FARMACI E GUIDA Introduzione La strada costituisce l’ambiente di lavoro per alcune figure professionali quali gli autotrasportatori, gli agenti di commercio e gli autisti di mezzi pubblici. L’incidente stradale rappresenta per essi il più importante rischio di infortunio. Molti incidenti però si potrebbero prevenire poiché alcune delle cause che li provocano sono l’imprudenza e l’errore umano. La guida è un’attività umana molto comune ma nello stesso tempo complessa, perché è il risultato dell’interazione fra più componenti: la condizione psicofisica dell’autista, lo stato del manto stradale, la situazione climatica, la sicurezza del mezzo utilizzato, il traffico veicolare, il verificarsi di imprevisti di qualunque genere. Sul banco degli imputati troviamo spesso l’alcol, ma non tutti sono pienamente consapevoli del fatto che anche molti farmaci possono interferire negativamente con la capacità di guida. Pur ammettendo un probabile ruolo dei farmaci nel determinare gli incidenti stradali, è difficile quantificare con precisione l’influenza che essi hanno sulla capacità di guida. Conoscere meglio questo problema significa dare un piccolo ma rilevante contributo alla prevenzione degli incidenti. Si tratta di un problema piuttosto complesso perché sono numerosissime le sostanze che potenzialmente sono in grado di compromettere la capacità di guida. Inoltre quella che viene definita come diminuita capacità di guida potrebbe nascondere distrazione, emozione o affaticamento del conducente e non avere nulla a che vedere con i farmaci esaminati. Pur con queste difficoltà di valutazione, è possibile delineare un quadro dei farmaci che possono compromettere la capacità di guida e impongono quindi un atteggiamento di particolare cautela, soprattutto alle prime somministrazioni, quando non è ancora chiaro come il proprio organismo reagirà ad una nuova sostanza. EFFETTI TERAPEUTICI - EFFETTI COLLATERALI I farmaci vengono assunti per ottenere un effetto terapeutico, però può capitare che, oltre agli effetti che desideriamo ottenere (effetti terapeutici, effetti voluti) ne possono insorgere anche degli altri, gli effetti indesiderati o collaterali, che sono il prezzo da pagare per ottenere l'effetto terapeutico. Non sempre sono ben distinti uno dall'altro: infatti spesso il passaggio dall'effetto voluto a quello indesiderato è sfumato. Si pensi ad esempio ai farmaci ansiolitici (detti comunemente anche tranquillanti): il loro effetto è proprio quello di sedare, di tranquillizzare la persona che li assume, quindi non deve stupire che possano anche indurre sonnolenza o rallentamento dei riflessi. Ognuno di noi reagisce in modo diverso all'assunzione di sostanze farmacologiche: proprio per questo un singolo principio attivo può indurre un certo effetto su alcuni individui, mentre su altri può non indurlo. Inoltre lo stesso effetto può manifestarsi in modo più o meno accentuato. Questo accade perchè l'effetto di una sostanza dipende da molte variabili solo in parte prevedibili: la dose assunta, il peso del soggetto, la via di somministrazione (per bocca, intramuscolare, endovenosa, rettale, topica), le condizioni di salute del soggetto, le sue caratteristiche genetiche. Un singolo principio attivo inoltre può determinare un ampio numero di effetti indesiderati, che possono comparire singolarmente o sommarsi e combinarsi fra loro nei modi più svariati. Si possono individuare due gruppi di effetti collaterali che sono in grado di influenzare negativamente la capacità di guidare un veicolo: · Effetti sul sistema nervoso centrale · Effetti oculari EFFETTI SUL SISTEMA NERVOSO CENTRALE Tali effetti possono interferire con la guida perché influenzano le attività e le funzioni svolte o organizzate dal nostro cervello. Sono stati individuati cinque sottogruppi di effetti indesiderati, che meritano una breve spiegazione: ASSOPIMENTO, SONNOLENZA, SEDAZIONE: Sono i più frequenti e pericolosi; assopimento e sonnolenza corrispondono ad uno stato di torpore fisico-psichico, accompagnato al desiderio di dormire; la sedazione è una condizione psichica di calma e tranquillità. Tutti portano ad un rallentamento dei riflessi e della capacità di reagire agli stimoli esterni e agli imprevisti. CONFUSIONE, SENSORIO OBNUBILATO: E' uno stato mentale caratterizzato da annebbiamento del pensiero, offuscamento, forte indebolimento delle capacità intellettive; impedisce di essere lucidi nei ragionamenti e di prendere una decisione in pochi attimi che ci potrebbero evitare un incidente o salvare la vita. DISORIENTAMENTO: E' la mancanza di orientamento nel tempo e nello spazio. VERTIGINE, CAPOGIRO, STORDIMENTO: La vertigine è una sensazione che tutto ciò che ci circonda si muova rispetto a noi (vertigine oggettiva), oppure possiamo essere noi in movimento rispetto al mondo (vertigine soggettiva); per capogiro si intende un giramento di capo, un senso di stordimento con o senza vertigini; lo stordimento è una diminuzione delle normali capacità psichiche e in particolare della capacità di agire e reagire. ALLUCINAZIONE: E' un fenomeno psichico anormale per cui un individuo percepisce come reale ciò che è solo immaginario. Le allucinazioni possono interessare l'apparto visivo, uditivo, olfattivo, gustativo. Quelle più frequenti e che ci interessano per l'influenza negativa sulla guida sono le allucinazioni visive: spaziano dalle più semplici (scintille, stelle luminose o colorate) alle più complesse (veri e propri oggetti o esseri viventi con caratteristiche normali o deformate). EFFETTI OCULARI ANNEBBIAMENTO VISIVO: Questo gruppo comprende tutti i disturbi che danno come risultato finale una visione offuscata, confusa e velata delle immagini. DIPLOPIA, CICLOPLEGIA: La diplopia è un fenomeno visivo per il quale si vedono doppie le immagini; la cicloplegia è una paralisi dell’accomodazione; in realtà anche questi fenomeni sono causa di annebbiamento visivo, e si potrebbero anche ricondurre al primo gruppo. EMERALOPIA: E' la difficoltà ad adattare la visione alla luce scarsa o crepuscolare, nonostante la visione diurna sia normale. DIFETTI DI CAMPO VISIVO: Lo spazio, i confini, i limiti della visione hanno un perimetro diminuito o diverso rispetto al normale. SCOTOMI, AMBLIOPIA: Si definisce scotoma una riduzione circoscritta della sensibilità luminosa nel campo visivo; può essere negativo se non è avvertito dal soggetto ma è messo in evidenza solo con un esame del campo visivo, o positivo, se è percepito come un ombra o una sensazione di luci e colori, che disturba la visione; il termine ambliopia significa diminuzione del visus; nonostante il significato generico è oggi considerata una diminuzione della vista senza lesioni apprezzabili dell’occhio e non correggibile mediante lenti. FARMACI E ALCOL Nella società occidentale il consumo di alcool è comune, così come lo è quello di sostanze farmacologiche. Per questo è frequente che avvenga l’ assunzione concomitante di entrambi. Le conseguenze di questa combinazione variano con le dosi assunte di farmaco e di alcool, con la via di somministrazione e gli effetti farmacologici della sostanza medicinale, con le differenze esistenti tra un individuo e l’altro, dovute anche all’età, al sesso e alla contemporanea assunzione di cibo. L’interazione fra alcool e farmaci può avere diverse conseguenze: l’alcol può alterare/accentuare l’effetto del farmaco, il farmaco può alterare/accentuare l’effetto dell’alcool, o possono avvenire entrambe le cose. L’interazione con l’alcol è dovuta specialmente a sostanze psicoattive (antidolorifici, antidepressivi, ipnotici/ansiolitici ed antipsicotici) cioè sostanze che hanno, come l’alcool, effetti sul cervello e provocano quindi una depressione delle funzioni cerebrali Perché e come avviene l’interazione fra alcol e farmaci? Per comprenderlo meglio è opportuno spiegare a grandi linee il percorso compiuto dall’alcool nel nostro organismo. L’alcool è assorbito rapidamente nel tratto gastrointestinale (nello stomaco e soprattutto nell’intestino tenue) quando assunto da solo, un po’ meno se viene ingerito assieme ad un pasto. Si distribuisce, trasportato dal sangue, a tutti i nostri organi influenzando le funzioni specialmente del cervello. Su quest’organo infatti ha un’azione eccitante e, a dosi più elevate, sedativa. Poi viene metabolizzato (cioè trasformato chimicamente in altre sostanze) prevalentemente a livello del fegato, attraverso diverse vie. Infine avviene l’eliminazione dell’alcool stesso o dei suoi metaboliti (sono le sostanze che derivano dal metabolismo dell’alcool) attraverso urine e aria espirata. L’interazione fra l’alcool e i farmaci ha le sue ragioni soprattutto nella fase metabolica: infatti l’alcol può competere per le stesse vie metaboliche con alcuni farmaci, cioè può avvenire che un farmaco e l’alcool si “rubino” il posto nel fegato per essere trasformati in altre sostanze. Se un farmaco riesce a sottrarre il posto all’alcol nella via metabolica, ne allunga i tempi di permanenza nell’organismo, e viceversa. Quindi l’assunzione contemporanea di farmaci ed alcool può avere degli effetti che non solo si sommano ma che anche si moltiplicano a vicenda CONSIGLI UTILI: · Se c’è in programma di cominciare a prendere una nuova medicina non farlo proprio quando ci si deve mettere alla guida di un veicolo: è meglio prima verificare come reagirà il nostro organismo. · Se si deve assumere un nuovo farmaco chiedere informazioni al proprio medico e/o al farmacista sugli effetti collaterali che può provocare che possono influire sulla capacità di guidare. · Leggere attentamente il foglietto illustrativo dei farmaci che si prendono abitualmente ricercando soprattutto gli effetti sul sistema nervoso centrale e visivi per sapere se si corre qualche rischio durante la guida. · Se è proprio necessario assumere una delle sostanze che possono interferire con la guida per i loro effetti collaterali, prestare molta attenzione e fermarsi immediatamente in caso di sonnolenza, confusione, capogiri, annebbiamento visivo… · Non bere alcolici se si deve guidare. · Non bere alcolici se si deve guidare soprattutto se si assume una terapia farmacologia. DEFINIZIONE DI FARMACO Un farmaco è una sostanza che può aiutarci a combattere una malattia o a controllare alcune manifestazioni di questa. Una sostanza farmacologica può essere identificata con un principio attivo che è la componente che ne determina l'azione; ogni principio attivo può trovarsi in commercio con nomi diversi (nomi commerciali) poichè è possibile che a produrlo siano molte case farmaceutiche o che sia associato ad altre sostanze. Ad esempio l'acido acetilsalicilico è un principio attivo al quale corrispondono, solo in Italia, più di venti specialità medicinali: noi lo conosciamo soprattutto come Aspirina, ma lo contengono anche: Acesal, Aspirinetta, Aspro, Bufferin, Cardioaspirin, Cemirit, Kilios, Alupir, VivinC, Aspiglicina, Cafiaspirina, Viamal, Ascriptin, Alkaseltzer, Alsogil, Neouniplus, Drin, Verdal...