FREQUENZA_CARDIACA

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FREQUENZA CARDIACA
Il termine frequenza cardiaca indica il numero di volte in cui il cuore batte
nell’unità di tempo.
L’unità di tempo presa come parametro generalmente riconosciuto è il minuto,
per cui la frequenza cardiaca si esprime in battiti al minuto (b/m).
La frequenza cardiaca varia da individuo a individuo,
da momento a momento e anche a seconda dell’attività
che il soggetto sta svolgendo.
Il cuore è un muscolo con funzione di pompa che,
contraendosi, manda in circolo il sangue sia per veicolare
ai tessuti e agli altri organi le sostanze per le loro
funzioni sia per smaltire quelle di rifiuto.
Esso batte tanto più frequentemente quanto maggiore
è l’esigenza di sostanze, per esempio di ossigeno o di
zuccheri.
modello di cuore umano
Il numero di volte in cui batte, però, dipende anche dalla capacità cardiaca, la
quantità di sangue, cioè, che può essere contenuta nel suo ventricolo sinistro e dalla
gittata cardiaca, la quantità di sangue, cioè, che può essere effettivamente pompata
nelle arterie ad ogni contrazione.
Se una persona inizia un lavoro intenso (es.: correre, camminare in salita, nuotare,
digerire un pasto sostanzioso, ecc.), per supportare il lavoro da produrre, i suoi
muscoli necessitano di maggior quantità di energia, quindi il cuore dovrà spingere un
quantitativo superiore di sangue in circolo; il sangue recupera più ossigeno dai polmoni,
più zuccheri dal fegato, ecc. e li conduce ai muscoli dove si attua lo scambio con
anidride carbonica e altri prodotti di rifiuto. Ma le dimensioni interne del cuore non
mutano in così breve tempo, ossia la gittata cardiaca rimane inalterata; dunque,
affinché vi sia un maggior apporto di sangue ai tessuti il cuore può solo battere più
rapidamente.
La persona che a riposo conta, ad esempio, 65 b/m, dopo pochissimo tempo di
lavoro intenso può ritrovarsi con una frequenza cardiaca di molto superiore, anche più
che doppia. Si tratta del fenomeno che viene comunemente detto batticuore e che è
meglio definito con il termine di tachicardia.
Quando il lavoro diminuisce, anche la richiesta di sangue diminuisce e la frequenza
cardiaca si abbassa, fino a ritornare a valori consueti alcuni minuti dopo la cessazione
del lavoro.
Non solo un lavoro fisico può essere causa di un aumento di sangue in circolo e
quindi di un conseguente aumento della frequenza cardiaca. Anche una forte emozione
può produrre lo stesso effetto.
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Le persone differiscono una rispetto
all’altra anche per le dimensioni del cuore, e
anche nella stessa persona il cuore varia di
dimensioni secondo l’età: il bambino ha un
cuore più piccolo dell’adulto. Sono importanti,
soprattutto, le diverse dimensioni delle cavità
interne del cuore, atri e ventricoli. Il cuore
infatti è anche un muscolo che, come tutti i
muscoli si sviluppa in seguito a sollecitazioni.
Ma, essendo posto in una nicchia tra i polmoni,
all’interno del torace, non ha possibilità di
ampio ingrossamento esterno: può viceversa
aumentare il suo trofismo muscolare (cioè lo spessore delle pareti) verso l’interno, a
scapito quindi della capacità delle cavità interne, che si riducono e che portano ad un
ulteriore aumento della frequenza cardiaca.
Il tessuto muscolare cardiaco stesso può essere, a sua volta, molto tonico, cioè
molto forte, tipico delle persone giovani e ben allenate, oppure piuttosto debole, come
nei soggetti anziani, cardiopatici, o poco allenati. Ecco quindi che la frequenza
cardiaca rappresenta un parametro per valutare lo stato di efficienza del cuore.
A una frequenza cardiaca tendenzialmente bassa corrisponde in genere un muscolo
cardiaco abbastanza forte, comunque efficiente per il fisico che deve sostenere.
Viceversa una frequenza cardiaca alta è indice di un cuore debole, che non riesce a
sopperire alle esigenze nutritive del fisico se non con un alto ritmo delle contrazioni.
La frequenza cardiaca si misura con una tecnica piuttosto semplice.
Se non si ha a disposizione lo stetoscopio basta portare due dita, il
secondo e il terzo, nei punti di passaggio sottoepidermico di alcune tra
le più importanti arterie, dove la pulsazione cardiaca può essere
facilmente percepita. Uno di questi punti è situato nella parte interna
del polso, al passaggio dell’arteria radiale; un altro si trova in ognuna
delle due zone laterali della gola, dove si può avvertire il flusso delle
carotidi esterne (arterie che portano sangue al cervello).
La misurazione della frequenza cardiaca si effettua, dopo aver
individuato con esattezza uno di questi punti, semplicemente contando
il numero dei battiti in una frazione di un minuto, per esempio 10” o
15”, e moltiplicando poi tale numero per 6 o per 4, in modo da ottenere
il valore relativo a 60”.
Per un giovane adulto, in situazione di riposo, una frequenza cardiaca può
considerarsi bassa al di sotto di 60 b/m; media, quindi nella norma, tra i 60 e i 90
b/m; piuttosto alta oltre i 90 b/m.
In seguito a uno sforzo particolarmente intenso la frequenza cardiaca può
superare anche i 180 b/m; se però va oltre i 200 b/m si stanno superando i limiti
fisiologici sostenibili dal cuore.
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