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LA VITA IN CRISTO
San Paolo conia l’espressione “in Cristo” per indicare l’unione dei cristiani con Cristo e
mostrare come questi sono trasferiti nella vita stessa di Cristo. “per renderci conto della
formula "in Cristo", noi dobbiamo guardarci dal mettere l'accento sopra l'esperienza, pur
privilegiata, di Paolo. Secondo lui in effetti ogni cristiano è in relazione ontologica con il
Cristo, quale che sia la coscienza che egli ne abbia. È la fede nel Cristo e l'incorporazione
battesimale all'origine di questo beneficio. Esse trasferiscono l'uomo in un nuovo ambiente
vitale, dove il suo essere e le sue facoltà sono trasformate". Il cristiano è «in Cristo»;
vivere in Cristo, in un rapporto personale con lui, è per Paolo la verità di quella realtà
nuova creata nell'uomo giustificato dalla fede e dal battesimo. Le sue affermazioni dicono
la novità del cristiano sul piano del suo essere. Si tratta della novità che è il battezzato
stesso. Egli «in Cristo» è già una «nuova creatura», chiamato a rispondere con la
propria vita morale alla nuova creazione operata in lui dallo Spirito. Il confronto del testo
di Rom 6 con altre lettere dell'epistolario paolino, in particolare le lettere ai Colossesi e ai
Galati, conferma e mette ancor più in evidenza il fondamento battesimale della vita in Cristo. Si può affermare infatti che la verità fondamentale secondo cui l' espressione paolina
«in Cristo» deve essere compresa, non riguarda solo l' «essere in Cristo» del battezzato, ma
anche la «vita in Cristo» donata al battezzato, che proprio per questo è costituito come
«vivente in Cristo Gesù». Su questo si fonda e sviluppa il progetto e l'impegno etico di
«vivere in Cristo».
Nella lettera ai Colossesi l'Apostolo presenta gli imperativi morali come conseguenza dall'
essere risuscitati con Cristo; egli dichiara nuovamente che il cristiano partecipa del mistero
pasquale di Cristo attraverso il battesimo, presentato ancora più esplicitamente come
resurrezione del credente. "In lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui siete
insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti" (Col 2,
12). L'evidente parallelismo con il cap. 6 della lettera i Romani conferma il valore che
Paolo attribuisce al battesimo, ma questo testo sottolinea una più forte unione a Cristo e
alla sua risurrezione, come presente e già avvenuta nel battesim026. Nel futuro escatologico
ci sarà la manifestazione piena della vita nuova partecipata nel battesimo e ancora avvolta
nel mistero, ma ora su questa vita già da risorti si fonda e si mostra possibile l'impegno
morale dei battezzati, chiamati a vivere da risorti con Cristo. "Se dunque siete risorti con
Cristo, cercate le cose di lassù dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle
cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai
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nascosta con Cristo in Dio" (Col 3, 1-3). Ciò che risulta evidente, nella tensione
tra presente e futuro, insieme all'affermazione di un presente già in Cristo ma ancora
nascosto, rimane l'affermazione che "l'intima appartenenza a Cristo è già realtà; essa infatti
ha già avuto il suo fondamento nel battesimo, in cui il cristiano è stato inserito nella morte
e risurrezione di Cristo"27.
Nell' epilogo della lettera ai Galati, scritto da Paolo di suo pugno, l'Apostolo ribadisce il
suo pensiero con "grossi caratteri" (Gal 6, 11). Questo particolare - secondo una fondata
interpretazione - può indicare che si tratta di un testo importante per comprendere il suo
pensiero. Egli afferma che ciò che conta per il cristiano è «l'essere nuova creatura» (Gal 6,
15). Questo viene spiegato a partire dalla testimonianza che l'Apostolo dà di se stesso (cfr.
Gal 6, 14), per il legame che questa nuova identità ha con la croce di Cristo e che ha il
significato e il valore di una vera circoncisione (cfr. Col 2, 11). A chi lo accusava di
cercare il favore degli uomini, Paolo mostra ciò che ispira la sua condotta. Dopo la morte
di Cristo, circoncisione e non circoncisione non contano più nulla. Per l'Apostolo ciò che
vale ormai è l'opera della croce che ha distrutto il passato per instaurare un ordine nuovo.
"Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per
mezzo del quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la
circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura" (Gal 6,14-15).
Ogni vanto del passato, anche la circoncisione della carne, è diventato inconsistente,
poiché ora vale la <<nuova creazione».
Nella stessa lettera si parla del battesimo come di un evento salvifico nel quale il
cristiano ha «indossato Cristo», si è rivestito di lui, per appartenere a lui. "Quanti siete stati
battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più giudeo nè greco; non c'è più
schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, ma tutti voi siete uno in Cristo Gesù" (GaI 3,
27-28). Mediante il battesimo, il cristiano comunica alla persona di Cristo e al suo essere:
"chi è battezzato «in Cristo» viene fatto entrare nell' evento salvifico che fa tutt'uno con
nome «Cristo»; gli viene assegnato questo evento"29. I cristiani sono rivestiti di Cristo nel
senso che sono assimilati alla sua vita, con l'impegno di «indossare Cristo», conformando
cioè la loro vita al modello di Cristo. Nella stessa lettera, Paolo conferma questo suo pensiero con la forza della sua esperienza, testimoniando che Cristo vive in lui, perché egli è
stato crocifisso con Cristo (cfr. Gal 2, 19-20). I cristiani, tuttavia, non sono soltanto
crocifissi con Cristo, ma partecipano alla sua vita e questa vita è vita nello Spirito. In questi
termini nella stessa lettera ai Galati viene presentata e spiegata la novità della vita in
Cristo: "Coloro che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i
suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito"
(Gal 5, 24-25).
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Il cristiano è una nuova creatura per un dono di vita nuova, accolto nella fede e
realizzato nel battesimo. Si tratta di un evento sacramentale, che opera una reale
trasformazione del cristiano.
È una novità che Paolo afferma anche nella seconda lettera ai Corinzi, dove proclama che
"quindi se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ne sono
nate di nuove" (2 Cor 5, 17). Per comprendere meglio questo versetto occorre guardare
anche a ciò che lo precede, in cui ritroviamo l'espressione - a noi ormai familiare - che il
cristiano ormai non vive più per se stesso. "Cristo è morto per tutti, perché quelli che
vivono, non vivano più per se stessi, ma per colui che
è morto e risuscitato per loro" (2 Cor 5, 15). I cristiani sono dei «viventi» perché
partecipano alla vita di colui che è morto e risorto per loro; sono guadagnati per una nuova
esistenza, quella di Cristo in loro. Per questo Paolo testimonia di non conoscere nessuno
secondo la carne, poiché ormai egli vive per Cristo; per lui vivere è Cristo (Fil 1, 21) e
tutto egli conosce e giudica in lui. È la novità vivente e vitale di colui che è stato
conquistato da Cristo, del battezzato che è un uomo nuovo e la cui conoscenza si fonda sul
cambiamento del suo essere e del mondo nel suo insieme31.
Dall' analisi di questi testi dell' epistolario paolino sul battesimo risulta evidente che il
sacramento del battesimo rappresenta un «atto unico», fondante e attivo in tutta la vita del
battezzato, mediante il quale si opera in lui una novità di vita, l'inizio di una vita nuova
nella partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo. Per questo evento
sacramentale, l'esistenza cristiana può essere definita un «vivere in Cristo», per vivere la
vita di Cristo. Per il battesimo, sacramento della pasqua, si determina una nuova situazione
ontologica: il cristiano è una nuova creatura (cfr. Gai 5, 6; 6, 15; 2 Cor 5, 17), sperimenta
un nuovo intervento creatore di Dio (cfr. Col 3, 10), diventa un uomo nuovo rispetto a ciò
che era prima e che non esiste più (cfr. Rom 6, 6; Col 3, 9; Gal 2, 19). Quindi per il
battezzato l'essere «in Cristo» non significa semplice relazione psicologica, sentimentale,
né fusione o assorbimento, ma comunione personale e vitale, così da essere inserito e
incorporato in Cristo, per divenire un essere solo con lui (Gal 3, 27-28). Perciò l'espressione
«in Cristo» contiene ed esprime quella relazione esistenziale del cristiano che nel battesimo
è posto in rapporto vitale con Cristo, attraverso un evento sacramentale iniziale e unico, ma
sempre attuale nella sua efficacia. Secondo la piena verità del suo significato ontologico e
morale, l'espressione «vita in Cristo» permette di comprendere che la natura e l'identità
della vita morale, che si sviluppa a partire dal dono sacramentale, è una «vita nuova in
Cristo», in cui è contenuta e comunicata tutta la verità salvifica e santificante dell' essere in
Cristo. "Si tratta sempre per il battezzato di mettere la sua vita in armonia con l'economia
dell'era di grazia nella quale è stato introdotto, che è la regola fondamentale dell'etica
paolina". TI cristiano vive la vita stessa di Cristo «fuoriuscita» dal suo costato nella
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vittoria pasquale sul peccato e sulla morte, una vita perciò di riconciliazione
con Dio nello Spirito e di partecipazione all'amore trinitario di Dio. Ed è in questo suo
essere che si fonda e si sviluppa il suo operare. "Si tratta di affermare l' assolutezza e la
radicalità dell' essere in Cristo, dal quale ne seguiranno le conseguenze. Però ciò che è
tipicamente paolino è questa radicalità dell'affermazione antropologica cristocentrica e
cristocentrata. È pertanto una questione più di fondo, riguardante soprattutto l'idea di
uomo".
Ma la «vita nuova in Cristo» è una vita che domanda di essere vissuta. Il battezzato
manifesta e realizza la novità ontologica della sua partecipazione alla vita pasquale di
Cristo quando in lui diventa memoria esistenziale, quando si manifesta come esistenza
nuova, come nuova vita in Cristo.