56 Circuits Martedì 11 Luglio 2006 ■ ■ Data mining Le soluzioni che permettono di classificare e prevedere i comportamenti degli utenti. Per migliorare il business I rabdomanti del database Le informazioni sui propri clienti possono diventare un asset prezioso. Gli operatori telefonici, come Fastweb e 3 Italia, le usano per prevenire le fughe verso i concorrenti, le banche e le assicurazioni per ridurre i rischi, il portale Msn per migliorare servizi e pagine web di Isabella Naef I ntuito, senso per gli affari, un fiuto degno di un segugio per anticipare le tendenze della clientela restano la conditio sine qua non per farsi un nome sul mercato. Ma senza soluzioni di data mining, quelle soluzioni basate su sofisticati modelli statistici che permettono di classificare, studiare e prevedere i comportamenti degli utenti, è piuttosto difficile fare grandi numeri. Non è un caso che le tecniche di data mining, letteralmente estrazione da una miniera di dati, siano utilizzate soprattutto dalle aziende che operano nel settore delle telecomunicazioni e della finanza. Se colossi come Telecom Italia fanno sapere di non essersi ancora cimentati con software di questo genere e di continuare ad affidarsi «a tradizionali strumenti di marketing», operatori come Fastweb, Vodafone e 3 non fanno un mistero di servirsene. «Abbiamo investito molto in business intelligence», spiega Federico Giannini, responsabile aree business intelligence it, marketing and sales per Fastweb, «ci sono una trentina di persone che se ne occupano, tre di queste seguono esclusivamente il data mining. Utilizziamo queste soluzioni per verificare eventuali anomalie della rete e per individuare con largo anticipo eventuali necessità ed esigenze sul fronte delle risorse it». Utili per segmentare la clientela e per prevenirne con il dovuto anticipo gli abbandoni, le soluzioni di data mining sono utilizzate sia da Vodafone, che impiega dieci persone solo per questa attività, sia dall’operatore di videofonia 3. «Non è una novità il fatto che esista un ciclo di vita del cliente: noi dobbiamo intervenire non appena ci accorgiamo che i comportamenti dell’utente manifestano qualche segnale di disaffezione», dice Andrea Gualtieri, direttore marketing consumer di 3 Italia. Dall’altro lato, invece, le tecnologie di data mining, a ridosso delle frequenti campagne e promozioni dell’azienda, analizzano le risposte delle clientela e offrono report di analisi efficaci al fine di individuare nuove offerte mirate e tarate sull’esigenza dell’utente. «In altri casi, per esempio quando rileviamo che il cliente utilizza con una certa assiduità il servizio di videofo- Massimo San Giuseppe (Qlikview Italia) Vincenzo Tedeschi (IWBank) nia, cerchiamo di coccolarlo regalandogli minuti di conversazione gratis», aggiunge Gualtieri. Un’altra soluzione fondamentale per l’operatore è costituita dai web-tool di profilazione e segmentazione target delle campagne sms e mms. Anche in questo caso i modelli statistici su cui si basano i software sono in grado di rilevare chi ha letto il messaggio di promozione, chi lo ha cancellato senza aprirlo e chi è andato al link indicato nel mms. Del resto, «prevenire è meglio che curare e il data mining soprattutto nel campo delle telecomunicazioni serve a questo», sottolinea Daniele Vanzanelli, partner di Reply Consulting. Altri grandi utilizzatori del data mining, proprio per la capacità dell’algoritmo di analizzare vasti campioni di dati allo scopo di identificare interessanti regolarità e, quindi, anche gli scostamenti da queste ultime, sono le assicurazioni. La gestione del rischio, infatti, è facilitata da modelli statistici capaci di evidenziare gli atteggiamenti anomali e di prevedere con alti margini di sicurezza il verificarsi di determinati eventi e di frodi. «Ovviamente per utilizzare questo tipo di strumenti sono necessarie anche competenze statistiche e risorse cospicue in termini economici. La manutenzione dei modelli non è così facilmente fruibile, le applicazioni vanno adattate nel tempo, vanno fatte crescere, è un po’ come avere un figlio», scherza il partner di Reply. Prendendo in considerazione un periodo di tre anni, si può parlare di investimenti in hardware e software compresi tra 0,5 e 1 milione e di una cifra all’incirca analoga per la definizione dei modelli e la consulenza necessaria alla realizzazione del progetto. Un impegno cospicuo che, però, dà i suoi frutti: «Noi investiamo in business intelligence e data mining circa il 6-7% del budget Massimiliano Maggi (Linea) Circuits Martedì 11 Luglio 2006 it», afferma Massimiliano Maggi, responsabile sistemi informativi di Linea, società finanziaria di credito i cui azionisti di riferimento sono Banco Popolare di Verona e Novara, Banca Popolare di Vicenza e Banca Popolare di Sondrio. Sbagliare, ovvero continuare a erogare finanziamenti a un cattivo pagatore può essere fatale per realtà di questo tipo: ecco perché le soluzioni di data mining e la possibilità di effettuare previsioni e simulazioni divengono fondamentali per restare sul mercato. La società ha scelto il fornitore Sas per automatizzare il processo di valutazione delle pratiche di finanziamento in base alla rischiosità. Nel 2004, infatti, il top management ha dato vita a una riorganizzazione ed è stata creata ex-novo una vicedirezione generale credito e rischi, in cui sono state concentrate tutte le funzioni di gestione e di monitoraggio sia del processo del credito, sia del risk management. I criteri utilizzati per concedere un finanziamento vengono definiti dal risk management e sono continuamente rivisti e modificati sulla base di evidenze derivanti da una serie di analisi effettuate con sistemi predittivi di tipo statistico. Queste analisi permettono di individuare, sulla base dei parametri di entrata che la caratterizzano, la cosiddetta probabilità di default, ovvero di insolvenza di una pratica, e se questa è elevata, di fare in modo che il finanziamento non sia concesso. «La decisione di realizzare un avanzato sistema di risk management rientra in un progetto più ampio il cui obiettivo è quello di sviluppare modelli di compliance con le normative Ias39 e Basilea II che tengano conto del rischio di credito collegato all’attività di Linea», osserva Maggi. I dati più importanti, quelli che vanno ad alimentare l’algoritmo di data mining, invece, per un’altra azienda del settore finanziario come IWBank sono quelli relativi alle transazioni. «Siamo facilitati in questa operazione poiché offriamo esclusivamente un servizio via web e tutto ciò che fa il cliente è tracciato», racconta Vincenzo Tedeschi, responsabile relazioni esterne della banca del Gruppo Bpu specializzat a n e l tra- Luciana Franciosi (Piaggio) 57 La Vespa è più affidabile con Atos Origin Un progetto finalizzato all’analisi degli interventi in garanzia per profilare l’affidabilità dei componenti, correlare le difettosità al profilo d’uso dei mezzi e, infine, incrementare l’affidabilità dei prodotti e dei servizi per liberare risorse da destinare allo sviluppo di servizi post vendita. Questo, come spiega Luciana Franciosi, responsabile qualità e customer management corporate di Piaggio, l’obiettivo che ha portato il gruppo di Pontedera alla realizzazione di un progetto di data mining con il supporto di Atos Origin. «A oggi è stato predisposto un datawarehouse in cui sono stati raccolti tutti i dati sui clienti, sul parco installato, sulle gading. Quello che interessa al management è il tipo di operazioni effettuate dal cliente, gli strumenti utilizzati e i mercati presi di mira: il tutto per lanciare nuovi servizi, migliorare quelli esistenti e realizzare un’offerta Fabio mirata. «Grazie alle Agostini soluzioni di data mi(Atos Origin) ning, il cui investimento si aggira grosso modo intorno al 5% del budget it, da un mese i nostri clienti hanno la possibilità di negoziare direttamente le opzioni sui titoli azionari Usa, un’offerta messa a punto dopo un’analisi dei comportamenti e delle propensioni di acquisto», aggiunge Tedeschi. Puntano a migliorare l’interfaccia e i contenuti le analisi e i monitoraggi del comportamento degli utenti effettuate da Msn. «Analizzare in modo anonimo e totalmente rispettoso della privacy dei consumatori il comportamento di decine di milioni di utenti costituisce un’opportunità unica per migliorare la qualità dei nostri servizi e del contenuto», spiega Stefano Maruzzi, strategy director Msn media network international. Le soluzioni di data mining, in questo caso, sono state realizzate ad hoc poiché era impossibile rispondere alle esigenze conoscitive dell’intero network e dei singoli mercati che lo compongono. «Vista la mole di utenti, è possibile costruire cluster comportamentali utili per derivare trend, atteggiamenti, preferenze e modalità d’uso. Da queste analisi prendiamo costantemente spunto per migliorare l’interfaccia utente dei ranzie e sugli interventi. Sono in fase di sperimentazione e prototipizzazione i tool di mining da utilizzare e sono in fase di analisi i report istituzionali in cui verranno inseriti i livelli di affidabilità per prodotto, area, fascia di clienti», dice Franciosi. Il mining verrà utilizzato in una prima fase per esplorare il bagaglio di informazioni oggi disponibili, mentre il secondo step sarà di utilizzarlo per clusterizzare clienti e prodotti in modo da individuare i segmenti a rischio. «Il terzo sarà infine di analizzare ogni singola richiesta e attribuirle uno scoring in modo da caratterizzare l’intervento in funzione del profilo d’uso, determinare la probabilità che sia un intervento a regola d’arte e utilizzare questa informazione direttamente nel sistema di nostri servizi sottoponendo la home page e altre porzioni del sito a continui rinnovamenti e miglioramenti», dice Maruzzi. In particolare, in questo periodo Msn sta sviluppando soluzioni atte a ottimizzare i criteri di visualizzazione dei messaggi pubblicitari in relazione alle preferenze, comportamenti e possibili necessità di fasce di consumatori. «Si tratta di un lavoro con possibili impatti non trascurabili sui risultati del business, data la rilevanza e la costante crescita degli investimenti sul web. Rendere più mirata la comunicazione ritagliandola sulle specifiche esigenze del singolo è da sempre un obiettivo per chi si occupa di pubblicità», conclude il manager. Un obiettivo che è possibile centrare solamente attraverso soluzioni di data mining, «in quanto Federico Giannini si tratta di una tecnolo(Fastweb) gia che permette di superare una delle più grosse limitazioni di una soluzione di business intelligence, ovvero il fatto di lavorare solo su dati storici, quelli contenuti nel datawarehouse», afferma Michele Zoppi, product manager Sql server e integration server di Microsoft. Le soluzioni di data mining, e risiede qui gran parte del loro valore aggiunto, permettono di andare a capire se, all’interno di questi dati, esistono dei pattern, dei percorsi ricorrenti e, Daniele Vanzanelli (Reply Consulting) gestione delle garanzie», afferma Fabio Agostini, responsabile della delivery unit che in Atos Origin si occupa di business intelligence. In pratica, l’applicazione registra e correla tutte le informazioni sul cliente, sulla geografia, ossia regione, provincia e città, caratteristiche orografiche, sul prodotto, sul difetto e sulla rete di assistenza. «Attualmente il sistema è stato rilasciato agli utenti dei servizi after sales per le prime analisi e validazioni dei dati di base e dei modelli di analisi e mining. In futuro verrà integrato stabilmente con i sistemi di datawarehouse e business intelligence e verrà collegato al sistema di gestione garanzie», conclude il manager di Atos Origin. quindi, di fare previsioni in base alle serie storiche accumulate. Ecco perché tra gli habitué ci sono anche diverse realtà della grande distribuzione. Telecomunicazioni, assicurazioni e banche, però, fanno la parte del leone. Ed è proprio una banca, il Mediocredito Trentino Alto Adige, al centro di uno degli ultimi progetti di data mining realizzato da Qlikview Italia. Come spiega Massimo San Giuseppe, presidente e amministratore delegato del fornitore di tecnologia, la banca, specializzata nel sostegno e nella promozione delle attività economiche delle piccole e medie imprese, dopo aver completato la fase di predisposizione del data warehouse e dei modelli matematici di calcolo aveva la necessità di poter visualizzare e analizzare le informazioni in modo flessibile. Esigenze che sono state soddisfatte grazie a uno strumento che ha reso intuitiva la consultazione pur mantenendo la potenza necessaria per consentire analisi mirate e destrutturate in tempo reale, con potenzialità avanzate data mining. Per Leo Nicolussi Paolaz, servizio pianificazione finanziaria e controllo di gestione di Mediocredito Trentino Alto Adige, «dal punto di vista squisitamente tecnico il prodotto è risultato valido soprattutto per la potenza del motore di importazione dei dati e la logica associative query logic sottostante e per le funzioni di analisi e trattamento delle informazioni». (riproduzione riservata)