IUN = Q V ' varianti <|>^'Q , t^^ hddt, hddwt, una dea-scorpione identificata in epoca tarda proprio con Iside. Il nome di Hededet o Hededyt è citato nei "Testi dei Sarcofagi", ove la dea compare per la prima volta; qui, come in seguito nel "Libro dei Morti", la dea non è ancora assimilata a Iside. A partire dall' età saitica è documentata a Edfu l' esistenza di un clero di Iside-Hededyt; nella scelta di questo luogo si intravede la continuazione di una tradizione ormai consolidata nella parte meridionale dell'Egitto e in Nubia. Un calendario liturgico a Edfu segnala che la festa di Iside-Hededyt, "madre del dio, residente a Edfu" era celebrata nel tempio il secondo giorno del quarto mese di shemu (estate). In epoca tolemaica Iside-Hededyt sembra in qualche modo legata all'antico mito solare; il testo di un inno ad Iside-Hathor inciso sullo stipite sud del passaggio sud-ovest del cortile di Edfu definisce la dea universale, madre degli dèi, come "il trono di Ra sulle mani del quale egli è uscito in questo suo nome di IsideHededyt, figlia di Ra". In questo gioco di parole basato su un'antica leggenda, la dea viene dunque intesa come "trono di Ra"; viene anche definita "la sovrana della città che protegge suo figlio perché è il trono di Ra-Harakhti dalle origini fino ad oggi". Il ruolo principale della dea era di proteggere in primo luogo il dio Horo di cui essa, inquanto Iside, era la madre, e di conseguenza il sovrano che era l'incarnazione di Horo sulla terra, ed il suo sposo Osiri. Iside-Hededyt era inoltre associata, per l'influenza della antica teologia di Iside, alla purificazione e alla fumigazione, ed era assimilata alla dea Seshat. Nel Delta, a Behbet el-Hagar, sono conservate le rovine di un grandioso tempio di Iside, costruito interamente in granito, iniziato sotto la XXX dinastia e terminato in epoca tolemaica. [ Wb III, 60, 19 ] IUNIT: ] , varianti Q ^ ^ Q iwnyt, era una dea venerata nella città di Ermonti; essa era sposa o paredra di Montu, dio guerriero a testa di falco, nel 4° distretto dell'Alto Egitto, quello tebano. Le attestazioni di lunit e del suo culto giunte fine a noi erano assai limitate fino al 1989, quando il 22 gennaio una statua della dea in granito grigio (alt. cm 145, largh. cm 37, prof . cm 78) è stata ritrovata con altre della XVIII e XXV dinastia a Luxor, nel tempio di Amenhotep III, nel "cortile del nascondiglio". La figura della dea, perfettamente scolpita, è assisa in tutta la sua divina maestà su un trono dallo schienale basso. Raffinata è l'esecuzione del volto, grazia e serenità emanano dal viso di lunit, trattato in modo mirabile: la sua forma ovale presenta guance pie61