZIONI TOTALI,
ma le conseguenze sull’identità del soggetto sono simili.