UNIVERSITA G. d ANNUNZIO -CHIETIPESCARA DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE Sezione di Terapia Medica CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN MEDICINA BIOINTEGRATA www.centrostellamaris.it Psico-Neuro-EndocrinoImmunologia-Genetica (PNEIG) in Medicina Biointegrata Programma AA.2010-2011 • Definizione di PNEI. Il Sistema nervoso: le cellule del SN e loro connessioni; il tronco encefalo, diencefalo, SNV. Sistema endocrino: gli ormoni, loro funzioni e comunicazioni. Controllo cerebrale sul Sistema endocrino. Assi neuroendocrini: ipotalamo-ipofisi, ipotalamo-ipofisi-surreni, ipotalamo-ipofisitiroide, ipotalamo-ipofisi-gonadi. Sistema immunitario: cenni di immunologia (teoria della selezione clonale, immunità naturale ed acquisita, sistema HLA, sistema immunitario come organo di senso, produzione di ormoni da parte del sistema immunitario (che fungono da mediatori tra cervello e sistema endocrino). Cervello e psiche. La grande connessione: Sistema nervoso ed immunità; sistema dello stress; sistema endocrino e cervello. Endocrinosenescenza e P.N.E.I. DCA prototipo di PNEIG endocrinosenescenza • • • • • • • • • • • • ENDOCRINO SENESCENZA E P.N.E.I. ~ Invecchiamento dato cronologico. ~ Senescenza dato biologico. ~ Invecchiamento della popolazione. ~ Invecchiamento dei sottogruppi. ~ Cambiamenti mentali e fisici nella senescenza umana. ~ La senescenza come una malattia per la medicina dell invecchiamento. ~ Perché il corpo diventa senescente? Cause della senescenza. ~ Teoria del sistema endocrino senescente. ~ Età e livelli ormonali. ~ Segni di invecchiamento, sintomi di invecchiamento e malattie da invecchiamento. (dal CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN MEDICINA ANTI-AGING) • I MECCANISMI DELL INVECCHIAMENTO E PREVENZIONE • ~ Stress ossidativi e radicali liberi. • ~ Fisiologia dell invecchiamento cerebrale. • ~ Fisiologia dell invecchiamento cardiovascolare. • ~ Fisiologia dell invecchiamento dell apparato respiratorio. • ~ Fisiologia dell invecchiamento dell apparato osteoarticolare. • ~ Sostanze immunostimolanti. • Le modificazioni del sistema neuroendocrino nel corso dell invecchiamento, sebbene raramente raggiungano l evidenza clinica, possono tuttavia svolgere un ruolo nell insorgenza e/o nella progressione di alterazioni metaboliche, funzionali o cognitive. Le principali modificazioni neuroendocrine con possibile ruolo patogenetico riguardano: • ~ GH • ~ MELATONINA • ~ CORTISOLO • ~ ORMONI TIROIDEI • Il GH o ormone somatotropo è una proteina (un peptide lineare composto da 191 aminoacidi) prodotta dalle cellule somatotrope dell'ipofisi anteriore. Ha secrezione pulsatile con picchi più frequenti e più ampi nelle prime ore di sonno. La sua secrezione controlla la produzione di somatomedine (Insulin like Growth Factor-I: IGF-1) da parte dei tessuti periferici, soprattutto a livello epatico. • Dopo i 30 anni di età, declina la secrezione diurna di GH da parte dell ipofisi (livelli notturni delle prime 4 ore di sonno superiori di 2-4 volte rispetto quelli diurni), accompagnata da caduta della secrezione di IGF-I con riduzione della massa magra ed espansione di quella grassa. AZIONI DEL GH ↑SINTESI PROTEICA : collabora con gli ormoni tiroidei, con gli ormoni sessuali steroidei e con l'IGF-1 al processo di sviluppo e accrescimento dell'apparato scheletrico. Garantisce il trofismo muscolare ed osseo nell'adulto ↓ TESSUTO ADIPOSO: favorisce la mobilizzazione dei grassi, stimola la lipolisi. Aumenta l'ossidazione degli acidi grassi, favorendo il dimagrimento e la sintesi di corpi chetonici nei tessuti ↓ EFFETTI CONTROINSULARI: insulino resistenza ed effetti iperglicemizzanti con ridotta utilizzazione di glucosio e ridotta glicogenosintesi ↑PRESSIONE promuove l'assorbimento di acqua a livello intestinale e la ritenzione di sodio a livello renale, con conseguente accumulo di fluidi extracellulari ed ipertensione • La somatostatina è un ormone di natura proteica, sintetizzato dall'ipotalamo e da alcune cellule dell'apparato digerente, soprattutto dalle cellule delta delle isole di langherans del pancreas. Grazie all'interazione con i suoi cinque recettori questo importante ormone regola numerose funzioni corporee. La somatostatina esercita infatti un potente effetto inibente sulla secrezione di GH e di prolattina, di glucagone, insulina, renina, ormoni tiroidei e cortisolo. La somatostatina viene prodotta anche a livello del sistema APUD (Amine precursor uptake and decarboxylation), le cui cellule si trovano a diversi livelli dell'apparato digerente. La somatostatina esercita un effetto inibente anche sulla secrezione gastrica di colecistochinina (CCK), secretina, acido cloridrico e gastrina. P, PYY somatostatin, eptin and ghrelin that ffect food intake appear o participate in the eedback control of ostprandial pancreatic ecretion via ypothalamic centers. the major role in postprandial pancreatic secretion is played by vagus and gastrin in cephalic and gastric phases and by vagus in conjunction with CCK and secretin in intestinal phase. La somatomedina o IGF-1 Il fattore di crescita insulino simile (IGF-1 insuline-like growth factor), o somatomedina, è un ormone di natura proteica con una struttura molecolare simile a quella dell insulina. L IGF-1 importantissimo nei processi di crescita del bambino e mantiene i suoi effetti anabolici anche in età adulta. Prodotto soprattutto a livello epatico, ma anche nei condrociti che regolano la sintesi di cartilagine, nei fibroblasti e in altri tessuti. In circolo si lega a speciali proteine chiamate IGF-BP (IGF-binding proteins o proteine di trasporto dell IGF1, che ne aumentano l emivita plasmatica da 10 minuti a 3-4 ore). L IGF-1 ha attività insulino simile e promuove la proliferazione e la differenziazione cellulare, soprattutto a livello cartilagineo e muscolare. Le funzioni biologiche della somatomedina si svolgono sia con meccanismo autocrino che paracrino/endocrino • A livello muscolare esiste una isoforma di IGF-1 chiamata MGF (fattore di crescita meccanico). Come tutti gli ormoni di natura proteica anche l IGF-1 ha bisogno di specifici recettori cellulari che si concentrano soprattutto in alcuni tessuti come quello muscolare, osseo, cartilagineo, cutaneo, nervoso e renale. La loro attività è molto simile a quella dei recettori per l insulina e non a caso, una piccola quota di somatomedina viene captata proprio dai recettori insulinici. Accanto all IGF-1 sono state scoperte altre due proteine, chiamate IGF-2 ed IGF-3 con attività analoga all'IGF-1. Molte azioni del GH sono mediate dall IGF-1 e viceversa. Al contrario della somatotropina (GH) i livelli plasmatici di somatomedina sono relativamente costanti durante la giornata e non subiscono le fluttuazioni circadiane tipiche degli altri ormoni anabolici (GH, testosterone) • Le concentrazioni di IGF-1 aumentano gradualmente nell età infantile e nella pubertà, per poi calare nell età adulta prevenuto da un adeguato livello di attività fisica. Negli obesi, nonostante i livelli di GH siano ridotti, i livelli di IGF1 rientrano nella norma. Deficit di IGF-1 e carenza o ridotta funzionalità dei suoi recettori: ritardi di crescita (nanismi), insufficienza epatica, ipotiroidismo e diabete. L IGF-1 è dunque un potente fattore di crescita cellulare, un ormone dalle forti proprietà anaboliche. A livello osseo stimola l attività dei condrociti e degli osteoblasti, interagendo con il GH. Tale associazione aumenta la ritenzione dell azoto (bilancio azotato positivo), stimola l attività delle cellule satellite, favorisce lo smaltimento del tessuto adiposo in eccesso e migliora la sintesi di DNA, RNA, collagene ed acido ialuronico, grazie allo stimolo sull azione dei fibroblasti. Melatonina Secreta quasi esclusivamente dalla pineale, una piccola ghiandola situata dietro il corpo calloso, nella parte posteriore del terzo ventricolo. Sebbene l oscurità stimoli e la luce inibisca la secrezione di melatonina, il ritmo circadiano della melatonina è indipendente dal ritmo sonno-veglia e ha comunque un origine endogena. In effetti, il nucleo soprachiasmatico ipotalamico (SCN), vero orologio biologico, riceve impulsi luminosi dalla retina attraverso il fascio retino-ipotalamico, e modula la secrezione di melatonina. La pineale può quindi essere considerata come un trasduttore neuro-endocrino, capace di trasformare il segnale em in un segnale ormonale, cioè in produzione di melatonina. • Nel vecchio, una diminuzione pari al 40-50% delle concentrazioni plasmatiche dell ormone, più marcata nelle ore notturne. La melatonina influenza positivamente la durata e la qualità del sonno e la velocità di addormentamento, effetti in parte mediati dalla riduzione della temperatura corporea, inoltre agisce direttamente e indirettamente come scavenger dei radicali liberi e sembra limitare sia la risposta corticotropinica allo stress che la crescita spontanea o indotta delle neoplasie. Ritmo circadiano della melatonina plasmatica. • Parallelamente alla riduzione dei livelli ematici di melatonina, anche l escrezione urinaria di 6idrossimelatonina solfato (aMT6s), il principale metabolita urinario dell ormone, presenta una diminuzione età-correlata di entità superiore al 30% rispetto ai livelli dei soggetti giovani. L entità di tale declino secretorio risulta significativamente correlata non solo con l età, ma anche con l entità del deficit cognitivo valutato mediante Mini-Mental-StateExamination (MMSE), suggerendo che l attività secretoria della pineale possa rivestire un ruolo non solo nel processo di invecchiamento, ma anche nelle modificazioni età correlate delle performances cognitive. Escrezione urinaria di aMT6s durante il giorno e la notte (% delle 24 ore). Bioritmo nei centenari indice di longevità Asse ipotalamo-ipofisi-surrene • L attività del HPA dipende dall integrazione di fattori nervosi, neuroendocrini ed immunologici, e dall integrità dei sistemi di feedback. Schematicamente, il CRH ipotalamico stimola il rilascio da parte dell ipofisi anteriore di ACTH, che a sua volta innesca la secrezione di glucocorticoidi (cortisolo o corticosterone, a seconda della specie) e di androgeni (DHEA), da parte della corticale surrenale. Il DHEA, o deidroepiandrosterone, è un ormone prodotto dalla corticale surrenale in risposta all ormone ipofisario ACTH (negli uomini una piccola quota viene prodotta dai testicoli). Il DHEA può essere considerato il capostipite degli ormoni steroidei, poiché l organismo lo utilizza per produrre ormoni sessuali (testosterone, estrogeni, progesterone) e cortisolo. • Il DHEA, che a sua volta è l ormone steroideo più abbondante nel sangue, viene invece prodotto a partire dal colesterolo. Ecco i passaggi biochimici che portano alla formazione del testosterone. Colesterolo -> Pregnenolone -> DHEA -> Androstenedione ->Testosterone. Come precursore comune degli ormoni steroidei il DHEA regola numerose funzioni corporee: • regolazione e stimolazione delle funzioni sessuali, della libido e dei caratteri sessuali secondari • regolazione e stimolazione della produzione di mielina • aumento della forza e delle masse muscolari (IGF-1) • mantenimento del trofismo osseo • regolazione del metabolismo, con effetto prevalente sulla lipolisi a scopo energetico Livelli progressivamente maggiori di glucocorticoidi sopprimono l espressione ipotalamica di CRH, attraverso un feedback negativo che si realizza a livello di specifici recettori situati nell ipofisi stessa, nell ipotalamo e nell ippocampo. L attività di questo feedback negativo, fondamentale per modulare l ampiezza e la durata dell attivazione dell asse HPA in risposta allo stress, è possibile grazie alla presenza nel sistema nervoso centrale di recettori specifici per cortisolo o corticosterone, distinti in recettori per i mineralcorticoidi (MR), ad alta affinità ed espressi soprattutto nell ippocampo, e recettori per i glucocorticoidi (GCR), con affinità per gli stessi 10 volte inferiore rispetto ai precedenti, particolarmente abbondanti nell ipotalamo, nell ipofisi e nella corteccia frontale. La secrezione di cortisolo rimane relativamente costante con il passare degli anni con tendenza anzi all aumento dei livelli ematici soprattutto durante le ore serali e notturne, mentre al contrario il pattern secretorio del DHEA e del DHEAS mostra un chiaro declino età-correlato. Questa modificazione etàdipendente della secrezione corticosurrenalica, pur non raggiungendo generalmente l evidenza clinica, espone tuttavia l anziano agli effetti catabolici a livello periferico e neurotossico nel SNC di concentrazioni anche solo relativamente aumentate di cortisolo, non controbilanciate da adeguati livelli di DHEAS. La secrezione di DHEA, che raggiunge il picco tra la fine della pubertà ed i 25-30 anni per poi diminuire, rientrerebbe sicuramente tra i parametri utilizzabili per stabilire la reale età biologica di una persona. • Rispetto ai giovani di controllo, gli anziani sani e dementi presentavano valori di cortisolo significativamente più elevati durante le ore serali e notturne, cioè nel periodo di massima sensibilità dell asse agli input stimolatori ed inibitori. Al contrario, la secrezione di DHEAS diminuiva significativamente in funzione dell età e risultava ancora più compromessa in presenza di demenza senile. In effetti, in considerazione del potenziale neurotossico del cortisolo, che favorisce la degenerazione e la morte neuronale in particolare a livello ippocampale, e del ruolo protettivo del DHEAS sulla sopravvivenza neuronale e gliale, appare evidente come il progressivo incremento del rapporto cortisolo/DHEAS possa svolgere un ruolo importante nella patogenesi delle malattie neurodegenerative dell anziano. Il deficit cognitivo è caratterizzato da una iperproduzione di TNFa da parte delle cellule Natural Killer (NK), correlata alla ridotta sensibilità al feedback steroideo, e dal mancato effetto soppressivo dei glucocorticoidi sul rilascio di TNFa e di IFNg dalle cellule NK. Queste modificazioni immunoneuroendocrine potrebbero svolgere un ruolo patogenetico nella comparsa e progressione dei processi neurotossici/apoptotici dei neuroni colinergici Rapporto molare cortisolo/DHEAS. Androgeni • Nell organismo femminile i principali sono il Testosterone, l Androstenedione ed il Deidroepiandrosterone solfato (DHEAS) principalmente corticosurrenalico. Essi agiscono attraverso i recettori intracellulari specifici; il testosterone non è l ormone attivo a livello recettoriale, ma bensì lo è il diidrotestosterone (DHT), che si forma nella cellula bersaglio in seguito a riduzione enzimatica operata dalla 5riduttasi. Nell uomo, in alcuni tessuti (pelle, prostata e vescicole seminali), il Testosterone agisce praticamente come preormone, in quanto a livello cellulare l azione viene svolta dal DHT. In altri organi il Testosterone esercita invece la sua azione androgena direttamente. L attività biologica degli altri androgeni come l Androstenedione, il Deidroepiandrosterone solfato e l Androsterone, confrontata con quella del Testosterone, è molto ridotta (da 5 a 20 volte). • Nell uomo il Testosterone, prodotto dalle cellule di Leydig nei testicoli, stimola la spermatogenesi, la crescita e la funzione delle ghiandole sessuali secondarie e la crescita dei peli; agisce inoltre da anabolizzante sui muscoli e sulle ossa. Il Testosterone è veicolato nel circolo sanguigno da una b globulina, designata con il nome di Testosterone binding globulin (circa il 98 % è legato). La quota libera è considerata la parte metabolicamente attiva dei livelli totali di Testosterone. Il DHEAS e l Androstenedione vengono elaborati nella zona reticolare del corticosurrene attraverso la via biosintetica che parte dal Pregnenolone ed arriva al Testosterone. • L Androstenedione da origine a quella piccola parte di Testosterone secreta dal corticosurrene mentre a livello testicolare è un prodotto di trasformazione del Testosterone stesso. E il più importante androgeno secreto dall ovaio e ciò avviene da parte delle cellule luteiniche e della granulosa. Può essere eliminato sotto forma di estere dell acido glucuronico e/o solforico oppure, dopo varie trasformazioni, entra a fare parte del gruppo dei 11 ossi 17 chetosteroidi. Durante il ciclo mestruale i livelli aumentano in fase preovulatoria (quando il contributo ovarico è preponderante); anche per l androstenedione esiste un ritmo circadiano analogo a quello del • Il Deidroepiandrosteronesolfato (DHEAS) è un ormone secreto sotto forma di solfato (coniugazione in C3), in massima parte dalla corteccia surrenale: i suoi precursori si possono considerare il Colesterolsollfato, il Pregnenolonlsolfato e il 17aOHProgesteronesolfato. Il DHEAS viene eliminato con le urine dove costituisce la quota maggiore dei 17a chetosteroidi. Il ruolo del DHEAS nell ambito della ghiandola surrenale è quello di effettore enzimatico in quanto, in equilibrio con il DHEA (non coniugato), regola l attività di due enzimi di fondamentale importanza per la biosintesi steroidea surrenale: la 3bdeidrogenasi e la 11-bidrossilasi. Un altro importante ruolo intrasurrenale è quello di substrato (per l Androstenedione e quindi per il Testosterone) e di prodotto di detossicazione della ghiandola surrenale, interpretabile come riserva e come scarico metabolico della corteccia surrenale. • Il DHEAS si può inoltre considerare un precursore degli Estrogeni a livello placentare, dove viene concentrato sia il DHEAS proveniente dalla corteccia surrenale fetale, sia quello che si forma dalla steroidogenesi placentare. I livelli di concentrazione nell adulto rimangono pressoché costanti fino a 45-50 anni, dopodiché si ha un progressivo decremento. • Il Diidrotestosterone (DHT) è l androgeno più potente. Viene secreto direttamente dal surrene e dall ovaio, oltre che derivare in parte dalla conversione periferica del Testosterone. Nei tessuti viene metabolizzato a sua volta in Androstenediolo. Il DHT aumenta progressivamente dalla nascita fino alla fine della pubertà. Non ci sono significative modificazioni dei suoi livelli plasmatici durante il ciclo * * * * * biosintesi degli androgeni a partire dal colesterolo * * metabolismo degli androgeni Asse ipotalamo-ipofisi-tiroide • Ogni tappa della biosintesi e della liberazione degli ormoni tiroidei è regolata dalla secrezione di tireotropina (TSH) da parte dell ipofisi anteriore, a sua volta sottoposta all azione stimolatoria del Thyreotropin Releasing Hormone (TRH), l ormone ipotalamico di rilascio della tireotropina. La secrezione di TSH è frenata da incrementi anche molto piccoli dei livelli circolanti di ormoni tiroidei e incrementata da riduzioni anche lievi della concentrazione di T3 e di T4, cosicché la fisiologica produzione di ormoni tiroidei varia entro limiti piuttosto ristretti. Nell organizzazione fisiologica dell asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, si riconosce al TRH il ruolo di stabilire il set point della regolazione da parte degli ormoni tiroidei sulla secrezione di TSH. • La T4 viene poi convertita in T3 a livello di diversi tessuti, ad opera di specifiche monodeiodasi. È noto che gli ormoni tiroidei sono potenti modulatori della termogenesi adattativa, influenzando numerosi aspetti del metabolismo energetico e inoltre svolgono un ruolo di primaria importanza nello sviluppo fisico e mentale, non solo in utero o durante l infanzia, ma anche nell adulto. I recettori nucleari per la T3 sono infatti ampiamente rappresentati nel sistema nervoso centrale, ed in particolare nei neuroni, con maggiori concentrazioni nell amigdala e nell ippocampo, dove più della metà della T3 presente deriva dalla deiodazione locale della T4 per azione della desiodasi di tipo II. • Anche nell anziano la funzione tiroidea è stata oggetto di numerosi studi, motivati sia dall importanza degli ormoni tiroidei per l omeostasi dell organismo, sia dalle similitudini esistenti tra i segni e sintomi dell ipotiroidismo e le caratteristiche cliniche dell invecchiamento. I risultati di questi studi, tuttavia, sono piuttosto discordanti sia per i dati concernenti le modificazioni morfologiche della tiroide sia per i livelli ematici ed il metabolismo degli ormoni tiroidei. L invecchiamento fisiologico non sembra quindi associarsi a modificazioni significative della funzione tiroidea. Correlazioni lineari tra età e funzione tiroidea. • LA FITOTERAPIA ALLA LUCE DELL ENDOCRINO SENESCENZA • ~ Le piante medicinali attive sulla tiroide. • ~ Pregnenolone, GH, Dhea: le sostanze naturali ad azione stimolante. • ~ Piante medicinali ed ormoni femminili. • ~ Piante medicinali ed ormoni maschili. • ~ Trattamento fitoterapico dell insulino resistenza. • • LA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA • ~ Gli ormoni bio-identici. • • ESERCIZIO FISICO E IMPATTO SULL ASSETTO ORMONALE • • IMPORTANZA DELLA LUCE E DEL SONNO • I TEST DEI POLIMORFISMI GENETICI • ~ Polimorfismi genetici che predispongono ai disturbi neurologici e alla malattia di Alzheimer. • ~ Polimorfismi genetici che predispongono alle malattie cardiovascolari. • ~ Polimorfismi genetici che predispongono al cancro della prostata. • ~ Polimorfismi genetici degli ormoni steroidei che predispongono al cancro della mammella. • ~ Prevenzione e trattamento. • ~ Polimorfismi genetici che predispongono all osteoporosi: Prevenzione e trattamento. • • • • • LA NUTRIZIONE ANTIAGING ~ Importanza fisiologica dell indice glicemico dietetico. ~ Indice glicemico dietetico: implicazione del cuore. ~ Carico glicemico nella dieta: infiammazione silente. ~ Gli acidi grassi omega 3, azione antinfiammatoria e Anti-Aging. • ~ Dieta e risposte ormonali. • • NUTRIZIONE E SISTEMA ENDOCRINO • ~ L importanza della forma fisica per la salute e la longevità. • ~ I cibi tossici. • DEI DISTURBI PISCHICI E SESSUALI • ~ Effetti della terapia ormonale sulla stanchezza cronica. • ~ Effetti della terapia nutrizionale sulla stanchezza cronica. • ~ Effetti della terapia ormonale sulla depressione. • ~ Effetti della terapia nutrizionale sulla depressione. • ~ Effetti della terapia ormonale sul sonno. • ~ Effetti della terapia nutrizione sul sonno. • ~ Effetti della terapia ormonale sulla sessualità. • ~ Effetti della terapia nutrizionale sulla sessualità. • ~ Effetti della terapia ormonale sulla memoria. • ~ Effetti della terapia nutrizionale sulla memoria. • • Nell organismo giovane-adulto efficiente controllo omeostatico delle funzioni vitali e capacità di adattamento a variabili dipendenti dall interazione gene ambiente, come la brusca interruzione della produzione di estrogeni e progesterone in menopausa, e il declino continuo della secrezione surrenalica di Dihydro-Epiandosterone (DHEA) e del suo solfato (DHEAS), ben evidente in entrambi i sessi. L invecchiamento si associa ad una serie di modificazioni nella composizione corporea e a declino dello stato funzionale: riduzione della massa e della forza muscolare, aumento della componente adiposa. Maggior rischio di fragilità, cadute, fratture e comorbilità. A livello periferico lo squilibrio tra fattori anabolici e catabolici favorisce l insorgenza di osteoporosi e di atrofia muscolare, nonché la tendenza alla centralizzazione dell adipe, responsabili di disabilità, patologie cardiovascolari e diabete mellito; Nell invecchiamento la riduzione dei tassi di secrezione ormonale viene in gran parte compensata dalle contemporanee modificazioni del volume di distribuzione, dell emivita biologica, del trasporto ematico e del metabolismo ormonale, nonché dei rapporti fra ormoni e recettori specifici, riconducibili essenzialmente a variazioni dei rapporti fra segnali nervosi e segnali endocrini, piuttosto che a primitive alterazioni delle strutture endocrine. • L invecchiamento è associato ad infiammazioni croniche multiple di basso grado (inflammaging) • L assetto genetico costituzionale e l infiammazione cronica sistemica interagiscono nel provocare danni tessutali permanenti a lungo termine. In particolare, le variazioni geniche correlate alla produzione delle citochine influenzano il rischio di mortalità e di patologie legate alla senescenza. Studio su centenari siciliani, un notevole incremento della trascrizione genica e della produzione di Interleuchina 10 rispetto ad individui giovani di controllo. IL-10 è nota citochina ad azione antinfiammatoria. La presenza di un genotipo antinfiammatorio nei centenari suggerisce che l infiammazione cronica rappresenti un fondamentale marker predittivo di mortalità e morbilità nella senescenza. Non esistono geni della senescenza ("senescence genes"), bensì un pattern geni che assicurano la longevità ("longevity assurance genes"). • TEORIA DELLO STRESS OSSIDATIVO • In condizioni fisiologiche gli organismi viventi "aerobi" producono "radicali liberi dell ossigeno, con danno irreversibile delle strutture biologiche. Ai radicali liberi si oppongono i cosiddetti "meccanismi antiossidanti" (enzimatici: superossidodismutasi, catalasi, glutatione perossidasi; non enzimatici: vitamina E, vitamina C, beta carotene). Quando questo stato di equilibrio si altera, si determina lo stato di "stress ossidativo che, persistendo cronicamente, causa progressivo invecchiamento organico. • TEORIA DEL DANNEGGIAMENTO DEL DNA • Il DNA può essere danneggiato da una vasta serie di agenti, di origine esogena ed endogena. Le cellule dispongono di una serie di meccanismi per riparare tali danni, evitando, così, la trascrizione degli stessi sull RNA e nella sintesi di proteine. La capacità di riparazione del DNA sarebbe positivamente correlata alla longevità in alcune specie di Mammiferi. Essa si ridurrebbe progressivamente con l invecchiamento, determinando un graduale aumento del numero di errori. • TEORIA NEURO-ENDOCRINA • La senescenza è interpretata come l espressione di una progressiva disregolazione del Sistema Neuroendocrino, sistema integrato di adattamento a stimoli stressogeni esterni, finalizzato al mantenimento dell equilibrio omeostatico dell organismo. Numerose sono le modificazioni, riscontrate in corso di senescenza, che potrebbero supportare questa teoria. Tuttavia, è difficile stabilire quanto sia causa e quanto conseguenza del processo di invecchiamento. • TEORIA IMMUNOLOGICA • L invecchiamento è conseguenza della disregolazione del Sistema Immunitario, con produzione di autoanticorpi e ridotte capacità di difesa verso aggressioni esogene. TEORIA UNIFICANTE • La teoria attualmente accettata, definita "unificante", rappresenta una moderna sintesi delle precedenti. Nessuna delle teorie su esposte è in grado isolatamente di spiegare il fenomeno dell invecchiamento nella sua complessità, pur contenendo elementi di validità. Secondo questa ipotesi si accetta a priori che l invecchiamento dipenda da fattori sia genetici che ambientali. L organismo, esposto all azione di agenti lesivi, sia endogeni che esogeni, tenta di eliminarli e di mantenere l omeostasi. Le cellule hanno, quindi, sviluppato una serie di meccanismi di difesa e di riparazione ("network antiinvecchiamento ). L ipotesi prevede che l invecchiamento sia dovuto al deterioramento del network e che la diversa longevità delle varie specie dipenda dal livello di efficienza di questo sistema, controllato, a sua volta, dai geni. • Importanti osservazioni sono state recentemente addotte a supporto del concetto che la senescenza sia caratterizzata dal progressivo incremento dei livelli di infiammazione cronica sistemica. La ricerca denominata the INCHIANTI study , conclusa nel 2004, indica che i soggetti anziani presentano aumentata produzione e livelli elevati di IL-6, PCR e IL-1 versus soggetti giovani in buona salute. L infiammazione cronica è associata significativamente alla riduzione della performance fisica. Con l avanzare dell età, risulta evidente la disregolazione di alcune citochine proinfiammatorie. Nella regolazione della risposta infiammatoria allo stress fondamentale il ruolo della IL-1e TNF-alfa che la promuovono e dell IL-10, che la smorza . A normal wild type male mouse is shown to the left and a mouse with IL-6 gene knockout is shown to the right. Esercizio fisico e invecchiamento L esercizio fisico ha un effetto diretto sul macchinario molecolare del cervello. Far correre topi o ratti in modo volontario su una ruota evita lo stress da corsa forzata e l esercizio volontario aumenta la produzione di brain-derived neurotrophic factor (BDNF) e di altri fattori neurotrofici. Il BDNF è una piccola proteina secreta dai neuroni, appartiene alla famiglia delle neurotrofine il cui capostipite è nerve growth factor (NGF). Esse possono stimolare la genesi di nuove cellule neuronali e aumentare la resistenza del cervello al danno supportando la sopravvivenza e la crescita neuronale. Inoltre, il BDNF aumenta l apprendimento e le prestazioni mentali in quanto regola l efficacia delle sinapsi e della plasticità cerebrale. La risposta all esercizio fisico non è ristretta ai sistemi motorio-sensitivi come il cervelletto, le aree motorie e sensitive primarie della corteccia o i gangli della base. Anzi la corsa volontaria sulla ruota aumentava i livelli di BDNF nell ippocampo, una struttura associata con le funzioni cognitive superiori. • I livelli di BDNF dopo la corsa rimangono elevati anche dopo settimane nel midollo spinale, cervelletto e corteccia cerebrale. Poiché anche l apprendimento fa aumentare il BDNF, e viceversa, stimoli che inducono la produzione di BDNF, come l esercizio fisico, possono aumentare l apprendimento. La corsa aumenta una forma di memoria a lungo termine chiamata Long Term Potentiation (LTP) e aumenta la capacità di ricordare dei punti di riferimento geografici per orientarsi nello spazio. • Recentemente, l analisi genomica (microarray di oligonucleotidi ad alta densità) ha dimostrato che, oltre ad aumentare i livelli di BDNF l esercizio induce l espressione di altri geni noti per la loro capacità plastica del cervello. Altri fattori trofici indotti nell ippocampo dall esercizio fisico, tra i quali il nerve growth factor (NGF) e il fibroblast growth factor-2 (FGF-2), subiscono aumento transitorio e meno robusto del BDNF. In conclusione, l esercizio fisico rappresenta un semplice mezzo per preservare le funzioni cerebrali e promuovere la plasticità del cervello attraverso il mantenimento di livelli elevati di BDNF nelle cellule nervose. Tutte le neurotrofine codificano per una pre-pro-proteina poi traslocata nel reticolo endoplasmatico e processata da proteasi a dare un prodotto maturo. La loro specificità dipende dall attivazione di tre differenti recettori tirosin-chinasici, ognuno specifico per una o più neurotrofine, che a loro volta attivano diverse risposte all interno della cellula. Un altro recettore comune a tutte le neurotrofine, e in particolare alla sequenza della pro-proteina è p75, responsabile dell attivazione di altri pattern di risposta cellulare.