308 Rubrica Recenti Prog Med 2013; 104: 308-313 Dall’anatomia all’immagine: la visualizzazione dei nervi cranici in RM Renata Conforti, Valeria Marrone, Angela Sardaro, Pierluigi Faella, Roberta Grassi, Salvatore Cappabianca Riassunto. In questo articolo, esaminiamo il corso previsto per ciascuno dei 12 nervi cranici. Le sequenze tradizionali di risonanza magnetica ci consentono di visualizzare solo i nervi cranici più grandi, ma particolari sequenze SSFP di risonanza magnetica ci permettono di rappresentare i segmenti cisternali dei 12 nervi cranici, fornendo risoluzione spaziale submillimetrica. From anatomy to image: the cranial nerves at MRI. Summary. In this article, we review the expected course of each of the 12 cranial nerves. Traditional magnetic resonance imaging depicts only the larger cranial nerves but SSFP sequences of magnetic resonance imaging are capable of depicting the cisternal segments of 12 cranial nerves and also provide submillimetric spatial resolution. Parole chiave. Imaging, nervi cervicali, RM. Key words. Cranial nerves, imaging, MRI. Introduzione ricevuti a livello delle mucose olfattive delle cavità nasali. Le cellule olfattive, neuroni sensoriali primari, che danno origine ai filamenti olfattivi, occupano l’area di mucosa delle fosse nasali poste al di sopra della lamina cribrosa dell’etmoide2. Dal loro polo profondo si distacca un neurite piuttosto sottile che giunge alla mucosa e, insieme ai neuriti delle altre cellule, si avvia nella compagine di fascicoli primari formati da fibre amieliniche. I filamenti olfattivi abbandonano la sottomucosa ed entrano nella cavità cranica attraverso due serie di fori, mediali e laterali, della lamina cribrosa dell’etmoide. Attraverso la faccia inferiore del bulbo olfattivo penetrano, infine, le fibre olfattive dopo aver contratto sinapsi con i dendriti delle cellule mitrali presenti nello stesso bulbo olfattivo3. I nervi cranici sono in numero di 12 paia, bilaterali e simmetrici, che partendo dall’encefalo (cervello, ponte, bulbo) attraversano i fori della base del cranio per raggiungere i territori ai quali sono destinati. Si chiama “origine apparente” il punto della superficie encefalica dal quale si distaccano, “origine reale” sono invece i nuclei di sostanza grigia all’interno del cervello per la compagine motoria, mentre per la controparte afferente (sensitiva) l’origine reale è costituita dai diversi gangli siti lungo l’estensione dei vari nervi1. A livello di un ganglio sensitivo sono presenti dei neuroni a T (pseudounipolari) che hanno un’estremità periferica (dendritica), che raccoglie l’informazione sensoriale, e un’estremità centrale (assonica), che porta tale informazione al relativo nucleo terminale sensitivo del tronco encefalico (o del diencefalo). Se nel midollo spinale i nuclei motori sono anteriori (corna o colonne ventrali) e i sensitivi sono posteriori (corna o colonne dorsali), nel tronco encefalo i nuclei effettori si portano dorsalmente nella callotta o tegmento del tronco encefalo e si fanno mediali, mentre i sensitivi si portano lateralmente. Tra le due colonne grigie compaiono nuovi nuclei per le sensibilità speciali (nuclei statoacustici, per esempio), sempre nell’ordine mediale-effettore e laterale-sensitivo2. Nervo olfattivo - l° paio È un nervo sensitivo, formato dall’insieme dei filamenti olfattivi che recano al bulbo olfattivo (formazione nervosa telencefalica) stimoli sensoriali Diagnostica per Immagini, Seconda Università di Napoli. Pervenuto il 10 giugno 2013. Nervo ottico - 2° nervo cranico Gli stimoli visivi vengono raccolti da speciali fotorecettori localizzati nella retina e convogliati attraverso una complessa via nervosa alle aree visive corticali site nel lobo occipitale. I fotorecettori sono neuroni altamente specializzati che terminano con un assone amielinico che si mette in contatto sinaptico con le cellule bipolari. I neuriti delle cellule bipolari, decorrendo sulla superficie interna della retina, prendono contatto con i neuroni gangliari o multipolari, i cui neuriti formano il nervo ottico della fossa cranica anteriore che emergendo dalla papilla abbandona il bulbo oculare e, attraverso il foro ottico, penetra nella cavità cranica dove le fibre si incrociano parzialmente nel cosiddetto “chiasma ottico”. La decussazione inte- R. Conforti et al.: Dall’anatomia all’immagine: la visualizzazione dei nervi cranici in RM ressa unicamente le fibre che provengono dalla metà nasale delle due retine. I tratti ottici che dal chiasma si portano ai corpi genicolati laterali risultano pertanto costituiti dalle fibre che provengono dalla metà temporale della retina omolaterale e dalla metà nasale controlaterale2. Parte delle fibre dei tratti ottici raggiungono il corpo genicolato laterale; poco prima di giungere al corpo genicolato laterale un contingente di fibre, il tratto ottico accessorio, si porta ai tubercoli quadrigemini superiori e ai nuclei della regione pretettale del mesencefalo: quest’ultimo collegamento rappresenta il tratto afferente dell’arco nervoso per il riflesso fotomotore di accomodazione. Le vie ortosimpatiche provenienti dal centro cilio-spinale, eccitate da vie ottiche riflesse (vie tetto-reticolo-spinali) mantengono uno stato tonico di irido-dilatazione (midriasi) che viene modificato per l’effetto costrittore delle vie parasimpatiche (miosi). Per quest’ultimo riflesso i nuclei della regione pretettale sono collegati bilateralmente con i nuclei viscerali del 3o paio di nervi encefalici. Dal corpo genicolato laterale originano le radiazioni ottiche dirette alle aree visive corticali (area striata ed aree adiacenti) attraversando prima la capsula interna e dirigendosi infine verso la corteccia occipitale, passando esternamente ai ventricoli laterali4. Nervo oculomotore comune - 3° paio Il nervo oculomotore comune è un nervo effettore, composto da fibre motrici somatiche e da fibre effettrici viscerali. Le fibre motrici somatiche originano dai nuclei mesencefalici dell’oculomotore e si distribuiscono ai muscoli estrinseci dell’occhio. Le fibre effettrici viscerali nascono dal nucleo parasimpatico mesencefalico di Edinger-Westphal e conducono impulsi effettori ai due muscoli intrinseci dell’occhio, il muscolo sfintere della pupilla (costrizione pupillare) e il muscolo ciliare (accomodazione)5. Le fibre radicolari dei nuclei motori somatici dell’oculomotore emergono, dopo aver subito un parziale incrociamento, nella fossa interpeduncolare, sul lato mediale del peduncolo cerebrale. Il nervo oculomotore si dirige in avanti passando tra i rami collaterali e terminali dell’arteria basilare. Giunto al limite della fessura orbitaria superiore, il nervo si divide in due rami, il ramo superiore più sottile procede con una leggera inclinazione verso l’alto, incrocia lateralmente il nervo ottico e si distribuisce al muscolo retto superiore e al muscolo elevatore della palpebra superiore. Il ramo inferiore più voluminoso piega in avanti e in basso e si risolve presto in tre rami per i muscoli retto mediale, retto inferiore e obliquo inferiore2. Nervo trocleare - 4° nervo cranico Il nervo trocleare è un nervo motore somatico, costituito da fibre che prendono origine nel mesencefalo dal nucleo trocleare e si distribuiscono al muscolo obliquo superiore dell’occhio. Dal punto di emergenza esso piega lateralmente, poi in avanti e in basso, dirigendosi all’apice della rocca petrosa dell’osso temporale. Descrive cosi un arco a concavità mediale attorno al peduncolo cerebrale del proprio lato; giunto alla base cranica il nervo si accosta alla parete laterale del seno cavernoso nella quale penetra disponendosi sotto al nervo oculomotore e poco al di sopra del nervo oftalmico. Prosegue con direzione obliqua verso l’alto avvicinandosi alla fessura orbitaria superiore; prima di raggiungerla incrocia il nervo oculomotore che gli si pone al di sotto. Penetra quindi nella cavità orbitaria10, incrocia dall’alto il tendine del muscolo elevatore della palpebra superiore e raggiunge il muscolo obliquo superiore al quale cede le sue fibre2. Nervo trigemino - 5° nervo cranico Il nervo trigemino è il più voluminoso dei nervi encefalici. Deve il suo nome al tipo di distribuzione periferica che ha luogo attraverso le tre branche in cui si divide: il nervo oftalmico, il nervo mascellare e il nervo mandibolare. È un nervo misto costituito da un contingente maggiore di fibre sensitive somatiche e da un minor numero di fibre motrici somatiche. La componente sensitiva somatica ha origine nel voluminoso ganglio semilunare del Gasser. I protoneuroni pseudounipolari del ganglio inviano il loro prolungamento centrale al nucleo sensitivo principale (pontino) e al nucleo della radice discendente (bulbospinale), mentre quello periferico nelle tre branche, oftalmica, mascellare e mandibolare, del trigemino; per mezzo loro, le fibre raccolgono stimoli sensitivi esterocettivi dalla cute della faccia e delle mucose congiuntivale, della bocca e del naso. La componente motrice somatica origina dal nucleo masticatore del trigemino, emerge dal ponte con la piccola radice motrice, supera il ganglio semilunare e passa per intero nella branca mandibolare. Si distribuisce ai muscoli masticatori, al muscolo del martello, al muscolo tensore del velo del palato, al muscolo miloioideo ed al ventre anteriore del muscolo digastrico6. Alle tre branche del nervo trigemino si trovano annessi diversi gangli parasimpatici: il ganglio ciliare, il ganglio sfeno-palatino i gangli sottomandibolare e sottolinguale ed il ganglio ottico, ai quali giungono fibre pregangliari da altri nervi encefalici. Il nervo trigemino emerge dalla superficie ventrale del ponte, al limite con il peduncolo cerebellare medio; all’emergenza sono chiaramente distinguibili la radice sensitiva, voluminosa e un poco appiattita a quella motrice, piccola e cilindrica. Le due radici si dirigono insieme in avanti e in alto e, superato l’apice della rocca petrosa dell’osso temporale, perforano la dura madre e penetrano nel cavo del Meckel, una cavità delimitata dallo sdoppiamento della dura madre encefalica che poggia sull’apice della rocca petrosa del temporale. In questa cavità è accolto il ganglio semilunare al cui margine concavo, posteriore, giungono la radice sensitiva e quella motrice del trigemino; dal margi- 309 310 Recenti Progressi in Medicina, 104 (7-8), luglio-agosto 2013 ne convesso, anteriore del ganglio si staccano le tre branche del trigemino: in alto e medialmente il nervo oftalmico, al centro il nervo mascellare, in basso e in fuori il nervo mandibolare7. dea, e cede i suoi rami terminali: il tronco temporofaciale e il tronco cervico faciale9,10. Nervo acustico - 8° nervo cranico Nervo abducente - 6° nervo cranico È un nervo motore somatico le cui fibre originano a livello del ponte, dell’omonimo nucleo, provvedendo all’innervazione del muscolo retto laterale dell’occhio. Il nervo emerge in corrispondenza del solco bulbo-pontino al di sopra delle piramidi bulbari; decorre successivamente sul davanti del ponte nello spazio subaracnoideo. Giunto all’apice della rocca petrosa si immette nel seno cavernoso che percorre dall’indietro in avanti a lato dell’arteria carotide interna. Entra nella cavità orbitaria passando per la fessura orbitaria superiore, all’interno dell’anello tendineo dello Zinn; raggiunge infine la superficie profonda del muscolo retto laterale cui cede le sue fibre motrici. Anche il nervo abducente, come gli altri nervi motori encefalici, trasporta fibre sensitive somatiche che raccolgono dal muscolo retto laterale stimoli propriocettivi, tali fibre sensitive raggiungono il nervo oftalmico attraverso un ramo anastomotico8. Nervo facciale - 7° nervo cranico Il 7° paio dei nervi encefalici comprende due distinti nervi, il nervo facciale propriamente detto e il nervo intermedio del Wrisberg. Il nervo facciale propriamente detto è composto da fibre motrici somatiche che originano nel ponte, dal nucleo del nervo facciale, ed innervano i muscoli mimici ed altri muscoli derivati embriologicamente dal secondo arco branchiale. Contiene inoltre fibre parasimpatiche pregangliari originate dal nucleo muconasolacrimale che recano stimoli effettori per la ghiandola lacrimale e le ghiandole della mucosa del naso del palato. Il nervo intermedio del Wrisberg comprende fibre sensitive somatiche e viscerali che hanno un origine comune nel ganglio genicolato e che si distribuiscono ai due terzi anteriori della lingua, dove raccolgono la sensibilità gustativa specifica e vanno inoltre ad una ristretta area cutanea del padiglione auricolare. I prolungamenti centrali di queste fibre sensitive mettono capo al nucleo del fascicolo solitario, per la sensibilità gustativa, ed al nucleo della radice discendente del trigemino per la sensibilità generale. Il nervo intermedio comprende anche fibre pregangliari parasimpatiche che originano dal nucleo salivatorio superiore e recano stimoli effettori viscerali per le ghiandole salivari maggiori e minori. Il 7° paio emerge dal tronco encefalico in corrispondenza della fossetta sopraolivare ai limiti tra bulbo e ponte; passa poi sopra il cervelletto e procede insieme al nervo statoacustico verso il meato acustico interno, dove si immettono nel canale facciale. All’uscita del canale facciale il nervo si immette nella loggia caroti- L’8° paio di nervi encefalici è composto da due parti distinte: il nervo vestibolare e il nervo cocleare. Il nervo vestibolare trasporta stimoli correlati con la gravità e l’accelerazione lineare e angolare e perciò connessi con il senso dell’equilibrio. I protoneuroni del nervo vestibolare dello Scarpa sono localizzati nel ganglio omonimo e sono di tipo oppositopolare; i loro rami centrifughi raggiungono le macule acustiche dell’utricolo e del sacculo e le creste ampollari dei canali semicircolari; i rami centripeti terminano nei nuclei vestibolari del tronco encefalico. Il nervo cocleare trasmette ai centri nevrassiali stimoli acustici raccolti dai protoneuroni del ganglio spinale del Corti; i prolungamenti periferici di tali cellule si portano all’organo del Corti; i prolungamenti centrali mettono capo nel troncoencefalo ai nuclei cocleari. Il nervo statoacustico emerge dal tronco encefalico a livello della fossetta retroolivare. Si dirige in avanti ed esternamente, passa davanti al flocculo cerebellare e raggiunge il meato acustico interno. Mentre lo percorre, il nervo, che alla sua emergenza appare come un unico grosso tronco, si divide nei due nervi vestibolare e cocleare. Il nervo vestibolare incontra il suo ganglio sensitivo e si prolunga poi in due rami, superiore e inferiore. Il superiore si risolve in numerosi ramuscoli che escono dal meato acustico interno passando per i forellini dell’area vestibolare superiore e giungono cosi alle macule acustiche dell’utricolo e dell’ampolla dei canali semicircolari superiore e laterale8. Il ramo inferiore si risolve anch’esso in numerosi filamenti che attraversano l’area vestibolare inferiore e raggiungono la macula acustica del sacculo e l’ampolla del canale semicircolare posteriore. Il nervo cocleare, più voluminoso del precedente, in corrispondenza del fondo del meato acustico interno si risolve in una rosa di filamenti che penetrano nei fori del tractus spiralis foraminosus, risalgono nei canalicoli scavati nel modiolo della chiocciola e raggiungono il ganglio spirale del Corti. I prolungamenti periferici dei neuroni del ganglio passano nei canalicoli scavati nella lamina spirale ossea e terminano alle cellule acustiche dell’organo del Corti3. Nervo glossofaringeo - 9° nervo cranico Il nervo glossofaringeo è un nervo misto che contiene un esiguo numero di fibre motrici somatiche che originano dal nucleo ambiguo del midollo allungato e si distribuisce al muscolo costrittore superiore della faringe e al muscolo stilofaringeo. Fibre effettrici viscerali nascono nel bulbo dal nucleo salivatorio inferiore e recano stimoli secretori per la ghiandola parotide e le ghiandole salivari minori. Le fibre sensitive somatiche, prolungamenti di R. Conforti et al.: Dall’anatomia all’immagine: la visualizzazione dei nervi cranici in RM neuroni del ganglio superiore, raccolgono alla periferia stimoli sensitivi della mucosa della cassa del timpano, della tuba uditiva e di un ristretto territorio del padiglione auricolare e li inviano alla radice discendente del nervo trigemino. Le fibre sensitive viscerali infine originano dal ganglio petroso e trasmettono al nucleo del tratto solitario stimoli viscerali superficiali raccolti dai recettori gustativi del terzo posteriore della lingua9,10. Nervo vago - 10° nervo cranico Il nervo vago o pneumogastrico è un nervo misto, costituito da tutte e quattro le componenti di fibre, somatiche e viscerali. È il più lungo dei nervi encefalici ed è di notevole importanza in quanto porta un grosso contingente di fibre effettrici viscerali (parasimpatiche) che innervano la maggior parte dei visceri del torace e dell’addome. La componente effettrice viscerale è rappresentata da fibre pregangliari che originano dalla porzione media e caudale del nucleo motore dorsale del vago e recano stimoli effettori al cuore, alla parete dell’aorta e dei suoi grossi rami, alle ghiandole ed alla muscolatura liscia delle vie respiratorie, dell’apparato digerente e di quello urinario; le fibre pregangliari mettono capo a gangli e ad agglomerati di cellule gangliari parasimpatiche dislocati in vicinanza dell’organo che viene innervato. La componente di fibre motrici somatiche si distribuisce alla muscolatura striata della faringe, della laringe e della parte prossimale dell’esofago; l’origine reale delle fibre ha luogo nella porzione caudale del nucleo ambiguo, che è comune anche al nervo glossofaringeo. Le fibre sensitive viscerali del nervo vago originano nel ganglio nodoso o plessiforme: i prolungamenti periferici dei protoneuroni pseudounipolari raccolgono stimoli della sensibilità viscerale generale dal seno aortico e dal glomo aortico, oltre che dalla mucosa della laringe, della faringe, della trachea, dell’esofago e degli altri visceri toracici ed addominali. I prolungamenti centrali dei protoneuroni del ganglio nodoso si recano, nel bulbo, al nucleo del tratto solitario. Le fibre sensitive somatiche rappresentano un contingente esiguo. Hanno origine dal ganglio giugulare, raccolgono stimoli sensitivi da un piccolo territorio cutaneo dal padiglione dell’orecchio e l’inviano al nucleo della radice discendente del trigemino. Il nervo vago emerge in corrispondenza del solco laterale posteriore del bulbo; dalla sede di emergenza converge in alto, lateralmente ed in avanti, piega in basso passando nel foro giugulare e, attraversando il collo, si avvicina all’arteria carotide interna e alla vena giugulare interna, costituendo il fascio vascolonervoso del collo. Alla base del collo, il nervo vago di destra scende anteriormente all’arteria succlavia, il nervo vago di sinistra decorre tra l’arteria carotide comune, che gli è posta davanti e l’arteria succlavia, che è situata posteriormente. All’entrata nel torace, il nervo vago di destra passa dietro alla vena cava superiore e si avvicina progressivamente alla trachea. Prosegue posteriormente al bronco destro, tra questo e il tratto terminale della vena azygos e, risolvendosi in numerosi rami fra loro anastomizzati, si dispone a ridosso della parete posteriore dell’esofago. Il nervo vago di sinistra imbocca l’apertura superiore del torace decorrendo posterolateralmente all’arteria carotide comune. Incrocia poi l’arco dell’aorta, passando tra questo e la pleura mediastinica, decorre posteriormente al bronco sinistro e, come il vago di destra, si risolve in una serie di rami fra loro anastomizzati che scendono lungo la parete anteriore dell’esofago2. I nervi vaghi entrano quindi nella cavità addominale, passando attraverso l’orifizio esofageo del diaframma. Il nervo vago di destra scende dietro l’esofago, poi dietro al cardias e prosegue sulla parete posteriore dell’addome giungendo fino al tronco celiaco, dove termina nel ganglio celiaco di destra. Al ganglio celiaco di destra giunge anche il ramo terminale del nervo grande splancnico. Nervo vago e nervo grande splancnico di destra, confluendo ai due poli opposti del granchio celiaco, formano l’ansa memorabile di Wrisberg. Il nervo vago di sinistra si prolunga dall’esofago sulla faccia anteriore dello stomaco, suddividendosi in numerosi rami che si raggruppano nei pressi della piccola curvatura e costituiscono il plesso gastrico anteriore. Il plesso gastrico posteriore deriva dai rami collaterali del nervo vago di destra che si anastomizzano sulla faccia posteriore dello stomaco, vicino alla piccola curvatura. Il nervo vago invia lungo il suo decorso numerosi rami collaterali; alcuni nascono nel collo, altri nel torace, altri poi nella cavità addominale1. Nervo accessorio - 11° nervo cranico Il nervo accessorio è formato esclusivamente da fibre motrici somatiche che originano dal nucleo dell’accessorio posto alla base delle corna anteriori dei primi neuromeri del midollo spinale. Si distribuisce ad una parte del muscolo trapezio e al muscolo sternocleido-mastoideo. Nasce con diverse radicole che si distaccano della faccia laterale del midollo spinale, attraversano lo spazio sub-aracnoideo del midollo, accollandosi in un unico tronco e risalgono nella cavità cranica attraverso il foro occipitale. Il nervo si piega quindi in fuori verso il foro giugulare che attraversa raggiungendo così la faccia profonda del muscolo sternocleidomastoideo e del muscolo trapezio dopo aver attraversato la parte alta della fossa sopraclaveare2. Nervo ipoglosso - 12° nervo cranico Il nervo ipoglosso è composto esclusivamente da fibre motrici somatiche che originano dal nucleo del nervo ipoglosso sito nella parte dorsale del bulbo; innerva i muscoli della lingua e delle regioni sopra e sottoioidea, emerge poi dal bulbo nel solco anterolaterale con una serie longitudinale di radicole. Queste confluiscono in due o tre tronchi e poi for- 311 312 Recenti Progressi in Medicina, 104 (7-8), luglio-agosto 2013 mano un unico nervo che fuoriesce dalla cavità cranica passando per il canale omonimo dirigendosi verso la radice della lingua. Decorre inizialmente dietro i muscoli stiliani ed al fascio vascolo-nervoso del collo, passa poi tra l’arteria carotide interna e il nervo vago situati medialmente e la vena giugulare interna posta lateralmente. Raggiunta la regione sopra-ioidea, si applica sulla superficie esterna del muscolo ipoglosso, tra questo e la ghiandola sottomandibolare. Assume poi un decorso orizzontale e parallelo all’osso ioide e insieme alla vena linguale giunge alla loggia sottolinguale dove si suddivide in un ciuffo di rami terminali, linguali, distribuendosi ai muscoli intrinseci della lingua9,10. Fisiopatologia I nervi cranici sono rivesti da tre guaine connettivali che prendono il nome di endonevrio, perinevrio ed epinevrio. La barriera emato-neurale dei nervi cranici è costituita da strette giunzioni tra le cellule endoteliali dell’endonevrio e degli strati interni del perinevrio1. Insulti vari (infiammazioni, neoplasie, malattie autoimmuni, ischemia, traumi) possono danneggiare tale barriera, permettendo il passaggio di macromolecole tra cui il mezzo di contrasto usato in esami radiodiagnostici, sia in esami di tomografia computerizzata (TC) sia di risonanza magnetica (RM), con conseguente loro impregnazione4. RM L’anatomia dei nervi cranici è complessa, e la valutazione di pazienti con neuropatie craniche richiede una conoscenza approfondita del loro decorso11,12. L’utilizzo, in RM, del mezzo di contrasto paramagnetico (gadolinio) aumenta la capacità di rilevare anomalie dei nervi cranici, pur esistendo alcune condizioni in cui vi può essere impregnazione di un nervo cranico, pur se non alterato. Il ganglio genicolato, i segmenti mastoide del nervo facciale, il ganglio trigeminale e le porzioni prossimali delle sue divisioni possiedono plessi venosi peri- ed epineurali, che permettono il passaggio del contrasto iniettato per venam, verificandosi così moderata impregnazione1. Le sequenze tradizionali di RM pur fornendo un’eccellente risoluzione dei tessuti molli, possono non disporre però, della necessaria risoluzione spaziale per definire strutture più piccole come i nervi cranici. Infatti, le sequenze RM T2-pesate permettono di visualizzare solo i nervi cranici di maggiori dimensioni. Oggigiorno è possibile utilizzare sequenze steady state free precession (SSFP) in grado di visualizza i segmenti cisternali di tutti e 12 i nervi cranici; esse sono sequenze Gradient-Echo che forniscono un’eccellente risoluzione di contrasto tra il liquido cerebro-spinale ed i nervi, utilizzando sezioni molto sottili, sub-centimetriche. Un altro vantaggio è che il tempo totale di acquisizione delle sequenze SSFP è molto più breve delle classiche sequenze T1 e T2-pesate della RM (figura 1). Gli svan- Figura 1. Esame RM. Immagini SE T2 assiali (a, b, c) ed SSFP (a’, b’, c’): evidente migliore risoluzione di contrasto per la seconda sequenza. R. Conforti et al.: Dall’anatomia all’immagine: la visualizzazione dei nervi cranici in RM taggi di tali sequenze sono la ridotta risoluzione di contrasto tra i diversi tessuti molli e la scarsa rappresentazione dei punti di riferimento anatomici a causa delle sezione submillimetriche. Pertanto, le sequenze SSFP svolgono un ruolo integrativo al fianco delle sequenze tradizionali di RM per lo studio dei nervi cranici2. 6. 7. 8. Bibliografia 1. Saremi F, Helmy M, Farzin S, Zee CS, Go JL. MRI of cranial nerve enhancement. Neuroradiology 2005; 185: 1487-97. 2. Sheth S, Branstetter BF, Escott EJ. Appearance of normal cranial nerves on steady-state free precession MR images. 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