Le azioni della ricerca. LA RAPPRESENTAZIONE DELLA PUBBLICITÀ NEI BAMBINI LA RAPPRESENTAZIONE SOCIALE DELL’INFANZIA NELLA PUBBLICITÀ LE REAZIONI DEI BAMBINI ALLA PUBBLICITÀ I primi risultati della ricerca Dalla prima fase della ricerca, che si è particolarmente concentrata sul punto 1: l’atteggiamento dei bambini verso la pubblicità, emergono risultati molto incoraggianti e interessanti. In particolare questo primo punto, che può considerarsi propedeutico, ha fatto emergere una forte propensione alla fiducia nella pubblicità televisiva da parte dei minori, che la trovano corrispondente alla realtà e credibile. Ciò significa che c’è grande presa della pubblicità su questo segmento di pubblico, e che attraverso questa possono passare facilmente modelli positivi o negativi, e stereotipi sociali e familiari. Insomma, se la pubblicità viene ritenuta credibile, non è credibile solamente il suo contenuto commerciale, ma anche il contesto, la situazione che offre, i ruoli che suggerisce, eccetera. Quindi particolarmente importante è la seconda fase della analisi, che riguarda il ruolo e l’immagine dei bambini che risulta dalla pubblicità, perché a quel ruolo i piccoli telespettatori tenderanno ad uniformarsi. Grandissima attenzione sarà posta nell’analisi del messaggio pubblicitario, per quanto riguarda i contenuti - in particolare per quella che i pubblicitari chiamano ‘promessa e soluzione’ - per i ruoli fra pari e genitori, e più in generale quelli sociali. Se infatti la promessa è limitata al significato materiale, come ad esempio: mangia la merendina che ne trarrai piacere per il palato, non c’è pericolosità nel messaggio. Rischio che invece esiste quando la promessa astrae dalle caratteristiche materiali del prodotto e si trasferisce su quelle valoriali. Vediamo in dettaglio quanto appena scritto, rimandando agli allegati per ulteriori elementi. 1. L’atteggiamento dei bambini verso la pubblicità. Questo argomento ha particolare rilevanza propedeutica. Infatti, come vedremo, è indispensabile conoscere l’atteggiamento dei minori per poter analizzare la rappresentazione dei bambini nella pubblicità e l’impatto che questa ha nella creazione di modelli e stereotipi. Perciò questo è il primo step che andiamo a presentare, e che già ci riserva risultati tanto più interessanti, in quanto la letteratura internazionale ha avuto fino ad oggi dei grossi limiti, che evidenzieremo successivamente, illustrando la metodologia. 2. La prima necessità è stata quella di costruire uno strumento di misura delle attitudini verso la pubblicità. Lo abbiamo fatto utilizzando una scala AP, articolata sulla base di tre fattori, ciascuno dei quali costituito da item scritti 3. 4. 5. 6. per metà in chiave positiva e per metà in chiave negativa, in modo da avere la sicurezza che le risposte siano consapevoli e non date in modo automatico o acquiescente. le tre dimensioni sulle quali i bambini sono stati testati, sono: la credibilità la gradevolezza e l’affidabilità della pubblicità per i bambini. a ) credibilità. Indica essenzialmente la capacità del bambino di essere consapevole della veridicità delle informazioni trasmesse dalla pubblicità. Su questo punto i bambini del primo campione – 172 di otto anni - ritengono che la pubblicità dica cose vere e dia buoni consigli per acquisti. b) Gradevolezza. Questo fattore si riferisce al giudizio formale sugli spot. Ebbene, risulta che lo stesso campione ritiene gli spot poco gradevoli e noiosi. c) Fiducia. Questo fattore è molto correlato al primo. Alla domanda se si fidano della pubblicità in tv, la risposta del medesimo campione, è affermativa. Altrettanto si può dire sulla corrispondenza fra la offerta pubblicitaria e il prodotto reale. differenze di genere. Si riscontra una maggiore positività delle bambine rispetto al punto a) e rispetto all’attitudine globale, che è la somma di a+b+c su questo punto l’analisi proseguirà per verificare eventuali differenze rispetto all’età e a specifiche caratteristiche di personalità. una volta conclusa questa fase saranno riesaminati gli indicatori in base alle risposte fornite dai bambini alle interviste.