Acer ginnala Maxim. 1856 - Vivai Vignolini Vetralla

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Acer ginnala Maxim. 1856
famiglia: Sapindaceae
sinonimi: Acer tataricum subsp. ginnala
nomi comuni: acero ginnala, acero di fuoco
acero dell'Amur
vedi tassonomia
Acer
Sapindaceae
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ETIMOLOGIA: il nome del genere è coniato dal termine latino acer
(duro, aspro) per la particolare durezza del legname. L'epiteto specifico
proviene dal nome vernacolare cinese di questo acero
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l'acero ginnala è un piccolo alberello spogliante a portamento cespuglioso alto fino a 6
metri, originario dell'Asia nord-orientale, dove è diffuso in un'areale che comprende
parti di Mongolia, Cina, Corea, Giappone e Siberia (segnatamente la valle del fiume
Amur). È una specie strettamente correlata e molto simile ad A. tataricum, diffuso però
in Asia minore ed Europa sud-orientale, del quale alcuni botanici lo ritengono una
sottospecie.
Per le sue caratteristiche ornamentali, in particolare lo splendido colore autunnale del
fogliame, questo acero è stato introdotto nei giardini europei e nordamericani intorno al
1860, naturalizzandosi poi in alcune regioni. Le sue ridotte dimensioni e la lenta
crescita lo rendono molto adatto ad essere coltivato nei piccoli giardini cittadini, anche
perchè resiste egregiamente all'inquinamento atmosfericoed è estremamente rustico ed
adattabile a molti tipi di clima. Non è particolarmente esigente neppure per quanto
riguarda il terreno, vivendo bene anche in suoli molto argillosi o piuttosto asciutti.
Talvolta può mostrare sintomi di clorosi a causa della carenza di ferro, quando le piante
sono coltivate in terreni molto alcalini, ma in generale non è sensibile al pH del terreno.
Predilige esposizioni soleggiate, ma si adatta a vivere in una mezzombra luminosa: le
piante allevate in pieno sole hanno però colori autunnali del fogliame più spiccati.
Sopporta molto bene le potature, che nelle giovani piante devono tendere a selezionare
tra i tanti piccoli rametti quelli che saranno destinati a svolgere la funzione di branche
principali.
Può essere allevato come esemplare singolo oppure essere impiegato per la formazione
di siepi libere o di siepi miste assieme ad altre piante dalle dimensioni simili. La forma
di allevamento può essere a tronco singolo oppure a più tronchi, come grande
cespuglio. Ne sono presenti in commercio diverse varietà, che migliorano le
caratteristiche ornamentali della specie tipo. Si segnalano in particolare 'Compactum',
alto fino a 150 centimetri e dalla chioma più raccolta e 'Red Fruit', con frutti di colore
rosso nel periodo invernale.
la corteccia delle branche più vecchie è suberosa e screpolata, di colore grigio-bruno.
Nei rami più giovani già lignificati è invece di colore bruno chiaro, solcata da striature
longitudinali giallastre.
le foglie sono semplici, opposte, picciolate, palmate con base cordata, lunghe fino a 7-8
centimetri e larghe 3-4, di colore verde chiaro e di forma piuttosto variabile. La
maggior parte di esse ha la lamina tipicamente trilobata, col lobo centrale nettamente
più grande degli altri due (spesso il doppio o più), ed il margine doppiamente serrato.
Possono esservi però sulla stessa pianta anche foglie ovaleggianti, coi due lobi laterali
poco o per niente pronunciati, o addirittura foglie cuoriformi. In autunno, prima di
cadere, il fogliame di questo acero assume tonalità rosso-cremisi molto suggestive.
i fiori sono molto profumati, di colore bianco o giallo pallido, riuniti in piccole
infiorescenze terminali a pannocchia e compaiono in primavera, dopo
l'emissione delle foglie
i frutti sono disamare, cioè infruttescenze tipiche degli aceri formate ciascuna da due
samare, in questo caso con ali di 2-2,5 centimetri che si incurvano verso il basso fino a
diventare quasi parallele tra loro o addirittura parzialmente sovrapposte, dapprima
verdi, poi di colore rossastro (giugno-luglio) e quindi brune, persistenti sulla pianta
durante il periodo invernale. Come negli altri aceri le disamare, grazie alle loro ali,
vengono disperse dal vento a grande distanza favorendo la diffusione e la
naturalizzazione della specie, che talvolta può diventare invasiva.
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