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RESISTENZA
RESISTENZA AGLI ANTIELMINTICI
La resistenza dei parassiti ai farmaci antielmintici è un carattere ereditabile,
presente anche in popolazioni mai esposte al farmaco:
la pressione selettiva dovuta a ripetuti trattamenti aumenta progressivamente la
proporzione di individui resistenti all’interno della popolazione parassitaria
Fenomeno dovuto a:
differenze nella metabolizzazione del farmaco nei singoli individui
mutazioni nei siti di legame del farmaco
Quando una popolazione di parassiti sviluppa resistenza a un determinato
farmaco, la resistenza si manifesta anche nei confronti degli altri farmaci dello
stesso gruppo, che ne condividono il meccanismo d’azione
La prevalenza e la gravità della resistenza agli antielmintici è in aumento ed è
causa perdite di produttive non controllabili
La resistenza agli antielmintici osservata con particolare frequenza in:
• Ovini e caprini, (Haemonchus spp. e Trichostrongylus spp)
• cavalli a carico dei piccoli strongili e Parascaris equorum
Inizialmente benzimidazoli e i pro-benzimidazoli
nell’ultimo decennio, tutti i principali gruppi di antielmintici ad ampio spettro
(benzimidazoli/pro-benzimidazoli, imidazotiazoli/tetraidropirimidine e
avermectine/milbemicine)
in qualche caso antielmintici a stretto spettro di attività, come il closantel
ceppi multi-resistenti sono prevalenti soprattutto nei paesi dell’emisfero sud,
(Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa e Sud America)
il movimento e l’importazione di animali ospiti di popolazioni parassitarie
resistenti hanno consentito che il fenomeno si sia diffuso rapidamente a
livello globale
Fenomeni di resistenza a diversi farmaci, compresi i lattoni macrociclici,
osservati anche nel bovino in diversi paesi, compreso il nord Europa, dovuti
per lo più a ceppi di Cooperia.
La diversa frequenza nell’emergenza della antielmintico-resistenza
nelle diverse aree agroclimatiche è dovuta
• in parte al numero di generazioni parassitarie
• al potenziale biotico delle specie coinvolte
• soprattutto alla proporzione della popolazione parassitaria non
esposta all’azione dell’antielmintico (parassiti nei così detti refugia).
Le cause principali di farmacoresistenza ai benzimidazoli e al
levamisolo nei confronti di Haemonchus e Telodorsagia da attribuirsi
alla frequenza dei trattamenti e aL sottodosaggio
Nel caso dei lattoni macrociclici, particolarmente importanti sono il
periodo di somministrazione del farmaco e la presenza di larve nei
rifugia.
Sebbene in generale la farmacoresistenza nei confronti dei trematodi
sia ancora contenuta, il fenomeno ha assunto aspetti allarmanti nelle
aree altamente endemiche (altopiani del Sud America)
La pressione del farmaco tende a limitare l’eterozigosi nell’ambito della
popolazione parassitaria con
Progressiva selezione di individui omozigoti resistenti
Minima la possibilità di reversione alla suscettibilità di una popolazione
parassitaria altamente selezionata verso l’omozigosi
una volta presente in allevamento, situazione va considerata come permanente
importante scoprire l’emergenza di isolati resistenti in fase precoce, prima che
la selezione abbia interessato larga parte della popolazione parassitaria
Sfortunatamente, i test attualmente utilizzabili per rilevare la presenza di isolati resistenti quali, in vivo, la riduzione del numero di
uova di parassiti emesse dagli animali dopo trattamento e, in vitro, i test di schiusa delle uova, sviluppo delle larve e di inibizione
della migrazione larvale poco sensibili e sono in grado di rilevare la presenza di individui resistenti solo quando il fenomeno
coinvolge almeno il 25% dell’intera popolazione.
L’uso di dosi discriminanti di farmaco può aumentare la sensibilità, ma si tratta di approcci complessi e costosi, raramente fattibili
in campo.
Le tecniche molecolari sono più sensibili ma, oltre ad essere costose, sono per lo più disponibili per i benzimidazoli e sono
utilizzate soprattutto a scopo di ricerca
Sebbene nuove molecole ad attività antielmintica, anche contro i ceppi
farmaco-resistenti, siano state recentemente scoperte (vedi derivati
dell’amino-acetonitrile, AADs)
essenziale adottare strategie di controllo, soprattutto nell’allevamento
dei piccoli ruminanti, che riducano l’impiego degli antielmintici al fine
di rallentare l’insorgenza e la diffusione della farmaco-resistenza
Preferire razze naturalmente resistenti o tolleranti alle infestazioni da
elminti
Utilizzare funghi nematofagi che sono in grado di intrappolare nelle
feci le larve schiusesi dalle uova, diminuendo la contaminazione
del pascolo
Aumentare l’apporto nella dieta di proteine biopassanti il rumine o di
foraggi ricchi in tannini condensati per aumentare l’apporto
proteico all’intestino e facilitare l’acquisizione di immunità
Pascolamento periodico su prati ricchi in essenze dotate di
proprietà antielmintiche naturali (tannini)
Alternanza sul pascolo di ruminanti e monogastrici (es: piccoli
ruminanti ed equini)
Utilizzare, quando possibile, vaccini che possono ridurre l’impiego
di farmaci antielmintici
• Utilizzare gli antielmintici moderatamente
consentirà di ridurre la pressione di selezione per l’ulteriore
sviluppo della resistenza agli antielmintici. Un efficace
monitoraggio dell’emissione delle uova parte integrante di
questo approccio
• Utilizzare in modo efficace gli antielmintici
controllare regolarmente i dispositivi di somministrazione e
applicare tecniche corrette di somministrazione al fine di
massimizzare l’efficacia del farmaco. Somministrare il farmaco
alla dose raccomandata rapportandola a quella del soggetto
più pesante del sottogruppo
• Monitorare l’antielmintico resistenza
Essenziale assicurarsi dell’efficacia del farmaco somministrato
• valutare a livello aziendale la presenza di farmacoresistenza
nei confronti di ciascuna famiglia di antielmintici
• Utilizzare un antielmintico appropriato.
In alcune situazioni è possibile raggiungere l’obiettivo utilizzando un
antielmintico specifico, closantel nelle infestazioni monospecifiche
sostenute da H. contortus e o F. hepatica evitare l’utilizzo di un
antielmintico ad ampio spettro, al fine di ridurre la pressione di
selezione per una famiglia di antielmintici.
• La rotazione delle famiglie antielmintici utile, soprattutto quando la
resistenza ai lattoni macrociclici è assente od è ad un livello molto
basso. Questa strategia avrà un’efficacia minima nei casi in cui la
resistenza multipla si sia stabilita saldamente
• Efficaci procedure di quarantena
Trattare in modo efficace tutti gli ovini e i caprini di nuova immissione
per impedire di nematodi antielminticoresistenti
Strategie per mantenere la sensibilità dei nematodi
Obiettivo: abbassare la pressione di selezione per lo sviluppo della resistenza, che si
verifica quando gli ovini trattati e spostati in pascoli a bassa contaminazione, o
quando vengano trattati animali immuni.
1) non spostare immediatamente ovini trattati su pascoli con bassa contaminazione,
in modo che nessun nematode sopravvissuto al trattamento possa essere disperso in
un elevato numero di parassiti più sensibili.
Ritardando lo spostamento dopo il trattamento da un pascolo infestato, consente
loro reinfestarsi leggermente e quindi di spostarli su un pascolo “pulito”.
2) lasciare una percentuale (circa il 10%) del gregge non trattata in modo che alcuni
animali eliminino uova causando una bassa contaminazione pascolo. Vi è un
bilanciamento tra la potenziale riduzione della selezione per la resistenza ed una
certa diminuzione di produttività.
Strategie che riducono la dipendenza da antielmintici
La gestione integrata del pascolo riduce l’esposizione alle larve infestanti, e quindi
diminuiscono gli effetti negativi dell’infestazione sulla produttività, pur permettendo
una sufficiente esposizione atta a indurre una certa immunità acquisita.
RESISTENZA AGLI INSETTICIDI/ACARICIDI
I moderni insetticidi/acaricidi sono altamente efficaci nella terapia delle
infestazioni da ectoparassiti, ma possono esercitare una forte pressione
selettiva nello sviluppo di resistenze.
Il fenomeno può ridurre l’efficacia del trattamento e richiedere trattamenti più
frequenti o aumenti della dose con conseguente aumento dei costi e
dell’impatto ambientale.
Due sono le principali variabili che determinano il tasso al quale la resistenza
è probabile si diffonda nella popolazione:
il meccanismo che ne determina l’ereditarietà e la forza della pressione
selettiva (la percentuale di individui suscettibili che sopravvivono a ogni
generazione).
In generale, la resistenza si diffonde più rapidamente in una popolazione
quando il carattere è ereditato come singolo allele dominante e la pressione
selettiva è alta (la percentuale di individui che sopravvivono e si riproducono
è molto bassa).
Anche nel caso degli ectoparassiticidi, quando un popolazione parassitaria
sviluppa resistenza a un determinato farmaco, la resistenza si manifesta anche
nei confronti degli altri farmaci dello stesso gruppo, che ne condividono il
meccanismo d’azione.
Questo fenomeno, noto come class-resistance, si manifesta con particolare
frequenza nelle popolazioni di parassiti resistenti agli organofosfati, carbamati e
piretroidi
In alcuni casi, possono svilupparsi resistenze nei confronti di più gruppi di
composti.
Il fenomeno è conosciuto come “resistenza crociata” e può portare a selezionare
popolazioni parassitarie non più controllabili con l’uso di insetticidi/acaricidi
chimici.
Nel complesso, la resistenza nei parassiti esterni non sembra così grave e diffusa
rispetto a quanto si osserva nei confronti degli endoparassiti.
tre principi fondamentali da mettere in atto per ridurre lo sviluppo di resistenza:
tre principi fondamentali da attuare per ridurre lo sviluppo di
resistenza:
Interventi di saturazione: prevedono trattamenti intensivi e frequenti al fine di
non lasciare assolutamente nessun sopravvissuto; l’approccio è molto
efficace quando il gene resistente è dominante e la popolazione target e di
piccole dimensioni, isolata o confinata in un determinato ambiente.
Interventi moderati: prevedono interventi limitati al minimo necessario per
ridurre la popolazione a un livello accettabile; l’approccio è indirizzato a
non eliminare mai gli individui con geni suscettibili dalla popolazione
parassitaria. L’approccio è più efficace quando i caratteri di suscettibilità
sono dominanti rispetto a quelli di resistenza.
Interventi ad attacchi multipli: si basano su controlli tattici che agiscono in
modo differente; rotazione di insetticidi con diverso meccanismo d’azione
o alternanza di prodotti chimici con metodi di controllo non chimici; in tal
modo la popolazione parassita è esposta a pressioni selettive che cambiano
da una generazione all’altra.
La scelta della strategia dipende dal tipo di parassita, dalla situazione
epidemiologica e dalla tipologia di allevamento
I parassiti permanenti o specie altamente specie-specifiche e che trascorrano
lunghi periodi nell’ospite e che abbiano tassi di trasmissione relativamente bassi
quali gli ipodermi, gli estri e i gasterofili, sono suscettibili a interventi coordinati
di saturazione dato che l’intera popolazione parassitaria può essere colpita
simultaneamente e rimossa.
In generale, comunque, per la maggior parte degli ectoparassiti sono consigliati
interventi moderati o ad attacchi multipli.
Osservare scrupolosamente le istruzioni del produttore
gli apparati utilizzati per il trattamento siano calibrati e funzionino in modo
corretto
RESISTENZA AGLI ANTIPROTOZOARI
Il continuo uso di questi farmaci ha portato a fenomeni di resistenza anche nei
confronti dei protozoi.
L’esempio migliore è probabilmente quello rappresentato dagli anticoccidici
Il controllo delle coccidiosi aviarie si basa in larghissima parte sull’uso di
chemioterapici e gli animali sono trattati per tutto il periodo di crescita con
anticoccidici nella dieta.
L’utilizzo di mangimi medicati è una tecnica conveniente e relativamente poco costosa
e rende possibile l’allevamento di un elevato numero di polli in condizioni intensive.
Tale tecnica, applicata per l’intero ciclo vitale dell’ospite, ha fatto si che pochi
parassiti si possano sottrarre all’effetto del farmaco.
I parassiti a loro volta sono esposti all’azione del farmaco per l’intero ciclo di vita e lo
sviluppo di resistenze è inevitabile.
Come per altri parassiti, è molto probabile che i meccanismi di resistenza siano
dovuti a modificazioni del recettore target e la sua sensibilità all’azione inibitoria
diminuita.
I composti con simile meccanismo d’azione spesso presentano resistenza crociata che
deve essere distinta dalla resistenza multipla che coinvolge farmaci con diverso
meccanismo d’azione.
E’ stato inoltre osservato che parassiti resistenti a dosi raccomandate di farmaco
sono suscettibili a dosaggi superiori.
La resistenza contro dosi più elevate può comunque stabilirsi molto rapidamente.
L’uso di dosi superiori a quelle raccomandate deve dunque essere limitato a brevi
periodi e comunque evitato per i farmaci che possono manifestare effetti tossici.
Ceppi resistenti possono selezionarsi quando il farmaco è
usato a concentrazioni inferiori a quelle raccomandate.
E’ quindi necessario mantenere adeguati livelli di farmaco
per ridurre il rischio di selezione di parassiti resistenti.
Quando possibile, un minor ricorso al farmaco è sempre
desiderabile dato che la selezione di geni di resistenza
insorge più rapidamente con l’aumento della frequenza
dei trattamenti.
Un buon controllo può essere raggiunto nei pollai anche
con trattamenti intermittenti.
Tali strategie non sono però accettabili nell’industria del
pollame per insufficienti incrementi ponderali e altri effetti
sulla produzione.
Il controllo delle coccidiosi continuerà probabilmente a basarsi sull’impiego
di
chemioterapici
fino
a
quando
approcci
alternativi,
quali
l’immunoprofilassi, diventeranno realtà.
Al momento, nuovi farmaci hanno sostituito i vecchi, nei cui confronti si
sono sviluppati fenomeni di farmacoresistenza.
Tale situazione non può durare a lungo ed è necessari mettere in campo
strategie finalizzate ad ottimizzare l’impiego dei farmaci esistenti.
L’alternanza di coccidiostatici con diverso meccanismo d’azione è stato più
volte auspicato nell’industria del pollo, ma per lo più e stato applicato su
base empirica e non scientifica.