Encyclopédie Médico-Chirurgicale – I – 20-005-A-20 I – 20-005-A-20 Sviluppo dell’orecchio esterno JB Charrier M Catala EN Garabédian Riassunto. – La formazione del padiglione intorno alla prima fessura ectodermica branchiale è il risultato della coalescenza di gemme mesenchimali, i follicoli di His, durante il terzo e quarto mese di sviluppo intrauterino. Anche se la cartografia precisa di ogni follicolo non è mai stata stabilita, si ritiene che ogni padiglione auricolare sia un marker qualitativo e quantitativo dello sviluppo del primo e del secondo arco branchiale. © 2003 Elsevier SAS. Tutti i diritti riservati. Parole chiave: orecchio esterno, embriologia, padiglione, condotto uditivo esterno, anulus timpanico. Introduzione La formazione degli elementi costitutivi dell’orecchio esterno ha origine dallo sviluppo dell’apparato branchiale che recentemente è stato motivo di studio [2]. L’embriogenesi dell’orecchio esterno comprende lo studio della formazione del padiglione e del condotto uditivo esterno (CUE) cartilagineo e osseo che rappresenta la struttura di sostegno esterna della membrana timpanica, la quale rappresenta il confine anatomico tra l’orecchio interno e quello medio. Il padiglione e il condotto cartilagineo derivano dai due primi archi branchiali; il loro sviluppo, infatti, è in stretta correlazione. Il condotto osseo ha origine dall’osso timpanico, un cilindro osseo incompleto a ossificazione membranosa. I dati ottenuti con lo studio dell’embriogenesi animale descrittiva e sperimentale permettono una migliore previsione delle malformazioni umane e sottolineano la complementarietà dell’approccio embriologico e clinico. Gli Autori si occuperanno inizialmente dell’embriologia descrittiva classica dell’orecchio, poi dei dati recenti riguardanti lo sviluppo dell’orecchio esterno, ottenuti grazie agli studi di embriologia sperimentale realizzati nei vertebrati. Sviluppo dell’orecchio esterno nell’uomo Da un punto di vista embriologico, l’orecchio interno e medio derivano dal primo e secondo arco brachiale, dalla prima fessura ectodermica e dalla prima sacca endodermica, mentre l’orecchio Jean-Baptiste Charrier: ORL, assistant hospitalier de recherche AP-HP/CNRS, Institut d’embryologie cellulaire et moléculaire du CNRS et du Collège de France, 49 bis, avenue de la Belle Gabrielle 94736 Nogentsur-Marne, France. Martin Catala: Professeur des Universités, praticien hospitalier. Laboratoire d’histologie et embryologie / UMR CNRS 7000, Faculté de Médecine Pitié-Salpêtrière, Université Paris 6, 105, Bd de l’Hôpital, 75634 Paris cedex 13, France. Eréa-Noël Garabédian: Professeur des Universités, praticien hospitalier. Service d’ORL pédiatrique, Hôpital Armand Trousseau, 26, rue du Docteur-Arnold-Netter, 75012 Paris et Faculté de Médecine Saint Antoine, Université Paris 6 Paris, France. interno si forma della vescicola otica. Il primo arco, da cui ha origine la parte inferiore del viso, si divide in due segmenti, cefalico (arco mascellare) e caudale (arco mandibolare), sostenuti rispettivamente dalle cartilagini pterioidee di Meckel e innervate rispettivamente dai nervi mascellari (V2) e mandibolari (V3). Il secondo arco corrisponde alla cartilagine di Reichert innervata dal nervo facciale. Il primo segno dello sviluppo delle orecchie è la comparsa dell’abbozzo del placode otitico che avviene durante il 21o giorno di sviluppo embrionale. Questa placca, di forma circolare, si incurva gradualmente al centro, portando alla formazione di una depressione, quindi di una sfera, la vescicola, che si stacca dall’ectoderma nel 28o giorno per formare il labirinto membranoso e i neuroni sensitivi del nervo VIII. La tuba di Eustachio, le cavità dell’orecchio medio e le cellule mastoidee si sviluppano a partire dal recesso tubotimpanico che ha origine dalla prima sacca endodermica. L’orecchio esterno si sviluppa intorno alla prima fessura ectodermica branchiale, confine tra il primo arco (mandibolare) e il secondo arco (ioide) (fig 1A). Una grossa porzione delle strutture dell’orecchio esterno deriva dal mesectoderma, sottopopolazione formatasi dalla cresta neurale che migra a partire dai cuscinetti neurali del romboencefalo. Questa popolazione cellulare partecipa alla formazione dello scheletro craniofacciale, in particolare il contingente membranoso dell’osso timpanico, ma anche le blastemesi cartilaginee della parte inferiore del viso. PADIGLIONE His (1885) fu il primo a realizzare uno studio istologico preciso circa lo sviluppo embrionale del padiglione umano. I primi segni dello sviluppo del padiglione sono visibili a partire dal 33o giorno di sviluppo intrauterino (E33 che corrisponde allo stadio 15 di Carnegie [10]). I follicoli di His, noduli mesenchimali, si formano sui margini dorsali della prima fessura ectodermica branchiale, sono per convenzione numerati da 1 a 6 in senso orario (fig 1B). I follicoli 1, 2 e 3 si formano sul bordo caudale del 1o arco, mentre i follicoli 4, 5 e 6 sul bordo cefalico del 2o arco. Nel 44o giorno (stadio 18 di Carnegie), i noduli hanno raggiunto le loro massime dimensioni e poi iniziano un movimento di migrazione e di fusione. Inizialmente posto in posizione ventrale e paramediana, il padiglione compie Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Charrier JB, Catala M e Garabédian EN. Sviluppo dell’orecchio esterno. Encycl Méd Chir (Elsevier SAS, Paris, tutti i diritti riservati), Otorinolaringoiatria, 20-005-A-20, 2003, 3 p. Sviluppo dell’orecchio esterno I – 20-005-A-20 Otorinolaringoiatria * A * B 1 A. Immagine di profilo di un embrione umano di 5 settimane di sviluppo. A livello del collo, gli archi brachiali sono visibili. AB1: primo arco branchiale; AB2: secondo arco branchiale. B. Vista di tre-quarti di un embrione umano che mostra lo sviluppo dei sei follicoli da una parte e dall’altra della prima fessura ectobranchiale . 1. Occhio ; 2. follicoli. successivamente un movimento di ascesa dorsale e craniale concomitante alla crescita degli archi che lo sostengono. Il contributo rispettivo di ogni follicolo nel padiglione definitivo deve essere ancora ben definito. Lo studio dell’evoluzione di una popolazione cellulare deve basarsi su lavori sperimentali, che consistono nell’osservare la popolazione in questione e nel seguire le varie fasi del suo sviluppo. I lavori speculativi che si occupano dello studio degli embrioni in stadi successivi non possono, in alcun caso, essere attendibili. Le tecniche classiche di marcatura cellulare e di studio dell’evoluzione a lungo termine di un tessuto sono state sviluppate negli anfibi e negli uccelli, solo per citare le specie vertebrate. In effetti, né gli anfibi né gli uccelli possiedono un padiglione e ciò rende impossibile lo studio dell’organogenesi di questa struttura in tali specie. Tutto ciò spiega il fatto che i dati embriologici umani sono ancora poco attendibili e devono essere trattati con cautela. Gli Autori ritengono, infatti, che è sufficiente che i lettori interessati confrontino le cartografie riprodotte nei libri di embriologia perché prendano coscienza del problema. Ciò non toglie che il padiglione auricolare sia una struttura che deriva dai due primi archi branchiali. Anche se non è stata ancora definita la cartografia precisa di ogni follicolo, si ritiene che ogni padiglione auricolare sia un segnale qualitativo e quantitativo dello sviluppo del primo e secondo arco branchiale. Più la malformazione è precoce, più l’otite microscopica è grave e il padiglione é situato in posizione ventrale e caudale. Alla 20a settimana di sviluppo, il padiglione ha ormai raggiunto la sua forma definitiva. Tuttavia, la crescita del padiglione continua dopo la nascita, soprattutto in senso verticale, fino a un’età compresa tra i 7 e i 10 anni [3]. Sono molte le anomalie del padiglione auricolare descritte (vedi [1] per una rassegna). I difetti più gravi dello sviluppo formano il complesso otodisplasia/anotia. In questo quadro, bisogna notare che un maggiore danneggiamento dello sviluppo del padiglione auricolare (fig 2) è sempre accompagnato da un’atresia del condotto uditivo esterno e, nel 75% dei casi, da un’ipoplasia mandibolare [1]. Questa associazione malformativa non deve sorprendere, in quanto queste strutture derivano dagli stessi nuclei. D’altra parte, si possono individuare delle sindromi genetiche, che sarà opportuno analizzare: sindromi di Treacher-Collins, di Goldenhar, Branchio-Oto-Renale (sindrome BOR). 2 2 Aplasia maggiore di orecchio destro. CONDOTTO UDITIVO ESTERNO È curioso constatare che, nei testi moderni di embriologia, il CUE è considerato il più delle volte come il residuo della prima fessura ectodermica branchiale che si è allungata in seguito al contatto con l’endoderma al momento della crescita della regione cervico-cefalica. Tuttavia, lo sviluppo del CUE è un processo che differisce dalla formazione degli archi branchiali (che si formano tra E22 ed E24). In effetti, i primi segni di sviluppo del CUE sono visibili solo a partire dallo stadio 17 di Carnegie (E41) [8]. Lo sviluppo del CUE è un procedimento complesso che può essere diviso in due fasi principali: la formazione dei meati uditivi primari e quella dei meati uditivi secondari [7, 8]. Il meato acustico primario si sviluppa nella prima fessura ectodermica tramite la proliferazione cellulare ectodermica, che forma una placca epiteliale definita tappo meatale. Dopo 10 settimane di sviluppo, la parte mediale del tappo si allarga assumendo la forma di disco, in modo tale che nel piano orizzontale il meato abbia una forma a stivale, con il collo del piede stretto e una suola che si estende ampiamente per formare la futura membrana timpanica sulla parete mediale. Allo stesso tempo, la parte esterna del tappo inizia a riassorbirsi. Dopo 13 settimane, la parte più profonda del disco è in contatto con l’abbozzo del martello ed é pronta a contribuire alla formazione della membrana timpanica. Nel feto di 15 settimane, la parte più profonda del disco si divide, lasciando una membrana timpanica esterna composta da un sottile strato di cellule epiteliali ectodermiche immature, mentre la parte più esterna va assottigliandosi per formare il meato uditivo secondario o futuro canale osseo. Questa tappa dello sviluppo, anche denominata ricanalizzazione del meato, potrebbe implicare una morte cellulare rilevante. Il riassorbimento delle cellule epiteliali avviene in senso mediolaterale. Il collo del piede dello stivale segna allora il confine tra meati uditivi primari e secondari. Dopo 16,5 settimane, il condotto uditivo è già ben definito, anche se la sua apertura è ancora stretta e incurvata. È nel feto di 18 settimane che il meato ha raggiunto il suo aspetto definitivo. Alcune forme di colesteatomi congeniti sono associati a una atresia del CUE e potrebbero derivare da un arresto della canalizzazione del tappo meatale al momento della formazione del meato uditivo secondario. Se il processo di ricanalizzazione si interrompe prematuramente, è allora possibile osservare la coesistenza di una membrana timpanica e di un condotto osseo normali, con un condotto membranoso atresico. Questa situazione predispone alla formazione di un colesteatoma del canale, con assenza di evacuazione delle squame, mentre la parte mediana del canale osseo continua a desquamarsi. Otorinolaringoiatria Sviluppo dell’orecchio esterno Anche se il CUE cartilagineo resta in continuità con la cartilagine del padiglione formando una struttura unica, non è ancora noto precisamente se la cartilagine del meato ha origine dai follicoli o se si sviluppa dal mesenchima del solco ectobranchiale. Inoltre, il primo follicolo, che potenzialmente forma il trago, sembra svilupparsi indipendentemente dalle strutture adiacenti e fondersi in parte con gli abbozzi cartilaginei circostanti. Ciò potrebbe spiegare la presenza dell’incisione di Santorini che separa il trago dal resto del padiglione. Contributi dell’embriologia sperimentale Gli Autori hanno precedentemente fatto riferimento al principio di ricanalizzazione del CUE. Alcuni autori giapponesi si sono interessati allo sviluppo del condotto uditivo nel topo. Lo studio ha dimostrato che l’apoptosi o morte cellulare programmata interviene nella formazione della placca epiteliale, ma paradossalmente, è presente solo in casi rarissimi della ricanalizzazione del meato uditivo. Solo la differenziazione delle cellule ectodermiche in cellule cheratinizzate sarebbe implicata nel meccanismo di ricanalizzazione [9]. Nel topo, è possibile annientare selettivamente un gene con una tecnica di ricombinazione omologa in cellule ES (cellule staminali embrionali). Si può allora generare un ceppo di topi che non presenta una determinata proteina e studiare le conseguenze di tale mancanza. Questa tecnica è nota con il nome di invalidazione genetica per ricombinazione omologa, o meglio conosciuta con il termine di knock-out. Diversi ceppi di ratto generati in questo modo presentano uno scarso sviluppo del padiglione auricolare (vedi [4] per una rassegna). Per quanto riguarda lo sviluppo del CUE, gli studi sperimentali hanno dimostrato una totale correlazione fra la formazione del meato acustico esterno e quella dell’anello timpanico, che sostiene I – 20-005-A-20 la membrana timpanica. Il ceppo murino il cui gene Hoxa2 è stato invalidato presenta una duplicazione parziale degli elementi proveniente dal primo arco branchiale e una scomparsa degli elementi generati dal secondo arco branchiale. In tali condizioni, è stata notata una duplicazione dell’anello timpanico e del CUE [5]. In caso di invalidazione genetica del gene Prx1 o del gene Goosecoid, è stata individuata un’agenesia del CUE [6]. Nel complesso, l’analisi di mutanti murins che interessa lo sviluppo del CUE dimostra che l’assenza dell’anello timpanico in caso di mancata formazione del CUE è costante. L’anello timpanico è una struttura ossea che si sviluppa a scapito delle cellule provenienti dalla cresta neurale e che porta secondariamente alla formazione dell’osso timpanico secondo una modalità di ossificazione membranosa. Nel caso del topo Hoxa2-/- , oltre alla duplicazione del condotto esiste anche una duplicazione dell’anello timpanico. Questi risultati hanno portato a elaborare il postulato secondo il quale la formazione dell’anello timpanico e del condotto sarebbero legate e le cellule che formano l’anello timpanico indurrebbero alla formazione del CUE [5]. Inoltre, l’analisi dei topi nei quali il CUE non si forma mostra che il manico del martello è ipoplasico, il che suggerisce che il CUE induca la formazione di questa regione del martello [6]. Esiste dunque una successione di eventi che spiegano la formazione degli elementi dell’orecchio esterno e medio: l’anulus timpanico porta alla formazione del CUE, che a sua volta induce la formazione del manico del martello. È importante conoscere una tale sequenza di eventi, al fine di decifrare le malformazioni umane e di determinare ciò che rappresenta un evento primario di una conseguenza secondaria. Da un punto di vista embriologico, l’inizio dello sviluppo dell’orecchio esterno è inscindibile da quello dello sviluppo dell’orecchio medio, ma anche di tutte le strutture vicine. Questa integrazione da parte del medico è indispensabile per una buona gestione delle malformazioni dell’apparato uditivo e ogni malformazione dell’orecchio esterno (aplasia grave) deve sistematicamente far ricercare delle anomalie degli ossicini. Indice bibliografico [1] Carey JC. External ear. In : Stevenson RE, Hall JG, Goodman RM eds. Human malformations and related anomalies. Volume 2. Oxford University Press, 1993 : 193-219 [2] Catala M, Grapin-Botton A, Garabédian EN. Arcs branchiaux : aspects normaux et pathologiques. Encycl Méd Chir (Éditions Scientifiques et Médicales Elsevier SAS, Paris), Oto-rhino-laryngologie, 20-850-A-10, 2000 : 1-15 [3] Farkas LG, Posnick JC, Hreczko TM. Anthropometric growth study of the ear. Cleft Palate Craniofac J 1992 ; 29 : 324-329 [4] Fekete DM. Development of the vertebrate ear: insights from knockouts and mutants. Trends Neurosci 1999 ; 22 : 263-269 [5] Mallo M, Gridley T. 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