12 luglioagosto2002 DERMATOLOGIA Attenzione a scherzare con il sole Sole malato? In realtà è “malato” il modo in cui ci si espone ai raggi ultravioletti È iniziata l’estate con le prime giornate di sole caldo e afoso. Durante il fine settimana molte persone si mettono in viaggio per i luoghi di mare pronte a tutto pur di conquistare un posto sulla spiaggia. Talora accade che tornati a casa il ricordo del week end appena trascorso non sia una piacevole colorazione da sfoggiare agli amici, ma un arrossamento diffuso della pelle con prurito e bruciore. Se avete questa sintomatologia è probabile che sia comparso il cosiddetto eritema solare. Questa dermatite, che affligge oltre il 20% della popolazione, viene provocata dai raggi ultravioletti di tipo B (UVB) e si manifesta maggiormente a volto, braccia, scollo ma anche le spalle, il dorso delle mani e dei piedi possono essere colpiti. La gravità dell’eruzione dipende dal fototipo (il colorito della pelle) dal tempo dell’esposizione e dall’intensità della luce solare. Si va da forme leggere con un modesto arrossamento della cute accompagnato da prurito e bruciore, a varianti più gravi con comparsa di gonfiori, vescicole e bolle piene di siero. È chiaro che quando insorge l’eritema la prima cosa da fare è sospendere ogni esposizione solare. Successivamente il dermatologo, in base alla gravità del quadro clinico, saprà consigliarvi terapie locali (idratanti, emollien- ti, antibiotici, cortisonici) e sistemiche (antinfiammatori, antistaminici) in grado di dominare rapidamente le manifestazioni. Spesso quando insorge questa dermatite si sente dire che è causata dal “sole malato”. In realtà è “malato” il modo in cui ci si espone ai raggi ultravioletti. Si pretende un’abbronzatura rapida, ottenuta nelle poche ore di un fine settimana, esponendo la pelle a vere indigestioni di raggi solari. Allora il minimo che possa accadere è la comparsa dell’eritema, che è un vero segnale di pericolo. Infatti i raggi ultravioletti B responsabili di questa dermatite, sono una delle principali cause dell’insorgenza dei tumori della cute. Chi si espone al sole senza criterio andando incontro a ripetuti episodi di danno cutaneo, presenta un rischio più alto di sviluppare un carcinoma della pelle. È allora importante cercare di prevenire l’eritema solare specialmente se abbiamo un carnato chiaro. L’esposizione ai raggi del sole deve essere graduale, evitando la fascia che va dalle 12 alle 16; meglio sfruttare le prime ore del mattino. Fondamentale poi applicare creme con fattori protettivi elevati, ricordando che i raggi ultravioletti colpiscono la pelle anche se siamo comodamente seduti sotto l’ombrellone (i raggi infatti sono riflessi dalla sabbia e/o dall’acqua) oppure se la giornata è nuvolosa; anche in questi casi bisogna mettere lo schermo solare. È utile poi fare un po’ di chiarezza per quanto riguarda le creme protettive, perché spesso davanti a tutta una serie di numeri (fattore di protezione 10, 25, 60, etc.) di cui non si conosce l’esatto significato, si può rimanere disorientati. L’indice di protezione solare (IP o SPF, IP= Indice di protezione SPF= Sun Protection Factor) è un coefficiente che indica la capacità di un prodotto nel ritardare la comparsa dell’eritema solare. Più l’indice è alto più assorbe i raggi UVB e più è protettivo contro i danni da sole. Allora un prodotto con indice 60 vi proteggerà due volte di più rispetto ad un 30 e tre volte di più rispetto ad un 20.E’ evidente che bisogna scegliere l’indice di protezione adeguato al proprio tipo di pelle. È allora importante l’aiuto del dermatologo che, in base alla reazione della vostra pelle al sole, potrà consigliarvi schermi solari diversi ed un programma personalizzato di protezione. Certamente le persone con pelle scura sono più protette dai danni da sole rispetto a quelle di carnato chiaro, che devono perciò avere maggiori precauzioni. In alcuni casi è anche utile l’assunzione regolare prima e durante l’esposizione solare, di prodotti a base di b-caro- tene e di antiradicali liberi, che potenziano l’azione delle cellule responsabili dell’abbronzatura. Basta veramente poco per prevenire futuri problemi sapendo che la pelle è in grado di “memorizzare” tutto il sole che prende rendendo poi, a distanza di anni, danni irreversibili (macchie, lentiggini, tumori). I ritmi incalzanti della nostra società ci portano a pretendere tutto e subito, senza saper attendere. Il seme piantato nella terra potrà portare frutto soltanto dopo mesi o addirittura anni; cercare di forzare i tempi ricorrendo ad artifici vari, rischierebbe di far crescere un alimento dannoso per la salute. Così è per la pelle, che deve avere il tempo di assorbire i raggi del sole per generare in sicurezza una piacevole e salutare abbronzatura. Ma ci vuole pazienza, rispetto dei tempi e dei propri limiti, imparando ad assaporare, attimo dopo attimo, il naturale andamento delle cose. Buone vacanze Dott. Maurizio Bellini Specialista in Dermatologia Per ulteriori informazioni: Servizi Medici Agape Tel. 055705351 e-mail: [email protected] Redazione giornale: Tel. 055340811 - Fax 055340814 email: [email protected] CHIRURGIA Parliamo di ascessi e fistole anali Qualche riflessione su queste malattie largamente diffuse Le suppurazioni anali sono patologie di estrema diffusione e di notevole difficoltà in proctologia (la branca della medicina che studia le malattie del retto e dell’ano). Qualsiasi medico che si occupi delle malattie connesse a questa delicata zona del nostro corpo sa che gli ascessi e le fistole perianali sono tra gli argomenti di più difficile gestione; sia per la difficoltà del loro trattamento sia perché, molto spesso, recidivano rendendo il problema ancor più complesso. D’altra parte esse rappresentano un problema abbastanza diffuso nell’ambulatorio del medico di Medicina Generale e successivamente in quello del chirurgo specialista. Si tratta di un grosso handicap per chi ne soffre vuoi per la sua dolorosa fase acuta (la fase dell’ascesso) ma anche per la fase successiva in cui si viene a formare un tramite fistoloso fisso in grado di mettere a dura prova la pazienza e la sopportazione del paziente (la fase della cronicizzazione). Le suppurazioni anali sono nella maggior parte dei casi rappresentate dalle fistole anali e dagli ascessi anali che traggono origine dal canale anale (75%), ma in realtà si deve tenere presente che esistono molte altre patologie capaci di simularle senza però trarre origine appunto dal canale anale. Le fistole perianali propriamente dette, quelle cioè che hanno origine da una cripta anale e si aprono nella cute della regione perianale dopo aver percorso tragitti variabili e talvolta estremamente tortuosi, traggono origine da una infezione aspecifica delle ghiandole di Hermann e Desfosses (situate nel- pagina precedente lo spazio intersfinterico anale) i cui condotti ghiandolari tubulari semplici sboccano nelle cripte anali (dei piccoli anfratti a forma di nido di rondine che si dispongono circolarmente all’interno dell’ano). Nelle cripte anali possono stazionare secreti mucosi o residui fecali che in certe determinate condizioni creano una infezione delle ghiandole o per ostacolato deflusso o per ingresso di materiale fecale lungo i tubuli escretori. Da questa microscopica infezione possono manifestarsi fistole e ascessi con decorso e tragitti i più disparati. Una volta creatasi l’infezione ghiandolare questa cerca infatti di trovarsi uno sbocco naturale che generalmente avviene attraverso la cute perianale dopo aver formato un ascesso (cioè una sacca di pus). Nelle prime fasi della malattia il paziente solitamente non si accorge di niente. Le prime avvisaglie si hanno in genere stando a sedere, avvertendo un dolore puntorio, un senso di fastidio facilmente sopportabile. Nella fase avanzata e conclamata, in cui cioè si è formato l’ascesso, la cute perianale è invece arrossata, calda e dolente. Spesso risulta impossibile stare seduti e il dolore raggiunge livelli di difficile sopportazione. Talvolta è presente febbre elevata e disuria (disturbi urinari). Sono le ultime fasi del decorso acuto della futura fistola. Generalmente l’ansia e il dolore portano il paziente a consultarsi con il proprio medico o a rivolgersi al Pronto Soccorso o ad uno specialista dove viene effettuato un trattamento di emergenza che in genere si identifi- ca con un drenaggio mediante la semplice incisione della sacca ascessuale. Questo atto determina un quasi immediato sollievo del paziente che già dopo poche ore può tornare ad una normale attività. In realtà si tratta il più delle volte di una risoluzione momentanea di un problema ben più grosso in quanto pur drenando l’ascesso permane il tragitto fistoloso più o meno bizzarro con un orifizio primario interno (quello cioè con origine dalla cripta anale) e l’orifizio esterno (quello dove si e creato il drenaggio dell’ascesso, chirurgico o spontaneo che sia). Il paziente è ora portatore di una fistola anale e l’unico modo per il suo trattamento è sottoporsi ad un intervento chirurgico capace di eliminare il tragitto fistoloso. Credo sia facilmente intuibile come l’approccio chirurgico sia condizionato dal tipo di tramite fistoloso che si è creato. Non a caso le fistole perianali vengono classificate (spesso con estrema difficoltà) durante l’intervento chirurgico. La stessa fistolografia o ecografia transanale preoperatoria non sono ancora capaci di darci una assoluta certezza del tragitto. L’unico sistema per capire fino in fondo il decorso del tramite è l’uso di particolari specilli (o di sostanze coloranti) che inserite negli orifizi ci indicano la via da seguire. È evidente che queste manovre vanno fatte sotto anestesia e con il paziente nella giusta posizione. Talvolta la complessità della fistola richiede un intervento in più tempi a garanzia dell’integrità dell’apparato sfinteriale anale e a dimostrazione di quanto questo “banale” problema possa creare serie conseguenze. A completamento dell’argomento vorrei ricordare come nel 25% dei casi le fistole e gli ascessi anali non abbiano origine da una ghiandola anale e di come sia dunque necessario porre diagnosi differenziale con altre patologie più rare ma comunque importanti: le fistole di origine ossea (un ascesso freddo vertebrale, una tubercolosi delle ali sacrali, una osteomielite, un osteosarcoma del pube) sono capaci di dare origine a flemmoni che si estendono fino in prossimità dell’ano. Più frequentemente si possono osservare fistole digestive a sbocco perianale come nel caso di complicanze legate a una diverticolite o a una localizzazione colica del morbo di Crohn. Anche in ambito ginecologico una bartolinite in fase avanzata può simulare una localizzazione anteriore di un ascesso perianale. Concludo facendovi riflettere sul fatto che anche il tema trattato oggi ci dimostra come un apparente piccolo problema possa nascondere importanti insidie ma anche che un piccolo segno o sintomo di questa sede così poco conosciuta e trattata possa essere di spunto all’individuazione di manifestazioni sistemiche. dott. Marco Marranci medico chirurgo specialista in chirurgia dellapparato digerente ed endoscopia chirurgica digestiva E-mail: [email protected] Informazioni presso la redazione: Tel. 055340811, Fax 055340814 E-mail [email protected] DENTISTA Denti scuri. Non è un bel vedere Arriva lestate e con lestate arriva il momento della tintarella. Niente, però, rovina un bel viso abbronzato quanto un sorriso giallognolo. Naturalmente, se i denti sono solo macchiati di nicotina o di caffè basta una semplice igiene orale. Ma se si tratta proprio del colore dei denti, gialli o grigi che siano, comunque scuri, non basta neanche unigiene accurata. Quello che ci vuole è un trattamento di odontoiatria estetica: lo sbiancamento. Esistono vari sistemi di sbiancamento e si possono realizzare sia dal dentista, sia a casa. A casa si può scegliere tra strip adesive da applicare sulla superficie del dente e mascherine trasparenti da riempire di speciali sostanze e da tenere in bocca per qualche ora. Il problema è che questo trattamento deve essere fatto tutti i giorni per un paio di settimane e poi una volta al mese per un paio di giorni. Il dentista agisce invece con applicazioni di raggi laser o di luce al plasma. Uno dei sistemi considerati più efficaci è Brite Smile (www.britesmile.it), un brevetto americano che utilizza un fascio di luce ad alta intensità il quale attiva una particolare molecola, il perosossido di idrogeno, contenuta in un gel spalmato sulla superficie del dente. Questo sistema dà al dentista la possibilità di realizzare il trattamento in ununica applicazione di circa unora. Il risultato è di grande efficacia estetica oltre che stabile per un lungo periodo di tempo. In pratica, il paziente avrà denti molto più bianchi per circa quattro anni. La molecola di perossido di idrogeno reagisce infatti con i pigmenti dello smalto ed è appunto questa reazione chimica a restituire ai denti il loro biancore e al sorriso luminosità e naturalezza. Tutto ciò anche quando la dentatura è molto scura o presenta macchie visibilissime causate da un abuso da bambini di antibiotici contenenti tetracicline. Il trattamento porta, in realtà, benefici estetici assai evidenti su tutto il volto. Durante il processo naturale di invecchiamento il corpo si modifica in tutte le sue componenti: la pelle perde elasticità e si formano le rughe, i capelli si diradano e sbiancano, i denti assumono gradualmente un colore più scuro o più giallastro. Riacquistando una dentatura più chiara e smagliante si ha quindi la sensazione di essere più giovani grazie a un sorriso nuovo e più fresco capace di illuminare tutto il viso. Dott. Cesare Paoleschi FARMACIE Le chiusure estive n n n n n n n n n n n Antica S. Marco 05/08-23/08 Comunale 02 05/08-23/08 Barco 19/08-30/08 Romito 12/08-16/08 Panche 05/08-09/08 Castello 12/08-23/08 Mellini 12/08-23/08 Notari 06/07; 24/07; 14/08-16/08; 24/08 Paoletti 11/08-18/08 Statuto 17/08-30/08 Zanobini 12/08-24/08 CORSI Stop al fumo Voglia di smettere e di dire addio alle sigarette una volta per tutte? I gruppi per smettere di fumare uniniziativa della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Firenze ti danno la possibilità di farlo. I corsi sono articolati in gruppi di 15/18 persone intenzionate come te a smettere di fumare, sono condotti da psicologi e sono articolati in 10 sedute di unora e mezzo ciascuna. La durata complessiva è di circa un mese. In questi anni, il 70% dei partecipanti a fine corso ha vinto la dipendenza da fumo. Per ulteriori informazioni è a disposizione un numero verde 167-440550. Per iscriversi è necessario presentarsi direttamente alla sede della lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, viale Volta 173, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18. pagina successiva