2011 def4 ALLEGATO DISPOSIZIONI

Allegato 2
Provincia di Pistoia
RECUPERO FAUNA FERITA
(DISPOSIZIONI per gli OPERATORI DEL SERVIZIO)
Le presenti disposizioni hanno lo scopo di assicurare il più efficace intervento sulla fauna
selvatica, nel rispetto delle risorse assegnate per il servizio richiesto.
Al tal fine è necessaria una selezione delle segnalazioni, in modo da orientare il servizio
prioritariamente sugli animali che possono essere ricoverati presso centri con le migliori
garanzie di recupero .
La casistica tiene conto del valore ecologico della specie, della opportunità dell’intervento
umano per la salvezza dell’animale e, viceversa, della probabilità di arrecare disturbo,
ancorché involontario.
Le indicazioni sono orientate anche a creare una maggiore consapevolezza delle modalità
più adeguate per la tutela dell’animale e vengono rese disponibili anche agli utenti che
presentano le segnalazioni, ai quali viene richiesto di contribuire all’efficienza
dell’intervento con una fattiva collaborazione.
Per inciso, deve essere ricordato al segnalante che il prelievo di selvatici non in difficoltà è
vietato dalla legge.
Per gli ungulati adulti (cervi, cinghiali, daini, caprioli, mufloni) e carnivori selvatici (lupo..)
le eventuali segnalazioni di capi feriti o sofferenti devono essere trasmesse
all’Amministrazione provinciale:
− Ufficio caccia e pesca (recapito tel. 0573 374 469/470/462 - Fax 0573 374 460) che
che provvederanno ad organizzare l’intervento.
Per animali incapaci di muoversi ed in prossimità di pericolo immediato (es. ferito su
strada) chiedere al segnalante l’immediato spostamento fuori pericolo, verificato che
l’intervento non sia pericoloso per chi lo esegue, e poi seguire la casistica generale.
Gli animali che non presentano ferite devono essere valutati attentamente richiedendo per
quanto possibile la collaborazione di chi effettua la segnalazione.
In particolare per i piccoli di mammifero ed i nidiacei, prima di disporre l’intervento di
soccorso, è necessario assicurarsi dell’effettivo abbandono da parte dei genitori mediante
una osservazione a distanza per periodo abbastanza prolungato. Questa richiesta di
collaborazione deve essere ben motivata ed è essenziale far capire che raccogliere un
piccolo quando è possibile recuperare le cure parentali è contrario al benessere
dell’animale.
Per esempio, gran parte dei nidiacei abbandona spontaneamente il nido quando ancora
non sa volare bene, ma continua ad essere seguito ed alimentato dai genitori, così come
per alcuni rapaci notturni (es. allocchi, gufi, civette, barbagianni) lo svezzamento continua
a terra, fuori dal nido; raccogliere uno di questi nidiacei significa strapparlo alle cure dei
genitori, sicuramente più valide del veterinario e si può anche comprometterne le capacità
di affrontare una normale vita libera (fenomeno di “imprinting” che modifica il
comportamento dell’animale allevato dall’uomo). Per certe specie l’intervento può anche
essere pericoloso, per le reazioni degli adulti che vedono minacciati i piccoli ed attaccano.
Pertanto nidiacei sani e non in pericolo, anche se ancora incapaci di volare, devono essere
lasciati nel luogo di ritrovamento, solo se feriti l’intervento può essere valutato necessario.
Per i piccoli di mammifero è ancora più importante non avvicinarsi e non toccarli, per non
trasmettere odori estranei ed ostacolare il recupero del rapporto con i genitori.
I piccoli del riccio di norma restano incustoditi in una buchetta mentre i genitori vanno in
giro a cercare da mangiare. Svezzarli è estremamente difficile e se vengono prelevati la
mortalità è altissima (in fase di svezzamento hanno ancora gli aculei chiari e morbidi). Per
verificare l’abbandono è necessaria un’osservazione prolungata per almeno mezza
giornata, pertanto l’intervento sui ricci è generalmente non ammesso, tranne casi di
pericolo imminente accertati.
Per tutti questi motivi in caso di animali non feriti è importante motivare la collaborazione
dell’osservatore e verificarne la disponibilità a mantenersi o ritornare sul posto dopo
qualche ora, in modo da scongiurare un intervento inutile o addirittura dannoso.
Gli animali feriti, o gli adulti visibilmente in crisi (abbattuti, freddi e prostrati) vengono
soccorsi seguendo la casistica delle priorità.
In caso di sospetto avvelenamento l’intervento è svolto come da convenzione, ma è
necessario segnalarlo sempre alla Polizia provinciale.
Casistica generale di intervento, in ordine di priorità
1° PRIORITÀ ELEVATA
- rapaci
- acquatici
- altre specie di elevato valore conservazionistico come lupo, picchio, pipistrelli,
mustelidi ed altre che verranno integrate in seguito a casistica effettiva
2° - giovani ungulati
intervenire solo su animali feriti, per i cuccioli intervenire solo dopo aver verificato
la perdita delle cure parentali mediante un periodo di osservazione a distanza
oppure se feriti od in pericolo imminente accertato
3° - altri mammiferi
intervenire su animali adulti, per i piccoli intervenire solo dopo aver verificato la
perdita delle cure parentali oppure se feriti od in pericolo imminente
4° - altre specie di uccelli
intervenire su animali adulti, in caso di nidiacei intervenire solo
verificato la perdita delle cure parentali od un pericolo imminente
dopo aver
Animali esclusi
Il servizio risponde alle esigenze delle leggi nazionali e regionali in materia di protezione
della fauna selvatica (L 157/92 e LR 3/94) utilizzando risorse specificamente destinate allo
scopo. Per questo motivo si concentra sulla fauna selvatica omeoterma ovvero: mammiferi
e uccelli di specie che vivono stabilmente allo stato naturale in ambiente non urbano.
Gli altri animali (es. rettili e insetti, mammiferi o uccelli domestici anche non convenzionali,
specie esotiche, allottctone, eccetera…) non sono inseriti nella casistica e non possono
essere soccorsi generando spese aggiuntive. Possono tuttavia essere fornite le indicazioni
utili per il loro soccorso e per la sistemazione presso strutture di ricovero.
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Sulla base dei dati degli anni precedenti, rientrano in questo gruppo le seguenti casistiche
(l’ufficio resta a disposizione per ogni chiarimento):
- tartarughe e tutti i rettili (iguane, gechi, serpenti…)
- qualsiasi insetto
- conigli, anatre, pavoni, faraone, cigni, criceti e tutti i domestici o d'affezione, così
come pappagalli, canarini, furetti e tutti gli animali non selvatici autoctoni: in tutti
questi casi si deve piuttosto suggerire di ricercare il proprietario che li ha
abbandonati o perduti
- piccioni in quanto specie soggetta a piani di controllo finalizzati al contenimento
numerico, sia in ambito urbano che rurale;
- minilepre e nutrie, entrambe specie alloctone per la provincia di Pistoia e dannose,
per le quali il Piano Fanistico Venatorio prevede come obiettivo;
Animali deceduti sono altresì esclusi dalle competenze del servizio e devono essere
correttamente smaltiti tramite il servizio comunale.
Indicazioni per il primo soccorso agli animali:
Sono rivolte agli operatori, ma anche ai privati che possono collaborare al recupero.
Gli operatori devono maneggiare gli animali con dispostivi (guanti, mascherine) e modalità
idonee ad evitare di procurarsi ferite o la trasmissione di infezioni. Utilizzare guanti spessi
e maneggiare l'animale facendo attenzione a non avvicinarlo al corpo e al volto (alcuni
selvatici possono mordere, artigliare e beccare, particolare attenzione agli aironi).
Non improvvisare cure veterinarie e limitarsi a disinfettare eventuali ferite sanguinanti con
acqua ossigenata.
Per prima cosa l’animale va tranquillizzato ponendolo dove si senta al riparo. La cosa
migliore è una scatola di cartone, non troppo più grande della bestiola, con fori di
areazione nella parte alta e fogli di carta assorbente da cucina o fogli di giornale come
imbottitura (gabbie o trasportini per gatti non sono adatti, l’ovatta non va usata). Mettere
lo scatolone in un luogo riparato, il più possibile tranquillo e al buio: l'animale si
tranquillizzerà evitando di aumentare lo stress che può indurre anche autolesionismo.
Quando possibile, cercare di coprire gli occhi con teli e limitare maneggiamenti e rumori.
Evitare di mettere nella scatola alimenti o acqua, producono sporco e potrebbero infettare
le eventuali ferite. Soprattutto in estate, i residui di cibo potrebbero deteriorarsi con il
caldo, mentre può essere utile cercare di dare acqua, es. con una siringa senza ago.
CENTRI DI CONFERIMENTO DEGLI ANIMALI
L’individuazione del centro di cura più adeguato, tramite il supporto veterinario, rientra nei
compiti del servizio affidato ; la Provincia può collaborare su richiesta, in particolare per
individuare i luoghi e le modalità di rilascio più idonee per gli animali che possono essere
re-immessi in libertà.
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