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LA SINDROME DI HORNER. Nei casi sino a qui esaminati la causa del fenomeno era esterna, nel senso che risiedeva in un difetto o in una patologia del globo oculare o dei suoi annessi.
Ma la causa della manifestazione unilaterale della protrusione della terza
palpebra può essere... più interna e provenire, per esempio, da un difetto
di innervazione: è questo il caso della sindrome di Horner.
Questa sindrome, nota in entrambe le specie d’affezione più diffuse, è
causata dalla alterata conduzione dello stimolo nervoso che concorre
al normale funzionamento dell’occhio e dei suoi annessi.
Oltre alla anomala estroflessione della membrana nittitante, la sindrome
di Horner è caratterizzata da restringimento del foro pupillare, arretramento del globo oculare all’interno dell’orbita e più generalmente dalla perdita del tono oculare e delle strutture orbitali.
La causa di tutto questo? Molte ipotesi, ma ancora nessuna ragionevole certezza. Ci sono ancora altre situazioni potenzialmente capaci di manifestarsi con la estroflessione della membrana nittitante. Per quelle che
sono caratterizzate dalla diminuzione dello spazio
retrorbitale, prime tra tutte quelle capaci di causare un esoftalmo, e cioè uno spostamento verso
l’esterno del globo oculare.
In questo caso si ha che una qualsiasi lesione
dello spazio retrorbitale, diminuendo il volume di
quest’ultimo, spinge verso l’esterno il globo oculare, forzando la terza palpebra a uscire dalla sua
sede abituale e rendersi visibile: è questa una
situazione che si avvera in presenza di ascessi o
neoplasie retrobulbari.
Cause meno frequenti di protrusione della terza
palpebra che si possono manifestare nel cane
come nel gatto, sono le infezioni sia specifiche
(per esempio micobatteri), sia aspecifiche (corpi
estranei), la diminuzione patologica (tisi bulbare) o
congenita (microftalmia) delle dimensioni del
globo oculare e, infine, dalla infiammazione della
ghiandola della terza palpebra.
LA SINDROME DI HAWS. Tipica del
gatto, la sindrome di Haws si caratterizza
per la sintomatologia gastroenterica (diarrea, vomito). Dovuta, pare, a una riduzione
del tono del nervo simpatico, si accompagna talvolta a una infezione virale (torovirus) o a una massiva infestazione da elminti. In genere ha un decorso abbastanza
prolungato, ma a esito favorevole.
RIPOSO E RILASSAMENTO. Cambiamo scenario e
osserviamo bene il nostro beniamino, gatto o
cane fa lo stesso, mentre sonnecchia pacioso
sulla sua brandina: noteremo certamente un
certo grado di protrusione della terza palpebra in
entrambi gli occhi. Già, perché la prima causa
della manifestazione bilaterale è proprio il riposo
e lo stato di moderato rilassamento.
Anche se temporaneamente, la stessa cosa
accade anche dopo la somministrazione di farmaci ad azione tranquillante-sedativa.
Entrambi gli occhi espongono la membrana nittitante anche nei casi più importanti di perdita di
peso e di disidratazione, mentre più raro è il caso
che si avvera come conseguenza della fibrosi o della atrofia delle masse dei muscoli masticatori: in entrambe queste
circostanze la protrusione della terza palpebra è la conseguenza della retrazione del bulbo oculare (enoftalmo) all’interno dell’orbita.
CAUSE INFETTIVE. Tra le malattie infettive il tetano è sicuramente associato a una rapida, ma transitoria, protrusione delle
membrane nittitanti di entrambi gli occhi: colpa dell’azione delle neurotossine tetaniche sulla muscolatura extraoculare
e, in special modo, sul muscolo retrattore del bulbo. Il richiamo del bulbo oculare verso l’interno della cavità orbitale
esercitato da questo muscolo provocherebbe un transitorio enoftalmo con conseguente protrusione della terza palpebra. Fortunatamente è questo uno scenario più frequente nei grandi animali da reddito che non nei nostri piccoli amici.
Anche la disautonomia canina, più spesso ricordata come sindrome di Key-Gaskell, presenta tra i tanti suoi possibili
segni, tutti per altro riconducibili a una difettosa funzionalità della innervazione parasimpatica, anche la protrusione bilaterale della nittitante.
A titolo di completezza aggiungiamo che la sintomatologia oculare rappresenta in questa malattia il problema minore:
più imponenti e pericolosi sono infatti i sintomi gastroenterici, urinari e soprattutto cardiaci. 
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