Mantova, 26 novembre 2016
Dr.Raffaele Dall’Olio
[email protected]
Evans, 2011
Chauzat, 2011
Almeno 21 di tipi virali identificati dal 1963
Quasi esclusivamente virus RNA+
Molto comuni le infezioni multiple e inapparenti
Colpiscono tutti gli stadi di sviluppo dell’ape
Effetti diversi per tipo e intensità con scarsi indicatori
sintomatologici
Evoluzione dipendente dal contesto (altre patologie, fattori
ambientali …)
Primo virus (CPV)
La maggior parte sono
particelle icosaedriche
di 30 nm (virus piccoli e
nudi a RNA a singolo
filamento, polarità
positiva) indistinguibili
al ME per morfologia
Elevata resistenza
ambientale ed elevata
variabilità
Orizzontale
Tramite insetti (vector-borne)
Per via alimentare (food-borne)
- virus in polline, miele, papa reale
- alte [ ] virali nell’intestino e feci
Per via venerea
- virus in fuchi, seme, spermateca
Verticale
Trasmissione transovarica
- Regine positive per più virus,
presenza di virus in ovari
- Virus (es. DWV) in uova, anche con
superficie sterilizzata
- Virus in ogni stadio di sviluppo,
anche in assenza di varroa e di
virus in pappa reale
coxshoney.com
Nelle colonie in salute e vitali, i virus
• si mantengono con trasmissione per via verticale
• rimangono allo stato di latenza/persistenza
• non causano episodi clinici evidenti
Nelle colonie “stressate” e poco vitali (per carenze
alimentari, varroasi, altre patologie……), i virus
• abbandonano lo stato di latenza
• si riproducono in modo massivo
• si trasmettono per via orizzontale
• causano morte degli individui e spopolamento della famiglia
•ssRNA – caratterizzato sierotipo Europeo
•diagnosi sintomatologica attendibile
•provoca mortalità della covata
•infezione asintomatica delle api adulte
•trasmissione per via alimentare (diretta o
mediata dal polline)
Malattia della covata (covata irregolare,
larve non pupano, celle disopercolate o
parzialmente opercolate)
Diffusione limitata in apiario
Persistente negli anni
Incidenza stagionale (inizio estate)
Autolimitante per intervento api adulte
(rimozione larve infette)
Replica anche in soggetti adulti, può dare
latenza
Virus trasmesso dalla varroa, ma anche
dalla nutrici (secrezione delle ghiandole
ipofaringee)
Mortalità delle pro-pupae con
formazione del sacchetto e scaglie
Sx) Larve infette (liquido)
Dx) Larve sane
Spiccato tropismo per il tessuto nervoso
(cervello, gangli ipofaringei, mandibolari,
addominali e toracici)
Infetta tutti gli stadi larvali
Normalmente infezione allo stato latente:
replicazione lenta, l’ape compie il suo ciclo
vitale
Virulenza di CBPV: potenziata in presenza
di Varroa destructor (abbassamento delle
difese immunitarie nell’ape → replicazione
virale)
Insieme ad ABPV, determina la mortalità
invernale delle famiglie
•Unica virosi che colpisce le api
adulte con 2 differenti sintomatologie
(sierologicamente indistinguibili.. 2°
agente???)
•Effetti sulle colonie
•Indebolimento
•Collasso
•Perdite invernali
Paralisi (‘mal della foresta’)
Api tremanti, incapaci di
volare, cluster di api.
Addome rigonfio.
Ali divaricate
COLLASSO
https://www.youtube.com/watch?v=PppGf3zwf30
Mal nero
Api piccole e
glabre con
l’addome lucido e
scuro, tremanti e, in
fase tardiva,
incapaci di volare
Incidenza del virus correlata ad alta densità di api:
* cattive condizioni meteo (abrasioni)
* troppe colonie rispetto alle risorse nettarifere
Andamento stagionale: perdite severe nella stagione
attiva (latente e asintomatico in autunno/inverno)
Faucon & Ribeire, 2004
• Chiara correlazione tra livelli di
infezione e sintomatologia
Due soglie diagnostiche:
• <10^8 copie virali/ ape – infezione latente
• >10^10 copie virali/ ape – infezione con
sintomatologia clinica (5gg p.i.)
Per iniezione nell’emolinfa (presente anche in larve e pupe) A.woodi
L’ape regina mostra stesso decorso di infezione
Per contatto (cibo, feci) e per ingestione (trofallassi replicazione favorita)
• Vi sono evidenze sperimentali che CBPV possa
agire in sinergia con N.ceranae (ma studi in pieno
campo ancora danno risultati ambigui)
• Ubiquitario, molto diffuso in Europa e Sud
America; forte andamento stagionale
•Sintomatologia di difficile diagnosi (simile
CBPV): mortalità api e pupae, effetti subclinici
comportamentali e longevità.
•la compresenza ABPV/Varroa guida la
colonia al collasso (Kevan, 2006)
• associato a perdite invernali (Genersh,
2010; ZKBS, 2012)
•Pupae infette muoiono prima di emergere
(Moore, 2015)
• Se veicolato per via orale 10^7 copie,
tramite varroa 10^2 copie risultano letali
(Genersh & Aubert, 2010)
100 nm
• le femmine adulte di Varroa sono
vettore (Wiegers, 1986)
inoculo in
emolinfa (50 90% efficacia)
• mancano evidenze che il virus si
replichi in Varroa
• Altre vie di trasmissione poco chiare:
-alle larve giovani per via alimentare
-se la regina è infetta non trasmette
alle larve
-alimentazione con polline infetto non
genera infezione
Infezione diffusa
a livello latente
Bakonyi et al., 2002
Varroa destructor
Infezione manifesta
Collasso
Non c’è attivazione di peptidi antimicrobici (hymaenoptaecyn, defensin, nor
melanised nodules); ridotta attivazione in infezioni miste con E.coli.
• Tra gli ultimi identificati, molto frequente,
pressochè ubiquitario in Europa
• può causare infezioni latenti
• Ali deformi e ridotta dimensione delle api
emergenti, dovuti al virus e non a Varroa (Allen &
Ball, 1996; Genersh, 2006)
• strettamente associato a V.destructor (Ball
1989; Nordström 1999), principale vettore
(Tentcheva 2004)
• evidenze di replicazione in Varroa
mortalità pupe
api nascenti deformi (*)
affetti subclinici sulle api adulte
(longevità)
(*) la deformità pare associata
alla presenza del virus nel
capo dell’ape (Yue, 2005)
Infezione diffusa
a livello latente
Varroa destructor
Infezione manifesta
Impatto elevato sulle colonie!
• Possibile spiegazione sul perché alcune
colonie, sebbene infestate da Varroa e alti tassi
di DWV, non collassano
• variante “non letale” (tipo-B), immunizza contro
l’infezione da variante “letale” (tipo-A)
L’infestazione da varroa aumenta la recettività delle api verso
patologie secondarie
Esiste una correlazione diretta con la comparsa di virosi (ABPV,
DWV, KBV e IAPV)
Ruolo e modalità di tale intervento non ancora del tutto chiari
Ipotesi:
- attivazione della moltiplicazione di virus presenti in forma latente a
seguito di attività alimentare e successiva localizzazione in organi
bersaglio (effetto traumatico-meccanico)
- azione inibitoria per rilascio di enzimi digestivi, sui meccanismi di inibizione
e difesa che normalmente limitano la replicazione virale
(immunodepressione)
La varroa è veicolo di virus con 2 modalità
- attraverso l’attività alimentare, causando una riattivazione di virus
latenti, anche a seguito di soppressione dell’immunità dell’ape
- come vettore passivo trasportando i virus con la saliva o contenuto
intestinale
La varroa può acquisire il virus da api infette, ma anche da altre
varroe infette per via orizzontale
Ci sono più probabilità che un ape nasca deformata o muoia se la
varroa si è precedentemente alimentata su un ape deformata
Alla diffusione della varroa in un’area si associa spesso la
comparsa più o meno immediata di patologie secondarie incluse
le virosi
L’esito dell’infestazione dipende da numerosi fattori:
Legati alla varroa
– il numero di varroe (infette)
– la prevalenza e titolo virale nella popolazione di varroe
Legati al virus
– la presenza (quali virus) e il livello (quale titolo) di infezione
virale
– la virulenza del ceppo virale
Legati alle api
– la suscettibilità delle api (e forse della varroa) al virus
– la quantità di covata presente nella colonia
•Qualsiasi saggio diagnostico idealmente deve essere:
•SENSIBILE
sintomi!
per poter fare una diagnosi prima di vedere i
•SPECIFICO
evitare falsi positivi e falsi negativi
•RIPETIBILE
anche con minime variazioni di
ambiente/protocollo
•UNIVERSALE
vitale dell’ospite
•SEMPLICE
diagnosi possibile ad ogni stadio del ciclo
ridurre le variabili riduce la possibiltà di errore
•RAPIDO
diagnosi in poco tempo per consentire intervento
tempestivo
•ECONOMICO
per giustificare costi/benefici e per
praticarlo su larga scala
Spesso difficoltosa per mancanza di reagenti (antisieri)
AGAR GEL IMMUNODIFFUSIONE: metodica rapida, poco costosa e
specifica, anche se poco sensibile. E’ adeguata per svelare infezioni
massive.
MICROSCOPIA ELETTRONICA (ME/IEM): sensibilità variabile in rapporto al
metodo usato (goccia, Airfuge). E’ costosa e dispendiosa in termini di
tempo per indagini su larga scala.
IMMUNOCROMATOGRAFIA: “on side test”
WESTERN BLOT: identificazione proteica
ELISA: molto sensibile, svela anche infezioni latenti
PCR in tutte le sue varianti (multiplex - real time - immunocapture PCR) ha
risolto di fatto il problema della diagnosi. Metodi molto sensibili: il risultato
va interpretato !!
•Scelta matrice:
•Api, Larve, miele, polline, cera, Api intere/teste (??)
•Prelievo campione:
•Mantenere lo status quo sino al processamento (api vive)
•Alternativamente, congelate vive e mantenute congelate
•Se non possibile conservare in soluzioni sature di Sali
caotropici, onde prevenire degradazione acidi nucleici
•Processamento:
•Qualità ed integrità del RNA (DNA) di partenza
• impossibile allevare colture pure di Virus; no linee cellulari di Apis per studi
in vitro
• difficoltà ad ottenere standard quantitativi
• già in uso standard per DWV (IZS Prof. Lavazza)
• ambito Beenet
Dr.ssa Granato)
sviluppati standard per altri virus ABPV e CBPV (IZS-PD
Negativi
C=0
Basso titolo
C<10^3
Medio titolo
10^3<C<10^7
Sintomatiche
C>10^7
Apicoltore deve:
segnalare gli episodi all’ASL con la massima tempestività
ASL effettua:
immediato sopralluogo presso
l’apiario interessato compilando
il verbale / questionario
eventuale campionamento di
api, sia morte, che moribonde e
possibilmente anche vive da
inviare all’IZS
trasmissione in Regione di copia
del verbale/questionario.
* In Regione Lombardia
•
•
•
•
•
Tenere controllata l’infestazione da Varroa
Minimizzare scambi si favi
Evitare postazioni ad elevata densità
Adeguato ricambio dei favi
Igienizzazione dei favi
Non esistono farmaci efficaci contro le virosi delle api:
Distruzione delle famiglie colpite
Distruzione dei favi; messa a sciame per diminuire la
carica virale; sostituzione delle api regine
Lavaggio e disinfezione delle arnie (soda caustica; sali
quaternari di ammonio o ipoclorito di sodio + fiamma azzurra)
Quarantena delle regine di nuova introduzione
Allo studio l’uso di probiotici
Le manifestazioni cliniche in corso di patologie delle api
solo raramente sono patognomoniche ovvero molti
sintomi sono comuni a molte malattie
Sono sempre necessarie analisi di laboratorio per
individuare le cause eziologiche
Alcune situazioni patologiche sono probabilmente la
conseguenza di una compromissione generale della
colonia, dovuta a disordini di varia natura (tossica,
genetica, biochimica, metabolica etc), in associazione ad
agenti infettivi, tra cui i virus, corresponsabili della
rottura dell'equilibrio di forza delle famiglie (Sindrome
da spopolamento?)
I virus sono agenti complicanti, che trovano in
altri patogeni, e segnatamente nella varroa, il
fattore
scatenante
il
loro
sviluppo,
contribuendo a determinare il collasso e la
morte della famiglia
La prevenzione delle malattie virali dipende
principalmente dal controllo della varroa con
interventi appropriati e con programmi
territoriali
http://ec.europa.eu/research/agriculture/pdf/virology_and_the_honey_bee.pdf
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