SOVRANO IMPERIALE MILITARE
ORDINE DELLA CORONA DI
FERRO
Guardi e d’onore dell’Imperatore
Reggi mento Storico « Dragoni Napoleone »
Sala dei Dragoni – Hotel President - Brescia – 2 Dicembre 2000 – A. CXCV° E.N. - ore 19,30
CONFERENZA
la nascita di un sogno…
ciclostilato in proprio, ad uso illustrativo interno
© 2000
Alberto B. Mariantoni
1
Indice
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
Generale
Introduzione
Il contesto storico: l'Inghilterra contro la Francia
pag.
pag
3
8
A.
Le principali contromisure di Napoleone
pag.
10
a
b
c
d
pag.
pag.
pag.
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pag.
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Sul piano militare
Sul piano politico interno
Sul piano istituzionale francese
Sul piano istituzionale extra-metropolitano
B.
Convenzione di Petesbourg
1. La IIIa Coalizione contro Napoleone
2. Quattro simultanee offensive in preparazione
C.
Il piano segreto dei Coalizzati contro l'Impero
D.
Carta della situazione militare in Europa (1805)
La Campagna d'Austria della Grand Armée
a
Gli «atout» del Condottiero Napoleone
b
Napoleone anticipa l'offensiva nemica
c
Carta topografica delle operazioni intorno ad Ulm
d
Riproduzione della manovra a «boccolo» di Napoleone
e
Atto di Capitolazione di Ulm e la sconfitta di Trafalgar
f
Tavola delle flotte franco-spagnola ed inglese
g
Carta della progressione militare francese in Europa
h
Carta della situazione militare dal 26/10 al 15/11/1805
i
Napoleone davanti ad un doppio dilemma
j
Carta della piana di Austerlitz
k
Il «trabocchetto» di Napoleone agli Alleati
l
Il piano degli Alleati per sconfiggere i Francesi
m
Carta della pianura di Pratzen alle ore 18 del 1°/12/1805
n
Carta autostradale, attuale, della stessa pianura
A proposito della battaglia di Austerlitz
a
Gli stemmi araldici dei tre Imperatori
b
I principali protagonisti
c
Le Forze militari in presenza
d
La descrizione geografica del campo di battaglia
e
La disposizione campale dei rispettivi eserciti
f
Proclama di Napoleone alla Grand Armée
Austerlitz: Cronaca di una battaglia
a
Carta degli opposti schieramenti prima della battaglia
b
Carta delle tre fasi principali della battaglia
c
Descrizione delle suddette fasi
d
La conclusione della battaglia
e
Proclama di Napoleone ai suoi soldati dopo la battaglia
Conclusione
Allegati
a
Breve biografia di Napoleone I°
b
Tavola dei 26 Marescialli dell'Impero
c
Cronologia del Consolato e dell'Impero
d
Guerre della Repubblica, del Consolato e dell'Impero
Bibliografia
Accenni biografici dell'autore del dossier
2
SOVRANO IMPERIALE MILITARE
ORDINE DELLA CORONA DI
FERRO
Guardie d’onore dell’Imperatore
Reggimento Storico « Dragoni Napoleone »
Sala dei Dragoni – Hotel President - Brescia – 2 Dicembre 2000 – A. CXCV° E.N. - ore 19,30
CONFERENZA
la nascita di un sogno…
Alberto B. Mariantoni
Introduzione
Il tema che i responsabili dell’Associazione dell’Ordine della Corona di Ferro
mi hanno voluto affidare nel 195° anniversario della Battaglia di Austerlitz
e nell’opportuno ed accogliente contesto di questa suggestiva serata, è – allo
stesso tempo – formalmente semplice da riflettere e da inquadrare, e
sostanzialmente complesso ed estremamente difficoltoso da approfondire,
sistematizzare, riassumere e presentare.
Potrei addirittura aggiungere che lo studio che a questo proposito ho dovuto
velocemente intraprendere per potervelo questa sera decorosamente proporre,
è stato uno dei lavori di ricerca tra i più impegnativi e scabrosi che abbia mai
intrapreso nell’intero arco della mia ormai più che trentennale carriera di
politologo e di conferenziere.
E questo, per due motivi particolari:
• il primo, poiché non sono affatto uno specialista dell’Epoca Napoleonica.
• il secondo, poiché durante tutto il mio iter accademico e professionale, non
3
ho mai avuto l’occasione, né tanto meno l’opportunità - nonostante
l’infinita voglia di farlo, mi avesse costantemente fremuto di dentro,
sin dall’infanzia… - di potermi attivamente e particolarmente interessare
di argomenti che hanno una qualunque attinenza o correlazione con il
periodo storico che in questa occasione, dopo averlo io stesso
preventivamente esperito ed approfondito, avrò l’onore ed il piacere di
trattare, discutere e ripercorrere in vostra compagnia.
Mi perdoneranno anticipatamente, quindi, gli insigni e molto più preparati
cultori di questa materia – e gli innumerevoli altri conoscitori di questo
particolare contesto che figurano senz’altro
tra i gentili ospiti ed i nobili convitati di
questo anniversario - se la mia personale
rievocazione della battaglia di Austerlitz, ai
loro occhi, “brillerà” per qualche
imperdonabile inesattezza o peccherà per le
sue involontarie lacune bibliografiche;
oppure risulterà, storicamente parziale o
accademicamente incompleta.
In ogni caso, credetemi: nonostante la mia
quotidiana dimestichezza con i lavori di
ricerca, non è stato affatto facile, a 195
anni di distanza, tentare di ricostruire nei
dettagli una battaglia che nel momento in
cui si svolse, non significò soltanto un semplice scontro guerriero tra i tre più
importanti eserciti europei1 di quell’epoca ma, rappresentò soprattutto un
evento di indiscutibile portata militare, politica e storica a livello
Continentale. E simboleggiò altresì - come mi sono permesso di evidenziare
nel breve sottotitolo di questa conferenza - la nascita di un sogno…
Quello, per l’appunto, di una possibile costituzione di un Grande Impero
Continentale… Di una Grande Patria Europea politicamente,
economicamente, socialmente, culturalmente e militarmente unita!
Un sogno che, dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), era
stato invariabilmente e vanamente vagheggiato e perseguito dalle più
visionarie e lungimiranti menti coronate della nostra Civiltà europera. E che
mai, fino al 1805, era stato veramente a due passi dal potersi realmente e
1 L’esercito francese, contro quelli coalizzati della Russia e
dell’Austria.
4
concretamente materializzare nella sua effettiva e palpabile completezza
geopolitica.
Quel sogno… - diciamocelo francamente - nella sua reale integralità, per certi
versi, a tutt’oggi, ancora difficile da immaginare o da sperare…, si trasformò,
tutto ad un tratto, in una visibile e tangibile possibilità di affermazione,
idealmente perseguibile e praticamente realizzabile2. In particolare, dopo che,
nel cuore e nelle menti della gioventù europea di quell’epoca, incominciarono
a defilare incontrastate nelle cronache dei loro Paesi, le schiaccianti vittorie
francesi di Ulm3 contro gli Austriaci e di Austerlitz4 contro gli Austro-Russi;
oppure, gli inoppugnabili ed ulteriori trionfi di Iéna5 e di Auerstaedt6 contro i
Prussiani; o ancora quelli di Eylau7 e di Friedland8 contro i Russi. Questo,
naturalmente, senza contare l’occupazione francese di Berlino9 ed il
favorevole ed inatteso Trattato Franco-Russo di Tilsit10; e, dulcis in fundo, il
non meno improvviso e sorprendente successo delle armi francesi a
Wagram11 nei confronti dell’ultimo tentativo revanscista austriaco di quel
periodo.
Quella serie di apoteosi militari e di indiscutibili affermazioni diplomatiche,
in ogni caso, rappresentarono davvero - a partire proprio dalla travolgente ed
incontenibile vittoria napoleonica di Austerlitz - una svolta storica di
capitale importanza per l’avvenire immediato del nostro Continente. E lo
tratteggiarono ancora di più, in quanto - facendo fallire, sul nascere, in
Europa, due successive ed apparentemente imbattibili Coalizioni
Internazionali12 e gli invadenti intrighi anti-francesi13 messi in atto in quel
periodo dalla Corona Britannica, ma ugualmente neutralizzando, per qualche
anno, le comprensibili velleità controrivoluzionarie della maggior parte degli
2 "D’Austerlitz date chez Napoléon l’idée de rencostituer à son profit « l’Empire d’Occident » ", (Encyclopédie Univeralis, CDUniversalis, versione 5.0.14, tomo I°, pag. 153, voce « Premier Empire », Parigi, 1998).
3 Il 20 Ottobre 1805, contro gli Austriaci.
4 Il 2 Dicembre 1805, contro gli Austro-Russi.
5 Il 14 Ottobre 1806, contro l’esercito prussiano del generale Hohenlahe.
6 Lo stesso giorno, il 14 Ottobre 1806, contro l’altro esercito prusssiano comandato dal generale Brunswick.
7 L’8 Febbraio 1807.
8 Il 14 Giugno 1807.
9 Il 27 Ottobre 1806
10 Trattato, firmato l’8 Luglio 1807, dopo l’incontro di Niémen, tra Napoleone ed Alessandro I°, il 25 Giugno 1807. E’ in questa
occasione che Napoleone raggiunge il suo apogeo politico e militare.
11 Gli Austriaci furono battuti in questa battaglia, il 6 Luglio 1809.
12 La III e la IV Coalizione.
13 Intrighi che miravano soprattutto a difendere e/o garantire l’espansione commerciale britannica in Europa, a discapito dell’industria
e del commercio continentali.
5
Stati14 della vecchia Europa (tradizionalmente al soldo di Londra o semplici
“utili idioti” della sua non certo altruistica politica) – incoraggiarono
direttamente o indirettamente le giovani leve dell’Intellighentia europea ad
uscire dal loro abituale riserbo mentale o torpore ideologico e ad immaginare
un profondo e radicale rinnovamento delle strutture politiche, economiche,
sociali e culturali dell’insieme delle Nazioni del nostro Continente.
Non bisogna credere, però, che il sogno di quella grande e possibile Europa
Unita fosse stato in qualche modo preventivamente intravisto o razionalmente
pensato e previsto dal neo-Imperatore dei Francesi15, Napoleone I°. Tanto
meno, dall’astuto e senz’altro efficace manovratore della sua nuova
diplomazia, Charles Maurice de Talleyrand-Perigord (1754-1838)16. E meno
ancora, da qualcuno dei membri del suo governo, né da uno qualsiasi dei suoi
più stretti collaboratori.
Al contrario, da quanto risulta dall’attenta e circostanziata ricerca che mi sono
permesso di effettuare sul tema di questa conferenza, è ormai accertato che dopo il ristabilimento delle frontiere naturali della Francia ed il
consolidamento dell’influenza politico-militare napoleonica nell’Italia del
Nord, in Olanda, in Belgio, in Svizzera e nelle regioni tedesche confinanti con
il corso del Reno, nonché la fondazione della sua dinastia ereditaria - lo stesso
Napoleone17 non fosse affatto propenso ad intraprendere una qualsiasi
campagna militare in direzione dell’Europa centrale. In modo particolare se
quest'ultima avesse favorito una qualunque rimessa in discussione degli
eccellenti risultati fino ad allora raggiunti dalla sua folgorante ed audace
politica.
Militarmente, infatti, l’unica ambizione che Napoleone potesse ancora nutrire
nel contesto di quella specifica congiuntura, era quella, al massimo, di potere
chiaramente riuscire ad infliggere una sonora « lezione » alla perfida Albione.
E questo, sia per punirla delle sue fino a quel momento innumerevoli e
flagranti intromissioni nei precari equilibri politico-economici francesi ed
14 In particolare: l’Impero Russo, quello Austriaco, il Regno di Svezia e quello delle due Sicilie. Senza dimenticare il Reich Prussiano.
Stati che temevano, come la peste, il propagarsi tra le loro popolazioni delle idee scaturite dalla Rivoluzione francese.
15 Coronato Imperatore, il 2 Dicembre 1804, a Notre Dame de Paris, in Francia, da Pio VII°. Questo, dopo che un Senato consulto, del
Paese riunito in seduta straordinaria, alla quasi unanimità, aveva proclamato l’Impero Francese, il 18 Maggio 1804.
16 Questo, nonostante si attribuisca a quest’ultimo una velata minaccia espressa in questo senso agli emissari Inglesi nel 1802 : « Le
premier coup de canon peut créer subitement l’empire gaulois… ». (Encyclopédie Univeralis, CD-Universalis, versione 5.0.14, tomo I°,
pag. 153, voce « Premier Empire », Parigi, 1998).
17 Come precisa l’Encyclopédie Universalis, « Le 2 décembre 1804, Napoléon se fait couronner empereur, mais s'il choisit ce titre,
c'est par désir d'éviter celui de roi, après dix années de révolution, plutôt que par référence à l'expansion territoriale de Rome ou de
Charlemagne. Son objectif est alors de rétablir la monarchie héréditaire à son profit et non de poursuivre une guerre de conquête qui
semble terminée depuis que la France a atteint ses frontières naturelles et consolidé son influence en Italie du Nord et en Allemagne »
(Encyclopédie Univeralis, CD-Universalis, versione 5.0.14, tomo I°, pag. 153, voce « Premier Empire », Parigi, 1998).
6
europei che per prevenire, per il futuro, una
sua qualsiasi macchinazione politica o
militare che potesse mettere in crisi le
ancora fragili strutture o la ricercata
continuità dinastica dell’appena fondato
Impero francese; oppure, rendere in qualche
modo caduca l’influenza politica ed
economica che egli era riuscito ad acquisire
per la Francia all’interno della maggior
parte dei Paesi europei confinanti.
Come vedremo, però, l’improvvisa scoperta
che gli Stati aderenti alla III Coalizione18 –
grazie all’oro ed alle pressioni diplomatiche
inglesi – stavano segretamente preparando
ben quattro concentriche e simultanee
offensive militari contro la Francia,
costringeranno Napoleone a
cambiare
radicalmente la sua strategia del momento.
Lo forzeranno, cioè, ad annullare drasticamente i suoi piani di invasione
dell’Inghilterra. Lo obbligheranno ugualmente a riconvertire ad altra finalità
l’intera struttura del suo apparato militare ed a trasferire, a marce forzate, la
maggior parte delle sue truppe, dagli accantonamenti del Camp de Boulogne e
dalle guarnigioni dell’Olanda e del Belgio, sulla riva destra Reno. Lo
coarteranno, in fine, a prendere l’iniziativa dell’ormai inevitabile conflitto ed
a lanciare un rischioso attacco preventivo, prima di tutto contro le
avanguardie austriache asserragliate ad Ulm19 e, successivamente (nonostante
la quasi simultanea ed avvilente notizia dell’inatteso annientamento, a
Trafalgar20, delle marine Francese e Spagnola riunite, da parte della flotta
Britannica), contro i diversi concentramenti di truppe austro-russe in Moravia
ed in Austria.
Questo, naturalmente, nella speranza di poterle separatamente affrontare,
dislocare o annientare, prima che queste ultime potessero fare giunzione tra di
loro (ed, eventualmente, con quelle della Prussia21…) ed infliggere
18 Gran Bretagna, Russsia, Austria, Svezia e Regno delle due Sicilie. Coalizione di Paesi a cui, - in forza ad un trattato segreto tra
Alessandro I° e Federico-Guglielmo III° - stava per entrare ufficialmente anche la Prussia.
19 In Boemia.
20 Il 21 Ottobre 1805
21 In quel momento, in piena mobiitazione generale, dopo l’alleanza difensiva segreta che era stato firmata a Berlino, il 24 Maggio
1804, tra lo Zar Alessandro I° ed il Re di Prussia, Federico-Guglielmo III°.
7
un’inevitabile ed irreparabile sconfitta ai
circa 200'000 mila uomini della sua, in
quel momento, ben più modesta Grande
Armée.
Coalizioni
E’ il nome che viene comunemente dato alle successive alleanze
anti-francesi che – ad ispirazione della Gran Bretagna - furono
organizzate dalle diverse potenze europee, durante il periodo della
Rivoluzione francese e del Primo Impero.
•
Prima Coalizione (1793) : aveva raggruppato, la Gran
Bretagna, la Russia, la Spagna, la Sardegna, il Regno delle
Due Sicilie. Questa coalizione prese fine dopo i trattati di
Basilea e dell’Aia (1795) e la Pace di Campoformio (1797).
•
Seconda Coalizione (1799) : aveva raggruppato, la Gran
Bretagna, la Russia, la Turchia, l’Austria ed il regno delle
Due Sicilie. Essa prese fine dopo la firma della Pace di
Lunéville (1801) e quella di Amiens (1802).
•
Terza Coalizione (1805) : nel contesto storico ch stiamo
analizzando, stava raggruppando ufficialmente, la Gran
Bretagna, la Russia, l’Austria. Ed ufficiosamente : il Regno
delle Due Sicilie, la Prussia e la Svezia. Questa coalizione
prenderà fine dopo la battaglia di Austerlitz (2 Dicembre
1805) e la Pace di Presbourg (Dic. 1805).
Il contesto storico (1804-1805)
Già dal 1803, la Gran Bretagna - di
fronte al rischio di vedere rimessa in
discussione
la
sua
traboccante
22
espansione economica e la sua non
certo altruistica influenza politica aveva ricominciato, in Europa, a tramare
nell’ombra contro la Francia. E
praticamente a dispetto della sempre
attuale e non ancora applicata «Pace di
Amiens23» (1802).
Seguiranno, nel tempo :
•
Una Quarta Coalizione (1806), formata da : Gran
Bretagna, Russia ed Austria.
•
Una Quinta Coalizione (1809), formata da Gran Bretagna
ed Austria.
•
Una Sesta Coalizione (1813), formata da Gran Bretagna,
Russia, Prussia, Austria e Svezia che provocherà la prima
abdicazione di Napoleone.
Settima Coalizione (1815), formata dall’insieme delle
Come sappiamo, secondo i termini di • Una
suddette potenze, che batterà Napoleone a Waterloo e lo
costringerà ad una nuova abdicazione ed all’esilio di S.
quel Trattato di pace, la Francia si era impegnata
ad evacuare le sue truppe
Elena.
24
dal Regno di Napoli e dalla città di Roma ; e l'Inglilterra, dal canto suo, a
ritirare il suo esercito e la sua marina dall'Isola di Malta.
Ora, siccome i Francesi, nel frattempo, si erano rifiutati di negoziare un
trattato di commercio25 con la Gran Bretagna poiché lo consideravano a dire
poco iniquo, il Primo Ministro inglese dell'epoca, Henry Addington Visconte
di Sidmouth (1757-1844), abrogherà unilateralmente de facto i termini della
Pace di Amiens e continuerà a mantenere l'occupazione militare dell'Isola di
Malta26.
Certo, i pretesti politici ed economici ufficiali per giustificare e fare accettare
dall'opinione pubblica inglese ed internazionale quella drastica ed
22 Non bisogna dimenticare, infatti, che l'Inghilterra, in quel periodo, era in piena rivoluzione industriale ed aveva assolutamente
bisogno di esportare i suoi manufatti sui mercati europei; senza contare le spezie ed i prodotti esotici che provenivano dalle sue
numerose e variegate colonie che erano sparse in tutto il mondo.
23 Trattato di pace tra la Francia e la Gran Bretagna, concluso personalmente e rispettivamente da Giuseeppe Bonaparte e Sir
Cornwallis, il 25 Marzo 1802.
24 Occupate dai francesi nel 1799.
25 Uno di quei soliti trattati "capestro" che non lasciano molte alternative all'altro contraente e che, oggi, con lo strapotere economico
americano nel mondo, sono diventati moneta corrente…
26 Isola che era stata precedentemente occupata ed annessa dall’Ammiragliato britannico, nel 1800, dopo due anni di assedio contro la
guarnigione francese che, nel 1798, vi si era insediata durante la Campagna d’Egitto (1798-1801) dell’allora Generale Bonaparte.
8
incomprensibile decisione, non erano mancati… Tra questi, ad esempio, il
fatto che Napoleone, dopo la Pace di Amiens si era fatto eleggere a capo della
Repubblica Cisalpina italiana; era diventato Mediatore
della Repubblica Elvetica; si era attribuito pieni poteri
nella Repubblica Batava27; influiva costantemente sulle
decisioni della Dieta Tedesca28; aveva intrapreso
un’improvvisa spedizione coloniale a Santo Domingo29.
E - cosa davvero inaccettabile per l'avvenire economico
dell'Inghilterra del successivo Primo Ministro William
Pitt30 (nel ritratto, a snistra)31 - Napoleone era addirittura
riuscito a fare firmare alla Francia, una serie di
favorevoli trattati commerciali con la Spagna, il
Portogallo, il Regno delle Due Sicilie, la Turchia e la Russia!
Come quasi sempre, però, nella storia politica e diplomatica del Regno Unito,
il Governo di Sua Maestà preferirà senz'altro rigettare la colpa della sua
arbitraria dichiarazione di guerra del 17 Maggio 1803, sull'ex vittima
designata del suo fallito diktat commerciale,
invocando, come casus belli pretestuoso32 e
contingenziale, l’ultimatum che esso stesso
aveva ricevuto da Napoleone33, a proposito
dell’immediata restituzione dell’Isola di
Malta all'Ordine Sovrano degli omonimi
Cavalieri.
Napoleone Bonaparte,
!
Primo Comsole,
all’arsenale di Boulogne
E' dunque in questo particolare contesto che la Gran Bretagna - a colpi di
milioni di «sterline oro»34 - sguinzaglierà nelle diverse capitali europee il fior
fiore della sua diplomazia e comincerà ad imbastire i tratti somatici di quella
27 Nome dato all’Olanda o Paesi Bassi, dopo la conquista di questo paese da parte delle armate francesi rivoluzionarie, comandate dal
Gen. Pichegru (1874-1795).
28 Quella che aveva ridisegnato la carta politica della Germania.
29 Nome della parte Occidentale dell’isola di Haiti e colonia francese dal 1697 al 1803. Essendo quella colonia in piena rivolta e nelle
mani degli ex schiavi africani che si erano ribellati al potere di Parigi, Napoleone intraprese la sua riconquista, nel 1803, inviando sul
posto una flotta di 86 navi, 13 generali di divisione, 27 generali di brigata e 34 000 soldati al comando del Generale Leclerc (consorte di
Pauline Bonaparte). Un’altra spedizione militare sarà inviata, lo stesso anno, nell’isola di Guadalupe, al comando del Generale
Richepanse.
30 Detto il « Secondo Pitt » (1759-1806), fu alla guida del Governo britannico tra il 1801 ed il 1805.
31 William Pitt the Younger (1759-1806), in un dipinto realizzato da Hoppner.
32 In realtà, oltre al motivo che ho già evocato, due ragioni supplementari spingeranno l’Inghilterra a riprendere le armi contro la
Francia : prima di tutto, il fatto che il Belgio ed il porto di Anversa (in mano francese) erano indispensabili alla sua economia ; ed in
secondo luogo, la paura che la nuova politica doganiera messa in atto da Napoleone (per proteggere l'avvenire economico del suo
Paese), preludesse alla completa eliminazione dell'Inghilterra dal mercato europeo.
33 In rispetto dei termini della Pace di Amiens
34 Sappiamo, per esempio, che soltanto alla Russia di Alessandro I°, per 100 mila soldati da impiegarsi nella guerra contro Napoleone,
la Gran Bretagna aveva offerto e versato all'incirca 2-3 milioni di sterline-oro!
9
che successivamente passerà alla storia
come la «III Coalizione». Un'alleanza
politico-militare di Stati, cioè, a cui ben
presto aderiranno la Russia, l'Austria, la
Svezia ed il Regno delle due Sicilie.
Napoleone, dunque - ormai militarmente
assediato ed incalzato per mare dalla
potente Royal Navy35 e, per terra, dalla
pericolosa ed insondabile opera della
diplomazia londinese, ed ugualmente
destabilizzato, da un punto di vista politico,
all’interno del suo stesso Paese da una serie di complotti monarchici che
erano ogni volta direttamente finanziati e sostenuti dal Governo britannico non avrà altra scelta che mettere rapidamente ad esecuzione una serie di
efficaci e drastiche contromisure:
1. sul piano militare, ad esempio, riesumerà e perfezionerà una serie di
vecchi piani di invasione dell’Inghilterra, già studiati ed approvati (ma,
mai attuati…) all’epoca del Direttorio36, ed incomincerà a concentrare, sia
nel Nord-Ovest del litorale atlantico della Francia - nell’area del
cosiddetto « Camp de Boulogne » (Boulogne, Ambleteuse, Montreuil) che in Bretagna ed in Olanda, un’armata di all’incirca 150/200 mila
uomini e più di 2000 imbarcazioni da trasporto, per permettere alle sue
truppe di essere collettivamente trasferite e sbarcate sulla sponda inglese
della Manica.
Cap Gris-Nez
Il 1° Luglio 1803, durante un’ispezione del litorale di Boulogne, Bonaparte decise di fare sosta al
Capo Gris-Nez: il luogo della Francia che è più vicino a quell’Inghilterra che egli voleva
assolutamente conquistare. Non si sa se – in quell’occasione - sia riuscito o no a distinguerne le
coste britanniche. E lo stesso fece da Ambleteuse il 14 Novembre seguente. "On distinguait,
scrisse allora, les maisons et le mouvement. C'est un fossé qui sera franc lorsqu'on aura
l'audace de le tenter". Era così persuaso di riuscire in quell’exploit che progettò di fare
installare in quel luogo una linea telegrafica ottica. Ed il primo apparecchio vi fu collocato nel
1805. Il 18 Luglio 1805, inoltre, proprio di fronte al Capo Gis-Nez, ebbe luogo una memorabile
battaglia navale, tra la flotta britannica forte di 45 navi ed una serie di piccole imbarcazioni della
marina batava che, costa costa , stavano cercando di entrare nel porto di Ambleteuse.
Approfittando dei grandi fondali di quel braccio di mare, gli Inglesi si erano avvicinati
minacciosamente alle scogliere del Capo. Ma mentre stavano per affondare l’intera flottiglia
olandese, ricevettero sulle loro navi, un vero e proprio diluvio di fuoco, direttamente dalla costa.
Napoleone, infatti, avendo previsto quel genere di attacchi, aveva fatto predisporre sul Capo
Griz-Nez, all’incirca 300 pezzi di artiglieria. Ed è così che la flottiglia batava riuscì ad attraccare
indenne nel porto di Ambleteuse.
35 Una flotta che contava all'incirca 20 mila navi da trasporto ad uso commerciale, nonché 175 navi da guerra e 256 fregate da
combattimento.
36 Il periodo di governi di transizione che conobbe la Francia tra il 1795 ed il 1799. Istituito dalla Costituzione dell’anno III°, il
Direttorio fu abolito da Napoleone, il 18 Brumaio dell’anno VIII° della Rivoluzione.
10
2. sul piano politico interno, con l’ausilio della sua efficacissima polizia37,
riuscirà a far fallire, sul nascere, la famosa «Cospirazione di Cadoudal»38;
3. sempre sul piano politico interno, nella notte tra il 15 ed il 16 Marzo
1804, per impedire una qualunque forma di restaurazione dell'Ancien
régime, farà rapire il Duca d’Enghien39, il figlio unico di Louis Henri
Joseph de Condé. Lo farà rapidamente deferire al Consiglio di guerra,
giudicare e segretamente fucilare il 21 Marzo dello stesso anno, a
Vincenne, in Francia;
4. sul piano istituzionale francese, il 18
Maggio 180440, dopo una serie di
appropriate
sollecitazioni
politiche
dosatamente orchestrate e dirette dagli
amici e sostenitori dell’allora Console a vita
Bonaparte, il Senato francese accetterà –
alla sua quasi unanimità – di proclamare
quest’ultimo, Imperatore dei Francesi con il
nome di Napoleone I°. E nella stessa
occasione, fisserà la sostanzialità di quelle
istituzioni, assegnando loro
delle
prerogative permanenti ed ereditarie.
Prerogative che - dopo la ratifica popolare e
plebiscitaria di quelle decisioni - saranno solennemente confermate il
successivo 2 Dicembre 180441 con la sua incoronazione religiosa, alla
presenza dell'allora Papa Pio VII°42 (nel ritratto, qui sopra), nella cattedrale
di Notre-Dame de Paris.
37 Alla cui guida c’è l’abilissimo Ministro Joseph Fouché(1759-1820), l’uomo del 18 Brumaio ed il futuro Duca d’Otranto (1809)
38 Così chiamata, dal nome del suo principle organizzatore, Georges Cadoudal (1771-1804). Cadoudal, in passato era stato tra i capi
degli chouans della Vandea. Si era, poi, rifuggiato a Londra nel 1800, dove il Conte d’Artois l’aveva nominato Tenente Generale del
Regno. Rientrato segretamente in Francia, aveva organizzato un primo attentato monarchico contro Napoleone (quello della cosiddetta
« macchina infernale »), il 24 Dicenbre 1800. Ed un secondo, in collaborazione con l’ex Generale Charles Pichegru (1761-1804) - un ex
combattente d’America, ex comandante dell’Armata rivoluzionaria del Reno e conquistatore dell’Olanda (1794-1795), poi passato al
campo monarchico – che sarà sventato in fase di attuazione e si concluderà con l’arresto e l’esecuzione dei principali responsabili.
39 Cioè, Louis Antoine Henri de Bourbon, Duca d’Enghien (1772-1804), un ex membro dell’esercito degli emigrati, nel 1789, che era
sospettato da Napoleone (forse a torto…) di essere all’origine della « Cospirazione di Cadoudal ».
40 Il 28 Floreale, dell’anno XII° della Rivoluzione.
41 L’11 Frimario dell’anno XIII°.
42 Monaco dell’Ordine dei Benedettini a 16 anni, Abbate del monastero di San Callisto a Roma nel 1775, Vescovo di Tivoli nel 1782,
poi di Imola nel 1785, Gregorio Barnaba Chiaramonti (1742-1823) fu nominato Cardinale ed eletto Papa nel 1800.
11
5. sempre sul piano istituzionale francese e simultaneamente alla sua
proclamazione da parte del Senato, Napoleone organizzerà rapidamente la sua
nuova Corte Imperiale, inaugurando un nuovo concetto di condizione
aristocratica ed elevando alla dignità di principi o di nobili di alto rango la
quasi totalità dei suoi diretti familiari e dei suoi più stretti collaboratori. Ed il
giorno dopo, il 19 Maggio 180443, firmerà un
decreto per la nomina dei suoi primi 18
Marescialli dell’Impero44.
6. sul
piano
istituzionale
extra
metropolitano, in fine, il neo Imperatore
Napoleone – dopo aver confermato l’insieme
dei suoi
precedenti Marie Josèphe Rose Tascher de La Pagerie
impegni politici e diplomatici con i
diversi paesi alleati della Francia conforterà la sua recente scelta strategica
di aperta stabilità territoriale della
Francia nei confronti dei diversi Stati
dell’Europa continentale, con
un
inaspettato gesto simbolico. Quello
della sua solenne auto-proclamazione a
Re d’Italia, a Milano, il 17 Marzo del
1805 (o 26 Ventoso dell’anno XIII°) con
la storica «Corona di Ferro»45 dei
tradizionali regni italici riesumata, per
l’occasione, dalla sala del tesoro della
Basilica San Giovanni Battista di
Monza. Gesto che sarà accompagnato il 7 Giugno del 1804, prima del suo
rientro in Francia – dalla nomina a Vice-Re, per quella parte dell’Impero, di
uno dei suoi più giovani generali: il ventiquattrenne Eugène de Beauharnais
43 Il 29 Floreale, dell’anno XII°.
44 Vedere : Tavola dei Marescialli dell’Impero.
45 Celebre e storica corona che, nella sua struttura iniziale – secondo la tradizione cristiana – risalirebbe all’Imperatore romano
Costantino il Grande. Dopo essere stata abbellita e decorata con sei placche d’oro da orafi bizantini, la corona fu affidata
dall’Imperatore Tiberio II° al Papa Gregorio I° (540-604), l’evangelizzatore dei Longobardi, che a sua volta la rimise alla regina
Teodolinda. Quest’ultima la offrìa suo marito Agilulfo, re dei Longobardi. La stessa corona, in seguito, appartenne a Carlo Magno
(800), a Berengario I° (888), Ottone III° (996), Corrado II° (1027), Enrico III° il Nero (1046), Enrico IV° (1081), Corrado III° (1138),
Federico Barbarossa (1152), Enrico VI° (1190), Ottone IV° (1197). Senza rievocare l’insieme dei 44 re che sono stati consacrati con
quella stessa corona, ricordiamo – tra i più conosciuti - gli Imperatori, Sigismondo (1431), Massimiliano (1508), Carlo V (1530) ed, in
fine, il nostro Napoleone I° (17 Marzo 1805). E’, in ogni caso, da quella particolare corona che prende storicamente origine l'Ordine
Cavalleresco istituito a suo tempo da Napoleone I° ed al quale noi , membri dellAssociacione storica omonima, oggi, apparteniamo.
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(1781-1824)46, l’unico figlio di Marie Josèphe Rose Tascher de La Pagerie 47
(1763-1814), in quel momento, Imperatrice dei Francesi e consorte di
Napoleone I°.
Quelle repentine ed inattese «contromisure», però, anche se accompagnate da
un'energica e brusca ripresa in mano della situazione politica interna e da
un'aperta e legittima volontà di consolidare
la sua nuova dinastia (che voleva
ugualmente significare, interesse implicito
per il nuovo Imperatore di evitare alla
Francia qualsiasi tipo di avventure militari
sul Continente), non impediranno affatto a
Napoleone di incorrere nell'effettivo e
concreto rischio di vedere repentinamente
rimessi in discussione, sia l'esistenza del
suo nuovo regno che l'indipendenza e la
sovranità nazionale del suo Paese.
L'Inghilterra,
infatti,
con
estrema
discrezione e circospezione, era nel
frattempo riuscita a riunire i responsabili
delle principali potenze europee dell'epoca
e, l'11 aprile del 1805, li aveva convinti sempre a colpi di milioni di «sterline oro» a firmare ufficialmente (anche se celatamente…) la famosa Convenzione di
Petesbourg: un trattato segreto di alleanza tra la Gran Bretagna, la Russia,
l'Austria, la Svezia ed il Regno delle Due Sicilie che impegnava mutuamente
quegli Stati ad agire militarmente contro la Francia di Napoleone, per
ridisegnare, a loro vantaggio, la carta geopolitica dell'Europa.
Quel Trattato, infatti - la cui esistenza e le specifiche clausole che lo
componevano e lo caratterizzavano, non verranno mai interamente o
integralmente a conoscenza dei servizi d'informazione dell'Imperatore dei
francesi - si proponeva, come obiettivo prioritario, di «liberare» ufficialmente
l'Europa dalle smisurate ambizioni di Napoleone, e prevedeva in particolare:
• l'espulsione dei Francesi dall'Hannover48 e dal Nord della Germania;
46 Futuro Duca di Leuchtenberg (1817), sposo di Auguste Amalia di Baviera, e Principe di Eichstätt.
47 Già sposa (1779) e vedova prematura del Visconte Alexandre de Beauharnais (ex generale della Rivoluzione americana e delle
guerre Rivoluzionarie francesi), fatto ghigliottinare durante il periodo del Terrore, nel 1794.
48 Nella bassa Sassonia.
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• l'indipendenza obbligata dell'Olanda e della Svizzera;
• la restaurazione del regno di Sardegna all'interno dei suoi ex territori;
• l'eliminazione di qualunque influenza francese in Italia.
Prevedeva altresì un certo numero di clausole un po' più riservate ed
inconfessabili, come ad esempio:
• il ritorno della Francia alle sue frontiere del 1791, con l'amputazione,
manu militari, dalla sua carta politica, delle regioni della Savoia e della
Contea di Nizza, nonché dell'insieme dei territori al di la della Mosella;
• la concessione alla Prussia (per convincerla ad aderire alla III
Coalizione) della riva destra del Reno e della zona dell' Hannover..
Come è facile comprendere dalla mappa che mi sono permesso qui a sinistra
di riprodurre, all’insaputa di Napoleone (che era ancora tutto proteso
nell'inseguire il suo irrefrenabile sogno di invasione dell’Inghilterra ed aveva
la quasi totalità dei suoi all’incirca 150/200 mila uomini ammassati nei diversi
accantonamenti militari del nord-ovest della Francia, del Belgio e
dell’Olanda), una potente Coalizione politica e militare formata, per la
maggior parte, dai principali Paesi nemici del suo Impero (cioè, dalla Gran
Bretagna, la Russia, l’Austria, la
Svezia ed il Regno delle Due
Sicilie, a cui non era affatto
escluso, dopo la stipula di
un'alleanza difensiva segreta, il
24 Maggio 1804, tra lo Zar di
tutte le Russie ed il re di Prussia
che anche quest'ultimo Paese
potesse
congiungersi)
stava
preparando, in gran segreto,
quattro simultanee offensive
militari contro la Francia. E la
quasi totalità dei loro imponenti
eserciti stava riservatamente
concentrandosi, scaglione dopo
scaglione, nei diversi luoghi di
concentramento che erano stati
Il piano segreto dei Coalizzati
previsti dal piano generale di
accerchiamento e di destabilizzazione dell'Esagono, precedentemente messo a
punto a Petesbourg.
14
Nei dettagli, diciamo che un primo esercito russo
- composto da almeno 60 mila uomini ed agli
ordini del Generale Buxhowden (a cui stavano per
congiungersi i 12 mila soldati della Guardia
Imperiale russa) - si trovava già in Polonia e stava
per muovere alla volta dell'Austria.
Un secondo esercito russo, più a Sud, guidato dal
Feld-maresciallo
Kutusov49,
era
Il Fel-maresciallo Kutusov
momentaneamente accampato nelle valli dell'Inn
(nei pressi di Innsbruk) e stava aspettando notizie da
Vienna, per fare movimento in direzione di Ulm, in
Baviera, dove avrebbe dovuto congiungersi con i 50
mila uomini del Generale austriaco Mack50 che vi
stavano sopraggiungendo. E con quest'ultimo,
attendere la simultanea
congiunzione con le truppe
di Buxhowden e della
Guardia Imperiale dello
Zar Alessandro I°, nonché
Il Generale Mack
con quelle dell’Imperatore
d'Austria Francesco I° .
Dall'Austria, appunto, oltre ai 50 mila uomini di
Mack che erano già in movimento per dirigersi
verso la Baviera, altri 100 mila soldati di questo
L'Arciduca Charles
Paese avevano cominciato la loro progressione
militare in direzione di Venezia, per attaccare le forze francesi in Italia del
Maresciallo Masséna51 e tentare di sloggiarle dal Nord della Penisola.
49 Mikhail Ilarionovitch Golenitctcev Kutuzov (1745-1813). Figlio di un Generale di Pietro il Grande, Kutusov aveva partecipato alla
guerra di Polonia (1764-1769) all’epoca di Caterina II ed, in seguito, alle guerre russo-turche. Ferito alla testa nel 1774, aveva perduto
l’occhio destro. Dopo un periodo di disgrazia politica e di allontanamento da Mosca in qualità di Ambasciatore (a Costantinopoli ed a
Berlino) e di Governatore (Finlandia e Lituania), era stato nominato Comandante in capo dell’esercito dal nuovo Zar Alessandro I°, nel
1804.
50 Karl von Leiberich, barone Mack, è il Generale austriaco che firmerà la capitolazione di Ulm, nel 1805. Mack si era arruolato nel
1770. Aveva servito nella Guerra di successione della Baviera e, poi, nella guerra contro i Turchi, nel 1788-1789. Diventerà, in seguito,
l’istruttore militare dell’Arciduca Charles. Aveva partecipato alla Prima Coalizione contro gli eserciti rivoluzionari francesi, nel 1793.
Aveva servito in Olanda, dove aveva negoziato la defezione del Generale Dumouriez. Nel 1794, dopo il fallimento di un piano militare
che egli stesso aveva concepito, offrirà le sue dimissioni e si ritirerà per circa due anni dal servizio attivo. Nel 1798, era in Italia, per
contrastare l’avanzata dell’esercito di Bonaparte. Caduto prigioniero, riuscirà ad evadersi due anni più tardi. Dopo una nuova
interruzione della sua carriera militare, Cobenzl - nel 1805 - lo nominerà Capo di stato maggiore dell’esercito austriaco. Ma non
essendo riuscito a prevenire, né bloccare l’avanzata di Napoleone ad Ulm, sarà messo sotto inchiesta, giudicato da una Corte marziale
del suo paese, condannato, degradato ed imprigionato. Liberato due anni più tardi, ritroverà i suoi gradi ed i suoi titoli, soltanto nel
1819.
51 Vedere tavola dei Marescialli dell'Impero.
15
L'Arciduca Ferdinando d'Austria, dal canto suo, con all'incirca 18 mila
uomini era attestato nei pressi della città di Praga. Inoltre, tra gli eserciti che
stavano raggiungendo Venezia e quelli che stavano invadendo la Baviera, si
interponevano ancora due eserciti austriaci, per un totale approssimativo di
80 mila uomini, che erano accantonati a ridosso delle Alpi, nel Tirolo, al
comando degli Arciduchi Charles e John.
E come se tutto ciò non fosse sufficientemente bastato, nello stesso momento,
la Svezia stava ammassando le sue truppe in Pomerania; i Russi avevano già
occupato l’isola di Corfù; i Britannici stavano rinforzando la loro presenza
nell’isola di Malta; ed il Regno delle Due Sicilie, coadiuvato dai Russi e dagli
Inglesi, si stava preparando ad inviare le sue truppe verso il Nord della
penisola, per partecipare alla stessa offensiva generale.
In altri termini, il piano che i Coalizzati avevano previsto per accerchiare e
distruggere gli eserciti francesi e cancellare dal contesto storico europeo il
nuovo Impero di Napoleone, avrebbe dovuto svolgersi come segue :
1. Russi, gli Inglesi e gli Svedesi avrebbero dovuto attaccare dal Nord, in
direzione dell'Hannover (in Bassa Sassonia), fino all’Olanda ;
2. il grosso degli eserciti russi ed austriaci - con la loro gigantesca massa
di manovra (che, per giunta, nel corso della prima quindicina di
Dicembre 1805, avrebbe dovuto essere rinforzata dalla levata in massa
delle armate prussiane) - avrebbero dovuto risalire la valle del Danubio,
scacciare i Francesi dalla Baviera e dagli altri territori tedeschi all’Est
del Reno e respingere le loro forze militari fino a Strasburgo ;
3. la flotta britannica - dal canto suo - avrebbe dovuto intensificare il
blocco navale contro la Francia (dal Mare del Nord allo stretto di
Gibilterra), confinare nei porti di attracco le squadre navali francospagnole dell’Ammiraglio Villeneuve e costringerle ad un’impari e
disperata battaglia, oppure alla resa;
4. gli Austriaci - con le loro truppe accantonate nella regione di Venezia e
nel Tirolo, nonché con quelle Inglesi, Napoletane e Russe che dovevano
risalire a marce forzate verso la valle Padana - avrebbero dovuto
scatenare una travolgente offensiva in direzione dei territori francesi del
nuovo Regno italico; distruggere le forze del Maresciallo Masséna
16
nell’Italia del Nord e chiudere, al Sud delle Alpi, la gigantesca nassa che
gli Alleati avevano predisposto dal Mare del Nord al Mediterraneo;
5. in fine, una volta i circa 200 mila uomini di Napoleone accerchiati e presi
a tenaglia all’interno dei confini del loro proprio Paese, l’insieme degli
eserciti Alleati avrebbero dovuto simultaneamente invadere la Francia;
affrontare e sconfiggere la Grand Armée; puntare risolutamente su Parigi
e dilagare simultaneamente nelle diverse province dell'Esagono.
La situazione militare in Europa e la pronta reazione di Napoleone, nel 1805
17
La Campagna d'Austria di Napoleone
"Il diavolo, però - come afferma l'adagio - fa le pentole e non i coperchi"…
Ed i «coperchi» di quella soverchiante ed arrogante Coalizione, a causa di un
banale imponderabile… non riusciranno affatto a combaciare con le
«pentole" dei loro minuziosi piani, né
tanto meno a «soffocare», con il loro peso
militare, l'incontenibile e ribollente spirito
dei soldati di Napoleone!
Quell'imponderabile, è presto spiegato…
L’intero piano di accerchiamento e di
invasione Alleato della Francia - come
abbiamo visto - stava perfettamente e
segretamente mettendosi ad esecuzione
secondo i diversi e prestabiliti « ordini di
marcia », ma ecco che, tutto ad un tratto,
Napoleone, verso la fine di Agosto 1805
– quasi sicuramente messo sul chi vive
dai suoi stessi servizi di spionaggio – decide improvvisamente di cancellare il
progetto di invasione dell’Inghilterra. Ed, allo stesso tempo, ordina agli 8
Corpi d'armata della sua ex Armée de l’Océan52 (ribattezzata, per l’occasione,
Grand Armée53) di togliere rapidamente il campo dalla regione di Boulogne e
di mettersi immediatamente in cammino, per potere simultaneamente
convergere – tra il 27 Agosto ed il 24 Settembre 1805 – sulla riva sinistra
del Reno.
Contemporaneamente, invia un primo dispaccio al Maresciallo Bernadotte 54
(che occupava con i suoi 30 mila uomini il dipartimento dell'Hannover), per
invitarlo a confluire, con 15 mila soldati, verso la Baviera; ed un secondo, al
Generale Marmont55, prescrivendogli di evacuare l’Olanda e di raggiungere
al più presto, con i suoi 20 mila uomini, Bernadotte a Wurtzbourg, in
Germania.
Napoleone, infatti – essendo ormai a conoscenza che le capacità di fuoco e di
manovra della totalità degli eserciti Alleati avrebbe, in poche settimane,
largamente superato quelle dei suoi 8 Corpi d'armata – joue son va-tout56. Ed
52Il nome che Napoleone stesso aveva dato alle truppe francesi ed europee che avrebbero dovuto invadere la Gran Bretagna.
53 Il nuovo nome che Napoleone darà, per l’occasione, all’insieme delle sue truppe.
54 Vedere tavola dei Marescialli dell’Impero.
55 Vedere tavola dei Marescialli dell’Impero.
56 Libera traduzione : « Il tutto per tutto ».
18
invece di attendere «l'arma al piede», sulle linee di demarcazione del suo
Impero, l’arrivo dell'ormai inevitabile « rullo compressore »
Alleato (che stava comunque per investire la Francia e
detronizzare la sua dinastia), decide di anticipare le mosse
dei suoi avversari e di prevenire l'imminenza del loro attacco,
passando egli stesso all’offensiva contro gli eserciti
Coalizzati.
Non bisogna credere, però, che quella decisione a prima vista
affrettata e senz'altro altamente rischiosa, abbia avuto come
esclusivo conforto il solo spirito coraggioso ed avventuriero
di quell'Imperatore, né si sia unicamente basata su una
qualsiasi analisi ottimistica o irrealistica della situazione…
Al contrario - come avremo modo di costatare - nel suo
specifico «tascapane di stratega», l'apparentemente impulsivo
e largamente intuitivo condottiere Napoleone poteva
comunque vantare un certo numero di atout profondamente
razionali ed incontestabilmente oggettivi. Tra questi:
• l’effetto sorpresa che il suo
attacco preventivo ed inatteso
avrebbe sicuramente provocato
nei ranghi delle armate
avversarie (e questo, prima
ancora che queste ultime
avessero potuto completamente
raggrupparsi, organizzarsi e
scatenare la loro prevista
offensiva contro la Francia);
• la grande professionalità, la lunga e provata esperienza ed il sentito e
cementato spirito di corpo che potevano vantare gli ufficiali, i
sottufficiali ed i soldati del suo esercito56 dopo almeno dieci anni di guerre
ininterrotte e di sistematiche battaglie campali (1795-1805);
56 Gli eserciti coalizzati, infatti, non potevano assolutamente vantare gli stessi «atout». Nella loro stragrande maggioranza, i numerosi
eserciti degli Alleati, erano semplicemente delle armate di coscritti: delle masse di uomini, cioè, che nell'imminenza dei conflitti, erano,
il più delle volte, reclutati con la forza e sottratti, contro la loro volontà, alle loro usuali occupazioni civili.
19
• l'alta operatività e l'immensa efficacia della sua organizzazione militare
(una struttura che – rispetto a quella delle forze Coalizzate57 – aveva già
introdotto l'impiego dei Corpi d’armata: cioè, dei “piccoli eserciti” in
miniatura che - oltre a disporre internamente di una propria fanteria,
cavalleria, artiglieria, logistica, intendenza, sanità, ecc., e ad avere la capacità
di interagire organicamente e sinergicamente tra di loro all’interno di una più
vasta Grand Armée – erano estremamente mobili e facilmente manovrabili
sul terreno, e possedevano una larga autonomia tattica nella conduzione delle
operazioni militari che venivano
strategicamente loro assegnate).
Napoleone, quindi, il 26 Settembre
1805 (carta, sulla sinistra) –
nonostante fosse nel frattempo venuto
a conoscenza che il Generale austriaco
Karl von Leiberich Barone Mack
(1752-1828), con un esercito di
all’incirca 50 mila58 uomini e senza
nessuna dichiarazione di guerra, era
penetrato in Baviera – da ordine alle
sue truppe di traversare il Reno, da
Mayence a Strasbourg, e di dirigersi decisamente alla volta di quel medesimo
teatro di operazioni.
Nello stesso momento, Mack - che
era sempre in attesa dell'annunziato
(e fino ad allora non ancora
avvenuto…) congiungimento con le
truppe
russe
dei
Generali
Buxhowden e Kutusov (che stavano
rispettivamente
sopraggiungendo
dalla Polonia e dalla Galizia ma,
erano comunque - rispetto al loro
ordine di marcia - in sensibile
ritardo…) - si era momentaneamente
asserragliato nella città di Ulm59, sia
Attraversamento del Main e del Nectar da parte delle truppe di Napoleone
57 Contrariamente all’esercito francese, le forze armate dei Coalizzati erano divise in masse omogenee di uomini appartenenti ad una
stessa specialità: cioè, da un lato tutta la fanteria; dall'altro, tutta la cavalleria; dall'altro ancora, tutta l’artiglieria, e così via… E per
quella ragione, dunque, difficilmente manovrabili e combinabili nel contesto dell'incerto, complesso ed imponderabile svolgersi di una
qualunque battaglia.
58 Certe fonti, parlano di 72 mila uomini.
59 Sul Danubio, a mezza strada tra le città di Strasbourg e di Munich.
20
per fare bivaccare e riposare le sue truppe che per prevenire, da un punto di
vista militare, un qualsiasi attacco francese che avrebbe potuto senz'altro
provenire dal passaggio obbligato della Foresta Nera.
Napoleone, però, invece di incanalarsi in direzione di quell'ovvio tragitto,
decide di aggirare totalmente la Foresta Nera da Nord e di fare penetrare le
sue truppe dalle valli del Main e del Neckar.
Contemporaneamente, invia la cavalleria di Murat davanti ad Ulm - via la
Foresta Nera - per distrarre e fissare l’attenzione delle truppe di Mack in
quella direzione. Poi, come se si fosse trattato di una banale esercitazione,
ripete a menadito il suo già sperimentato e celebre capolavoro militare di
Marengo60.
In altre parole, mentre Murat «punzecchia» ed iinsidia le truppe di Mack e le
distrae, Napoleone, con il
grosso del suo esercito,
mette ad esecuzione una
larga e magistrale manovra
di
accerchiamento
a
boccolo
(ricostruzione
grafica, qui a sinistra) che
gli permette, da un lato
di ritrovarsi direttamente
alle
spalle
dell'intero
schieramento austriaco (a
Donauwörth) e dall’altro
di circoscrivere totalmente
le forze austriache (17
Ottobre)
di
Ulm,
isolandole completamente dalle loro usuali e vitali linee di comunicazione e
di rifornimento con il loro Paese.
La battaglia è presto conclusa: il 20 Ottobre 1805, infatti, il Generale Mack
– dopo aver tentato invano di lanciare le sue truppe in una disperata quanto
inutile controffensiva in direzione delle linee francesi nei pressi di
Elchingen61 – è comunque costretto a capitolare62 con 18 Generali ed
60 In Piemonte (I), il 14 Giugno del 1800, contro gli Austriaci.
61 E’ in questa circostanza che il Maresciallo Ney si guadagnerà sul campo il titolo di Duca di Elchingen.
62 Vedere il documento dellAtto di capitolazione ufficiale, in francese, nella pagina seguente.
21
all’incirca 33 mila soldati, nonché a rimettere
a Napoleone ben 40 stendardi e 65 cannoni.
Atto della capitolazione della piazzaforte di Ulm
20 Ottobre 1805
DI SEGUITO: I DIECI ARTICOLI – NEL LORO TESTO
ORIGINALE - DELL’ATTO DI CAPITOLAZIONE DELLA
PIAZZAFORTE DI ULM CHE FURONO REDATTI DAI FRANCESI
E TRASMESSI AGLI AUSTRIACI, CON LE DIVERSE MODIFICHE,
APPROVAZIONI E DINIEGHI CHE FURONO APPORTATE DAI
RISPETTIVI NEGOZIATORI DI ENTRAMBI GLI ESERCITI.
La capitolazione di Mack a Ulm
La strada per Vienna, era ormai
libera da qualsiasi ostacolo… E
quella
capitale,
irrimediabilmente esposta alla
diretta
ed
inevitabile
occupazione dei soldati della
Grand Armée.
Per l’Imperatore dei Francesi,
però, l’entusiasmo e l'orgoglio
di
quella
folgorante
ed
indiscutibile vittoria verranno
ben
presto
offuscati
da
un'inattesa e catastrofica notizia.
Art 1 – La place d’Ulm sera remise à l’armée française, avec tous ses magasins et son artillerie.
Réponse : La moitié de l’artillerie de campagne restera aux troupes autrichiennes. – Refusé.
Art 2 – La garnison sortira de la place avec tous les honneurs de la guerre, et, après avoir défilé,
elle remettra ses armes. Messieurs les officiers seront renvoyés sur parole en Autriche, et les
soldats et sous-officiers seront conduits en France, où ils resteront jusqu’à parfait échange.
Réponse : Tout le monde sera renvoyé en Autriche, sous condition de ne pas servir contre la
France jusqu’à l’échange. – Refusé.
Art 3 – Tous les effets appartenant aux officiers et soldats leur seront laissés.
Réponse : Les caisses des régiments aussi. – Accordé.
Art 4 – Les malades et les blessés autrichiens seront soignés comme les malades et les blessés
français.
Réponse : Nous connaissons la loyauté et l’humanité françaises.
Art 5 – Cependant, s’il se présentait, le 3 brumaire an XIV (25 octobre 1805), un corps d’armée
capable de débloquer la ville d’Ulm, alors la garnison de cette place serait dégagée de la
présente capitulation et serait libre de faire ce qu’elle voudrait.
Réponse : Si jusqu’au 25 octobre, à minuit inclusivement, des troupes autrichiennes ou russes
débloquaient la ville de quelque côté ou porte que ce soit, la garnison sortira librement avec ses
armes, son artillerie, sa cavalerie, pour joindre les troupes qui l’ont débloquée. – Accordé.
Art 6 – Une des portes de la ville d’Ulm (la porte de Stuttgart), sera remise à 7 heures du matin à
l’armée française, ainsi qu’un quartier suffisant pour pouvoir contenir une brigade.
Réponse : Oui.
Art 7 – L’armée française pourra faire usage du grand pont sur le Danube, et communiquer
librement d’une rive à l’autre.
Réponse : Le pont est brûlé, on fera l’impossible pour le refaire.
Art 8 – Le service sera réglé de part et d’autre de manière à ce qu’il ne se commette aucun
désordre, et que tout soit dans la meilleure harmonie entre les deux armées.
Réponse : La discipline française et autrichienne nous en est sûr garant.
Art 9 – Tous les chevaux de cavalerie, d’artillerie, de chariots, appartenant à Sa Majesté
l’empereur d’Autriche et roi de Hongrie, seront remis à l’armée française.
Art 10 – Les articles 1, 2, 3, 4 et 9, n’auront leur exécution que lorsque le voudra M. le
commandant des troupes autrichiennes, pourvu que cela ne puisse dépasser le 3 brumaire an
XIV (25 octobre 1805), avant midi. Et si à cette époque une armée assez en force se présentait
pour faire lever le blocus, la garnison serait libre, conformément à l’article 5, de faire ce qu’elle
voudrait.
Fonte : Les campagnes napoléoniennes, d'Alain Pigeard (Tome 1, p.
171).
Esattamente il giorno dopo il trionfo di Ulm, infatti, il 21 Ottobre 1805,
l’armata marittima franco-spagnola63 del titubante Ammiraglio Villeneuve 64
dopo essere rimasta immobilizzata per alcuni giorni nel porto di Cadice65 da
una squadra navale britannica che era agli ordini dell’Ammiraglio Cuthbert
Collingwood (1750-1810), era stata successivamente intercettata al largo del
capo Trafalgar66 dalle navi da guerra dell’Ammiraglio Horatio Nelson
63 La flotta spagnola si era da poco alleata a quella francese, dopo che la Francia si era schierata a difesa della Spagna, negli attacchi
che i suoi galeoni, in provenienza dall'America, dovevano costantemente subire da parte delle navi pirata e corsare che erano al soldo di
Londra. Questa flotta riunita - che era stata inizialmente prevista per sostenere lo sbarco francese in Inghilterra - dopo aver ricevuto un
ordine di Napoleone, stava facendo rotta verso il Mediterraneo, per appoggiare la campagna del Maresciallo Masséna nell’Italia del
Nord.
64 L'Ammiraglio Pierre Charles Jean Baptiste Silvestre de Villeneuve (1763-1806), aveva già vissuto la sconfitta di Abukir (1798). Nel
Maggio del 1805, dopo il suo ritorno dalle Antille (dove si era recato per distrarre la flotta dell'Ammiraglio Nelson), non si era affatto
recato a Brest (come Napoleone glie lo aveva ordinato), ma aveva fatto rotta alla volta di Cadice, in Spagna. Liberato su parola qualche
tempo dopo la sua cattura, si era suicidato al suo rientro in Francia.
65 Nella Spagna meridionale.
66 Capo promontorio della Spagna meridionale, al Nord-Ovest di Gibilterra, tra Cadice e Tarifa, sull’Oceano Atlantico.
22
(1758-1805)67 (destra: in un dipinto di Lemuel Francis Abbott). Ed, in quello
specifico scontro, aveva praticamente perduto la quasi totalità dei suoi
vascelli e, persino, il suo comandante in capo: cioè,
il
già
citato
Ammiraglio
Villeneuve (a sinistra), che –
mentre cercava, a bordo di una
scialuppa, di trasferirsi dalla sua
nave (diventata ingovernabile) ad
un’altra ancora in condizione di
combattere - era stato catturato
dall’equipaggio della fregata
inglese Mars e fatto prigioniero.
Scorcio di una fase della battaglia navale del capo Trafalgar
67 Nelson perì nello scontro. Entrato in Marina all’età di 12 anni, Horatio Nelson aveva preso parte alla guerra contro le ex Colonie
britanniche d’America (1774). In seguito, sarà integrato nella squadra navale dell’Ammiraglio Hood che – dopo la Rivoluzione - era
stata impegnata contro la Francia nel Mediterraneo. Ed è nell’occasione dell’assedio e della presa di Calvi che aveva perduto il suo
occhio destro. Tre anni dopo, durante la battaglia navale di Cap Saint-Vincent, allorché era agli ordini dell’Ammiraglio Jervi ed al
comando del vascello « Captain », aveva guidato l’abbordaggio contro due navi spagnole e, per quell’atto di coraggio, era stato
promosso, sul campo, Contrammiraglio della Royal Navy.
23
In altre parole, dopo una serie di aspri combattimenti che si erano conclusi
nel pomeriggio del 21 Ottobre del 1805 al largo del braccio di mare che
fronteggia capo Ortegal,
l’orgoglio navale del Primo
Lo scontro navale di Trafalgar
Impero aveva subito il più
21 Ottobre 1805
importante ed irrimediabile
smacco militare che la
fantasia
umana
potesse
Le Navi Francesi
Le Navi Spagnole
immaginare,
registrando
Le Bucentaure
Le Neptune
Le Formidable
Le Rayo
praticamente l’affondamento
Le Scipion
Le S. François d’Assise
o la distruzione di ben 13
L’Intrépide
Le saint Augustino
Le Duguay trouin
Le Santissima Trinidad
navi da guerra su 18 e di 9
Le Mont Blanc
Le San Leandro
Le Héros
Le San Justo
fregate spagnole su 15.
L’Indomptable
La Santa Anna
Le Fougueux
Le Monarca
Senza contare gli all'incirca
Le Pluton
Le Bahama
3500 caduti ed i 1200 feriti
L’Aigle
Le Montañez
L’argonaute
Le San Nepomuceno
francesi,
nonché
gli
Le Redoutable
Le Berwick
L’algésiras
L’argonauta
all'incirca 1000 morti e più
Le Prince des Asturies
di 2500 feriti spagnoli.
Mentre la Royal Navy, in
Le 26 Navi Inglesi
definitiva – oltre a non
Le Téméraire
Le Bellerophon
Le Neptune
Le Collosus
accusare militarmente nessun
Le Victory
L’Achille
affondamento o distruzione
Le Conquérant
Le Polyphemas
Le Léviathan
Le Revenge
maggiore – avevano riportato
L’ajax
Le Swiftsure
L’Orion
Le Defence
soltanto 400 morti (tra cui
L’Agamemnon
Le Prince de Galles
Le Minotaur
Le Dreadnough
Nelson) e 1200 feriti.
Le Spartiate
Le Britannia
Le Royal Souverain
Le Mars
Le Défiance
Le Thunderer
Le Tonnant
Le Belle Isle
Di fronte a quella completa
ed inequivocabile disfatta
navale, Napoleone - pur
essendo profondamente amareggiato e deluso per le sorprendenti e
sproporzionate perdite che la sua marina aveva subito in quello scontro - non
si perderà affatto di animo, né di coraggio. Tanto meno, rimetterà mai in
qualche modo in discussione la sua segreta e mal celata speranza di potere
infliggere un sonoro e proverbiale scacco matto agli orgogliosi piani degli
strateghi della III Coalizione. Riuscendo, ad esempio - come nel caso della
piazzaforte austriaca di Ulm, - ad agganciare, isolare e circoscrivere qualche
altra consistente frazione dell'immenso schieramento militare austro-russo, e
poterla successivamente attaccare e, quindi, neutralizzare o sbaragliare.
24
Al contrario, come se nulla fosse realmente avvenuto che potesse
direttamente o indirettamente compromettere la sostanzialità della sua fino ad
allora folgorante Campagna, Napoleone continuerà la sua già iniziata e
travolgente progressione militare (illustrazione, qui sotto, a sinistra) in
direzione della capitale
austriaca che riuscirà
facilmente ad occupare,
qualche giorno dopo,
addirittura quasi senza
colpo ferire.
Una
volta
Vienna
solidamente nelle sue
mani ed alla mercede
dei
suoi
soldati,
Napoleone darà ordine
al grosso del suo
esercito
(in
quel
momento, meno di 50
mila uomini, in quanto
una parte delle sue
truppe era rimasta di guardia ai numerosi depositi militari che esse stesse
avevano disseminato lungo il percorso della loro veloce avanzata verso Est o
stava presidiando i punti nevralgici delle zone conquistate o le differenti e
sempre più distanti vie di rifornimento e di comunicazione con la
madrepatria, mentre il resto della sua iniziale Grand Armée stava in quel
momento difficilmente avanzando per raggiungerlo, sistematicamente
flagellata dalla pioggia, seriamente impantanata nel fango ed
abbondantemente attanagliata dal freddo delle regioni circostanti che, nel
frattempo, erano state investite da un'improvvisa ondata di proibitive
condizioni atmosferiche) di attestarsi a ridosso della parte settentrionale della
periferia di quella città e di tenersi pronto a fronteggiare qualsiasi tipo di
evenienza.
E di possibili e di probabili ipotesi di scontro, in quel momento, ce ne
potevano essere molteplici…
Grazie ai suoi informatori, infatti, Napoleone era al corrente che gli eserciti
degli Arciduchi austriaci Charles e John erano stati bloccati ai diversi valichi
25
alpini (quindi, alle spalle del suo schieramento) dai Corpi d'armata francesi
di Ney68 e di Marmont69 (all'incirca 20 mila uomini) e tallonati da vicino dalle
forze del Maresciallo Masséna70.
Sapeva ugualmente che un altro esercito austriaco, composto da almeno 18
mila uomini e comandato dell'Arciduca Ferdinando, era acquartierato nel
Nord-Ovest dell'attuale Repubblica Ceca, a prossimità della città di Praga.
Aveva appreso altresì che le truppe russe dello Zar Alessandro I° e del
Maresciallo Teodoro Feodorowitch Buxhoewden (1750-1817)71 giunte ormai
dalla Polonia, si erano già riunite con quelle dell'Imperatore d'Austria,
Francesco I° ed, insieme, avevano fissato i loro accampamenti nella regione
di Olmütz72, in Moravia.
Era al corrente, in fine, che il Feld-maresciallo russo Kutusov (che, ancora
qualche giorno prima, con i suoi circa 45 mila uomini, era transitato da Vienna in
provenienza dalla valle dell’Inn dove era rimasto accampato fino alla notizia della
capitolazione di Ulm ),
stava in quel momento
ripiegando in buon ordine
verso la Moravia e
cercando di congiungersi
con
le
truppe
di
Francesco
I°,
di
Alessandro I° e di
Buxhoewden,
evitando
scrupolosamente qualsiasi
scontro con le truppe
francesi73 che si erano,
nel frattempo, lanciate al
Situazione militare dal 26 Ottobre al 15 Novembre 1805
suo inseguimento. E che
quel genere di congiungimento - una volta effettuato e concluso - avrebbe
senz'altro prodotto una forza d'urto di all'incirca di più di 100/110 mila
soldati nemici.
68 Vedere "Tavola dei Marescialli dell'Impero".
69 Vedere "Tavola dei Marescialli dell'Impero".
70 Vedere "Tavola dei Marescialli dell'Impero".
71 Theodore Feodorowitch Buxhoewden (1750-1817).
72 L'antica "Olomucensis" romana, situata sul fiume Morava. Attualmente, città della Repubblica Ceca, con il nome di Olomuc (che si
pronuncia: «ô'lômOts»).
73 In particolare, le truppe dei Marescialli dell'Impero, Murat et Lannes.
26
Come abbiamo poc'anzi verificato, la principale preoccupazione dello
stratega Napoleone, era, in quelle circostanze, di riuscire militarmente ad
incunearsi tra i diversi schieramenti avversari, per tentare di neutralizzare o,
quanto meno, scombinare i coerenti
piani di raggruppamento che questi
ultimi stavano alacremente cercando di
mettere ad esecuzione per poterlo
adeguatamente
fronteggiare
e
sicuramente battere.
Costatando, però, che non sarebbe mai
riuscito ad impedire il già iniziato
congiungimento tra le truppe di Kutusov
ed il grosso degli eserciti austro-russi
che erano già ammassati nei presi di
Olmütz,
Napoleone
si
troverà
confrontato a due uniche alternative:
• battere in ritirata e prepararsi a
subire la più cocente delle sconfitte
militari e/o il peggiore dei diktat
politio-militari
da
parte
dei
responsabili della III Coalizione;
Napoleone ad Austerlitz (ritratto di autore sconosciuto)
• oppure - come il famoso stratega greco (qui a destra)
Tucidide (-460/-400), nel suo tempo, aveva già
insegnato74 - utilizzare l'astuzia e tentare, con qualche
specifico stratagemma, di rovesciare artificialmente i
normali rapporti di forza che l'avversario poteva
effettivamente vantare. Cercare, cioè, con l'ausilio della
sola destrezza, di trasformare quel rapporto di forza che
era sulla carta senz'altro numericamente e teoricamente favorevole al
nemico, ad un altro rapporto, dove quella stessa realtà fosse
strategicamente e tatticamente sfavorevole a quest'ultimo sul piano
pratico.
74 Tucidide, nell'opera «Histoire de la guerre du Péloponnèse», affermava in particolare, che "il migliore capo militare è colui che è
capace di utilizzare le astuzie di guerra", (vedere: Adcock, F. E., «Thucydides and his History». Cambridge, Cambridge University
Press, 1963, pag. 27).
27
E' dunque abbracciando questa seconda e più entusiasmante75 ipotesi che
l'Imperatore dei Francesi cercherà di affrontare e di sbaragliare i suoi nemici.
In particolare, per rovesciare a sua vantaggio lo schiacciante rapporto di forza
che contraddistingueva gli eserciti avversari rispetto all'esiguità momentanea
delle sue truppe76 Napoleone tenterà di mettere in pratica una serie di
originali ed inattesi stratagemmi:
• per prima cosa, forse emulando Annibale77 a Canne (-216), si concentrerà
a ricercare - grazie ad un'ampia, dettagliata e personale ricognizione sul
terreno - la più favorevole situazione strategica ed il migliore campo di
battaglia possibile per il suo esercito;
La pianura di Pratzen
75 Allettante, per Napoleone, naturalmente!
76 In quel momento, infatti, agli occhi dei suoi nemici, Napoleone disponeva esclusivamente di un po' più di 50 mila soldati. Ciò che il
nemico, però, non sapeva, era che Napoleone stava rapidamente facendo venire in rinforzo della sua situazione, il 1° Corpo d'armata del
Maresciallo Bernadotte (che aveva precipitatamente evacuato la regione di Iglau e lo stava velocemente raggiungendo) ed il 3° Corpo
del Maresciallo Davout che stava convergendo a marce forzate verso Pratzen, dopo essere rimasto qualche giorno - su ordine
dell'Imperatore - a presidiare la città di Vienna. Il che portava il numero complessivo degli uomini di Napoleone - anche se ancora
sensibilmente inferiore a quello che potevano vantare gli austro-russi (95/100 uomini) - da 50/55 mila a non meno di 75 mila soldati.
77 Condottiero cartaginese (-247/-183) che sconfisse a Canne (I) le Legioni romane dei consoli Paolo Emilio e Varrone
28
• una volta individuato nella pianura di Pratzen (che
si estendeva al Sud della cittadina di Austerlitz78), sia
il miglior campo di battaglia che la più ottimale
situazione strategica per le sue truppe, Napoleone
farà finta di aprire dei negoziati79 di pace con i suoi
nemici, per fare loro credere (o accentuare ancora
di più la distorta opinione che questi utlimi si erano
già fatta) che il suo esercito non sarebbe mai stato in
condizione di opporsi alla palese preponderanza
militare dello schieramento austro-russo.
Inoltre, per avvalorare definitivamente quell'abbaglio80 nella psiche dei
suoi avversari, darà ordine alle sue truppe di organizzare una falsa e
frettolosa ritirata di alcuni chilometri (dal punto, cioè, in cui queste
ultime erano visivamente entrate in contatto con gli eserciti austro-russi
) e di stabilire sommariamente delle linee di difesa un po' più all'Ovest
della pianura di Pratzen, e più precisamente sulla riva occidentale del
fiume Goldbach (vedere mappa: pagina precedente).
• in fine - dopo avere fissato il suo quartiere generale sulla collina di Zurlan
(una collina che dominava la valle di Pratzen e che era situata nei pressi
del fianco destro dell'allineamento campale che
egli stesso stava predisponendo) e militarmente
organizzato il suo esercito su un fronte di
battaglia di almeno 8 chilometri (con al fianco
sinistro di quest'ultimo, la collina di Santon che egli farà prontamente fortificare - ed al
fianco destro, i laghi ghiacciati di Telnitz81,
Napoleone concentrerà il grosso delle sue
truppe al centro e sulla sinistra del suo
schieramento. E - per invogliare ancora di più i
suoi nemici ad attaccarlo in quella particolare posizione - sguarnirà
intenzionalmente il fianco destro del suo fronte di battaglia, dalla parte
78 L'attuale localita Ceca di Slavkov, a qualche chilometro da Brna.
79 Napoleone, Infatti, invierà il Generale Savary presso lo Stato Maggiore Alleato con una richiesta di incontro per Alessandro I°; ed i
Russi ("abboccando all'amo" di Bonaparte…) invieranno il Principe Dolgoruki, in sostituzione dello Zar. Dopo quei due incontri gli
Alleati si erano convinti che Napoleone fosse veramente in una posizione di debolezza.
80 Quello, cioè, di un esercito largamente più debole, in uomini e mezzi, a quello dei suoi avversari. Immagine che egli aveva
volontariamente cercato di accreditare presso gli Stati maggiori austro-russi, con la sua finta richiesta dell'apertura di un negoziato.
81 Una posizione strategica ottimale che permetteva a Napoleone di avere la certezza matematica di non potere essere in nessun modo
aggirato sul terreno, né tanto meno inquietato lateralmente, sia da un attacco d'infilata che avrebbe potuto provenire dall'estremo fianco
destro del suo schieramento, sia da quello che avrebbe potuto essere organizzato, sempre a suo discapito, contro l'estremo fianco
sinistro del suo medesimo allineamento.
29
che quest'ultimo costeggiava il fiume Golbach e che era a ridosso degli
già accennati ed intransitabili laghi di Telnitz.
Siamo il 1° Dicembre del 1805.
Gli austro-russi che in quello stesso momento erano
accampati nelle vicinanze della località di Olmutz,
erano convinti che quella particolare giornata, sarebbe
stata ricordata dalla storia come la splendida vigilia
della loro più grande vittoria militare contro i
Francesi.
Lo stesso dicasi dello Zar
Alessando I° di Francesco I° e
dell'intero Stato maggiore delle
truppe austro-russe.
Questi ultimi, infatti, erano largamente favorevoli contro l'aperto parere contrario del vecchio Maresciallo
Kutusov (che cercava di fare appello alla prudenza ed
alla diffidenza…)82 - ad una loro immediata offensiva
contro le forze di Napoleone. E questo, senza attendere l'arrivo di altre truppe
austriache che stavano confluendo dal Tirolo e da Praga, né tanto meno
quello degli eventuali eserciti prussiani che avrebbero potuto attaccare sul
fianco, da li a qualche giorno, lo schieramento militare francese.
Convinti della loro schiacciante superiorità militare - e
non volendo per nessuna ragione al mondo farsi
sfuggire l'irrepetibile occasione di disfarsi una buona
volta, sia dell'invadenza francese in Europa che dello
stesso Imperatore Napoleone - incaricheranno il
Generale austriaco Weyrother83 di elaborare un preciso
piano di attacco risolutivo contro la Grand Armée.
Quest'ultimo, dopo essersi brevemente consultato con i
principali responsabili dei due eserciti austro-russi riuniti, esporrà84, ai due
Imperatori alleati ed all'intero Stato Maggiore, il suo originale e specifico
piano di battaglia. Piano che avrebbe dovuto svolgersi come segue:
82 Scena immortalata da Leone Tolstoi, nel romanzo «Guerra e Pace».
83 E' stato impossibile, per me, trovare un qualunque accenno biografico su questo Generale
30
1.
dopo avere preso posizione - fronte a fronte - con l'esercito di
Napoleone, un primo contingente russo di almeno 50 mila uomini ed al
comando del Maresciallo Buxhoweden, avrebbe
dovuto traversare il fiume Goldback, respingere i
Francesi e bloccare qualunque loro possibilità di
potersi ritirare in direzione delle vie di comunicazione
che da Olmuc conducevano a Vienna;
2. nel momento in cui quella manovra fosse stata
realizzata - ed approfittando dell'eventuale
spostamento di truppe che Napoleone avrebbe
senz'altro ordinato di effettuare per resistere a
quell'attacco russo sulla destra del suo schieramento - la fanteria russa del
Generale Bagration e la cavalleria austriaca del Principe Jean del
Lichtenstein (all'incirca 17/18 mila uomini) avrebbero dovuto lanciare la
loro offensiva in direzione della collina fortificata di Santon.
3. Diviso a metà e costretto a difendersi su due fronti differenti e
compartimentati, l'esercito di Napoleone sarebbe stato costretto a
capitolare o a farsi totalmente accerchiare e/o completamente decimare
dagli attacchi concentrici e/o laterali della Guardia imperiale russa,
composta per la maggior parte da agguerriti e coriacei contingenti di
cavalleria cosacca.
Questa, la teoria…
Nella realtà, invece, i problemi… e gli ostacoli pratici, per l'esercito austrorusso, si riveleranno davvero numerosi e insormontabili, sin dall'inizio
Primi tra tutti, quelli che cominceranno a porsi alla struttura gerarchica
subalterna di quei due eserciti coalizzati, con la cattiva trascrizione e
l'approssimativa comprensione delle traduzioni simultanee (in Russo ed in
Tedesco) dei differenti ordini scritti che, mano a mano, cominceranno a
pervenire dallo Stato maggiore Alleato ai rispettivi comandanti di corpo e di
reparto di quelle elefantiache forze armate.
84 Una parte in tedesco ed una parte in francese!
31
Austerlitz - pianura di Pratzen: situazione militare alle ore 18,00 del 1° Dicembre 1805
La giornata del 1° Dicembre 1805, però, volgeva ormai al tramonto.
Ciò che era stato fatto, era stato fatto.
I due contrapposti eserciti avversari avevano definitivamente completato la
disposizione militare dei loro reciproci schieramenti ed approntato le diverse
postazioni dell'artiglieria e le numerose e variegate difese provvisorie dei loro
accampamenti.
Nel contempo, un denso e lugubre banco di nebbia aveva progressivamente
oscurato qualunque tipo di visibilità e disteso lentamente in sordina il suo
umido e glaciale manto di tetra ed inumana desolazione sull'intera pianura di
Pratzen e sulle colline circostanti.
I componenti dei rispettivi eserciti - completamente intirizziti ed emaciati dal
freddo - si accalcavano ormai, come meglio potevano, intorno ai grandi
fuochi rosseggianti e sfavillanti che costellavano abbondantemente i loro
32
accampamenti. Ed, a quei coscienti o inconsci «morituri», non restava più
altro da fare che trascorrere, sul chi vive, la lunga notte che si annunciava
comunque psichicamente travagliata o angosciosa. Una notte di attesa, forse
con il pensiero o le preoccupazioni della vita rivolte probabilmente al passato
e/o al futuro della loro quotidiana esistenza; forse con il cuore in gola e la
morte nell'anima; forse nella spavalda e diversiva rievocazione di gesta del
passato abbellite contingenzialmente dai fumi dell'alcool… Ma in tutti casi,
solo ed esclusivamente in attesa di quella decisiva battaglia che dalla
cittadina di Austerlitz avrebbe preso il suo nome e, per quanto li riguardava,
suggellato, in una maniera o nell'altra, i loro destini e le loro personali e/o
collettive speranze.
Scorcio topografico ed autostradale della stessa pianura di Pratzen, attualmente
33
La battaglia dei tre
Imperatori
34
I Principali Protagonisti
Napoleone I°
Alessandro I°
Francesco I°
35
Le Forze in presenza
1)
3.
Le Forze Francesi
(totale: circa 73'000 uomini85 e 139 cannoni)
•
Comandante in Capo:
Napoleone I°
•
Capo di Stato Maggiore
Berthier
•
I° Corpo - 12'300 fanti - 24 cannoni
Bernadotte
•
III° Corpo - 6'300 fanti . 9 cannoni
Davout
•
IV° Corpo - 24'000 fanti - 35 cannoni
Soult
•
VI° Corpo - 13'000 fanti - 40 cannoni
Lannes
•
Cavalleria - 9'000 cavalieri - 25 cannonii
Murat
•
La Guardia Imperiale - 5'500 fanti - 23 cannoni
+ Granatieri - 5'500 fanti - 10 cannoni
Bessière
Oudinot
Le Forze Coalizzate
(totale: circa 90'000 uomini86 e 278 cannoni)
•
Comandanti in capo nominali
•
Comandante in Capo effettivo
Alessandro I°
Franceso I°
Kutusov
•
Capo di Stato maggiore
Weyrother
•
Prima Colonna russa - 14'000 fanti - 60 cannoni
+ Avanguardia Austriaca - 6'800 fanti - 12 cannoni
Docturov
Kienmayer
•
Seconda Colonna russa -12'000 fanti - 30 cannoni
Langeron
•
Terza Colonna russa - 9'500 fanti - 30 cannoni
Przybyszewski
•
Quarta Colonna austro-russa - 16'000 fanti 75 can.
Kolowrath e
Miloradovitch
•
Quinta Colonna (a/r) - 7'000 cavalieri - 75 can.
Liechstenstein
Uvarov
•
Corpo speciale russo -14'000 fanti - 42 cannoni
Bagration
•
La Guardia Imperiale russa - 10'000 fanti - 40 cannoni
Costantino
85 Tra questi uomini debbono essere contati anche gli artiglieri e l'intendenza che, nella lista qui sopra, non sono specificati
86 Tra questi uomini debbono essere contati anche gli artiglieri e l'intendenza che, nella lista qui sopra, non sono specificati.
36
Il Campo di Battaglia
Dal punto di vista dell'osservatore esterno, il campo di battaglia di
Austerlitz87 (cioè, la pianura di Pratzen) appariva come un triangolo isoscele
(con il vertice rivolto verso Sud) che era inscritto all'interno di un rettangolo
avente per base all'incirca 12 chilometri e per altezza 10 km.
Quel campo, era limitato, al Nord, dalla strada imperiale che conduceva ad
Olmuc ed al di la della quale si elevano i monti Drahany (internamente
coperti da pini); al Sud, dalla campagna della Bassa Moravia e dal monte
Pratzen (oggi, "Prace" di 325 m.); all'Est (in direzione del villaggio di
Austerlitz), dalle colline di Star Vinoradhy (308 m.)88; al Sud-Est, dal fiume
Litava; ed al Sud-Ovest, dal
fiume
Goldback
(oggi,
"Zlaty Potok") e dagli
stagni/laghi di Telnic che
sono
formati
dalla
confluenza del Litava e del
Goldback.
Sul bordo della strada di
Olmuc, vicino al villaggio di
Tvarozna, si trovava la
collina che i francesi
battezzeranno Santon89 ( (qui
a destra, con la sua attuale cappella votiva). Un'altura che Napoleone farà
immediatamente fortificare e presidiare dagli uomini del Generale Claparède.
A circa due chilometri da quella collina, vi era un'altura, denominata Zuran90,
a partire dalla quale si poteva dominare la valle del Pratzen e l'intero percorso
del fiume Goldback.
87 In Russo, "Avstierlitz". Attualmente, in Ceco, Slavkov.
88 All'inizio della battaglia, Quartiere generale delle truppe coalizzate.
89 Così chiamata, poiché agli occhi dei soldati francesi che avevano seguito Napoleone in Egitto e che erano ad Austerlitz, quella
collina rassomigliava stranamente a una delle tante tombe di Santi musulmani nelle quali si erano imbattuti nel corso di quella
campagna.
90 E' su quella altura che Napoleone installerà il suo Quartiere generale, difeso dagli uomini della Guardia Imperiale e dai Granadieri di
Oudinot.
37
L'immaginaria linea di demarcazione che esisteva all'interno della valle di
Pratzen e che separava i due eserciti, era costellata da una serie di piccoli
villaggi, come Jirikovice, Ponetovice (al Nord del fiume Goldback) e
Sokolnice (che possedeva un vecchio castello), nonché Kobylnice, Menin e
Telnic. Senza dimenticare Slapanice che la sera tra il 1° ed il 2 Dicembre del
1805 era stato preventivamente occupato dalle forze francesi del Maresciallo
Soult.
38
La disposizione campale
dei rispettivi eserciti
Come possiamo facilmente osservare e comprendere a partire dalla mappa
che mi sono permesso di riprodurre qui sotto a sinistra, Napoleone (le cui
truppe sono colorate in blu) aveva posto al lato sinistro del suo schieramento
(in alto, a sinistra, nella mappa), le due Divisioni di Suchet e di Caffarelli del
Corpo di Lannes, e le aveva integrate con tutta la cavalleria di Murat91.
Al centro di quel suo
allineamento,
aveva
ammassato, le tre divisioni
del Corpo d'Armata di
Soult (cioè, le Divisioni
dei Generali Legrand.
Vandamme
e
SaintHilare), rinforzate, per
l'occasione,
da
un
consistente distaccamento
di Cavalleria leggera agli
ordini
del
Generale
Margaron.
All'estrema destra di quel suo posizionamento militare, aveva fatto
intenzionalmente insediare un debole distaccamento di all'incirca 10'000
uomini (al comando del Maresciallo Davout) che si era sommariamente
trincerato a ridosso dei limitrofi stagni ghiacciati di Telnice, per invogliare il
dispositivo nemico ad organizzare più facilmente il suo primo attacco in
quella specifica direzione.
In fine, decentrato leggermente verso la destra e chiaramente un po' più in
dietro rispetto alla linea del fronte (intorno alle alture di Zurlan, dove aveva
installato il suo Quartier generale), aveva raggruppato la sua Guardia
Imperiale ed i Granatieri di Oudinot (in tutto all'incirca 11'000 uomini e 33
cannoni).
91 Cioè, i Corazzieri dei Generali Nansouty e Hautpoul, i Dragoni dei Generali Walter e Beaumont, nonché i Cacciatori dei Generali
Kellermann e Milhaut.
39
All'insaputa degli Alleati, il condottiere Napoleone, fino
alle prime luci dell'alba del 2 Dicembre 1805, si era
esclusivamente limitato a schierare i soli 50'000 soldati di
cui disponeva al momento del contatto fisico con le truppe
avversarie. E, naturalmente, si era ben guardato da
rivelare chiaramente al nemico il resto della sua effettiva
struttura difensiva/offensiva, in quella regione, per quella
battaglia.
Molto più all'Ovest di Pratzen,
infatti, in direzione di Rajhradice (luogo che non
era affatto visibile dalla zona di Pratzen),
l'Imperatore dei Francesi aveva celatamente
concentrato una Divisione di Cavalleria ed un'altra
di Fanteria che erano rispettivamente comandate dal
Generale Bourcier e dal Generale Friant (del Corpo
del Maresciallo Davout). Mentre, alle spalle delle
posizioni del Maresciallo Lannes e del Maresciallo
Soult aveva fatto raggruppare (con l'espresso
compito di rappresentare una forte riserva di
combattenti freschi da lanciare, al momento decisivo, nel vivo della
battaglia…), il I° Corpo d'Armata del Maresciallo Bernadotte (12'300 soldati
e 24 cannoni) che era, in quell'epoca, una delle formazioni militari più
affiatate ed efficaci (con la Cavalleria di
Murat) di cui disponesse la sua Grand Armée.
Ora, sempre tenendo conto degli schieramenti
che sono schematicamente riportati sulla
cartina che ho pubblicato nella pagina
precedente, è ugualmente facile individuare i
diversi concentramenti Alleati (dipinti in rosso
sulla mappa) che fronteggiavano l'esercito di
Napoleone.
All'estrema destra del loro allineamento,
questi ultimi avevano piazzato il Corpo
speciale russo (14'000 fanti e 42 cannoni) del
Maresciallo Bagration, con il compito
particolare di bloccare ad ogni costo la strada per Olmuc e di respingere
40
qualsiasi attacco proveniente dalle truppe di Lannes (Div. Caffarelli e Suchet)
e quelle di Murat che si trovavano di fronte alla sua posizione.
Truppe russe pronte a scontrarsi con i Francesi (rievocazione storica ad Austerlitz)
Al centro dello stesso dispositivo - sull'altopiano di Pratzen - e con alla testa
il Maresciallo Kutusov, gli Alleati avevano installato il grosso delle loro
truppe. E, cioè, un'Avanguardia austriaca di 6'800 fanti e 12 cannoni al
comando del Generale Kienmayer (uno degli scampati da Ulm); la Colonna
Cinque del loro esercito che era formata da all'incirca 7'000 cavalieri e 75
cannoni, e condotta dai Generali Liechtenstei (austriaco) e Uvarov (russo);
posteriormente a quest'ultima, sulle vicine alture di Stari Vinoradhy, erano
ammassate la Terza e la Quarta Colonna
Alleate (all'incirca 20'000 soldati austro-russi e
105 cannoni) al comando rispettivamente dei
Generali Kolowrath e Przybyszewski; ed
ancora più indietro rispetto a questi ultimi, ma
spostata leggermente sulla sinistra dello stesso
schieramento, era pronta sferrare il suo assalto,
la Guardia Imperiale russa del Granduca
Costantino. (Esercito Austriaco, a destra)92
In fine, sull'estrema sinistra dello stesso
allineamento, quasi di fronte alle truppe del
Maresciallo francese Davout (anche se in una
posizione leggermente più settentrionale della
92 Granatiere tedesco (1); Fuciliere ungherese (2); Fuciliere austriaco (3)
41
sua), erano state appostati alcuni reparti misti austro-russi, al comando del
Maresciallo Buxhoewden.
Lo schieramento degli opposti eserciti era terminato.
All'insieme di quegli uomini, ormai, non restava più altro da fare che
prepararsi in silenzio e rassegnazione all'arduo ed incerto combattimento
dell'indomani, nella speranza di potere riportare quella che i posteri, già dal
giorno dopo, incominceranno a chiamare la battaglia di Austerlitz.
Nel dipinto, in alto:
Incontro tra Napoleone I° e Francesco I°,
il 4 Dicembre 1805, a Saratschitz, per la
ratifica dell'Armistizio, dopo la battaglia
di Austerlitz e la sconfitta di questo Paese.
Sullo sfondo, il principe Jean de Liechtenstein.
dipinto di: Gros
Musée national du château de Versailles et des Trianons
42
Proclama di Napoleone alla Grand Arméée
prima della battaglia
Proclama di Napoleone
Sera inoltrata del 1° Dicembre 1805:
Soldats,
L'armée russe se présente devant vous pour venger l'armée autrichienne d'Ulm. Ce sont ces mêmes
bataillons que vous avez battus à Hollabrunn, et que depuis vous avez constamment poursuivis
jusqu'ici.
Les positions que nous occupons sont formidables; et, pendant qu'ils marcheront pour tourner ma
droite, ils me présenteront le flanc.
Soldats, je dirigerai moi-même tous vos bataillons; je me tiendrai loin du feu, si, avec votre
bravoure accoutumée, vous portez le désordre et la confusion dans les rangs ennemis; mais, si la
victoire était un moment incertaine, vous verriez votre Empereur s'exposer aux premiers coups, car
la victoire ne saurait hésiter, dans cette journée surtout où il y va de l'honneur de l'infanterie
française, qui importe tant à l'honneur de toute la nation.
Que, sous prétexte d'emmener les blessés, on ne dégarnisse pas les rangs, et que chacun soit bien
pénétré de cette pensée, qu'il faut vaincre ces stipendiés de l'Angleterre qui sont animés d'une si
grande haine contre notre nation.
Cette victoire finira notre campagne, et nous pourrons reprendre nos quartiers d'hiver, où nous
serons joints par les nouvelles armées qui se forment en France; et alors la paix que je ferai sera
digne de mon peuple , de vous et de moi.
Signé: Napoléon
« Moniteur » du 25 frimaire an XIV, ( En minute au Dépot de la guerre.)
Lo sconfinato ed impressionante schieramento dei Corazzieri francesi, prima della battaglia di Austerlitz (dipinto di Messonier)
43
Austerlitz:
cronaca di una battaglia
La notte tra il 1° ed il 2 Dicembre, la lunga e
storica veglia d'armi di Austerlitz, per i soldati
dell'esercito francese era trascorsa quasi
completamente in bianco.
Questi ultimi, infatti, repentinamente avvertiti
- tout d'abord de bouche à oreille par leurs camarades et en suite par les
puissants clameurs d'une véritable foule de soldats en liesse - dell'improvvisa
ed insolita presenza tra di loro, in incognito e senza scorta, di Napoleone…,
si erano immediatamente precipitati ad accogliere festosamente e
trionfalmente il loro Imperatore al grido di «Vive l'Empereur»! Una scena
immortalata dal pittore Bacler d'Albe e che è custodita al Musée national du
château de Versailles et des Trianons (riprodotta qui sotto)
Napoleone, infatti, vista la scarsa visibilità che regnava in quella notte
brumosa d'inverno nella vallata del Pratzen, si era recato personalmente sugli
avamposti del suo esercito - addirittura fin sulle prime linee francesi attestate
nei pressi del villaggio Ceco di Puntovice - per tentare di percepire o di udire
i possibili movimenti o spostamenti notturni delle forze armate nemiche.
Quella sua irrefrenabile curiosità, era dovuta principalmente al fatto che la
quasi totalità del suo piano di battaglia per l'indomani, riposava in larga parte
sull'astuto tranello che egli stesso aveva teso il giorno prima ai suoi avversari.
44
E quel «trabocchetto» - come abbiamo visto - consisteva principalmente
nell'attirare l'attacco delle forze avversarie, in direzione del lato destro del
suo schieramento che egli aveva volontariamente indebolito.
Invano, però, fino a circa le quattro del mattino di quel 2 Dicembre 1805,
Napoleone aveva affannosamente scrutato l'orizzonte e spiato ogni minimo
gesto sospetto delle forze armate nemiche che potesse in qualche modo
avvalorare o confortare quella
sua bramosa attesa.
Poi, tutto ad un tratto, quando
ormai le sue frementi speranze
in quella specifica e risolutiva
eventualità si stavano davvero
sensibilmente
affievolendo,
ecco che dalle alture che
fronteggiavano parallelamente
alla sua avanzata posizione,
Napoleone
incomincerà
nettamente a percepire un cupo,
rimbombante ed inconfondibile
pestare di uomini e scalpitare di
cavalli riuniti che con un certo
soqquadro ed una mal celata
circospezione si accalcavano
frettolosi e contrariati lungo gli
scoscesi e scarpati pendii che
conducevano in direzione degli
stagni gelati di Telnice. Cioè, esattamente dove egli stesso aveva, fino a quel
momento, così ardentemente sperato che si dirigessero (per visualizzare la
scena, osservare l'ultimo rettangolino, in basso a destra, colorato di verde, che
riproduce sulla mappa che vi sto proponendo in questa pagina, il suddetto
movimento di truppe)93.
Le sue previsioni si erano avverate. E l'abile e scaltra «trappola" che egli
aveva così sagacemente teso alle pompose e superbe gerarchie militari
austro-russe, aveva funzionato!
93 Da notare ugualmente, il alto a destra della stessa cartina, i tre rettangolini, colorati di blu, che rappresentano la frazione di truppe
francesi che Napoleone aveva dissimulato tra le asperità del terreno agli occhi dei nemici, in attesa che la sua «trappola» militare
funzionasse a discapito di questi ultimi.
45
Ormai, a Napoleone non restava altro che reintegrare velocemente il suo
posto di comando sulla collina di Zuran e completare al più presto - con
l'ausilio del suo Stato maggiore militare - le parti ancora in sospeso
dell'intero dispositivo di attacco/difesa che egli aveva precedentemente
elaborato e predisposto per la battaglia di quel giorno, qualora si
concretizzasse quella specifica eventualità.
Nottetempo, infatti, darà ordine alla totalità delle truppe che fino ad allora
aveva saggiamente celato agli occhi indiscreti del nemico, di portarsi
alacremente in posizioni più a ridosso dello schieramento francese. E
intimando loro, fino a nuovo ordine, di cercare di rimanere il più possibile
accantonate e dissimulate, per l'essenziale, tra le considerevoli depressioni e
le numerose asperità del terreno che caratterizzavano la specifica ed
eterodossa configurazione topografica quella regione.
Tra queste, darà ordine alla Divisione Friant che fino ad allora era rimasta
imboscata, di raggiungere velocemente i deboli avamposti francesi che egli
stesso aveva insediato tra il fiume Goldback e gli stagni di Telnice, al fine di
dare man forte agli uomini di Davout che - avendo fino a quel momento
giocato il ruolo di «esca» - stavano per ricevere la prima onda di choc da
parte delle avanguardie austro-russe (all'incirca 35'000 uomini) del Generale
46
Kienmayer.
Come è ancora più facile da comprendere osservando nei dettagli la
riproduzione grafica che mi sono permesso di duplicare qui sopra (pagina
precedente), "prendendola abusivamente in prestito"… dalla rivista
«L'histoire» No. 24 del Luglio 1989, posso senz'altro sintetizzare, in generale,
le tre fasi essenziali di tutta la battaglia, così come, sono state
competentemente elaborate e riassunte dall'autore del testo citato, lo storico
francese R. Dufraisse.
In particolare, nella prima fase (1), è possibile
notare l'inizio dei combattimenti
E cioè, l'indebolimento del centro94 dello
schieramento Alleato (colorato di rosso) che una
parte delle loro truppe sarà costretta ad operare
per potere sferrare, alle prime luci dell'alba, il
loro attacco nei confronti dell'estrema destra
dell'allineamento francese (colorato di blu). Nel
punto, cioè, dove Napoleone aveva ardamente
desiderato che la prima offensiva Alleata
avvenisse e dove - appunto - si erano attestati gli
apparentemente deboli contingenti militari del Maresciallo Davout.
Nella seconda fase (2), che
avverrà tra le 7 del mattino95
e le 11, si possono notare i
calibrati
attacchi
e
contrattacchi dei Francesi in
direzione delle linee austrorusse. In modo particolare,
per convincerle ancora di più
a rinforzare il «cuneo»
militare
che
hanno
precedentemente
lanciato
contro le truppe di Davout,
Uno scorcio della battaglia di Austerlitz (dipinto di autore sconosciuto)
94 Mentre invece, le riserve e l'ala destra del Generale Bagration rimangono fermamente sulle loro posizioni.
95 Alle 8 e 30 del mattino, la nebbia che fino ad allora aveva profondamente ottenebrato gli spiriti della maggior parte dei combattenti,
era ormai in fase di completa dissipazione sotto i cocenti raggi di un astro spendente e radioso che sembrava avere espressamente
concesso a quella vallata della Moravia, le annunciatrici sembianze di un'inattesa giornata primaverile: quella della ormai prossima e
raggiante vittoria francese di Austerlitz, così come i poeti della nostra Europa cominceranno ben presto a "cantarla".
47
nella speranza di sfondare il fronte che
queste ultime difendevano e di potere
prendere alle spalle e circondare il resto
delle forze di Napoleone e costringerle
alla resa.
Nella terza ed ultima fase (3) della
battaglia, che si produrrà tra all'incirca
le 11 del mattino e le 14 del pomeriggio,
è possibile notare i due attacchi in forze
che furono simultaneamente sferrati, da
un lato (nella parte alta e centrale della cartina presentata alla pagina 44) dai
Corpi d'armata di Lannes, di Bernadotte96 e dalla
maggior parte della Cavalleria di Murat in direzione
degli schieramenti tenuti da Bagration e da Kutusov;
dall'altro
quello
furiosamente
assestato dal Corpo d'armata del
Maresciallo Soult, dai Granatieri di
Oudinot e dallo stesso Napoleone
Il Maresciallo Bagration
alla testa della sua Guardia
Imperiale contro le ancora ignare e completamente
tagliate fuori truppe dell'attonito e sfortunato
Maresciallo russo Buxhowden97.
Il Maresciallo Kutusov
Buxhowden, infatti, in quell'attaco, nonostante fosse rimasto ferito e per
quella ragione rapidamente evacuato dalla zona dei combattimenti, non
riuscirà nemmeno a salvare un solo uomo dalla trappola che i Francesi
avevano teso alle sue truppe.
Queste ultime, completamente accerchiate e prese totalmente a tenaglia tra le
forze di Davout e di Friant, e quelle di Soult, Oudinot e Napoleone,
tenteranno invano di cercare una via di salvezza nell'attraversamento delle
sottili coltri ghiacciate dei laghi gelati di Telnice. Invano…, poiché quelle
lastre superficiali, cedendo98 inevitabilmente al loro peso ed a quello dei
cavalli e dei cannoni che avevano al seguito, finiranno per la maggior parte
inghiottiti dalle freddissime acque di quegli stagni.
96 Le cui truppe, fino ad allora, erano rimaste abbondantemente mimetizzate dietro alle asperità del terreno che emergevano alle spalle
della cavalleria di Murat.
97 Talmente «sfortunato»… che non sono riuscito nemmeno a trovare un suo ritratto, né delle qualsiasi note biografiche, che mi
avrebbero permesso di farlo conoscere agli eventuali lettori di questo scritto.
98 Molti storici pretendono che gli strati di ghiaccio di quei laghi abbiano piuttosto ceduto alle cannonate che i Francesi avevano
cominciato a tirare in quella direzione.
48
Nello stesso tempo, le Colonne
Alleate di Langeron e di
Pribyschewski tenteranno di
mettersi in salvo in direzione
delle loro linee di difesa
centrali, costeggiando, riva riva,
le sponde del fiume Goldback.
Ma anche in questo caso,
invano!
gli stagni ghiacciati di Telnice
Incalzate dalle truppe di Soult e di Vandamme, queste ultime ingaggeranno
una manovra di ripiego sulla cittadina di Ugiezd. Poi, anch'esse saranno
travolte dall'impeto dell'attacco francese e costrette a capitolare.
Sul fronte Nord dello schieramento Alleato, identico
caso di figura.
Dopo un'accanita difesa delle loro posizioni dagli
attacchi inabitualmente veementi e reiterati degli
uomini di Lannes, Murat e Bernadotte, anche le
Colonne Coalizzate di Bagration, Liechtenstein e
Kutusov saranno costrette a battere in ritirata ed a
cercare salvezza per le loro vite, in direzione del
della strada per Austerlitz.
A nulla, in ogni caso, servirà - da parte Alleata, (ed,
in particolare, da parte dello Zar Alessandro I°) - di
gettare stoltamente sull'ago della bilancia di quella
ormai perduta battaglia, la Guardia imperiale russa
del Granduca Costantno…
Lo Zar Alessandro I°
Ben presto, infatti, anche quest'ultima - insieme al resto delle Colonne
Alleate che erano già state travolte e messe in fuga - sarà obbligata a fare
demi-tour e ad imboccare delusa il cammino dell'inevitabile ritirata, in
direzione di Welspitz, Olmuc, Austerlitz, ecc.
All'incirca alle ore 17 del 2 Dicembre 1805, la battaglia di Austerlitz era
definitivamente terminata. E la vittoria, sicuramente e spavaldamente nelle
mani dei vecchi grougnards de la Grand Armée di Napoleone.
49
Napoleone ed il suo Stato maggiore a rapporto, dopo la battaglia
Napoleone ed il suo Stato
maggiore, i suoi Generali, i
suoi
Ufficiali,
i
suoi
Sottufficiali e l'insieme dei
soldati e dei gregari di tutte le
sue forze armate, potevano
felicemente
dichiararsi
soddisfatti per l'esito di quel
conflitto.
Una volta giunto il crepuscolo, Napoleone e la quasi totalità delle truppe
francesi che avevano partecipato a quella battaglia, faranno movimento
anch'esse in direzione di Austerlitz. Località, dove già dall'indomani,
l'Imperatore fisserà il suo nuovo Quartier generale.
50
Il Proclama
Da Austerlitz, quest'ultimo lancerà il suo secondo ed ultimo Proclama ai
suoi soldati per quella battaglia.
« Soldats - affermerà orgoglioso ed emozionato - je suis content de vous.
Vous avez, à la journée d’Austerlitz, justifié tout ce que j’attendais
de votre intrépidité ; vous avez décoré vos aigles d’une immortelle gloire.
Une armée de 100.000 hommes, commandée par les empereurs de Russie et
d’Autriche, a été, en moins de quatre heures, ou coupée ou dispersée. Ce qui
a échappé à votre fer s’est noyé dans les lacs. Quarante drapeaux, les
étendards de la garde
impériale de Russie,
120 pièces de canon,
vingt généraux, plus de
30.000 prisonniers, sont
le résultat de cette
journée à jamais célèbre.
Cette infanterie tant
vantée et en nombre
supérieur,
n’a
pu
résister à votre choc, et
désormais vous n’avez
plus de rivaux à redouter.
Ainsi, en deux mois,
cette troisième coalition a
été vaincue et dissoute.
La paix ne peut plus être
éloignée ; mais comme
je l’ai promis à mon peuple avant de passer le Rhin, je ne ferai qu’une paix
qui nous donne des garanties et assure des récompenses à nos alliés. Soldats,
lorsque le peuple français plaça sur ma tête la couronne impériale, je me
confiai à vous pour la maintenir toujours dans ce haut éclat de gloire qui
seul pouvait lui donner du prix à mes yeux. Mais dans le même moment nos
ennemis pensaient à la détruire et à l’avilir ! Et cette couronne de fer,
conquise par le sang de tant de Français, ils voulaient m’obliger à la placer
sur la tête de nos cruels ennemis ! Projets téméraires et insensés que, le jour
même de l’anniversaire du couronnement de votre empereur, vous avez
anéantis et confondus ! Vous leur avez appris qu’il est plus facile de nous
braver et nous menacer que de nous vaincre.
Soldats , lorsque tout ce qui est nécessaire pour assurer le bonheur et la
prospérité de notre patrie sera accompli, je vous ramènerai en France ; là,
vous serez l’objet de mes plus tendres sollicitudes. Mon peuple vous reverra
avec joie, et il vous suffira de dire : J’étais à la bataille d’Austerlitz, pour
que l’on vous réponde : Voilà un brave ».
Signé: Napoléon.
Sopra: Il Mausoleo in onore dei caduti di Austerlitz
51
Conclusione
Come sappiamo, il 4 Dicembre del 1805, tra le ore 14 e le ore 16, nella
località denominata il «Mulino bruciato» (Spaleny mlyn, in Ceco) che era
situata non molto distante dal villaggio di Nasedlowitz (Moravia), avvenne lo
storico incontro tra Napoleone e l'Imperatore d'Austria Francesco I° che
metteva contemporaneamente un termine, alla guerra tra i due Paesi, alla
Campagna d'Austria della Grand Armée ed, implicitamente, alla III
Coalizione.
Francesco I°, come sappiamo ugualmente, due giorni dopo la sconfitta di
Austerlitz, si era recato in quella località, in compagnia del Principe
Liechtenstein, per chiedere un immediato armistizio per il suo Paese. Ed, in
quella stessa occasione, le delegazioni che accompagnavano i due Imperatori
avevano messo a punto il calendario ufficiale degli incontri che - da quel
giorno al 1° Gennaio 1806 - si sarebbero successivamente svolti tra i
rispettivi diplomatici, per dare modo a questi ultimi di mettere a punto il testo
definitivo del Trattato di pace tra le due Nazioni: il Trattato di Presbourg. Un
Trattato che sarà firmato il 27 Dicembre 1805 (ma antidatato al 26…) dal
Principe Liechtenstein e dal Barone Iganz Gyulai (per la parte austriaca) e da
Charles Maurice Talleyrand-Périgord (per la parte francese), nella Galleria
degli specchi del Palazzo Primartial, situato nell'attuale città di Bratislava (in
quell'epoca, "Presbourg").
Quel Trattato sarà quasi contemporaneamente controfirmato da Napoleone, il
27 Dicembre1805, a Schönbrunn, e da Francesco I°, il 30 Dicembre, a
Hollitsch.
Quel Trattato, dopo il comprensibile entusiasmo dei sopravvissuti, consegnò
definitivamente la battaglia di Austerlitz, ai personali ricordi dei reduci, agli
archivi delle Nazioni ed alle ricerche degli storici.
Cosa resta, oggi, nella memoria collettiva dei popoli, di quella schiacciante
vittoria di Napoleone ad Austerlitz che coincise, tra l'altro, non
dimentichiamolo, con il primo anniversario della sua inattesa e fastosa
incoronazione presso la Cattedrale di Notre Dame de Paris (2 Dicembre
1804)?
52
Poco e niente… potrebbero affermare i più scettici o i meno informati dei
nostri mortali contemporanei.
Moltissimo! Potrebbero controbattere gli studiosi o gli appassionati di quel
particolare periodo della storia.
A me, se volete, basta soltanto ricordare l'acuto interesse e la patente e
costante propensione che, ancora oggi, a 195 anni dalla battaglia di
Austerlitz, esiste nel campo dell'editoria europea e mondiale (impegnandomi
in questa specifica ricerca, sono stato sorprendentemente confrontato a
migliaia e migliaia di pubblicazioni che ancora oggi parlano di quel periodo,
da cui ho estratto la succinta - tre pagine… - bibliografia che mi sono
permesso di allegare a questo dossier), per gli argomenti che tendono ad
esplicitare, delucidare e/o commentare il personaggio Napoleone e le
indimenticabili pagine della storia di cui, direttamente o indirettamente, fu
protagonista.
Napoleone, infatti, già da quando era in vita, non suscitò mai l'indifferenza.
Al contrario, egli - come certi altri ben noti personaggi ancora oggi
innominabili della nostra recente e travagliata storia patria - fu
simultaneamente adulato ed odiato, amato alla follia e profondamente o
visceralmente detestato, osannato fino alla cortigianeria più indigesta ed
esecrato fino al parossismo o al furore!
Lo stesso vale per lui, oggi… a 179 anni dalla sua morte e dalle non ancora
chiarite o confessate cause e circostanze che la produssero.
Per riassumere, possiamo dire che - ieri come oggi - c'è chi, come noi, lo
venera e continua a ricordarlo in ogni occasione, con estrema deferenza e
sincera emozione. E c'è chi, invece, lo condanna a priori o per principio, lo
disprezza e continua idealmente ad insultarlo ed a combatterlo, come se fosse
ancora tra di noi.
Cosa resta, dunque, di Napoleone e dell'incredibile sferzata morale che seppe
comunque impartire alle apatiche e senz'altro assopite (come oggi…)
coscienze del suo tempo?
Per uscirmene con un comodo « corner »… dal gravoso compito che questa
sera mi è stato affidato, potrei senz'altro concludere questa nostra spero non
53
troppo noiosa chiacchierata, dicendo semplicemente che « gli uomini
passano… e le idee - che li hanno contraddistinti - restano »!
Ma siccome coloro che mi conoscono, sanno benissimo che ai comodi «calci
d'angolo», molto spesso (troppo spesso…), preferisco, per concludere una
qualunque «partita», affrontare rischiosi "calci di rigore"… mi permetterò di
rubarvi ancora qualche minuto del vostro tempo, per tentare di chiarirvi il
mio pensiero a proposito del sottotitolo che è stato dato al tema di questa
conferenza (la nascita di un sogno…). E questo, a partire giustamente dalla
frase con la quale avrei senz'altro potuto concludere questo mio intervento.
Quella frase, infatti, che a prima vista potrebbe banalmente apparire come
l'immaturo frutto di una qualunque mera retorica, in realtà è carica di
immensi significati.
Ai miei occhi, se vogliamo, non è la solita frase fatta. Non è l'usuale frase
vuota e cristallizzata nel nulla di una nostra qualsiasi sterile fantasia. Essa è
piuttosto il risultato di una mancata realizzazione di un sogno…
Di un'ambita aspirazione, cioè, svanita nel nulla, prima ancora che potesse
sbocciare o schiudersi alla vita; prima ancora che potesse pienamente arridere
alla sua piena realizzazione ed all'avvenire a cui sembrava senz'altro
promessa. E, quindi, prima ancora che potesse, per cosi dire, «invecchiare»,
degenerare e «sparire», sotto quelle sembianze, dall'esistenza terrena, alla
stessa maniera che normalmente ogni cosa o essere che fa parte del nostro
habitat naturale, è destinato a farlo sul nostro Pianeta.
Quel sogno, possibilmente e debitamente trasformato in realtà, avrebbe
senz'altro potuto dissolversi nell'aere celeste di tutti quegli ambiti traguardi
epocali che hanno inevitabilmente fatto scandire l'orologio della storia
dell'uomo e della civiltà, dai primordi ai nostri giorni
Ed invece, per il semplice fatto che la possibile realizzazione di quel sogno
sia stata volutamente contrastata, impedita e, fino ad oggi, costantemente e
reiteratamente inibita, quest'ultimo continua ancora oggi a vagare - come
l'ombra di Banco (o Banquo) di shakespeariana memoria - nelle stanze vuote
del nostro non certo entusiasmante presente e del nostro possibile ed
ugualmente poco allettante avvenire.
54
E' la ragione per la quale - a mio giudizio - il «sogno» nato ad Austerlitz per
gli Europei di quel periodo, non può morire.
Quel genere di «sogni» - secondo me - restano imperituri.
E come tali, nessuno può cancellarli. Nessuno può farli dimenticare. Al
limite, nemmeno la morte!
Nemmeno, cioè, quella tragica, inevitabile ed improrogabile scadenza che
nella vita di ognuno viene, presto o tardi, a «bussare» all'uscio delle quasi
sempre ingiustificate certezze quotidiane, per annullare inesorabilmente il
senso delle nostre infinite passioni e le nostre innumerevoli e mai
integralmente realizzate speranze.
La prova di quanto sto affermando, è qui… questa sera. E' qui in questa sala.
Tra i tavoli di questo convivio. Seduta sulle sedie di questa platea.
Siamo semplicemente noi!
Siamo noi stessi che, a 195 anni dal fausto evento di Austerlitz, continuiamo
consciamente o inconsciamente a ricordare, rivivere idealmente e tramandare
ai nostri figli quell'avvenimento, come se fosse avvenuto soltanto ieri.
Che dico, ieri…? Addirittura, oggi!
E ricordandolo, rivivendolo e tramandandolo, veicoliamo il medesimo sogno,
la medesima speranza, il medesimo ambito e non ancora raggiunto traguardo.
Quello stesso traguardo che fu dei nostri avi di allora e che è sempre e
comunque - per dirlo francamente - quello di un'Europa Unita (delle Patrie o
meno…) e di una Patria comune per tutti i figli di questo nostro bistrattato
Continente. E questo: da Gibilterra agli Urali e dalle tormentate e spumose
scogliere di Thulè ai lontani Dardanelli!
Quel sogno, ho spesso tendenza a paragonarlo al possibile volo di un'aquila.
Un'aquila, a cui, però, ogni volta, per impedirle preventivamente di librarsi
nei cieli, vengono puntualmente tarpate le ali!
Quell'aquila che già fu di Roma, è la stessa che oggi - in ricordo dell'epopea
napoleonica - portiamo con orgoglio sui nostri petti. Ed è la stessa che
portiamo indelebilmente incisa a caratteri di fuoco nei nostri cuori.
55
Quell'aquila - miei cari amici e pazienti ascoltatori - non aspetta altro che la
rude brezza mattutina delle nostre ritrovate coscienze di uomini liberi e fieri,
ed i primi sprazzi annunciatori dell'immancabile e radioso risveglio dei nostri
popoli ancora morfinizzati, per ritornare a volare… Per ritornare, cioè, ancora
una volta, a volteggiare e dominare libera, incontrastata e rispettata, su quegli
immensi ed incoercibili Limes che nessuno può praticamente sperare di
potere impunemente continuare a defraudarci o a confiscarci per sempre,
nell'illusoria e mendace speranza che si possa un giorno dimenticare, sia la
nostra Storia che la nostra originale e quadrimillenaria Civiltà
Alberto B. Mariantoni
56
Allegati
57
Napoléon Ier
EMPEREUR DES FRANÇAIS - IMPERATORE DEI FRANCESI (1804-1815)
AJACCIO, 176999 - SAINTE-HÉLÈNE, 1821
Secondo figlio di Charles-Marie
Bonaparte100
e
di
Letizia
Ramolino, Napoleone nacque da
una famiglia Corsa appartenente
alla piccola nobiltà. Entrò alla
scuola militare di Brienne (17791784) e ne uscì, nel 1785, Tenente
di Artiglieria della scuola militare
di Parigi. Giocò un ruolo militare
decisivo nella conquista di Tolone
(1793). Poi, cadde in disgrazia
dopo il 9 Termidoro. Grazie a
Barras – che egli sostenne,
reprimendo
l’insurrezione
monarchica del 13 Vendemmiario
– fu nominato Comandante in capo
dell’Esercito
d’Italia
(1796),
qualche giorno prima di coniugarsi
con Joséphine de Beauharnais. Le
sue numerose e folgoranti vittorie
italiane (Millesimo, Arcole, Rivoli,
ecc.), coronate dal trattato di
Campoformio (1797), lo resero
largamente popolare in Francia e
confortarono la sua ambizione.
Guidò la spedizione d’Egitto
(1798-1799) che fu caratterizzata
dalla sua vittoria delle Piramidi e dalla sua sconfitta navale d’Aboukir. Lasciato il suo esercito,
rivenne in Francia, dove il Direttorio traballava politicamente, e partecipò al colpo di Stato del
18 Brumaio (9 novembre 1799), fomentato da Sieyès: fece in modo da esserne il principale, ed
in seguito il solo beneficiario, barattando il titolo di Primo Console (Costituzione dell’anno
VIII) con quello di Console a Vita (Costituzione dell’anno X), nel 1802. Nel frattempo,
costringeva l’Austria e la Gran Bretagna a trattare, riorganizzerà l’Amministrazione pubblica, la
Giustizia (Codice Civile) e l’Economia (in parte le Finanze). E, con il Concordato del 1801 –
che assogettava in pratica la Chiesa allo Stato – ottenne la pacificazione religiosa. Subito dopo,
si fece nominare Imperatore dei Francesi dal Senato (Costituzione dell’anno XII) il 18 Maggio
99 Chateaubriand (1768-1848), nel suo tempo, falsificò la storia, facendolo nascere il 15 Agosto 1768, giusto un
anno prima dell’annessione della Corsica da parte della Francia.
100 Bonaparte: famiglia Ligure, originaria di Sarzana, risale a Gianfranco Bonaparte che prestò giuramento al Vescovo
di Luni, en 1219. Suo figlio, Bonaparte la Pace (1237-1278) era notaio, come lo saranno numerosi dei suoi discendenti.
Contrariamente a quanto sperava lo stesso Napoleone, i suoi antenati non hanno niente a che vedere con i Bonaparte di
Toscana. Alla fine del XV° ssecolo, i Bonaparte di Liguria si legarono alla famiglia dei Campofregosi e si trasferirono in
Corsica, allora possedimento Genovese ed amministrata dal l’Ufficio di San Giorgio.
58
del 1804. Nomina confermata dall’incoronazione di Parigi, alla presenza del Papa, il 2
Dicembre 1804. E si auto-proclamerà Re d’Italia nel 1805. Contrariamente alle sue aspettative,
a partire da questa data, dovette affrontare
l’ostilità delle grandi potenze dell’epoca soprattutto della Gran Bretagna – che erano
fortemente preoccupate per la già vasta
estensione territoriale del nuovo Impero e
dall’inarrestabile influenza politica francese in
Europa. Avendo vinto la III e IV Coalizione
(vittorie di Austerlitz nel 1805 contro gli
Austro-Russi, di Iéna nel 1806 contri i
Prussiani, di de Friedland nel 1807 contro i
Russes), diede vita al Blocco Continentale
(1806-1808) nella speranza di indebolire la
potenza della Gran Bretagna. Questa strategia,
lo obbligò a controllare strettamente l?Europa:
Etruria, Olanda, Stati Pontifici, Portogallo,
Spagna. Dopo la vittoria di Wagram (1809)
contro gli Austriaci, Napoleone fece annullare
il suo matrimonio con Joséphine de
Beauharnais (da cui non aveva avuto nessun
figlio) e sposò, nel 1810, Marie-Louise di
Habsbourg, figlia dell’Imperatore d’Austria,
da cui ebbe un figlio l’anno successivo (il Re
di Roma). Nel suo pieno apogeo, l’Impero
Napoleonico incominciò a diventare dispotico
ed impopolare. La sanguinosa Guerra di
Spagna (1808-1813) si trasformò in un terreno favorevole alla propaganda inglese. Le difficoltà
economiche scaturite dallo sforzo di guerra ed alimentate dal Blocco Continentale continuarono
ad aggravarsi. L’opposizione del clero, dopo la cattura e l’assegnazione a residenza del Papa
(1809), incoraggerà la dissidenza interna. La campagna di Russia, iniziata nel 1812, fu fatale
all’Imperatore. In Ottobre, la Grande Arnata dovette ritirarsi e subì il celebre disastro della
Berezina (Novembre). In seguito – nonostante una serie di vittorie contro gli eserciti “Alleati” –
quest’ultima fu definitivamente sconfitta a Leipzig (Ottobre 1813). Napoleone, ormai allo
stremo, non riusci ad impedire, né l’invasione della Francia, né l’entrata degli “Alleati” a Parigi
(Gennaio-Marzo 1814). Il Senato francese avendo proclamato la sua «déchéance», Napoleone
fu costretto abdicare il 6 Aprile del 1814. Relegato nell’Isola d’Elba, riuscì a segretamente a
fuggire dal luogo della sua prigionia per riprendere il potere in Francia. Saranno i suoi Cento
giorni. (20 Marzo-22 Giugno 1815). Ben presto, però, sarà di nuovo sconfitto a Waterloo (18
Giugno 1815) dagli eserciti dell’Europa coalizzata. Affidata la sua persona alla Gran Bretagna,
quest’ultima lo internerà, fino alla sua morte (5 Maggio 1821), sull’isola di Sainte-Hélène
(Sant’Elena), in peino Oceano Atlantico. Le ceneri dell’Imperatore furono rese alla Francia nel
1848 e deposte nel mausoleo des Invalides. La France ha conservato numerose ed importanti
Istituzioni nazionali suscitate da Napoleone: il Codice Civile, l’Università, le Prefetture, la
Légion d’honneur, la Banca di Francia.
59
60
AUGEREAU Pierre François Charles
Parigi 21 Ottobre 1757 - La Houssaye 12 Giugno 1816
Duca di Castiglione nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
BERNADOTTE Jean
Baptiste
Pau 26 Gennaio 1763 Stockholm 8 Marzo 1844
Principe di Ponte Corvo 5 Giugno 1806
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
BERTHIER Louis Alexandre
Versailles 20 Novembre 1753 - Bamberg 1
Giugno 1815
Principe di Neuchatelm e di Valengin nel 1806
Principe di Wagram nel 1809
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
BESSIERES Jean Baptiste
Prayssac 6 Agosto 1768 - Rippach 1 Maggio 1813
Duca d’Istria nel 1809
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
61
BRUNE Guillaume Marie Anne
Brive-la-Gaillarde 13 Marzo 1763 - Avignon 31
Luglio 1815
Conte dell’Impero, il 2 Giugno 1815
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
DAVOUT Louis Nicolas
Annoux 10 Maggio 1770 - Paris 13 Giugno 1823
Principe di Eckmuhl, il 22 Agosto 1809
Duca di Auerstaedt nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
GOUVION SAINT CYR
Laurent
Toul 13 Aprile 1764 - Hyeres 17 Marzo 1830
Conte dell’Impero nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 27 Agosto 1812
GROUCHY Emmanuel
Paris 23 Ottobre 1766 - Saint Etienne 29 Maggio 1847
Conte dell’Impero, il 28 Gennaio 1809
Maresciallo dell’Impero, il 15 Aprile 1815
62
JOURDAN Jean Baptiste
Imoges 29 Aprile 1762 - Paris 23 Novembre 1833
Conte, il 1° Gennaio 1815
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
KELLERMAN François,
Etienne, Christophe
Strasbourg 28 Maggio 1735 - Paris 13 Settembre 1820
Duca di Valmy nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
LANNES Jean
Lectoure 10 Aprile 1769 - Ebersdorff 31 Maggio
1819
Duca di Montebello Montebello, il 19 Marzo 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
LEFEBVRE FRANÇ OIS, JOSEPH
Rouffach 25 Ottobre 1755 - Paris 14 Settembre 1820
Duca di Dantzig nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
63
VIESSE de MARMONT Auguste, Frederic, Louis
Chatillon-sur-Seine 20 Luglio 1774 - Venise 3 Marzo
1852
Duca di Ragusa nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 12 Luglio 1809
MASSENA André
Nice 6 Maggio 1758 - Paris 4 Aprile 1817
Principe di Essling nel 1810
Duca di Rivoli nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
MC DONALD Jacques,
Etienne, Joseph, Alexandre
Sedan 17 Novembre 1765 - Chateau de
Courcelles 7 Settembre 1840
Duca di Taranto nel Maggio 1810
Maresciallo
dell’Impero, il 12 Luglio
1809
de MONCEY Bon, Adrien, Jeannot
Palise 31 Luglio 1754 - Paris 20 Aprile 1842
Duca di Conegliano nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
64
MORTIER, Edouard, Adolphe, Casimir, Joseph
Cateau-Cambresis 13 Febbraio 1768 - Paris 28
Luglio 1835
Duca di Treviso nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
MURAT Joachim
Labastide-Fortuniere 25
Marzo 1767
- Pizzo 13 Ottobre 1815
Re di Napoli nel 1808
Principe Francese nel 1805
Granduca di Berg e di Clèves 1806
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
NEY Michel
Sarrelouis 10 Gennaio
1769 - Paris 7 Dicembre 1815
Principe della Moskowa l’8 Febbraio 1813
Duca di Elchingen, il 19 Marzo 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1808
Soldats, visez au cœur !
[Par ces paroles, le maréchal Ney
commanda lui-même les soldats
chargés de l'exécuter, le 7 décembre
1815.]
OUDINOT Nicolas, Charles
Bar-le-Duc 25 Aprile 1767 Paris 13 Settembre 1847
Duca di Reggio, il 15 Agosto 1809
Conte dell’Impero, il 15 Agosto 1808
Maresciallo dell’Impero, il 12 Luglio 1809
65
de PERIGNON Dominique, Catherine
Grenade-sur-Garonne 31 Maggio 1754 - Paris 25
Dicembre 1818
Conte dell’Impero nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
PONIATOWSKI
Joseph
Vienne 7 Maggio 1763 - Leipzig 19 Ottobre 1813
Principe Polacco
Maresciallo dell’Impero, il 16 Ottobre 1813
SERURIER Jean,
Mathieu, Philibert
Laon 8 Dicembre 1742 - Paris 21 Dicembre 1819
Conte dell’Impero nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 mai 1804
SOULT Jean-de-Dieu
Saint Amans-la-Bastide
29 Marzo 1769 - Saint
Amans-la-Bastide 26 Novembre 1851
Duca di Dalmazia nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Maggio 1804
66
SUCHET Louis, Gabriel
Lyon 2 Marzo 1770 - Chateau de Saint Joseph 3
Gennaio 1826
Duca di Albufera nel 1812
Conte dell’Impero nel 1808
Maresciallo dell’Impero, l’8 Luglio 1811
VICTOR Claude, Victor PERRIN (detto VICTOR)
Lamarche 7 Dicembre 1764 - Paris 1° Marzo 1841
Duca di Belluno nel 1808
Maresciallo dell’Impero, il 19 Luglio 1807
67
Cronologia degli avvenimenti militari del
Consolato e dell'Impero
Armistice de Pouancé : 14 décembre 1799.
Bataille d’Héliopolis : 20 mars 1800.
Siège de Gênes :
20 avril au 4 juin 1800.
Combat de Stockach : 3 mai 1800.
Combat d’Engen : 3 mai 1800.
Combat de Mösskirch : 5 mai 1800.
Combat de Biberach : 9 mai 1800.
Combat de Memmingen : 10 mai 1800.
Siège du fort de Bard : 24 mai au 5 juin 1800.
Bataille de Montebello : 9 juin 1800.
Bataille de Marengo : 14 juin 1800.
Combat de Hochstädt : 19 juin 1800.
Combat de Nördlingen : 23 juin 1800.
Combat de Oberhausen : 28 juin 1800.
Armistice de Parsdorf : 15 juillet 1800.
Traité de San Ildefonso : er octobre 1800.
Bataille de Burg-Eberach : 3 décembre 1800.
Bataille de Hohenlinden : 3 décembre 1800.
Armistice de Steyr : 25 décembre 1800.
Armistice de Trévise : 15 janvier 1801.
Armistice de Foligno : 6 février 1801.
Traité de Lunéville : 9 février 1801.
Traité de Florence : 18 mars 1801.
Bataille de Canope :
21 mars 1801.
Traité d’Aranjuez :
21 mars 1801.
Traité de Badajoz :
6 juin 1801.
Bataille naval d’Algésiras : 6 juillet 1801.
Traité de Madrid :
29 septembre 1801.
Traité de Paris :
8 octobre 1801.
Paix d’Amiens : 25 mars 1802.
Combat de Donauwörth : 7 octobre 1805.
Combat de Wertingen : 8 octobre 1805.
Combat de Gunzburg : 9 octobre 1805.
Combat de Haslach ou d’Albeck 11 octobre 1805.
Bataille d’Elchingen : 14 octobre 1805.
Combat de Nereshein : 17 octobre 1805.
Combat de Trochtelfingen : 18 octobre 1805.
Combat de Nördlingen : 18 octobre 1805.
Capitulation d’Ulm :
20 octobre 1805.
Bataille naval de Trafalgar : 21 octobre 1805.
Bataille de Caldiero :
30 octobre 1805.
Combat d’Amstetten : 6 novembre 1805.
Combat de Mariazell : 8 novembre 1805.
Combat de Dürrenstein : 10 au 11 novembre 1805.
Combat de Hollabrunn : 16 novembre 1805.
68
Bataille d’Austerlitz :
2 décembre 1805.
Traité de Schönbrunn : 15 décembre 1805.
Traité de Presbourg :
26 décembre 1805.
Traité de Paris :
15 février 1806.
Combat de Santa Eufemia : 4 juillet 1806.
Combat de Maida :
4 juillet 1806.
Combat de Schleiz : 9 octobre 1806.
Combat de Saalfeld :
10 octobre 1806.
Bataille d’Auersdedt : 14 octobre 1806.
Bataille d’Iéna :
14 octobre 1806.
Combat de Halle :
17 octobre 1806.
Siège de Magdeburg : 20 octobre au 11 novembre 1806.
Combat de Zehdenick : 26 octobre 1806.
Capitulation de Prentzlow : 28 octobre 1806.
Combat de Pasewalk : 30 octobre 1806.
Capitulation de Stettin : 30 octobre 1806.
Bataille de Lübeck : 7 novembre 1806.
Capitulation de Schwartau : 7 novembre 1806.
Combat de Czarnowo : 23 décembre 1806.
Combat de Golymin :
26 décembre 1806.
Combat de Pultusk : 26 décembre 1806.
Combat de Soldau : 26 décembre 1806.
Combat d’Ostrolenka : 2 janvier 1807.
Combat de Heilsberg : 18 janvier 1807.
Combat de Mohrungen : 25 janvier 1807.
Siège de Stralsund : 30 janvier au 19 avril 1807.
Combat de Bergfried : 3 février 1807.
Combat d’Allenstein : 3 février 1807.
Combat de Hoff :
6 février 1807.
Bataille d’Eylau : 8 février 1807.
Combat d’Ostrolenka : 16 février 1807.
Siège de Dantzig : 19 mars au 27 mai 1807.
Combat d’Anklam :
16 avril 1807.
Armistice de Schlachtow : 18 avril 1807.
Traité de Finkenstein : 4 mai 1807.
Combat de Deppen :
5 juin 1807.
Bataille de Heilsberg : 10 juin 1807.
Bataille de Friedland : 4 juin 1807.
Siège de Saragosse :
15 juin au 14 août 1808.
Traités de Tisilt :
7 et 9 juillet 1807.
Bataille de Medina del Rio Seco 14 juillet 1808.
Bataille de Bailen :
19 juillet 1808.
Bataille de Vimeiro :
21 août 1808.
Combat de Logrono :
27 octobre 1808.
Combat de Durango : 31 octobre 1808.
Bataille de Burgos : 10 novembre 1808.
Combat d’Espinosa :
1 novembre 1808.
Combat de Reynosa :
12 novembre 1808.
Bataille de Tudela : 23 novembre 1808.
Combat de Somosierra : 30 novembre 1808.
Siège de Saragosse :
20 déc. 1808 au 21 février 1809.
69
Combat de Molins del Rey : 21 décembre 1808.
Combat d’Astorga : 2 janvier 1809.
Combat de Lugo : 8 janvier 1809.
Combat d’Ucles : 13 janvier 1809.
Bataille de La Corogne : 16 janvier 1809.
Combat de Valls : 25 février 1809.
Combat de Ciudad Real : 28 mars 1809.
Bataille de Medellin :
28 mars 1809.
Prise de Porto : 29 mars 1809.
Bataille navale de l’île d’Aix : 11 au 14 avril 1809.
Bataille de Sacile :
16 avril 1809.
Combat de Tengen : 19 avril 1809.
Combat de Pfaffenhofen : 19 avril 1809.
Bataille d’Abensberg : 20 avril 1809.
Combat de Schierling : 21 avril 1809.
Combat de Pfaffenhausen : 21 avril 1809.
Bataille de Landshut : 21 avril 1809.
Bataille d’Eckmühl :
21 au 22 avril 1809.
Combat de Neumarkt : 23 avril 1809.
Prise de Ratisbonne :
23 avril 1809.
Siège d’Almeida : 1809.
Bataille d’Ebersberg : 3 mai 1809.
Bataille du Piave :
8 mai 1809.
Siège de Gérone : 9 mai au 10 décembre 1809.
Combat de Nussdorf : 13 mai 1809.
Combat de Linz :
17 mai 1809.
Bataille d’Essling ou d’Aspern : 21 au 22 mai 1809.
Combat de Graz : 30 mai 1809.
Bataille de Raab : 14 juin 1809.
Combat de Belchite :
18 juin 1809.
Bataille de Wagram :
4 au 6 juillet 1809.
Bataille de Znaim :
10 au 11 juillet 1809.
Bataille de Talavera : 27 au 28 juillet 1809.
Expédition de Walcheren : 29 juillet au 30 septembre 1809.
Combat d’Almonacid : 11 août 1809.
Traité de Vienne : 14 octobre 1809.
Bataille d’Ocana :
19 novembre 1809.
Combat d’Alba de Tormes : 8 novembre 1809.
Siège de Cadix :
5 février 1810 au 24 août 1812.
Siège de Ciudad Rodrigo : 1810 et 1812.
Siège de Tortosa : 4 juillet 1810 au 2 janvier 1811.
Bataille de Busaco : 27 septembre 1810.
Combat de Tamamés : 18 octobre 1810.
Bataille de Chiclana : 5 mars 1811.
Siège de Tarragone :
4 mai au 28 juin 1811.
Bataille de Fuentes de Onoro : 3 au 5 mai 1811.
Bataille de La Albuera : 16 mai 1811.
Siège de Sagonte :
16 sept. au 25 octobre 1811.
Combat d’Arroyo Molinos : 26 octobre 1811.
Siège de Valence :
26 déc. 1811 au 9 janvier 1812.
Sièges de Badajoz :
1811 – 1812.
70
Traité de Paris :
24 février 1812.
Traité de Paris :
14 mars 1812.
Traité d’Abo :
9 avril 1812.
Bataille de Vilna : 28 juin 1812.
Traité d’Örebro :
18 juillet 1812
Première bataille des Arapiles 22 juillet 1812.
ou bataille de Salamanque : 22 juillet 1812.
Combat de Mohilev :
23 juillet 1812.
Combat d’Ostrowno : 25 juillet 1812.
Manœuvre de Vitebsk : fin juillet 1812.
Combat d’Inkowo :
8 août 1812.
Batailles de Krasnoïe : 14 août et 17 novembre 1812.
Bataille de Smolensk : 16 au 18 août 1812.
Batailles de Polotsk :
17 au 18 août et 14 nov. 1812.
Combat de Valoutina : 19 août 1812.
Combats de Viazma :
28 août et 3 novembre 1812.
Siège de Burgos : 18 sept. au 22 octobre 1812.
Bataille de Maloiaroslavets : 24 au 25 octobre 1812.
Bataille de la Moskova 7 septembre 1812.
ou de Borodino :
7 septembre 1812.
Combats de Winkowo : 4 et 18 octobre 1812.
Seconde bataille des Arapiles : 13 novembre 1812.
Combat de Borisow :
21 novembre 1812.
Bataille de la Berezina : 27 au 28 novembre 1812.
Combat de Molodetchno : 4 décembre 1812.
Traité de Kalisch :
28 février 1813.
Sièges de Torgau :
10 mars au 30 octobre 1813.
Traité de Breslau :
19 mars 1813.
Combat de Weissenfels : 29 avril 1813.
Bataille de Lützen :
2 mai 1813.
Bataille de Bautzen :
20 au 21 mai 1813.
Combat de Wurschen : 21 mai 1813.
Siège de Hambourg :
30 mai 1813 au 27 mai 1814.
Armistice de Pleiswitz : 4 juin 1813.
Traité de Reichenbach : 14 juin 1813
Bataille de Victoria :
21 juin 1813.
Traité de Reichenbach : 27 juin 1813.
Siège de Saint-Sébastien : 1er juillet au 9 septembre 1813.
Batailles de Sorauren : 28 et 30 juillet 1813.
Combat d’Irun :
31 juillet 1813.
Bataille de Gross Beeren : 23 août 1813.
Bataille de Katzbach : 26 août 1813.
Bataille de Dresde : 26 au 27 août 1813.
Bataille de Kulm : 30 août 1813.
Bataille de San Marcial : 31 août 1813.
Bataille de Dennewitz : 6 septembre 1813.
Traité de Töplitz : 9 septembre 1813.
Combat de Wartenburg : 2 octobre 1813.
Bataille de la Bidassoa : 7 octobre 1813.
Traité de Ried : 8 octobre 1813.
Combat de Düben :
10 octobre 1813.
71
Bataille de Wachau :
16 octobre 1813.
Bataille de Leipzig : 16 au 19 octobre 1813.
Bataille de Hanau : 30 octobre 181Bataille de Bassano :
31 octobre 1813.
Bataille de la Nivelle : 10 novembre 1813.
Bataille de Caldiero :
15 novembre 1813.
Bataille de la Nive : 9 au 13 décembre 1813.
Traité de Valençay : 11 décembre 1813.
Combat de Saint-Dizier : 27 janvier 1814.
Bataille de Brienne :
29 janvier 1814.
Bataille de La Rothière : 1er février 1814.
Bataille de Champaubert : 10 février 1814.
Bataille de Montmirail : 11 février 1814.
Combat de Château-Thierry : 12 février 1814.
Combat de Vauchamps : 14 février 1814.
Combat de Mormant : 17 février 1814.
Combat de Nangis : 17 février 1814.
Bataille de Montereau : 18 février 1814.
Combat de Méry : 22 février 1814.
Bataille d’Orthez :
27 février 1814.
Combat d’Aire-sur-l’Adour : mars 1814.
Bataille de Craonne :
mars 1814.
Bataillon de Laon :
9 au 10 mars 1814.
Bataille de Reims : 13 mars 1814.
Combat de Vic-de-Bigorre : 9 mars 1814.
Combat de Tarbes : 20 mars 1814.
Bataille d’Arcis-sur-Aube : 20 au 21 mars 1814.
Combats de Fère-Champenoise : 25 mars 1814.
Défense de Paris :
30 mars 1814.
Bataille de Toulouse : 0 avril 1814.
Premier traité de Paris : 30 mai 1814.
Bataille de Tolentino : 2 au 4 mai 1815.
Combat des Quatre-Bras : 16 juin1815.Bataille de Ligny :
16 juin 1815.
Bataille de Waterloo : 18 juin 1815.
Combat de Wavre :
18 au 19 juin 1815.
Siège de Mariembourg : 24 juin au 30 juillet 1815.
Combat de Rocquencourt : 1er juillet 1815.
Siège de Huningue : 28 juillet au 26 août 1815.
Second traité de Paris : 20 novembre 1815.
72
Le Guerre della Repubblica, del Consolato e dell'Impero
Valmy (20 septembre 1792)
Toulon (27 août – 19 décembre 1793)
Fleurus (26 juin 1794)
Lodi (10 mai 1796)
Bassano (8 septembre 1796)
Arcole (15 – 17 novembre 1796)
Rivoli (14 janvier 1797)
Les pyramides (21 juillet 1798)
Aboukir (25 juillet 1799)
Zurich (25 septembre 1799)
Marengo (14 juin 1800)
Hohenliden (3 décembre 1800)
Canope (21 mars 1801)
Le Premier Empire 1804-1815
La manœuvre d’Ulm (26 septembre – 18 octobre 1805)
Austerlitz (2 décembre 1805)
Trafalgar (21 octobre 1805)
Iéna (14 octobre 1806)
Auerstadt (14 octobre 1806)
Eylau (8 février 1807)
Friedland (14 juin 1807)
Baylen (19 juillet 1808)
Vimeiro (21 août 1808)
Corunna (16 janvier 1809)
Abensberg (19 –20 avril 1809)
Eckmül (22 avril 1809)
Asspern-Essling (21 –22 mai 1809)
Wagram (5 –6 juillet 1809)
Talavera (27 – 28 juillet 1809)
Fuentes de Onoro (3 – 5 mai 1811)
Albuera (16 mai 1811)
Salamanque (22 juillet 1812)
Borodino (La Moskowa) (7 septembre 1812)
Maloyaroslavets (24 octobre 1812)
La Bérézina (26 – 28 novembre 1812)
Lützen (2 mai 1813)
Bautzen (20 – 21 mai 1813)
Vittoria (21 juin 1813)
Dresde (26 août 1813)
Leipzig (16 – 19 octobre 1813)
Toulouse (10 avril 1814)
Ligny (16 juin 1815)
Quatre-Bras (16 juin 1815)
Waterloo (18 juin 1815)
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Bibliografia
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Tome 1 : La Garde, troupes à pied.
Tome 2 : La Garde, tourpes à cheval.
Tome 3 : Les cuirassiers.
Tome 4 : L'infanterie.
Tome 5 : La cavalerie légère
Tome 6 : Dragons et guides
Tome 7 : Etat-Major et services de santé.
Tome 8 : Gardes d'Honneur et troupes étrangères.
Tome 9 : Fanfares et musiques.
Tome 10 : La Maison de l'Empereur.
2 tomes additionnels : le passepoil 1 et 2.
Tome 1 (texte et planches) : Etat-Major, Maison du Roi, Gardes Impériales.
Tome 2 (texte et planches) : Cavalerie.
Tome 3 (texte et planches) : Infanterie, Troupes d'Afrique.
Tome 4 (texte et planches) : Artillerie, Génie, Train.
Tome 5 (texte et planches) : Garde Nationale, Troupes alliées.
De Fontenoy à Waterloo - Michel Pétard - Histoire & Collections, 1995, Paris.
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Imperial Bayonets - George Nafziger - Greenhill Books, 1996, Londres.
German Napoleonic Armies recreated in colour photographs - Europa Militaria special
#9
Napoleon's Line Cavalry recreated in colour photographs - Europa Militaria special #10
Napoleon's Line Infantery and Artillery recreated in colour photographs - Europa
Militaria special #11
Napoleon's Imperial Guard recreated in colour photographs - Europa Militaria special
#12
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L'uniforme et les armes des soldats du Premier Empire (2 tomes) - L. et F. Funcken Casterman, 1968.
Aigles de Napoléon contre drapeaux du Tsar - Général Andolenko - Eurimprim, 1969,
Paris.
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Accenni Biografici dell'Autore
Alberto Bernardino Mariantoni è nato a Rieti nel 1947. Risiede in Svizzera
da più di trent'anni. E’ laureato in Scienze Politiche e specializzato in
Economia Politica, Islamologia e Religioni del Medioriente. Politologo,
scrittore e giornalista di grande esperienza e molto noto a livello
internazionale, è stato per più di vent’anni Corrispondente permanente presso
le Nazioni Unite di Ginevra ed è tuttora Professore invitato presso diverse
Università Europee e Mediorientali. E’ specialista di politica estera e di
relazioni internazionali, con particolare riferimento ai paesi arabi e musulmani
e dell’Africa centrale ed occidentale. Parla diverse lingue tra cui il francese,
l’inglese e lo spagnolo, con discrete nozioni di arabo e di farsi, ed ha una
particolare predilezione per il greco ed il latino antichi. Ha al suo attivo
decine e decine di inchieste e di reportages in zone di guerra e di conflitti
politici soprattutto in area mediorientale. E’ autore di oltre trecento interviste
ai principali protagonisti politici dei paesi del Terzo Mondo e della vita
politica internazionale. Ha scritto: « Gli occhi bendati sul Golfo » (ed. Jaca
Book, Milano 1991) e « Le non-dit du conflit israélo-arabe » (ed. Pygmalion,
Paris, 1992). Ha appena finito di scrivere un saggio di economia politica,
intitolato « L’escroquerie mondialiste » (« La truffa mondialista ») e ne sta
completando un altro sulla « Colonizzazione culturale delle società postgreche e post-latine ».
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