Via Grandi, 10 - 60027 - Osimo (AN) - tel. 071732050 - Fax 071732455 www.seres-onlus.org - [email protected] - C.F. e P.IVA 93097750421 NUMERO UNICO 2011 Progetto telemedicina SISTEMA MULTIMEDIALE AUDIOVISIVO U.O. ONCOLOGIA MEDICA Direttore: Dott. Mattioli Rodolfo Anno 4o Redazione U.O. Oncologia Medica: Rodolfo Mattioli, Luca Imperatori, Paolo Lippe, Gianluca Laici, Claudia Cappelletti, Tiziana Tamburranno, Christian Trapuzzano Un medico un viso e una voce sono più di un semplice consulto da casa Il sistema prevede un medico a disposizione su un canale multimediale Abbiamo deciso di dare qualcosa di più ai nostri pazienti sfruttando le tecnologie oggi a disposizione insieme alla rete informatica possimo garantire un’assistenza e un consulto audiovisivo multimediale, i pazienti spesso necessitano non solo di un consulto medico ma di una faccia e una persona che è presente nel loro percorso. A t t r av e r s o u n Netbook fornito dalla U.O. Oncologia di Fano e un software di videoconferenza, permettiamo al paziente di contattarci e vedere quale medico al momento è disponibile. Il paziente non dovrà preoccuparsi di avere una linea ADSL a casa, in quanto ad ogni Netbook verrà fornita una chiavetta ADSL portatile da dove sarà possibile collegarsi ad una rete in ogni posto egli sia. Manuale per il riconoscimento e la gestione delle tossicità da terapie antineoplastiche orali (parte seconda) L a recente introduzione nella pratica clinica oncologica dei nuovi farmaci target ha prodotto risultati terapeutici impensabili soltanto qualche anno fa. Oggi è infatti possibile proporre queste terapie a pazienti affetti da neoplasie che in passato prevedevano scarse opzioni terapeutiche, peraltro poco efficaci, come nel caso del carcinoma renale avanzato, oppure a pazienti affetti da neoplasie molto aggressive e poco chemiosensibili, come il carcinoma del polmone. Inoltre la storia naturale di tumori come quello del colon e della mammella è stata modificata radicalmente con una lungosopravvivenza alla quale questi farmaci concorrono. I recenti farmaci a bersaglio molecolare sono anticorpi monoclonali, ottenuti mediante tecniche di DNA ricombinante, diretti contro un bersaglio specifico della cellula tumorale. Il blocco di particolari recettori è in grado di distruggere alcuni tipi di cellule tumorali senza danneggiare in modo rilevante le cellule normali. Questa strategia ha alla base due importanti aspettative: 1. una maggiore efficacia contro le cellule tumorali 2. un’aumentata selettività e quindi una minore tossicità rispetto ai farmaci convenzionali. Anche questi farmaci purtroppo presentano effetti collaterali dei quali ancora non si ha una specifica conoscienza. Alcuni di questi sono comuni a quelli dei chemioterapici tradizionali, altri invece sono peculiari di tali trattamenti, a seconda del recettore interessato. In particolare si prenderanno in considerazione la tossicità degli anticorpi monoclonali diretti contro il Recettore dell’Epidermal Growth Factor (EGFR) come l’Erlotinib, il Gefitinib, il Sorafenib ed il Sunitinib, e di Inibitori del Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) come il Bevacizumab. Gli eventi più significativi avven- gono: - a livello del follicolo pilosebaceo con comparsa di follicoliti e cambiamenti strutturali a livello dei peli; - a livello epidermico per perdita della funzione barriera della cute con conseguenti fenomeni di secchezza (xerosi) fino alla fissurazione; ipersensibilità alla luce; - a livello dell’unghia con modificazione della crescita con fenomeni di onicocriptosi e formazione, come conseguenza, di granuloma piogenico reattivo. segue a pagina 2 REPERIBILITÀ TELEFONICA DIURNA dalle 15:00 alle 20:00 giorni feriali dalle 8:00 alle 20:00 giorni festivi 331 8891678 Manuale per il rico segue da pagina 1 Gli altri eventi avversi più comuni includono affaticamento, disturbi gastrointestinali come diarrea, nausea, stomatite, dispepsia e vomito ed ipertensione arteriosa mentre più raramente anemia e neutropenia. La più comune manifestazione cutanea è il rash che insorge spesso come un’eruzione cutanea a localizzazione facciale, tipo acne giovanile o con lesioni maculopapulari entro le prime tre settimane di terapia L’oncologo curante prima di inziare il trattamento informerà il paziente di questo possibile effetto collaterale e darà consigli per ridurne l’intensità quali: • massaggiare abbondantemente la pelle con creme idratanti, soprattutto dopo la doccia o il bagno e la sera prima di coricarsi. • Evitare le creme contenenti steroidi, preferendo quelle neutre o lozioni colloidali di farina d’avena. In caso di desquamazione trovano indicazione creme contenenti acido salicilico (2%) e urea (25%). • Mantenere sempre un’adeguata igiene e idratazione cutanea con particolare attenzione alle aree callose ed ispessimenti che si consiglia di trattare con pomice. Spesso il rash si accompagna alle Follicoliti, caratterizzate da aree seborroiche o piccole papule eritematose ± pruriginose che hanno un’evoluzione in papulo-pustola o in crostosità aderenti. Le sedi di più frequente insorgenza sono le palpebre, le fosse nasali e le labbra oltre che la cute della fronte e delle tempie. Consigli utili per le donne sono: • preferire trucchi compatti (fard) applicati a pennello o a tampone. Si tratta di polveri colorate unite a sostanze grasse per garantire aderenza alla cute. • sconsigliabile invece l’uso di fondotinta o creme colorate perché la penetrazione nei follicoli dei composti della crema (vaselina) potrebbe peggiorare la follicolite. • per struccarsi, essendo la cute particolarmente secca, è meglio utilizzare una crema da lavaggio ed evitare il latte detergente. • per ridurre l‘arrossamento, il bruciore/prurito e le crostosità si possono utilizzare principi attivi naturali quali lo Zolfo Colloidale e l’Acido Salicilico in crema priva di vaselina. La vaselina, infatti, ha azione infiammatoria nelle reazioni follicolitiche. Lo Zolfo e l’Acido Salicilico esercitano azione antisettica, antinfiammatoria e riducente. La seconda reazione cutanea in ordine di frequenza è la xerosi o cute secca, spesso diffusa a tutto il corpo, anche se è più evidente soprattutto a mani e piedi. Insorge per alterazione della Funzione Barriera Epidermica con eccessiva perdita dI acqua. In questa evenienza bisogna evitare di: • lavarsi con saponi o detergenti sintetici solidi o liquidi, questi sottraggono parte dei grassi di protezione cutanea peggiorando la secchezza ed i suoi sintomi. • preferire creme da lavaggio dette basi lavanti: sono prodotti per la detersione formulati come creme liquide, non fanno schiuma e lavano senza seccare la pelle. Dopo il lavaggio nelle aree di particolare secchezza è opportuno applicare un unguento autoidratante, un composto a base di Polietienglicoli e paraffine sintetiche in grado di richiamare in superficie l’acqua presente nella profondità della cute (da cui il nome autoidratante ). E’ invece sconsigliato l’uso di creme idratanti, che non sono efficaci in questo tipo di secchezza e che spesso non sono tollerate. Se la secchezza non è eccessiva si può ricorrere ad una crema emolliente che ha maggior efficacia rispetto ad un unguento. Una possibile evoluzione sfavorevole della xerosi è la fissurazione cutanea superficiale in varie sedi corporee compresi i polpastrelli delle dita. Si manifesta generalmente con bruciore, dolore e a volte impedimento alla normale funzionalità delle dita. onoscimento e la gestione delle tossicità da terap In questo caso è utile, per evitare sovrainfezioni batteriche o micotiche, mantenere secca la pelle nelle sedi di fissurazioni. Queste sedi non vanno bagnate e occorre procedere con la pulizia a secco con soluzione di Permanganto di Potassio. L’uso di creme antibiotico/antimicotiche potrebbe creare resistenza in questi microrganismi. Per la medicazione occorre utilizzare l’unguento ai Polietilglicoli che è in grado di assorbire gli essudati e di rendere asciutta la cute sfavorendo la crescita dei microrganismi Permanganato di Potassio La soluzione si prepara sciogliendo una compressa di Permanganato di Potassio da 250 mg in due litri d’acqua bollente, che va poi fatta raffreddare e conservata in bottiglia di vetro scura. Per la pulizia si utilizza un telo di cotone imbevuto con detta soluzione e poi strizzato. In questo modo si disinfetta la fissurazione o ragade senza bagnare la parte. Dopo la pulizia si applica l’unguento ai PEG con Allantoina che ha proprietà protettive e cicatrizzanti. L’astensione dal contatto con acqua e detergenti va proseguita fino alla completa cicatrizzazione. Forme meno frequenti di tossicità cutanea sono le Onicocriptosi, Perionissi e formazione di Granuloma Reattivo Sono indicati Gel astringenti al cloruro di alluminio e soluzioni di Permanganato di potassio, mentre sono sconsigliati i detergenti e le pomate contenenti Antibiotico e Cortisone. Un effetto collaterale particolare è rappresentato dal cambiamento nella crescita delle ciglia caratterizzato da crescita eccessiva che può disturbare la visione per introflessione e causare arrossamento della congiuntiva. Informati preventivamente si può mantenere un’adeguata lunghezza delle ciglia in modo da non creare disturbi Il cambiamento nella crescita dei capelli si manifesta invece con assottigliamento e depigmentazione dei capelli, delle sopracciglia e di tutte le formazioni pilifere. Si tratta di manifestazioni ad insorgenza lenta, progressiva e reversibile al termine del trattamento. Le alterazioni del colorito della cute e/o di alcune secrezioni corporee, sono dovute alla struttura chimica del farmaco impiegato. Tipico è il colorito giallognolo prodotto dal Sorafenib che tende a comparire dopo alcune settimane di trattamento ed è reversibile. La fotosensibilità invece è caratterizza da ridotta capacità di difendersi dai raggi Ultravioletti che possono causare sviluppo delle Follicoliti dopo esposizione alla luce. E’ sufficiente evitare l’esposizione diretta al sole e, qualora non fosse possibile, si consiglia di applicare sulla pelle creme solari anti UV-A ed UV-B con fattore di protezione elevato (non inferiore a 30). Un’altra forma di tossicità cutanea associata all’uso di Sutent, Sorafenib, Erlotinb ed Iressa è l’eritrodisestesia palmo plantare o sindrome manopiede. Si tratta di una sindrome caratterizzata da prurito, pelle secca, desquamazione, ipertricosi o alterazioni a carico delle unghie che si sviluppa entro le prime tre settimane di terapia. La desquamazione è di solito dolorosa con aumento della sensibilità cutanea, formicolio o sensazione di puntura di spilli alle estremità, rossore, bruciore e gonfiore prevalentemente concentrati a mani e piedi dove si può verificare accumulo di pelle secca e callosità che, nelle forme più severe evolve in vescicole a contenuto liquido. pie antineoplastiche orali Consigli utili in questo caso sono: • indossare calze di cotone, scarpe morbide e comode in modo da evitare zone di maggior pressione, applicare crema idratante all’urea due volte al giorno preventivamente alle mani e ai piedi. • lavarsi con acqua tiepida contenente solfato di magnesio e sottoporsi a pedicure e manicure in caso di ipercheratosi pre-esistente al trattamento. • proteggere le mani con guanti di fibra naturale, soprattutto nei periodi più freddi dell’anno in quanto le basse temperature possono peggiorare tale sindrome. La tossicità cutanea associata all’assunzione di questi farmaci biologici non deve spaventare. Infatti questa è considerata un fattore predittivo di risposta: la sua comparsa è segno indiretto che il farmaco è attivo ed efficace, ed inoltre è totalmente reversibile al termine della terapia. Se, benché si siano seguiti i consigli soprariportati, la tossicità cutanea perdura e provoca disagio e/o fastidio, l’oncologo potrà decidere di ridurre la dose totale del farmaco scatenante o di sospenderlo temporaneamente. Il bevacizumab, il sorafenib ed il sutent possono causare Ipertensione. Questo disturbo può interessare sia soggetti già ipertesi, che quelli che non hanno mai sofferto di tale patologia. La pressione sanguigna viene misurata ad ogni visita di controllo presso il centro oncologico di riferimento. In presenza di valori aumentati si consiglia di compilare, con l’aiuto del farmacista o del medico curante, un diario pressorio contenente misurazioni giornaliere in modo da rilevare se l’ipertensione è persistente. In presenza di pressione alta si consiglia di limitare l’assunzione di sale con la dieta, di evitare i salumi, i formaggi stagionati ed i cibi in scatola. Se nonostante questi semplici accorgimenti l’innalzamento dei valori pressori perdura per diversi giorni consecutivi e/o si manifesta con vertigini, palpitazioni o altri sintomi aspecifici si consiglia di contattare l’oncologo di riferimento per valutare la possibilità di sospendere la somministrazione del farmaco bio- logico e, una volta risoltasi tale sintomatologia, ridurne eventualmente la dose e se indicato assumere un trattamento antipertensivo standard preferendo farmaci senza metabolismo epatico come ACE inibitore: lisinopril, quinapril oppure Sartanico: telmisartan, valsartan o ancora un Beta-bloccante: atenololo. Altri possibili effetti collaterali cardiaci possono manifestarsi con un’alterazione elettocardiografica o aritmie. Sebbene asintomatica nella maggior parte dei casi, tale alterazione si manifesta con un allungamento di specifici intervalli o parametri dell’E.C.G. Per questo motivo, la terapia con farmaci biologici richiede misurazioni seriate dell’lettrocardiogramma, a volte eseguite a distanza di pochi minuti l’una dall’altra. In caso di una franca alterazione dell’E.C.G. potrà essere prescritto dall’oncologo di riferimento di sospendere la terapia in corso e di tornare dopo pochi giorni per ripetere l’esame. Solo in caso di una normalizzazione dell’elettrocardiogramma, la terapia con farmaci biologici potrà essere ripresa in totale sicurezza, a dose piena o ridotta, come da indicazione del medico. Effetti collaterali meno frequenti sono gli episodi tromboembolici (occlusione di un vaso ematico ad opera di materiale trombotico), lo scompenso cardiaco e le emorragie. Così come i chemioterapici tradizionali i farmaci biologici ( Sorafenib, Sutent, Iressa, Erlotinb, Lapatinib, Glivec) possono produrre una tossicità ematologia (anemia, neutropenia e piastrinopenia), anche se con minor frequenza e di ridotta entità, facilmente gestibile nella stragrande maggioranza dei casi ed anche una tossicità gastrointestinale. Questa si manifesta con con Diarrea che va trattata allo scopo di evitare la disidratazione e la eccessiva perdita di peso. Si consiglia quindi di assumere una quantità adeguata di acqua per reintegrare le perdite (almeno 1,5 litri di acqua o altri cibi liquidi al giorno). Farmaci sintomatici per la diarrea, quali la Loperamide, possono essere utilizzati dopo ogni scarica diarroica.fino a risoluzione del disturbo. Fermenti lattici e Probiotici, disponibili in farmacia in segue a pagina 5 segue da pagina 4 diverse formulazioni, possono essere impiegati una volta superata la fase acuta della diarrea per ristabilire il corretto equilibrio della flora microbica intestinale. Si consiglia: • dieta equilibrata, ricca di cibi semplici e nutrienti ad elevato contenuto di potassio e proteine come: banane, carote, riso, pesce e carni bianche. • evitare cibi speziati e piccanti e abbondanti quantità di latticini: questi alimenti possono peggiorare la diarrea. • evitare gli alcolici, le bevande gassate e quelle a base di caffeina. • si consiglia di effettuare piccoli pasti, ma frequenti. Se nonostante questi semplici accorgimenti la diarrea perdura per diversi giorni consecutivi e/o si manifesta con numerosi episodi giornalieri si può contattare l’oncologo di riferimento per valutare la possibilità di sospendere la somministrazione del farmaco biologico e, una volta risoltasi tale sintomatologia, ridurne eventualmente la dose. La Nausea è una sensazione spiacevole che non sempre è seguita dal vomito, sistema attraverso il quale il nostro organismo espelle le sostanze tossiche, provocata da un’energica contrazione della muscolatura dello stomaco e dell’addome con fuoriuscita del contenuto gastrico, del duodeno e del digiuno prossimale (due parti dell’intestino) attraverso la bocca. A volte si presentano solo dei conati, ossia degli sforzi muscolari senza emissione di materiale. Quando associati al trattamento chemioterapico la nausea e il vomito possono essere: 1. a inizio acuto: ossia pochi minuti dopo la somministrazione della chemioterapia, con un massimo dopo 5-6 ore e con regressione nell’arco delle prime 24 ore 2. a inizio ritardato: ossia più di 24 ore dopo la somministrazione della chemioterapia., la nausea e il vomito possono essere intensi dopo 48-72 ore dalla somministrazione e durare anche 6-7 giorni 3. anticipati: ossia influenzati da precedenti esperienze di vomito Consigli pratici da seguire sono: • evitare gli odori che inducono nausea (cibo, profumi, fumi). Cercare di non mangiare e comunque non restare a lungo nella stanza dove vengono cucinati i cibi. • bere tendenzialmente fuori dai pasti e non durante gli stessi • prediligere bevande non gassate, fresche e non zuccherate • prediligere le carni bianche • introdurre piccole quantità di cibo, con piccoli pasti più volte nell’arco della giornata, in modo che lo stomaco non resti mai completamente vuoto • masticare i cibi lentamente • introdurre i cibi a temperatura ambiente (evitando quelli troppo fredde o troppo caldi) • può aiutare tenere in bocca un cubetto di ghiaccio • dopo i pasti riposare in poltrona, evitando di andare a letto • solitamente la mattina è il momento di maggiore benessere: in tal caso fare una prima colazione ad alto contenuto nutritivo. • cercare di respirare in modo tranquillo e dalla bocca quando si ha la nausea • indossare scarpe e vestiti comodi • possono essere utili tecniche di rilassamento: chiedere al vostro medico di riferimento se è a conoscenza di programmi vicino al vostro domicilio. Meglio evitare di: • coricarsi nelle 2 ore successive all’assunzione del cibo • sforzarsi di ingerire cibo contro la propria volontà • mangiare le carni rosse • mangiare cibi troppo pesanti, che risulterebbero difficili da digerire (cibi fritti, speziati, grassi o troppo dolci) Nel caso questi accorgimenti non risultassero efficaci è necessario rivolgersi all’oncologo curante per la prescrizione di una farmaco antiemetico (ossia per controllare nausea e vomito). Esistono numerosi farmaci antiemetici, tra cui metoclopramide, clorpromazina, aloperidolo oppure ondansetron, granisetron, dolasetron e palonosetron oppure l’aprepitant. A questi prodotti di sintesi può essere affiancato una prodotto fitoterapico, lo zenzero. Spesso infine l’aggiunta di cortisone aumenta l’efficacia dei farmaci antiemetici. La stomatite è un’infiammazione della mucosa del cavo orale che può presentarsi con varia intensità dall’eritema a vescicole o ulcerazioni associate a sintomi quali fastidio locale, dolore, ridotta tolleranza ai cibi cui con- RACCOMANDAZIONI PER I PAZIENTI ED I CAREGIVERS Cose da fare: • Quando si riceve il farmaco prescritto rileva l’etichetta esterna controllando il nome del farmaco e la dose disponibile • Garantire di aver completamente compreso quando e come prendere le cp e fare domande se qualcosa non e’ chiaro • Trasportare e conservare il farmaco come indicato sull’etichetta allegata al farmaco • Se possibile usare guanti e lavarsi le mani prima e dopo l’uso degli stessi. Se i guanti non sono disponibili rimuovere dal blister il cp direttamente in una tazza • Tenere a portata il foglietto illustrativo degli effetti collaterali • Conservare il farmaco citotossico in ambiente diverso dagli altri farmaci • Riferire ogni sovradosaggio • Tenere a portata informazioni su come comportarsi in caso di esposizione accidentale • Restituire in ospedale o in farmacia farmaco danneg- segue riduzione dell’appetito e calo ponderale. E’ questo un evento avverso molto invalidante in grado di peggiorare la qualità della vita per tali motivi è fondamentale prevenirne l’insorgenza. Viene consigliato di eseguire una visita odontoiatrica prima di iniziare il trattamento con farmaci biologici con lo scopo di bonificare potenziali foci di infezioni. Si deve mantenere un’accurata igiene orale durante tutto il trattamento utilizzando colluttori e prodotti disinfettanti. Problemi da non sottovalutare sono STANCHEZZA, AFFATICAMENTO O ASTENIA Sinonimi usati per indicare una generica sensazione di stanchezza, spesso descritta come “mancanza di forze o di energia” che può essere provocata dai farmaci biologici. Alla stanchezza “fisica” spesso si associa una sorta di “affaticamento mentale”, con difficoltà di concentrazione, scarsa voglia di fare e irrequietezza. Per ovviare a tali disturbi si consiglia di mantenersi “attivi” durante il giorno, distrarsi con le persone care o svolgere attività ricreative, come la lettura, che non compromettano ulteriormente il proprio stato di salute, ma permettano di alleviare la stanchezza psico-fisica che spesso si accompagna alla terapia con farmaci biologici. giato, non usato o scaduto • Riferire al momento della prescrizione ogni farmaco assunto e restrizioni dietetiche che possono interferire con il chemioterapico • Ridurre al minimo il contatto con il chemioterapico • Lavare separatamente gli abiti e le lenzuola del paziente • Lavare a fondo il bagno dopo l’uso e fino a 4-7 gg dal termine della terapia Cose da non fare: • Tenere il farmaco in una area aperta, vicino a fonti di acqua, o al sole o in zone accessibili ai bambini o animali • Conservare il farmaco vicino a cibo e bevande • Rompere o danneggiare le compresse • Assumere dosi superiori rispetto al prescritto • Dare per scontato che la chemioterapia orale sia piu’ sicura di quella ev • Saltare la dose prevista • Eliminare il farmaco nel bagno Possono comparire inoltre disturbi del sonno, con difficoltà di addormentarsi, sonnolenza diurna e voglia di stare a letto o sulla poltrona nel corso della giornata che è consigliabile evitare, perché questi terranno sveglio il paziente nel corso della notte. Se nonostante questi semplici accorgimenti la stanchezza psico-fisica diventa invalidante, tale da rendere difficile lo svolgimento delle comuni attività della vita quotidiana, è necessario parlarne con l’oncologo per valutare la possibilità di intraprendere una terapia farmacologia di supporto e/o di appoggiarsi ad un consulente psicooncologo.