4. Le innovazioni tecnologiche della rivoluzione industriale • Cambiamento tecnologico solamente uno dei fattori che trasformò il volto dell’Inghilterra nel periodo della rivoluzione. • Vantaggio relativo nelle microinvenzioni più che supremazia nelle macroinvenzioni. • Sistema educativo non all’avanguardia; la maggior parte degli ingegneri e dei meccanici si formava attraverso il tradizionale sistema dell’apprendistato, senza una formazione specifica. • Molti erano autodidatti, ma con una grande curiosità e predisposizione ad apprendere e sperimentare. Dietro i grandi ingegneri vi era la schiera di meccanici specializzati e artigiani, da cui dipese in gran parte il successo tecnologico britannico. • I settori che prima degli altri sperimentarono i mutamenti rivoluzionari della tecnologia e la nuova organizzazione produttiva furono l’industria del cotone e quella del ferro. La macchina a vapore • La forza del vapore già nota ai Greci. • Denis Papin (XVII sec.): macchina a vapore ad alta pressione che utilizzava la forza motrice del vapore per sollevare il pistone di un cilindro, mentre la condensazione del vapore creava poi un vuoto sotto lo stantuffo che gli imprimeva la spinta per la corsa discendente. • Thomas Savery: tecnico minerario della Cornovaglia, trasforma l’idea sperimentale in innovazione pratica. Nel 1698 Savery brevettò una pompa a vapore per estrarre l’acqua dalle miniere; la macchina presentava tuttavia ancora numerosi difetti. • Thomas Newcomen: fabbro e mercante di ferro del Devonshire. • “motore atmosferico” (utilizza la pressione atmosferica che agisce sul vuoto): riprende l’idea di Papin di un pistone che lavora in un cilindro, ma non utilizza la forza motrice diretta del vapore, bensì lo condensa quando viene introdotto nel cilindro, creando un vuoto che lo spinge verso il basso. • Il primo esemplare venne installato nel 1712 a Tipton; da quel momento la diffusione in Gran Bretagna fu rapida e si sarebbe ridotta solamente con l’introduzione dei nuovi motori di Watt a partire dal 1775. • Limitata diffusione all’estero. • Inconvenienti: era di grosse dimensioni, il suo costo era notevole, richiedeva una grande quantità di carburante. Uso limitato alle miniere di carbone, dove la polvere di carbone come combustibile era disponibile a costo zero. Motore doppiamente legato alle miniere di carbone: ne creavano l’esigenza per pompare l’acqua in profondità e ne permettevano il funzionamento fornendo il combustibile. • James Watt: tecnico di laboratorio dell’Università di Glasgow che si era trovato a dover riparare una macchina di Newcomen. • La sua invenzione del condensatore separato, applicata alla macchina a vapore dal 1776, ne ridusse i consumi di combustibile; la macchina “a doppio effetto” (brevettata nel 1782) aumentava la sua potenza introducendo vapore sotto pressione su entrambi i lati della testa del pistone. • Watt incontra Mattew Boulton, un facoltoso commerciante di articoli di ferramenta di Birmingham, che gli mette a disposizione i capitali necessari per proseguire le ricerche. • I motori di Watt si diffusero con rapidità. Applicati in miniere, altiforni o adibiti a far girare macchinari. All’inizio del 1800 le industrie tessili rappresentavano il mercato principale. • Scarsa diffusione all’estero. • Nel 1810 5.000 macchine a vapore in Gran Bretagna, 200 in Francia e nessuna in Germania. • Applicazione della macchina a vapore alle imbarcazioni. • Vari esperimenti nel corso del XVIII secolo. All’inizio dell’Ottocento l’uso del vapore sulle imbarcazioni a pale era ormai consolidato. Servizi regolari sui laghi di tutta Europa e dell’America del Nord, sui fiumi e lungo brevi rotte costiere. • Il limite era rappresentato dal combustibile: tutto dipendeva dalla quantità di carbone che le imbarcazioni riuscivano a trasportare. • Dopo il 1835 imbarcazioni a elica sostituiscono quelle a pale. • A partire dalla metà del XIX secolo transatlantici. • Applicazione del vapore ai trasporti terrestri. • Su strada non riuscì a spazzare via la precedente tecnologia, a causa degli effetti devastanti che le vetture a vapore avevano sulla superficie stradale. • Diverso il discorso per le strade ferrate • 1801 Richard Trevithick: prima applicazione di una carrozza a vapore su strada ferrata. • 1830 inaugurato il primo tronco della linea ferroviaria Liverpool-Manchester, prima linea non esclusivamente riservata al trasporto di carbone. Rimorchiatore o cavallo a vapore Diligenza a vapore • Scienza e tecnica: • James Watt tipico esempio di integrazione tra scienza e tecnica: pur non essendo un uomo di scienza le sue invenzioni partirono da un ragionamento scientifico che egli poté sviluppare seguendo alcune lezioni all’università di Glasgow dove lavorava. • Incerta rimane la misura dell’impatto delle scoperte scientifiche sul progresso tecnologico; le più importanti invenzioni furono in gran parte il risultato di intuizioni e abilità meccaniche. • Metodo scientifico-sperimentale e mentalità scientifica; necessità di applicarsi alla soluzione di problemi empirici, secondo una cultura scientifica che collocava la scienza al servizio degli interessi pratici, commerciali e manifatturieri. • I brevetti. In vigore in Inghilterra fin dagli inizi del Seicento, garantivano all’inventore l’utilizzazione esclusiva, seppure per un periodo limitato di tempo, dei frutti del suo ingegno. La Francia ebbe una legge sui brevetti solo nel 1791, la Germania nel 1842. In Inghilterra nella seconda metà del Settecento i brevetti furono oltre 1.700, e oltre 10.000 tra il 1800 e il 1850. • Joseph Schumpeter: distinzione tra invenzione e innovazione. • L’invenzione: qualsiasi novità brevettabile, cioè un qualsiasi miglioramento nei metodi o nei processi di lavorazione. • L’innovazione: si ha quando l’invenzione viene effettivamente applicata al processo produttivo. • Un’invenzione può non trasformarsi mai in innovazione oppure dar vita a più innovazioni. L’industria del cotone • A metà Settecento l’industria tessile prevalente in Inghilterra era quella della lana. Industria del cotone modesta e arretrata; introdotta nel Lancashire nel XVII secolo, subiva la concorrenza delle stoffe colorate indiane. • Il peso dell’industria cotoniera nel reddito nazionale passa dal 4-5% al 7-8% in appena dieci anni, dal 1802 al 1812. Nel 1839 le esportazioni di tessuti di cotone rappresentavano la metà delle esportazioni britanniche, sostituendo i tessuti di lana. • 1733 John Kay (meccanico orologiaio), la navetta volante: riguardava la tessitura; era un telaio in cui la navetta, montata su rotelle, veniva colpita da pulsanti e quindi spinta attraverso l’ordito; permise ad un solo tessitore di fare il lavoro che prima richiedeva due persone. Il nuovo congegno, tuttavia, fu mal visto dai tessitori del Lancashire e, anche a causa di problemi meccanici, si diffuse lentamente e non divenne di uso comune prima del 1760. La filatura continuava a richiedere molta manodopera e dunque i tessuti continuavano ad essere molto costosi. Cardatrice per filati pettinati • 1764 James Hargreaves (falegname-tessitore di Blackburn), la spinning jenny: formata da una ruota che muoveva una batteria di fusi ed era azionata da una sola persona che poteva filare sei o sette e poi fino ad ottanta fili alla volta. Si diffuse rapidamente, anche perché era poco costosa e poco ingombrante e poteva essere utilizzata nell’industria a domicilio. Entro il 1788 circa 20.000 i filatoi di questo tipo in Inghilterra. Il filato prodotto dalla jenny era però debole e quindi adatto soltanto per la trama: l’ordito doveva essere filato ancora con la ruota a mano. • 1769 Richard Arkwright (barbiere di Preston), la water frame: un filatoio idraulico in grado di produrre un filato molto resistente che poteva essere usato sia come ordito che come trama e permise di superare i tessuti in misto lino. • Richiedeva una grande quantità di energia e perciò fin dall’inizio la filatura per mezzo della nuova macchina fu eseguita in opifici. Telaio per tappeti • 1779 Samuel Crompton, la mule jenny: derivata dalla combinazione della spinning jenny con la water frame. Il filato ottenuto, più liscio e più sottile, permise finalmente ai produttori inglesi di superare quelli indiani per la qualità dei tessuti. • 1785 Edmund Cartwright, il telaio meccanico: macchina mossa dal vapore, che tuttavia si sarebbe affermata solo dopo il 1820, anche a causa dell’opposizione dei tessitori, che temevano di perdere il lavoro. Molteplici i motivi dell’espansione dell’industria cotoniera: • al contrario dell’industria laniera, era un’industria nuova intorno alla quale non si era ancora creata una rete di interessi corporativi, per cui un gruppo di imprenditori intraprendenti poté innovare ed investire senza problemi. • non fu subito necessario passare al sistema di fabbrica, poiché alcune innovazioni, ed in particolare la spinning jenny, si adattavano perfettamente al lavoro a domicilio. • si trattava di un settore labour intensive, cioè ad alta intensità di lavoro, che poté sfruttare la manodopera a basso costo. • trovava un mercato già esistente, poiché gli inglesi erano abituati ai tessuti indiani. • si prestava all’esportazione, anche perché i prezzi andarono sempre più diminuendo, il che evitò una saturazione del mercato interno. L’industria del ferro • industria capital intensive, poiché richiedeva forti investimenti. • organizzata già da tempo in forma capitalistica, con molti operai impiegati nelle officine alle dipendenze di un datore di lavoro, che produceva per il mercato. • utilizzava materie prime inglesi. • non produceva beni di consumo ma beni intermedi. • industria itinerante poiché legata alla presenza del carbone di legna, si spostava man mano che le riserve garantite da un bosco finivano. • carbone di legna sostituito dal carbon fossile, disponibile in grandi quantità, ma aveva il limite di produrre una ghisa molto fragile. • 1709 Abraham Darby: proprietario di una ferriera, iniziò ad utilizzare un nuovo procedimento con cui riuscì ad estrarre il coke dal carbon fossile con un processo simile a quello usato per la produzione del carbone di legna: il minerale veniva riscaldato in un ambiente chiuso per eliminare le impurità e ottenere come residuo il coke. Il procedimento tuttavia stentò ad affermarsi, perché dava un ferro di cattiva qualità. • 1783-1784 Peter Onion e Henry Cort: brevettarono separatamente il processo del puddellaggio, un processo di decarburazione mediante il quale la ghisa veniva fusa in un forno ad alte temperature e agitata continuamente per liberarla dal carbonio e dalle scorie e infine passata fra cilindri di ferro che ne eliminavano per pressione le impurità rimaste. In tal modo venivano ottenuti ferro e acciaio di buona qualità. • La scoperta del puddellaggio liberava le fonderie dal vincolo con le aree boschive; liberava la Gran Bretagna dalla necessità di importare grandi quantità di carbone di legna; determinava il sorgere di grandi impianti integrati in cui tutti i processi, dall’estrazione del minerale alla laminazione, erano controllati dallo stesso gruppo di imprenditori. • Industria siderurgica inglese concentrata in quattro zone principali: lo Staffordshire, lo Yorkshire meridionale, il Clyde e il Galles meridionale. • La produzione di ghisa, fin lì rimasta stabile attorno alle 25.000 tonnellate all’anno, raggiunse le 100.000 tonnellate nel 1800 e 2,2 milioni di tonnellate nel 1850. La Gran Bretagna arrivò a detenere più della metà della produzione mondiale. • John Wilkinson, un industriale siderurgico a cui si devono la costruzione del primo ponte in ghisa sul fiume Severn (1776) e il varo della prima nave in lamiera bullonata (1787).