COME SI SVILUPPA UN FARMACO: DALLA SCOPERTA ALLA COMMERCIALIZZAZIONE FASI DI SVILUPPO BREVETTI CICLO DI VITA 1. PROCESSO DI SVILUPPO DI UN NUOVO FARMACO La scoperta di un nuovo farmaco è il risultato di una complessa attività di ricerca e sviluppo, molto onerosa sotto il profilo economico e finanziario, ma con risultati estremamente incerti. Il percorso iniziale di ogni nuova molecola si articola su due fondamentali criteri di valutazione del rapporto sicurezza/qualità che sono: - test di valutazione della tossicità sperimentale; - test di sicurezza e di efficacia clinica. A questi due principali valutazioni seguono ulteriori sperimentazioni che sono: nell’ambito della tossicità sperimentale vengono testate la tossicità a breve e a lungo termine, la carcinogeneticità (ovvero la prevedibilità delle possibili proprietà carcinocinetiche dei medicamenti) e la tossicologia della riproduzione, cioè la ricerca di eventuali effetti tossici indotti sulla riproduzione e sullo sviluppo della prole realizzato negli animali da laboratorio. I test di sicurezza e di efficacia clinica si svolgono somministrando il farmaco al paziente. L’iter basato su quattro fasi è divenuto standard per ogni paese. Fase I^ valutazione degli effetti del farmaco su un numero ristretto di volontari sani. Tale fase, definita pilota, stabilisce con maggior precisione l’ipotesi terapeutica e definisce nel migliore dei modi gli schemi di trattamento da utilizzare nelle successive fasi di sperimentazione (dosi, forme, farmaceutiche, tempi di somministrazione in rapporto a studi di farmacocinetica). Fase II^ valutazione dell’attività di un farmaco su un numero ristretto di pazienti affetti da una particolare forma morbosa specifica: l’attività farmacologica può essere confrontata con placebo o con uno o più farmaci di controllo. Fase III^ si amplia in maniera consistente sia il numero di pazienti sia quello dei criteri clinici coinvolti; anche in questi studi si usano come controllo o il placebo o altri farmaci. Fase IV^ riguarda la sorveglianza da adottare allorchè un farmaco è già sul mercato e, quindi già diffuso a livello terapeutico. Lo scopo di questa attività definita farmacovigilanza, sta nella possibilità di individuare effetti tossici a bassa frequenza che possano non essere emersi nelle fasi II^ e III^. BREVETTABILITA’ Le industrie farmaceutiche fanno ricorso a due tipologie di brevetto: di prodotto e di procedimento. Il primo determina la protezione di un determinato principio attivo, il secondo tutela solamente uno specifico processo di sintesi di una molecola (Garattini e Capeccia 1984). Fra i brevetti di prodotto è possibile introdurre un’ulteriore distinzione fra quelli di sbarramento e di selezione. Il brevetto di sbarramento copre una famiglia di composti caratterizzati dallo stesso gruppo funzionale di base e da effetti terapeutici similari. Il brevetto di selezione protegge, piccole famiglie o singole molecole, che rientrano nella formula generale di una grande famiglia, ma è caratterizzata da effetti terapeutici originali. CICLO DI VITA DI UN FARMACO: Il ciclo di vita di un prodotto farmaceutico inizia con la scoperta di un principio attivo caratterizzato da potenzialità terapeutiche. Si è visto precedentemente come, prima che il prodotto venga lanciato sul mercato, siano necessarie lunghe fasi di sperimentazione e controllo sull’efficacia e la sicurezza del farmaco; tali fasi comportano che, per un periodo medio di circa dodici anni (Southworth, 1996), le aziende farmaceutiche non abbiano alcun ritorno economico sugli investimenti effettuati. L’Azienda titolare dell’innovazione ha interesse a richiedere la tutela brevettuale fin dalla scoperta del principio attivo, anche se, così agendo, il tempo effettivo di durata del brevetto risulta inevitabilmente più limitato. Infatti, le fasi di ricerca e sviluppo successive alla scoperta iniziale erodono il tempo effettivo in cui il prodotto gode dell’esclusività di commercializzazione ; d’altro canto, tale situazione spinge l’industria a minimizzare i tempi di immissione del prodotto sul mercato (time to market). Ipotizzato quindi un tempo medio di dodici anni per lo sviluppo del prodotto, la durata effettiva del brevetto si riduce ad appena otto anni. Durante questo periodo l’inventore deve assicurarsi che il prodotto gli consenta di recuperare non solo l’investimento in ricerca necessario per l’ingresso sul mercato, ma anche tutti gli investimenti su altri prodotti che, durante le fasi della ricerca, non hanno superato le prove sperimentali (e non sono perciò divenuti farmaci) (Mossialos, 1993). Fonti: Livio Garattini CESAV Istituto Mario Negri A CURA DELLA COMMISSIONE REG, SUL FARMACO DI FEDERCONSUMATORI