Allegato 2 Provincia di Pistoia RECUPERO FAUNA FERITA (DISPOSIZIONI per gli OPERATORI DEL SERVIZIO) Le presenti disposizioni hanno lo scopo di assicurare il più efficace intervento sulla fauna selvatica, nel rispetto delle risorse assegnate per il servizio richiesto. Al tal fine è necessaria una selezione delle segnalazioni, in modo da orientare il servizio prioritariamente sugli animali che possono essere ricoverati presso centri con le migliori garanzie di recupero . La casistica tiene conto del valore ecologico della specie, della opportunità dell’intervento umano per la salvezza dell’animale e, viceversa, della probabilità di arrecare disturbo, ancorché involontario. Le indicazioni sono orientate anche a creare una maggiore consapevolezza delle modalità più adeguate per la tutela dell’animale e vengono rese disponibili anche agli utenti che presentano le segnalazioni, ai quali viene richiesto di contribuire all’efficienza dell’intervento con una fattiva collaborazione. Per inciso, deve essere ricordato al segnalante che il prelievo di selvatici non in difficoltà è vietato dalla legge. Per gli ungulati adulti (cervi, cinghiali, daini, caprioli, mufloni) e carnivori selvatici (lupo..) le eventuali segnalazioni di capi feriti o sofferenti devono essere trasmesse all’Amministrazione provinciale: − Ufficio caccia e pesca (recapito tel. 0573 374 469/470/462 - Fax 0573 374 460) che che provvederanno ad organizzare l’intervento. Per animali incapaci di muoversi ed in prossimità di pericolo immediato (es. ferito su strada) chiedere al segnalante l’immediato spostamento fuori pericolo, verificato che l’intervento non sia pericoloso per chi lo esegue, e poi seguire la casistica generale. Gli animali che non presentano ferite devono essere valutati attentamente richiedendo per quanto possibile la collaborazione di chi effettua la segnalazione. In particolare per i piccoli di mammifero ed i nidiacei, prima di disporre l’intervento di soccorso, è necessario assicurarsi dell’effettivo abbandono da parte dei genitori mediante una osservazione a distanza per periodo abbastanza prolungato. Questa richiesta di collaborazione deve essere ben motivata ed è essenziale far capire che raccogliere un piccolo quando è possibile recuperare le cure parentali è contrario al benessere dell’animale. Per esempio, gran parte dei nidiacei abbandona spontaneamente il nido quando ancora non sa volare bene, ma continua ad essere seguito ed alimentato dai genitori, così come per alcuni rapaci notturni (es. allocchi, gufi, civette, barbagianni) lo svezzamento continua a terra, fuori dal nido; raccogliere uno di questi nidiacei significa strapparlo alle cure dei genitori, sicuramente più valide del veterinario e si può anche comprometterne le capacità di affrontare una normale vita libera (fenomeno di “imprinting” che modifica il comportamento dell’animale allevato dall’uomo). Per certe specie l’intervento può anche essere pericoloso, per le reazioni degli adulti che vedono minacciati i piccoli ed attaccano. Pertanto nidiacei sani e non in pericolo, anche se ancora incapaci di volare, devono essere lasciati nel luogo di ritrovamento, solo se feriti l’intervento può essere valutato necessario. Per i piccoli di mammifero è ancora più importante non avvicinarsi e non toccarli, per non trasmettere odori estranei ed ostacolare il recupero del rapporto con i genitori. I piccoli del riccio di norma restano incustoditi in una buchetta mentre i genitori vanno in giro a cercare da mangiare. Svezzarli è estremamente difficile e se vengono prelevati la mortalità è altissima (in fase di svezzamento hanno ancora gli aculei chiari e morbidi). Per verificare l’abbandono è necessaria un’osservazione prolungata per almeno mezza giornata, pertanto l’intervento sui ricci è generalmente non ammesso, tranne casi di pericolo imminente accertati. Per tutti questi motivi in caso di animali non feriti è importante motivare la collaborazione dell’osservatore e verificarne la disponibilità a mantenersi o ritornare sul posto dopo qualche ora, in modo da scongiurare un intervento inutile o addirittura dannoso. Gli animali feriti, o gli adulti visibilmente in crisi (abbattuti, freddi e prostrati) vengono soccorsi seguendo la casistica delle priorità. In caso di sospetto avvelenamento l’intervento è svolto come da convenzione, ma è necessario segnalarlo sempre alla Polizia provinciale. Casistica generale di intervento, in ordine di priorità 1° PRIORITÀ ELEVATA - rapaci - acquatici - altre specie di elevato valore conservazionistico come lupo, picchio, pipistrelli, mustelidi ed altre che verranno integrate in seguito a casistica effettiva 2° - giovani ungulati intervenire solo su animali feriti, per i cuccioli intervenire solo dopo aver verificato la perdita delle cure parentali mediante un periodo di osservazione a distanza oppure se feriti od in pericolo imminente accertato 3° - altri mammiferi intervenire su animali adulti, per i piccoli intervenire solo dopo aver verificato la perdita delle cure parentali oppure se feriti od in pericolo imminente 4° - altre specie di uccelli intervenire su animali adulti, in caso di nidiacei intervenire solo verificato la perdita delle cure parentali od un pericolo imminente dopo aver Animali esclusi Il servizio risponde alle esigenze delle leggi nazionali e regionali in materia di protezione della fauna selvatica (L 157/92 e LR 3/94) utilizzando risorse specificamente destinate allo scopo. Per questo motivo si concentra sulla fauna selvatica omeoterma ovvero: mammiferi e uccelli di specie che vivono stabilmente allo stato naturale in ambiente non urbano. Gli altri animali (es. rettili e insetti, mammiferi o uccelli domestici anche non convenzionali, specie esotiche, allottctone, eccetera…) non sono inseriti nella casistica e non possono essere soccorsi generando spese aggiuntive. Possono tuttavia essere fornite le indicazioni utili per il loro soccorso e per la sistemazione presso strutture di ricovero. Pagina 2 di 3 Sulla base dei dati degli anni precedenti, rientrano in questo gruppo le seguenti casistiche (l’ufficio resta a disposizione per ogni chiarimento): - tartarughe e tutti i rettili (iguane, gechi, serpenti…) - qualsiasi insetto - conigli, anatre, pavoni, faraone, cigni, criceti e tutti i domestici o d'affezione, così come pappagalli, canarini, furetti e tutti gli animali non selvatici autoctoni: in tutti questi casi si deve piuttosto suggerire di ricercare il proprietario che li ha abbandonati o perduti - piccioni in quanto specie soggetta a piani di controllo finalizzati al contenimento numerico, sia in ambito urbano che rurale; - minilepre e nutrie, entrambe specie alloctone per la provincia di Pistoia e dannose, per le quali il Piano Fanistico Venatorio prevede come obiettivo; Animali deceduti sono altresì esclusi dalle competenze del servizio e devono essere correttamente smaltiti tramite il servizio comunale. Indicazioni per il primo soccorso agli animali: Sono rivolte agli operatori, ma anche ai privati che possono collaborare al recupero. Gli operatori devono maneggiare gli animali con dispostivi (guanti, mascherine) e modalità idonee ad evitare di procurarsi ferite o la trasmissione di infezioni. Utilizzare guanti spessi e maneggiare l'animale facendo attenzione a non avvicinarlo al corpo e al volto (alcuni selvatici possono mordere, artigliare e beccare, particolare attenzione agli aironi). Non improvvisare cure veterinarie e limitarsi a disinfettare eventuali ferite sanguinanti con acqua ossigenata. Per prima cosa l’animale va tranquillizzato ponendolo dove si senta al riparo. La cosa migliore è una scatola di cartone, non troppo più grande della bestiola, con fori di areazione nella parte alta e fogli di carta assorbente da cucina o fogli di giornale come imbottitura (gabbie o trasportini per gatti non sono adatti, l’ovatta non va usata). Mettere lo scatolone in un luogo riparato, il più possibile tranquillo e al buio: l'animale si tranquillizzerà evitando di aumentare lo stress che può indurre anche autolesionismo. Quando possibile, cercare di coprire gli occhi con teli e limitare maneggiamenti e rumori. Evitare di mettere nella scatola alimenti o acqua, producono sporco e potrebbero infettare le eventuali ferite. Soprattutto in estate, i residui di cibo potrebbero deteriorarsi con il caldo, mentre può essere utile cercare di dare acqua, es. con una siringa senza ago. CENTRI DI CONFERIMENTO DEGLI ANIMALI L’individuazione del centro di cura più adeguato, tramite il supporto veterinario, rientra nei compiti del servizio affidato ; la Provincia può collaborare su richiesta, in particolare per individuare i luoghi e le modalità di rilascio più idonee per gli animali che possono essere re-immessi in libertà. Pagina 3 di 3