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AZIENDA OSPEDALIERA ISTITUTI OSPITALIERI DI CREMONA
PRESENTAZIONE AMBULATORIO DI FISIOPATOLOGIA DELLA RIPRODUZIONE
18 dicembre 2012
UO di Ostetricia e Ginecologia – Presidio Ospedaliero di Cremona (7 piano)
Premessa
La condizione di infertilità, definita come incapacità di concepire dopo 1 o più anni di rapporti
intenzionalmente fecondi, interessa circa il 15%-20% delle coppie (dato stimato dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità-OMS). Si tratta quindi di un problema di dimensioni sociali che oltre alla valenza
sanitaria ne possiede altre di ordine psicologico, familiare e relazionale. L’infertilità di coppia è legata nel
35% circa dei casi al fattore femminile, nel 30% circa dei casi al fattore maschile; nel 20% dei casi si rilevano
problemi in ambedue i partner e nel 15% dei casi l’infertilità rimane sconosciuta (infertilità inspiegata).
In tutto l’occidente, e in Italia in particolare, si sta alzando l'età in cui si ha il primo figlio. La coppia stabile
si forma più tardi rispetto al passato, intorno ai trenta anni, e spesso si comincia a cercare una gravidanza
dopo i 30-35 anni: ciò comporta una maggiore maturità dei genitori e un’identità più forte che permettono
di affrontare i cambiamenti che seguono la nascita di un figlio con maggiore consapevolezza, ma in questo
modo la genitorialità è rinviata ad un'età che determina la diminuzione della fertilità e difficoltà a
concepire.
Il messaggio erroneo che a volte i media divulgano è quello che basta essere in forma o che con
l’applicazione delle tecniche di PMA (Procreazione Medico Assistita) le donne possono avere figli anche in
età tardiva e con facilità. In realtà il successo delle tecniche di riproduzione assistita, come quello del
concepimento e della gravidanza naturale, è strettamente correlato all’età materna. Quindi le coppie e le
donne devono scegliere consapevolmente. Oltretutto da dati recenti è emerso che esiste un tempo
estremamente lungo per la presa di coscienza da parte delle coppie dell’esistenza di un problema di
infertilità. In altri termini, il concetto che, se dopo un anno di rapporti non protetti non è avvenuto un
concepimento, una coppia debba considerarsi infertile e cominciare a preoccuparsi, non è ad oggi diffuso.
Questo è il primo risultato di una cattiva informazione sulla fertilità. Inoltre dalla presa di coscienza
dell’esistenza di un problema, con relativa richiesta di consulenza ad un medico, alla realizzazione di un
intervento terapeutico importante possono passare in media 14 mesi che sommati all’anno e mezzo della
presa di coscienza diventano 3 anni.
Nasce quindi l’esigenza di aumentare la coscienza del problema e, allo stesso tempo, l’efficienza del
percorso diagnostico. Oggi l’impatto emotivo sulle coppie di un problema di infertilità è omogeneo tra
Nord e Sud e non è più vissuto con la drammaticità di una volta. Ciò che invece oggi cambia molto,
considerando i diversi contesti regionali, è l’offerta di centri di PMA. Al nord prevale il numero di centri
pubblici, al contrario al sud si ha una netta prevalenza di centri privati. Questa situazione induce una grande
migrazione di pazienti costretti allo spostamento perché incapaci a sostenere il costo dei trattamenti. E
rimanendo in tema di migrazione di pazienti, la diversa regolamentazione della PMA nei Paesi europei
determina quello che volgarmente viene definito il ”turismo riproduttivo”, fenomeno che comporta
appunto lo spostamento di cittadini in Paesi diversi da quelli di provenienza per avere accesso a trattamenti
di PMA.
Le principali motivazioni che spingono i pazienti a recarsi all’estero sono restrizioni legislative nei paesi
d’origine, liste d’attesa e ricerca di maggiore qualità a seguito di tentativi falliti. Questo fenomeno dilagante
presenta numerosi effetti negativi, in quanto priva i cittadini del diritto di ricevere le migliori cure nel loro
Paese costringendoli ad affrontare notevoli spese ed esponendoli al rischio di rivolgersi a strutture che non
garantiscono elevati standard di sicurezza.
Cosa significa per l’Ospedale di Cremona offrire questo nuovo servizio?
La crescente richiesta da parte del pubblico di una Struttura che assista la coppia nel suo iter diagnostico e
terapeutico all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, la necessità di offrire ottimi standard assistenziali in
luoghi geografici facilmente raggiungibili per tutti gli utenti, hanno fornito le profonde motivazioni per
creare un Ambulatorio di Fisiopatologia della Riproduzione di primo livello presso l’Ospedale di Cremona.
L’origine di questo progetto e quale l’approccio diagnostico terapeutico?
Questo progetto nasce dal desiderio di realizzare un ambulatorio in grado di affrontare il problema della
coppia
infertile,
valutandola
contestualmente,
senza
mai
disgiungere
il
lavoro
dell’andrologo/endocrinologo (lo specialista della fertilità maschile) da quello del ginecologo (dedicato alle
problematiche d’infertilità femminile) e l’aspetto clinico da quello laboratoristico.
Il risultato di questo approccio è indiscusso, ossia si ottengono maggiori percentuali di successo. I vantaggi
pratici non sono solo statistici, ma anche umani. La coppia, infatti, è “accolta”nell’interezza della
problematica infertilità.
Quali le indagini alle quali la coppia deve sottoporsi?
Varie sono le indagini offerte alle coppie della Medicina della Riproduzione per definire le potenziali cause
di infertilità. L’esecuzione di tali indagini va opportunamente graduata sulla base della valutazione clinico anamnestica e della loro differente invasività. L’esistenza di livelli diversi di diagnosi e cura deve garantire
alla coppia che il percorso diagnostico sia coerente e uniforme sin dalla prima fase di richiesta di consulenza
per infertilità. L’adeguatezza e completezza della documentazione dei test eseguiti e l’omogeneità degli
standard diagnostici devono consentire di proseguire verso livelli di complessità superiore senza indebite
perdite di tempo e risorse.
Quale il percorso diagnostico terapeutico proposto dal nuovo ambulatorio?
Il percorso diagnostico e terapeutico che intendiamo intraprendere nel suddetto Ambulatorio si attiene alla
Legge 40/2004 ed alle linee guida esplicative della Legge stessa.
Le procedure ammesse rientrano ovviamente nei limiti imposti dal codice deontologico e nella normativa
generale che guida ogni atto medico. I dati personali dei pazienti e ogni altra informazione che possa in
alcun modo individuare chi si sia sottoposto ad una procedura e a quale sono coperti dal segreto
professionale.
Da chi è composta l’equipe multidisciplinare?
L’equipe è composta da Mariangela Rampino e Massimo Bontardelli (ginecologi), Antonina Impeduglia
(biologa), Carlo Del Boca (Andrologo/endocrinologo) e Pietro Cavalli (genetista). E se necessario è possibile
fruire di una consulenza della psicologo.
Come si accede all’ambulatorio?
Per accedere all’ambulatorio PMA è necessaria la prenotazione presso il CUP o telefonando al numero
verde 800 638 638. Inoltre il rapporto diretto telefonico con l’Ambulatorio PMA sarà di fondamentale
importanza per l’organizzazione dei cicli di trattamento (es. comunicazione da parte della paziente del
giorno della comparsa della mestruazione per l’inizio della stimolazione, durante il monitoraggio della
stimolazione, per la modificazione del protocollo terapeutico, per qualsiasi tipo di comunicazione relativa
all’insorgenza di effetti collaterali).
A quale tipologia di paziente si rivolge l’ambulatorio?
All’ambulatorio PMA possono afferire almeno quattro tipologie di pazienti:
1. Coppie già studiate da medici esterni all’Ambulatorio PMA che chiedono di accedere alle procedure di
PMA
2. Coppie che scelgono l’Ambulatorio autonomamente
3. Coppie inviate a procedure di PMA da professionisti ginecologi o andrologi inseriti nelle strutture degli
Ospedali limitrofi e non.
4. Coppie che hanno già effettuato procedure di PMA con esito negativo.
E’ IMPORTANTE SAPERE CHE…
• Tutte le coppie saranno valutate secondo un protocollo diagnostico e clinico ben definito dagli
operatori dell’Ambulatorio.
• La coppia sarà valutata, con approfondimenti a seconda del grado di valutazione effettuata in
precedenza, dal ginecologo (responsabile della diagnosi e del trattamento) e dall’andrologo
(coinvolto nella diagnosi e nell’indirizzo terapeutico), che alla conclusione dell’iter diagnostico e
terapeutico condivideranno l’opzione del livello di intervento, avendo accuratamente provveduto
all’ esecuzione delle indagini preliminari previste dalla legge.
• Data l’importanza del colloquio è necessaria la presenza di entrambi i partners.
• I dati verranno inseriti nella CARTELLA INFORMATIZZATA fornita dall’Istituto Superiore di Sanità
presso cui dal 2005 è stato istituito il Registro Nazionale delle Strutture che applicano le tecniche di
Riproduzione assistita,degli embrioni formati e dei nati a seguito dell’applicazione di tali tecniche. I
dati sull’efficacia,sulla sicurezza e sugli esiti delle tecniche vengono raccolti annualmente attraverso
un sito ( www.iss.it/rpma) al quale sono collegati tutti i centri italiani che applicano le tecniche di
PMA.
• Gli ultimi aggiornamenti del 26 luglio 2012 mostrano un aumento, nel nostro Paese, della domanda
di queste tecniche di riproduzione. Nel 2010 i cicli di trattamento registrati superano i novantamila
e i bambini nati grazie alla loro applicazione rappresentano, a oggi, il 2,2% dei nati in Italia.
ESAMI PREPARATORI
Per accedere ad un programma di PMA, nella tutela e sicurezza della coppia e del nascituro, nel rispetto
della legge vigente in materia di Procreazione Assistita, si propone una serie di accertamenti ematochimici
alla coppia per escludere patologie che possano rendere rischiosa una eventuale gravidanza e per
procedere ad una loro correzione laddove possibile;
- esami ormonali per comprendere se alcune difficoltà di riproduzione possano essere correggibili.
-
esami infettivologici ed ematochimici a tutela della coppia e del prodotto del concepimento.
-
esami strumentali (se necessari) per diagnosticare patologie femminili e/o maschili che ostacolino
la gravidanza o che ne rendano pericoloso l’instaurarsi (sonosalpingografia, sonoisterografia,
isteroscopia, laparoscopia con salpingocromoscopia ) o difficoltoso il proseguimento.
Allo scopo di ottimizzare i tempi vengono selezionate le tecniche di procreazione medico assistita più
adeguate per la singola coppia. Lo scopo del lavoro è personalizzare la terapia e le procedure.
L’Ambulatorio di Fisiopatologia della Riproduzione così come strutturato è in grado di eseguire la Tecnica
Minore che consiste nell’Induzione di una multiovulazione farmaco indotta e Inseminazione Intrauterina
Omologa (IUI) con seme ottenuto dopo capacitazione.
CONSULENZE MULTIDISCILINARI, ECCO PERCHE’
Perché è importante la consulenza psicologica?
La PMA non va considerata esclusivamente da un punto di vista tecnico-scientifico.Le difficoltà incontrate
dalla coppia durante il lungo iter che la porterà dalla fase diagnostica a quella terapeutica, dalla avvenuta
fecondazione alla gravidanza, pongono la necessità di fornire un’assistenza specialistica di tipo psicologico
che l’Ambulatorio prevede di garantire.
Perché è importante la consulenza andrologica/endocrinologica?
La figura dell’andrologo risulta fondamentale nei casi in cui la componente maschile che determina
l’infertilità di coppia risulti dagli esami effettuati.
Il consulente certifica l’infertilità maschile per l’accesso alle tecniche di PMA e provvede, avvalendosi di
visite, di esami strumentali (quali l’ecografia, il doppler, ecc.) e di indagini invasive (per es. biopsie) alla
definizione della problematica e, se possibile, al suo trattamento.
Nel caso in cui non si possano prospettare alla coppia cure in merito all’alterazione maschile è compito
dell’andrologo prospettare e scegliere la tecnica di recupero di spermatozoi più indicata al caso.
Perché è importante la Consulenza genetica?
Nel percorso diagnostico per la coppia può presentarsi la necessità di sottoporsi ad indagini cromosomicogenetiche che possono rivelare anomalie trasmissibili al prodotto del concepimento. In questo caso
l’Ambulatorio si avvale della collaborazione del Medico genetista che valuta il rischio di ereditabilità e
l’eventuale danno fenotipico e genotipo trasmissibile.
Ufficio Stampa, Azienda Ospedaliera di Cremona, Viale Concordia n 1, Cremona, Tel 0372 405725
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