Maculatura batterica o marciume del frutto delle

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REGIONE LAZIO
Direzione Agricoltura
Area Servizi Tecnici e Scientifici – Servizio Fitosanitario regionale
Maculatura batterica o marciume del frutto
delle cucurbitacee
Acidovorax avenae subsp. citrulli
La malattia
La “maculatura” batterica o marciume del frutto di alcune cucurbitacee, in particolare
cocomero e melone, è causata dal batterio “Acidovorax avenae subsp citrulli” (sin: Acidovorax
avenae subsp. citrulli, Pseudomonas pseudoalcaligenes subsp. citrulli). Nel 1989 sono stati scoperti
i primi focolai della malattia negli Stati Uniti, in particolare in Florida, Carolina del Sud e Indiana.
Il batterio colpisce principalmente cocomero (Citrullus lanatus) e melone (Cucumis melo)
con sintomi a carico dei frutti e foglie. Cucurbitacee selvatiche, come Citrullus lanatus var.
citroides possono fungere da serbatoi per il batterio, mentre altre solanacee (es. Capsicum spp.
Lycopersicon esculentum, Solanum melongena) inoculate sperimentalmente possono sviluppare
sintomi sull’apparato foliare.
Il batterio può rappresentare una serie minaccia per le coltivazioni di melone e cocomero;
per tale ragione è stato aggiunto dall’EPPO alla lista di allerta degli organismi fitopatogeni
(http://www.eppo.org/QUARANTINE/Alert_List/alert_list.htm).
Distribuzione geografica
Il batterio “Acidovorax avenae subsp citrulli” è stato rinvenuto in diversi Paesi dell’EPPO,
quali Grecia (primi casi nel 2005), Ungheria ( primi casi nel 2007 a causa di piantine infette
provenienti dalla Turchia), Israele (primi casi nel 2002/2003 dove è considerato un organismo da
quarantena dichiarato in fase di eradicazione dal 2006), Turchia (rinvenuto per la prima volta nel
1995 nella regione di Marmara, e riportato nel 2005 nella regione Mediterranea). Il batterio è
presente anche in Asia, Nord-America, Sud-America, Centro-america, Oceania.
Sintomi
I sintomi sui frutti sono rappresentati da macchie verdi oliva scuro sulla superficie superiore
del frutto che diventano evidenti subito prima della maturazione. L’epidermide della scorza del
frutto può rompersi con fuoriuscita di un essudato batterico. Sulle foglie possono comparire lesioni
angolari color marrone scuro, che dai margini si estendono, con il progredire della malattia, verso la
nervatura centrale.
Fig. 1: Frutto di melone la cui scorza presenta
aree circolari depresse con incrinature al centro
Fig. 2: Tipica macchia verde oliva scuro sulla
scorza di cocomero colpito dall’infezione
Fig. 3: Presenza di un essudato batterico in
prossimità delle rotture della scorza di cocomero
responsabile della liquefazione della polpa del
frutto
Fig. 4: Marciume sulla polpa della zucca
infettata dal batterio A. citrulli
Fig. 5:Presenza di aree depresse e umide sulla
superficie inferiore di cotiledoni di cocomero
Fig. 6: Presenza di lesioni angolari necrotiche
color marrone scuro sulle foglie di piantine di
cocomero affette dalla malattia
Fig. 7: Lesioni sulle foglie di piante di
cocomero che dai margini si estendono verso la
nervatura centrale
Fig. 8: Lesioni sulle foglie di piante di
cocomero che dai margini si estendono verso
la nervatura centrale
Sulle piantine, non sempre sintomatiche, si possono osservare delle aree depresse e molto
umide nella parte inferiore dei cotiledoni e lesioni sull’ipocotile, responsabile del disseccamento e
morte delle giovani piante. Negli Stati Uniti è stato riscontrato che in condizioni ambientali
favorevoli (temperatura caldo-umida) la perdita dei frutti può raggiungere valori del 90-100%.
Epidemiologia
La malattia si diffonde a partire da seme contaminato, che dà luogo a piantine infette, che
nel caso non presentino lesioni appariscenti possono essere trapiantate in campo, e da queste, il
batterio può diffondersi alle piante adiacenti; il frutto danneggiato spesso rimane nel terreno ed i
semi possono iniziare un nuovo ciclo della malattia. A livello internazionale, lotti di semi infetti o
piantine trapiantate di cocomero e melone rappresentano la principale via di diffusione della
malattia.
Piantine provenienti da seme infetto, scorze dei frutti infette ed erbe infestanti ospiti possono
rappresentare fonti di inoculo del batterio. Il batterio “Acidovorax avenae subsp citrulli” può
essere veicolato anche mediante l’acqua, in particolare da irrigazioni sopra chioma.
Prevenzione della malattia
Negli Stati Uniti sono state messe in atto strategie di prevenzione della malattia che si
basano sull’uso di lotti di sementi sane (i trattamenti sui semi non sono efficaci), controlli accurati
sulle piantine trapiantate e distruzione di tutte le piante sintomatiche, attuazione di procedure
standard di igienizzazione delle serre, pratiche agronomiche di aratura per l’eliminazione dei
residui vegetali, applicazioni di fungicidi contenenti rame, rotazione delle colture, utilizzo di varietà
tolleranti o resistenti.
NOTE
La foto 1, 5 e 6 sono state tratte dal sito web
http://plantpath.caes.uga.edu/extension/plants/vegetables/CantaloupeFruitBlotch.html
La foto 2 è stata tratta dal sito web
http://departments.agri.huji.ac.il/plantpath/burdman/
La foto 3 è stata tratta dal sito web
www.aspnet.org
Le foto 4, 7 e 8 sono state tratte dal sito web
http://plantpath.caes.uga.edu/extension/plants/vegetables/PumpkinFruitBlotch.html
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