True flies
Articolo estratto dall’uscita
di Fly Line 3/2004
Come scegliere la mosca da legare al finale in
funzione stagionale e di altri fattori
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Roberto Messori
Sulla scelta della
mosca. Vi sono
criteri generali,
indipendentemente
dagli sfarfallamenti,
per individuare una
mosca gradita ai
pesci, ma avere una
pur vaga idea della
successione degli
insetti nell’arco
stagionale è
importante ai fini di
scelte maggiormente
produttive.
Sedge, Attractor, Red Spinner,
Bee o Lunn’s? Che mosca
legheremo al finale per catturare quella che potrebbe essere
l’unica cattura importante della
giornata?
A lato: per Elisa la scelta è decisa, la pozza che sta per affrontare le consentirà solo un lancio
utile: il primo.
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C
riteri di scelta – Sono
quattro i criteri fondamentali per la scelta
dell’artificiale da legare
al finale volta per volta:
I - le regole canoniche legate alla
stagione che relativizzano massa, colori
e silhouette sia al periodo stagionale che
alle condizioni atmosferiche;
II - le regole, sempre canoniche,
che suggeriscono imitazioni da legare al
finale mese per mese, o almeno stagione
per stagione;
III - l’imitazione mirata, stagione
per stagione, all’insetto che certamente
è o dovrebbe essere presente in quel
periodo, vuoi per conoscenza entomologica, che per esperienza personale,
che per osservazione diretta.
IV – Il criterio “Easy Choice”, lo
vedremo alla fine.
Vediamoli rapidamente iniziando
dall’osservazione diretta, con la puntualizzazione degli aspetti cui dedicare
maggiore attenzione.
Osservazione e individuazione Per scegliere quale artificiale impiegare
il pescatore a mosca che percorre le rive
e i greti dei corsi d’acqua deve naturalmente tenere d’occhio gli insetti in volo,
quelli in acqua e quelli in riposo nella
vegetazione di ripa. Questo se negli spazi aerei sopra il fiume non ne sono già
presenti in quantità, ovverossia se non
c’è sfarfallamento evidente.
Se non si vedono insetti in numero significativo l’analisi successiva sarà
rivolta ad individuare se vi sono ninfe
prossime alla schiusa sollevando qualche sasso dove correnti e fondali lo permettono, tra quelli sollevabili i più grossi saranno i più ricchi di invertebrati. Le
ninfe mature di effimera hanno pteroteche alari nerastre e sono facilmente individuabili. Se si vedono numerose effimere di una data specie prossime alla
schiusa si potrà impiegare l’imitazione
della loro subimmagine, è probabile
che quell’insetto schiuda già da qualche
tempo, naturalmente occorre riconoscere, se non la posizione sistematica,
almeno la sagoma approssimativa della forma alata. Verificate anche i segni
del passaggio di un altro pescatore: sarà
pure un tipo simpatico, ma dietro di lui
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Tabella tratta da “Pesca a mosca” di
L. Tosi, ed. Calderini. I simboli IM,
IS, FAN indicano che la mosca è di:
imitazione, insieme o fantasia.
combinerete ben poco.
Ancor più importante è osservare
tra massi e macigni zone d’acqua morta
o giri d’acqua isolati dai flussi delle correnti, dove piccoli frammenti alla deriva vengono intrappolati. Qui occorre
cercare le esuvie di insetti già involati:
queste ci diranno se c’è stata schiusa recente e quale insetto può essere presente nella memoria visiva del pesce. Può
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succedere che il pesce sia più predisposto a salire su una sedge anzichè bollare
alle effimere che iniziano a schiudere (o
viceversa). Questo perchè è reduce da
scorpacciate di sedges e la loro immagine è viva nella sua mente, gli hanno dato
cibo e sicurezza.
Se individuare le ninfe di effimera
prossime alla schiusa è relativamente
facile, più difficile è con tricotteri e plecotteri. Per i primi vale l’osservazione
delle zone d’acqua morta dove si soffermano i piccoli detriti: qui troverete
le loro esuvie, per i secondi occorre fare
attenzione alle esuvie aggrappate alle
pietre: se la traccia di bagnato è ancora
evidente, è segno che quei plecotteri
stanno sfarfallando.
Nel dubbio tra secca e sommersa
suggerisco questo criterio: solo quando
la mosca secca non offre risultati significativi si prende in considerazione
la sommersa, ma consiglio di partire
sempre con la secca; ci farà percepire
meglio il livello di predisposizione del
pesce ad alimentarsi, insomma, la sua
vitalità e il suo livello di “attenzione”
verso la superficie. La sommersa poi
evidenzierà la predisposizione del pesce
ad alimentarsi sopra o sotto.
Non fatevi condizionare dalla
mancanza di insetti adulti o di bollate,
si possono realizzare ottime catture a
secca anche nella loro totale assenza.
Non sempre vi sono sfarfallamenti intensi, specie in acque torrentizie e
specie in zone via via più alte in quota.
Il più delle volte si presentano sporadici
insetti di specie differenti. Nei torrenti
di rado capita di pescare in schiusa e
quando capita si risolve in tratti brevi,
spesso solo una buca od una piana.
Questi criteri, se ben seguiti, offriranno
indicazioni già precise sull’artificiale da
impiegare e difficilmente si agirà con
mosche davvero sbagliate.
Tabella tratta da “A pesca coi campioni” (di M. Albertarelli, A. Mondadori
Editore) e precisamente dall’intervista a M. Riccardi. Essa propone gli artificiali
preferiti da Riccardi ripartiti per stagioni.
Condizioni atmosferiche - I
concetti di scelta della mosca secca in
assenza di schiusa o di altre indicazioni
si possono riferire alle condizioni atmosferiche e difficilmente con essi sbaglierete di grosso:
- acque alte e limpide o appena
velate, tempo sereno: mosche voluminose con hackles tra il grigio e l’azzurro
verdastro, quindi coi colori del cielo o
dell’acqua, blu, grigio, oliva.
- acque basse e limpide, tempo
sereno: mosche esili e brillanti su grigio
azzurrastro e oliva.
- acque alte e limpide, cielo nuvoloso: mosche corpose con colori più
caldi, i colori della terra: ginger, ocra,
brunastri, rossicci.
- acque velate, cielo nuvoloso:
mosche corpose, scure.
È una scelta più “fisiologica”
che scientifica, ma è difficile che sia
sbagliata. Del resto non vi sono mezzi
per accertarsene. Si può notare che toni
e luminosità delle imitazioni tendono ad
un relativo mimetismo ambientale.
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Fine inverno
inizio primavera: appaiono i
piccoli plecotteri, seguiti da un
Heptageniidae
precoce: R.
grandii. Nei momenti di tepore
ed acque basse,
prima delle
precipitazioni
primaverili, possono già apparire B. rhodani,
S. ignita, altri
Heptageniidae
e qualche
Leptophlebiidae.
A queste scelte relative a livelli
e meteorologia occorre interpolare l’aspetto stagionale: ad inizio stagione le
mosche vanno scelte di regola più grandi, per poi ridursi progressivamente fino
all’autunno, con due eccezioni: i terrestrial estivi e le mosche di inizio e piena
primavera, dove progressivamente si
accresce la dimensione per poi calarla
di nuovo.
Liste programmate – Il criterio
di suggerire tabelle di utilizzo di mosche
dal nome noto sarebbe valido se fossimo in Inghilterra, dove una Olive Dun è
uguale per tutti (mettiamola così), ma in
Italia dove l’individualismo costruttivo
è la regola imperante di Olive Dun ne
esistono almeno 25.000. Non per nulla
solo i vecchi libri classici offrono queste tabelle, quelli recenti non ci provano
neppure, specie se italiani. Questi suggerimenti sono ormai indirizzi, più che
regole canoniche, e si possono considerare rivolti ai principianti totali che, non
conoscendo ancora gli insetti, trovano
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Primavera appena
inoltrata: sfarfallano moltitudini
di B. rhodani, S.
ignita e via via altri Heptageniidae
e Leptophlebiidae.
Irrinunciabili
sono le piccole
ninfe di plecottero, usate naturalmente come mosche sommerse,
fin dall’apertura.
Gli Heptageniidae
più frequenti
sono: E. venosus,
E. helveticus e R.
semicolorata.
Arrivano i primi
Epeorus.
certamente utile sapere che ad aprile
la March Brown è corretta, la Tup’s è
valida particolarmente in maggio, Ant
e Bee sono perfette in luglio e agosto e
via dicendo. D’altra parte, estrapolando
ad esempio i nomi delle mosche riferite
agli insetti del I speciale dressing 2004
(uscito a febbraio) è possibile offrire
una successione stagionale delle mosche simile alle vecchie tabelle classiche, reperibili ad esempio nel libro di
Tosi (Pesca a mosca, ed. Calderini), e
che qui abbiamo ripresentato.
Vediamo ora la successione degli
sfarfallamenti lungo i fiumi nell’arco
di una stagione, ricordando però che le
eccezioni spesso sono la regola.
Successione
stagionale
Abbiamo accennato che in primavera
vi sono le grandi schiuse, poi in estate
Maggio: la
primavera è
esplosa ed inizia
a sfarfallare di
tutto: impossibile
proporre elenchi.
In mancanza di
sfarfallamenti
evidenti, si utilizzano imitazioni di insieme.
Verso sera sono
micidiali sia gli
spent di effimera
(March Brown
spinner spent,
Lunn’s) che le
sedge Brown e
Cinnamon.
i fiumi si impoveriscono di acqua, ossigeno e biomassa, qui gli insetti terrestri
diventano importanti, per poi tornare a
quelli acquatici in autunno. Sì, è grosso
modo vero, ma a noi interessano ulteriori fluttuazioni particolareggiate, poichè
in realtà la situazione è più articolata.
Inizio stagione - Si intendono di
regola i mesi di marzo e aprile, ma già
in febbraio i primi tepori che anticipano
lo scioglimento delle nevi possono produrre piccole schiuse, come una stagione tardiva può spostare schiuse ai primi
di maggio, in piena primavera. In questo primo periodo il pesce può rivelarsi
assai inattivo riservando la poca vitalità
alle forme sommerse. Acque plumbee o
verdastre per la neve sono naturalmente
negative. Si può individuare l’eventuale attività nelle zone a fine buca, dove
l’alveo si allarga, l’acqua rallenta, il
livello si abbassa ed il sole fa sortire i
suoi effetti. Ma quali specie sono così
precoci?
Nelle prime uscite è probabile, prima delle grandi schiuse, notare
qua e là piccoli plecotteri (soprattutto
Taeniopterix, Capnia, alcuni Luctra),
si tratta di insetti di tonalità grigio brunastra, con tocchi azzurrognoli, lunghi
circa un cm. La silhouette cilindrica di
alcune specie, le tipiche alette chiuse a
forbice sopra il corpo e l’incapacità di
reggersi bene sull’acqua consentono
alle imitazioni di rappresentarli perfettamente. L’unico neo è che le piccole
stone flies (imitazioni) in acqua sono
difficili da vedere, specie in acque torrentizie, galleggiano male per la loro dimensione, lo scarso hackle e l’influenza
del finale, ma sono micidiali. Diverse
specie di piccoli plecotteri sfarfallano addirittura d’inverno ed è possibile
vederli sulle rive innevate. Ecco che
piccole stone flies come Needle Fly e
February Red sono perfette. Torneranno
utili tutto l’anno nei momenti difficili,
quelli che richiedono imitazioni davvero credibili e di nuovo a fine stagione,
quando altri piccoli plecotteri persisteranno dopo le ultime schiuse.
Io considero importante un bellissimo Heptageniidae che sfarfalla assai
precocemente: Rhithrogena fiorii, che
già appare in febbraio e marzo, lo si può
vedere sia qui (voltando pagina) che in
numerose macro fotografie nel libro Gli
insetti di Fly Line. Altre effimere importanti sono i Leptophlebiidae, dei quali
diversi sfarfallano già da marzo, come
H. confusa. Poco note e poco usate, imitazioni come Claret Dun, Sepia Dun e
analoghe (vedi speciale dressing 2004)
sono importanti ad inizio stagione e lo
rimangono fino a primavera inoltrata.
Tra le prime effimere a schiudere
un po’ ovunque vi sono tre colossi della
nostra letteratura alieutica: Serratella
ignita, Baetis rhodani ed Ecdyonurus
venosus. Citare tre effimere tra quasi
cento note in Italia fa apparire le cose
più semplici di quanto non siano, ma
questi sono davvero insetti di succes-
so. Sono diffusissimi e spesso precoci.
Le prime due, tipiche di acque lente,
sono frequentissime anche in ambienti
torrentizi, mentre E. venosus frequenta
solo acque veloci e fondi duri. Le loro
imitazioni sono arcinote. Blue Winged
Olive e Sherry Spinner rappresentano
subimago e spinner spent di E. ignita.
Olive Dun e Red Spinner imitano B.
Rhodani. March brown e Pheasant Tail
imitano E. venosus, sempre come subimago e imago.
Una nota nota a pochi. Ad inizio
stagione, optando per la sommersa,
una delle imitazioni più efficaci sono le
ninfe di piccoli plecotteri, quasi le sole
delle quali le trote hanno spesso la pancia piena, questo in virtù dell’attività di
questi insetti in questa fase temporale.
Non lo credete? Peggio per voi.
Si presenta un grafico (da “I macroinvertebrati nella sorveglianza ecologica dei corsi d’acqua” P. F. Ghetti, G.
Bonazzi, C.N.R. Roma, 1981) che mostra l’intensità del processo di drift in
Baetis Rhodani. Si noti che la massima
intensità di drift si ha subito prima dello
sfarfallamento. Si rilevano due momenti: uno intenso da Marzo ad Aprile ed
uno in Giugno.
Consigli pratici - Con tempo freddo e nuvoloso pescate a sommersa con
ninfe di piccoli plecotteri, con temperature migliori e tempo nuvoloso pescate
a secca o sommersa con March Brown
oppure col Bruco, che con hackle nero
e corpo in herl di pavone è sempre una
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Tra gli insetti più precoci in assoluto
(a parte B. rhodani, l’effimera precoce più nota) troviamo diverse specie
di plecotteri dei generi Taeniopterix,
Capnia e Leuctra, poi, particolarmente note per l’Appennino emiliano,
Rhithrogena grandii, infine H. confusa: eccole nelle foto. R. grandii è in
questa pagina, a sinistra in basso c’è
un maschio subimmagine di H. confusa, in altro a sinistra un Leuctra sp.
Nelle regioni dove l’apertura avviene
in febbraio, le piccole stone flies, imago galleggianti in giornate di tepore e
ninfe in quelle fredde, garantiscono,
se non il successo, almeno di pescare
con imitazioni sicuramente valide.
In marzo le imitazioni di queste due
effimere sono una... sicurezza entomologica, se il pesce è propenso a salire
su mosche galleggianti, cosa che può
fare a fine piana o nelle buche.
mosca valida, utilizzata secca o appena
sotto la superficie. Con tempo limpido
usate con sicurezza piccole stone flies
galleggianti.
Primavera! - Con i primi tepori
consistenti iniziano i grandi sfarfallamenti, diciamo aprile-maggio. Prima
di questi la biomassa ad invertebrati è
al vertice nei fondali, molte ninfe sono
mature ed i fiumi sono ricchi di alimento. Le masse imponenti di effimere e
tricotteri in sfarfallamento sono tipiche
dei fiumi del piano e delle sorgive a bassa quota. I plecotteri producono schiuse
più sporadiche. Non è possibile fare
elenchi: dovremmo citare quasi tutti gli
insetti. Nell’arco primaverile sfarfallano
infatti la maggior parte delle specie.
Sono le prime schiuse a promuovere la maggiore attività, è difficile che
il pesce resti indifferente, le successive
riceveranno meno entusiasmo. È inevitabile che in ogni circostanza della
natura la prima ondata di cibo abbondante dopo momenti difficili sia quella
più apprezzata. Succederà di nuovo
dopo fasi di piena, di acque sporche,
di siccità, insomma sempre quando
fiumi o torrenti tornano a livelli medi e
ad acque limpide dopo una consistente
alterazione. Nelle schiuse successive
può quindi capitare che tutto sia facile
tranne che prendere pesci. O meglio, è
facile vedere gli insetti e lanciare una
corretta imitazione, ma la schiusa non
è più garanzia di catture. Può succedere
che trote e temoli siano latitanti, che gli
insetti siano talmente numerosi e le abboccate così sporadiche da rendere insignificante l’insidia, che i pesci preferiscano le ninfe o anche che, finalmente,
gli insetti, nè troppi nè pochi, facciano
di nuovo impazzire i pesci. L’ultimo
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Sopra: siamo a giugno, tra primavera
ed estate. A quote alte sfarfallano ancora Heptageniidae, Ephemerellidae
e Baetidae, che possono apparire tutto
il giorno, come diverse specie di sedge. Cominciano ad arrivare i piccoli
Baetidae, i micro Leptophlebiidae ed
i piccolissimi Caenidae. A sera agli
sfarfallamenti possono mostrare miriadi di enormi Epeorus, e ancora sedge, come i Philopotamus nei torrenti e
gli Odontocerum più tardivi.
caso è il preferibile.
Storicamente il Pam ama le prime
schiuse di Ephemera danica, la grossa
effimera color avorio più famosa di
David Crockett. È lei la mosca di maggio per eccellenza, alias May Fly, che
talvolta schiude in aprile (difficile) o in
giugno (suo mese votivo). E in maggio,
naturalmente. Anche le schiuse di grossi
tricotteri sono attese con ansia. Questo
perchè possono smuovere grossi pesci
che di regola non salgono con frequenza
ad alimentarsi in superficie.
Appaiono altre effimere della famiglia Heptageniidae, alternate a sva-
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riate Baetidae. Anche i plecotteri fanno
notare la loro presenza. Appaiono numerosi tricotteri di svariate specie.
Frequentando posti noti se ne conosceranno anche gli insetti e la scorta
di modelli potrà essere contenuta in 10
o 12, sufficienti ad affrontare ogni torrente. In acque del piano e soprattutto
a temoli i modelli andranno aumentati,
ma non di molto, al massimo di cinque o sei unità. Come detto, questo
vale per chi conosce l’ambiente dove
pesca. Fondamentali per queste scelte
sono i livelli delle acque; acque alte
richiederanno mosche voluminose con
buone quantità di hackles, ed i modelli
saranno pochissimi, come del resto gli
insetti possibili. Quando ad esempio in
un ambiente torrentizio si detengono
due sedges, quattro o cinque effimere
e due o tre terrestrials si è già piuttosto
preparati. Le acque basse e/o del piano
ribaltano la situazione, poichè possono
schiudere numerose specie da imitare
con buona precisione. Possono bastare
tre sedges, sei o sette effimere e quattro
o cinque terrestrials, conoscendo l’ambiente.
Dopo le schiuse, a tarda primave-
ra la biomassa subisce una prima grossa
fluttuazione. Imponenti quantità di ninfe mature scompaiono sfarfallando ed
al loro posto arrivano miliardi di microscopiche uova, e poi le loro neanidi.
Rimangono le larve e le ninfe delle specie di fine primavera ed estive.
Consigli pratici - Le specie possibili sono talmente numerose che non
sarà difficile individuare insetti cui
riferirsi. Il consiglio è a questo punto
di attenersi ai criteri meteo già esposti,
preferendo i modelli ai quali credete di
più, oppure proponendo le imitazioni
“sperimentali” che avete realizzato.
Suggerisco di preferire le imitazioni
che rappresentano gli insetti dei colori
più marcati o, se preferite l’espressione,
dal carattere fondamentale più evidente,
ad esempio i plecotteri gialli durante il
giorno, le effimere dal corpo rossastro
verso sera, le sedge punteggiate di giallo durante il giorno.
Primavera inoltrata - Nei torrenti le cose non sono cambiate di molto,
se non per i livelli più bassi. Nei fiumi
del piano invece cominciano le difficoltà. Le schiuse continuano impoverendo
Piena estate. É il momento dei terrestrial. Bruchi,
bombi, formiche, api, coleotteri, cavallette... c’è di
tutto che vola o cammina e
finisce in acqua.
sempre più i fondali, ma non sempre gli
sfarfallamenti mettono il pesce in attività. Se gli insetti sono tanti e le abboccate
sporadiche o nulle conviene portarsi a
monte della schiusa, dove questi iniziano a rarefarsi, forse qui è possibile ottenere qualche cattura. Le effimere tendono a volare verso monte interessando
porzioni di fiume prive delle loro ninfe.
Le schiuse sono sempre circoscritte a
zone precise; una larga piana, una lama,
una breve serie di pozze, tratti insomma
di decine o al massimo centinaia di me-
tri e non sarà complicato raggiungerne
i confini. Oltre questi diverrà probabile
incappare in qualche pesce invidioso
che abita zone più sfortunate, eccitato
dagli insetti che sconfinano.
Spesso le schiuse si alternano e
si incrociano. In queste situazioni il
pesce può diventare selettivo al punto
da preferire una sola specie tra le due
o tre presenti. Sarà un comportamento
discutibile, anche offensivo, ma non resta che prenderne atto e cercare di capire cosa è meglio montare quando la
nostra Medium Olive viene
ignorata.
Maggio e Giugno
sono i mesi migliori per
la Pam, lo sanno i pesci,
io, voi, tutti. Non però in
ogni uscita, ci sono anche
i temporali, le alluvioni, le
nevicate tardive, le perturbazioni insistenti, il vento,
insomma, le solite cose che
capitano regolarmente nei
momenti sbagliati. In questi
mesi schiude di tutto tra effimere, tricotteri, plecotteri e
ditteri, inoltre cadono in acqua bruchi, ragni, formiche,
gatti, scarafaggi, scorpioni,
topi e pescatori, c’è sono l’imbarazzo
della scelta. Mano a mano che la stagione avanza le schiuse interessano effimere di minore dimensione, soprattutto
Baetidi e Caenidi, inoltre si spostano
verso le ore del crepuscolo.
In questa fase di pluralismo entomologico avrete modo di sperimentare
di tutto in presa visiva diretta con gli
insetti.
I criteri imitativi sono semplici.
Innanzittutto la silhouette, cioè il rispet-
Autunno. Se i fenomeni meteo spezzano
la canicola ecco che
ripartono gli sfarfallamenti. Importanti
sono i Baetidi, le
cui generazioni autunnali presentano
ridotte dimensioni.
Ecco ancora numerosi plecotteri
di piccola e media
dimensione e, poco
più tardi, gli imponenti sfarfallamenti
di grossi tricotteri.
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to della sagoma dell’insetto: lunghezza
e diametro di torace e addome, massa
e lunghezza delle ali ed un volume di
hackle che non falsi più di tanto la forma originale. Poi il colore: le hackles
devono proporre tinte e toni di zampe e torace, mentre l’addome... quello
dell’addome. Nelle effimere il principale carattere fondamentale è rappresentato dalla primissima immagine trasmessa
dal connubio sagoma/colore. Sbagliate
questa e siete prossimi al disastro.
A tarda primavera il fiume conosce uno dei suoi due momenti di vera
miseria alimentare: è sfarfallato quasi
tutto. È il momento di alternare i primi
terrestrials. Formiche, bruchi, piccoli
coleotteri, ditteri, api, bombi, cavallette, eccetera. Volete i nomi inglesi?
E allora rispettivamente Ant, Palmer,
Coch-y-Bondhu, Bee, Grasshopper,
eccetera. Quelli citati vanno benissimo,
li comprendono quasi tutti, l’eccetera si
riferisce a casi anomali dove può essere
frequente un invertebrato altrimenti
inconsueto.
Tra primavera e estate - In questa
fase stagionale la biomassa tende di
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nuovo ad aumentare (leggermente) grazie all’accrescimento delle neanidi delle
specie estive e autunnali.
La biomassa tornerà a calare nella tarda estate, un periodo di povertà
biotica paragonabile a quello di tarda
primavera. In questi periodi di relativa scarsità alimentare gli invertebrati
terrestri la fanno davvero da padroni.
Occorre prestare la massima attenzione lungo le rive, cercando di cogliere
qualunque traccia indichi la presenza di
invertebrati che possono finire in acqua.
Zone a prato ricche di cavallette, gruppi
di formicai che lambiscono una lama,
un salice con parassiti che ombreggia
una buca, processionarie che popolano qualche tratto della vegetazione
di ripa... Insomma, tutti quei piccoli
fenomeni che possono venirci in aiuto
risolvendo una situazione difficile.
Piena estate - In estate, con acque basse e limpide, i terrestrials sono
sempre le imitazioni referenti, grosse o
piccole, con colori smorti oppure vivaci. Un grosso bombo in estate può fare
miracoli anche in acque difficilissime,
alla faccia di effimerine eteree e rigo-
rosamente azzurrognole. Poi esistono
mosche “ognitempo” come il bruco,
terrificante in ogni situazione, specie
con acque alte e cielo cupo, e la sedge,
da montare in ogni caso dubbio. Basterà
adeguare le dimensioni alla situazione.
Ad esempio, ad inizio stagione un bruco su amo 8 sarà semplicemente perfetto per via delle acque alte, più avanti
o con livelli contenuti un modello su
amo 12 sarà preferibile. La sedge non
ha problemi cromatici, la tipica sagoma
conferisce il 90 % della riconoscibilità e
dell’efficacia. Nei torrenti schiude tutto
l’anno e qualche specie è sempre presente. Nessun pesce ne dimentica l’immagine, se non dimentica anche di mangiare. Io consiglio, salvo esigenze particolari, un solo modello con ali in pernice, ma in tre misure: amo 16; amo 14;
amo 12. Con alette sporgenti circa 1/3
o 1/4 dell’amo. Un caso particolare può
essere ad esempio un ambiente popolato
da Mistacydes azurea, un tricottero con
ali cangianti nero-bluastre, ma è una
delle rarissime eccezioni e frequenta
soprattutto acque del piano, popolate da
ciprinidi. In ogni caso dubbio montate
tranquillamente una sedge; parlerete un
Un Baetis subimmagine. Tra i primi a
schiudere, queste effimere presentano
una seconda generazione autunnale di
dimensioni più contenute.
linguaggio ben noto ai pesci, almeno
ai patiti della conversazione. Mosche
importanti sono le ants, formiche: Red
Ant e Black Ant, impiegate sotto i rami
sporgenti ed a radere i macigni che delimitano le buche.
Volendo tentare una classifica
dei terrestrials li si potrebbero ordinare
come efficacia nel seguente personalissimo modo, anzi, diciamo più per frequenza d’uso che per resa: Bruco, Alien
Fly, Coch-y-Bondhu, Ant, Bee, Black
Gnat. Quest’ultimo artificiale indica
i moscerini, ditteri insomma. I ditteri
meriterebbero un discorso a parte (vedi
Fly Line 6/90: “sempre più difficile”).
Sono tanti, moscerini, zanzare, mosche,
mosconi... Si possono ricondurre a due
tipologie fondamentali, una per rappresentare quelli minuti, esili, impalpabili,
ed una per i modelli grassocci.
L’estate nei chalk streams è una
tragedia per la mosca a secca. Anche se
un pesce che bolla lo si può sempre trovare. Lo si può trovare in qualsiasi ambiente e momento. A pesca l’eccezione
è la regola. Poi ci sono i famosi “coup
du midi”, riferiti al fatto, spesso alla
voglia, di una breve schiusa al centro
della giornata, da non confondere con il
“coup du soire”, quando grosse sedges
possono fare la loro comparsa all’imbrunire e venire predate rigorosamente
da grosse trote. Capita, di tanto in tanto.
Attenti anche al colpo di sole.
In estate le grosse schiuse ci sono
6.000 metri quadrati di acqua con l’esclusivo “effetto corrente” per apprendere e perfezionare la tecnica della pesca
della mosca e della costruzione
già state, fiumi e torrenti sono poveri di
macro-invertebrati e ridotti a contenere
micro-invertebrati, uova e neanidi. Le
acque sono basse e meno ossigenate,
ma il pesce deve pur mangiare, anche
se con ridotto entusiasmo. Lo fa soprattutto di notte, quando la pesca è vietata,
ma è un fatto biologico, non personale.
Può iniziare la sera tardi, all’imbrunire,
quando possono verificarsi schiuse di
piccoli baetidi o caenidi, per lo più, o
qualche Heptageniide tardiva. Vi sono
infatti specie tipicamente estive. Sono
frequenti alla sera schiuse rapide ed
efficaci che lasciano al pam pochissime
decine di minuti d’azione, per lo più
passati a cercare di annodare una piccola spent al finale, che strapperemo alla
prima ferrata.
Durante la giornata tenete d’occhio il varco di cielo sopra il torrente,
potrete vedere gruppetti di Ecdyonurus
od altre Heptageniidae organizzare
piccoli sciami in attesa del volo nuziale serale. Uno loro eterea imitazione
di spent potrà offrire un buon spunto
all’imbrunire. Nelle pozze e nelle lame
dei torrenti, piccole spents dopo il tramonto possono permettervi di chiudere
la giornata con un’ultima insperata soddisfazione, se non l’unica.
Forse perchè la gente non ama
leggere cose sgradevoli, raramente si
puntualizza che il pesce si alimenta so-
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prattutto di notte, ma è vero. Sappiamo
già che di giorno si alimenta per la
maggior parte del tempo sul fondo,
poi a mezz’acqua, poi trascura diverse
schiuse, insomma per chi predilige la
mosca secca la vita è davvero dura. Di
notte avviene un caratteristico fenomeno: tra il tramonto e mezzanotte avviene
la massima deriva di insetti acquatici. È
definita drift. Effimere, plecotteri, tricotteri ed altri insetti si lasciano andare
alla deriva in trasferimenti che la scienza non si è data troppo la pena di descrivere compiutamente. Certamente un
motivo sono le schiuse serali e notturne.
Dove la pressione di pesca è
davvero alta il pesce pare scomparso,
ma quantità insospettabili potrebbero
essere presenti e cibarsi ormai quasi
solo di notte.
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Ricordo che una sera di luglio,
dopo cena e ad ora tarda, Mirella ed io
tornammo sul torrente (t. Ospitale, appennino Modenese, 800 metri di quota)
per cercare tricotteri in schiusa da fotografare, ci interessavano solo insetti in
ninfosi, avevo una lampada a gas per
illuminare la zona prescelta. Schiusero
tricotteri ed effimere di almeno cinque o
sei specie, numerosissimi, vitali e frenetici al punto da non riuscire a riprenderne solo uno, nessuno indugiava sull’acqua, tutti gli insetti s’involavano appena
la ninfa matura toccava la superficie. La
lampada li attirava e dopo pochi istanti
ne fummo fagocitati al punto da lasciar
perdere.
La fine estate è, come noto, il secondo periodo di miseria biotica, nelle
dispense dei pesci sono rimaste solo le
ragnatele... degli Hydropsyche.
Autunno - A parte gli intervalli
temporaleschi, i fiumi tornano davvero
vitali con le prime perturbazioni autunnali. È una seconda primavera in tono
minore. Come nella musica, un accordo
minore dà un suono più triste, ma è una
tristezza languida e piacevole. Ecco che
riappaiono le schiuse di una seconda generazione di molte specie di insetti acquatici. Di regola le effimere di queste
generazioni autunnali sono più minute.
Ecco i momenti delle Olive Dun,
Pale Watery, Blue Dun, Iron Blue Dun,
Blue Quill, Ginger Quill, eccetera eccetera su ami da 20 a 14, con superuso
della misura 16.
Le sedges sono sempre eccezionali, come resa, in sfarfallamento e non,
come anche il bruco su amo 12.
Quando le schiuse iniziano a diradarsi torna utile la piccola imitazione di
Emblematica rappresentazione del
criterio di scelta “Easy Choice”: verdina ad inizio stagione, giallina a metà,
rossiccia in autunno. O viceversa.
Il tono del paragrafo (l’ultimo dell’articolo) è scherzoso, ma l’effetto è
assolutamente garantito.
Io, ad esempio, a parte gli sfarfallamenti precisi che impongono scelte
obbligate (e che comunque, nel caso di
effimere, possono coincidere con una
delle tre imitazioni della foto), ho razionalizzato questa sorta di “serie universale” che consiste nell’Attila Killer
(vedi il libro “I dressings di Fly Line”)
realizzata in differenti colorazioni.
Imita con efficacia il 70 % delle effimere, è un’ottima mosca da caccia,
galleggia benissimo, è robusta, rapida
e semplice nella costruzione, odiosamente efficace in torrente e sorprendentemente valida in acque lente.
Ad essa dedicheremo un prossimo,
dettagliato articolo.
plecottero già vista ad inizio stagione:
micro Stone Fly. Naturalmente se ne vedete in giro. E anche se non ne vedete.
Un capitolo a parte: i moscerini.
Fino ad una ventina di anni fa si indicavano come “il terrore del Pam” o “la
maledizione del Pam” od altri analoghi
eufemismi le schiuse di piccolissimi
insetti (sono ditteri, sempre loro) che i
pesci possono bollare con foga, ma che,
a causa delle minute dimensioni, erano
impossibili da imitare. Il limite dimensionale minimo delle imitazioni era l’amo 18, solo qualche pazzo con 12 dita
azzardava un assemblaggio su un amo
20. Poi sono arrivati gli ami fino al 28,
hackles con barbule di pochi mm, code
del n° 1, canne per l’ultraleggero, micromorsetti e tecniche di costruzione finalizzate al mondo subatomico, finali di
8 millesimi di mm di ø e... l’amore per
la frittura di pesce, poichè portare a riva
una trota di un chilo o due in una sorgiva
piena di alghe ed erbe acquatiche... bèh,
ve lo lascio immaginare. Insomma, oggi
l’attrezzatura si è adeguata e l’impiego
di mosche di piccola dimensione è abbastanza frequente. Per lo più si imitano
Caenidae, vale a dire effimere (le più
piccole) al massimo di 4 mm di lunghezza senza cerci, e moscerini, quindi piccoli ditteri. Tra questi i chironomidi rappresentano un gruppo diffusissimo con
schiuse frequenti in grado di interessare
facilmente i pesci. Gli adulti vanno da 1
a 14 mm, ma la media è da due a cinque/
sei mm. Costruire piccole mosche non
è difficile, ma impiegarle è odioso, anche se esiste una minoranza di pescatori
microdipendenti. Finali lunghi e sottili,
dragaggi drammatici, galleggiamento e
visibilità quasi nulli, ferrate a rischio e
recupero del pesce con carichi di rottura
bassissimi non piacciono quasi a nessuno. Ma poichè in talune circostanze non
esiste alternativa, ecco che ci si adegua
scoprendo che non è poi tragico come
pareva. Solo drammatico.
L’autunno, a differenza della
primavera, può offrire un crescendo di
attività fino ai primi freddi consistenti,
e comunque fino alla chiusura, livelli e
limpidezza permettendo. Il tardissimo
autunno è il periodo votivo di alcune
specie di grossi tricotteri: anche nei
torrenti gli sfarfallamenti possono essere copiosi. Non andate mai a pesca
in autunno inoltrato senza grandi e corpulente sedges e piccoli plecotteri tipo
Needle Fly.
Questo, molto grosso modo, il
processo stagionale.
Criteri extra stagionali – Alcuni
fenomeni suggeriscono determinati
comportamenti che evadono i pur elastici cicli stagionali. Il caso più importante è forse quello dei tricotteri. Questi
insetti, pur concentrando gli sfarfallamenti in primavera ed autunno hanno
l’apprezzabile abitudine di sfarfallare
un po’ durante tutta la stagione, sovrapponendo le varie generazioni e questo
succede con maggior frequenza a quote
via via più elevate. La conseguenza è
che le sedges vanno più o meno sempre bene ed infatti sono considerate le
mosche da caccia per eccellenza, che vi
siano insetti in giro oppure no. Il secondo caso importante è rappresentato dagli
Heptageniidae, specie Ecdyonurus ed
Epeorus. Soprattutto a quote più elevate
i loro sfarfallamenti arrivano ad abbracciare tutta la stagione, estate compresa.
Iniziano ad organizzare contenuti voli
nuziali decine di metri sopra le buche e
le lame per poi abbassarsi all’imbrunire
fino a sfiorare la superficie dell’acqua in
gruppi anche di pochi individui.
Il criterio “Easy Choice” – È
semplice e del tipo “pochi concetti, ma
chiari”: verdina ad inizio stagione,
giallina a metà, rossiccia in autunno.
O viceversa. L’efficacia di questa scelta
è prettamente empirica, ma garantita.
L’esperienza di migliaia di Pec (Pam
Easy Choice) confrontata a quella di
migliaia di Fep (Fanatik Entomology
Pam) ha dato risultati percentualmente identici. Questo studio ha portato
all’elaborazione del Comma 22 del
Pam, moderna rivisitazione alieutica
dell’omonimo film. Eccolo: Se peschi a
mosca sei consapevole, ma se sei consapevole chi te lo fa fare?
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