Conservatorio “Luigi Cherubini” - Firenze SEMINARIO nell’ambito del progetto IL CORPO/LA LUCE/IL SUONO ARTE E CERVELLO neuroscienze e riflessioni verso una neuroestetica Docenti: prof. Lamberto Maffei prof.ssa Nicoletta Berardi dott.ssa Laura Baroncelli dott. Alessandro Sale (Istituto di Neuroscienze del CNR/Università di Firenze) Presentazione Realtà e mondo interiore La natura è sempre stata fonte di ispirazione, di contemplazione, di stupore… c’è un’energia magica, fantastica in ciò che possiamo percepire soltanto aprendo gli occhi... una visione che non può non turbare la nostra mente, la nostra coscienza, la stessa percezione di noi… così si crea questo speciale feedback “dentro-fuori” o meglio ancora, questa congiunzione, questa continuità fra il mondo esterno e il nostro mondo interiore. Nell’esperienza comune: • il mondo esterno spesso è vissuto come reale, concreto, solido, fisico, perfino vero… • il mondo interiore, al contrario, è vissuto spesso come immaginario, etereo, fatto di pensiero, di “sostanza mentale”, perfino non vero… in questa scissione risiede forse l’opposizione concettuale tra oggettivo e soggettivo, gli altri ed io. La nostra conoscenza, la nostra scienza, sono in sostanza lo studio, l’analisi, la comprensione e la descrizione del mondo esterno oggettivo separandolo dal mondo interiore soggettivo. La fisica, lo studio dell’universo, della materia, delle relazioni e dei processi che la animano sono una prassi esistenziale che ha caratterizzato la specie umana almeno negli ultimi millenni.. la scoperta di altri mondi, lo studio dei corpi celesti, dei loro movimenti e delle loro relazioni ha sedotto e ispirato, talvolta perfino guidato, la mente umana... ma questa conoscenza dove si attua? dove si concretizza? dove prende forma? dove diviene sostanza? Oggi possiamo supporre che alla fine, ogni processo di conoscenza, si svolge nelle configurazioni neurali della nostra mente, si concretizza in pensieri che altro non sono che attività di cellule e particelle di materia del nostro cervello... così ogni sapere, ogni conoscenza, ogni scienza, ogni religione, è alla fine un’attività mentale, attività di scariche neurali, impulsi elettrici che scorrono negli assoni e nei dendriti dei nostri neuroni. Là, in quei luoghi nascosti della nostra mente, del nostro cervello, si annidano, si svelano e si attuano i moti di Saturno, le fasi della Luna, l’antimateria, le macchie solari, la velocità della luce, le orbite degli elettroni in un atomo, la gravitazione cosmica, l’amore, il dolore, la lealtà, l’inganno ed ogni altro pensiero ed emozione che colleghi e sviluppi queste ed altre “verità”. Le immagini “reali” che noi abbiamo del mondo, l’albero davanti casa, l’ombra sul marciapiede, lo spigolo acuminato del cancello, la solidità di un tavolo, sono anch’esse, alla fine, espressione di questa attività mentale. Dunque, ogni indagine sul mondo, ogni contemplazione dell’universo altro non può essere che un’indagine nel proprio mondo interiore, nella propria mente, dando vita a percorsi neurali e a sensazioni reali che in nessun altro luogo per noi possono formarsi, in nessun altro luogo per noi possono accadere... di fatto, ogni realtà per noi non può che vivere nella nostra mente, non può che attuarsi là. L’arte come mimesi della natura, non può che essere espressione della nostra realtà interiore, della nostra condizione di “esseri pensanti”, portatori ciascuno del proprio mondo, di un proprio universo da cui non possiamo fuggire, a cui non possiamo sottrarci, a cui ispiriamo, e da cui traiamo, ogni nostro gesto, ogni nostro istante di coscienza, ogni nostro senso. Vorrei dirigere lo sguardo in profondità e riuscire così ad osservare e ad afferrare quel filo sottile che unisce la dimensione logica ad un gesto di poesia, ad una vibrazione interiore capace di cogliere una verità nascosta nelle pieghe dell’accadere stesso della realtà. Il legame profondo che unisce queste dimensioni è proprio nella sostanza della psiche che poi è l’humus comune in cui, tutte quelle umane energie, trovano la loro origine, la loro espressione, la loro realtà. È così che il pensiero matematico, la mente logica, la mente tecnologica, coincidono con ciò che attiene alla sfera umana delle emozioni, dei sentimenti, dello stupore: coincidono perché sono tutti elementi della stessa sostanza. Tutto ciò che noi possiamo sapere o raggiungere del mondo, della realtà, vive nella nostra psiche, lì è il nostro mondo, l’unico mondo possibile. Ciò che non appartiene alla nostra psiche è per noi del tutto invisibile, irraggiungibile, potremmo perfino dire inesistente. Ci appare così immanente la straordinaria coincidenza fra tutto ciò che esiste e la nostra coscienza, la nostra psiche, il nostro pensiero. L’universo, così come lo conosciamo, è totalmente espressione del nostro pensiero, del nostro stesso essere. Ed è in questa dimensione che si esprime il legame profondo tra emozione, arte, pensiero matematico, tecnologia. C’è dunque un’emozione profonda nella nostra mente che risuona, che si sveglia talvolta, davanti a qualcosa di cui possiamo avere coscienza, di cui possiamo percepire l’esistenza. Quando l’esistenza stessa di questa realtà si fa perno che solleva nella nostra psiche una parte di essa, una parte fino a quel momento dormiente o addirittura mai nata, allora, è una sorta di rivelazione, qualcosa di insinuante che si fa strada nella nostra mente, una sorta di epifania, che, attivando aspetti sconosciuti del nostro pensiero, del nostro stesso essere, si colloca in una dimensione talvolta perfino mistica, divina. Così, Pierpaolo Pasolini, nel suo film “Medea” fa dire al Centauro Chirone mentre racconta a Giasone, ancora bambino, la vicenda del Vello d’oro: “Tutto è santo! Tutto è santo! Tutto è santo! Non c'è niente di naturale nella natura, ragazzo mio, tienilo bene in mente. Quando la natura ti sembrerà naturale tutto sarà finito e comincerà qualcos'altro, addio cielo, addio mare... Guardati alle spalle, che cosa vedi? Ha forse qualcosa di naturale? No, è un'apparizione quella che tu vedi alle tue spalle, con le nuvole che si specchiano nell'acqua ferma e pesante delle tre del pomeriggio. Guarda laggiù, quella striscia nera sul mare lucido e rosa come l'olio. Quelle ombre di alberi e quei canneti. In ogni punto in cui i tuoi occhi guardano è nascosto un dio e se per caso non c'è, ha lasciato lì i segni della sua presenza sacra, o silenzio, o odore di erba, o fresco di acque dolci..." Ecco, l’inizio di ogni cosa è qui! Qui, il sentire della mente diviene condizione immanente nella vita di ogni giorno, come ogni altra funzione vitale, scoprendo in essa la reale ed unica possibilità di conoscenza. Questo è lo stupore profondo, la poesia che si intreccia nelle trame del caos e dell’irrazionale. Nel caos si annidano le leggi misteriose che legano ogni cosa esistente ad ogni altra, in un flusso immenso e sfuggente, intrattenibile e ammaliante, capace con la sua forza inesorabile di sedurre e di attrarre la nostra mente, capace perfino di giustificarla. Non ci sorprenda, dunque, il desiderio di avvicinare l’emozione, la dimensione estetica e poetica, a formule matematiche o perfino a tecnologie elettroniche e digitali, perché anche queste respirano lo stesso profumo dell’universo psichico a cui appartiene la nostra coscienza. Neuroscienze e riflessioni verso una neuroestetica “Vedere è già un processo creativo, che richiede molto sforzo”… questa l’intuizione che Henri Matisse scrisse (ben prima degli scienziati) che, in qualche modo, spiega il ruolo del cervello nel processo di percezione/creazione della realtà. La visione è quindi un processo attivo come lo sono le altre nostre attività percettive. Questo è il campo di ricerca che le neuroscienze esplorano giungendo così negli ultimi anni, attraverso gli studi di Semir Zeki a Londra e a Berkeley e di Lamberto Maffei in Italia, alla nascita di una neuroestetica. Cos’è la neuroestetica? Così risponde in un’intervista Semir Zeki, il celebre neurologo, fondatore della neuroestetica: “Si tratta di un campo relativamente nuovo, il cui obiettivo è esplorare l’attività cerebrale che sta alla base della creatività e del godimento dell’arte. La sua premessa fondamentale consiste nel fatto che tutta l’attività umana è un risultato dell’attività del cervello e obbedisce alle leggi del cervello. Per questo, solo comprendendo le basi neuronali della creatività e dell’esperienza artistica possiamo sviluppare una valida teoria estetica. Ciò è possibile grazie agli spettacolari progressi compiuti dalle neuroscienze negli ultimi vent’anni. Oggi possiamo chiederci quali sono le condizioni neuronali coinvolte nell’esperienza soggettiva della bellezza. Tra le acquisizioni principali della neuroestetica spicca la convinzione che i nostri cervelli (almeno a un certo livello) siano organizzati fondamentalmente nello stesso modo. Ma è anche ovvio che persone diverse dinanzi alla stessa opera d’arte rispondono in maniera diversa. La variabilità umana è un tema poco studiato in genere, e io spero che la neuroestetica possa dare un contributo in questo senso”. L’arte è l’esperienza dell’espressione, della comunicazione, della condivisione ed è dunque fondamentale interrogarsi sui meccanismi che costituiscono il pensiero, espressione razionale e logica del mondo emozionale interiore ed espressione della realtà vissuta. A questo proposito lo scienziato neurobiologo Lamberto Maffei ne “Il cervello collettivo” scrive: “Tutta la conoscenza teorica, motoria, emotiva è ovviamente cerebrale. La nostra conoscenza è il nostro cervello. Un americano ha una cultura in parte differente rispetto ad un europeo e quindi un cervello parzialmente diverso. Non sempre è facile comunicare con gli amici americani, difficilissimo con i giapponesi o cinesi se non nelle cose che condividiamo, per esempio il lavoro o le pulsioni istintive, come la fame o il sesso. Queste ultime proprietà si riferiscono a strutture cerebrali scarsamente influenzate, o non influenzate affatto dall’esperienza. Credo che sia opportuno riflettere che tutte le volte che abbiamo difficoltà di comunicazione con i nostri simili, queste difficoltà sono da attribuirsi, o potrebbero essere attribuite, all’esistenza di strutture cerebrali in parte diverse. Entrare in profonda comunicazione con una persona vuol dire rendere i cervelli dei comunicanti più vicini. Strutture e funzioni simili di cervelli diversi, attraverso il linguaggio, orale o scritto, i gesti o altri mezzi di comunicazione, entrano in risonanza, si riconoscono per così dire, e stabiliscono il ponte della comunicazione.” Così, come la conoscenza del cervello, delle sue strutture, dei suoi funzionamenti, può costituire una via per la comprensione di certi aspetti dell’arte, è estremamente interessante vedere nell’arte un potenziale strumento d’indagine del funzionamento della nostra mente e del nostro sistema nervoso. Scrivono infatti Maffei e Fiorentini in “Arte e cervello”: “Perché certi stimoli visivi sembrano essere più interessanti ed eccitanti di altri per il sistema nervoso? Perché questi segni e figure hanno valore emozionale, cioè sono così efficaci nello stimolare i centri dell'emozione? Che fine conoscitore del funzionamento della mente deve essere il vero artista se riesce a trovare dei paradigmi di forme e colori così universalmente efficaci da coinvolgere l'osservatore! È ovvio che i tentativi di risposta sono nella maggior parte dei casi del tutto speculativi. Le ricerche della neurofisiologia e della neuropsicologia non offrono soluzioni, ma pongono le basi per avanzare ipotesi e fare congetture per colmare il fossato tra conoscenze scientifiche e arti visive. Tentare di comprendere i legami che uniscono percezione visiva e arte è un'esperienza di grande interesse, perché alla persuasione di poter penetrare il senso profondo dell'opera d'arte unisce la possibilità di apprendere qualche cosa di nuovo sul funzionamento del sistema nervoso.” Il seminario Nell’ambito delle discipline di Composizione musicale elettroacustica, Composizione multimediale e installazione d’arte, di Acustica musicale e di Psicoacustica musicale, il Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie ha da sempre riservato nei propri programmi formativi una particolare attenzione a questi temi ritenendoli di centrale importanza nello sviluppo di una sensibilità creativa consapevole ed una musicalità efficace. Il seminario proposto è dunque un percorso di studio e di conoscenza che mira ad approfondire i rapporti tra arte e cervello fornendo ai nostri studenti e a tutti gli interessati, importanti elementi di riflessione e di valutazione sui meccanismi della percezione e dell’estetica. Condotto dal prof. Lamberto Maffei, personalità di altissimo livello, con la collaborazione della dott.ssa Nicoletta Berardi, della dott.ssa Laura Baroncelli e del dott. Alessandro Sale, tutti scienziati ricercatori afferenti all’Istituto di Neuroscienze del CNR e all’Università di Firenze e ad altre prestigiose istituzioni, il seminario costituisce un’occasione assolutamente innovativa nel panorama universitario e accademico. ARTE E CERVELLO neuroscienze e riflessioni verso una neuroestetica PROGRAMMA DEGLI INCONTRI 18 ore (9 incontri di 2 ore) un intervento/evento speciale sarà tenuto dal prof. Lamberto Maffei nell’ambito della rassegna multimediale IL CORPO/LA LUCE/ IL SUONO 2014 1. Introduzione alla fisiologia della percezione: le caratteristiche fisiche degli stimoli e le leggi che regolano la percezione, esempi che illustrano come la percezione derivi dalle caratteristiche dei circuiti neurali che la mediano, effetti dell’apprendimento e dell’attenzione sui fenomeni percettivi; 2. Le proprietà di base dei segnali nervosi e della trasmissione nervosa: la plasticità neurale come base dell'apprendimento di nuove abilità e capacità percettive: esempi dal sistema visivo ed uditivo; 3. Il sistema visivo: dalla luce al segnale nervoso, la trasduzione dello stimolo visivo nei fotorecettori, il flusso dell’informazione visiva dalla retina alla corteccia cerebrale: via diretta e stazioni intermedie; esempi di circuiti neurali che consentono alle cellule visive di elaborare particolari caratteristiche dello stimolo visivo; le proprietà dei neuroni visivi alla base della percezione visiva; basi neurali dell'apprendimento percettivo visivo, come impariamo a riconoscere e discriminare gli stimoli visivi; 4. Il sistema acustico: dalle onde di pressione al segnale nervoso, la trasduzione acustica nelle cellule ciliate dell’orecchio; le prime fasi della discriminazione di suoni differenti, meccanismi e fattori che contribuiscono a dotare cellule ciliate e fibre del nervo acustico di una selettività per specifiche frequenze, la mappa tonotopica della coclea; il flusso dell’informazione dall’orecchio alla corteccia uditiva con particolare riferimento alle stazioni intermedie che giocano un ruolo importante per alcune proprietà della percezione uditiva, i nuclei cocleari e le vie parallele: la separazione delle vie che analizzano le diverse frequenze da quelle che analizzano il dominio dello spazio; i nuclei olivari e l’elaborazione dell’informazione che permette la localizzazione delle sorgenti sonore; la corteccia uditiva, caratteristiche funzionali dei neuroni uditivi nella corteccia uditiva primaria e nelle cortecce uditive superiori, la via del riconoscimento e della localizzazione dei suoni; 5. Sviluppo delle mappe uditive e basi neurali dell'apprendimento percettivo uditivo: le basi innate delle nostre capacità uditive, come impariamo a riconoscere e localizzare i suoni, e come possiamo ulteriormente raffinare le nostre abilità; esempi di plasticità crossmodale; 6. I substrati cerebrali della percezione della musica: lo schema di attivazione delle strutture cerebrali durante l’ascolto di brani musicali, aree uditive primarie e secondarie, la dominanza emisferica, il correlato motorio dell’ascolto della musica; la predisposizione innata per la musica: evidenze dall'ontogenesi umana e dal confronto fra specie diverse, accenni comparativi al sistema del linguaggio; specializzazioni cerebrali e plasticità nei musicisti; 7. Neuroestetica: il concetto di bellezza, soggettività ed oggettività dell’esperienza estetica, i sistemi cerebrali specializzati per il giudizio estetico, sovrapposizione con i sistemi che mediano la percezione e con il sistema motorio, connessioni tra aree cerebrali diverse, creatività e sinestesie; 8. Percezione ed emozione: il sistema endogeno della ricompensa, il nucleo accumbens e meccanismi di aspettativa e di anticipazione di uno stimolo desiderabile, la mediazione dopaminergica, l’origine neurale della gratificazione che proviamo ascoltando musica: studi di risonanza magnetica funzionale; 9. La musica come terapia per le patologie del sistema nervoso: effetti benefici dell’ascolto della musica, il recupero di funzioni cognitive e percettive, possibili meccanismi neurali. Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie (Alfonso Belfiore) CALENDARIO DEI LAVORI Lunedì 17 Marzo dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Lunedì 24 Marzo dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Lunedì 31 Marzo dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Lunedì 07 Aprile dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Lunedì 14 Aprile dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Lunedì 28 Aprile dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Lunedì 05 Maggio dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Lunedì 12 Maggio dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Lunedì 19 Maggio dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Conservatorio Cherubini, Sala del Buonumore. I Seminari del Conservatorio "L. Cherubini" sono aperti alla frequenza degli esterni interessati previo pagamento di € 50,00 da versarsi con bonifico bancario al seguente IBAN: IT24N0616002832000000226C01